Uniti nella diversità

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Adige di immigrati anziani e bambini immigrati malati. Si tratta di una proposta semplicemente inqualificabile. Una vera agghiacciante infamità lanciata in una società che è già devastata da 20 anni di rancori sociali costruiti ad arte contro i migranti, capro espiatorio ideale di ogni disagio sociale. […]. Le grandi tragedie del Novecento non sono nate nel giro di pochi minuti ma attraverso un lungo percorso culturale di costruzione del nemico, di banalizzazione della xenofobia e del pregiudizio, di banalizzazione appunto del Male. Luigi Gallo, assessore, comune di Bolzano È più facile che una gomena passi per la cruna dell'ago che un ricco entri nel regno di Dio. Marco 10, 25 Non potete servire a Dio e a Mammona Matteo 6, 24; Luca 16, 13 Jacques Attali, già consigliere personale di François Mitterrand ed uno dei più autorevoli intellettuali europei ha di recente pubblicato un saggio intitolato “Domani chi governerà il mondo?” (2012) in cui prevede che la crisi mondiale renderà possibile l’avvento di un governo mondiale federale sagomato intorno al modello dell’Unione Europea, con ampie autonomie per gli stati, nel rispetto dei diritti umani. Sospetto che un tale Leviatano, a causa delle pressioni burocratiche e lobbistiche, nonché della sua mole mastodontica, correrebbe un serio rischio di involuzione verso uno stato di polizia planetario intento ad imporre la sua volontà ed interessi – solo formalmente generali - alle volontà ed interessi specifici degli stati e delle regioni del mondo, accusati di essere particolaristici e quindi indegni di considerazione e rispetto, se non inconciliabili con il progresso della civiltà umana. Ciò non toglie che, come nel caso delle utopie marxiste, sebbene i mezzi siano a dir poco discutibili, la destinazione rimane decisamente auspicabile: “Ogni essere umano deve disporre di una “cittadinanza mondiale”. Nessuno deve più essere “apolide”. Ciascuno deve sentirsi a casa propria sulla terra. Chiunque deve avere il diritto di lasciare il proprio paese d’origine e di essere accolto, almeno temporaneamente, in qualsiasi altro luogo. Ogni essere umano deve avere diritto a un insieme di beni universali: l’aria, l’acqua, i prodotti alimentari, la casa, le cure, l’istruzione, il lavoro, il credito, la cultura, l’informazione, un reddito equo per il suo lavoro, la protezione in caso di malattia o di invalidità; l’eterogeneità del modo di vivere, la vita privata, la trasparenza, la giustizia, il diritto di emigrare e quello di non farlo; la libertà di coscienza, di religione, d’espressione, di associazione; la fraternità, il rispetto dell’altro, la tolleranza, la curiosità, l’altruismo, il piacere di dare piacere, la felicità nel rendere gli altri felici, la molteplicità delle culture e delle concezioni di benessere” (ibid., pp. 304-305). La cittadinanza mondiale si comporrebbe di cittadinanze minori (nazionali e continentali o areali, come ad esempio il Mediterraneo), con una funzione di tutela dai summenzionati eccessi autoritari, inevitabili, come detto, in un governo mondiale che deve gestire i destini di 7 miliardi di persone.


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