Press Review: STEFANO CAGOL. WORKS 1995|2015 Galleria CIVICA

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Rassegna stampa

STEFANO CAGOL. WORKS 1995|2015 Galleria CIVICA, Trento 25 marzo - 12 giugno 2016


Sommario Rassegna Stampa Pagina Testata

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Titolo

Pag.

12

ARTE E CRITICA

01/01/2016

CITY-TRENTO

3

173/76

Arte

01/03/2016

AGENDA

4

48

Il Giornale dell'Arte

01/03/2016

CALENDARIO ITALIA

7

Beniculturali.it

01/03/2016

STEFANO CAGOL WORKS 1995 2015

11

80/81

TRENTINO MESE

01/03/2016

LA VACUITA' COME VIA PER GIUNGERE ALL'ARTE

12

81/83

TRENTINO MESE

01/03/2016

MOSTRE - TRENTO

14

Franzmagazine.com

21/03/2016

STEFANO CAGOL WORKS 1995-2015

15

Ansa.it

23/03/2016

CAGOL A CIVICA TRENTO, WORKS 1995-2015

17

Corriere.it

23/03/2016

CAGOL A CIVICA TRENTO, WORKS 1995-2015

18

Espoarte.net

23/03/2016

ALLA CIVICA DI TRENTO VENT'ANNI DI RICERCHE

19

Artemagazine.it

23/03/2016

GALLERIA CIVICA, UNA PERSONALE DI STEFANO CAGOL

22

FPmagazine.eu

23/03/2016

STEFANO CAGOL. WORKS 1995/2015

24

20

TRENTINO

DA DOMANI CAGOL ALLA CIVICA

25

13

Corriere del Trentino (Corriere d. Sera)

23/03/2016 . 24/03/2016

CAGOL WORKS

26

Exibart.com

24/03/2016

STEFANO CAGOL - WORKS 1995|2015

28

31

TRENTINO

24/03/2016

APPUNTAMENTI - GALLERIA CIVICA WORKS 1995/2015

29

10/11

TRENTINO

26/03/2016

CAGOL, VENT'ANNI DI GUERRIGLIA DIVENTANO UN'ANTOLOGICA

30

Todaynewspress.it

27/03/2016

STEFANO CAGOL WORKS 1995/2015

32

VIX MAGAZINE.IT

30/03/2016

STEFANO CAGOL. WORKS 1995/2015

33

42/43

QUESTO TRENTINO

01/04/2016

IL TEMPO DELL'UOMO E DELLA NATURA

35

94/95

TRENTINO MESE

01/04/2016

MOSTRE - TRENTO

37

L'Adigetto.it

01/04/2016

STEFANO CAGOL WORKS 1995/2015

38

32/3

LA LETTURA (Corriere della Sera)

03/04/2016

IL CARTELLONE

44

5

IL MATTINO DI PADOVA

07/04/2016

WEEKEND-CAGOL, L'ARTE INCONTRA L'ATTUALITA'

50

5

la Nuova di Venezia e Mestre

07/04/2016

WEEKEND-CAGOL, L'ARTE INCONTRA L'ATTUALITA'

51

Artribune.com

08/04/2016

UN ESPLORATORE DELL'ARTE. STEFANO CAGOL A TRENTO

52

HUFFINGTONPOST.COM

15/04/2016

(R)EVOLUTION IN TRENTO: THE RETURN OF STEFANO CAGOL

53

Artshake.com

21/04/2016

STEFANO CAGOL WORKS 1995/2015

60

Il Giornale dell'Arte.com

22/04/2016

STEFANO CAGOL E L'ARTE COME DEPISTAGGIO COGNITIVO

.

63

12

Alto Adige

22/04/2016

ALLO STUDIO RAFFAELLI LA PERSONALE DI STEFANO CAGOL

10

TRENTINO

22/04/2016

ALLO STUDIO RAFFAELLI LA PERSONALE DI STEFANO CAGOL

66

Ansa.it

27/04/2016

TAPIS ROULANT PRESENTA STEFANO CAGOL

67

JULIET Art Magazine.it

29/04/2016

STEFANO CAGOL A TRENTO: L'IMPORTANZA DEL CONTAGIO

68

36

Il Giornale dell'Arte

01/05/2016

OLTRE I CONFINI. DOPPIO APPUNTAMENTO CON CAGOL

70

41

Domenica (Il Sole 24 Ore)

CALENDART (M.Mojana)

71

.

65

01/05/2016 . Corriere del Trentino (Corriere d. Sera) 07/05/2016

L'ARTE CI OFFRE UN ALTRO MONDO

Exibart.com

10/05/2016

FINO AL 12.VI.2016 STEFANO CAGOL WORKS 1995-2015

73

27/28

Collezionare

15/05/2016

MOSTRE D'ARTE-TRENTO

76

89

Flash Art

01/06/2016

STEFANO CAGOL (S.Conta)

8

Alias Domenica (Il Manifesto)

05/06/2016

UN RAGGIO DI LUCE SPARATO SUI BLOCCHI...

79

15

TRENTINO

1

.

.

72

78

DOMANI TRENTO - STEFANO CAGOL

80

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07/06/2016 . Corriere del Trentino (Corriere d. Sera) 08/06/2016

TBOE ALLA CIVICA LA PERFORMANCE DI STEFANO CAGOL

81

11

TRENTINO

08/06/2016

"TBOE" SBARCA ALLA GALLERIA CIVICA

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12

TRENTINO

08/06/2016

TRENTO - STEFANO CAGOL

83

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SCULPTURE MAGAZINE

01/11/2016

TRENT. STEFANO CAGOL, CIVICA/MART (L. Streitfeld)

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Stefano Cagol. Works 1995 2015

28/11/16 23:44

MIBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

Stefano Cagol. Works 1995 2015 A sedici anni dalla prima personale in un museo le opere di Stefano Cagol tornano a Trento, in una mostra personale a cura di Margherita de Pilati e Denis Isaia. Il percorso offre uno sguardo d'insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una riflessione sull'attualità e sui fenomeni socio-culturali dandone una lettura ironica, controversa e graffiante. Cagol recupera le sperimentazioni che hanno attraversato il '900 e le aggiorna con strumenti nuovi, affidandosi alla tecnologia ed ai linguaggi della comunicazione. Attraverso l'ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi, realizza veri e propri progetti, incarnando la figura di artista-progettista. L'allestimento cronologico illustra le tappe della carriera dell'artista, dalle prime sperimentazioni sul linguaggio del video, sino ai progetti più recenti. In mostra circa 40 opere, tra le quali i progetti itineranti che da anni caratterizzano la ricerca di Stefano Cagol, i progetti partecipativi, come quello realizzato all'Ilva di Taranto, e il lavoro presentato nel Padiglione Maldive durante la 55. Biennale di Venezia: "The ice monolit". 1 marzo Redattore: ANTONELLA CORONA

invito

Informazioni Evento: Immagini (cliccare per ingrandire) Data Inizio: 25 marzo 2016 Data Fine: 12 giugno 2016 Costo del biglietto: 11,00€; Riduzioni: 7,00€ Prenotazione: Facoltativa Luogo: Trento, Galleria Civica di Trento Indirizzo: Via Belenzani, 44 Città: Trento Provincia: TN Regione: Trentino-Alto Adige Orario: Martedi - Domenica 10.00-13.00; 14.00 - 18.00 Lunedì: chiuso Telefono: 0464 438887 E-mail: info@mart.trento.it

Galleria Civica di Trento Città: Trento Indirizzo: Via Belenzani, 44 Provincia: TN Regione: Trentino-Alto Adige

Sito web: http://www.mart.tn.it

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1096415978.html

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Stefano Cagol. Works 1995–2015 | franzmagazine

28/11/16 23:20

MORE THAN APPLES AND COWS

March 21, 2016

Stefano Cagol. Works 1995–2015 Allegra Baggio Corradi

Dal 25 marzo al 12 giugno 2016 la Galleria Civica di Trento dedica a Stefano Cagol una retrospettiva che ripercorre l’ ultimo ventennio della carriera dell’artista. Curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia del Mart di Rovereto, la mostra includera’ opere realizzate tra il 1995 e il 2015 e avverra’ a distanza di sedici anni dalla prima personale di Cagol che il Mart ospito’ nel 2000.

La mostra riunirà in un unico percorso espositivo gli innumerevoli progetti realizzati da Stefano Cagol nell’arco di un ventennio focalizzandosi sulle tematiche legate all’analisi dei fenomeni socioculturali del contemporaneo. Le sperimentazioni tecnologiche e comunicative dell’artista, condotte attraverso l’ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi condurranno alla delineazione di Cagol quale artista-progettista, volto all’indagine dell’immateriale natura del sapere e dei processi attraverso i quali l’opinione pubblica si sviluppa. http://franzmagazine.com/2016/03/21/stefano-cagol-works-1995-2015/

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Stefano Cagol. Works 1995–2015 | franzmagazine

28/11/16 23:20

La dimensione emotiva dell’immagine, legata all’ambivalente interesse dell’artista per la quotidianità e la globalità, intessute in una costante trama di intrecci storici e privati, verrà enfatizzata attraverso opere che ricalcano il linguaggio fluido della digitalizzazione e dei contenuti dell’informazione pubblica. Alla storia come “evento”, Cagol oppone una risposta artistica che valica i confini materiali del mondo per accedere all’immaterialità delle limitazioni geografiche, sociali, politiche e mediatiche del presente. La personale ha come centro d’interesse principale la figura stessa dell’artista che protagonista assoluto delle sue opere, emerge come l’incarnazione vivente del proprio immaginario creativo. La lettura ironica, graffiante e talvolta controversa del presente che Cagol ha periodicamente proposto tramite le sue opere si inserisce nel folto programma espositivo del Mart ripartito nelle sedi museali di Rovereto, Trento e Londra dove The Experience of Colours, realizzata in collaborazione con l’Estorick Collection, propone una selezione di opere prodotte da Astrazione Collettiva, movimento artistico trentino attivo nella seconda meta’ del secolo scorso. A completare il percorso espositivo distribuito in sei complementari mostre saranno La Coscienza del Vero: Capolavori dell’Ottocento da Courbet a Segantini, Dal Divisionismo al Futurismo, Boccioni 100, Mario Raciti e Mimmo Jodice, L’irruzione del Contemporaneo, Giuseppe Penone: Scultura, MaterialeImmateriale e Robert Morris: Films and Videos che avranno luogo nella sede di Rovereto. La Casa d’Arte Futurista Depero ospitera’, inoltre, Manifesto 100: Ricostruzione futurista dell’universo e La citta’ utopica: Dalla metropoli futurista all’EUR 42 (1911-1941), visitabili fino al 3 aprile e al 4 settembre rispettivamente. La Galleria Civica di Trento, infine, affiancherà alla personale di Stefano Cagol L’invenzione del Moderno, percorso incentrato sul dialogo tra la dimensione storica del Futurismo e quella trascendentale delle manifestazioni artistiche avulse da contingenze temporali specifiche.

Foto: Stefano Cagol, The End of the Border (of the mind), 2013

http://franzmagazine.com/2016/03/21/stefano-cagol-works-1995-2015/

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23-03-2016

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Cagol a Civica Trento, Works 1995-2015

Cagol a Civica Trento, Works 1995-2015 Dal 25 marzo al 12 giugno, circa 40 opere in esposizione Redazione ANSA TRENTO 23 marzo 2016 12:10 NEWS

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Cagol a Civica Trento, Works 1995-2015

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(ANSA) - TRENTO, 23 MAR - A sedici anni dalla prima personale in un museo, organizzata dal Mart nell'allora storica sede di Palazzo delle Albere, Stefano Cagol torna a Trento. Le opere dell'artista trentino, circa 40 esposte, saranno in una personale curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia. Intitolata 'Works 1995-2015', sarà visitabile alla Galleria civica di Trento dal 25 marzo al 12 giugno, con inaugurazione domani alle 18.30 e anteprima per la stampa alle 17. Il percorso offre uno sguardo d'insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una riflessione sull'attualità e sui fenomeni socio-culturali.

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Cagol a Civica Trento, Works 19952015 15:28 (ANSA) - TRENTO - A sedici anni dalla prima personale in un museo, organizzata dal Mart nell'allora storica sede di Palazzo delle Albere, Stefano Cagol torna a Trento. Le opere dell'artista trentino, circa 40 esposte, saranno in una personale curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia. Intitolata 'Works 1995-2015', sarà visitabile alla Galleria civica di Trento dal 25 marzo al 12 giugno, con inaugurazione domani alle 18.30 e anteprima per la stampa alle 17. Il percorso I PIÙ LETTI

offre uno sguardo d'insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una riflessione sull'attualità e sui fenomeni socio-culturali. OGGI

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La furia in treno: colpisce ragazza alla testa col martelletto per 15 euro

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I servizi segreti: cellule anche in Italia Allarme per treni e stazioni

8

Mason, missionario mormone ferito già sopravvissuto a Boston e Parigi

9

Bruxelles, 7.51 kamikaze al check-in Alle 9.11 il boato nella metro

10

Bruxelles, la reporter e la hostess: le storie dietro la foto simbolo

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Stefano Cagol: alla Civica di Trento vent’anni di ricerche – Espoarte

28/11/16 23:36

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S T E FA N O C A G O L : A L L A C I V I C A D I T R E N TO V E N T ’A N N I D I R I C E R C H E M A T T E O G A L B I A T I ( H T T P : // W W W . E S P O A R T E . N E T / A U T H O R / M A T T E O G A L B I A T I / )

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23 MARZO 2016

A R T E ( H T T P : // W W W. E S P O A R T E . N E T/ C AT E G O R Y/A R T E / ) M O S T R E / E V E N T I ( H T T P : // W W W. E S P O A R T E . N E T/ C AT E G O R Y/A R T E / M O S T R E - E V E N T I / )

TRENTO | GALLERIA CIVICA | 25 MARZO — 12 GIUGNO 2016 La Galleria Civica di Trento ospita una mostra monogra!ca dedicata a Stefano Cagol (1969) che, a distanza di sedici anni dalla prima personale museale organizzata a Palazzo delle Albere, storica sede del Mart, torna nuovamente ad esporre in un museo trentino.

http://www.espoarte.net/arte/stefano-cagol-alla-civica-di-trento-ventanni-di-ricerche/

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Stefano Cagol: alla Civica di Trento vent’anni di ricerche – Espoarte

28/11/16 23:36

Questo progetto apre un’approfondita ri"essione sulla ricerca dell’artista, proponendo la lettura dei lavori degli ultimi vent’anni in cui si riassume tutta la sua tensione sperimentale tesa a sviluppare, attraverso progetti dalle anime diverse, una meditazione sui fenomeni socio-culturali della nostra attualità. Nelle opere che, tornano a Trento, si attiva un vero e proprio percorso d’insieme sul linguaggio di Cagol che, con un’ironia, controversa e gra!ante, si riappropria di sperimentazioni che hanno connotato il secolo passato. Vecchi strumenti dell’arte contemporanea che lui sa aggiornare, rendendoli strumenti e#caci a parlare del presente. Tra tecnologia e strumenti della comunicazione, fondendo mezzi e messaggi assai di$erenti, l’artista trentino attiva i suoi progetti che indagano l’immaterialità della creazione del sapere, i meccanismi dell’opinione pubblica, il contesto globalizzato e il riparo del “quotidiano”.

http://www.espoarte.net/arte/stefano-cagol-alla-civica-di-trento-ventanni-di-ricerche/

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Stefano Cagol: alla Civica di Trento vent’anni di ricerche – Espoarte

28/11/16 23:36

(http://www.espoarte.net/wordpress/wp-content/uploads/2016/03/Stefano-Cagol-The-Ice-Monolith-2013.jpg) Stefano Cagol, The Ice Monolith, 2013

L’allestimento cronologico, riassumendo le tappe della carriera dell’artista, raccoglie 40 opere, compresi i progetti itineranti e quelli partecipativi, porta l’osservatore a vivere la dimensione emotiva delle sue immagini: Cagol guida, infatti, ad una visione critica dei sistemi del nuovo millennio, sollecitandoci ad osservare i punti deboli e i limiti del nostro tempo, sia a livello geogra!co, sociale, politico ed economico dove spesso immaginario intimo si contamina e fonde con quello pubblico e mediatico. Stefano Cagol. Works 1995|2015 a cura di Margherita de Pilati e Denis Isaia il Mart ringrazia Provincia autonoma di Trento, Comune di Trento, Comune di Rovereto in collaborazione con Trentino Marketing per le attività didattiche Casse Rurali Trentine 25 marzo — 12 giugno 2016 Inaugurazione giovedì 24 marzo ore 18.30 Galleria Civica Trento e ADAC via Belenzani 44, Trento Orari: da martedi a dom 10.00-13.00 e 14.00-18.00; lunedì chiuso Ingresso intero €2.00; gratuito Mart Membership e bambini #no a 14 anni e ogni prima domenica del mese Info: +39 0461 985511; 800 397760 civica@mart.tn.it www.mart.trento.it (http://www.mart.trento.it)

M A T T E O G A L B I A T I ( H T T P : // W W W . E S P O A R T E . N E T / A U T H O R / M A T T E O G A L B I A T I / ) DIRETTORE WEB

http://www.espoarte.net/arte/stefano-cagol-alla-civica-di-trento-ventanni-di-ricerche/

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Sito web: www.artemagazine.it (http://www.artemagazine.it)

Mercoledì, 23 Marzo 2016 14:08

Galleria Civica di Trento, una personale di Stefano Cagol Scritto da Redazione

L'artista torna dopo sedici anni in un museo dalla prima personale organizzata dal Mart presso l’allora storica sede di Palazzo delle Albere, Stefano Cagol

(/media/k2/items/cache/346cfc4cda7a853e9a165b7df6f7b442_XL.jpg) TRENTO - La personale dell’artista, che riunisce i suoi numerosi progetti, è curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia. Attraverso una lettura caratterizzata da una ironia graffiante e controversa, nel tempo Stefano Cagol ha affrontato e sviluppato una serie di riflessioni sull’attualità e sui fenomeni socio-culturali. Incarnando la figura dell’artista-progettista, Cagol ha recuperato le sperimentazioni che hanno attraversato il ’900 aggiornandole con strumenti nuovi, affidandosi alla tecnologia ed ai linguaggi della comunicazione. http://www.artemagazine.it/dal-territorio/item/749-galleria-civica-di-trento-una-personale-di-stefano-cagol?tmpl=component&print=1

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Galleria Civica di Trento, una personale di Stefano Cagol

28/11/16 23:36

L’indagine è principalmente focalizzata sull’immaterialità della creazione del sapere e sui processi di formazione dell’opinione pubblica. Inoltre, tra i temi cari all’artista sono fondamentali l’interesse per gli scenari globali e la ricerca sul quotidiano. In reazione a una società che è sempre più spesso “evento”, Cagol gioca con i limiti materiali ed immateriali del nostro mondo, siano essi geografici, sociali, politici, mediatici. Protagonista assoluto dei progetti che realizza, l’artista incarna il proprio lavoro mescolando l’immaginario personale a quello mediatico. L’allestimento della mostra è cronologico e permette quindi una rilettura delle varie tappe che hanno costellato la carriera dell’artista, fino ad arrivare ai progetti più recenti come “The Body of Energy (of the mind)” prodotto dalla Fondazione tedesca RWE e presentato in un’esposizione personale a Berlino e in una decina di musei europei. In mostra circa 40 opere, tra le quali i progetti itineranti che da anni caratterizzano la ricerca di Cagol, i progetti partecipativi, come quello realizzato all’Ilva di Taranto, e il lavoro presentato nel Padiglione Maldive durante la 55. Biennale di Venezia: “The ice monolith”. Vademecum Dal 24 Marzo 2016 al 12 Giugno 2016 Trento, Galleria Civica Biglietti: intero 2 €; gratuito: Mart Membership, bambini fino a 14 anni, per tutti ogni prima domenica del mese Info: +39 0461 985511 civica@mart.tn.it (mailto:civica@mart.tn.it) http://www.mart.trento.it

http://www.artemagazine.it/dal-territorio/item/749-galleria-civica-di-trento-una-personale-di-stefano-cagol?tmpl=component&print=1

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Stefano Cagol. Works 1995 | 2015 - FPmag - www.fpmagazine.eu

28/11/16 23:42

ITA

Stefano Cagol. Works 1995 | 2015

10 / 10

Stefano Cagol, The Fate of Energy # 1 – # 3, 2002. Stampa lambda, silicone, perspex, dibond, 30x80 cm (still da video). Collezione Nomas

Foundation, Roma.

Stefano Cagol. Works 1995 | 2015 La Galleria Civica di Trento ospita una mostra dell'artista-progettista Stefano Cagol (Trento, 1969), a circa sedici anni dalla sua prima personale in un museo, organizzata dal MART presso l’allora storica sede di Palazzo delle Albere. L'esposizione, curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia, restituisce uno sguardo d’insieme sui numerosi progetti realizzati dall'autore negli ultimi vent'anni, offrendo una selezione di circa 40 opere disposte in ordine cronologico. In mostra, dalle prime sperimentazioni sul linguaggio video, ai progetti più recenti come The Body of Energy (of the mind), prodotto dalla Fondazione tedesca RWE e presentato in una personale a Berlino e, successivamente, in una decina di musei europei. Fotografie, installazioni site-specific, video, progetti itineranti e partecipativi attraverso i quali Cagol propone una riflessione sia su tematiche strettamente legate all’attualità, sia su alcuni fenomeni socio-culturali di più ampio respiro, dandone una lettura spesso ironica, se non controversa e graffiante. La sua indagine si focalizzata infatti soprattutto sull’immaterialità della creazione del sapere e sui processi di formazione dell’opinione pubblica. Ma non solo. Fondamentali nella sua ricerca artistica sono anche l’interesse per gli scenari globali e l'osservazione del quotidiano. Attraverso l’ibridazione di mezzi, strumenti e messaggi, Cagol gioca insomma con i limiti materiali ed immateriali del nostro mondo, siano essi geografici, sociali, politici o mediatici, alzando il sipario una serie di questioni che stanno letteralmente plasmando questo nuovo millennio, come la digitalizzazione delle informazioni, la fluidità dei contenuti e i virus dell’informazione pubblica. Nelle sue opere – in cui trapela sia il recupero di quelle sperimentazioni che hanno attraversato il Novecento, sia la volontà di aggiornarle attraverso i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia e dai linguaggi della comunicazione – l'immaginario personale e quello mediatico si mescolano, gravitando attorno a una dimensione emotiva dell’immagine che non dice, ma evoca, suggerisce, interpreta. L'inaugurazione è prevista per giovedì 24 marzo, alle ore 18,30. Stefano Cagol. Works 1995 | 2015 Galleria Civica Trento e ADAC, via Belenzani, 44 - Trento 10 febbraio – 10 aprile 2016 orario: da martedì a domenica, ore 10,00 - 13,00 e 14,00-18,00 | chiuso il lunedì ingresso: intero 2,00 € | gratuito per Mart Membership, bambini fino ai 14 anni d'età e, per tutti, ogni prima domenica del mese info: 800 397760 civica@mart.tn.it www.mart.trento.it

––– [ RISORSE ESTERNE ] Stefano Cagol MART – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto

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Stefano Cagol, The End of the Border (of the mind), 2013 [Vedi la foto originale]

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A sedici anni dalla prima personale in un museo, organizzata dal Mart presso l’allora storica sede di Palazzo delle Albere, le opere di Stefano Cagol tornano a Trento in una personale a cura di Margherita de Pilati e Denis Isaia. Il percorso o re uno sguardo d’insieme sui numerosi progetti con i quali Stefano Cagol ha sviluppato una ri essione sull’attualità e sui fenomeni socio-culturali dandone una lettura ironica, controversa e graffiante

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STEFANO CAGOL WORKS 1995|2015 in mostra alla Galleria Civica Trento | Todaynewspress

STEFANO CAGOL WORKS 1995|2015 in mostra alla Galleria Civica Trento marzo 27, 2016

Negli spazi della Galleria Civica a Trento le principali tappe della ventennale carriera di Stefano Cagol sono ripercorse per la prima volta in uno sguardo d’insieme. L’esposizione mette a fuoco un’attività sviluppata su direttrici internazionali e frutto di una fitta presenza in esposizioni, interventi pubblici, residenze e pubblicazioni. In mostra alcune fra le sue opere più significative si alternano con la presentazione di azioni e progetti speciali, lasciando emergere una pratica votata all’esplorazione della percezione, della pubblica opinione, delle geografie.

Eventi in programma giovedì 21 aprile | ore 18 Presentazione del catalogo con Alessandro Castiglioni e Denis Isaia giovedì 5 maggio | ore 18 Civica Lounge. Aperitivo arte & musica in dialogo con Stefano Cagol mercoledì 8 giugno | ore 18 Finissage – The Body of Energy. Performance di Stefano Cagol Tutti gli eventi si terranno alla Galleria Civica a Trento Per informazioni eventi@mart.tn.it

Galleria Civica Trento 25 marzo – 12 giugno 2016 Galleria Civica, mostra, Stefano Cagol, Trento

http://www.todaynewspress.it/stefano-cagol-works-19952015-in-mostra-alla-galleria-civica-trento/


Stefano Cagol. WORKS 1995-2015 - VIX Magazine

Arte

Stefano Cagol. WORKS 1995-2015 L’artista racconta le origini della sua estetica attivista in occasione della personale alla Galleria Civica di Trento di Sabrina Ciofi L’importanza del lavoro di Stefano Cagol va oltre l’aspetto artistico per sé. Il suo interesse per le azioni, i meccanismi quotidiani e popolari che mettono in moto la creazione del pensiero di massa e dei luoghi comuni fornisce un lucido fermo immagine del momento storico attuale in cui i luoghi comuni culturali stanno creando violenti attriti sociali e la nascita di una nuova idea di guerra. I suoi progetti includono il viaggio come strumento di indagine e di archivio, nonché mezzo per analizzare il rapporto dell’uomo con la terra e per aprirsi alle grandi tematiche dei cambiamenti climatici, dello sfruttamento del suolo, delle risorse rinnovabili e di tutte quelle azioni quotidiane dell’uomo che modificano la natura incidendo irrimediabilmente sulla vita dell’uomo stesso. Stefano Cagol è nato a Trento nel 1969. Come si sono evoluti il tuo approccio e il tuo rapporto con l’arte in vent’anni di attività? Quanto è evoluto maggiormente è il mio rapporto con l’osservatore, che sta diventando sempre più stretto. Ho imparato a oltrepassare i confini, a coinvolgere il pubblico, il paesaggio, quanto mi circonda, anche a forzare i meccanismi monolitici dei musei. Perché hai deciso di dedicare il tuo lavoro di artista all’analisi del quotidiano e dei processi che portano alla formazione del pensiero di massa? Quali sono gli che aspetti che più ti interessano? Sento un bisogno intellettuale di essere artista, di affrontare il contemporaneo, di comunicare. La mia ricerca si rivolge a situazioni sociali e politiche che ci riguardano direttamente. Simboli, metafore e ossimori, la storia, le contraddizioni, la stratificazione, le convinzioni, il processo di formazione (e di distorsione) di identità e di certezze. I miei progetti sono site – e time- specific. Questo vuol dire che sono legati a quanto avviene ora, penetrano nella realtà attuale. Con il progetto transnazionale The End of the Border oltrepassavo i confini con la luce, era il 2013 e la prima fase del progetto è del 2008. In questo momento le cronache europee sono concentrate sui confini in maniera particolare. Forse il progetto ha saputo anticipare questo. Il progetto The Ice Monolith, presentato nel 2013 alla 55ma Biennale di Venezia per il Padiglione Maldive, parlava di fusione dei ghiacciai, che abbiamo sempre definito eterni, di innalzamento delle acque, di cambiamento climatico, parlava dell’oggi.

http://www.vixmagazine.it/stefano-cagol/


Stefano Cagol. WORKS 1995-2015 - VIX Magazine

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Quando hai capito che la tua ricerca aveva bisogno di esprimersi anche attraverso mezzi ampi e duttili oltre al video? Come sei arrivato al progetto come forma d’arte e alla realizzazione di un’opera come The Body of Energy (of the mind)? Già l’uso del video che facevo nelle opere più datate in mostra alla Galleria Civica era molto empirico e fisico – inserendo le VHS nel lettore, filmando l’immagine, re-inserendole nel lettore e ripetendo più volte questa operazione. E già il mio primo video era “impegnato”: realizzato in occasione degli esperimenti nucleari a Mururoa penetrava in un’esplosione e nel suo suono. Comunque il progetto che potrei definire come uno spartiacque verso progetti sempre più complessi e articolati è Bird Flu Vogelgrippe – influenza aviaria in inglese e in tedesco. Era l’inverno del 2006, momento di massima paura collettiva. I media bombardavano con notizie sulla diffusione del virus alimentando l’idea di una possibile pandemia. Ho quindi deciso di parlare di influenze fisiche e mentali e di attraversare l’Europa con un progetto transnazionale arrivato alla 4a Biennale di Berlino e accolto come progetto speciale. Il progetto successivo Power Station, presentato alla prima Biennale di Singapore, mixava gli inni delle attuali potenze nazionali e delle nazioni emergenti loro ex colonie. In quel momento a Singapore si stava tenendo il meeting del Fondo Monetario Internazionale. Da allora i miei progetti sono divenuti totalizzanti. Il metodo si compone di diversi aspetti il movimento, la registrazione del muoversi, le azioni partecipative, la comunicazione che fa parte anch’essa del progetto. In un’epoca in cui si naviga in rete trovo ancora più importante questo viaggiare via terra. Simbolicamente rappresenta un attaccamento al reale, al concreto, una vicinanza a ciò che avviene. Viaggi fisici ed epici, oltre il Circolo Polare Artico o fino a Gibilterra. Possiamo dire che c’è anche una componente eroica. Quindi il progetto si compone di mappe digitali, diari, foto e video, e poi i momenti stanziali dove avvengono le azioni, le performance, dove coinvolgo il pubblico, i musei, il paesaggio. Non smetto un secondo di essere parte del progetto, anche in prima persona. Ora ho appena concluso un progetto durato due anni e supportato dal premio tedesco Visit della Fondazione RWE che ho vinto. A dicembre ho concluso a Berlino la mostra personale dedicata al progetto ma prima ho portato il progetto in una decina di musei europei, in Italia presso MA*GA, MAXXI e Museion. Il titolo è The Body of Energy, il corpo dell’energia, ed ho cercato di rendere visibile quanto non lo è, la nostra interazione con la natura, il nostro permanere in essa, quello che lasciamo e assorbiamo dall’ambiente. Anche in questo caso risulta che abbia anticipato l’attuale mobilitazione italiana riguardo le risorse del sottosuolo. Il ruolo dell’arte dovrebbe essere questo. Che opere sono state scelte dai curatori Margherita de Pilati e Denis Isaia per la tua personale alla Galleria Civica di Trento/Mart? Hanno deciso di dare uno sguardo d’insieme alla mia ricerca ed è la prima volta che questo viene fatto con un approccio antologico. Viene fuori la molteplicità della mia produzione che comprende opere video, fotografiche e installazioni ma viene reso conto anche di tutti i progetti transnazionali che ho realizzato fino ad ora – per loro natura molto vasti in senso geografico e temporale – caratterizzati da una forte componente performativa ed effimera che la continua registrazione ha trasformato in opere durature che sono presentate in mostra. Qual è la narrazione della tua opera di artista? Mi sono innamorato della definizione che Jeni Fulton usa nel suo contributo nel catalogo della mostra alla Galleria Civica: activist aesthetics, estetica attivista. A quali progetti stai lavorando? Che cosa hai in programma per il 2016? In aprile inizierò il progetto Una Visione Oltre ad Adria in provincia di Rovigo. #visioneoltre ha vinto il bando CulturalMente 2015 della Fondazione Cariparo con un premio di 30.000 euro, coinvolgerà il territorio delle provincie di Padova e Rovigo e una selezione di una decina di giovani artisti che mi aiuteranno nella realizzazione del progetto, la curatela è di Tobia Donà. Lavorerò poi al libro che raccoglie la mia esperienza come curatore per Be-diversity che si è tenuta lo scorso anno al museo di Scienze MUSE, #be_diversity, e a una piattaforma di discussione con un interessante mix di invitati: da Jota Castro, noto artista peruviano, a Marianne Franklin, Professor of Global Media and Politics al Goldsmiths di Londra. All’inizio del 2017 sarò artist in residence a Kristiansand in Norvegia.

Stefano Cagol. WORKS 1995-2015 a cura di Margerita de Pilati e Denis Isaia 25.03 – 12.06.2016 Galleria Civica – Trento Pubblicato il: 30 marzo 2016 Tag: arte http://www.vixmagazine.it/stefano-cagol/


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«Stefano Cagol - works 1995|2015» Daniela Larentis In mostra alla Civica di Trento, Curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia,

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percorre le principali tappe della carriera dell’artista trentino >

STEFANO CAGOL - WORKS 1995|2015 è il titolo dell’ultima mostra curata da Margherita de Pilati e Denis Isaia, dedicata al noto artista trentino. Appena inaugurata, resterà aperta al pubblico fino al 12 giugno 2016. In un allestimento cronologico, negli spazi della Galleria Civica di Via Belenzani a Trento, sono illustrate le tappe della carriera di Stefano Cagol, dalle prime sperimentazioni sul linguaggio del video, sino ai progetti più recenti come «The Body of Energy (of the mind)» prodotto dalla Fondazione tedesca RWE e presentato in un’esposizione personale a Berlino e in una decina di musei europei. In mostra circa 40 opere, tra le quali i progetti itineranti che da anni caratterizzano la ricerca di Cagol, i progetti partecipativi, come quello realizzato all’Ilva di Taranto, e il lavoro presentato nel Padiglione Maldive durante la 55ª Biennale di Venezia: «The ice monolith». L’artista si esprime in maniera molto efficace mediante la video arte, riuscendo a rappresentare, attraverso il proprio sguardo, un’idea del mondo diversa, più immediata rispetto a quella veicolata dai prodotti degli altri

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media, conducendo lo spettatore verso una conoscenza più vera e diretta delle cose e facendolo riflettere su importanti temi sociali: l’obiettivo della video arte è infatti, innanzitutto, l’esigenza di conoscere la realtà nella sua immediatezza, andando oltre le regole espressive degli altri grandi media audiovisivi (come sostiene Youngblood la video arte aspira a creare lavori che sperimentano e spostano il confine della nostra conoscenza).

The End of the Border, Stefano Cagol @ Bokfjorden, backstage from icebreaker.

Due parole sul ventennale percorso artistico di Stefano Cagol, il quale si è formato all’Accademia di Brera e alla Ryerson University di Toronto. Tra il 1995 e il 2015 ha partecipato a numerose residenze d’artista e ricevuto borse di studio fra le quali: International Center of Photography a New York; International Studio and Curatorial Program ISCP a New York; BAR International a Kirkenes, nell’Artico. Ha esposto in Italia e all’estero, ha partecipato a Manifesta7 nel 2008, alla 54ª Biennale di Venezia con un evento collaterale e alla 55ª Biennale di Venezia nel 2013 invitato dal Padiglione Maldive. Nel 2009 ha vinto il Premio Terna per l’Arte contemporanea e nel 2014 il premio Visit della fondazione tedesca RWE. Nel 2015 il progetto «The Body of Energy (of the mind)» è stato presentato al Maxxi di Roma, al Madre di Napoli, al Maga di Gallarate, a Museion di Bolzano, alla Kunsthalle di San Gallo, allo ZKM di Karlsruhe e al Museum Folkwang di Essen.

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Robol, De Pilati, Cagol e Isaia.

All’ingresso della mostra su un display a luci LED scorrono alcuni eventi avvenuti durante quella che l’artista definisce «la madre di tutte le date»: l’11 settembre, che nell’immaginario collettivo mondiale si collega tristemente all’attentato alle Torri Gemelle del 2001, un giorno in cui, in anni ovviamente differenti, avvenne il golpe che portò al potere Pinochet, e in cui Henry Hudson scoprì l’isola di Manhattan; l’11 settembre è anche il compleanno dell’artista: in quel giorno del 1969 nacque Stefano Cagol, il quale, attraverso questa data divenuta un simbolo universalmente riconosciuto, si mette in relazione con gli avvenimenti del passato. Compiendo a ritroso il percorso espositivo, osserviamo i lavori degli esordi, indugiando in particolar modo innanzi all’opera video intitolata «Stars & Stripes». La bandiera americana, che alla fine del XVIII secolo era simbolo di indipendenza e libertà, negli ultimi cinquant’anni è stata associata anche ad aggressività e crisi dei valori, come ha sottolineato all’inaugurazione della mostra, riferendosi a quest’opera, Margherita de Pilati, curatrice dell’evento assieme a Denis Isaia. Nel 1999, durante una delle sue prime permanenze a New York, Cagol realizza un video che riprende la bandiera a stelle e strisce mossa dal vento. Dopo tre anni, grazie all’accesso a nuove tecnologie che consentono all’artista di compiere nuovi tipi di montaggio, dà vita a «Star & Stripes», un video in cui, distorcendo e raddoppiando l’immagine iniziale, crea un oggetto fluttuante, indipendente, che non è più una bandiera. Agitata dal vento e riflessa grazie all’utilizzo di uno specchio posto al centro, assume forme iconiche sempre differenti che evocano significati diversi e spesso opposti fra loro: un caccia, una farfalla, le ali di un’aquila, un essere mostruoso.

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Stars & Stripes - Redouble, 2013.

Ma sono «Tokyospace & Harajuku Influences series» le opere che più di tutte attirano la nostra attenzione: a partire dai primi anni 2000 Cagol si interessa alla percezione dello spazio, sia fittizio che concreto, e all’interazione tra lo spazio individuale e lo spazio condiviso, in particolar modo nelle grandi metropoli. Un po’ prima della metà del primo decennio degli anni Duemila, si trasferisce per alcuni anni in più riprese nella capitale giapponese, ove, attraverso una full-immersion, produce quasi un video al giorno, dando vita alla serie Tokyospace (2004) e Harajuku Influences (2006). In quest’ultima serie (Harajuku è il nome del quartiere creativo del centro cittadino dove l’artista abitava), il termine «influenze», che da questo momento sarà ricorrente nei lavori di Cagol, indica il percorso compiuto dall’artista alla ricerca dei passati legami con la cultura giapponese. Denis Isaia, nel suo intervento in catalogo (una splendida ed esaustiva pubblicazione che accompagna l’evento) scrive: «Stefano Cagol coincide con la sua opera. «I suoi lavori sono sempre il frutto di una pratica vissuta in prima persona e si nutrono senza filtri dell’esperienza che l’artista fa del mondo. «Fra il 2000 e il 2007 Cagol inizia una serie di viaggi che lo portano sulle rotte delle grandi città: New York, Miami, Berlino e soprattutto Tokyo. «Come sottolinea Giovanna Nicoletti è trattando allo stesso modo la natura e la dimensione urbana che Cagol apre la sua ricerca ad una lettura paesaggistica. Inviato speciale da un pianeta sconosciuto l’artista fa ruotare i palazzi, li fonde nel traffico, ne accelera la vista. «La figura umana sparisce, viene qualche volta evocata come ombra, sfumatura luminosa o liquido primordiale, in The Flu ID (2006), ma il motore è il paesaggio in movimento, fabbrica di velocità e luci: The Fate of Energy (2002), Digital Wind (2002), Meet to the Center (dal 2004), Harajuku Influences (2006). «Se la città si riconosce nelle icone che ritmano il paesaggio, il paesaggio naturale è colto quando viene mosso da un fulmine o dalle pale dei mulini a vento. «A Berlino o a New York Cagol riprende i simboli identificativi: la torre della radio, il London Eye, l’Empire http://www.ladigetto.it/permalink/52845.html?print

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State Building. Li omaggia sdoppiandoli, piegandoli, facendoli ruotare su se stessi, sino a diventare una proiezione poetica governata da un paradossale quanto affascinante strabismo prospettico. Cagol è alla ricerca di un rapporto con la geologia urbana. Il paesaggio non è il frutto di una contemplazione statica, esso è il prodotto della sublimazione di un’esperienza […]».

Tridentum (Parallel Convergences) - 2011 - Installazione.

Il titolo dell’opera video «The End of the Border (of the mind)», «La fine del confine (della mente)», è particolarmente evocativo. L’artista, invitato alla Triennale d’Arte di Barents per dare vita a un progetto che si rapportasse allo spazio pubblico come «playgroung», ossia come parco giochi e campo d’azione, concretizza la sua idea compiendo un viaggio di 10.000 chilometri, a bordo di un furgone su cui carica un generatore e un potente faro, in grado di proiettare un fascio di luce lungo fino a 15 chilometri, interessando una vastissima area. La prima tappa, partendo dalle Alpi italiane, la diga del Vajont, ricordando, dopo 50 anni, il disastro che provocò la morte di quasi 2000 persone, nel tentativo, simboleggiato da quel potente fascio di luce, di andare oltre lo sbarramento, oltre i limiti imposti dagli eventi. Oslo la tappa intermedia, una città dove appare evidente il labile confine fra paesaggio antropico e naturale; infine, una volta attraversato il Circolo Polare Artico, la destinazione finale del lungo raggio luminoso: un luogo di confine tra la Norvegia e la Russia, Kirkenes, sul mare di Barents. Daniela Larentis – d.larentis@ladigetto.it Incontro al centro, 2005 - Stampa lambda, silicone, perspex su dibond - Collezione M.

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Un esploratore dell'arte. Stefano Cagol a Trento | Artribune

Stefano Cagol, Flu Power Flu, 2007 – Collezione Renato Villotti

artribune.com

LEGGERE LA STORIA CON L’ARTE Un battage di idee lungo vent’anni – costellato di parole che, con ironia, pongono domande sul presente –costituisce il fil rouge della rassegna trentina. Portatore di una riflessione su come gli accadimenti, importanti o meno, regolino la nostra società più di quanto se ne abbia concreta percezione: la data dell’11 settembre nei led installati in varie città europee, gli attentati nel cuore degli Stati Uniti oppure l’inizio del movimento della Nonviolenza in Sudafrica, o la stessa data di nascita di Stefano Cagol (Trento, 1969), aiutano a riconsiderare alcuni momenti storici di cambiamento

per la società contemporanea. L’ARTISTA UNTORE Partendo dal nomignolo usato per chiamare le mucche nelle piccole stalle di famiglia, la scritta Lola tatuata sulla pelle di diversi animali diventa un enunciato per parlare di genetica e di clonazione, ma anche di sopravvivenza. Nell’insegna Rawar, palindromo composto da crudo e guerra, le lettere sono lontane da ciò che indicano o corrispondono al loro significato puntuale? Parte di un lavoro critico sui sistemi dell’informazione e sulle indotte paure verso le pandemie, il progetto Bird Flu Vogelgrippe (Influenza aviaria) fa sgorgare una pioggia di parole virali che rimandano al simbolico termine “influenza”, mentale e fisica, lungo 900 chilometri di percorso effettuato con un furgone invaso dai suoni prodotti dai polli. Nel ruolo di “untore”, l’artista cerca il contatto con le persone per stabilire quanto tutti possiamo essere facilmente influenzabili dai meccanismi mediatici e politici. VIAGGI CREATIVI Allargando la ricerca personale verso un contesto di attivazione e condivisione, Stefano Cagol ci porta in capo al mondo, attraverso una serie di lavori correlati, come in un viaggio a tappe. In stretta relazione con il paesaggio, il percorso raggiunge addirittura il buio dell’Artico, oltrepassando i confini dell’uomo con The End of the Border (of the mind), oppure esplorandone metaforicamente l’energia, spirituale e fisica, con Body of Energy. Con l’utilizzo di una telecamera a infrarossi, Cagol registra la scia che l’essenza umana imprime con il suo Stefano Cagol, The Cow Lola, 2010 passaggio sui luoghi di vita e pensiero, privilegiando le istituzioni della cultura, per captare quanto sia immateriale e invisibile, ma anche per documentare gli effetti determinanti della sua attività. Antonella Potente Page 1 of 1

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(R)EVOLUTION IN TRENTO: The Return of Stefano Cagol  04/15/2016 11:35 am ET | Updated Apr 25, 2016

Lisa Paul Streitfeld Kulturindustrie theorist and Web 3.0 Philosopher

“The New God” video installation by Stefano Cagol (1995) on view at Galleria Civica di Trento (video still c. Stefano Cagol).

The majestic border city of Trento celebrated the full circle return of its native son, Stefano Cagol, with a mid-career retrospective at Galleria Civica MART, after igniting Europe’s Kundalini with The Body of Energy.

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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Galleria Civica di Trento is located in the historic core of the Council of Trent.

Stefano Cagol at a favorite spot across from Galleria Civica di Trento on the via Belenzani with exhibition catalogue editor Mariella Rossi (left) and Margherita de Pilati, who co-curated the exhibition with Denis Isaia. http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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(R)EVOLUTION IN TRENTO: The Return of Stefano Cagol | The Huffington Post

28/11/16 17:05

Arriving for the 24 March bellissima inaugurazione was all of Trentino...

From left to right: Mart Director Gianfranco Maraniello, Culture Councillor for the municipality of Trento Andrea Robol, curator Margherita de Pilati, Stefano Cagol and curator Denis Isaia (photo by Mariella Rossi). ...and beyond.

From left to right: collector Giancarlo Longo, Stefano Cagol and Giacomo Nicolodi, ​Global VIP PR Manager for Diesel (photo by Mariella Rossi). It turned into a spring celebration of renewal for Italian contemporary art originating in the alpine city that historically united the secular and religious with its succession of bishop princes.

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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28/11/16 17:05

Neptune with his Trident in the central piazza is the symbol of Trento. Trento was named by the Romans for its three mountains (tre-denti=three teeth). The number three is crucial to the vision of the city’s border smashing native artist...

Cagol’s “Tridentum” (Tri-dentum=tre-denti=three teeth) public commission is pyramid triad reflecting the three mountains which gives the city its name. The sculpture is located in a key city roundabout, presaging the artist’s return to both the city and gallery which gave him his first exhibition in 1995. See the opening here (Photo c. Stefano Cagol). The rebirth taking place here is the paradigm shift. The determinist dualism of linear time transmutes into the Third, the magic of kairos. And there is a good deal of magic in the oeuvre of Trento’s native son.

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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(R)EVOLUTION IN TRENTO: The Return of Stefano Cagol | The Huffington Post

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“Stars and Stripes” (2005) is Cagol’s most realized video arising from his experiments with an optical language of the Third as the transmutation of opposites (Video still c. Stefano Cagol).

Cagol’s studio in the nearby village of Revò has recently become a stop for the tour bus. Under a portentous eclipse cycle culminating with Easter, the paradigm shift evident in the U.S. Election cycle was on view in the two decades of Stefano Cagol’s journey to transform dualism through the alchemical reaction of his materials.

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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(R)EVOLUTION IN TRENTO: The Return of Stefano Cagol | The Huffington Post

28/11/16 17:05

“Evoke/Provoke” (2010): This chilling yet mesmerizing video is an art-I-fact of Cagol’s alchemical journey. The artist wields the fire transforming solid (particle) into liquid (wave) evoking the quintessential element (wavicle) of the New God (Photo c. Stefano Cagol) That Cagol’s 1995-2015 mid-career retrospective was put together in a matter of months following the culmination of his Body of Energy project in Berlin—that took him from the fjords of northern Norway to Gilbralter—was something of an Easter miracle in itself...

Cagol discussing “The Body of Energy” with the Civica curators Margherita de Pilati and Denis Isaia. ...and a cause for celebration in the magnifici palazzi of Trento.

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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(R)EVOLUTION IN TRENTO: The Return of Stefano Cagol | The Huffington Post

28/11/16 17:05

Inside Trento’s oldest palazzo with Cagol’s collectors and the critic Mariella Rossi. (Photo by Alessia de Abbondi). Lisa Paul Streitfeld is a philospher and critic based in Berlin who traveled the globe in search of artist’s evoking the new paradigm in their materials. You can find her theory of the Third at: https://hermeneuticsofnewmodernism.wordpress.com Stephano Cagol’s next “The Body of Energy” performance will be in Stadtgalerie Chur from 5-13 May fro 2 to 6 pm. For more information: http://www.thebodyofenergy.com All photos by LPS unless otherwise stated. All photos used with permisson of the artist.

More:

Stefano Cagol

Trento

Council Of Trent

The Body Of Energy

Civica MART

http://www.huffingtonpost.com/lisa-paul-streitfeld/revolution-in-trento-the-_b_9699042.html

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Arshake | Stefano Cagol, Works 1995|2015

© ARSHAKE • 2013 | ISSN 2283-3676

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Stefano Cagol, Works 1995|2015 by Arshake

Currently at the MART museum in Trento is the solo show by Stefano Cagol, curated by Margherita de Pilati and Denis Isaia. The artist’s experimental work from 1995 to 2015, which spans a body of research expressed through a strong interest in current affairs and socio-cultural phenomena and always closely linked to territory and situations on the borders, and to constantly evolving physical

http://www.arshake.com/en/stefano-cagol-works-19952015/

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21 April 2016

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Arshake | Stefano Cagol, Works 1995|2015

and mental limits, is made concrete by means of a wide variety of mediums, from short-lived digital projects to monumental artworks.

Interpretation of his past projects is now given a new slant. Updated by the use of technology and informatics, his work opens itself to an exploration which hinges on the immaterial nature of the creation of knowledge and the processes involved in forming public opinion, starting from the individual dimension. Such research can be addressed in an experiential manner only by using the same tools as the landscape to which they belong. In this way, the issues that shape the new millennium are reinterpreted: the digitalisation of information, fluidity of content, viruses in public data. “In a reaction to a society which is increasingly an ‘event’, Cagol plays with the limits – both material and immaterial – of our world, whether these are geographical, social, political or media. Utterly central in the projects he creates, the artist incarnates his work by mixing the personal with the media imagination”. The various stages of the artist’s career are illustrated in chronological order, from his first experiments with the language of video to his most recent projects, such as The Body of Energy (of the Mind), produced by the German RWE Foundation and presented in a solo show in Berlin and a dozen museums around Europe. The exhibition contains some forty pieces, including the itinerant projects which have been a feature of Cagol’s work for years; participatory projects such as the one created at the Ilva plant in Taranto; and the work presented in the Maldives Pavilion at the 55th Venice Biennale, The Ice Monolith.

http://www.arshake.com/en/stefano-cagol-works-19952015/

28/11/16 23:27


Arshake | Stefano Cagol, Works 1995|2015

Stefano Cagol (born in Trento, 1969) studied at the Academy of Fine Arts in Brera and the Ryerson University in Toronto. Between 1995 and 2015 he received many study grants and took part in numerous artist’s residencies, including the International Center of Photography in New York; the ISCP (International Studio and Curatorial Program) in New York and BAR International in Kirkenes in the Arctic Circle. He has exhibited in Italy and abroad, taking part in Manifesta7 in 2008, the 54th Venice Biennale with a collateral event and the 55th Venice Biennale as a guest artist at the Maldives Pavilion. In 2009 he won the Terna Prize for Contemporary Art, and was awarded the 2014 VISIT by the German RWE Foundation. In 2015 his project The Body of Energy (of the Mind) was shown at the MAXXI in Rome, the MADRE in Naples, the MAGA in Gallarate, the Museion in Bolzano, the Kunst Halle in St Gallen, the ZKM in Karlsruhe and the Folkwang Museum in Essen. Stefano Cagol, WORKS 1995|2015, curate by Margherita de Pilati and Denis Isaia, Galleria CIVICA, Trento, Italy, March 25 — June 12, 2016 immagini (cover 1) Stefano Cagol, «Terminus», 2015 (2) Stefano Cagol, «The end of the border», 2013 (3) Stefano Cagol, «Stars Ship», 2003

ars

MART

retrospective

society

Stefano Cagol

http://www.arshake.com/en/stefano-cagol-works-19952015/


Il Giornale dell'Arte - Trento, Stefano Cagol E L'arte Come Depistaggio Cognitivo

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28 novembre 2016 MOSTRE

Trento, Stefano Cagol e l'arte come depistaggio cognitivo Trento. La mostra «Works 1995|2015», visitabile fino al 12 giugno, celebra vent’anni di carriera di Stefano Cagol sviluppando un’indagine cronologica dell’attività dell’artista. Il Mart Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto nel 2000 gli dedicava la sua prima personale museale, nell’allora sede di Palazzo delle Albere, ora la Galleria Civica, sotto l’egida dello stesso museo, decide di ripercorrere i punti salienti del suo percorso ancora in pieno svolgimento. I curatori di «Works 1995|2015», Margherita de Pilati e Denis Isaia, hanno indicato le due polarità temporali della carriera di Cagol marcandone un inizio e un punto di vicinanza al presente. L’esposizione si suddivide in tre sezioni che corrispondono ad altrettanti stadi della ricerca di Cagol. Il flusso creativo dell’artista è così immesso attraverso il percorso espositivo, all’interno di una metafora mediatica che racchiude episodi di vita durati anni all’interno di spazi museali circoscritti al qui e ora. La mostra inizia con «Monito», un montaggio di esplosioni atomiche estrapolate da sequenze video trasmesse in televisione e prosegue con le immagini speculari della serie «Horizon» che al volgere del ventunesimo secolo, catturavano già l’ambivalenza politica ed economica dell’immediato avvenire attraverso test criptopsicologici annidati tra le stelle e strisce della bandiera americana. La seconda fase del percorso prosegue attraverso i viaggi fisici e mentali di Cagol attraverso l’America, l’Asia e l’Europa. Il periodo giapponese di Cagol propone in particolare, una lettura del contesto urbano mediata da riprese immersive nel flusso umano attraverso la città. Tokyo diventa così un microcosmo marino entro il quale galleggiano passanti-ombra che fluttuano lasciando dietro di sé una scia blu di vita. Attraversando l’ice monolith, opera ecologica elaborata per la sua partecipazione alla 55. Biennale di Venezia con il Padiglione Maldive, la mostra si conclude con «The Body of Energy», indagine di Cagol sulle potenzialità creative dell’energia. Le opere in questa sezione sono manifestazioni visibili delle constanti confluenze vitali che permangono nella sfera dell’invisibile. Attraverso video e mappe digitali l’artista registra il passaggio umano nel mondo, tentando di cristallizzarne gli effetti e raccoglierne i residui.

Vedere a ...

«Works 1995|2015» racchiude le forme dell’essere artista che Stefano Cagol sviluppa attraverso linguaggi sperimentali che riflettono la mutevole sintassi dell’avvicendarsi di continui presenti. Frammenti privi di consequenzialità, anti-narrazioni, fotografie, realtà e consunzioni delle stesse, sovra-stimolazioni mediatiche. Quella di Cagol è «un’estetica attivista» come l’ha definita Jeni Fulton nel puntuale catalogo che accompagna la mostra. Un’entropia che evoca e provoca, depista e ironizza. Un artista itinerante che trasforma l’immaterialità dei processi cognitivi in immagini emotive in bilico tra soggettività e universalità. Sempre a Trento, in contemporanea lo Studio d’Arte Raffaelli espone Cagol con la mostra «Partendo da Basilea» (fino al 5 giugno). Il percorso espositivo si intreccia idealmente con quello della Galleria Civica di Trento, infatti è del 1996 la prima collaborazione con lo Studio Raffaelli, che esponeva una sua installazione video, significativamente selezionata per una mostra curatoriale ad Art Basel: «Video forum». di Allegra Baggio Corradi, edizione online, 22 aprile 2016

http://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2016/4/126033.html

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Il Giornale dell'Arte - Trento, Stefano Cagol E L'arte Come Depistaggio Cognitivo

28/11/16 17:02

Le mostre piĂš visitate del 2016

I Rapporti Annuali

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Tapis Roulant presenta Stefano Cagol

Tapis Roulant presenta Stefano Cagol Speciale sull'artista trentino Redazione ANSA TRENTO 29 aprile 2016 11:22 NEWS

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(ANSA) - TRENTO, 29 APR - Torna domenica 1 maggio alle ore 9.35 circa su Rai 3 a diffusione regionale, e in replica sul canale 103 del Digitale Terrestre alle ore 23.30 circa, l'appuntamento con la trasmissione "Tapis Roulant" a cura della Struttura Programmi della Sede Rai di Trento. Sarà protagonista della puntata anche l'artista trentino Stefano Cagol, dedicato a lui il terzo servizio in onda verso le 10.25 circa. Il regista Flavio Pedrotti ha scelto di incontrare Cagol in occasione della sua mostra personale "Works 1995 - 2015" alla Galleria Civica di Trento - Mart (visibile fino al 12 giugno) che rappresenta un'occasione unica per vedere nella sua città natale una carrellata di trenta opere e poter cogliere i diversi aspetti della sua ricerca, mai immobile su un unico mezzo espressivo, stile o argomento, ma vorace per sua natura di tradurre quanto sta avvenendo nel mondo.

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Stefano Cagol a Trento: l’importanza del contagio

30/11/16 14:51

(http://julietartmagazine.com/en/) contemporary art magazine since 1980

REVIEWS (HTTP://JULIETARTMAGAZINE.COM/EN/CATEGORY/RECENSIONI/)

BY CAMILLA NACCI

Stefano Cagol in Trento: the importance of infection Posted on Friday May 27th, 2016 (http://julietartmagazine.com/en/stefano-cagol-trento-limportanza-del-contagio/)

(http://julietartmagazine.com/en/stefano-cagol-trento-limportanza-del-contagio/)

Reading of “La Lettura” some time ago the article “Il contagio” (The Contagion) by Emanuele Trevi, I started going over literary excursus on the descriptions of the propagation of the plague, from Thucydides to Manzoni and Camus; to reflect on what the “viral” adjective is actually became such in the times of social networks; to think about how can be effective to implement the mechanisms that regulate the contagion to an artistic operation. As in Bird Flu Vogelgrippe by Stefano Cagol. Bird Flu Vogelgrippe arose from a will of complaint (or rather, of awareness) of the mode used by the media between 2005 and 2006 to communicate information relating to avian influenza; the project took the form of a writtenslogan that the artist has brought along the stages of the homonym project he conducted between 2006 and 2007, printed on a white van used as a means of transport for 900 km from Trento to Berlin, on myriads of pins (and as many variations juxtaposed to the keyword FLU), and on symbolic objects entrusted

(http://julietartmagazine.com/wp-content/uploads/2016/05/StefanoCagol_Bird-Flu-Vogelgrippe_Galleria-Civica-Trento_ph.-Mart-JacopoSalvi.jpg)

to celebrate the completion of the first five years of this work-in-progress: refrigerators accused of containing infected poultry.

Stefano Cagol_Bird Flu Vogelgrippe_Galleria Civica Trento_ph. Mart-Jacopo Salvi

The work represents a kind of “border line” within a twenty-year career, to which the Galleria Civica of Trento (MART) is dedicating a retrospective exhibition from March 25 to June 12, 2016: Stefano Cagol. Works 1995 | 2015 presents a fine selection of some of the most important work by the artist, from the beginning marked by the magmatic video project Mònito – Monition – Mort Nucléaire (1995) to the more recent work The Body of Energy (of the mind) (2014-15), with which the artist has won the first prize in the art competition organized by RWE Foundation for the energy, which involved a number of institutions across Europe through actions and performances documented by photographs, video and a publication presented during the inauguration of the German Pavilion at the Venice Biennale of 2015, to the selection that brought it to the Italian Pavilion at Expo 2015 as an excellent example of a project able to connect art, society and environment. The works shown in the exhibition,

http://julietartmagazine.com/en/stefano-cagol-trento-limportanza-del-contagio/

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Stefano Cagol a Trento: l’importanza del contagio

30/11/16 14:51

curated by Margherita De Pilati and Denis Isaia, evoke the stages represented (http://julietartmagazine.com/wp-content/uploads/2016/05/Stefanoin Cagol artistic path, points to a time of departure and arrival, “stations”, yes, Cagol_La-fine-del-confine_Galleria-Civica_Trento_ph.-Mart-Jacopobut never “stops” .

Salvi.jpg)

Bird Flu has also been the first traveling work by Cagol; perhaps, because of

Stefano Cagol_La fine del confine_Galleria Civica_Trento_ph. Mart-Jacopo

the connection with the idea of ​contagion, the artist began to make art while

Salvi

traveling, working an apparent break with past experiences, and putting his person and his actions at the center. The desire to get in touch, in relationship and in communication with: institutions, journalists, curators, museums, extreme places, would no longer abandoned him. In a sense, with Bird Flu Vogelgrippe Stefano Cagol has “influenced” himself, and all his subsequent works, in addition to the network of people called to interact with his work. There is a thread that binds the artist’s work from 2006 onwards: it is a process that spreads like wildfire from an initial starting point, never taken for granted, focusing a problem. With an approach of a contemporary philosophersociologist, Cagol explores and dissects the issue, not only through an artistic practice on the edge of the provocation, but mainly through the reactions gathered in response to the questions at stake; we read and talks of his works on art magazines but also in newspapers and social networks. With the works of Cagol we interact, touch and form: as, for example, in Scintillio e cenere, operation conducted in 2010 in Taranto inviting all citizens to ask questions on TVA, identified as an “uncomfortable symbol” of the city, and to participate in the collection of shiny objects “against soot.” This work, rebuilt under the form of a video installation, a plexiglass column that contains collected items, and the complete set of posters that had “infected” Taranto, is currently on display at the Studio d’Arte Raffaelli in Trento, intertwined with exhibition at the Galleria Civica, with a solo exhibition entitled Partendo da Basilea (Leaving from Basel), from 21 April to 5 June 2016. Also in this case, the title is a reference to the origins, to the first video of Cagol presented with Raffaelli at Art Basel in 1996, inaugurating a collaboration that continues on this occasion and establishes a reciprocal “influence” (http://julietartmagazine.com/wp-content/uploads/2016/05/Stefanobetween two places of the contemporary culture of the artist’s hometown. As Cagol_Lago_2000_lightbox_Studio-dArte-Raffaelli_Trento_ph.-Stefanowell as the works that “complement” the cycles The Cow Lola, The Ice Monolith, Cagol.jpg) TBOE, also present at the Civica, have been selected for the exhibition some photos and lightbox of the first years of activity. The presence in Trento of a

Stefano Cagol_Lago_2000_lightbox_Studio d’Arte Raffaelli_Trento_ph. Stefano Cagol

double exhibition, which ideally connects a museum to an art gallery, continues to implement the “collective contagion” of an artistic making active and purposeful, able to trigger reflections, reactions, and contacts, which, as in another of the renowned traveling actions of Cagol is able to put “an end to boundaries”.

(http://julietartmagazine.com/wp-content/uploads/2016/05/StefanoCagol_The-Cow-Lola_Galleria-Civica-Trento_ph.-Mart-Jacopo-Salvi.jpg)

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BLABLA ARTE di Sabrina Vedovotto Il bello di essere smentiti pubblicato martedì 10 maggio 2016

EXTRA PART di Mario Francesco Simeone Nell’Ex Carcere Filangieri le piante selvatiche hanno radici resistenti

Due cose spiccano nella personale di Stefano Cagol (1969) alla Galleria Civica di Trento: l’andatura dell’esposizione che apre il privato dell’artista alla pratica visiva dello spettatore e una certa sonorità, percepibile nel ritmo che scorre fra le immagini. La mostra inizia al piano inferiore della galleria con lavori che partono dalla metà degli anni Novanta, dove ininterrotte distorsioni della prospettiva si esercitano sotto i nostri occhi per scomporre la certezza di un’unica visione. In questa parte, l’artista ci connette alla pratica costante dello sdoppiamento e ci permette di uttuare nell’andamento di gure che escono dal frame (frammento) di un video, sospese in un punto specifico sul fluire del loro normale svolgimento. Faremo l’esperienza di una manovra che si sgancia dall’unicità di un unico luogo di osservazione; vedremo le immagini sezionarsi, duplicarsi e specchiarsi diventando - nel loro doppio - alterità. Succederà di riconoscere simboli, icone e grandi città che, disgiunti dalla loro ordinaria esposizione, evocheranno il profilo di altre identità. Opere come Atompilz, 2000, Stars Ship, 2003, Stars & Stripes. Redouble, 2013 o The Mystical Rose, 2006, sono l’assetto per una seconda costruzione della realtà. Comparendo già –ormaicome visioni mutate saranno l’indice per un’impulsiva trasformazione dello sguardo.

Sense Sound/ Sound Sense all'Auditorium di Roma

miart 2016: la parola a Vincenzo De Bellis Nicola Samorì e la sua Gare du Sud visto 8328 volte 15/03/2016

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alla domanda "chi ha paura del musulmano" risponde:... di rodolfo granafei C’è un’altra cosa evidente in questa mostra: fra le opere si scorge il manifesto di un’indagine continua che si racconta nel censimento di imprese solitarie e nei segni di un pellegrinaggio persistente. Che si tratti di provocazioni o stimoli queste azioni sono vagliate nella direzione di

Anch'io ho letto tutto Proust e ben due volte...la... di pat

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di Diletta Pellegrini Le creazioni polimateriche di Sara Lovari

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A TEATRO

di Giulia Alonzo Il teatro rosso di Rothko Arriva a Roma l’opera ispirata alla biografia dell’artista ... segue

CURATORIAL PRACTISES

un trasloco dei con ni. L’artista trova e sposta il perimetro dei limiti più disparati installando al loro interno tracce visive che hanno il compito di esplorare la dimensione di circostanze sociali, la confusione collettiva e il silenzio incolto dei luoghi sperduti. Le opere diventano lo strumento principale della ricerca che serve poi come metodo di sovversione. Evoke Provoke (the border), 2011, è in questa carovana. Si tratta di un video che, di fatto, potrebbe essere una performance; un lavoro eseguito in mezzo al gelo Artico che rintraccia le delimitazioni di una presenza e di uno spazio, cercando un ragguaglio fra la comunicazione e il paesaggio. Si potrebbe così continuare a parlare di margini e mobilità, per questo The end of the border (of the mind), 2013, è l’ultima opera in mostra e non la prima. Quest’opera (questo progetto, essendo parte di una serie) è il segno di ciò che nella mostra ci solleciterà continuamente. Il fascio di luce che Stefano Cagol porta in giro per il Nord sembra voler essere un’abile risposta sica alla transenna del pensiero, la proposta di uno sprigionamento di energia e il sollecito, il richiamo, di una reazione. È possibile che nell’esperienza dello spostamento si intuisca il senso della presenza e che esso sia pronto a farsi vivo lungo il transito accogliendo ogni nuovo passaggio.

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Ebbene si, sono tra quelli che hanno letto l'intera... di luana

molto bella l'idea ..(!) ma poco originale visto che... di eugenio

LA DIFFERENZA TRA ARTE E VANDALISMO E' LA PAROLA PERMESSO_ Tutto... di Maurice

le notizie più cliccate della giornata Destinata a fallire, ma è un successo

Cinzia Pistoia mostra visitata il 24 marzo

Dal 25 marzo al 12 giugno 2016 Stefano Cagol. Works 1995-2015 Civica Trento, Via Belenzani 44, 38122 Trento A cura di Margherita de Pilati e Denis Isaia Orari: da martedì a domenica 10.00-13.00/ 14.00-18.00 Info: Tel. +39 0461 985511 www.mart.trento.it/galleriacivica

Mamma, mi si è allargata la scarpa! Una donazione per salvare Merz Barn di Kurt Schwitters. E c’è lo zampino di Zaha Hadid Povero Pound tra insulti e vittorie Una collezione in fumo. Nella casa dell'artista Rosemarie Trockel, a Colonia, le fiamme rovinano opere d'arte per 30 milioni

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November 2016 Vol. 35 No. 9 A publication of the International Sculpture Center


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sculpture November 2016 Vol. 35 No. 9 A publication of the International Sculpture Center

Stefano Cagol Civica/MART

clearly, viewers must step close to confront the tortured skin of a homunculus created from organic materials and barium. His shingled skin shows organs and blue and red veins. Does this effigy prompt revulsion? Or do the tightly shut, slit eyes and mouth in the vague representation of a head, the three-quarter-size body, the supplicating arms and hands induce pity? Are we like him or not? Heard reminds us of commonalities. Projected on a rectangular plinth below the figure, an animation seems to capture his body as it appears, pulses, lives, then fades from existence. These sculptures continue Heard’s exploration of the body and its representations. In the condition of prosopagnosia, or face blindness, an individual cannot recognize faces that she or he has seen before. In this work, Heard is asking us to see

the humanity we cannot recognize in each other. Below the surface, we have a consciousness and common materials that connect us. Heard wants us to see into the layers of thought and personality, as well as into the visceral systems that give us life. She wants us to understand that the very vitality that animates us is also our vulnerability. —J. Lynn Fraser

Civica, the Trent branch of MART, Italy’s lauded contemporary art museum, ingeniously structured Stefano Cagol’s mid-career retrospective into a cycle that evoked the return of the native son to the site of his first exhibition. Beginning with an early self-portrait (1998) compounded into four states of motion, the show traced the paradigm shift that characterizes two decades of Cagol’s work. Unity through duality is a chief preoccupation, from early video experiments to September 11 (2009), an LED of memorial events on his birthday. In Cagol’s struggle to define a new medium through its origins in television, we arrive at a 1995 installation that flashes the words “The new God” through the scrambled signals of a TV set. Having defined the goal, we enter dual visions captured in Berlin, the icon of division unified. The mesmerizing effect of these early experiments extends the trajectory of optical art. The visually stunning Stars & Stripes. Redouble (2013) is his most prophetic work, in which the Ameri-

can flag transmutes form through an optics sourced in physical division. Cagol’s 1996 nuclear videos, however, reveal how to get to the new god—alchemical transformation. Cagol’s greatest challenge is to make visible the quintessential element. He achieves this in Evoke/ Provoke (of the Border), a 2011 video self-portrait of an iconic performance in which he dangerously isolates himself in subzero temperatures with a blowtorch and a pile of aerosol cans. The Ice Monolith, a real-time warning of global warming shown outside (and documented inside) the Maldives Pavilion at the 2013 Venice Biennale, continues this personal/universal narrative. Cagol’s pioneering pursuit of innovation through energy transmission and embodiment in public space has taken various forms, from the Trent-to-Berlin trek of Bird Flu/ Vogelgrippe (2006–07) to experimentation with word/slogan/image in the public sphere, culminating in The Body of Energy (2014–15), which introduces environmental and human collaborations from Norway to Gibraltar. In Bird Flu, Cagol projects a shadow (sounds of birds

TOP: MIKE LALICH / BOTTOM: COURTESY THE ARTIST

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Above: Catherine Heard, Myrllen: A Portrait, 2016. Fabric, embroidery, mixed media, and projected animation, dimensions variable. Right: Stefano Cagol, TRIDENTUM (Parallel Convergences), 2011. Steel, 3 elements, 65 x 300 x 150 cm.

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emanating from his “Bird Flu” van) to provoke public confrontations with the fear of nature that results from human destruction of nature. The Body of Energy reveals the interconnection of all life forms through a subversive use of military technology and infrared cameras. The city of Trent had its own part to play in the mythology of Cagol’s return. His outdoor sculpture TRIDENTUM (2011) is located in the main roundabout, and the indoor Novus Atlas (2012) converges personal myth with visual vocabulary by means of the topography that gives the city its name (tri-dent is “three teeth”). This show locates Italy at the forefront of a new paradigm, seeking definition in art from the inside out. —Lisa Streitfeld R    

STEFAN ALTENBURG PHOTOGRAPHY, © UGO RONDINONE, COURTESY SADIE COLES HQ, LONDON

Ugo Rondinone Museum Boijmans Van Beuningen

Maybe it is a good idea to fill a museum with 45 life-like sculptures of clowns supplemented by colorful, rainbow-inspired and cartoon-like works—or maybe not. In any event, Ugo Rondinone chose to do just this in his recent exhibition, “Vocabulary of Solitude,” which also doubled as a retrospective of his color spectrum works. This was one of the weirdest art experiences I’ve had in some time, prompting a PTSD-like reaction similar to those I had in response to the 1980s horror films of my youth. Would any of these creepy clowns come to life like the demonic Chucky in Child’s Play (1988)? Personal reaction was anticipated in the exhibition press release, which described the works as “prompt[ing] free association and memories.” Other viewers appeared less unnerved, crouching down, a few sitting on the floor with the clowns to soak up that unusual visual and spatial perspective. It was lovely to watch two small children do the

Sculpture November 2016

same, especially in a formal museum environment. Intellectually, the work raises frictions between pop culture subject matter and possible intellectual depth, but Rondinone shifted that discussion in very interesting ways. The experience is not well communicated via photography. According to the museum, the clowns, as indicated by their present tense titles, “such as be, breathe, remember, feel and yawn…represent a 24-hour day in the life of an individual.” These nuances, however, were lost in the presentation, because only one wall placard was allocated to the large, three-room exhibition. Facial expressions didn’t seem to communicate clearly in this context. Instead, a rather vivid illustration of Warholian unity/variety ensued, with similar clown forms wearing different costumes and taking different poses and positions. Over time, looking at works below one’s natural sightline had a curious effect. A haze of muted rainbow colors permeated the space, with natural light filtering through colored panels. And curiously, in rooms filled with naturalistic clown sculptures and a crowd of viewers, there was a deep sense of solitude. But how Rondinone constructed all this is, after a period of reflection, still a bit of a mystery. Back to the press release: “Rondinone lays bare the various facets of our existence.” While this sounds like pretentious artspeak, there is indeed something to it.

Over time, the installation seemed to get weirder. The unity/variety of the work had kicked in by then, and with the clowns below eye level, visitors and their personal/group reactions began to take precedence. One very enthusiastic viewer wearing art world-approved eyewear was particularly entertaining. Her “performance art” included sitting with the clowns and diving to the floor taking photos. Her actions were discrete enough, however, to not necessarily be termed attention-seeking. I offered to take a photo for her, which resulted in an animated headshake. When I left, I compared notes about the weirdness of the installation with a security guard, who emphatically stated that he would not go in anymore. I was relieved that my mental image of a Chuckylike clown brandishing a large kitchen knife did not appear during my visit—this time. —Robert Preece L   

Alexis Dahan LAMB Arts

Détournement, the act of decomposing and redistributing cultural value, resists literal translation but finds its closest approximation in “culture jamming.” Détournement is a turn, but it is also a confrontation. It is not just veering from the road, but ripping cobblestones from the road and lobbing them. As Guy Debord and Gil Wolman saw it, “The cheapness of its products is the heavy artillery that breaks through

Ugo Rondinone, installation view of “Vocabulary of Solitude,” 2016.

the Chinese walls of understanding.” In “Interstice,” Alexis Dahan’s first move was to “détourn” Robert Smithson’s psycho-geographic essay, “A Tour of the Monuments of Passaic, New Jersey” (1967). Smithson chronicled a bridge, a sandbox, and six drainage pipes, all ersatz monuments of his suburban hometown. Critic Sébastian Marot writes that Smithson’s “A Tour of the Monuments of Passaic” shows how childhood memories bubble into adult consciousness: “It is the act whereby Smithson, as an artist, reoccupies the ‘suburban museum’ that, from then on, he will basically enlarge until it encompasses the world.” The text documents both Smithson’s physical and artistic birth. In To Have Done with the Judgement of Robert Smithson, Dahan records his own trip to Passaic in a mirrored attempt to wed space, memory, and action. Dahan brings soil from Passaic to a London gallery in order to seat cobblestones that he has stolen from his home street of Paris. Sand under cobblestones echoes the Situationist cry, “Beneath the street, the beach,” but it also calls back to Smithson’s sandbox. Dahan also removes cobblestones from a New York street and flies them back to Europe to mix with sand from his own childhood sandbox. The result is an endless relay between home, memory, and artistic development.

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