Sorella Mia Adorata -Astrid Lindgren - Stefano Regazzo

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Astrid Lindgren

SORELLA MIA ADORATA

Illustrazioni di Stefano Regazzo

Astrid Lindgren SORELLA MIA ADORATA

Illustrazioni di Stefano Regazzo

Adesso vi svelo un segreto, una cosa che non sa nessuno all’infuori di me.

Io ho una sorella gemella. Non ditelo ad anima viva!

Non lo sanno neanche la mamma e il papà.

Tanto tempo fa, quando siamo nate io e mia sorella — ormai sono passati sette anni — la mia gemellina è corsa subito a nascondersi dietro il grande cespuglio di rose, quello in fondo al giardino. Pensate un po’, è riuscita a correre così lontano, anche se era appena nata! Volete sapere come si chiama mia sorella? Di certo v’immaginerete qualcosa come Lara o Brigitta. Insomma, un normale nome da bambina. E invece no. Si chiama Lilla-li.

Provate a dirlo tante volte di seguito e sentirete che bel suono ha:

Lilla-li,Lilla-li, Lilla-li !

Io invece mi chiamo solo Barbara. Ma Lilla-li non pronuncia mai il mio nome. Lei mi chiama «Sorella Mia Adorata». Lilla-li mi vuole proprio tanto bene. Il papà vuole più bene alla mamma e la mamma vuole più bene al mio fratellino, che è nato questa primavera, mentre Lilla-li vuole bene solo a me.

Ieri faceva caldissimo. Come al solito la mattina sono andata subito a sedermi dietro il cespuglio di rose. È in un angolo del giardino dove non viene mai nessuno. Lilla-li e io abbiamo una lingua tutta nostra, che capiamo solo noi. Il cespuglio di rose ha tutto un altro nome nella nostra lingua: si chiama Salikon.

Mentre stavo lì seduta vicino al Salikon ho sentito che Lilla-li mi chiamava: «Giuni viè!»

«Vieni giù» si dice così nella nostra lingua.

Allora sono sgattaiolata nella buca.

La buca si trova nella terra proprio sotto il Salikon, e io mi ci sono infilata. Poi sono scesa per la lunghissima scala a pioli e ho attraversato il cunicolo buio fino alla porta che conduce al Salone Dorato, dove Lilla-li è la regina.

Ho bussato alla porta.

Da dentro ho sentito la voce di Lilla-li: «È per caso la Sorella Mia Adorata?»

«Si», ho risposto.

«Nicko, apri alla Sorella Mia Adorata», ha detto Lilla-li. Ed ecco che la porta si è aperta e Nicko, il nanetto che cucina per Lilla-li, ha fatto un inchino ridacchiando come al solito. Lilla-li e io ci siamo abbracciate a lungo.

Poi però sono arrivati di corsa Ruff e Duff e hanno cominciato ad abbaiare e a saltellarci intorno. Sono i nostri barboncini neri. Ruff è mio e Duff di Lilla-li. Ruff è sempre felicissimo quando arrivo: mi lecca le mani, scodinzola ed è tanto carino. Prima chiedevo sempre un cane alla mamma e al papà. Ma loro dicevano che avere un cane era molto costoso e impegnativo, e che non andava bene neanche per il mio fratellino.

Per questo sono così contenta di avere Ruff. Lilla-li e io abbiamo giocato un bel po’con i nostri cani e ci siamo divertite un sacco. Poi siamo andate a dar da mangiare ai conigli. Abbiamo una marea di coniglietti bianchi.

Non avete idea di quanto sia bello il Salone Dorato. Le pareti risplendono d’oro e in mezzo c’è una fontana con l’acqua verdissima dove spesso Lilla-li e io facciamo il bagno. Dopo aver dato da mangiare ai conigli abbiamo deciso di andare a fare una cavalcata. Il cavallo di Lilla-li è bianco, con la criniera e gli zoccoli d’oro. Il mio cavallo è nero, con la criniera e gli zoccoli d’argento. Piè d’Oro e Piè d’Argento, così si chiamano i nostri cavalli.

Abbiamo attraversato al galoppo la Grande Foresta Terrificante, dove vivono i Maligni. I Maligni hanno occhi verdi e braccia lunghe. Ci hanno inseguito senza dire niente, senza gridare niente. Correvano in silenzio dietro i nostri cavalli tendendo le lunghe braccia verso di noi. I Maligni vogliono farci prigioniere e rinchiuderci nella Grande Caverna Terrificante.

Ma Piè d’Oro e Piè d’Argento galoppavano così veloci che i loro zoccoli facevano scintille. Scintille d’oro e d’argento. E così li abbiamo seminati.

Poi siamo arrivate al prato dove vivono i Buoni. Là i Maligni non possono andarci, devono rimanere nella Grande Foresta Terrificante. Si sono fermati al limitare del bosco a spiarci da dietro gli alberi con i loro spaventosi occhi verdi. Dai Buoni ci siamo divertite tantissimo. Siamo scese da cavallo e ci siamo sedute sul prato. Anche Piè d’Oro e Piè d'Argento si sono rotolati nell’erba nitrendo.

I Buoni, che indossano morbidi vestiti bianchi e hanno le guance rosse, ci hanno portato deliziosi biscotti e caramelle su piccoli vassoi verdi.

Non esistono caramelle più squisite di quelle che ci offrono i Buoni. In mezzo al prato c'è la loro grande cucina economica, quella che usano per preparare le caramelle e i biscotti.

Poi Lilla-li e io abbiamo cavalcato fino alla Valle più Bella del Mondo, dove non può andare nessun altro all’infuori di noi. Laggiù i fiori cantano e gli alberi suonano. Vi scorre un limpido ruscelletto che non sa né cantare né suonare. Però mormora una melodia. Non ne ho mai sentita una più bella.

Ci siamo messe sul ponte che porta sull’altra riva ad ascoltare i fiori cantare e gli alberi suonare e il ruscelletto mormorare la sua melodia. Allora Lilla-li mi ha preso forte il braccio e ha detto: «Sorella Mia Adorata, c'è una cosa che devi sapere!»

In quel momento ho sentito una fitta al cuore.

«No. Non voglio sapere niente», ho esclamato.

«Sì invece, c'è una cosa che devi sapere», ha insistito Lilla-li. Allora i fiori hanno smesso di cantare e gli alberi di suonare. Non sentivo più neanche la melodia del ruscelletto.

«Sorella Mia Adorata», ha continuato Lilla-li. «Quando le rose del Salikon appassiranno, io sarò morta.»

Sono balzata a cavallo e sono scappata via, le lacrime mi rigavano le guance. Ho cavalcato il più veloce possibile. Lilla-li mi ha inseguito con il suo cavallo. Abbiamo galoppato così forte che Piè d’Oro e Piè d'Argento erano tutti sudati quando siamo arrivati al Salone Dorato.

Nicko ci aveva preparato delle squisite frittelle, così ci siamo sedute per terra davanti al fuoco a mangiarle.

Ruff e Duff ci saltellavano intorno e anche i coniglietti sono arrivati a piccoli balzi per stare con noi.

Alla fine sono dovuta tornare a casa. Lilla-li mi ha accompagnato alla porta e ci siamo salutate abbracciandoci forte.

«Torna presto, Sorella Mia Adorata», ha detto Lilla-li. Poi sono uscita dalla porta, ho attraversato il cunicolo e sono salita dalla scala.

Ho sentito Lilla-li gridare ancora una volta: «Torna presto, Sorella Mia Adorata.»

Quando sono entrata nella cameretta, la mamma stava mettendo a dormire il mio fratellino. Era pallidissima e appena mi ha visto l’ha mollato sul letto ed è corsa da me. Mi ha preso tra le braccia e piangendo ha detto:

«Amore mio, ma dove sei stata? Dove sei stata tutto il giorno?»

«Dietro il cespuglio di rose.»

«Grazie al cielo! Oh, grazie al cielo sei qua», ha detto baciandomi. «Siamo stati così in ansia.»

E poi ha aggiunto:

«Ma lo sai cosa ti ha comprato oggi il papà?»

«No, cosa?»

«Vai a vedere in camera tua.»

Sono corsa di là più in fretta che ho potuto.

E in un cesto di fianco al mio letto c'era un cucciolo di barboncino nero che dormiva. Si è svegliato, è saltato in piedi e si è messo ad abbaiare.

Era il cagnolino più bello che avessi mai visto, sì, addirittura più bello di Ruff, giù nel Salone Dorato. Era come se fosse più vivo, ecco.

«E tuo e solo tuo», ha esclamato la mamma. Allora l’ho preso in braccio, e lui ha abbaiato e ha cercato di leccarmi la faccia. Sì, era proprio il cagnolino più bello che avessi mai visto.

«Si chiama Ruff», ha detto la mamma.

Strano, vero? Il mio barboncino mi piaceva tantissimo ed ero così felice che la notte non sono quasi riuscita a dormire. Ruff se ne stava nel suo cesto di fianco al mio letto e ogni tanto mugolava nel sonno.

Ruff è mio e solo mio.

Stamattina, quando sono uscita in giardino, ho visto che tutte le rose del Salikon erano appassite. E nella terra non c’era più nessuna buca.

Barbara ha due genitori che le vogliono molto bene, ma da quando è arrivato il nuovo fratellino non è più così.

Rifugiandosi in un mondo di meraviglie scoprirà alla fine della sua avventura che l’amore è bello e vero quando è condiviso.

SORELLA MIA ADORATA

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