Stato Civile La denuncia di nascita ai tempi del Covid
La denuncia di nascita ai tempi del Covid, genitori in quarantena: procura speciale per scrittura privata o atto pubblico? Eleonora Valensisi
Istr. Amm.vo Servizi Demografici del Comune di Erba (CO)
1 - Premessa.
1 - Premessa l 2 - Filiazione nel matrimonio l 3 - La procura l 4 - La filiazione fuori del matrimonio
In questo periodo di particolare sofferenza per milioni di persone, il miracolo della vita che si ripete, pur conservando il carico di gioia legato all’evento, ha subito vari mutamenti non solo di carattere sanitario e sociale, ma anche più strettamente «burocratici» in sede di dichiarazione di nascita.
Impossibile non provare empatia per gli aspetti umani legati alla circostanza in tale peculiare condizione: gravidanza vissuta in isolamento, limitazioni alla presenza di una persona di sostegno durante il travaglio ed il parto, contatti con il personale di assistenza in fase di ricovero ridotti al minimo e spersonalizzati dalle mascherine, nessuna visita alla neo-mamma in ospedale; papà che aspettano da mesi di poter godere della gioia dell’arrivo del proprio figlio e si ritrovano, in alcuni casi, ad attendere notizie nel parcheggio di un ospedale o collegati in streaming. La situazione diventa ancora più pesante psicologicamente se i neo genitori vengono posti in quarantena per positività accertata di uno di essi. Così, le tipiche frasi riportate all’ufficiale di stato civile dai papà, reduci (loro!) da un faticoso travaglio e un doloroso parto, sono state sostituite da accorate richieste di aiuto per il rispetto della
tempistica prevista dalla normativa vigente dei termini entro cui rendere la dichiarazione di nascita.
Sappiamo bene che l’art. 29, comma 1, del D.P.R. 396/2000, non ammette deroghe: «La dichiarazione di nascita è resa nei termini e con le modalità di cui all’art. 30», ovvero, entro tre giorni presso la direzione sanitaria dell’ospedale in cui è avvenuto il parto, in alternativa, entro dieci giorni presso il Comune sede del centro di nascita o presso il proprio Comune di residenza (nel caso in cui i genitori non risiedano nello stesso Comune, nel Comune di residenza della madre, salvo diverso accordo tra i genitori). Ecco allora che i neo-papà, edotti dei termini perentori enunciati e delle previsioni di cui all’art. 31, comma 1, del medesimo D.P.R. — «se la dichiarazione è fatta dopo più di dieci giorni dalla nascita (...), l’ufficiale dello stato civile (...) ne dà segnalazione al procuratore della Repubblica» pronuncino frasi tipo: «Piuttosto, violo la quarantena!». Ma davvero violare la quarantena è l’unico modo per non iscrivere nella parte I serie B (vd. art. 9, D.M. 27 febbraio 2001) una dichiarazione di nascita tardiva con relativa segnalazione alla Procura? Certamente no! L’art. 30 non indica solo i tempi entro cui rendere la di-
aprile 2021
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