PRINTlovers N° 106

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D E S I G N

Lettera7, Estatico by Caffè Trucillo (Pentawards Silver 2024) e Armatore

L’obiettivo di ogni studio di design è quello di trovare la soluzione più efficace per i propri clienti. Ma come cambia l’approccio quando si tratta di una selezione limitata di prodotti rispetto a una gamma molto ampia? Ne abbiamo parlato con Lettera7 e Doc Design, due studi specializzati in brand design su ambiti molto diversi ma con una cosa in comune: l’importanza del pensiero strategico. nare il perimetro che si è costruito intorno alla parola design: ad esempio stiamo innestando il sound design nel lavoro trasversale di branding, e in quest’ottica multisensoriale le scelte di materiali e texture del packaging è un pezzo dell’esperienza. La nostra idea è sempre utilizzare il pack come medium per una storia». Il caso Trucillo: raccontare l’estasi del caffè Un approccio che ha valso loro numerosi premi, come il packaging realizzato per Trucillo premiato ai Pentawards 2024. Racconta Biancardi: «Innanzitutto bisogna creare delle fondamenta, quindi partiamo sempre da una brand idea che possa venire declinata sugli elementi di packaging tramite i materiali e il trattamento grafico. Nel caso di Trucillo ci siamo trovati a lavorare con una torrefazione che fa alcuni tra i migliori caffè “di ricerca”: mono-origini incredibili ed enorme conoscenza della materia prima. La richiesta del cliente era di creare un progetto speciale che potesse diventare la loro flagship, intorno al quale costruire il resto del racconto di brand. La mole di ispirazioni da cui partire era enorme, perché i viag-

gi tra Honduras e Brasile di Antonia Trucillo e del resto della famiglia era già un mondo. Analizzando il prodotto e ascoltando i racconti di Antonia, abbiamo iniziato a girare intorno alla parola “estatico”: cercare di fotografare la sensazione quasi mistica dopo aver provato un caffè che ti spiazza. Abbiamo lavorato a partire dalle decorazioni dei tessuti documentati nei diversi viaggi, che abbiamo astratto e rielaborato con un filtro personale per restituire sulla sleeve in tessuto che riveste la latta in alluminio la sensazione tattile e corposa di quello che si poteva assaporare nel caffè». Food design come espressione culturale La dimensione concentrata permette di far risaltare la dimensione di produzione culturale che si esprime nei prodotti: «Ci sono alcuni prodotti – in particolare per quel che riguarda il mondo delle eccellenze enogastronomiche che sono espressione di un territorio – che, come la letteratura e la musica, possono essere portatori di concetti, idee, emotività: perché non il food? C’è molta cultura dietro alcune progettualità». Prosegue Volpe: «Ci sono pro-

getti più mass market che sono di consumo quotidiano, quindi magari non hai il tempo di raccontare una storia: devi raccontare i benefit. Ma quando c’è l’opportunità, è saggio farlo perché quel tipo di progetto eleva anche tutto il resto delle linee di prodotti più di uso quotidiano ma improntati alla stessa ricerca di qualità. L’acquisto accompagnato cambia il modo in cui raccontiamo le cose nel packaging: se il consumatore è solo davanti allo scaffale, anche se sta comprando un prodotto di qualità si deve basare su quello che sa e quello che gli dice il packaging. Quando cambiano i canali cambia quello che puoi raccontare: se sto facendo una degustazione di caffè sono più aperto e ricettivo, quindi il tempo è parte integrante del lavoro di design». Oltre il canale: un metodo solido per ogni mezzo Questa ricerca di senso vuol dire mantenere al centro il messaggio, a prescindere dal mezzo in cui viene espresso: «È importante non focalizzarsi su dei canali come se fossero il fine e non lo strumento. Non sappiamo cosa ci aspetta domani nelle

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