Printlovers, n. 90, 2021

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P A C K A G I N G

L’intelligenza sostenibile di OCEANIQ Un packaging che aiuta a ripulire gli oceani dall’inquinamento e un design premiato a livello internazionale: è Oceaniq, una linea vegana di prodotti per la pulizia il cui packaging è costituito da reti da pesca recuperate dagli oceani. Il progetto è stato commissionato a 2yolk da AB Vassilopoulos, importante catena greca della GDO, all’avanguardia nei progetti di sostenibilità. Oceaniq è un gioco di parole con Ocean e IQ, per ricordare al consumatore di fare scelte intelligenti che preservino gli ambienti marini. Una scelta rimarcata dai visual, illustrazioni rasserenanti e poetiche di ambienti marini. Un lavoro che ha raggiunto l’importante obiettivo di essere il primo brand in assoluto a vincere un Platinum award nella nuova categoria di Design sostenibile dei Pentawards, sponsorizzata da UPM Raflatac, leader nell’etichettatura sostenibile.

La distribuzione fa il packaging I differenti canali di vendita sono un fattore che impatta direttamente o indirettamente sulle scelte di design. Nella grande distribuzione il packaging deve “parlare da sé”, essere autosufficiente nella propria comunicazione del prodotto, mentre per i marchi presenti nei negozi specializzati come piccole catene, erboristerie e bioprofumerie quali Officina Naturae e Allegro Natura, il rapporto uno a uno tra cliente e rivenditore è fondamentale nell’educare all’uso e ai vantaggi di prodotti con cui c’è minore familiarità. Per questo c’è ampio spazio per scelte di design più sperimentali. Nel caso di R5, invece, nato come prodotto che ha nel digitale il suo canale di vendita principale, la box in abbonamento è uno strumento fondamentale che verrà esteso all’intera gamma di prodotti. Una scelta basata sui numeri: il 30% degli acquirenti del brand è abbonato, e il tasso di acquirenti di ritorno sul sito è il 40% del totale. Qual è invece il destino dei punti vendita fisici in questo scenario, e quali conseguenze comporta per il packaging? Secondo Antonella Manenti il futuro della

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GDO è di diventare in prospettiva soprattutto un punto di raccolta, in cui fare rifornimento e dove conferire il pack esausto. Dal punto di vista del design, la tendenza è sempre più il monomateriale, la riduzione o eliminazione dell’uso di colle e, laddove siano necessari gli accoppiamenti, semplificare la separazione al momento dello smaltimento (per esempio, vetro con etichetta in plastica perché più facile da rimuovere e smaltire rispetto alle classiche etichette di carta incollate). E sempre nell’ottica dell’efficienza e riduzione degli sprechi, Pierluca Urbinati di Officina Naturae rileva come si vada sempre di più nella direzione dei concentrati, che garantiscono la massima efficacia dei principi attivi con il minimo spreco di prodotto, sfruttando le possibilità di packaging compostabili o solubili che permettono di ridurre gli imballaggi evitando l’overpackaging. Sempre più nella direzione in cui il ripiano dei detersivi non sia più un’inevitabile necessità da nascondere sotto il lavandino, ma una parte integrante del panorama di casa, tanto utile quanto bella a vedersi.

Qui sopra: Allegro Natura


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