Il Poligrafico, n. 151, Gennaio - Febbraio 2014

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PIOMBI

LE NOTIZIE DI ATTUALITÀ DEL POLIGRAFICO IN PRIMO PIANO I più rilevanti fatti del mese

AZIENDE GRAFICHE Accordi societari, installazioni, persone... FORNITORI Cosa accade nelle società fornitrici EVENTI Congressi, seminari, mostre, inaugurazioni

Manovre di rilancio per il Gruppo Litorama-Inprint Prevista una ricapitalizzazione di alcuni milioni di euro con conseguente riassetto della compagine azionaria. Esce la famiglia Casiraghi. stato ricapitalizzato superando così lo stress finanziario per l’esposizione con le banche». La ricapitalizzazione avrebbe comportato, aggiunge sempre il sindacalista, un riassetto della compagine azionaria: «Una delle due storiche famiglie fondatrici del Gruppo, i Casiraghi, non avrebbe partecipato alla ricapitalizzazione, quindi uscendone e rimanendo solo azionista della società immobiliare». Negli ultimi anni, i Casiraghi (Andrea, Sara e Giulia) si erano occupati principalmente di Litorama (stampa piana e digitale) mentre i Beltrame di Inprint (roto-offset), aziende che hanno oggi il quartier generale a Mazzo di Rho e Baranzate, mentre la storica sede in Via Quaranta a Milano

era stata praticamente chiusa nel 2012. L’attività di stampa digitale era stata sospesa, i circa 15 dipendenti messi in parte in mobilità e in parte destinati ad altre aziende del Gruppo e l’immobile è ancora sul mercato per essere venduto o affittato. Sempre due anni fa era stato chiuso anche lo stabilimento Sograf (stampa a foglio) di Roma. L’attività, in forma ridotta (con una diminuzione degli organici e la dismissione di una parte degli impianti) era stata rilevata da un gruppo di giovani imprenditori. La ricapitalizzazione, sempre secondo gli ambienti sindacali, non avrebbe visto solo l’uscita dalla compagine societaria dei Casiraghi, ma anche una crescita del peso azionario di un socio storico di Litorama

Occhi francesi puntati sul gruppo Fincarta A essere interessata a uno dei principali stampatori di prodotti per l’imballaggio italiano è la francese Autajon.

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È ancora tutto da decidere e dall’azienda non arriva alcun commento, all’insegna di una giustificata riservatezza. Ma l’ipotesi che la storica Cartotecnica Chierese, vanto dell’industria locale, possa parlare francese sarebbe già finita sulla bocca dei dipendenti ed è stata rilanciata nei mesi scorsi da più organi di stampa, a cominciare dal Corriere di Chieri. Da novembre, infatti, il Gruppo di cui fa parte la Cartotecnica Chierese, ovvero la holding Fincarta, sarebbe diventato, secondo quanto riferivano i mezzi d’informazione locali, un sorvegliato speciale da parte degli analisti della francese Autajon, una multinazionale del packaging che ha sede principale a Montélimar, città famosa anche per il torrone bianco e la lavanda. Se il verdetto degli uomini di Au-

tajon dovesse essere positivo e, soprattutto, se si trovasse un accordo con l’attuale gruppo di soci a cui fa capo Fincarta, potrebbero verificarsi nei prossimi mesi cambiamenti nell’assetto azionario del gruppo Fincarta, uno dei principali stampatori di prodotti per l’imballaggio italiano con circa 600 dipendenti e più sedi e società produttive. Oltre alla storica Cartotecnica Chierese, fondata addirittura nel 1900 dalla famiglia Benedicenti (presente ancora oggi in azienda con Piero e Davide mentre il padre Gabriele, fino al 2011 presidente, è scomparso a inizio 2012), del gruppo fanno parte anche Tifernate di Città di Castello, PLV di Daverio, Two C Pack di Nashua (Usa) e Con-Pak di Roletto nel Torinese. Recentemente l’azienda piemontese nata nel 1964, ed entrata a far parte del gruppo Fintecna nel 2000 e sin dagli inizi operante nel mercato di riferimento dei prodotti dolciari e da ricorrenza, è stata integrata con Cartotecnica Chierese. Un processo di semplificazione societaria che ha portato alla nascita della Chierese Pak. A.P. IPI 151/14

n La voce di grandi manovre ai vertici del gruppo LitoramaInprint, uno dei più importanti poli di stampa piana, roto e digitale italiani, correvano già da tempo. Ed erano arrivate anche alle orecchie dei sindacati che proprio per questo, nei giorni scorsi, hanno chiesto un incontro con l’azienda. Incontro durante il quale Riccardo Beltrame, numero uno operativo del gruppo milanese fondato negli anni Sessanta dal padre Giorgio - scomparso a 75 anni nell’ottobre del 2012 - e da Andrea Casiraghi, avrebbe confermato l’operazione di riassetto del gruppo. «L’azienda» dice Domenico Dentoni, della Uilcom, che ha partecipato all’incontro «ci ha spiegato che il Gruppo è

group, ovvero Raul Ferrante, che si sarebbe accollato, si dice, il maggiore onere della ricapitalizzazione e potrebbe essere così oggi il principale azionista di Litorama-Inprint. La guida e gestione operativa resta però saldamente nelle mani di Riccardo Beltrame, a cui spetterà ora il compito di rilanciare il Gruppo. Gruppo che, nonostante la crisi del mercato grafico, continua a essere punto di riferimento per la stampa piana, digitale e roto. Tanto che, spiega sempre Dentoni, non è stato chiesto il ricorso allo stato di crisi per i circa 150 dipendenti (85 in Inprint, il resto in Litorama). Precedenti accordi avevano già stabilito un taglio ai premi e alla quattordicesima mensilità e una modifica degli orari di lavoro con una cassa integrazione aperta a rotazione, limitata però a Litorama. Achille Perego


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