Printlovers, n. 70, Dicembre 2017

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Ieri era il profumo della stampa.

Sandalo

Brezza marina

Vino moscato

Caffè

L’essenza che vuoi tu.

Oggi la stampa profuma. Il Marketing olfattivo è un’opportunità che mettiamo a tua disposizione attraverso la stampa profumata. Grazie alla tecnologia “Aromaprint” realizziamo stampati che rilasciano profumo nel tempo, semplicemente carezzandone

Richiedi l’invio del nostro campionario con la stampa “Aromaprint”.

la superficie: l’applicazione può anche essere effettuata a zone, lasciando ampio spazio alla tua creatività. Disponiamo di più di 100 essenze ma, se nessuna di queste è quella che cerchi, siamo in grado di personalizzarla.

Le applicazioni sono molteplici: shopper, packaging, etichette e cartellini, inviti e partecipazioni, biglietti da visita, brochures, cataloghi, libri e molto altro.

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In collaborazione con

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www.druckfarben.it

l’altro lato della stampa




IL GIRASOLE IMPAZZITO DI LUCE di A N N A

A P RE A

Alla serata celebrativa degli Oscar della Stampa che si è tenuta alla fine di novembre a Milano, organizzata dall’editore della nostra rivista, un imprenditore del settore ci ha detto che Print, sue testuali parole, svolge un ruolo importante nel diffondere la cultura grafica. E alla domanda su che cosa ci fosse all’origine della sua affermazione lui ci ha risposto, senza battere ciglio, la bellezza. Sì è una bella rivista. Non c’è qualcosa di commovente in questo? Nell’idea semplice e innocente che la bellezza di una rivista non sia soltanto un connotato estetico ma un varco per la conoscenza della grafica e della stampa e di quel mondo di donne e uomini che lo animano?

Nell’esperienza della bellezza, anche quella che si percepisce sfogliando un giornale impaginato con cura e con amore, la conoscenza si svela, un po’ come quando sentiamo il profumo del pane caldo e ne assaporiamo la bontà prima ancora di morderlo, come un provvisorio, sensoriale anticipo. Davvero dovremmo farla accadere ogni giorno intorno a noi la bellezza, coltivarla come metodo, un compito che ciascuno dovrebbe assolvere nei frammenti del quotidiano. Essa coincide con il silenzio, col tempo ricavato per pensare e contemplare, le sole cose che ci insegnano a scegliere sempre l’essenziale, le parole giuste da scrivere, l’equilibrio e l’armonia delle linee da tracciare. Non si tratta più di ripetere che la bellezza salverà il mondo. Dobbiamo piuttosto salvare la bellezza dal mondo, disseppellirla dall’indifferenza e dalle brutture, dai detriti che la nascondono e dal cinismo. Abbiamo la responsabilità di regalare alle nostre vite un po’ più di arte e di poesia, di rocce, di tramonti, di fiori, dobbiamo farlo per salvare le nostre emozioni e affidarle allo stupore che ci permette di produrre ancora bellezza, aggiungerla a quella che c’è.

©song_mi @depositphotos.com

Portami il girasole, ch'io lo trapianti nel mio terreno bruciato dal salino, scriveva Montale invocando la Bellezza, e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti del cielo l'ansietà del suo volto giallino (…) portami il girasole impazzito di luce. Noi, spudoratamente, nel nostro piccolo, il girasole ve lo porteremo. Anche l’anno prossimo Print sarà bella. Ancora più bella.


SE MI

Fili

IO TI AVVOLGO

Manifattura del Seveso Tessuti per la legatoria, la cartotecnica & il packaging di lusso www.manifatturadelseveso.it 006

PRINTLOVERS | DIC2017


P E R S O N A L M E N T E

Marilde Motta Nel 1978 ha scelto le pubbliche relazioni come professione. Scrive e tiene corsi su alcune aree della comunicazione. Ad Personam® è la sua agenzia.

Tutte le tinte del rame

Eclettico, trasformista, cangiante e disponibile a fare lega. Ne ha create molte, fra cui alpacca, bronzo, ottone, glucydur, princisbecco, tumbaga. È il rame che, 8.000 anni fa, segna il momento di trapasso dall’età della pietra a quella dei metalli. Una storia straordinaria ben lungi d’essere arrivata al capolinea poiché alcune sue proprietà chimico-fisiche lo rendono indispensabile in agricoltura e in diversi settori industriali nonché alla Zecca; delle monetine in “oro nordico” ne abbiamo i borsellini pieni.

È un metallo che non si toglie di dosso un destino di utilità pratica: stoviglie, grondaie, rubinetti, alambicchi da distillazione che risplendono per un periodo brevissimo, poi inizia la trasformazione di colore e di aspetto. L’aria, l’umidità, l’uso lo mutano di continuo, diventa opaco, bruno, chiazzato di verde. Se lo vogliamo cogliere nel massimo momento di splendore non ci resta che entrare nelle pinacoteche.

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Brilla nelle nature morte di Jean Baptiste Chardin, si staglia luminosissimo in quelle dell’olandese Cornelis Jacobsz Delff, seduce nella fluente capigliatura della Venere del Botticelli e, qualche decennio dopo, in quella delle donne tizianesche. Nei toni cupi non si spegne, ma emana una bellezza crepuscolare e sontuosa come in un tramonto di William Turner. Il rame è un colore che nell’arte ha reso possibile la creazione di capolavori prestando al pennello le sue infinite tonalità e sfumature. Oggi trova nuova espressività sulla carta e negli inchiostri. Soprattutto in quelli di ultima generazione che consentono di dare rilievo tattile alle lettere e sollecitano l’estro creativo dei grafici nella composizione di testi che sembrano realizzati con un filo di rame. Nel packaging le carte da rivestimento ripercorrono il “sentimento del tempo” che ne consuma la superficie, la tramuta in toni che digradano dall’arancio intenso al nero bruciato. Le goffrature incrementano le possibilità creative. È la nuova vita artistica del rame.

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ARMANI LAB

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I N T ER VI STA

DICEMBRE 2017

PRINT NR. 70 | DICEMBRE 2017 › www.printlovers.net DIRETTORE RESPONSABILE RUGGERO ZULIANI REDAZIONE ANNA APREA [coordinamento] › anna.aprea@strategogroup.net EMANUELE POSENATO HANNO COLLABORATO LORENZO CAPITANI, VALENTINA CARNEVALI, MARILDE MOTTA, ELENA PANCIERA, ACHILLE PEREGO, LORENZO PERRONE, MICHELA PIBIRI ART DIRECTOR STEFANO TORREGROSSA › onicedesign.it

DOLCEMENTE ARMANI

INTERVISTA A OSCAR FARINETTI

Coppie cromatiche vibranti e accese, ispirate alle sfilate. Per il Natale di Armani Dolci le confezioni si rifanno ai colori della collezione Giorgio Armani Autunno/Inverno 2017. E ne ricalcano la sofisticata eleganza. Una festa dei sensi con il segno inconfondibile della Maison.

Imballaggi minimalisti e green, che non trascurino le nuove tendenze alimentari e le esigenze dei single. Così il fondatore di Eataly sintetizza per il le!ori di Print scelte e tendenze della comunicazione della sua azienda.

COPERTINA STEFANO TORREGROSSA

STRATEGO GROUP VIA CASSANESE 224, 20090 SEGRATE (MI) amministrazione@strategogropup.net PUBBLICITÀ DEBORAH FERRARI | T. 389 9004599 › deborah.ferrari@strategogroup.net RANCATI ADVERTISING CLAUDIO SANFILIPPO | T. 02 70300088 › csanfilippo@rancatinet.it SEGRETERIA PUBBLICITÀ › brando.zuliani@strategogroup.net

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IN TE RV IS TA

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DIGILAND

REA MILANO 1190227 AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE MILANO N. 706 | 11/10/2004 STAMPA INTERGRAFICA VERONA (VERONA)

ABBONAMENTI T. 02 49534500 | F. 02 26951006 abbonamenti@strategogroup.net

€ 60,00 € 110,00 € 125,00 QUOTA ANNUA ITALIA

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SMITH LUMEN LABORATORIO DI BRANDING

SMART PACK VEDI ALLA VOCE: TECNOLOGIE

Incontro con Drew Lumen che ci racconta il suo metodo di lavoro sul brand e i proge!i della sua agenzia. Dal restyling della linea di vini Bajoz di Felix Solis all’intervento tu!o ‘sensoriale’ sul pack degli infusi Twinings.

Sono tante e tu!e in continua evoluzione le tecnologie che consentono il dialogo tra il consumatore e l’imballaggio. Eccone una selezione. Di tu!e raccontiamo gli utilizzi, le potenzialità, il funzionamento.


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I N C H I E S TA

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SPECIALE

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A QUALCUNO PIACE LA STAMPA VEGAN

ESPLODE IL FOOD DELIVERY PACK

Il vegan style si afferma come una nuova tendenza del design. E il fenomeno esprime anche fo"i implicazioni economiche con ricadute su tu!i i mercati. Compreso quello della stampa, delle etiche!e, del packaging.

Anche noi italiani, popolo di gourmet, abbiamo ceduto alla moda di acquistare pia!i pronti e ordinare pranzi e cene via web. Dalla rivoluzione delle abitudini alimentari è nata un’impo"ante nicchia di packaging.

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WINE PACK AGING

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SGUARDI

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PERSONALMENTE

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COM'È FATTO PRINT

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ECHI DI STAMPA

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SPAZIO ROBILANT

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DETTAGLI

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ARTE&EVENTI

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GRANDANGOLO

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SPECIALE WINE PACKAGING #4

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LIBRIBIANCHI

WINE PACK AGING

COCKTAIL A PORTATA DI MANO

MARTINI&ROSSI, APERITIVI DI DESIGN

Il mondo del cocktail cambia pelle. Cambiano sopra!u!o etiche!e e confezioni. E tu!o sembra ‘pronto da bere’: dai cocktail tascabili custoditi in tube!i in alluminio ai drink in la!ina o in bo!iglie!e monodose (con sleeve integrali), fino ai cofane!i connessi.

Le sfide i possibili futuri di uno dei brand italiani più prestigiosi. Con Albe"o Oricco, quality assurance manager di Ma"ini & Rossi, parliamo di innovazione, di impegno ambientale, di design delle nuove bo!iglie.

DICEMBRE 2017

Il girasole impazzito di luce

di Marilde Mo!a

Oscar della Stampa 2017

Narrare il food d'alta gamma

Piaget, livre collection Po"o vintage di Manifa!ura del Seveso

Kuniyoshi, il visionario

A" on paper

Ancora uno e poi basta! di Lorenzo Perrone

www.printlovers.net


Cioccolato ! da annusare

Come è fa!o

S TA M PA I N T E R N I

S TA M PA E N O B I L I TA Z I O N I C O P E R T I N A

INTERGRAFICA VERONA

LITOS

Da oltre 30 anni è impegnata nella stampa e trasformazione di ca"e speciali per il mondo della comunicazione commerciale e per la comunicazione sul punto vendita. L'esperienza maturata al servizio di impo"anti ca"iere nazionali, sia per la produzione di cataloghi che per il testing delle ca"e, è tale che l'azienda è oggi considerata fra i massimi espe"i nella stampa su tecnologie convenzionali di suppo"i speciali. Fra le cara!eristiche distintive, la Ce"ificazione FSC per un'eccellenza a impa!o zero, una qualità ecologica che sposa sistemi di stampa altamente innovativi. › www.intergraficavr.com

La stampa offre sempre un’esperienza sensoriale. L’inconfondibile profumo della ca"a resta impresso nella mente ed è una delle cara!eristiche più impo"anti dello stampato, capace di creare profonde risonanze emotive. Le sperimentazioni di Litos, realizzate con la collaborazione di Druckfarben, leader assoluto nel se!ore della microincapsulatura, nascono proprio dalla volontà di riprodurre e declinare in modi diversi i profumi della stampa. Coniugando le tecnologie di stampa con le vernici profumate, Litos ha inventato Aromaprint, tecnologia con la quale l’azienda realizza stampati che rilasciano un’essenza, semplicemente accarezzandone la supe$icie. Sono più di 100 le essenze contenute nel catalogo Litos, ma se nessuna corrisponde alle esigenze del cliente, l’azienda è in grado di riprodurre fedelmente l’aroma richiesto. Shopper, packaging, cope"ine, etiche!e, inviti, brochure… Con Aromaprint i vostri stampati avranno quel tocco in più, capace di coinvolgere i sensi e restare impressi per sempre nella memoria. › www.litos.srl

Gli a!icoli firmati impegnano esclusivamente gli Autori. Dati e cara"eristiche tecniche sono generalmente forniti dalle Case costru"rici, non sono comunque tassativi e possono essere sogge"i a re"ifiche in qualunque momento. Tu"i i diri"i sono riservati. Notizie e a!icoli possono essere riprodo"i solo a seguito di autorizzazione dell’editore e comunque sempre citando la fonte. Testi e fotografie, qualora non espressamente richiesto all’a"o dell’invio, non vengono restituiti. Desideriamo informarLa che il D.Lgs. 196/03 (Testo Unico Privacy) prevede la tutela di ogni dato personale e sensibile. Il tra"amento dei Suoi dati sarà improntato ai principi di corre"ezza, liceità e trasparenza e della Sua riservatezza. Ai sensi dell’a!. 13 del Testo Unico, Le forniamo quindi le seguenti informazioni: il tra"amento che intendiamo effe"uare verrà svolto per fini contra"uali, gestionali, statistici, commerciali, di marketing; il tra"amento, che comprende le operazioni di raccolta, consultazione, elaborazione, raffronto, interconnessione, comunicazione e/o diffusione si compirà nel modo seguente: archiviazione su suppo!o ca!aceo e archiviazione informatizzata su personal computer. Il titolare dei dati è: Zeta’s srl nella persona del Rappresentante Legale. Il responsabile del tra"amento dei dati è: Ruggero Zuliani [ruggero.zuliani@strategogroup.net, via Cassanese 224, Segrate MI, T. 02.49534500]. Al titolare del tra"amento Lei potrà rivolgersi per far valere i Suoi diri"i così come previsti dall’a!. 7 del D.Lgs. 196/03.


Carta KAPAG EcoLine Brown da 350 g/m², di KAPAG Karton + Papier AG

Cartoncino 100% riciclato PCW da fibra non deinchiostrata. Certificato FSC. È perfetto per una comunicazione rispettosa dell'ambiente e sostenibile. Distribuito in Italia da Paper & People, con il brand RC.

Bianco offset

Stampa quadricromia con vernice profumata al cioccolato

Stampa a caldo con foil Kurz LUXOR® 106697 e cliché h+m

CLICHÉ E FOIL

C A R TA

LUXORO

KAPAG KARTON + PAPIER AG

Distributore esclusivo per l’Italia dei foil e dei cliché di nobilitazione del gruppo Kurz, Luxoro offre a se!ori industriali quali moda, lusso, packaging, cosmesi, food&wine, suppo"i e idee per creare ogge!i unici, in grado di rispecchiare il valore esclusivo di un prodo!o o un brand. Le pa"nership esclusive stre!e con LEONHARD KURZ Sti%ung & Co. KG (punto di riferimento assoluto nella produzione di film per stampa a caldo) e Hinderer + Mühlich KG (cliché e a!rezzature per stampa a caldo), rendono Luxoro il fornitore ideale per qualsiasi esigenza nel campo della stampa e finitura di materiali vari. L’azienda si avvale di oltre 50 collaboratori e dispone di un’area operativa di 3.500 mq, dove si trovano uffici e impianto logistico. Qui gli ampi spazi a disposizione consentono un agile stoccaggio delle “bobine madri” (jumbo), provenienti dalla Kurz, e il loro taglio nel formato richiesto dal cliente. Grazie a rigorose politiche aziendali, Luxoro è oggi un’azienda completamente a impa!o zero. › www.luxoro.it

Azienda privata, fondata nel 1852 a Muhen in Svizzera, KAPAG è specializzata in accoppiamenti, patinature, rifiniture e allestimenti. Con una capacità produ!iva di oltre 20.000 tons/anno e la possibilità di accoppiare da 2 fino a 6 strati con 12 linee di produzione, KAPAG è l'azienda leader in Europa per l'accoppiamento di ca"e e ca"oncini. › www.kapag.com

PAPER&PEOPLE

Paper & People inizia la sua a!ività nel 2005 come punto di aggregazione e di riferimento dei professionisti della grafica, del design, della comunicazione. Oggi è il più grande centro espositivo in Europa specializzato nella vendita di ca"e grafiche e distributore per l'Italia di ca"iere prestigiose e leader a livello internazionale. › www.paperandpeople.com


A R M A N I

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Dolcemente Armani

Gusto Armani. Eleganti, sofisticate, avvolte da un leggero foglio di ca"a metallizzata rossa e da un nastro di gros-grain in tinta. Hanno il segno inconfondibile della maison le confezioni di Natale delle raffinate praline Armani/ Dolci, impreziosite dalla "A", simbolo del cioccolato di lusso italiano.

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PHOTO: ELISA ANDREINI

Coppie cromatiche per il Natale di Armani Dolci, che offre una selezione di prodotti in edizione limitata, con packaging ispirati ai colori della collezione Giorgio Armani Autunno/Inverno 2017.


A R M A N I

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Cappelliere très chic. Pane!oni e pandori si vestono con l’eleganza dello stile Armani. Scatole e cappelliere sono in ca"a Icma Mineral Gemma, chiuse con nastro gross grain rosso del Nastrificio Brianteo.

Sensi e colori. Come una festa dei sensi le classiche praline Armani/Dolci sono disposte in scatole quadrate ispirate alle tradizionali Bento Box, rivestite secondo il metodo giapponese dello tsutsumi con fogli di ca"a da regalo nei toni sgargianti del blu e del verde, sigillate dal nastro in raso bicolore con logo argento. Sono proposte in due gusti. Entrambe presentano la supe$icie colorata, rispe!ivamente blu e verde, che riprende il colore della confezione. Le piccole scatole sono disponibili anche singolarmente, o in combinazioni da due, tre o qua!ro.

Moon Cake. Sono prodo!i in esclusiva per Hong Kong i tradizionali Moon Cake destinati al Mid-Autumn Festival. La scatola rotonda è in morbida ecopelle oro chiaro, interamente cucita a musone e stampata in light gold. L’interno è in ca"a Giorgio Armani, prodo!a in esclusiva da Cordenons. I cinque Mooncake sono prodo!i in due gusti e hanno impresso il logo GA in rilievo.

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A R M A N I

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Natale a spasso con Armani Shopping bag Giorgio Armani realizzate con costruzione giapponese. Ca"a Icma Velluto Dama, produzione esclusiva blu no!e con floccatura mano pesca. I nastri speciali degradée applicati sui due lati sono del Nastrificio Brianteo.

Le shopping per Armani Exchange sono realizzate in ca"a FSC con 40% di ca"a riciclata post consumer waste. Stampa bianca e volta in 4 colori. Tu!o ce"ificato FSC, ecologico, riciclabile. De!aglio innovativo: i manici sono cordini di ca"a intrecciata.

Sono argentate le Shopping Bag di Emporio Armani, realizzate in Cordenons Stardream Silver, stampate rosso lacca spessorata. Manici in cordino di ca"a intrecciata rossa. Tu!o ce"ificato FSC, ecologico, 100% riciclabile.

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N A S T R I F I C I O

B R I A N T E O

www.nastrificiobrianteo.it

C O M U N I C A Z I O N E

B Orditura del filato

D ' I M P R E S A

B Annodatura manuale del filato a telaio

DOVE ANNODARLI, DECIDETE VOI NOI VI DIAMO COMPETENZA ESPERIENZA PERSONALIZZAZIONE Raffinati dettagli di stile, i nastri del Nastrificio Brianteo aggiungono un tocco in più al packaging.

È

È giunto al traguardo dei cento anni il Nastrificio Brianteo, punta d’eccellenza del Made in Italy, che vanta tra i suoi clienti i nomi più noti della moda e del lusso. Come molte storie dell’imprenditoria italiana di successo, Nastrificio Brianteo è un’azienda familiare, spinta in una crescita costante da valori e competenze maturati nel tempo: innovazione costante, crescita dei servizi offerti e dinamicità.

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Esperienza, servizio, innovazione

Alla guida incontriamo la famiglia Parravicini con Alberto, Veronica, Marco e la mamma Silvia. “Abbiamo cent’anni, ma non ci sentiamo mai arrivati — dicono — vogliamo sempre innovare e rispondere al meglio alle richieste dei nostri clienti, facendoci carico dei loro problemi: siamo consapevoli di poterli risolvere grazie all’esperienza e alla competenza nella lavorazione delle fibre che abbiamo maturato nel tempo”.

Personalizzazione della stampa e dei colori

Grazie a una struttura integrata, Nastrificio Brianteo (che al suo interno ha sia la produzione dei nastri che la tintoria che le tecnologie di stampa) risponde velocemente alla domanda di personalizzazione sempre più frequente: “Abbiamo 80 colori in cartella — ci spiegano — ma se non rispondono alle esigenze dei clienti siamo in grado di creare colori ad hoc, superare problemi di metamerie,

creare anche nastri speciali, fatti apoositamente per le esigenze dei clienti". Stessa flessibilità per le tecniche di stampa: i nastri firmati Brianteo possono essere stampati in serigrafia o con stampa digitale (utile e veloce per le prototipazioni).

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I N T E R V I S T A

O S C A R

F A R I N E T T I

L’imballaggio? Deve essere intelligente, economico, riciclabile Il fondatore di Eataly racconta in esclusiva ai lettori di Print le scelte e i valori della comunicazione, degli imballaggi e degli allestimenti della sua azienda.

di A C H I L L E

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PEREGO

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I N T E R V I S T A

C'era riuscito con Unieuro e ci ha riprovato, con ancora più successo con Eataly. Dimostrando così di essere un imprenditore campione del made in Italy. Come lo è diventato, dal lancio nel 2007 a oggi, la nuova “creatura” di Oscar Farinetti. Eataly, appunto, la più grande vetrina internazionale nel mondo del food italiano. Un nuovo modo di presentare, vendere e preparare prodotti e piatti della migliore tradizione dei campi e della tavola del nostro Paese. Ma anche di comunicarli al consumatore, dall'allestimento dei negozi al packaging che avvolge pasta, riso, pelati, cioccolatini o yogurt. Un imballaggio minimalista ed ecocompatibile, che non trascura nei formati e nell'immagine anche le nuove mode e tendenze come quella vegano-vegetariana o le esigenze contenute dei single, ma che vuole soprattutto far parlare il prodotto. Farlo emergere sulla confezione.

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MA COME DEFINIREBBE OGGI EATALY IL SUO FONDATORE E PRINCIPALE AZIONISTA? Eataly — esordisce Oscar Farinetti — è una grande famiglia di meravigliosi negozi che oggi, in tutto il mondo, sono 39, l’ultimo è quello aperto a Los Angeles il 3 novembre. Il compito di Eataly è offrire una selezione dei migliori prodotti di piccoli produttori artigianali a prezzi sostenibili, limitando al massimo la catena di distribuzione e creando un contatto diretto tra produttore e consumatore. Con questa formula Eataly punta a aumentare la percentuale di chi mangia in modo consapevole, scegliendo prodotti italiani di alta qualità, con particolare attenzione all'origine e alla lavorazione delle materie prime. La filosofia di Eataly è duplice: da un lato, offre prodotti sia sotto forma di distribuzione che sotto forma di opportunità di ristorazione; dall'altro lato propone corsi di cucina, degustazioni, incontri con grandi chef,

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con le grandi cantine o con gli artigiani, didattica gratuita per bambini e anziani. Quest'ultimo aspetto riassume la vera originalità di Eataly e costituisce il punto di inizio per suscitare nel consumatore una corretta percezione della qualità, in grado di muovere le sane leve del gusto e del godimento, che rendono l'essere umano più appagato e felice. QUANTO È IMPORTANTE PER EATALY IL NUOVO MAXI PARCO AGROALIMENTARE FICO APERTO DA METÀ NOVEMBRE A BOLOGNA? Fico sarà il più grande parco del mondo dedicato alla meraviglia dell’agroalimentare italiano. Con ingresso gratuito, oltre 100.000 mq di coltivazioni, allevamenti, fabbriche, botteghe, chioschi, aree ristoro, giostre educative e aree didattiche per divertirsi, conoscere e imparare il meglio dell’enogastronomia italiana. La location è speciale: l'area del CAAB, l'ex mercato ortofrutticolo di Bologna. Un edificio con 4.000 pannelli solari, passivo ed unico nel suo

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genere che servirà da esempio a tanti altri che verranno. Il tema ambientale a Fico sarà centrale, perché il parco si impegna a fare il minor quantitativo possibile di rifiuti e il 100% di raccolta differenziata. Differenziare i rifiuti e creare così zero rifiuti “indifferenziati” — e questo riguarda anche il packaging dei prodotti — è la via scelta anche dai tre negozi Eataly più grandi, quello di Torino, quello di Milano e quello di Roma. Una sfida grandissima nella quale vogliamo sentirci tutti impegnati. COME COMUNICATE QUESTI VALORI? CHE STRUMENTI VENGONO UTILIZZATI, DA QUELLI TRADIZIONALI COME STAMPA E TV ALL'ONLINE? La comunicazione di Eataly si sviluppa attraverso moltissimi canali. Naturalmente quelli della carta stampata, come anche quelli del web che stanno diventando sempre più diffusi. Ci interessa diffondere l’immagine di un luogo meraviglioso e diverso in cui si possono fare

esperienze e ci si può emozionare. Venire a fare la spesa a Eataly o a mangiare deve continuare ad essere percepito come un atto consapevole che si fa per una migliore qualità della propria vita. Comprare prodotti artigianali, mangiare bene, godere del profumo del pane appena sfornato come della possibilità di comprare ottima carne o trovare una ricca selezione di oli extravergine di oliva… Mangiare è un atto agricolo, come dice Wendell Berry, contadino e filosofo americano, e come, ogni giorno, leggiamo entrando nei negozi Eataly. All’interno dei punti ven-

Venire a fare la spesa a Eataly o a mangiare deve continuare ad essere percepito come un atto consapevole che si fa per una migliore qualità della propria vita.

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I N T E R V I S T A

La Ferrari del food Un gruppo da oltre 400 milioni di ricavi nel 2016, che dovrebbe arrivare a circa 500 milioni quest'anno, che si prepara anche a essere quotato in Borsa. Il cda di Eataly riunito lo scorso 31 o"obre so"o la guida del presidente esecutivo Andrea Guerra, ha infa"i deciso di avviare la marcia verso lo sbarco in Borsa da realizzare entro 1218 mesi. “Un'azienda come Eataly, unica globale nel food-retail — spiega Farine"i — credo che debba essere globale anche in questo”. Farine"i aggiunge anche che “non cederà più del 30-33%” e “mi piacerebbe che questo 30% andasse in mano alle famiglie italiane più che alle grandi banche. Noi, come famiglia, intendiamo restare”. L'altro desiderio è quello di essere quotati in Piazza Affari e non a New York “anche se lì è più facile perché siamo più conosciuti e ci vogliono bene”. Quella che si annuncia come la quotazione della “nuova Ferrari” del food, contribuirà allo sviluppo del gruppo che entro fine anno sceglierà un pa!ner locale per lo sbarco in Cina. E sarà il presidente esecutivo Andrea Guerra a individuarlo fissando i tempi per le ape!ure a Shanghai e a Pechino. A febbraio toccherà a Stoccolma, quindi due ape!ure negli Usa, a o"obre 2018 a Parigi mentre il 2019 sarà l'anno di Londra.

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Fin dall'inizio abbiamo sposato la filosofia del packaging intelligente, economico, ecocompatibile, con materiali riciclati o biodegradabile al cento per cento. dita il racconto dei prodotti è veicolato su decine e decine di cartelli più o meno grandi e pannelli descrittivi che raccontano la storia dei nostri prodotti e produttori. LEI CHE È CONSIDERATO L'AMBASCIATORE DEL MADE IN ITALY DEL CIBO NEL MONDO, QUANTA ATTENZIONE RISERVA, OLTRE CHE AL PRODOTTO, ALLA SUA CONFEZIONE? Ho sempre pensato che un prodotto d'eccellenza debba anche presentarsi bene agli occhi di chi intende acquistarlo e gustarlo. Ma ritengo

anche che la presentazione, quindi il packaging, debba essere semplice perché oggi il consumatore è sempre più intelligente ed è disposto a investire molto di più in quello che trova dentro la confezione, non nella confezione. Quindi fin dall'inizio, come Eataly, abbiamo sposato la filosofia non dell'imballaggio costoso e lussuoso, ma del packaging intelligente, economico, ecocompatibile, con materiali (dalla carta al vetro agli inchiostri vegetali) riciclati o biodegradabile al cento per cento. Ma la confezione deve essere anche molto descrittiva. Nell'alimentare c'è una cultura, che io reputo sbagliata, di scrivere le indicazioni sul prodotto in caratteri piccolissimi e quasi illeggibili. Invece è importante esaltare la descrizione, e quindi la qualità, di quello che uno sta comprando. COME REALIZZATE LE VOSTRE CONFEZIONI? Fin dall'inizio, come Eataly abbiamo costituito un ufficio grafico-creativo all'interno. Del resto la nostra

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La parola a Sandra Trabucco, responsabile comunicazione e immagine del gruppo Eataly Negli ultimi mesi ha lavorato al restyling, con la scelta del fondo bianco, delle confezioni dello yogu! ViaBontà. Remake che, spiega Sandra Trabucco, responsabile comunicazione e immagine del gruppo Eataly, e anche dell'ufficio grafico-creativo (sede a Torino ma con alcuni collaboratori a Roma) non cade mai nel vintage. Piu"osto punta a "far parlare il prodo"o" con la semplicità nell'uso dei materiali, la forma delle confezioni, la tipologia di stampa. Se ogni prodo"o richiede un'a"enzione e una scelta pa!icolare, vengono sempre privilegiati semplicità e basso costo. Imballaggi leggeri, possibilmente biodegradabili (compresi i sacche"i della spesa) e differenziabili per lo smaltimento con l'obie"ivo, spiega sempre Sandra Trabucco, di arrivare al “rifiuto zero”. I colori privilegiati sono il bianco, i marroni e i beige per le scatole o i sacche"i della pasta, dei grissini, dei dolci con il marchio in evidenza e una descrizione del prodo"o sintetico ma con cara"eri grandi e leggibili. I materiali più utilizzati sono la ca!a (come la ca!a paglia) e i ca!oncini, vetro riciclato (come quello usato per le bo"iglie da mezzo litro, un litro e un litro e mezzo appositamente disegnate e realizzate per i vini Eataly), legno per gli arredi e metalli per alcune confezioni, per esempio quello della pastiglie Leone. E in qualche modo la ca!a viene utilizzata anche per la comunicazione che prevede la stampa di una brochure all'anno e del catalogo dei pacchi natalizi, per i quali la confezione rispecchia sempre la filosofia minimalista ed ecocompatibile di Eataly. Filosofia che uniforma un po' tu"i i prodo"i sugli scaffali come gli allestimenti degli store, dalle tovaglie ai tovaglioli, dai ca!elloni (forex e leger) ai fogli descri"ivi appesi sulle scaffalature. E viene estesa a tu"i gli stampati e gli imballaggi, anche quelli che sono realizzati dire"amente dai singoli produ"ori ma con la grafica e i file che vengono realizzati da Eataly che, dire"amente, si rivolge a un gruppo selezionato di agenzie e stampatori storici (già presenti ai tempi di Unieuro) come Spal Neon di Alba per le insegne e G&G Print Design di Torino.

filosofia è quella di poter fare e gestire tutto in casa, così abbiamo un controllo diretto sulla produzione e sull'organizzazione del nostro lavoro. Disegniamo sia il packaging dei prodotti che realizziamo noi, a marchio Eataly — che coprono però meno del 5% del totale— sia quelli dei nostri fornitori, con il loro marchio, quando ci viene richiesto. Il nostro ufficio interno si occupa sia del food design, anche se poi sono i singoli produttori a rivolgersi ad aziende di stampa e cartotecniche per la realizzazione del packaging, sia dello store design, per

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l'allestimento dei nostri punti vendita, dalle semplici e naturali scaffalature in legno alla cartellonistica, con pannelli in forex, dalle tovaglie in carta per i tavoli ai cartelli che descrivono e spiegano i prodotti in vendita. E in un caso come nell'altro privilegiamo sempre il contenuto mentre il vestito deve essere leggero, semplice, economico e molto descrittivo per raccontare la storia dei prodotti, esaltarne la qualità, che si tratti anche di prodotti bio o pensati per rispondere alle nuove esigenze di consumatori come vegetariani o vegani.

Privilegiamo sempre il contenuto: il vestito deve essere leggero, semplice, economico e molto descrittivo per raccontare la storia dei prodotti, esaltarne la qualità.

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OSCAR DELLA STAMPA 2017: XXVI EDIZIONE L’edizione speciale e memorabile di un evento che da trent’anni getta semi nel futuro del settore attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle aziende grafiche Un'edizione che ha segnato un importante passo avanti per gli Oscar della Stampa quella che ha avuto il suo coronamento il 23 novembre 2017 al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano nella splendida sala delle Polene – con lo scafo Luna Rossa sospeso al soffi!o e il ponte di comando della Conte Biancamano a rendere estremamente suggestiva l'atmosfera dell'evento. Oltre 300 imprenditori delle maggiori aziende di tu!i i segmenti del printing hanno ani-

mato una serata all'insegna del merito e della convivialità e hanno applaudito i rappresentanti delle undici aziende di eccellenza che sono saliti sul palco a ritirare gli Oscar della Stampa 2017. Undici premi che, per la prima volta nella storia degli Oscar – nati nel 1987 con lo storico nome La Vedovella – hanno rappresentato l'intero panorama del mondo della stampa integrando, a fianco dei tradizionali riconoscimenti alla stam-

pa offset e digitale, anche quelli per la stampa flessografica e rotocalco. Grazie al patrocinio di ACIMGA, che si aggiunge a quelli storici di Assografici e ARGI, i se!ori del conve"ing e del package printing hanno da quest'anno i loro Oscar a testimoniare il primario ruolo che la stampa degli imballaggi ha per l'economia del nostro Paese. Come consuetudine la serata si è ape"a con l'intervento di un ospite che nello

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S T A M P A

Vedi vincitori, foto e filmati su

stampamedia.net

stile dei Ted Talks ha po"ato delle riflessioni sul futuro della comunicazione. Quest'anno questo ruolo è stato brillantemente interpretato da Paolo Iabichino, chief creative officer di Ogilvy & Mather. A seguire, la presentatrice della serata ha chiamato sul palco uno a uno i vincitori dei premi e i rappresentanti delle aziende fornitrici di tecnologie che hanno scelto di legare il loro nome a questo evento che di anno in anno po"a alla ribalta le migliori aziende del se!ore.

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

SMITH LUMEN

LAVORIAMO PER CAPIRE LE RAGIONI DEL BRAND

# Il metodo di lavoro sulla marca. I cambiamenti del mondo del food. I nuovi modelli di consumo. Il modo di intendere la sostenibilità degli imballaggi. Di questo e di molto altro parla Drew Smith, fondatore e titolare dell’agenzia Smith Lumen.

Drew Smith, fondatore e titolare di Smith Lumen

di A N N A

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in via tortona 4, nel cuore di un quartiere che ha fatto di Milano un punto di riferimento per il design internazionale, in un crocevia di stradine che nei giorni caldi del Salone sono persino difficili da percorrere, proprio qui in questo pullulare di showroom, gallerie d’arte, spazi di coworking, studi fotografici si trova la sede dell’agenzia Smith Lumen, che dell’internazionalità ha fatto la sua cifra e la sua vocazione. Oggi Smith Lumen è un atelier creativo tra i più attivi e apprezzati, con clienti di gran calibro tra le grandi multinazionali come SABMiller, Diageo, Ferrero, Nestlè, Japan Tobacco, Buitoni, Ferrarelle ma anche tante piccole start-up. Al suo attivo conta 4.000 progetti realizzati negli ultimi dieci anni per oltre 350 marchi in 25 Paesi.

I insieme con matteo leonti, direttore clienti e responsabile strategico di progetto, il titolare Drew Smith, canadese, 53 anni, ci accoglie nella luminosa sala riunioni dell’ agenzia, creatura che ha fondato quindici anni fa dopo una lunga esperienza professionale come direttore creativo in FutureBrand, poi in Robilant & Associati, in Carré Noir, e prima ancora in Landor, McCann Erickson, Saatchi & Saatchi, Identica e Young e Rubicam. Parla un italiano disinvolto Drew, sintatticamente perfetto, scandito dai simpatici fonemi della sua lingua madre e sembra avere tanta voglia di raccontare del suo lavoro e dei mondi che conosce, lo fa col piacere di addentrarsi negli argomenti che naturalmente fioriscono dalla sua mente, quasi scivolano per analogie di senso. E tanto per chiarire subito la ragione del nostro incontro, senza indugi spiega: “In Smith Lumen noi tutti vogliamo aiutare i nostri clienti a capire chi sono, soprattutto a capire la differenza tra ciò che offrono e ciò che invece offrono gli altri, le sembra un po’ banale vero? Ma questo approccio è oggi fondamentale perché, prima ancora di comunicare, bisogna capire la ragione per cui un brand esiste”.

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

BAJOZ DI FELIX SOLIS Per il restyling della linea Bajoz di Felix Solis, uno dei tre maggiori produttori di vino in Spagna con più di 80 filiali nel mondo, il nostro studio creativo ha puntato su un insieme di piccoli dettagli. Questo ci ha permesso di mantenere inalterata la riconoscibilità dell’icona del Brand (anello), rendendola però più moderna e preziosa. — MATTEO LEONTI

# Tinta de Toro e Blanco Malvasia Ca"a materica simil-lino, ring microembossing su lamina oro, colore serigrafico nero lucido per banda e tipo di vino. — Roble Ca"a base metallica, ring microembossing su lamina rossa, colore serigrafico nero lucido per banda e tipo di vino. Fasce!a rossa: colore rosso di fondo abbinato al ring, colore scuro con texture bordino in braille lucido — Crianza Etiche!a superiore: ca"a frozen perlescente; etiche!a inferiore: a fasce!a, stampa su ca"a metallica, effe!o doppio oro lucido opaco con lamina lucida e pantone metallico opaco, ring microembossing su lamina oro, texture bordino in braille lucido.

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

INFUSI TWININGS Per la linea infusi di Twinings abbiamo puntato sull’idea di un viaggio sensoriale nel mondo degli infusi. Il pack è così diventato un vero e proprio Eden Garden illuminato dalla luce solare dove si intravedono frutti freschi tra i rami degli alberi. La difficoltà di questo progetto è stato quello di rendere il concept sensoriale attraverso la stampa, senza avere a disposizione particolari finiture e tecniche di stampa. — MATTEO LEONTI

# La grafica è realizzata in quadricromia più colore Pantone oro per il logo Twinings. Per i testi in negativo è stata usata la tecnica del pull back tramite un colore pantone inserito nella fascia di referenza; questo ha permesso di mantenere la brillantezza cromatica e di evitare i fuori registro.

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

Quali sono le vostre specialità, cosa offre Smith Lumen ai clienti? Trattiamo tutti gli aspetti del branding e del packaging design, tra cui lo sviluppo di nuovi prodotti, lo studio del naming, l’industrial design, l’implementazione del punto vendita e la promozione del marchio.

OGGI NON BASTA SAPERE CHE UN PRODOTTO C’È. NOI PARTIAMO DA UNA DOMANDA BEN PRECISA: QUAL È LA RAGIONE PER CUI QUESTO PRODOTTO ESISTE? Con quale metodo avete impostato il lavoro? Noi facciamo un lavoro molto verticale, che parte dalle profondità, cerchiamo le ragioni di esistere dei brand. Innanzitutto vogliamo capire il perché del prodotto su cui dobbiamo lavorare. Oggi non basta sapere che un prodotto c’è. Noi partiamo da una domanda ben precisa: qual è la ragione per cui questo prodotto esiste? Spesso, anche nei reparti di marketing più sofisticati, non si riesce a rispondere a questo interrogativo, che è solo apparentemente semplice. Ora che tutto si sta spostando dal prodotto al servizio questo processo di ricerca delle ragioni della marca è fondamentale per trovare una soluzione che riesca a convincere le persone a comprare. Fate tutto questo insieme con il cliente? Sì, lavoriamo a stretto contatto con il marketing, con la produzione e il team di vendita. Questo è indispensabile per individuare la migliore via per il successo, per ideare soluzioni creative, fattibili e innovative. Si tratta insomma di un metodo che ci siamo dati per trovare un modo emotivo che possa generare una risposta e creare attrazione. Un brand forte nasce da un’idea forte. A questo scopo organizziamo dei workshop con i clienti, che rappresentano un importante momento strategico di brainstorming. Il nostro lavoro, quello interno dei nostri designer, è invece capire qual è il messaggio, cercare di individuare una modalità emotiva che sia capace di generare una risposta e creare attrazione. I designer di Lumen seguono il progetto a partire dall’idea creativa, passando per la modellazione virtuale fino alla creazione di prototipi funzionali.

CERCHIAMO DI SPINGERE SU MATERIALI DI QUALITÀ PERCHÉ SAPPIAMO CHE IL CONSUMATORE SI ACCORGE DELLE DIFFERENZE, E PERCEPISCE ANCHE ATTRAVERSO UNA TEXTURE DELLA CARTA UNA QUALITÀ IN PIÙ. Avete molti clienti nel mondo del food, come è cambiato questo universo? Il mondo del food è profondamene cambiato ma si tratta di un cambiamento sempre in atto, che è in rapporto non soltanto al crescere degli acquisti online. Oggi assistiamo a una serie di paradossi. Per esempio c’è una maggiore fiducia dei consumatori nel brand del supermercato rispetto ai prodotti di marca. È come se fossimo tornati al tempo in cui il negoziante consigliava gli acquisti, c’è più fiducia nell’Esselunga, in Carrefour che nelle marche tradizionali le quali, a loro volta, devono competere anche con piccole marche di nicchia, che hanno prodotti innovativi, interessanti, locali. Tutto questo

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

ovviamente riflette un cambiamento del consumatore, un suo dirigersi verso prodotti con una forte immagine salutista e che garantiscono la provenienza certa del prodotto. Se cambia il consumatore cambiano anche caratteri della comunicazione e del packaging. In che modo i materiali esprimono queste cose? Dal punto di vista del packaging possiamo dire che noi, dal canto nostro, cerchiamo di spingere su materiali di qualità perché sappiamo che il consumatore si accorge delle differenze e percepisce anche attraverso una texture della carta una qualità in più. Non sempre però riusciamo a controllare gli aspetti produttivi.

LA SOSTENIBILITÀ È UN TEMA CHE CI STA MOLTO A CUORE, CHE NON SI RISOLVE PERÒ SOLTANTO RIDUCENDO I MATERIALI. È UN TEMA COMPLESSO, POCO DISCUSSO E POCO COMPRESO.

La famosa sostenibilità… Sì, la sostenibilità è un tema che ci sta molto a cuore. Ci teniamo aggiornati e lavoriamo per creare progetti che possano generare un impatto positivo sulla società. Tuttavia bisogna ricordare che la sostenibilità non si risolve soltanto con la riduzione del peso materiali. La sostenibilità è un concetto complesso, poco discusso e poco compreso. In che senso? Si pensa che evitare l'overpackage sia l'unica soluzione al problema, spesso dimentichiamo che se il prodotto prende aria e deperisce si crea uno spreco ben maggiore. Il cibo che finisce in discarica deve essere smaltito e il processo di gestione dei rifiuti incide sulle emissioni di gas serra, cioè sul clima. L’impatto dei rifiuti sui fenomeni di riscaldamento globale dovuti ai gas serra deriva soprattutto dal metano rilasciato dalla decomposizione dei rifiuti biodegradabili nelle discariche. Se pensiamo che negli Stati Uniti un terzo della produzione del cibo finisce in discarica perché non è preservato, possiamo capire quanto sia complessa la questione della sostenibilità, che non credo si risolva soltanto con la riduzione del pack.

# In queste pagine, tre progetti firmati Smith Lumen raccontati da Matteo Leonti, Direttore Clienti e Responsabile Strategico di Progetto

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C R E A T I V I & C R E A T U R E

INSPIRED BY DIVERSITY Abbiamo realizzato per la cartiera Avery Dennison il progetto “Inspiring Envelope” con l’obiettivo di evidenziare le potenzialità espressive di un loro set di carte a pasta bianca e nera. Ci è stato richiesto di sviluppare un concetto di design ispirazionale che potesse, attraverso una grafica impattante e tecniche di stampa innovative, valorizzare le specifiche caratteristiche di resa, texture, colore di ogni carta. Abbiamo presentato il concetto “Inspired by Diversity” simulando con le nostre grafiche delle etichette di prodotti wine and spirit, stampate da Rotas Italia. — MATTEO LEONTI

# Ca"e FASSON®: Co!on Touch Cra% FSC, Co!on Black FSC, So% Touch White FSC, So% Touch Black FSC, Ma"ele Extra White FSC, Ma"ele Black FSC. Sono state usate molteplici tecniche di stampa tra cui: Lamine a caldo, colori serigrafici e fluo, colori offset, vernice lucida braille e con effe!o sabbia, emboss e deboss.

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S P A Z I O

R O B I L A N T

BRANDING

Cosa significa oggi ‘alta gamma’ nel food?

Siamo sempre più a!enti a quello che mangiamo e beviamo. Prodo!i di qualità, sapori esotici, scegliamo combinazioni di gusti e cucine che sappiano sorprenderci e frequentiamo luoghi dove mangiare che rappresentano il nostro stile, o quello che per una volta abbiamo deciso di fare nostro.

ROGER BOTTI è dal 2008 Direttore Generale e Creativo di Robilant Associati. Il suo ruolo coniuga insieme competenze manageriali, supervisione creativa e responsabilità organizzative. Botti vanta un’esperienza consolidata nel Brand Design e nel Packaging Design. Si occupa anche di Corporate Identity per importanti brand. Sotto la sua supervisione si è consolidato in RobilantAssociati un team dedicato a progetti di Retail Branding e Digital Strategy. Appassionato osservatore dei comportamenti di consumo, interviene spesso come relatore a conferenze e convegni.

So"o molti punti di vista, abbiamo arricchito la nostra tavola di nuovi saperi, oltre che sapori. È indubbio che stiamo guadagnando consapevolezza su ciò che mangiamo, quando scegliamo un cibo, vogliamo sapere dove è stato prodo"o, con quali ingredienti e sistemi. Lo prova la media di crescita delle vendite dei prodo"i biologici che dal 2010 ad oggi è stata del 12,5%. Quello che c’è nei nostri pia"i o nello snack che ci accompagna durante la giornata, deve rassicurarci e farci bene. Negli ultimi anni poi, abbiamo imparato a conoscere le tradizioni culinarie di tu!o il mondo, che ci spingono a ricercare nuove influenze alimentari e a scoprire nuovi ingredienti. Aggiungere un po’ di zenzero ai pia!i o ai drink che abbiamo sempre consumato, ci sorprende, ci dive"e perché diventa un’abitudine di cui non possiamo fare a meno. Ci siamo riavvicinati alla cucina e a un saper fare, non solo tradizionale, che è diventato espressione di noi stessi. Cibi semplici, che appa"engono alla nostra tradizione culinaria, sono rilanciati e valorizzati. Il brand Delicius, attraverso la lavorazione a mano del prodo!o e una presentazione contemporanea, po"a in tavola sapori antichi ma rinnovati. Tu!o questo, per noi italiani, ha arricchito una già fo"e e innata cultura alimentare, diventando un grande momento di dialogo, espressione visiva, intra!enimento. La ristorazione si rinnova continuamente e gli chef sono diventati i nuovi divi. Una delle grandi sfide oggi si gioca proprio nel riuscire a creare un dialogo tra lo chef e il consumatore. Un esempio di successo è lo Chef-Market di Malpensa: uno spazio ampio, con soffi!o a doppia altezza, che ricorda l’atmosfera dei mercati cope"i e un’offe"a di food veloce e informale. Sul soppalco di ogni street box, una dispensa al servizio della cucina, poco distante uno chef prepara e serve i prodo!i migliori del Made in Italy.

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S P A Z I O

R O B I L A N T

Il brand Cavalier, lanciando una nuova linea nella grande distribuzione, dimostra la capacità di un’azienda leader nel se!ore di rendere più accessibile il food d’alta gamma.

Chef-Market di Malpensa: la ristorazione si rinnova continuamente e gli chef sono diventati i nuovi divi.

Il food è diventato esperienza, un momento da vivere intensamente, da godere a 360 gradi, non solo nel pia!o ma anche in tu!o ciò che ci circonda. Siamo sempre più alla ricerca di esperienze significative. L’archite!ura segue questa ricerca, la asseconda e studiando nei de!agli ogni pa"icolare, realizza ed esalta i nuovi santuari dove vivere grandi momenti intorno al food and drink. Nella pianificazione del retail, nulla è lasciato al caso. Come nello Spazio Bollicine di Ferrari, dove forme e de!agli offrono un luogo per una pausa di autentica qualità italiana. Oggi, molti prodo!i considerati elitari in passato diventano patrimonio più allargato di una “cucina possibile”. Troviamo prodo!i di alta gamma al supermercato e decidiamo per una sera di concederci un lusso che anni fa avremmo escluso a priori. Il nostro modo di guardare ai prodo!i è cambiato e contemporaneamente sono loro a farsi trovare. Il caviale ad esempio, rappresenta un simbolo del cibo di lusso. Il brand Cavalier, lanciando una nuova linea nella grande distribuzione, dimostra la capacità di un’azienda leader nel se!ore di rendere più accessibile il food d’alta gamma. Il proge!o di branding che accompagna questo passo con il lancio della linea Cavalier Caviar Club, coinvolge lo studio del nome, la proge!azione del marchio e la definizione di un linguaggio visivo di fo"e impa!o e altamente valorizzante.

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S P A Z I O

R O B I L A N T

Nella pianificazione del retail, nulla è lasciato al caso. Come nello Spazio Bollicine di Ferrari, dove forme e de!agli offrono un luogo per una pausa di autentica qualità italiana.

Ma l’alta gamma nel food si fa sempre più quotidiana, a!raverso prodo!i semplici che offrono promesse nuove, funzionali a singoli benefit cercati dal consumatore. Così le marche tradizionali si riqualificano, lanciando prodo!i per fruitori sempre più a!enti. A!enti perché documentati, sopra!u!o a!raverso la rete. Il cibo è narrazione prima che consumo e i social sono un’o!ima oppo"unità per informarsi, essere aggiornati sui prodo!i che acquistiamo quotidianamente o che desideriamo provare. Cresce il numero di blog, canali YouTube e account Instagram dedicati al food. Proprio su Instagram, oramai uno dei più grandi archivi di esperienze culinarie al mondo, sono state pubblicate 239 milioni di foto con l’hashtag #food e più di 33 milioni con l’hashtag #healthyfood. Un archivio enorme, a po"ata di mano.

Il cibo è narrazione prima che consumo: i social sono un’ottima opportunità per informarsi

Avvicinandosi tanto al consumatore, l’alta gamma è nel tempo migrata dal rappresentare “i prodo!i cari che non mi posso perme!ere” a essere “il prodo!o raro che ho voglia di perme!ermi”.

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D E T T A G L I

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D I F F E R E N Z A

Formato chiuso 25,1 x 36 cm Formato ape"o 50,4 x 36 cm

IL PREZIOSO LIVRE-COLLECTION DELLA MAISON PIAGET STAMPATO IN Nava Press Amalfi, terra di fuoco e di vulcani, culla di a"e e di cultura, ha ispirato la nuova collezione di gioielli Piaget Sunlight Journey, presentata nel corso della Couture Week di Parigi, nel luglio di quest’anno. In questa terra di azzurri e di luce ciascun momento del giorno produce atmosfere diverse, proprio come i riflessi delle gemme, degli zaffiri blu e dei diamanti gialli dei gioielli della collezione. Scogliera, Faraglioni, Gro!a Azzurra, Sabbia sono i nomi di alcuni dei gioielli che

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compongono Sunlight Journey e che ripo"ano al mare di Amalfi. Anche nel libro/catalogo Sunlight Journey, stampato da Nava Press, i colori di Amalfi e dei gioielli della collezione della Maison Piaget sono il tema predominante: cope"ina e pagine nei colori azzurro, vermiglio, arancio, verde, giallo in colorazioni degradanti; leggere veline multicolore inserite tra le pagine di fotografie e le immagini di gioielli, il tu!o impreziosito da scri!e in oro a caldo.

COPERTINA CARTONATA Ca"oncino da 3 mm extra white rivestito con ca"a Majestic Chameleon Light Gold; Stampa UV + stampa oro caldo + plastificazione opaca antigraffio INTERNO DEL CATALOGO Stampa UV 5/5 colori + vernice + stampa oro a caldo

Cope#ina: ca"a Gardama! da 350 g Pagine interne: 120 pagine in ca"a Splendorgel Extra White; qua"ini alla giapponese in ca"a Majestic Chameleon Light Gold, 7 schede in 7 diversi colori in ca"a velina (Avorio, Vaniglia, Blu a"ico, Blu cielo, Verde acqua, Zafferano, Lampone) Legatura: brossura fresata

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D E T T A G L I

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UNA RICERCATA CONFEZIONE PER IL CENTENARIO DI

Manifattura del Seveso

IL COPERCHIO Nel coperchio la confezione è rivestita con tela Paradise grigia bitonale, con inserimento di una etiche!a in Assuan nera riproducente il marchio MDS con stampa a caldo tono su tono.

Nasce da una complessa proge!azione ca"otecnica che coniuga eleganza e sobrietà, bellezza del rivestimento e armonia delle forme la confezione della bo!iglia di Po"o vintage del 1917, realizzata in occasione del centenario di Manifa!ura del Seveso. Leader nella produzione di tessuti tecnici destinati al lusso, Manifa!ura del Seveso ha festeggiato qualche mese fa i suoi 100 anni di storia

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alla presenza di 300 ospiti internazionali, nella splendida location di Villa Erba a Cernobbio sul lago di Como. Prodo!a dalla po"oghese Ca"onagem Trindade Lda, impo"ante polo europeo nella produzione di scatole per il mercato del lusso e del vino, la confezione è stata presentata anche a Luxepack Monaco 2017, dove un pubblico numeroso ha apprezzato i de!agli sa"oriali del rivestimento.

L’INTERNO All’interno del coperchio una tela Assuan nera con scavato sul ca"one un motivo geometrico che riproduce il so!ostante motivo del fondo. IL FONDO È rivestito sempre con tela Assuan nera. I SOSTEGNI RIVESTITI Pa"icolarmente innovativa e ingegnosa, la soluzione per contenere la bo!iglia che si incastra in un complesso gioco di sostegni in ca"one rivestiti in tela Paradise, che bloccano la bo!iglia.

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G R A F I C A L

www.grafical.it

C O M U N I C A Z I O N E

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GRAFICAL DOVE OSANO LE ETICHETTE

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Nasce nel 1982 Grafical, proprio nel cuore della Valpolicella e in questa terra antica e ospitale opera da oltre 30 anni, mantenendo fede alle esigenze del settore grafico e alle richieste di qualità dei prodotti. Cresciuta negli anni fino ad assumere gradualmente una più ampia dimensione produttiva, l’azienda può contare oggi su 800 clienti. Dopo una lunga esperienza nella stampa in piano, Grafical ha dato una svolta decisiva al proprio assetto produttivo investendo nelle tecnologie offset, serigrafica e digitale in rotolo, ampliando così la sua gamma di prodotti e servizi. Al passo con la crescita della struttura (oggi conta

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80 collaboratori ) anche l’immagine dell’azienda si è rinnovata e nel 2015 l’azienda di Marano di Valpolicella è stata inserita a pieno titolo nel ‘Club delle Eccellenze della stampa’ grazie al riconoscimento come "Best Technology Innovator” ricevuto agli Oscar della stampa. Tecnologia all’avanguardia Fiore all’occhiello di Grafical è la stampa di etichette autoadesive per il settore vitivinicolo, realizzata con attrezzature tecnologiche di ultima generazione, che consentono di lavorare con le tecniche più esclusive e con materiali selezionati. Due le ultime installazioni, entrambe considerate tra le migliori opzioni del merca-

to: la Macchina Serigrafica Cartes GT, che stampa fino a 4 colori serigrafici, 3 lamine a caldo + rilievo a secco e la Fustella Laser Cartes GE, che consente di fustellare materiali diversi con sagome e fori all’interno dell’etichetta. Grazie a queste scelte, Grafical ha perfezionato la propria offerta e oggi è riconosciuta dai clienti per le sue singolarità, che si esprimono in un servizio completo, rapido, altamente professionale, caratterizzato dalle proposte creative di un eccellente studio grafico interno. La Ce#ificazione BRC-IOP Essere certificati BRC – lo standard sviluppato per definire i criteri di sicurezza e qualità del prodotto —

rappresenta per Grafical un motivo di orgoglio perché implica la scelta di aderire a un protocollo stringente che prevede verifiche ispettive, aggiornamenti continui e un allineamento costante al programma per i mercati globali della GFSI (Global Food Safety Initiative). Affidare il proprio packaging a un’azienda certificata BRC presenta notevoli vantaggi anche per il committente che non ha alcuna necessità di fare alcuna verifica sulla conformità, dal momento che la certificazione è riconosciuta a livello globale; la presenza di una directory pubblicamente accessibile consente una tracciabilità completa di tutta la filiera di produzione dell’imballaggio.

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C O M U N I C A Z I O N E

D ' I M P R E S A

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www.luxoro.it

BOX IN BOX THREE, VEDERE E TOCCARE IL FUTURO L’originalissima Box in Box è ormai al terzo appuntamento e anche l’edizione 2017, presentata al LuxePack di Monaco, ha più che oltrepassato le aspettative.

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Box in Box è l’espressione del lavoro di ricerca e analisi svolto ogni anno dal Design Team di Leonhard Kurz Stiftung & Co. KG. Lo studio dei trend della moda e degli stili di vita è sempre oggetto di grande interesse da parte degli esperti di Kurz. Da un minuzioso lavoro di ascolto, di analisi e di raccolta nascono ogni volta nuove ispirazioni che poi si trasformano in progetti, infine in proposte accattivanti, sempre al passo coi tempi. La terza edizione di Box in Box presenta cinque nuovi concept definiti Kurz Trend che, nell’industria grafica, vengono utilizzati come fonte d’ispirazione per nuove proposte di packaging orientate al futuro. Box in Box traduce le più attuali tendenze in un'esperienza tangibile; una matrioska composta da cinque scatole inserite una dentro l’altra, ognuna delle quali rappresenta uno dei cinque argomenti di tendenza 2017. Scoprire le scatole una per una regala un’esperienza interdisciplinare,

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L U XO R O

un eclettismo di effetti visivi e tattili grazie ai diversi colori scelti e alle diverse strutture di stampa ottenute con i clichè di Hinderer + Mühlich GmbH & Co. KG. BOX La scatola esterna che funge da contenitore è volutamente semplice per dare risalto al contenuto. Il materiale è naturale, un cartone chiaro decorato con un luminoso foil oro per creare contrasto tra lucido e opaco, senza tralasciare lo stile che appaga lo sguardo. MASQUE RAVE Una risata porterà la pace! La scato-

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www.luxoro.it

la rappresenta un universo assurdo e surreale. Accolti da labbra carnose e rosse si entra in un regno di fascino e di follia nel quale il culmine è un cuore profondo del colore della passione. Ironia, creatività e fascino già al primo impatto. I-SKIN Sensuale come la pelle. Questa scatola si presenta ricoperta di una veste dorata e emozionale. Il design sovrasta la tecnologia e viceversa. Questo nuovo stile fa emergere il lato passionale e voluttuoso della superficie. Un rivestimento raffinato trasforma la geometria in un capolavoro in attesa di essere toccato.

C O M U N I C A Z I O N E

SUBRESISTANCE Ritorno alla cultura underground. Gli anni del punk di nuovo in voga provocanti e ribelli. Borchie applicate su motivi duri. Niente è perfetto e netto: è l’espressione dell’autenticità e dell’individualità controcorrente. Opporsi ai costumi di massa è un imperativo. THE ART OF LIFE L’affascinante espressione della natura. La natura qui è protagonista. Stimolante e misteriosa viene elevata a forma d’arte, come un quadro. Raggi di luce s’infrangono creando disegni d’effetto su rilievi e bassorilievi che esaltano la sensazione tatti-

D ' I M P R E S A

le delle infinite espressioni di madre natura. SUPER ID Il desiderio di un’identità autentica. La sorpresa finale nell’ultima scatola. Una collezione di pin che celebrano l’unicità dell’identità, come le impronte digitali e la calligrafia. L’identità espressa con colori ed elementi di design, genuina, audace e imperfetta.

Per conoscere meglio tutte le nostre proposte per il design venite sul nostro sito: www.luxoro.it

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SMART PACKAGING

VEDI ALLA VOCE: TECNOLOGIE

di E L E N A

PA NCI E RA

©Variant @depositphotos.com

Sono tante e tutte in continua evoluzione le tecnologie che consentono il dialogo tra il consumatore e l’imballaggio, un assortimento infinito cui si aggiungono di giorno in giorno nuovi elementi. Ecco una selezione di strumenti che da una parte controllano la tracciabilitæ degli stampati e dei packaging, dall’altra rendono ‘comunicativa’ la superficie. Soprattutto ne personalizzano l’utilizzo.

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Se incrociamo la tecnologia con il packaging tradizionale otteniamo qualcosa di diverso, dalle potenzialitæ nuove. Accediamo a un mondo inesplorato: non tanto perch« le tecnologie sono innovative, ma perch« l’immaginazione umana le pu– usare e combinare in modi sempre diversi, per comunicare il proprio messaggio in modo sempre pi◊ efficace. E quindi questo packaging “avanzato” pu– diventare come la filigrana nella cartamoneta: un mezzo per ottenere informazioni importanti. — M A S S I M O G I O R DA N I Vicepresidente Associazione Italiana Sviluppo Marketing

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Le potenzialità legate alle confezioni sono moltiplicate dalla tecnologia e dal digitale. “Se incrociamo il packaging tradizionale con soluzioni tecnologiche otteniamo qualcosa di diverso, dalle potenzialità nuove. Accediamo a un mondo inesplorato: non tanto perché le tecnologie sono innovative, ma perché l’immaginazione umana le può usare e combinare in modi sempre diversi, per comunicare il proprio messaggio in modo sempre più efficace. E quindi questi packaging “avanzati” possono diventare come la filigrana nella ca"amoneta: mezzi per o!enere informazioni impo"anti”, spiega Massimo Giordani, vicepresidente dell’Associazione Italiana Sviluppo Marketing. Il packaging riveste un ruolo comunicativo, ma i brand se ne servono da sempre anche per assicurare l’originalità dei loro prodo!i, per tracciarli e garantirne l’integrità. Ecco, la tecnologia perme!e di aumentare le potenzialità di entrambe queste funzioni. Non solo: spesso la medesima tecnologia può assolvere entrambi questi scopi. La tecnologia, infa!i, è uno strumento: per quanto avanzata e futuristica sia, la differenza tra un packaging che funziona e uno che non funziona la fa sempre la creatività. Sta ai designer proge!are customer journey interessanti, coinvolgenti, utili, emozionanti, sfru!ando al meglio le soluzioni che ha a disposizione. E per farlo deve comprenderne il funzionamento e le potenzialità. Qui abbiamo raccolto quelle più innovative.

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La brand protection non deve più scendere a compromessi di tipo estetico, e si me"e al servizio del marketing. È questo il caso di Trustconcept, la soluzione di Luxoro Kurz che trasforma i film olografici in varchi per accedere a contenuti multimediali, grazie alla realtà aumentata.

QR code avanzati (perch« anche l’occhio vuole la sua parte) Tu!i conoscono i QR code, efficaci ma estremamente visibili e invasivi. Oggi però molti produ!ori stanno lavorando a “QR code avanzati”, invisibili. Il conce!o alla loro base è lo stesso dei loro progenitori: dot rilevabili da un dispositivo ele!ronico. Solo che i quadratini neri dei vecchi QR code diventano microscopici puntini gialli non visibili a occhio nudo, e possono essere inglobati all’interno di immagini. Questa specie di “impronta digitale” stampata su packaging e prodo!i ha applicazioni nella logistica, nella sicurezza e nella protezione del brand, ma serve anche per coinvolgere i clienti e interagire con loro in tempo reale. Il so%ware di creazione del codice, suppo"ato dalla tecnologia di stampa digitale, consente di creare infiniti codici univoci in tu!o il mondo, che possono quindi (almeno in linea ipotetica) rimandare ad altre!anti contenuti unici. Link Creation Studio Link, società legata a HP, propone proprio questo tipo di soluzione, che chiama Digital Watermark, ovvero “filigrana digitale”. Questo

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è possibile grazie alla sua capacità di gestire tu!a la filiera, dallo sviluppo dei codici univoci tramite so%ware, alla stampa in altissima risoluzione (fondamentale perché il watermark sia individuabile), alla le!ura del codice tramite un’app proprietaria, LinkReader. Che ovviamente è in grado di leggere pure i “papà” dei Digital Watermark, i QR code. Visioni spettacolari con la realtæ aumentata Di realtà aumentata abbiamo parlato su Print nel numero 69, a pagina 72. Il vantaggio maggiore di questa tecnologia è che qualsiasi immagine stampata può diventare un tag, cioè il varco per accedere ai contenuti digitali, senza bisogno di materiali o lavorazioni particolari. Sono molte le pia!aforme che consentono di realizzare proge!i di realtà aumentata. Troppe, forse, e il problema è proprio questo: che non esiste un’unica app che riconosca tu!i i tag di AR del mondo, come succede invece con i QR code. Tra queste pia!aforme, l’italiana Experenti ha un approccio diverso, che è una possibile soluzione a questo problema. Il suo core business,

infa!i, sono i proge!i custom, che spesso integrano la realtà AR all’interno delle pia!aforme dei clienti. Oltre a questo, propone comunque gratuitamente su Google Play e App Store l’app Experenti, che ha un motore di riconoscimento dell’immagine molto veloce e potente. Trustconcept è invece la proposta di Luxoro Kurz che perme!e di proteggere i prodo!i decorandoli, e viceversa. Infa!i integra ologrammi e realtà aumentata/mobile technology con due soluzioni breve!ate: Trustseal (per la pa"e olografica) e Trustcode (per la pa"e so%ware). L’app creata da Kurz propone molteplici punti di accesso: non solo codici univoci per identificazione e tracciabilità dei prodo!i, ma anche lamine olografiche e loghi possono diventare strumento per l’interazione col cliente, la comunicazione e il marketing del prodo!o. Questa raffinata ed elaborata combinazione di tecnologie proprietarie offre un grado di sicurezza molto elevato, oltre che possibilità di design spe!acolari, grazie all’unicità degli effe!i o!ici che la tecnologia Trustseal può offrire. RFID e NFC, finestre verso nuovi mondi digitali Con la tecnologia RFID (Radio-Frequency IDentification) e la sua so!ocategoria NFC (Near Field Communication) possiamo acquisire le informazioni contenute in un tag ele!ronico grazie al nostro sma"phone, anche senza contatto. Questo tag è inglobato in un suppo"o in materiale plastico o ca"aceo, e ha dimensioni molto piccole, che variano da pochi millimetri a qualche centimetro. Inoltre è completamente pia!o. Per questo RFID e NFC sono tecnologie ideali anche per la ca"otecnica: infa!i i tag possono essere tranquillamente inseriti all’interno di scatole e bag, senza intaccarne l’estetica. I tag non hanno una ba!eria interna, ma vengono a!ivati dallo sma"phone. Queste tecnologie hanno applicazioni nella logistica, nella tracciabilità di prodo!o e nell’anticontraffazione, ma possono essere usate anche con fini comunicativi. Uno stadio ancora più avanzato è costituito dalla ca"a speciale Arjowiggins

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I tag possono essere usati come finestre verso nuovi mondi digitali: siti e landing page, portali, video. E i contenuti digitali sono mobili: possono essere modificati nel tempo, controllati e gestiti dai brand attraverso un database centrale. — P I E R O S C H I AV U TA CEO Protolab

PowerCoat Alive. È composta di tre strati incollati e laminati insieme: su quello centrale sono stampati i circuiti ele!ronici necessari alla tecnologia NFC e viene inserito un chip di silicio. I due strati esterni invece sono ca"e pregiate delle collezioni Arjowiggins. L’apparenza è quella di una ca"a assolutamente normale. E come tale è lavorabile: PowerCoat Alive può essere stampata, laminata, so!oposta a finitura. È disponibile sia in fogli che in etiche!e adesive. Tra i prodo!i della linea Arconve! Secu!ack c’è anche l’RFID che, grazie a una tecnologia breve!ata, consente di mantenere le peculiarità del prodo!o originale, non alterando cara!eristiche come spessore o adesività. Stora Enso, produ!ore di ca"oncini, proge!a e realizza soluzioni di intelligent packaging usando la tecnologia RFID di NXP Semiconductors e la pia!aforma di gestione dei dati Microso% Azure. “Le potenzialità legate alla tecnologia NFC sono molto grandi, e simili a quelle dei QR code o della realtà aumentata”, spiega Piero Schiavuta, CEO di Protolab, azienda specializzata nella creazione e gestione di proge!i RFID. Il conce!o di base è lo stesso: “I tag possono essere usati come finestre verso nuovi mondi digitali: siti e landing page, po"ali, video, qualsiasi cosa. E i contenuti digitali sono mobili: possono essere modificati nel tempo, controllati e gestiti dai brand attraverso un database centrale”. Il vantaggio dell’NFC rispe!o ad altre tecnologie più statiche è la possibilità di personalizzare i contenuti per ogni singolo tag: “Questo è possibile perché non c’è un tag uguale all’altro in tu!o il mondo. Così possiamo riconoscere con assoluta ce"ezza i singoli ogge!i su cui i tag sono applicati”, spiega Schiavuta. In questo modo, ogni tag può condurre a contenuti esclusivi, ogni cliente può avere contenuti personalizzati su di lui. Il fascino degli ologrammi di seconda generazione Tu!i abbiamo ben presente cosa sono gli ologrammi di sicurezza, i piccoli adesivi arcobaleno che vengono usati per ce"ificare la sicurezza di un prodo!o. Il loro piacevole effe!o cangiante è o!enuto a!raverso un procedimento molto com-

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All’interno di una semplice etichetta risiedono spesso sofisticate tecnologie di anticontraffazione difficili da identificare. Qui possono essere nascoste informazioni segrete che garantiscono univocamente l’origine dell’ologramma e quindi del prodotto che esso identifica. — F I L I P P O R O M A N ATO Professore dell’universitæ di Padova Direttore laboratorio LaNN di nanofabbricazione

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plesso e costoso. Dalla combinazione di più elementi (so%ware, hardware, design) deriva il grado di sicurezza di un ologramma, ed è appunto quest’elemento variabile che obbliga i brand a compiere scelte che sono il fru!o di un compromesso tra estetica, sicurezza e costi. Per esempio, alcuni degli ologrammi più sicuri sacrificano l'apparenza e si presentano con una supe$icie quasi omogenea, leggermente metallica. È il caso della tecnologia olografica breve!ata realizzata dal laboratorio LaNN di nanofabbricazione in collaborazione con Holo 3D. “All’interno di una semplice etiche!a risiedono sofisticate tecnologie di anticontraffazione difficili da replicare. Qui possono essere nascoste informazioni segrete che garantiscono univocamente l’origine dell’ologramma e quindi del prodo!o che esso identifica”, spiega Filippo Romanato, professore dell’università di Padova e dire!ore di LaNN. Arconve!, Luxoro Kurz, Favini, SunChemical sono solo alcuni dei produ!ori che includono anche gli ologrammi nella propria offe"a di dispositivi per la sicurezza e la protezione del brand. Ciascuno propone prodo!i con gradi di sicurezza diversi, a seconda delle necessità del cliente, e possono integrarli con altre tecnologie nei loro cataloghi, come nel caso di Luxoro Kurz che li usa come punti di accesso per la realtà aumentata. Materiali avanzati, quando la struttura della materia cambia Allo scopo di proteggere il brand vengono sviluppati materiali avanzati che integrano al proprio interno elementi chimici o fisici invisibili a occhio nudo, ma rilevabili grazie a dispositivi ele!ronici speciali. Ovviamente le formulazioni di questi materiali, che nel packaging sono generalmente plastici o ca"acei, sono segretissime. I dipa"imenti di R&D delle ca"iere sono chiamati a sviluppare prodo!i sicuri, ma anche esteticamente ineccepibili e integrabili all’interno dei normali processi di produzione ca"otecnici, che vanno dalla stampa alla verniciatura, dalla laminatura al taglio. Secure-Zap è la soluzione che Favini propone in questo ambito. La speciale formulazione della ca"a viene riconosciuta da un dispositivo acustico o

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Oggi i brand hanno a disposizione le tecnologie più avanzate per proteggere l'originalità dei propri prodo"i, e possono scegliere se renderle invisibili oppure trasformarle in occasioni di decorazione e valorizzazione, come nel caso di Trustseal di Luxoro Kurz.

una penna laser, garantendo l’originalità del packaging realizzato. Arconve!, azienda del Gruppo Fedrigoni, offre numerosi materiali avanzati che contengono al loro interno fibre naturali e sintetiche non replicabili, planchette, sensitizer e fili di sicurezza. Queste soluzioni, che oggi vengono richieste e usate dai brand, nascono in realtà da una profonda esperienza che Arconve" ha maturato con clienti istituzionali. Sono tu!e raccolte all’interno della linea di prodo!i Secu"ack. SunChemical, specializzata nello sviluppo e nella produzione di inchiostri, offre ai propri clienti anche la possibilità di lavorare sulla formulazione dei materiali, sia a base ca"a che a base plastica. Vedere l’invisibile con gli inchiostri Esistono moltissime formulazioni di inchiostri “speciali” che perme!ono di avere gli effe!i e i risultati più diversi, con utilizzi possibili sia nella sicurezza che nella comunicazione. Se si cercano soluzioni personalizzate e avanzate, ci si può rivolgere dire!amente a un produ!ore di inchiostri. Sono già disponibili sul mercato soluzioni visibili, semivisibili e invisibili. Le prime includono inchiostri che cambiano colore: i cangianti a seconda dell’angolo da cui li si guarda, i metacromatici in base alla fonte di luce, e i termocromatici in base alle temperature. Quelle semivisibili possono essere individuate solamente grazie a dispositivi luminosi pa"icolari, come luci ultraviole!e o a infrarossi. Infine, le soluzioni invisibili prevedono inchiostri che contengono una qualche forma di marcatore o indicatore chimico individuabile solamente con un rilevatore, che può essere una semplice penna laser oppure un dispositivo di le!ura più sofisticato. SunChemical propone tu!e queste soluzioni per l’anticontraffazione e lavora anche su proge!i custom, intervenendo non solo sulla formulazione degli inchiostri, ma anche su quella di vernici, coating e adesivi. Domino ha recen-

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temente lanciato un inchiostro fluorescente, invisibile se non è illuminato da una speciale lampada a ultraviole!i. Anche il dipa"imento R&D di HP sta studiando vari inchiostri speciali per le proprie stampanti Indigo: effe!o gli!er, profumati, termosensibili reversibili e irreversibili. A oggi l’unico in commercio è Fluorescent Pink, pensato per scopi di comunicazione e marketing: grazie alla fluorescenza, so!o le luci UV brilla. Presto saranno disponibili anche i colori Green e Yellow. Un altro tipo di “inchiostro speciale” può essere considerato quello che consente di stampare circuiti dire!amente su ca"a e materiali plastici. Abbiamo visto che viene usato nella ca"a PowerCoat Alive, che consente di “a!ivare” la tecnologia NFC. È un’altra tecnologia invece quella delle Printed Memory di Xerox, basate sull’ele!ronica di Thinfilm. Si tra!a di micro etiche!e in plastica adesiva so!ile sulle quali vengono stampati circuiti che possono contenere fino a 36 bit di memoria riscrivibile. Qui possono essere salvate informazioni sul prodo!o, codici, nu-

meri di serie, date di scadenza e codici geografici. Simile conce!ualmente all’RFID, Printed Memory è più economica, e viene usata principalmente come anticontraffazione. Aumenta la sua sicurezza in combinazione con la tecnologia Cryptographic Security, un codice cri!ografato stampato e univoco, che perme!e di accedere alla memoria. Questo codice, simile ai QR code, può essere le!o solo da un dispositivo speciale che si inte$accia con un’applicazione per sma"phone dotata di ulteriori codici di sicurezza. I design invisibili dei trattamenti superficiali La supe$icie delle ca"e usate per creare bag e scatole può essere trattata con strumenti che ne modificano fisicamente (non chimicamente) la stru!ura. Tra queste soluzioni c’è Favini Secure Skin, una micro-goffratura che nasconde un codice o una scri!a visibile solamente con una lente da 20x, che viene impressa tramite un cilindro. Il cliente può scegliere il design della goffratura proposto dalla ca"iera, oppure svilupparne uno proprio.

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Una mostra MondoMostreSkira, Catalogo Skira

KUNIYOSHI IL VISIONARIO DEL MONDO FLUTTUANTE di M I C H E L A

PI BI RI

Ci sono universi interi dentro questo mondo fluttuante dell’Ukiyo-e, tanti quanti le individualità artistiche che l’hanno interpretato al di là degli stilemi di un genere nato per soddisfare la voracità edonista della città di Edo, l’attuale Tokyo. Dopo i più conosciuti Hokusai, Hiroshige e Utamaro, l’Italia incontra per la prima volta Utagawa Kuniyoshi (1798 – 1861) al Museo della Permanente di Milano fino al 28 Gennaio 2018, scoprendo un immaginario surreale, ironico e sorprendentemente vicino alla sensibilità occidentale. Una familiarità che deriva, certo, dalla permeabilità dell’artista alle iconografie e alle tecniche provenienti dall’Europa negli anni in cui il Giappone si apre, dopo secoli di isolamento, agli scambi commerciali: vediamo paesaggi che ricercano profondità e spessore atmosferico come fossero dipinti a olio, anatomie che denunciano familiarità con i trattati scientifici dell’epoca, una ricerca del vero nelle fisionomie femminili che trascende un immobile ideale di bellezza, un horror vacui di stampo barocco e persino, non è da escludersi,

l’influenza di Arcimboldo sulla creazione di ritratti-puzzle e di giochi calligrafici composti da figure animali incastrate tra loro. Ma non solo: se Kuniyoshi parla un linguaggio che mescola Oriente e Occidente, anche noi, dal Japonisme in poi, abbiamo costruito la nostra cultura visiva tenendo conto degli stimoli provenienti da quella porzione di mondo. Non è difficile, dunque, sorprendersi di quanto indietro nel tempo si trovino espedienti tipici della grafica contemporanea e dei manga, di quanto moderni appaiano i guerrieri tatuati a colori, di quanto i pattern geometrici e floreali dei kimono siano parte del nostro design quotidiano. Ma quello che colpisce più di tutto è ciò che avviene oltre i confini del razionale, in una soglia di sonno-veglia quasi ipnotica: spettri che fluttuano nel vuoto, scheletri e teschi, creature folkloristiche e bizzarre come il tanuki, cane-procione mutaforma. E poi, ovunque, animali mostruosi, fuori scala e feroci, la maggior parte provenienti dall’acqua: balene, certo, ma anche carpe giganti, piovre, rospi e persino un pesce-alligatore-squalo

Utagawa Kuniyoshi | La principessa Tamatori ruba il sacro gioiello dal Palazzo del Drago (Ryūgū Tamatori hime no zu), 1853 | tri!ico di ōban | xilografia policroma (nishikie) | 37,7x25,5 cm ciascuno | Masao Takashima Collection

Utagawa Kuniyoshi | Tenjiku Tokubei (Tenjiku Tokubei) Serie senza titolo di stampe di guerrieri pubblicate da Kawaguchi, circa 1826-27 xilografia policroma (nishikie) | 39x26,5 cm | Masao Takashima Collection

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con cui si misurano eroi letterari e guerrieri del passato in un dinamico intrico di corpi. È la rappresentazione di un inconscio collettivo legato al mare dal conflitto tipico di chi nasce su un’isola: fonte di sussistenza e dunque sacro, ma anche limite fisico e psicologico, brulicante di ignote minacce e quindi maledetto. La rappresentazione vivida di capricci, bizzarrie, sogni e incubi finora inedita nell’Ukiyo-e è valsa a Kuniyoshi l’appellativo di visionario, e a noi che lo vediamo per la prima volta rende ciò che già conosciamo un po’ più chiaro: dall’agghiacciante Sadako che esce dal pozzo nel film The Ring alla meravigliosa Città incantata di Miyazaki.

LA XILOGRAFIA GIAPPONESE L’Ukiyo-e si sviluppa tra il XVII e il XX secolo. Inizialmente monocroma, realizzata solo con la china e poi colorata a mano, diventa progressivamente policroma con lo sviluppo del Nishiki-e (1765), che prevede fino a quindici matrici. Oltre agli inchiostri a base d’acqua e amido di riso, possono essere usati anche oro, argento, mica e gofun – pasta bianca a base di conchiglie bruciate. La ca!a tradizionale, chiamata Washi, è molto resistente anche da bagnata grazie alle fibre lunghe, e può essere cucita. È morbida, flessibile, naturalmente traslucida, molto assorbente e, a parità di spessore, più leggera delle ca!e occidentali.

Utagawa Kuniyoshi | Composizione di pesci rossi che cantano“bonbon” (Kingyo zukushi bonbon), circa 1842 | xilografia policroma (nishikie) 23,2x17,3 cm | Masao Takashima Collection

Arctic Paper rinnova i campionari In arrivo i nuovi campionari delle carte fini di Arctic Paper: naturali senza legno Amber Graphic ed Amber Preprint; patinate senza legno a lama flessibile G-Print e G-Print Smooth; patinate senza legno opache e demi-matt Arctic Matt ed Arctic Silk+; naturali spessorate di pregio Munken Print e Munken Premium. Scopri di più su www.arcticpaper.com

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©studio_accanto @depositphotos.com

ANCHE LA STAMPA INSEGUE IL

Vegan Style Dal cibo all’abbigliamento, dalle calzature all’automotive, dai viaggi alla cosmesi agli scaffali dei supermercati il veganesimo è ormai una diffusa filosofia di vita. Ecco perché il vegan-style si è affermato come una nuova tendenza del design. D’altra parte, vegetariani e vegani rappresentano nel mondo una nicchia di consumatori importante. In Italia, secondo il Rapporto Eurispes Italia 2016, sono oltre 4 milioni e mezzo. E tutti molto attenti ai loro acquisti. Anche nel mondo della stampa si comincia a discutere di vegan printing, di packaging crueltyfree, di materiali e di colle prive di caseina (proteina del latte), di inchiostri con pigmenti a base vegetale, di lavorazioni e processi certificati. Ma siamo soltanto all’inizio di una sensibilità che forse si farà strada. Nel frattempo noi di Print facciamo il punto sui comportamenti e le esperienze virtuose.

Chi segue una dieta vegetariana o vegana in Italia

Il calo del consumo di carni rosse e suine in Italia

L'aumento del consumo di zuppe di verdure di L O R E N Z O

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CAPITANI

3% 7,6%

La percentuale di vegani in Italia

–5,8% +37%

Triplicate in un anno. Sono le persone che in Italia, secondo il Rappo"o Eurispes 2017, si dichiarano vegane. Nel 2016 erano poco meno dell’1% e adesso sono il 3%. Un dato confermato anche dal rappo"o Vegan Italia 2017 svolto dall’osservatorio Veganok. Si tra!a di circa un milione e o!ocentomila persone. Secondo il rappo"o annuale Eurispes il 7,6% del campione intervistato segue una dieta vegetariana o vegana. In pa"icolare, il 4,6% degli intervistati si dichiara vegetariano (-2,5% rispe!o al 2016) mentre i vegani giungono appunto al 3%. I numeri sono confermati anche dalla crescita delle vendite legate al se!ore ‘no meat’. Nei primi 10 mesi del 2016, rispe!o allo stesso periodo del 2015, si è registrato un calo dei consumi rispe!ivamente del 5,8% per le carni rosse e suine, del 5,3% per i salumi e del 3,2% sui prodo!i caseari. A questi cali corrispondono interessanti aumenti dei prodo!i cosidde!i vegan: la!i vegetali (+19%), zuppe (+37%), pia!i pronti, condimenti, salse e sostituti dei secondi pia!i (+27,1%).

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Il fenomeno non ha solo dei risvolti culturali, ma anche forti implicazioni economiche che impattano tutti i mercati, compreso quello della stampa, delle etichette e del packaging. In Italia 1.800.000 vegani

Questi numeri descrivono chiaramente un fenomeno con il quale, piaccia o no, è necessario fare i conti. Le!eralmente. Ma cosa significa essere vegano? Stando alla definizione data nel 1979 dalla Vegan Society, “seguire un modo di vivere che esclude, nei limiti del possibile e del praticabile, ogni forma di sfru!amento e crudeltà verso animali, per scopo alimentare, per il vestiario, come per qualunque altro scopo e, per estensione, promuove lo sviluppo e l'uso di alternative che non prevedono l'utilizzo di animali”. Non si tra!a dunque, come per i vegetariani, di non mangiare la carne di animali che vivono in mare o sulla terra, ma di rifiutare tu!i i cibi di origine animale, compresi i loro derivati. Questo perché l’obie!ivo è non solo quello di non uccidere gli animali, ma anche di non farli soffrire sfru!andoli per le nostre esigenze alimentari. Quindi niente uova, formaggio o miele. Di più, come i vegetariani anche i vegani evitano anche di usare prodo!i cosmetici o capi d’abbigliamento che contengono ingredienti animali o che siano stati testati su di loro. I vegani non usano

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nemmeno la seta, i piumini d’oca o la lana. Ed è un fenomeno trasversale che coinvolge tanto gli uomini (5,3%) quanto le donne (7,5%). Ma sopra!u!o non è una moda del momento (il fenomeno esiste fin dal 1944 quando dalla Vegetarian Society americana si staccò la costola dei “vegetariani non consumatori di la!icini”) ma, come spiega Leonardo Pinelli, docente di Pediatria all’Università di Verona, “di una presa di coscienza. Molte persone decidono di abbandonare il consumo di alimenti animali per ragioni etiche, salutistiche e ambientali”. Complici, aggiungiamo noi, gli appelli di numerosi oncologi a rinunciare alla carne e i numerosi scandali che hanno coinvolto bestiame e allevamenti, bovini e aviari.

Nella gdo tanti marchi Vegan

Chi fa una scelta così radicale persegue il proprio obie!ivo con decisione, non amme!e deroghe e non fa sconti. Se ne è acco"a per prima la GDO. La Coop ha esteso il marchio bio ViviVerde nato nel 2013 a tu!a una serie di alimenti proteici a base vegetale che non contengono proteine animali “dedicata

a chi cerca alternative per una sana alimentazione priva di carne”. Ma c’è anche Pam con Veg&Veg e Despar con Veggie. Mentre Esselunga, che non ha una propria linea dedicata, nei suoi punti vendita ha esteso esponenzialmente il numero dei prodo!i Vegan Ok: si tra!a della prima ce"ificazione etica cruelty free nata in Italia che copre se!ori merceologici che vanno dall’alimentazione all’abbigliamento, dalla cosmesi e igiene agli integratori, dall’arredamento ai prodo!i per gli animali, fino all’editoria.

Scelte vegane anche nella stampa

Come si vede il fenomeno non ha solo dei risvolti culturali, ma anche fo"i implicazioni economiche che impa!ano tu!i i mercati, compreso quello della stampa, delle etiche!e e del packaging. Non si tra!a più di stampare bio, di materie prime eco-friendly, ca"e riciclabili, inchiostri per alimenti, vernici acriliche all’acqua e colle vegetali. Ignorarlo significa tagliarsi fuori da aree di business decisamente in crescita. C’è chi però non è stato a guardare e la scelta vegana la sta perseguendo anche nel mondo della stampa. È il caso

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dell’agenzia di comunicazione Hamelin di Firenze che, dopo una sperimentazione di un anno, propone ai propri clienti una stampa completamente bio. A pa"ire dalla ca"a riciclata, ecologica e ce"ificata FSC. Mentre per la stampa hanno selezionato inchiostri Toyo della linea Vegetable Oli Based Ink con pigmenti a base esclusivamente vegetale. Un’altra esperienza decisamente green è quella del po"ale ecoprintweb.com creato nel 2013 da Grafica KC di Genova che, pa"endo dall’assunto che ‘Stampare inquina’, ha deciso di rivoluzionare l’intero processo di stampa per limitare al minimo l’impa!o ambientale, utilizzando energie rinnovabile, inchiostri a base vegetale, acqua o cera e senza adoperare acidi di sviluppo chimico per la stampa offset. Tu!o il ciclo di produzione è interamente controllato e tracciato: pe$ino i pacchi sono realizzati in ca"a riciclata, ca"one e scotch di ca"a. Nonostante questi sforzi, essere a zero impa!o è impossibile: per questo l’azienda ha un proprio programma di riforestazione, per restituire al pianeta l’ossigeno consumato. Senza rinunciare all’offset, ecoprintweb.com usa lastre termiche Presstek lavate solo con acqua e sapone, mentre per le piccole tirature fa!e in digitale usa la stampa a cera o i plo!er con inchiostri a pigmento base acqua.

Tante storie virtuose nella stampa

È vero che ca"a e inchiostri di per sé non contengono sostanze di origine animale e quindi sarebbero rispe!ose delle idee

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vegane, ma è altre!anto vero che tu!o il ciclo di vita di queste materie prime è ad alto impa!o per l’ambiente. Un vero vegano non si accontenta della ca"a riciclabile, la vorrebbe compostabile. E se l’imballo non è di ca"a, assolutamente non deve alterare il contenuto ed essere riutilizzabile più e più volte. L’azienda americana PBFY, specializzata in packaging flessibile, ha una linea interamente dedicata al mondo vegano con sacche!i riutilizzabili con chiusure a zip ermetiche o Tin Tie. Ma anche la Minimo Impa!o di Roma ha ape"o il sito ecostoviglie.com in cui vende prodo!i biodegradabili e compostabili o almeno realizzati con materie prime rinnovabili ce"ificate FSC o PEFC, provenienti da filiera forestale controllata o prodo!i in materiali riciclabili come amido di mais, canna da zucchero, legno, bambù o corteccia di palma. Storia vi"uosa anche quella del Gruppo Nuceria, azienda leader nel se!ore del packaging industriale che nel 2016, con un investimento superiore ai 3 milioni di euro finanziato in pa"e da Regione Lombardia, ha dato vita al proge!o “Greenprint” per sviluppare in 24 mesi prodo!i innovativi e tecnologie di stampa eco-sostenibili, spingendo all’uso di fibre naturali in canna da zucchero o 100% cotone, inchiostri biodegradabili e suppo"i in PET totalmente riciclabili. Una scelta apprezzabile che dimostra massima a!enzione all'ambiente sia pur senza arrivare ancora a ce"ificazioni specifiche.

Colle e adesivi per etichette

Una sana ca"otecnica non passa solo dai materiali, ma anche da colle e adesivi, per legatoria ed etiche!e: il punto non sono solo i componenti utilizzati, ma anche la loro riciclabilità. Un problema spesso sollevato, infa!i, riguarda gli adesivi utilizzati per etiche!are gli imballi o per confezionare packaging o stampati in genere, brossure comprese. Riciclare adesivi e colle è antieconomico, ma ca"a, ca"one ed etiche!a sono riciclabili e la scelta dell’adesivo deve tenerne conto. Il riciclo della ca"a avviene con macchinari che in acqua calda la sminuzzano rompendo i legami tra le fibre e trasformando la ca"a in poltiglia. Gli adesivi idonei al riciclo devono essere formulati in modo da mantenere dimensioni sufficienti per essere rimossi dal primo filtro dell’impianto di riciclo; qualora lo superino sono eliminati, in un secondo momento, a!accandosi alle bolle di aria che salgono in supe$icie con la schiuma. Gli adesivi non compatibili con il riciclo non solo non sono

È vero che carta e inchiostri di per sé non contengono sostanze di origine animale e quindi sarebbero rispettose delle idee vegane, ma è altrettanto vero che tutto il ciclo di vita di queste materie prime è ad alto impatto per l’ambiente

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I N C H I E S T A

La certificazione è applicabile per qualsiasi tipo di prodotto a patto che sia ottenuto senza l’utilizzo di qualsiasi materia prima, sostanza o ingrediente di origine animale. graditi ai vegani, ma ostruiscono i filtri delle macchine di produzione della carta e comunque macchiano e creano lacerazioni nella ca"a riciclata. Oggi tu!i i produ!ori di adesivi per etichette propongono linee che migliorano la riciclabilità della ca"a. Volendo essere rigorosi e realizzare un packaging davvero vegano è necessario evitare l’uso di qualsiasi componente di origine animale. Non può quindi essere utilizzata colla alla caseina (proteina del la!e) o qualsiasi tipo di gelatina composta da proteine idrosolubili o!enute dalla lavorazione del collagene derivato da tessuti, pelle e ossa animali. Il problema vero sono i componenti occulti delle materie prime (per esempio il piombo nei ca"oni della pizza). È come quando si guarda l’etiche!a di un cibo e si scopre la presenza di un ingrediente che non pensavamo potesse in alcun modo esserci (come la papaia nella birra, usata per chiarificarla). Nel packaging per i prodo!i vegani ecologia e assenza di qualsiasi aspe!o animale sono stre!amente legati; per questo al di là delle materie prime rigorosamente ce"ificate, tracciate e controllate occorre agire sull’o!imizzazione dell’imballo eliminando i cosidde!i over packaging, tu!e quelle confezioni inutili che proteggono il prodo!o con astucci in ca"oncino, come ad esempio i tube!i di dentifricio e di maionese (ovviamente ne esiste una versione vegana senza uova), proponendo nuove forme, valorizzando il tube!o e trasferendo su di esso le informazioni che di solito sono

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stampate sull’astuccio. Sebbene i consumatori siano sempre più protagonisti, informati e consapevoli, non si può negare che la confezione influisca ancora sia sul posizionamento di un prodo!o che sulla sua shelf life.

Affidarsi alle certificazioni

Ma come si fa a essere sicuri che lo stampato che si sta comprando sia davvero a impa!o ambientale minimo, se non davvero vegano? Affidandosi alle ce"ificazioni. Chi sceglie di vivere secondo lo stile di vita vegano può avere difficoltà nell’orientarsi nella scelta dei prodo!i se non ha conoscenza dei processi di produzione, visto che molti additivi che contengono sostanze di origine animale vengono utilizzati in tu!e le aziende produ!ive. E così la scelta di un prodo!o vegano è spesso legata unicamente alla presenza di un marchio di garanzia sul prodo!o. Il CCPB ad esempio opera come organismo di ce"ificazione e controllo dei prodo!i agroalimentari e “no food” o!enuti nel se!ore della produzione biologica e in quella eco-compatibile ed eco-sostenibile. Oggi CCPB ce"ifica 11.000 aziende, di cui circa 10.000 nel se!ore biologico, tra cui affermati gruppi industriali, grande distribuzione, piccole e medie imprese. La ce"ificazione è applicabile per qualsiasi tipo di prodo!o a pa!o che sia o!enuto senza l’utilizzo di qualsiasi materia prima, sostanza o ingrediente di origine animale; non possono essere utilizzati alimenti, ingredienti, coadiuvanti o ausiliari di fabbricazione

di origine animale o!enuti con il sacrificio o il maltra!amento degli animali. E questo, in qualsiasi tipo di se!ore, sopra!u!o agroalimentare e della ristorazione, cosmesi e detergenza, tessile e abbigliamento. La ce"ificazione prevede 3 livelli di conformità. 1. La ce"ificazione di prodo!o prevede per la realizzazione di un prodo!o di non usare componenti di derivazione animale. 2. La ce"ificazione di prodo!o & packaging prevede che le garanzie del livello base siano estese anche ai materiali di imballaggio, inclusi i materiali non a conta!o con il prodo!o. 3. La ce"ificazione di filiera comprende controlli a campione su tu!i i siti della filiera, applicabile fino alle aziende agricole produ!rici le materie prime vegetali utilizzate per l’o!enimento del prodo!o. Specifici per il mondo della ca"a e della stampa ci sono poi qua!ro altre ce"ificazioni che garantiscono i consumatori e ce"ificano materie prime, lavorazioni e filiera. Il marchio FSC® che identifica i prodo!i contenenti legno proveniente da foreste gestite in maniera corre!a e responsabile secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Soltanto le tipografie ce"ificate FSC possono apporre sugli stampati il logo della ce"ificazione in quanto queste, essendo annualmente controllate dall’Ente Ce"ificatore, garantiscono la Catena di Custodia: ogni lavoro stampato è inserito in un registro che perme!e

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I N C H I E S T A

Uno stampatore vegano… o quasi.

Intervista a Giacomo Chiarella, titolare di Ecoprintweb

la tracciabilità dell’acquisto di ca"a e di conseguenza di cellulosa e di legname utilizzati. Il ce"ificato Multiutility® garantisce che l’energia utilizzata è 100% energia pulita generata in Italia e nell’arco di 1 anno da sole, acqua, vento e terra. Eco-print© è la ce"ificazione della stampa a basso impa!o ambientale, controllata da un terzo Ente Certificatore a garanzia che il sistema di stampa utilizzato sia nel pieno rispe!o dell’ambiente (energia, inchiostri, sistemi di stampa, finitura dello stampato e imballaggio). E infine la ce"ificazione ISO 14001:2004 che specifica i requisiti di un sistema aziendale di gestione ambientale. Al di là della filosofia vegana che spesso diventa difficile da rispe!are interamente, una cosa è ce"a: tu!a questa ‘deriva green’, fa!a di a!enzione all’ambiente, cicli di produzioni sostenibili, cosmetici non testati su animali, fino alle t-shi" vegane o piumini invernali imbottiti di ova!a e non piume, rappresenta una sana presa di coscienza e può solo far bene a noi e al pianeta.

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Fo!e di alcuni decenni d’esperienza, nel 2009 la genovese Ecoprintweb ha deciso di rivoluzionare l’intero processo di stampa me"endo al centro il rispe"o per l’ambiente. Questo ha significato utilizzare solo energia ele"rica prodo"a da fonti rinnovabili e me"ere in a"o una serie di investimenti a lungo termine per sviluppare alcuni accorgimenti che rendono la tradizionale stampa offset amica dell’ambiente: le lastre vengono termoincise con un laser, invece che con gli acidi come di consueto, i cicli di lavaggio sono molto rido"i e usano solo prodo"i che non contaminano le acque, mentre è stato eliminato l’alcol isopropilico. In più, per ogni 40 euro di ordine, l’azienda finanzia la ripulitura di un metro quadro di bosco nell’Appennino ligure al fine di migliorare l’assorbimento della CO2 e prevenire il dissesto idrogeologico. Di sicuro un bell’impegno sul fronte ambientale. Ma eco significa anche vegan? Già l’utilizzo esclusivo di ca"e ce"ificate FSC garantisce un suppo"o con materie prime esclusivamente vegetali. E anche per tu!i i prodo!i utilizzati nella produzione di stampati (inchiostri, vernici, colle ecc.), usiamo solo materie non animali. Quindi potete dirvi una tipografia vegana? Non completamente, e per due motivi. Il primo è tecnico: nel caso della brossura fresata, infa!i, nelle colle che utilizziamo c’è una componente animale. Questo non per nostra scelta, ma perché al momento non esistono alternative efficaci. In tu!i gli altri casi, invece, anche le colle solo prive di componenti animali. E il secondo? È di ordine diciamo burocratico: infa!i non esiste a!ualmente una ce"ificazione “vegan OK” per il compa"o stampa. Le uniche esistenti (e noi le possediamo entrambe) sono quella FSC che riguarda la ca"a e l’Eco-Print che ce"ifica l’intero processo in ogni de!aglio, compresa l’alimentazione dei furgoni usati per il traspo"o nelle lavorazioni e consegne dire!e. De!o questo, bisogna però ricordare che tu!o ciò che preserva la qualità ambientale sopra!u!o degli ecosistemi naturali (nel nostro caso in pa"icolare le foreste FSC), contribuisce al benessere degli animali che vi abitano, il che va ce"amente nel senso di una sensibilità vegana. Il mercato richiede questo tipo di prodo"i? Sì, senza dubbio è un mercato in espansione, sia per motivi di ritorno d’immagine, sia perché molti nostri clienti ci credono. Alcuni ci hanno anche esplicitamente richiesto prodo!i vegani, la maggior pa"e vogliono semplicemente uno stampato al più basso impa!o ambientale. Ultimamente, con la crisi, il fa!ore economico ha frenato la richiesta anche perché, rispe!o a una stampa tradizionale, quella ecologica potrebbe avere dei costi maggiori viste le materie prime e l'a!enzione richiesta per tu!o il processo, ma si possono o!imizzare comunque i costi limando le tirature o le lavorazioni extra.

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A L B E R T I N I

PA C K A G I N G

G R O U P

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C O M U N I C A Z I O N E

D ' I M P R E S A

ALBERTINI PACKAGING GROUP DIVERSIFICAZIONE NELLA CARTOTECNICA

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Da Cosmografica Albertini ad Albertini Packaging Group (APG). È questo il nuovo nome con il quale l'azienda – fondata nel 1952 come Grafiche Albertini a Milano – si presenta oggi sul mercato. Non si tratta solo di un cambiamento del marchio: è la conseguenza della forte crescita e diversificazione dell'impresa, che oggi opera in tre settori chiave della cartotecnica grazie alla nascita di tre divisioni: Cosmetic, Pharma e Label Division. Profumeria d’alta gamma La prima, frutto della fusione, nel

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LE LAVORAZIONI 1994, tra Grafiche Albertini e Cosmografica di Cinisello Balsamo, rappresenta la consolidata attività nel settore cosmetico, che utilizza le più avanzate tecnologie e impianti per realizzare astucci pieghevoli e cofanetti rivestiti per il mercato della profumeria e della cosmetica, anche nell'alto di gamma delle griffe del lusso. Confezioni per la farmaceutica La Pharma Division e la Label Division sono nate, rispettivamente, nel 2016 e nel 2017: la prima dall’acquisizione delle Grafiche Servi di Busto Arsizio e della Newgraf di Melzo. Un settore che at-

tualmente offre le maggiori chance di crescita e in cui sicurezza, affidabilità e controllo sono elementi chiave. La divisione può vantare anche il brevetto su una tecnologia anti-tampering che garantisce l’integrità degli astucci. Specialisti nelle etiche"e La Label Division, invece, è nata rilevando il ramo d'azienda delle Grafiche Rekord che vantavano già una leadership di mercato per le etichette acqua e colla e IML (In Mould Label) e rappresentavano un punto di riferimento anche per la stampa delle etichette autoadesive, le shrink e le stretch sleeve.

Stampa offset, serigrafia, stampa flessografica, laminazione, cold foil, stampa a caldo, rilievo, fustellatura, rivestimento e piegaincolla: nell’ampia scelta di lavorazioni possibili, il controllo pieno del processo, insieme all’innovazione tecnologica e alla perizia dello stampatore, fanno davvero la differenza. Tecnologie integrate per la fase di prestampa, un laboratorio colore interno che produce tu"i gli inchiostri usati in azienda, taglio della ca!a da bobina a foglio così come la presenza di un fustellificio interno perme"ono di personalizzare ogni fase del proge"o e di mantenere costante il livello qualitativo.

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S P E C I A L E

ESPLODE IL TO-GO FOOD PACKAGING Anche noi italiani, popolo di raffinati gourmet, abbiamo ormai ceduto alla moda del food delivery. Sempre di più ordiniamo i nostri pasti online e restiamo in trepidante a#esa delle confezioni gourmet, consegnate dai corrieri in bicicle#a. È nata dunque un’impo$ante nicchia di packaging nomade, destinata al traspo$o dei pasti pronti. E all’interno delle confezioni, si trovano anche brochure informative, schede, libriccini di rice#e.

di A N N A

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APREA

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S P E C I A L E

Chi l’avrebbe de!o che anche noi italiani, così amanti delle tradizioni culinarie e del buon cibo, ci saremmo abituati all’idea di ordinare online i nostri pasti, aspe!ando sull’uscio di casa il corriere a bordo dello scooter, felici di spacche!are al più presto la scatola-gourmet per mangiare tu!o in qua!ro e qua!r’o!o? Eppure è successo. Non vogliamo cucinare più. E le ricerche parlano chiaro: qua!ro italiani su dieci mangiano fuori casa almeno una volta alla se!imana (indagine Ipsos per Tu!o Food) e di questi il 57% considera lo street food e l'online delivery possibili sostituti del ristorante tradizionale.

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51% 3 440 39%

degli italiani ha ordinato cibo da aspo!o nel 2015

la media di volte al mese in cui si ordina to-go

i milioni di euro di valore del mercato nel 2015

di italiani ordinano tramite telefono

CONFEZIONI BIODEGRADABILI, UN MUST Ordinare pasti da farsi recapitare a casa è ormai un’abitudine consolidata, trainata anche dalle tante app e piattaforme sempre più efficienti. Insomma l’Italia dei buongustai sembra aver deciso di chiudere le cucine di casa e i motivi sono comprensibili: il tempo per mettersi a spignattare è sempre più ridotto, di pari passo la voglia. Cosi gli Artusi sono finiti in soffitta, sostituiti da cibi pronti o cene ordinate via cellulare, tutto a cuor leggero senza neppure accendere i fornelli. Apri la confezione, apparecchi, mangi, smaltisci. A proposito di smaltimento, la riciclabilità della mail box è uno degli aspetti più importanti, il presupposto numero uno, dicono le ricerche, perché il nostro giudizio nei confronti della piattaforma che offre il servizio sia positivo. E poiché oggi carta e cartoncino sono gli unici materiali ad alta sostenibilità, il packaging (almeno quello secondario) del food delivery è tutto biodegradabile o composto da materiali riciclati. Tuttavia il problema dell’impatto ambientale esiste eccome… visto che la posateria è tutta in plastica. Ma il fenomeno del cibo on the go è relativamente nuovo, e ancora poco studiato. Una cosa è certa, che la qualità dei materiali che com-

pongono i contenitori del food delivery è vista come diretta espressione della qualità del contenuto. SETTE MILIONI GLI ITALIANI DEL FOOD DELIVERY Cerchiamo ora di capire quanto vale il business del food on demand. A livello internazionale, le dimensioni sono di oltre 210 miliardi di dollari, ossia il 43% del mercato della ristorazione mondiale (dati Techcrunch, 2016). L’ipotesi di sviluppo prevede, almeno negli USA, uno spostamento di paradigma che porterà l’ordine online a dominare su quello offline nel prossimo decennio (Wall Street Research Reports and Public Company Filings, 2015). In Italia si stima che il fatturato generato dall’out of home nel 2015 si aggiri sui 440 milioni. E dai dati forniti dall’Osservatorio Nazionale Gfk Eurisko 2016 scopriamo che il 51% degli italiani ha acquistato l’anno scorso cibo da asporto, andando di persona a ordinarlo, il 39% lo ha fatto via telefono, il 2% da cellulare o pc. Si stima poi che ben 7 milioni di persone (il 19% degli italiani) dimostrano una intention to buy nel mercato dell'online food delivery. Chi sceglie il delivery poi, racconta ancora l'Osservatorio, lo fa a casa, ma anche in ufficio, con una media di tre volte al mese.

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S P E C I A L E

IKEA: CUOCI QUEL POSTER PER FAVORE!

UN BUSINESS CHE FA GOLA A MOLTI Tra le piattaforme leader c’è Just Eat, il marketplace che si occupa di far incontrare domanda e offerta, precursore di tutti, colosso quotato in borsa con un fatturato di 247.6 milioni di sterline, 14 milioni di clienti, presente in 15 paesi, che serve in Italia 10 città, da Milano a Palermo. Ai ristoratori suoi clienti Just Eat propone persino un servizio di vendita online di packaging da personalizzare, volantini, contenitori in cartoncino, magliette e tanto altro. A Just Eat seguono Foodora e Foodinho, quest’ultima cento per cento italiana, fondata dall’ex bocconiano Matteo Pichi, acquistata dalla spagnola Glovo. Poi c’e Deliveroo, valutata oltre due miliardi di dollari, che negli ultimi sei mesi ha visto raddoppiare gli ordini in Italia. Anche Uber, il servizio di taxi "alternativi" ha lanciato Uber Eats con il claim “Ordina il cibo che vuoi dai tuoi ristoranti preferiti: lo riceverai alla velocità di Uber”. Dulcis in fondo, Amazon che dopo un anno di rodaggio negli Stati Uniti, è sbarcata in Europa con il servizio Amazon Restaurants. E in Italia garantisce agli utenti del servizio Prime Now la consegna in un’ora di prodotti del supermercato U2 di Unes e NaturaSI.

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PACK RASSICURANTI, CHE RACCONTANO IL CONTENUTO Come ci spiega Roger Botti, direttore generale di Robilant Associati, il consumo di pasti fuori casa vale in Italia ormai oltre il 35% del totale dei consumi alimentari delle famiglie e il trend segue una crescita moderata e costante. Ma da quali bisogni è generato questo fenomeno? “Sono molte le sfaccettature — dice Botti — per chi lavora sicuramente, il consumo fuori casa non è più una scelta ma un bisogno. Il desiderio vero oggi sarebbe mangiare a casa, non potendo però a causa del lavoro, non ci si accontenta più di panini e pizze ma si cercano piatti simili a quelli che si preparerebbero a casa, più salutari e leggeri. Ecco perché abbiamo visto crescere sempre più il consumo di insalate e zuppe pronte”. Siamo davanti a una vera rivoluzione delle abitudini alimentari, che si vede a occhio nudo guardando gli scaffali dei supermercati, affollati di piatti pronti, zuppe, vellutate, passati, fantasie dell’orto. “Il packaging di queste nuove categorie — continua Botti — trova molto spazio in mass market, dove tra l’altro i piccoli formati cittadini, si sono trasformati in veri e propri distributori di pausa pranzo. La gente ha imparato a mangiare meglio e cerca pack rassicuranti, trasparenti, che raccontano il con-

A rimarcare l'a"enzione che anche Ikea riserva ai nuovi fenomeni che a"raversano il mondo del food, è di recente arrivata The Ikea Recipes Series: un set di qua"ro fogli di ca!a con le istruzioni per l'assemblaggio di un pia"o pe$e"o, fa"o con ingredienti della bo"ega, dal salmone alle famose polpe"e. Il proge"o è di un'agenzia di Toronto, ed è già disponibile negli store canadesi del gruppo. Ma non è tu"o, la sorpresa vera e propria si chiama Ikea Cookbook un ricettario con istruzioni per ‘montare’ i pia"i step by step come nei libre"i allegati ai mobili.

LE CHIAMAVANO MACCHINETTE Con 800.000 distributori automatici, l’Italia ha il primato delle vending machine, che non propongono più soltanto caffè, snack e bevande. Ora le ‘macchine"e’ offrono pia"i pronti, sfornano pizze, primi pia"i, zuppe, insalate, centrifugati, fru"a e interi menu. Secondo il Censis sono 5 milioni gli italiani frequentatori abituali delle macchine"e. Con l’aumento dei consumi alimentari fuori casa, la filiera ha registrato un boom. Oggi fa"ura 3,4 miliardi di euro e si è trasformato in un canale distributivo vero e proprio. Anche perché i distributori sono un concentrato di tecnologia, connesse alla rete, intera"ive, dotate di schermi touch. NaturaSì, catena italiana di supermercati bio, ha appena lanciato i suoi distributori automatici con una offe!a biologica e salutista.

tenuto, che lo mostrano, oppure che ricordano il ‘cibo di casa’ che tanto ci manca: vaschette che imitano il coccio, un grande recupero della carta, che riporta ad un tempo in cui le confezioni erano del negozio sotto casa. I piatti pronti freschi stanno diventando prodotti che entrano nella lista della spesa, anche grazie ad una shelf life media che aiuta la programmazione della settimana. Bonduelle, Dimmidisì, Viva la Mamma, sono alcuni dei protagonisti di questo mondo, in apparenza semplice, ma che nasconde prodotti e sistemi di conservazione evoluti”. STREET FOOD CONFEZIONATO IN MODO BASIC “Una seconda categoria di consumatori di pasti fuori casa è rappresentata dai giovani — riprende Botti — che si ritrovano spesso soli tra

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S P E C I A L E

LA GENTE HA IMPARATO A MANGIARE MEGLIO E CERCA PACK RASSICURANTI, TRASPARENTI, CAPACI DI RACCONTARE IL CONTENUTO, MOSTRARLO, RICORDARE IL CIBO DI CASA. frigoriferi vuoti e fornelli abbandonati (il 50% degli italiani passa oggi meno di mezz'ora al giorno a far da mangiare), e che preferiscono evadere e uscire alla ricerca di food on the go oppure ordinare a domicilio easy food. Una testimonianza forte di questo fenomeno è la scelta di McDonald di attivare il servizio di delivery anche in Italia. Questo tipo di risposta si trova on the street, a un costo contenuto, di facile consumo, sfiziosa ed ecumenica nei gusti. Il packaging gioca un ruolo accessorio, spesso è molto basic, anche perché consumato sul posto, piuttosto il servizio di consegna avrebbe bisogno di sistemi di conservazione e trasporto idonei. La versione convenienza di queste proposte, rende comunque accettabile anche alcuni difetti, in ragione della facilità. Brand come Spontini, Dominos

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S P E C I A L E

TRE DOMANDE A FEDERICO GONZALEZ, MARKETING & SALES DIRECTOR DI PIXARTPRINTING

Pizza e ultimamente anche McDonald propongono servizi take away o delivery”. NELLE MAIL BOX SCHEDE, BROCHURE, PIEGHEVOLI Dopo il Take Away, nel panorama del Food Delivery, ha preso corpo ancora un altro segmento, anch’esso relativamente emergente: quello dei meal kit. Si tratta di un servizio di consegne a domicilio che offre un packaging completo di pasti pronti, che variano dalle formule basic alle proposte vegan, gluten free, fino all’ alta cucina oppure con ingredienti già preparati per fare in casa piatti prelibati, seguendo le ricette di chef stellati. “Se la mamma non cucina più — commenta Roger Botti — allora si dà libero sfogo alla sperimentazione alimentare, dopo anni di tradizione ci siamo aperti al pesce crudo, alle torte americane, al fish and chips, ai burgher ma di Fassona. Per poterli sdoganare li abbiamo resi gourmet”. All’interno delle confezioni, oltre ai cibi, si trovano brochure informative, schede, libriccini di ricette. Perché l’emozione dell’esperienza gourmet passa anche attraverso la carta. “Per essere credibili in quest’ambito

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— dice sempre Botti — il packaging dei prodotti deve essere ricercato, anche se semplice e capace di offrire un servizio intelligente, comunicare con entertainment, insomma deve trasmettere qualità perché possa passare il giudizio delle famiglie italiane”. I BIG DEL SETTORE INVESTONO NEI FOOD BOX Tutti i big del settore stanno volgendo la propria attenzione al fenomeno. Da Unilever che ha finanziato Sun Basket, famosa startup dei meal kit, a Campbell Soup che ha investito 10 milioni di dollari in Chef ’d, a Nestlé che ha messo 77 milioni di dollari in Freshly già presente in 28 Paesi USA. E di pari passo anche i bei nomi della gastronomia italiana hanno deciso di cavalcare l’onda della pappa pronta. La Barilla ha messo a punto una linea di prodotti pre-confezionati abbinati a un forno ad hoc: si versa in pentola il kit, si digita il codice del piatto scelto e al resto pensa l’elettrodomestico che, assicura la pubblicità, “cuoce, prepara, dosa, impasta, lievita, manteca e scongela”.

Pixa#printing propone una linea di speciali pack destinati agli operatori delle food company. Quali sono le cara"eristiche della gamma? Grazie alla nuova linea di produzione Catalyst totalmente dedicata al mondo del packaging possiamo offrire 300 combinazioni di pack a pa!ire da un minimo di 25 pezzi fino alle grandi tirature, con consegna anche in sole 48 ore. Al momento proponiamo cinque modelli di pack food contact, tu"i stampati in quadricromia offset con colori a uso alimentare a bassa migrazione. In quale suppo#o sono prodo"i? Utilizziamo il ca!oncino Delipac®, riciclabile, compostabile e biodegradabile. Inoltre è estremamente resistente all’olio e al grasso, grazie allo speciale rivestimento a base acqua, che garantisce una barriera contro la migrazione dell’inchiostro. Questo suppo!o offre un buon isolamento termico e può essere congelato o riscaldato al microonde. Quali sono le lavorazioni speciali che proponete? Proponiamo tre finiture speciali, grazie all’applicazione di lamine a freddo e di vernici 3D e sele"iva. Grazie alla continua spinta all’innovazione di processo e di prodo"o, la nostra gamma è sempre in progress: oltre ai pack nobilitati e agli astucci food contact, è online anche il packaging rinforzato. Rivestito internamente da ca!oncino microonda, è ancora più solido, più compa"o e più resistente: la soluzione ideale per contenere prodo"i fragili e dare maggiore consistenza alle confezioni.

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COLLEZIONE COPPERS BY ICMA SARTORIAL PAPER LA CARTA DIVENTA RAME Una collezione di 24 ca#e interamente ispirata al rame, con diversi effe"i cromatici e di supe%icie per tu"e le applicazioni di packaging. Una sa#orial paper che Icma dedica a designer e a#isti. Metallo poco appariscente, utile e normale nelle tante applicazioni possibili in cucina come pentola, in edilizia come grondaia, nelle distillerie come grande caldaia, con Icma il rame trova la sua ragione di risca!o e di successo come sa"orial paper. Una veste sontuosa con minutissimi disegni, vibrante di sfumature di colore, cangiante a seconda dei capricci del tempo atmosferico e di quello cronologico. La collezione Coppers dona al rame un’allure moderna, intrigante per i proge!i di designer, paper a"ist e a" director, invitandoli a scoprire un materiale del tu!o inedito e quindi ape"o alla sperimentazione. Non sono solo le 8 varianti di colore, dal rosa pallido all’arancio carico al bruno scuro a uno spe!acolare verderame, che rendono possibili metamo$osi continue, sono anche i giochi dei riflessi sulle superfici lisce e lucide, su quelle increspate e satinate, su quelle ossidate che esaltano bizzarre screziature.

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Il rame è un materiale vivo, che reagisce agli agenti atmosferici e su cui il tempo lascia il segno. Icma ha voluto cogliere tu!e queste pa"icolarità del rame per esaltarne l’unicità e valorizzarne la bellezza. Icma ha voluto indirizzare la propria ricerca anche verso le leghe metalliche con cui il rame si combina, ecco quindi l’oro 14k e un rame tendente al biondo come quando si lega all’argento, o all’alluminio. La collezione Coppers annovera ca"e con supe$icie specchiante, texture minutissime e appena percepibili al ta!o, trame a nido d’ape di consistente rilievo, pa!ern più incisivi su cui la luce crea effe!i o!ici di profondità. Icma ha voluto restituire al rame la sua vivacità nel reagire alla luce. Tu!e le ca"e della collezione Coppers sono disponibili in pacchi da 125 fogli e sono ada!e alle tecniche di stampa digitale, offset, a caldo, serigrafia. La nuova veste grafica del catalogo Coppers rende più funzionale l’utilizzo e fa apprezzare le lavorazioni delle ca"e. I campioni inseriti sono infa!i di dimensioni ampie, presentati a cascata. Un opuscolo è accluso al catalogo per mostrare il risultato delle varie tecniche di stampa.


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L’ARTE DELL’ERRORE NEL CALENDARIO 2018 FIRMATO GRAFICAL La bellezza si cela ovunque, anche nell’errore. È il conce!o dal quale nasce il calendario Grafical 2018, che fa pace con i più comuni errori di stampa, celebrandone le inaspe!ate implicazioni a"istiche. A pa"ire dalla cope"ina, sulla quale campeggia una gigantesca X bucata su un gradiente vi!ima dell’inquinamento del colore. E poi ci sono i mesi: ciascuno racconta un errore diverso, sia con

applicazioni di digital a" e soluzioni ca"otecniche, sia a!raverso la narrazione di aneddoti e incubi dello stampatore. Alcuni esempi? L’errore di pendant a marzo, quello di rasterizzazione a maggio, il foglio dife!ato che fa impazzire i tecnici di stampa e rischia di rovinare la gomma del cilindro, ma che per Grafical è l’occasione per creare una pagina fustellata e piegata a mano come un origami.

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Century Soho for Digital Technology è il nuovo campionario Fedrigoni che raccoglie le carte per stampa digitale toner-based - con toner in polvere - che affianca Century Soho for Indigo Technology, specificatamente dedicato alla tecnologia HP Indigo che utilizza toner liquido o ElectroInk. La gamma è stata rinnovata per proporre un’offerta sempre più ampia e mirata nella selezione di finiture, colori, formati e grammature. Anche la nuova denominazione Digital rispecchia l’esigenza di far fronte alle necessità delle nuove tecnologie di stampa digitale in continua

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evoluzione. I prodotti Century Soho Digital sono risultati idonei all’utilizzo sulle macchine da stampa dei principali produttori tra cui Xerox, Canon, Ricoh, Konica Minolta. Il nuovo Booklet ‘Remote Places’ è un viaggio fotografico attraverso gli scatti di Mattia Passarini (3° classificato al «Travel Photographer of the Year 2016 contest» del National Geographic) e comprende immagini stampate a quattro colori con alcune delle più innovative tecniche di verniciatura digitale, foil digitale e white ink. La scelta delle immagini è mirata a evidenziare l’evoluzione della qualità e delle potenzialità di questa tecnologia di stampa e l’importanza del supporto nella resa finale.

All’interno della selezione sono compresi anche i nuovi prodotti Soho Touch Class®, le prime carte naturali al mondo per nobilitazione digitale (tecnologia Scodix® e affini) stampabile sia con stampanti digitali sia con macchine offset". Per testare la gamma è stato realizzato anche uno Starter Kit Digital – Century Soho for Digital Tecnology, una confezione formato 42x29,7 contenente una selezione di 9 tipi di carta utile per progettare piccoli lavori da realizzare con stampa digitale. Per acquistare online lo starter Kit: fedrigoni.com/buy

Sta#er Kit Digital contiene: Splendorlux Lizard 250 g/m Freelife Vellum Premium White 120 g/m Nature Touch Class 200 g/m Tintore"o Touch Class Gesso 300 m/g Sirio Pearl Ice White 300 m/g Constellation Jade E46 Onda 300 g/m Materica Clay 250 g/m Sirio Color Iris 290 g/m Sirio Ultra Black 370 g/m

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Il mondo della stampa ha una nuova prospettiva. Da tutte le angolazioni.

More than the sum of the parts. Fiera Milano, Rho 29 Maggio - 1 Giugno, 2018

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I tre mondi della stampa al servizio dell’industria hanno molto in comune. Da oggi, anche una grande esposizione. Print4All riunisce tre marchi prestigiosi di fiere del settore e offre alle aziende una vetrina ancora più ampia per incrociare target trasversali e creare nuove sinergie. Un evento unico, che interpreta le sfide di un mercato in continua evoluzione e le trasforma in opportunità di business. Un progetto di

Print4All fa parte di


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DA ISONOVA UN NUOVO MATERIALE BIODEGRADABILE Leggero, flessibile, biodegradabile, a zero consumo energetico. Si chiama BioLaminil il nuovo materiale prodo!o da Isonova, che può sostituire il PVC e il poliuretano nella produzione di ogge!i promozionali, espositori, ca"elli vetrina eccetera. è completamente biodegradabile anche in ambiente marino e non contiene agenti espandenti ritenuti dannosi per l'ozono: la foglia XPS BIO di cui è composto contiene un additivo che si a!iva quando il packaging viene conferito in discarica o disperso nell’ambiente. Questo additivo a base di pa"i-

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colari ba!eri inizia a “dissolvere” il polistirene e questo processo viene concluso entro 5 anni, a seconda delle condizioni ambientali. BioLaminil è un suppo"o sandwich, risultato dall’unione tra un foglio di polistirene estruso espanso e due fogli di ca"a senza uso di colle. Ha un’o!ima resa con i tradizionali sistemi usati in ca"otecnica come fustellatura, cordonatura, accoppiamento. È disponibile in pannelli di vario spessore (da 2 a 10 mm), è stampabile in flexo e in serigrafia e può essere abbinato con fogli esterni in ca"a e ca"oncino.

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CASSETTI DEI DESIDERI FIRMATI POZZOLI QC Terme sceglie Pozzoli per ampliare la sua linea di luxury gifts

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Dopo la prima serie di 4 cofanetti, la QC Terme — riconosciuta come la più importante ed innovativa realtà italiana nel settore del benessere termale e dell’ospitalità alberghiera — ha deciso di ampliare e vestire di nuovo la linea di Luxury gift ‘Cassetti dei Desideri’. L’azienda ha scelto Pozzoli SpA in quanto partner ideale per lavorare materiali speciali, utilizzare varie tecniche di stampa, ma soprattutto vestire di nuovo i suoi scrigni. “Cena di Benessere”, “Viaggio di benessere”, “Gusto di Benessere”, “Desiderio di benessere”, “Notte

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di benessere”, “Fuga di benessere”, “Coccole di benessere”: sono le sette diverse proposte della nuova linea di luxury gift firmata QC Terme. Questi cassetti a prima vista appaiono molto minimal: tutti di colore grigio ardesia, composti da un’ anta ed un cassetto che si apre grazie a un anello in doppio raso. Tuttavia, pur nella loro semplicità, colpiscono, anche chiusi, per l’eleganza della stampa a caldo color argento Cassetto dei desideri, il logo QC Terme e la particolarità della carta con cui sono rivestiti. Si tratta della carta speciale Materica Ardesia, to-

talmente naturale, contenente fibre di cotone che le donano una incredibile morbidezza alla superficie e che trasmettono già al tatto una sensazione di benessere e naturalezza. Appena si solleva l’anta, i cofanetti si rivelano tutti diversi l’uno dall’altro... Un pop-up, diverso per ogni cofanetto, giocato sui toni del nero e dell’argento a caldo, svela infatti quale avventura nel mondo del wellbeing si sta per intraprendere. Il cofanetto FUGA DI BENESSERE, ad esempio, per chi vuole scappare dalla quotidianità è rappresentata

da una carrozza con le ruote argento, trainata da un cavallo su cui risalta una vecchia borsa da viaggio su uno sfondo con alberi e foglioline che danno già la sensazione di leggerezza e benessere... al di fuori del tempo. Se il desiderio fa rima con gusto, si avvera a tavola in uno dei ristoranti QC Terme, con una cena gourmet da condividere in uno dei ristoranti QC Terme con la CENA DI BENESSERE (solo cena) rappresentato da un popup composto da uno sofisticato tavolo argento con calici, un candelabro, completato da due sedie, e sullo sfondo un ricercatissimo e lumi-

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nosissimo lampadario argento. Ad una mongolfiera su un cielo animato da romantiche nuvolette argento è associato IL VIAGGIO DI BENESSERE; una cucina antica con tutti i suoi utensili caratterizza GUSTO DI BENESSERE; una ricercata vasca da bagno straripante di schiuma, completata da 2 ciabatte, un cestello con bottiglia champagne e 2 calici, su un cielo tempestato di luminosissime stelle argento danno una sensazione di relax, benessere totale, per questo cofanetto “DESIDERIO DI BENESSERE”; a cosa farebbe invece pensare un lussuosissimo letto regale sempre argento, così come la lampada e il

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comodino dinanzi ad una finestra da cui si intravede una sognante luna se non a una NOTTE DI BENESSERE? L’ultimo dei sette pop-up è infine costituito da alcuni significativi dettagli come un focolare, 2 poltrone, che lasciano percepire una sensazione di calore, coccole, prima di aprire il cassetto COCCOLE DI BENESSERE . I diversi pop-up, sono probabilmente l’aspetto che colpisce per primo, ma non sono tuttavia l’unica particolarità di questo packaging. È noto che non si può vivere senza sogni e che ognuno di noi possiede nel proprio cuore un cassetto pie-

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no di sogni e desideri da realizzare. Bisognerebbe sceglierne uno ogni mattina e fare di tutto per realizzarlo. Il segreto sembra stia nel tenere i desideri ben chiusi nel cassetto, aprirne uno per volta ed dopo aver aperto e realizzato il primo, tutti gli altri si realizzano a catena. È questo il concetto alla base della serie Cassetto dei Desideri , e questa che potremmo definire la “mission” di questi luxury gifts è chiaramente presentata stampata su un foglietto GSK, alloggiato all’interno del cassetto. Una volta tolto questo foglietto si scoprono tutti i particolari del

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desiderio: un voucher “mattonella” da 2 mm, anch’esso accoppiato, in bianca e volta, a carta materica ardesia, stampato in bianco e argento, e posizionato all’interno del cassetto, come su un leggio.... e che il sogno abbia inizio. Dopo la positiva esperienza delle mini flat shopper del Natale 2016, l’incontro di due aziende innovatrici e “sognatrici” nei propri settori, come QC Terme nel settore del benessere termale e dell’ospitalità alberghiera e Pozzoli nel mondo del packaging, ha dato vita ancora una volta a dei gift da sogno.

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Abbattibile come un astuccio. Rigida come una cassetta in legno. Bella come piace a voi.

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Creatività, proge!azione, prototipazione, stampa, nobilitazione e confezionamento. Dal 1968 siamo leader nel luxury packaging su misura a livello internazionale. Ente!ainment, Cosmetic, Beverage, Fashion, Multimedia Publishing e Corporate Image, nessuna sfida ci spaventa! Possiamo confrontarci con i materiali più innovativi e le tecniche di nobilitazione più ardite, le piccole tirature come le grandi, nulla ci coglie impreparati. Perché uniamo un elevato know how a!igianale e le più recenti tecnologie industriali.

Inzago (Milano) | Italia | pozzolispa.com |

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LA GOLDEN AGE DEL COCKTAIL Trainata dai nuovi stili di consumo, l’industria dei cocktail sperimenta nuovi formati. E alle tradizionali bottiglie si sostituiscono i pack monodose: cofanetti da agitare e consumare, lattine, tubetti in alluminio, fantasiose bottigliette rivestite di sleeve integrali. Nel frattempo anche gli smart pack fanno capolino. di V A L E N T I N A

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Bamboozlers™ Un salto indietro nel tempo per la linea Bamboozlers™ creata dallo chef David Kanter, che propone rice!e classiche in bo!iglia di vetro da 200 ml con etiche!a fustellata, round al collo e un’identità grafica ispirata al Proibizionismo, quando l’America ha sviluppato il suo amore per i cocktail. Negli stessi anni il termine “Bamboozler” si è evoluto dal le!erale “imbroglione” a un modo per indicare, in slang, un buon drink.

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“Agitato, non mescolato”. Così chiedeva James Bond il suo Vodka Martini, il cocktail per eccellenza, simbolo di lusso, intraprendenza, fascino. Negli anni ’60 andava bevuto ricordando di assumere l’atteggiamento giusto: spalle dritte, voce roca e sguardo assorto. Ma prima? l cocktail sono nati quasi certamente nell’America degli anni Venti durante il Proibizionismo, quando l'alcol era fuori legge e i bevitori clandestini si ritrovavano in bettole illegali a sorseggiare da innocenti tazze di tè bevande alternative agli scadenti liquori di contrabbando, chiamate con un bizzarro linguaggio in codice. Negli anni dopo il proibizionismo, quando la qualità dei liquori disponibili in commercio era molto migliorata, molte delle miscele già deliziose si fecero via via più raffinate e il cocktail divenne la bevanda preferita da tutti i membri dell'alta società. Oggi il mondo del cocktail sta vivendo un altro momento di gloria, con la complicità di due tendenze moderne: l’aperitivo serale nei bar che è diventato un fenomeno di costume e l’attenzione crescente per l’alta mixology, che assomiglia molto a quanto accaduto negli ultimi anni nel panorama nazionale della cucina e degli chef. Prima del 2009 si parlava di alta cucina


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Half-seas Frizzante, in la!ina e venduto in casse da 12 o ca"oni da 4: birra? No, cocktail di Sea!le dalle radici marinare: “Halfseas over” indicava le navi a pieno carico inondate da piccole onde, per poi definire i marinai che hanno alzato il gomito. Il design, dai colori volutamente unisex, cerca di richiamare il nome senza esagerare: il logo disegnato a mano dovrebbe, dicono, incarnare “un capitano brillo che a!raversa la sera”.

Midnight Un linguaggio visivo caleidoscopico che gioca sulla geometria della “M” e della “N” del brand, mescolando incisioni botaniche classiche e monocromatiche con colori brillanti. Il packaging disegnato dall’agenzia Mucho reinterpreta la tradizionale eleganza dell’a"e di fare i cocktail tenendo conto, allo stesso tempo, dei metodi contemporanei di immagazzinamento – per o!imizzare lo spazio - e di presentazione dei cocktail.

solo tra appassionati, poi è diventata argomento (e hobby) di molti. Lo stesso sta succedendo con i cocktail: all’inizio fortemente connotati dalle materie prime disponibili, oggi che i possibili ingredienti sono molto più vari e reperibili, sono mix di alto livello qualitativo, risultato dall’ispirazione di professionali barman, dei quali fa tendenza conoscere nomi e stili, fino a inserire i loro locali nelle guide gastronomiche delle città.

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Da tempo in Italia l’aperitivo è considerato una vera e propria metafora della socializzazione, un rito basato su una offerta molto ampia e ricercata di drink e di stuzzichini via via trasformati in veri e propri buffet. Una modalità di consumo che ha finito per incidere perfino sul format dei bar, allestiti

come locali di design per attrarre una clientela sempre più trasversale. Il cocktail non è più solo bevanda, ma anche esperienza, da condividere anche online. Dal 2015 l’aperitivo rimane l’occasione di consumo di bevande che tiene meglio all’interno del macro comparto degli alcolici (sviluppa vendite per circa 210 milioni di euro all’anno – dati Nielsen), sostenuto da un trend particolare che FutureBrand nel suo studio “The future of Alcohol” definisce Pro experience at home. Le persone cercano di ricreare una esperienza di livello professionale a casa loro e in genere eseguono sempre le stesse ricette perché non hanno gli ingredienti e le conoscenze per prepararne altre. Il mercato risponde con l’innovazione di prodotto e crea gli aperitivi classici in bottiglia, cocktail già pronti da servire.

Maven Vetro smerigliato e logo archite!onico, ispirato alla ci!à in cui la Maven è stata creata: New York City, con la sua energia e le sue connessioni inaspe!ate. L’elegante bo!iglie!a monodose svela de!agli diversi nel contrasto col contenuto: rubino per la variante Pinot nerovodka, paglierino per il Chardonnay – vodka. L’intenzione – riuscita? – è di a!irare lo sguardo e diventare ogge!o di conversazione dei cocktail pa"y.

NUOVI MIX A PORTATA DI MANO I cocktail Ready To Serve sono nati per soddisfare giovani e trend-setter che hanno sviluppato un gusto per il mojitos o altri cocktail famosi ma non hanno idea di come farli e hanno poi raggiunto tutti quei consumatori che desiderano ricreare anche tra le mura domestiche l’esperienza dell’aperitivo lungo e dei cocktail in compagnia degli amici. Ecco allora che le bottiglie del pre-miscelato si arricchiscono di design accattivanti. È il caso dei Bacardi Originals, cocktail già preparati che si ispirano al Cuba Libre e al Mojito, pronti da bere, freschi e a basso contenuto alcolico. In bottiglietta di vetro da 275 ml e un elegante e distintivo packaging, si presentano come un’alternativa alla birra e ad altre bevande alcoliche, per un consumo giovane e leggero.

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Dal Ready to Serve al Ready to Drink il passo è breve: i cocktail monodose negli ultimi anni hanno visto una costante crescita in termini di vendita e l’affacciarsi sul mercato di molti player che competono facendo leva sull’innovazione di prodotto e di confezione. Questo segmento si rivolge al consumatore moderno e al suo desiderio di consumo libero, in ogni momento della giornata. Al tempo stesso è l’opportunità, per i brand, di estendere la propria gamma, permettere l’assaggio prova e mantenere visibilità della propria marca nel tempo. IL COCKTAIL DEL FUTURO È CONNESSO È un altro fenomeno inarrestabile, nell’era dell’Internet of Things. In un contesto in cui tutto è connesso, dallo smartphone, all’auto, al frigorifero anche il mondo degli alcolici pensa

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GoTube A vederlo dentro una borse!a, lo si scambierebbe per un dentifricio o una crema per le mani. Invece GOTube, il tubo di plastica alimentare da 200 ml infrangibile, morbido al ta!o e tascabile racchiude un contenuto da bere in libe"à. È tu!a italiana l’idea di “bere fuori dal tubo”: nata dall’incontro tra Dolcitalia e l’agenzia Globe 3, GOTube è disponibile in 7 varianti, di cui 5 alcoliche e 2 analcoliche.

NIO – Needs Ice Only Un cofane!o essenziale che racchiude dieci box dai dorsi color pastello. A prima vista NIO sembra una playlist da collezione, ma uno sguardo a!ento svela che si tra!a, invece, di una drinklist. Dal Daiquiri al Boulevardier, ogni confezione racchiude un cocktail monodose in busta da agitare e servire. Basta avere un bicchiere di ghiaccio e il gioco è fa!o: parola dei suoi inventori, Luca Quagliano e Alessandro Palmarin.

a confezioni e soluzioni innovative che mettano in relazione le bottiglie con chi le consuma. Si prenda per esempio il caso dello smart packaging di Absolut Vodka. L’azienda produce oltre cento milioni di bottiglie l’anno e questa è una opportunità di creare cento milioni di nuove connessioni con chi le compra. Ciò significa pensare al prodotto non come a qualcosa che si vende una volta e con quella è tutto, bensì a un circolo continuo di feedback tra il consumatore e il brand. Significa pensare al prodotto come una risorsa di informazioni, perché la tecnologia inserita nel suo packaging o nella sua etichetta sarà in grado di offrire servizi diversi, come ad esempio comunicare al negozio di quartiere che la bottiglia è quasi finita e ordina-

re la consegna a domicilio di una nuova fornitura. Allora il packaging diventa un canale di comunicazione di proprietà del brand e le informazioni che la marca acquisisce possono essere usate sia per comprendere meglio il consumatore sia per offrire servizi utili.

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Anche l’uso dello spazio in cui il prodotto è consumato può diventare smart. Oltre ad attivare i prodotti si può anche attivare lo spazio che li circonda e aprire la consumazione a nuovi tipi di esperienze interattive. Ecco allora che il liquore Kahlúa viene servito in bicchieri dotati di tag NFC per permettere al consumatore di godere della storia del cocktail che ha scelto mentre viene preparato, proiettata sulla superficie del bancone del bar.

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Daily's La linea di cocktail single-serve Daily’s ha scelto un packaging leggero per essere sempre a po"ata di tasca. Le buste in Polyfoil ®, film poliaccoppiato con finitura brillante e interno in alluminio, garantiscono l’impermeabilità e la protezione del prodo!o; l’identità visiva, proge!ata da Biondo Groups, è un tuffo nei colori della fru!a e delle bevande, coordinati per definire ogni linea di cocktail.

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Liqs Cocktail Shot Con l’aria innocente di una gelatina di fru!a o un vase!o di yogu", Liqs abbraccia l’idea del cocktail pronto da bere in formato “shot”. La confezione di plastica è già un bicchiere, e il contenuto è prote!o da una pellicola di alluminio da rimuovere con la lingue!a: la grafica essenziale si sposa alla praticità senza stress per chi non vuole rinunciare all’aperitivo durante un picnic, un conce"o o appena fuori dal frigo di casa.


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ORGANIC BY MANTER, INNO ALLA NATURA Le sorprese tattili e visive del bosco negli otto materiali naturali che compongono il nuovo catalogo Arconvert. Abbiamo tu!i bisogno di circondarci di ciò che è essenziale e benefico per la nostra anima, di sentirci più vicini alla radice della vita e lasciarci contagiare dall’incanto della natura. Sull’onda di questo bisogno sempre più sentito nella nostra frenetica contemporaneità, Arconve" ha proge!ato Organic by Manter, un catalogo che vuol simbolicamente rivelare il bisogno di un ritorno alla natura. A!raverso l’accurata selezione di o!o materiali naturali - complici le sensazioni ta!ili, visive e olfa!ive che ci trasme!ono - ci sentiamo come accompagnati nel cuore del bosco, là dove è possibile ascoltarne le voci,

percepirne lo spirito, condividere la memoria della terra e l’impronta del tempo. L’impe$ezione delle texture ci racconta del vento, dell’acqua, del fuoco, del freddo e del sole, e suscitano in noi sensazioni che s’identificano soltanto con quei prodo!i naturali, realizzati con cura a"igianale, che si fanno messaggeri di valori autentici. Come la replicabilità del prodo!o industriale si contrappone all’unicità del prodo!o a"igianale, così un’etiche!a realizzata con i materiali Organic sarà unica e irripetibile proprio grazie a quella pa"icolare impe$ezione o venatura che ne solca la supe$icie.

A!raverso la delicata autenticità delle sue texture, dei suoi colori e odori, Organic non ci parla soltanto della natura, è un vero e proprio inno alla natura. La collezione di materiali autoadesivi Organic contribuisce a!ivamente alla salvaguardia e alla conservazione dei boschi di querce da sughero, uno degli ecosistemi più preziosi a livello di biodiversità perché habitat naturale dell'aquila imperiale, della cicogna nera e della lince.

Per maggiori informazioni: www.arconve#.it

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MARTINI & ROSSI VESTIRE APERITIVI E SPUMANTI CON PACKAGING GREEN E TECNOLOGICI I criteri di selezione dei fornitori. L’impo"anza dell’innovazione tecnologica. L’impegno ambientale. Il design delle nuove bo!iglie e delle etiche!e. Albe"o Oricco, quality assurance manager di Ma"ini & Rossi, ci racconta le sfide e i possibili futuri di uno dei brand italiani più prestigiosi.

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MARTINI & ROSSI GRUPPO BACARDI, INNOVAZIONE E ATTENZIONE ALL'AMBIENTE

CON LA SUA VASTA GAMMA DI SPUMANTI, VINI AROMATIZZATI, LIQUORI E DISTILLATI, DISTRIBUITI IN 120 PAESI, MARTINI & ROSSI, PARTE DI GRUPPO BACARDI, ESPRIME UNA CAPACITÀ DI INNOVAZIONE CONTINUA DEL PACKAGING, MANTENENDO SALDI REPUTAZIONE E POSIZIONAMENTO DEI BRAND SUL MERCATO. IL SEGRETO? LE POLICY ADOTTATE SUL FRONTE TECNOLOGICO E SU QUELLO AMBIENTALE.

QUALI SONO I CRITERI CON CUI MARTINI & ROSSI SELEZIONA I PROPRI FORNITORI DI PACKAGING? La selezione dei fornitori è molto articolata. Da un lato, adottiamo tutta una serie di criteri di procurement che ci consentono di valutare l’impegno del fornitore verso la qualità, dei prodotti e dell’ambiente di lavoro, e verso la sicurezza, sia degli addetti sia dei consumatori, nonché verso la responsabilità etica e la sostenibilità. In particolare, Gruppo Bacardi sta puntando molto sull’aspetto della sostenibilità ambientale, mettendo in campo progetti a lungo termine per promuovere un impegno a tutto tondo che coinvolga l’intera filiera. Dall’altro, ci sono tutti gli aspetti legati al design & development e quindi all’innovazione.

Azienda dal fo!e legame territoriale e dalla vocazione internazionale, Ma!ini & Rossi fonda le sue origini nel 1863, dopo avere accolto l’eredità di “Distilleria Nazionale di Spirito di Vino”, nata a Torino nel 1847. Affermatasi nel tempo quale produ"ore di spumanti e ape!ivi riconosciuto in tu"o il mondo, nel 1993 l’azienda è entrata a far pa!e di Gruppo Bacardi, al quale nel 1987 aveva affidato la distribuzione dei prodo"i negli Stati Uniti. Il Gruppo – che ha unito due aziende tanto lontane geograficamente quanto vicine per tradizioni, cultura industriale e sviluppo storico – ha fa"o dell’innovazione continua e dell’a"enzione all’ambiente le due colonne po!anti della strategia di sviluppo dei prodo"i e del packaging. A"ualmente, Ma!ini & Rossi vanta una vasta gamma di spumanti, vini aromatizzati, liquori e distillati – distribuiti in 120 Paesi – e una produzione di circa 12 milioni di casse da 9 litri all’anno.

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VOGLIAMO APPROFONDIRE QUEST'ULTIMO ASPETTO: IN CHE SENSO I VOSTRI PARTNER DI STAMPA DOVREBBERO IMPEGNARSI SUL FRONTE DELL'INNOVAZIONE? L’innovazione è il cuore della strategia del nostro Gruppo e, di conseguenza, la capacità di innovare dei fornitori è un requisito fondamentale. Del resto, per ognuno dei nostri brand promuoviamo ciclicamente un restyling del packaging – primario e secondario – per mantenerci al passo con la rapida e continua evoluzione dei gusti dei consumatori e dei trend della domanda. Questo tipo di operazione può essere fortemente innovativa, e dunque orientata a creare effetti speciali inediti con lamine in oro, etichette speciali, colori particolari, oppure avere un carattere più ‘conservativo’ e tradizionale – laddove si sceglie di

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Tempo di aperitivo? Ecco le nuove bo"iglie Ma!ini, fru"o del recente proge"o di restyling lanciato dall’azienda. Per Ma!ini Bianco, Extra Dry, Rosso e Rosato la nuova bo"iglia si chiama Vi"oria e po!a con sé una valorizzazione della storia del marchio e tantissima Italia. ‘Fondata nel 1863’ sono infa"i le due scri"e serigrafate sul vetro, mentre in etiche"a compare a più riprese la parola Aperitivo. Un parola destinata a diventare globale visto che nel mondo si consumano qua"ro bo"iglie di Ma!ini al secondo.

riproporre un packaging già noto, ma rivisitato con materiali nuovi, soprattutto per carte e vernici. In entrambi i casi, diventa per noi prioritario poter contare su partner pronti a ideare e proporre soluzioni originali e attrezzati con reparti di ricerca e sviluppo ben organizzati, per condurre test interni e verificare qualità e performance delle soluzioni proposte. E tornando al tema della sostenibilità, Gruppo Bacardi tende oggi a dare la preferenza a realtà dotate di certificazioni non solo di qualità e sicurezza, ma anche ambientali altresì nell’ambito del design development. DA DOVE NASCE L’ATTENZIONE PER LA SOSTENIBILITÀ E COME SI DECLINA? Nella vision del Gruppo, la sostenibilità sarà il paradigma del prossimo futuro e gli stessi consumatori si mostreranno sempre più inclini a premiare i brand impegnati a garantire il rispetto delle ri-

sorse del pianeta. Per questo, abbiamo voluto muoverci in anticipo con un progetto green a trecentosessanta gradi e di lungo termine che ci porterà a rendere la nostra produzione totalmente riciclabile. Attualmente, per il packaging di tutti i nostri brand utilizziamo carta e cartone riciclati dal 50% al 100% a seconda degli articoli e vetro riciclato per il 70%, e contiamo di arrivare al 100% nell’arco di pochi anni. L’altro ambizioso obiettivo che ci poniamo è quello di allargare l’impegno ambientale a tutta la filiera, sia sul fronte del riciclo sia su quello della riduzione del consumo di anidride carbonica. QUAL È IL RUOLO DELLE TECNOLOGIE DI STAMPA NELLO SVILUPPO DELLE VOSTRE BOTTIGLIE? Le tecnologie di stampa rappresentano per noi uno strumento di innovazione. Nel packaging primario, ad esempio, il nostro obiettivo è di creare


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Non solo aperitivi. Inconfondibili per ricercatezza, eleganza e prestigio sono anche le bo"iglie di vini e prosecchi di Ma!ini & Rossi e dei liquori del brand Bacardi.

bottiglie che, in linea con le caratteristiche del brand, siano attrattive per il consumatore – ne è un esempio il capsulone a otto colori che abbiamo sviluppato per le bottiglie di spumante Martini, una sfida enorme per i nostri fornitori, ma un successo sul mercato, proprio perché siamo stati i primi a proporre questa applicazione. E PER QUANTO RIGUARDA IL PACK SECONDARIO? Per quanto riguarda il packaging secondario, scatole e astucci contribuiscono a plasmare l’immagine del prodotto e del brand e ad attrarre il consumatore dagli scaffali dei punti vendita, per questo puntiamo su soluzioni di alto pregio. Le nostre confezioni sono curate nel

dettaglio e, grazie alla stampa, fortemente innovative, e non solo da un punto di vista estetico. La tecnologia ci aiuta anche a scegliere soluzioni di packaging più funzionali e sostenibili – ricorrendo, ad esempio, a materiali più leggeri e meno costosi, ma anche più robusti e resistenti.

CREDO CHE LA PRINCIPALE SFIDA SIA QUELLA DI RENDERE LE BOTTIGLIE PIÙ SICURE, PER PROTEGGERE SIA IL PRODOTTO CHE IL CONSUMATORE.

QUALI TECNOLOGIE DI STAMPA PREDILIGETE? Direi che siamo aperti a tutte le tecnologie di stampa, e non solo su carta. Ne è un esempio la bottiglia con vetro satinato realizzata per noi da P&P Promotion con una decorazione – brevettata dall’azienda – che conferisce a una bottiglia normale un look molto più accattivante in partenza. I criteri di scelta della tecnologia di stampa sono legati ai risultati che vogliamo ottenere, ovvero prodotti dal forte impatto estetico ma con costi di produzione e lavorazione accessibili. QUALI STRATEGIE ADOTTATE NELLA PROGETTAZIONE DI UN PACKAGING? In Gruppo Bacardi, il fulcro del la-

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voro di R&D è quello di individuare il giusto equilibrio tra la portata innovativa del progetto del packaging e l’industrializzazione della produzione. Detto questo, sappiamo che sia la bottiglia sia gli imballaggi secondari devono trasmettere un’immagine di alta qualità del marchio e catturare l’attenzione del consumatore, pertanto più si è sfidanti nel proporre soluzioni innovative maggiore è il ritorno sul mercato. In una parola, un packaging particolare comporterà più complicazioni dal punto di vista operativo, ma d’altra parte consentirà di dare maggiore visibilità al brand e al prodotto. Si tratta di un lavoro stratificato e complesso in quanto richiede il coordinamento di un reparto marketing con idee

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creative e di un reparto produttivo che si assicuri della fattibilità del progetto prima di eseguirlo e che porti a termine con cura la parte di ingegnerizzazione. QUALI SARANNO LE INNOVAZIONI NEL PACKAGING DI VINI, SPUMANTI E APERITIVI DA QUI A CINQUE ANNI? Dal punto di vista estetico, il futuro appartiene alle etichette autoadesive, che daranno spazio a una nuova creatività – giocando su trasparenze e contrasti e sul colpo d’occhio tra etichette front ed etichette back. Dal punto di vista funzionale, credo che la principale sfida sia quella di rendere le bottiglie più sicure, sia in direzione della protezione del prodotto, sia in direzione della prote-

zione del consumatore. Nel primo caso, mi riferisco al recente boom delle bottiglie bianche, di grande impatto estetico ma poco idonee alla protezione del vino: la ricerca si concentrerà sullo sviluppo di soluzioni che – a livello di decorazione o di etichette sleeve oppure a livello di lavorazione del vetro – garantiscano la conservazione del contenuto. NEL CASO DELLA SICUREZZA, L’OBIETTIVO SARÀ QUELLO DI RENDERE LE BOTTIGLIE SEMPRE PIÙ RESISTENTI. COME? Una soluzione già esistente è l’utilizzo di sleeve che avvolgano la bottiglia garantendone anche una maggiore prestazione, soprattutto durante il trasporto.

Albe!o Oricco, quality assurance manager di Ma!ini & Rossi, è stato uno degli speaker italiani del Southern European Printing Congress.


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