Il Poligrafico, n. 200, 2020

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Foto: Istituto Salesiano San Marco.

Formazione e lavoro vuol dire evitare un investimento che rischia di essere nell’ordine del milione di euro a scuola, se dovessimo acquistarli. Abbiamo cercato di far capire che, da parte loro, il vantaggio è che un domani ci saranno persone perfettamente in grado di usare i loro prodotti, preparate per servire i loro clienti. Professionalità che oggi faticano a trovare», spiega Dittadi. Come si struttura questo rapporto con le aziende? «Faccio riferimento al San Marco ma so che la dinamica è spesso la medesima anche in altre realtà: è stata indibene gli studenti e le dinamiche formative e che abbia la possibilità di lavorare per mantenere e alimentare le relazioni con il territorio e con le aziende, alle quali chiediamo di aiutarci a capire che cosa dobbiamo insegnare immediata alle loro esigenze. E quindi le coinvolgiamo se quello che stiamo facendo è rispondente o se manca qualcosa», afferma il direttore del San Marco. Instaurare un dia-

Un’Italia di scuole grafiche a due velocità: con poli d’eccellenza, in cui gli studenti vengono formati con attrezzature all’avanguardia, e con istituti con difficoltà maggiori.

lungimiranti e capaci di organizzazione, oltre che alla scuola, porta beneDittadi: «Quando all’inizio dell’anno formativo invitiamo a scuola le aziende per capire quale “catalogo” di attività formative immaginano per

capire che cosa devo imparare!”, e questo da un lato ci fa piacere, dall’altro ci carica di una grossa responsabielemento di prospettiva e che acquisiamo credibilità ai loro occhi, ponendoci alla pari nella dinamica formativa e nell’inserimento lavorativo dei ragazzi». Il “catalogo” di attività formative del San Marco (che ha al suo interno il centro di formazione professionale, l’istituto tecnico tecnologico e la Formazione Continua e Superiore) si modistessa frase: “questo è il 28esimo anno che insegno al cosa”, dice sorridendo Dittadi) e le professionalità licen134

progettuale e creativa quella dell’istituto tecnico: «Per le

Matteo Dittadi, direttore della scuola grafica e della formazione continua e superiore dell’Istituto Salesiano San Marco di Mestre.

la professionalità che esce dal CFP è attraente; le aziende che cercano un approccio di comunicazione integrata mo tutta una serie di attività di formazione continua e ci stiamo strutturando per un percorso biennale posti livelli di professionalità richiesti», dice Dittadi. Per aiutare i ragazzi a inserirsi nel mondo del lavoro, il San Marco ha istituito una piattaforma - estesa poi alle altre scuole in Italia - su cui le aziende possono pubblicare le loro offerte di lavoro, incontrando così la domanda dei diplomati. «Crediamo che non ci siano disoccupati te in grado di trovare lavoro. I ragazzi della formazione professionale solo in minima parte si fermano al terzo anno, proseguendo poi negli studi con il quarto anno o con l’istituto tecnico. Licenziamo due classi quinte all’anno e il 55-60% prosegue poi in ulteriori percorsi formativi (università o formazione post diploma), quindi dobbiamo direttamente collocare numeri relativamente bassi di persone. Il servizio al lavoro è merito di chi a livello locale diventassero strutturali in tutti i centri. Il problema è però che ciascun campanile suona le campane come può: ci sono territori ben coperti da interessanti opportunità lavorative e altre purtroppo decisamente meno ricche da questo punto di vista», conclude Dittadi.

Costruire un dialogo «Non rinunciamo mai al dialogo con le aziende, abbiaproprio di questo. È un lavoro molto paziente, bisogna avere il coraggio di creare spazi di confronto a cui non rinunciare mai, e dotarsi di docenti che abbiano voglia di parlare con l’esterno. È importante creare e sostenesalta fuori l’idea o la disponibilità a collaborare bisogna coglierla al volo», dice Renzo Bertoldo, direttore di Fondazione Daimon a Saronno, complesso che ha al suo intere il Centro di Formazione Professionale Padre Monti per do, consente di coltivare un approccio differenziato alla


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