il Poligrafico 118/2010 - Ottobre

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iL PERSONAGGIO

LE INTERVISTE GIà PUBBLICATE n. 111: Matteo Rigamonti (pixart.it) n. 112: Claudio Cervellati (PaperlinX Italia) n. 113: Paolo Bandecchi (Rotolito Lombarda) n. 114: Martino Montanarini (Giunti Editore) n. 115: Oliver Kranert (Arvato Print Italy) n. 116: Alessandro Rosso (Ilte e Satiz) n. 117: Giuseppe Meana (Pusterla 1880)

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hanno programmato e attuato in modo intelligente un riposizionamento anche tecnologico per presentarsi in nuovi segmenti del mercato grafico. All’ultima parte della domanda devo rispondere con molta concretezza. Non vedo, per l’arco temporale considerato, grandissime rivoluzioni, bensì naturali riposizionamenti delle aziende medio-piccole a discapito delle piccolissime imprese che, non per loro volontà, non si sono evolute tecnologicamente. La scommessa per gli stampatori sta nel realizzare mezzi di comunicazione non “dedicati” a un supporto, bensì flessibili e adattabili a più canali. In che modo l’azienda grafica dovrà evolvere per trasformarsi da fornitore di prodotto a partner nelle strategie di comunicazione del cliente? Quali tipi di servizi dovrà fornire lo stampatore al proprio cliente, oltre alla semplice produzione di stampati? Mi spiace non poter rispondere diversamente a questa domanda, ma la mia storia di vecchio stampatore “tipografo” legato a un’epoca che sublimava il rapporto epidermico con il supporto carta mi impedisce di considerare o intravedere una figura diversa dal fornitore di prodotto. Quali tipologie di stampati stanno risentendo maggiormente della crisi? La crisi ancora in corso investe tutti i tipi di stampati. È ovvio che esistono prodotti, penso per esempio al packaging per il settore alimentare, che per loro natura sono meno coinvolti e risentono meno della frenata generale dell’economia e dei consumi. Quali sono, secondo lei, le tecnologie vincenti per il prossimo futuro? Per il prossimo futuro, più che di tecnologie vincenti parlerei di imprese vincenti e indicherei quelle che, senza farsi distrarre da false sirene, continueranno a operare con serietà e lungimiranza. Il che significa soprattutto produrre ciò che il mercato richiede e non ciò che potrebbe richiedere. Che consigli darebbe ai suoi “colleghi” per recuperare produttività e competitività? Sono la persona meno indicata a dare consigli ai colleghi perché nutro grande rispetto per la loro intelligenza e la loro autonomia. È come se dovessi dare a un amico suggerimenti sull’educazione da impartire ai suoi figli, un’operazione praticamente impossibile e non pertinente. Escluse le regole generali che più o meno sono oggettive e da tutti riconosciute (giusto dimensionamento produttivo, condivisione degli obiettivi aziendali da parte di tutta l’impresa, ottimizzazione degli impianti, massima flessibilità), ritengo che ogni azienda rappresenti un microcosmo unico e irripetibile, per cui quelle che per alcune aziende sono delle positività per altre possono sembrare delle negatività. L’internazionalizzazione è secondo lei un elemento da coltivare da parte delle aziende grafiche italiane forse ancora eccessivamente dipendenti dal mercato locale? Grafiche Mercurio non ha mai venduto all’estero direttamente ma alcune commesse negli anni scorsi sono state evase tramite qualche agenzia italiana che si è rivelata - ahimè! - insolvente. Sicuramente internazionalizzare l’impresa è un processo interessante e auspicabile, ma ciò richiede delle caratteristiche, soprattutto a livello organizzativo, che stiamo predisponendo con la fattiva collaborazione dei nostri nuovi e giovani collaboratori. Ma a mio parere, prima di cercare spazi all’estero bisogna tenere presente che ci sono ancora da occupare tantissimi spazi IPI 118/10

A guidare il Gruppo Mercurio (oltre che a esserne i soci) sono i fratelli Diodato e Gerardo Mercurio (63 anni il primo, 49 anni il secondo), mentre in azienda già lavora il figlio di Diodato, Salvatore (38 anni). Diodato Mercurio, laurea in Pedagogia, per anni ha insegnato lettere fino a raggiungere l’età della pensione (allora possibile) a quarant’anni e da allora ha deciso di dedicarsi solo ed esclusivamente all’azienda grafica della famiglia che, fin da giovane, ha rappresentato la sua grande passione. Sede ad Angri, in provincia di Salerno, Grafiche Mercurio ha circa 65 dipendenti e ha chiuso il 2009 con un fatturato di 18,197 milioni di euro rispetto ai 16,428 del 2008 e ai 10,522 del 2007. Nata come classica tipografia, oggi Grafiche Mercurio è un’azienda che opera nei principali settori del mercato, a cominciare dagli stampati per la grande distribuzione, ma sta crescendo la stampa di brochure, depliantistica e cataloghi. Nel cassetto c’è il progetto di acquistare una nuova roto a 48 pagine da installare a Catania nella Rotopiù Sicilia, impresa in cui la Mercurio ha una partecipazione con altri soci .


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