Pozzoni Graphicscalve Deaprinting Book Service Amilcare Pizzi Elcograf Roto2000 Ilte B.E.I. Rotosud Effe Printing Litosud Servizi Stampa 2.0 Poligrafici Editoriale Gruppo Pigini Rotopress International Poligrafici Printing Grafica Editorial Printing Rotopress Nuovagrafica Coptip Goldprint GPP Industrie Grafiche
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un piano, firmato dai sindacati, per salvare una parte delle attività dell’azienda novarese. Ma l’accordo, che prevedeva l’assunzione tra Robbiate e un nuovo centro stampa nel Novarese, di circa 40 dipendenti su 140, in aprile è stato bocciato dal referendum tra i lavoratori. Così il 2015 ha segnato la chiusura anche dell’attività di una storica impresa come le Officine Grafiche di Novara, conosciute appunto col marchio commerciale Deaprinting, mentre i circa 50 posti della Legatoria del Verbano sono stati salvati grazie all’intervento della Book Service di Leinì, società di promozione e distribuzione editoriale facente capo al Gruppo Roletto. L’accelerazione della crisi delle Officine Grafiche di Novara, determinata anche dalla crisi generale delle commesse di stampa, si era accentuata dopo la fine dell’operazione (cominciata con la formula dell’affitto anzitempo) per integrare le sue attività con quelle di un’altra azienda in difficoltà, l’Amilcare Pizzi di Cinisello. Impresa che – ecco una buona notizia – è stata salvata dal Gruppo Pozzoni attraverso Elcograf che ne ha acquisito le attività conservando 60 posti di lavoro. Un’operazione per la quale, con un comunicato, a suo tempo il gruppo che ha il suo quartier generale a Cisano Bergamaco si era dichiarato “orgoglioso” per aver consentito la prosecuzione delle attività di un’azienda storica come la Pizzi. Con questa operazione, spiegava sempre la nota, Elcograf aveva raggiunto l’impressionante numero di 17 rotative funzionanti. Un parco macchine incrementato anche con i gruppi stampa (due Lithoman 80 pagine) della Roto2000, l’azienda di Casarile anch’essa rilevata con la formula dell’affitto finalizzata all’acquisto, affitto però scaduto in ottobre. Osservando gli eventi dello scorso anno si scopre che non è stato solo il nascente polo di Guido Veneziani ad arrivare al capolinea. Purtroppo, tra cessioni, concordati e chiusure, altre grandi realtà della stampa italiana – seppur in seguito a crisi e operazioni accumulatesi negli anni – hanno fortemente ridimensionato la loro attività. È il caso, ad esempio, della ex Ilte di Moncalieri facente capo a Vittorio Farina che all’inizio del Duemila dava lavoro complessivamente a circa 1.500 dipendenti. In estate è stata decisa l’ennesima riorganizzazione di quel che era rimasto della Ilte (la cui ragione sociale è stata cambiata in B.E.I. - Business Enterprise Ilte srl con la richiesta di un concordato in bianco) e Vittorio Farina è intervenuto anche sulla Rotosud, azienda di stampa rotocalco in provincia dell’Aquila. Come avevano spiegato fonti sindacali, Rotosud avrebbe anch’essa chiesto il concordato preventivo in agosto dopo il cambio della ragione sociale in R.I.F. (Roto International Factory) e il
conferimento di impianti e lavoratori alla D.Print (con la formula dell’affitto) e alla Effe Printing, società che fa capo alla Litosud del fratello di Vittorio Farina, Mario. In questo modo, come aveva spiegato lo stesso Mario Farina, è stato assicurato il futuro produttivo all’azienda e occupazionale a circa 100 dipendenti. Seppur ben diversa nell’evoluzione e dovuta principalmente alla prematura scomparsa nel 2009 del suo fondatore, Umberto Seregni, anche la storia di quello che era diventato il principale stampatore di quotidiani italiani ha registrato un ridimensionamento. Ora quel che resta in Italia del Gruppo Seregni (ma che con la famiglia Seregni non ha più nulla a che fare, a cominciare dal nome, essendo da tempo gli eredi di Umberto usciti di scena cedendo le quote di minoranza nella Fingraf Spa) è la nuova società Servizi Stampa 2.0 che a Cernusco dà lavoro a una ventina di dipendenti per la stampa in particolare del quotidiano QN-Il Giorno. Il 2015, per fortuna, non ha visto solo chiusure, ridimensionamenti e fallimenti, ma anche operazioni volte a potenziare, attraverso accordi, acquisizioni, integrazioni, la capacità di più di un’azienda grafica. Tra quelle realizzatesi l’anno scorso si segnalano, per importanza, l’operazione che ha visto protagonisti la Poligrafici Editoriale di Bologna e il Gruppo Pigini di Loreto che hanno consolidato la partnership sul fronte della stampa che dura ormai da quasi 14 anni con l’accordo che ha portato Rotopress International, società specializzata nella stampa in rotativa di cui il gruppo Pigini possiede il 67% mentre il restante 33% fa capo a Poligrafici Printing, a rilevare con la formula dell’affitto la Grafica Editoriale Printing. L’intesa prevede che al termine dei tre anni dell’affitto (e i risultati conseguiti nella seconda metà del 2015 dimostrano che si è trattata di un’operazione dalla valenza positiva) Rotopress possa esercitare un’opzione di acquisto. Sempre in tema d’integrazione non va dimenticata la fusione per incorporazione di Nuovagrafica di Carpi, una cooperativa di stampatori offset in piana, nella Coptip di Modena, azienda cooperativa rotooffset attiva fin dal 1920. Ma è d’obbligo ricordare anche, a fine anno, la trattativa (anticipata da stampamedia.net) che ha portato all’acquisizione da parte della Goldprint di Vailate della GPP Industrie Grafiche, per far nascere un gruppo nella stampa del packaging con circa 60 milioni di ricavi e quasi 300 dipendenti. Un’operazione, che ha visto come advisor Cesare Tocchio, ad di Tim Management, che va nella direzione di quel rafforzamento dimensionale e competitivo delle aziende grafiche che, si auspica, dovrebbe proseguire anche nel 2016.