ilPoliGrafico 167•16
Grafiche Badiali
di Cristina Rossi
Per l’80° anniversario
una nuova Roland 700 Evolution
Da sinistra: Andrea Fumagalli, Irene Badiali, Cinzia Badiali, Francesco Fumagalli, Alessandro Fumagalli.
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Grandi festeggiamenti presso la sede di Grafiche Badiali ad Arezzo lo scorso 18 dicembre per l’80mo anniversario dell’azienda e l’installazione della prima Roland 700 Evolution in Italia, in sostituzione di una Roland 700 5 colori di formato 70x100 cm, in funzione da 10 anni. In totale sono cinque le aziende in Europa a utilizzare il nuovo modello, una decina nel mondo. L’offset a foglio di formato 74x104 cm è una 5 colori + vernice, con una velocità di 16.000 fogli/ ora, dotata di Direct Drive, per cui ogni cilindro lastra è comandato da un motore sincronizzato individualmente. Tutto ciò si traduce in avviamenti molto rapidi e cambi lastra simultanei che avvengono in un minuto. Caratteristiche essenziali per l’azienda aretina che gestisce tanti piccoli lavori con tirature medie da 500/1.000 copie per conto di clienti che richiedono sempre una qualità di stampa molto elevata. Fondata nel 1935 da Donato Badiali nel cuore di Arezzo, sotto le logge vasariane di Piazza Grande,
dove adesso si trovano bar e ristoranti, l’azienda è arrivata oggi alla quarta generazione ed è conosciuta per l’innovazione, l’elevata qualità di stampa, l’affidabilità e l’ottimo rapporto con clienti e fornitori. Alla guida dell’azienda – costituita da 15 dipendenti per un fatturato di circa 2 milioni di euro – ci sono oggi Cinzia Badiali, figlia di Vittorio (figlio del fondatore), e il marito Alessandro Fumagalli, con i figli Francesco e Andrea. Nella zona industriale di Arezzo, a Pratacci, Vittorio Badiali individuò la zona per lo sviluppo della tipografia di famiglia. Così nel 1985 sorse quello strano stabilimento verde, con le pareti a punta e un design molto particolare, tanto che – come ci racconta Alessandro – fu immortalato da una serie di fotografi in occasione della presentazione della Lancia Thema in Germania. Vittorio, infatti, aveva uno spiccato senso per l’architettura moderna e volle dare un segno distintivo a quello spicchio di terreno dove costruì la nuova tipografia.