Stadium n. 2/2008

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• Intervista a Stefano Baldini • Ricordo di Claudio Bucciarelli • Il Palio di Asti si fa gioco • Il basket di Obama e le regole del cardinale

Il magazine di chi ama lo sport pulito

VOLKSWAGEN JUNIOR MASTERS SI RIACCENDE LA PASSIONE! LA BIBBIA GIORNO E NOTTE UN SUCCESSO MONDIALE

CSI PROTAGONISTA NELLA

CORSA DEI SANTI

LA FINANZIARIA "TAGLIA" LO SPOR T

La Finanziaria 2009, in corso di approvazione in Parlamento, pro pone pesanti tagli al finanziamento dello sport. Un sacrificio che solo in parte si giustifica con la difficile situazione del Paese, e che comunque ripropone la necessità di riconoscere per legge al sistema sportivo italiano la certezza di un minimo garantito.


PAROLA DI PRESIDENTE

Massimo Achini Presidente nazionale CSI

Un patrimonio da mettere a frutto La ricerca “Sport e società” del Censis avvolora 'obiettivo strategico del CSI: fare crescere il numero delle sue società sportive per portare l'offerta sportiva anche lì dove ora è debole. Si conferma la tendenza degli Italiani a trascurare gli sport "tradizionali" per sperimentare discipline nuove, con un orientamento che si indirizza sempre più verso la polisportività.

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'11 novembre presso la sede del CONI, a Roma, è stata presentata un'anteprima in sintesi del Rapporto "Sport & società", elaborato dal Censis con il supporto del Comitato Olimpico. In attesa che siano disponibili tutte le 300 pagine della Ricerca, delle quali Stadium certamente si occuperà, si può già dire che l'indagine, la prima del genere condotta in Italia, consente di dare valutazioni definitive su non pochi aspetti del modo in cui si va sviluppando, nel bene e nel male, il fenomeno sportivo in Italia. Le società sportive sono 95.000, un numero davvero importante, con due punti… deboli: una distribuzione ancora ineguale a livello territoriale; la difficoltà di far lievitare la cifra, visto che negli ultimi 15 anni essa è cresciuta molto meno rispetto al numero dei praticanti. Ciò conforta l'obiettivo strategico del CSI: fare crescere il numero delle sue società sportive per portare l'offerta sportiva anche lì dove ora è debole. Si conferma la tendenza degli Italiani a trascurare gli sport "tradizionali" per sperimentare discipline nuove, con un orientamento che si indirizza sempre più verso la polisportività. Nel riformulare le proposte associative bisognerà tenerne conto. Straordinario è il contributo del volontariato allo sport nazionale, visto che globalmente fornisce 225 milioni di ore di impegno sul campo; ma - avverte la Ricerca - questo elemento di forza del sistema può diventare il suo elemento di debolezza, perché occorre un volontariato molto più preparato di un tempo, e diventa quindi fondamentale la formazione dei quadri. Non mancano altri elementi di criticità segnalati dal Censis: il doping, la violenza, il rischio di prevalenza degli interessi economici sui valori, uno sport scolastico che non decolla. Anche qui si tratta di elementi sul cui contrasto il CSI è già molto impegnato a livello progettuale, e sarà importante non mollare la presa. Rilevante un suggerimento fornito dai dati sull'impiantistica: crescono in modo rilevante le palestre private, segno di una pratica sportiva che tende a collocarsi fuori dall'associazionismo tradizionale, il cui appeal evidentemente è diminuito. Prima o poi bisognerà chiedersi perché. Varrà la pena nei prossimi mesi impegnarsi in una lettura attenta, a tutto campo, delle informazioni che il Censis ci ha regalato, cercando di tradurre tabelle e statistiche in riflessioni e argomenti di dibattito, per costruire tutti insieme un cammino che corrisponda a quanto realmente ci chiede la società italiana.

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ANGELI & DEMONI

mons. Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

Il basket di Obama e le regole del cardinale La pratica sportiva "di base" è ormai recepita anche dai potenti come un dovere primario nella cura della propria persona. È una carica di energia. Un investimento sulla salute futura. Un modo per scaricare tensioni e nervosismi. Un modo per educare il proprio corpo al rigore ed al sacrificio.

i racconta che il giorno successivo alla sua elezione a nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama abbia voluto giocare la solita partita a basket con il gruppo di amici di sempre. Nulla di cui stupirsi: siamo ormai abituati a vedere le immagini di leader politici mondiali che dedicano parte del proprio tempo alla pratica di attività sportive. Poco importa preferiscano il golf o lo jogging, il nuoto o il tennis, lo sci o la bicicletta.

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La pratica sportiva "di base" è ormai recepita anche dai potenti come un dovere primario nella cura della propria persona. È una carica di energia. Un investimento sulla salute futura. Un modo per scaricare tensioni e nervosismi. Un modo per educare il proprio corpo al rigore ed al sacrificio. Senza scordarci i tanti esempi di chi, oltre alla pratica sportiva, continua a frequentare il tempio di Dio, consapevole dell'importanza d'unire corpo ed anima nel servizio alla società. Un aspetto, la religiosità di un potente della terra, non ancora ben evidenziato dai media come successo per il "basket" di Obama. Che si debba tener conto sia del corpo che dello spirito anche quando si fa dono di sé al prossimo è un esercizio non sempre compreso, e che perciò ha bisogno di essere sempre sollecitato. Pochi giorni fa il cardinale di Milano, mons. Tettamanzi, in occasione della festa di San Carlo Borromeo, grande riformatore delle leggi e dei costumi dei sacerdoti nel dopo concilio di Trento a fine XV secolo, ha richiamato i

sacerdoti milanesi a creare meno imbarazzo alla Chiesa promuovendo un maggior rigore di vita ispirato all'austerità, alla rinuncia, al sacrificio del proprio corpo. Il cardinale è noto, anche al CSI, per le parole che spesso spende a favore del valore formativo della pratica sportiva. Peccato, perciò, non abbia pensato di inserire nel suo discorso anche un richiamo sul corretto uso del corpo, invitando i "don" a praticare "concretamente" un po' di attività fisica pastorale. Che so: i giovani sacerdoti obbligati a fare due ore di allenamento alla settimana coi ragazzi della squadretta dell'oratorio. I parroci ad andare montagna col gruppo degli alpini e del dopolavoro. Le suorine in piscina con le giovani mamme. E le catechiste nel campo di calcio con gli allenatori! Sarebbe un buon rimedio per attenuare lo stress della vita pastorale. Sia ben chiaro: ciò non significa che per i sacerdoti un giusto tempo di preghiera e riflessione, come pure una vita dedicata al Signore, debba essere più importante che partecipare alla… Champion's League. Ma di certo, per avere un sogno (I have a dream) che migliori il nostro mondo, sarebbe bello se i "don" sapessero conciliare l'esempio di Obama e le indicazioni del Cardinale. Non è questo, in fondo, il modello oratoriano di don Bosco? Qualcuno disse che un grande uomo ha sempre al suo fianco una grande donna. Sarà forse vero. Di certo un grande santo ha sempre al suo fianco il buon Dio e… un po' di pratica sportiva. 3


SABATO 6 DICEMBRE ore 14,00 ore 15,30 ore 16,15

ore 17,00 ore 18,00 ore 19,00 ore 21,00

Accoglienza Apertura dei lavori Momento di preghiera Sport giocato, sport parlato, sport pregato S. E. mons. Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata, Tolentino, Recanati, Cingoli e Treia Migliorare e crescere: una sfida possibile Massimo Achini presidente nazionale CSI Dibattito e conclusioni Cena "Sportivi, uomini coraggiosi" Intervengono: Simona Aztori, ballerina e pittrice, Luca Pancalli, presidente del CIP e campioni sportivi diversamente abili

DOMENICA 7 DICEMBRE ore 09,00 ore ore ore ore

09,30 13,00 15,30 17,30

ore 19,30 ore 21,00 ore 22.00

Interviene padre Kevin Lixey, direttore Ufficio Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio dei Laici Laboratori Pranzo Laboratori Scambiamoci esperienze. Conclusioni in assemblea Cena Pellegrinaggio per le vie di Assisi partendo dal piazzale antistante la Chiesa di San Pietro Santa Messa Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi mons. Vittorio Peri, vicario generale di Assisi

LUNEDÌ 8 DICEMBRE ore 09,00 ore 10,00 ore 10,30 ore 11,15

Ripresa dei lavori. Interviene Antonio Matarrese, presidente Lega Calcio Vita associativa: gemellaggi, tour delle regioni, territorio… Conclusioni del presidente nazionale CSI Massimo Achini Santa Messa - Auditorium Cittadella mons. Claudio Paganini, consulente ecclesiastico nazionale CSI



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PAROLA DI PRESIDENTE

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Il Papa benedice

Lo sport italiano

Un patrimonio da mettere a

la Corsa dei Santi

al voto

PRIMO PIANO

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MONDO SPOR T

frutto

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ANGELI E DEMONI

L’INTERVISTA

Le Napolimpiadi del Cardinale Sepe

Il basket di Obama e le regole del cardinale

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ULTIM’ORA

La Finanziaria "taglia" lo sport

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ARGOMENTI

“Lo sport come stile di vita è una necessità”. Parola di Tony Blair

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EVENTI

La Bibbia giorno e notte, un

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successo mondiale

Claudio Bucciarelli, ricordo di

CHIESA E SPOR T

un prete straordinario


SOMMARIO

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POSTADIUM

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NATI NEL CSI

Agli atleti del CSI (e non solo)

Mirco Di Tora

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VITACSI

Il Palio di Asti si fa gioco

FISCALNEWS

I corsi formativi sono esenti

Mensile del Centro Sportivo Italiano www.csi-net.it

dall'IVA?

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PERSONAGGI

Stefano Baldini: i miei "scatti" nel CSI

28 ATTIVITÀ SPORTIVA VJM: si riaccende la passione!

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Direttore responsabile Claudio Paganini claudio.paganini@csi-net.it

ATTU ALITÀ

"Puoi anzi devi volare…" Giochiamo insieme 2008

Hanno collaborato a questo numero Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis, Massimo Achini, Mauro Stefani, Claudio Paganini

Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 Fax 06 68802940


POLITICA SPORTIVA

Programmi 2009 a rischio

La Finanziaria “taglia” lo sport ULTIM’ORA

La Legge Finanziaria 2009, in corso di approvazione in Parlamento, prospetta pesanti tagli al finanziamento dello sport e delle politiche giovanili. Un sacrificio che solo in parte si giustifica con la difficile situazione del Paese, e che comunque ripropone la necessità di riconoscere per legge al sistema sportivo italiano la certezza di un minimo garantito. di Andrea De Pascalis olitiche giovanili e sport: 24,4%. È questa, per ora, l'ipotesi di lavoro con cui la Legge Finanziaria 2009 ha iniziato l'iter parlamentare, che però è ancora lontano dalla conclusione. Nel caso in cui il taglio del finanziamento restasse immutato, le conseguenze per il sistema sportivo italiano sarebbero anche più critiche. Il presidente del CONI, Giovanni Petrucci, ha infatti spiegato che quel -24,4% comporterebbe una riduzione del 35% dei contributi concessi dal Foro Italico a Federazioni, Discipline associate ed Enti di promozione. Come dire che verrebbe a mancare, a programmazione 2009 già fatta, un terzo di una basilare voce di bilancio dei soggetti che organizzano lo sport ai vari livelli. Anche se resta da verificare

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come si dividerà tra politiche giovanili e sport la cifra da tagliare. Esistono ma sono labili le possibilità che, di qui all'approvazione definitiva della Legge, si torni parzialmente indietro, "ammorbidendo" la durezza del taglio. Il sottosegretario allo sport, Rocco Crimi, pur affermando che "Anche lo sport deve tirare la cinghia", ha promesso in più occasioni il suo intervento per limitare i tagli. E la commissione cultura della Camera ha lanciato al Governo un appello bipartizan

Il taglio di risorse allo sport e alle politiche giovanili è percentualmente tra i più alti previsti in Finanziaria, segno che si ritiene il settore di secondaria rilevanza sociale


perché riconsiderasse la decisione. Ma esistono anche indicazioni che prospettano una Finanziaria blindata, che non prevede aggiustamenti importanti in sede di emendamenti e sulla cui approvazione forse sarà posta la fiducia. Di fronte ad una tale sforbiciata dei contributi, il CONI e le diverse componenti sportive hanno avuto reazioni composte, evitando contrapposizioni forti, limitandosi ad esprimere preoccupazione e sorpresa. Appena il 5 settembre scorso, ricevendo a Villa Madama, a Roma, gli olimpionici tornati da Pechino, il Presidente del Consiglio aveva assicurato che non sarebbe venuto meno il sostegno economico del governo per la preparazione olimpica in vista di Londra 2012: "Per portare a casa risultati così importanti - fu detto - serve anche 'la benzina economica' e il governo vi garantisce che questo sostegno ci sarà come c'è stato questa volta e negli scorsi cinque anni di governo". In realtà, a fronte di una Finanziaria che taglia fondi in quasi ogni settore rilevan-

te della vita pubblica, dalla scuola alla sanità, lo sport non poteva non essere anch'esso sacrificato. È anche vero, però, che il taglio di risorse allo sport e alle politiche giovanili è percentualmente tra i più alti previsti in Finanziaria, segno che si ritiene il settore di secondaria rilevanza sociale. Una considerazione, questa, figlia del vecchio concetto secondo il quale dare soldi allo sport è uno spreco e non un investimento. Comunque vada a finire, una riflessione

Lo sport italiano non può continuare a vivere ad ogni Finanziaria, a fine anno, l'incertezza di risorse la cui entità dipende da mille fattori contingenti

va fatta: lo sport italiano non può continuare a vivere ad ogni Finanziaria, a fine anno, l'incertezza di risorse la cui entità dipende da mille fattori contingenti. Non può sia perché così diventa impossibile ogni programmazione, sia perché una tale dipendenza dagli umori della politica segnerebbe la fine di ogni pretesa di autonomia dello sport. Col senno di poi si può affermare che l'errore è stato compiuto anni fa, quando la gestione dei concorsi sportivi, fonte di vera autonomia, fu lasciata dal CONI allo Stato senza pretendere in cambio un finanziamento annuo minimo garantito. Così accade, come accade in questi giorni, di dover accettare che si tolgano soldi alle politiche giovanili e allo sport di base proprio mentre, con un'altra legge approvata da maggioranza e opposizione, si regalano 25 milioni di euro agli ippodromi in deficit affinché possano continuare ad organizzare le corse. Segno che all'attuale Parlamento sta più a cuore il futuro dei cavalli di quello dei ragazzi.

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PRIMO PIANO

“Possa tutta la nostra vita essere una corsa nella fede e nell'amore”.

Il Papa benedice la Corsa dei Santi di Felice Alborghetti

La gara, organizzata in onore della innumerevole folla di santi che popolano il martirologio cristiano, si è articolata su due percorsi, entrambi con partenza e arrivo in piazza San Pietro. In quello agonistico, di 10,5 km, la vittoria è andata a Daniele Meucci. Nella stracittadina, 4 km attorno al Vaticano, aperta a tutti, ha prevalso Mehmet Dogan, atleta Csi della Asd Romatletica. 10

uemila atleti hanno sprintato sotto casa nostra, proprio in via della Conciliazione sede nazionale del Csi, nella Corsa dei Santi, un primo novembre per la prima volta vestito di sport, per festeggiare la ricorrenza di Ognissanti, celebrazione tra le più antiche della liturgia cristiana, in antitesi alla sempre più diffusa Halloween. Partenza da piazza San Pietro e poi di corsa, attraversando il Tevere, per piazza Venezia, davanti al Colosseo e alla basilica di Santa Maria Maggiore, per tornare infine a tagliare il nastro di arrivo davanti al colonnato del Bernini. E lì ricevere la benedizione del Santo Padre. La gara, con partenza e arrivo a Piazza San Pietro, è stata vinta dal favorito

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della vigilia Daniele Meucci (Esercito), attualmente il più forte atleta italiano nei 10.000 metri e nella mezzamaratona. Meucci (31:16 il suo tempo) ha preceduto il trio di kenioti Rugut, Chirchir, Kiplagat. Quinto Mattia Maccagnan delle Fiamme Gialle, davanti al tendem in maglia Esercito Auciello e Gaeta. La prova femminile è stata vinta da Anna Incerti delle Fiamme Azzurre in 35:39 davanti a Vincenza Sicari (Esercito), Barbara La Barbera (Esercito), Claudia Cardini (GS Lammari) ed Ewa Wojcieszek (Polonia). La manifestazione, trasmessa in diretta TV da Canale 5, ha raccolto fondi per le missioni salesiane in Congo, in particolare quelle per le Opere Mamma Margherita di Lubumbashi


1 novembre 2008, Città del Vaticano: Il Papa all'Angelus: "Rivolgo un corla partenza della prima edizione della diale saluto ai pellegrini che hanno partecipato alla prima edizione della Corsa dei Santi 'Corsa dei Santi'. Cari amici, siete partiti e arrivati qui a San Pietro, pasIl Csi primo nella non agonistica sando per San Giovanni in Laterano, Davvero un bel battesimo è San Paolo fuori le Mura e Santa Maria stato quello di Mehmet Maggiore. Sono lieto di questa nuova Dogan, l'atleta tesserato nel CSI con la maglia della neoiniziativa, che esprime la gioia e nata Asd Romatletica. anche la fatica di correre insieme Il 21enne ragazzo di origine turca, in Italia da circa 6 mesi sulla via della santità. Possa tutta la , ha vinto la non competitiva nostra vita essere una corsa nella (4 km) della Corsa dei Santi fede e nell'amore, animata dall'esemcon il tempo di 14'21". pio dei grandi testimoni del Vangelo! 11


CHIESA E SPORT

Stadium ha avvicinato l'Arcivescovo metropolita per conoscere i perché di una sfida avvincente.

Le Napolimpiadi di Sepe INTERVISTA

La Curia partenopea ha intenzione di proporre per la prossima primavera una sorta di Olimpiade diocesana. I Giochi, con il supporto del Csi e del Coni provinciale, coinvolgeranno le Diocesi di Napoli e Pozzuoli.

a cura di Danilo Vico

Oltre trecento chiese, migliaia di teenagers coinvolti nelle discipline più svariate, dall'atletica , al basket, senza esclusione degli sport dalla matrice più oratoriana quali dama, scacchi e calcio balilla. La Napoli delle emergenze può sognare con lo sport. Del resto, a Pechino gli atleti campani per numero di medaglie conquistate sono risultati i secondi in Italia. Mons. Crescenzio Sepe ha vagliato l'idea di una Olimpiade delle parrocchie, da realizzare in primavera-estate. Quali motivazioni all'origine dell'iniziativa? E cosa si attende da essa? L'idea è nata come occasione di aggregazione e di comunione per tutti i ragazzi delle Parrocchie della Diocesi e della città, come scambio e condivisione tra i ragazzi delle diverse zone con le loro differenze, per riscoprire la bellezza dello sport con i suoi valori.

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Ci attendiamo un interesse e una collaborazione di tutte le comunità parrocchiali al servizio dei ragazzi e dei giovani in risposta al desiderio dei ragazzi di stare insieme e di praticare lo sport all'interno degli oratori e delle Comunità Parrocchiali. Non sempre il valore dello sport come strumento di pastorale giovanile è compreso dai parroci. Cosa fare per riportare lo sport nelle parrocchie?Come inserire

Non sembra del tutto vero che i Parroci non considerano lo sport come strumento pastorale ed educativo, anzi vari sacerdoti sono appassionati e seguono lo sport e vorrebbero diffonderlo tra i propri ragazzi.


lo sport nei piani pastorali delle parrocchie? Non sembra del tutto vero che i Parroci non considerano lo sport come strumento pastorale ed educativo, anzi vari sacerdoti sono appassionati e seguono lo sport e vorrebbero diffonderlo tra i propri ragazzi. Piuttosto ci sono delle difficoltà logistiche e temporali per attuare lo sport in Parrocchia. Per riportare lo sport servono spazi e volontari. Il Parroco stesso non riesce e non può sempre occuparsi dello sport, come di altre attività. A questo proposito come supporto di idee, di opportunità, di consigli, di sostegno anche alle Parrocchie è stato voluto un Ufficio specifico in Curia, di Pastorale dello Sport. Napoli è città con gravi problemi di marginalità giovanile. Quanto è realistico pensare che lo sport possa contribuire a riportare il fenomeno sotto controllo? E in che modo? I ragazzi hanno bisogno di trascorrere del tempo insieme e di divertirsi, e crediamo che lo sport possa essere uno strumento privilegiato di aggregazione, di svago, di tempo libero, di incontro.

Credo sia l'unica alternativa alla strada o a divertimenti negativi; un esempio: meglio una squadra che un branco per strada. Ma soprattutto pensiamo sia possibile offrire esperienze di crescita e modelli educativi positivi, insegnando loro i valori insiti nello sport quali: la lealtà, il rispetto dell'altro, la collaborazione attraverso il gioco di squadra, ed ancora di più il valore dell'impegno e del sacrificio verso una meta, un risultato. Le parrocchie dispongono di un'ampia rete di impianti, che però restano spesso inutilizzati o sottoutilizzati, quando non sono affittati a privati. Cosa fare per sfruttare al meglio questa risorsa a favore di tutti i ragazzi e i giovani? Come Chiesa ci stiamo attivando tramite l'Ufficio di Pastorale dello Sport per monitorare gli spazi esistenti, trovare fonti di sostegno per recuperare e ristrutturare impianti in difficoltà, trovare intese con impianti ed enti già esistenti (mutui, fondazioni…) Il Centro Sportivo Italiano, da sempre a servizio della Chiesa. Al suo fianco dal Giubileo degli Sportivi fino alle prossime

Olimpiadi partenopee. Come giudica l'azione di questa associazione? Innanzitutto siamo grati al Centro Sportivo Italiano per la sensibilità, la vicinanza e il servizio per il binomio Sport-Chiesa. E' anche una testimonianza di volontariato da parte di questi amici. E poi con la loro pluriennale esperienza, sono di grande aiuto nell'ideazione, organizzazione e nello svolgimento di tante attività, sia nella singola Parrocchia, che nei grandi eventi cittadini. Ci auguriamo che l'esempio sia seguito da tanti altri amici-volontari per il bene dei nostri ragazzi.

Intanto Capodimonte conquista il tennistavolo A fare da apripista ai prossimi Giochi del 2009 è stato il primo Trofeo diocesano di tennistavolo.Due mesi di gare con varie fasi eliminatorie tra le 24 parrocchie partecipanti e gli oltre cento giovani pongisti dai 12 ai 18 anni. Il torneo della Diocesi di Napoli è stato organizzato dalla FITET regionale, in collaborazione con il comitato provinciale del Centro Sportivo Italiano, sulla spinta dell'Assessorato allo sport della Provincia. Sono state due parrocchie di Napoli a contendersi l'ultima schiacciata sui tavoli. A fine ottobre ha prevalso la S. Maria della Misericordia a Porta Grande di Capodimonte sull'Oratorio della Sacra Famiglia, al terzo posto la Parrocchia della Resurrezione di Secondigliano, uno dei quartieri della periferia cittadina, mentre l'Immacolata di Lourdes è finita quarta. Alle quattro parrocchie finaliste, oltre alle coppe e alle medaglie, è stato donato un tavolo di ping pong ; altri sei impianti di gioco sono stati sorteggiati tra tutte le formazioni partecipanti all'iniziativa diocesana. Giovanni Mauriello

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La Bibbia giorno e notte

TRA I LETTORI DELLA MARATONA BIBLICA, PATROCINATA DAL CSI, NUMEROSI GLI SPORTIVI.

EVENTI

La Bibbia giorno e notte, un successo mondiale Dagli olimpionici Vezzali e Schwazer, allo juventino Legrottaglie e al laziale Delio Rossi. Presente lo sport di base con Massimo Achini e Edio Costantini, quello paralimpico con Luca Pancalli. Sul libro d'onore della Basilica di S. Croce in Gerusalemme hanno tutti lasciato una testimonianza di fede. di Giuseppe Pallanch "Maratón televisivo de dimensiones biblicas" ("El Mundo"); "Marathon biblique sous l'œil de cameras à Roma" ("Le Monde"); "Bibel-lesung mit papst und Robert Benigni" ("Süddeutsche Zeitung"); "La Bibbia giorno e notte: un tentativo di riportare il sacro nella quotidianità. Bagliori di bellezza per la Parola sotto i riflettori" ("L'Osservatore Romano"). Sono titoli di una sintetica e, nello stesso tempo, paradigmatica, rassegna stampa di un evento, che, a sorpresa, ha ottenuto un'eco e un interesse planetari. Fuori dei confini europei: del programma Rai, entrato il 9 ottobre nel Guiness dei Primati come la più lunga diretta della televisione mondiale, hanno parlato i notiziari radiofonici e televisivi di Canada, Stati Uniti, Messico, Brasile, Cile, Argentina, Giappone, Australia. L'evento, nel quale la lettura della Bibbia è stata accompagnata da una "colonna sonora" eseguita da 81 gruppi musicali, con 1.000 componenti, a testimoniare la grande cultura musicale del Paese, ha offerto un'immagine sorprendente dell'Italia. Una nazione, che attraverso il servizio pubblico, ha saputo proporre la lettura 14

del Libro dei Libri, patrimonio dell'umanità, radice ed icona di quella grande cultura che è all'origine della civiltà occidentale e che rivendica, in un'epoca di globalizzazione e di pluralismo, il diritto ad una specifica visione della democrazia, della solidarietà, del progresso dei popoli. A La Bibbia giorno e notte, del quale ancora discettano quotidiani e periodici ("Avvenire", "Famiglia Cristiana", settimanali diocesani, in particolare, continuano a registrare l'opinione dei lettori: "Una "cavalcata spirituale" d'alto valore, un'iniziativa originale e lodevolissima. […] L'anima si è schiusa a una nuova speranza, inondata da una luce forte e improvvisa, illuminando il buio di questi giorni", lettera pubblicata su "Famiglia Cristiana, 2 novembre 2008, p. 142), con il plauso della Conferenza Episcopale Italiana, il CSI ha dato un caloroso sostegno, entrando, con il top delle associazioni e dei movimenti cattolici, nel Comitato degli enti patrocinatori; e ad esso hanno partecipato, come lettori, il Presidente Massimo Achini e l'ex Presidente Edio Costantini, ora Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per lo Sport.

“Ho sbagliato a curare troppo l'esteriorità e a non mostrarmi per quello che sono veramente. Nel gennaio 2006 ho avuto un incontro con una persona speciale che ha cambiato la mia vita: Gesù!” Nicola Legrottaglie


"Che il Signore possa vegliare e proteggere tutte le famiglie del mondo e possa regnare l'amore per sempre. Con affetto. In punta di fioretto". Valentina Vezzali

Di tale evento è opportuno sottolineare qualche aspetto peculiare e significativo. La Bibbia giorno e notte, lettura integrale e continua dei 73 libri dell'Antico e del Nuovo Testamento da trasmettere in diretta televisiva, è stata ideata e proposta alla tv pubblica da un giornalista cattolico, Giuseppe De Carli, Direttore della struttura Rai Vaticano e notissimo volto del Tg1 e delle dirette di Rai Uno dei grandi eventi "religiosi". De Carli ha voluto coinvolgere in questo progetto assolutamente inedito, assieme al mondo cattolico, con le sue massime istanze ecclesiali in Vaticano e in Italia e con le più importanti articolazioni del laicato, anche - in spirito ecumenico - le Chiese della Riforma, l'Alleanza Biblica, le Chiese ortodosse afferenti ai Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca (la IIª e la IIIª Roma), l'ebraismo e, in un'ottica di rispetto e di amicizia, persino l'Islam, oltre al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, la Regione Lazio, la Provincia e il Comune di Roma. Così - come ha scritto "L'Osservatore Romano", "al pellegrinaggio stanziale della Parola, esempio concreto di dialogo in atto",

hanno aderito lettori di 65 nazioni, 40 padri sinodali, 36 esponenti di confessioni cristiane riformate, 17 ebrei, 6 musulmani, 20 ecclesiastici dei Patriarcati di Costantinopoli e di Mosca. Accanto a loro, per citare alcuni nomi, i senatori a vita Andreotti, Ciampi, Cossiga, Scalfaro, i ministri Bondi, Carfagna, Gelmini, il sindaco di Roma Alemanno, il presidente della Regione Lazio Marrazzo, il presidente della Provincia di Roma Zingaretti, Julian Carron di Comunione di Liberazione, Kiko Arguello del Cammino Neocatecumenale, Franco Miano, Presidente dell'Azione Cattolica, Javier Echevarría, prelato dell'Opus Dei, e il già citato Massimo Achini. Un puzzle di 1250 pezzi La Rai, attraverso il sito www.labibbiagiornoenotte.rai.it, ha offerto a tutti (con l'unico limite dell'età, che doveva essere superiore a 11 anni) la possibilità di candidarsi come lettori per la diretta prevista in 139 ore, dalle 18 di domenica 5 ottobre alle 13 di sabato 11 ottobre. In due settimane (l'ultima di agosto e la prima di settembre!) 150mila persone hanno visitato le pagine del sito,

spesso mandandolo in tilt, tanto da dover essere potenziato. Questo perché il "popolo" ha colto, prima della stampa, la straordinarietà dell'evento e ha voluto entusiasticamente aderirvi per renderlo realizzabile con la propria partecipazione. Una scommessa non scontata: quella di comporre un puzzle di 1250 pezzi. Tante le pericopi in cui il testo sacro è stato "spezzettato", con durata da 5 a 10 minuti, nel rispetto del testo stesso, per assegnarle a una sequenza di lettori sempre nuovi. Lettori tutti volontari totali, cioè, addirittura, senza rimborso spese di viaggio, pur provenendo il 40% da fuori della regione Lazio. Questo per quanto attiene ai lettori "comuni"; mentre i 200 posti riservati alle istituzioni organizzatrici e patrocinatrici hanno consentito la partecipazione dei cosiddetti Vip, da Roberto Benigni a Pippo Baudo, da Beppe Fiorello a Renzo Arbore, da Michele Placido a Fabrizio Frizzi, da Claudia Koll a Maria Grazia Cucinotta, da Franca Faldini a Lorella Cuccarini. Nel palinsesto Rai La Bibbia giorno e notte ha trovato collocazione su Rai Uno - in Eurovisione - per l'apertura, con il Papa e Benigni, e la chiusura, con 15


La Bibbia giorno e notte

il cardinale Bertone; su Rai Edu 2 e sul sito Internet per l'intera durata dell'evento. Sat 2000, Radio inBlu, il canale mondovisione di Telepace hanno solo ottenuto di trasmettere l'evento in differita di 24 ore. La collocazione satellitare della diretta ha costituito effettivamente un handicap, con disagio e rammarico espressi da molti telespettatori privi della parabola. Va comunque registrato un successo di audience, con picchi fino a 4 milioni. La Rai poteva aver più coraggio, anche se si trattava di un evento senza precedenti con cui confrontarsi? "Ora il precedente c'è…", ha detto De Carli. Dato eclatante: sono state 122mila le persone che hanno ritirato il pass per entrare nella Basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme ed assistere dal vivo alla lettura. Ancora un'annotazione non marginale sulla lingua della Bibbia. Il metropolita ortodosso Gennadios ha cantato in greco antico il prologo di Giovanni; alcuni rabbini hanno letto la pericope assegnata sia in ebraico sia in italiano; il musulmano Ahmad ha aperto la lettura del libro di Tobia dichiarando in lingua araba: "Dio (Allah) è grande e misericordioso"; ciechi e sordomuti hanno proclamato i brani evangelici della guarigione del cieco Bartimeo e del ragazzo muto assistiti dal linguaggio dei segni e dal testo in Braille. La lingua italiana, usata da tutte le altre persone per la lettura, è stata declinata con tutti gli accenti e le inflessioni della società cosmopolita, raccolta a Roma per l'occasione. Gli sportivi e la Bibbia Alla maratona biblica, come era logico, hanno partecipato come lettori molti sportivi, dirigenti ed atleti professionisti o dilettanti. Questo grazie all'opera di sensibilizzazione compiuta dai dirigenti e dai consulenti ecclesiastici del Csi nelle parrocchie, oratori, società sportive. È noto, e vale la pena ricordarlo nell'anno paolino, che per San Paolo, il quale usa 30 volte nelle sue lettere termini sportivi - era appassionato di boxe e di corsa - lo sport è una parabola dell'esistenza cristiana e che dagli 16

"Credere in Dio è una cosa preziosa. Il tecnico sportivo, al quale sono affidati giovani che vanno guidati, curati, sostenuti, ha una grande responsabilità personale. Senza spiritualità, vita interiore, è difficile essere attenti agli altri ed essere guide". Delio Rossi sportivi, che inseguono un traguardo e per esso sanno fare rinunce ed accettare regole, occorre prendere esempio per una coerente vita di fede, finalizzata alla salvezza. Grande risonanza sulla stampa e in tv ha riscosso la partecipazione alla lettura degli olimpionici Valentina Vezzali e Alex Schwazer, del calciatore della Juventus Nicola Legrottaglie, dell'allenatore della Lazio Delio Rossi, di Suor Paola e del Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli. La Vezzali ("L'escrimeuse Valentina Vezzali, medaillée d'or a Pekin", è notata persino da "Le Monde") ha letto il suo brano in divisa da carabiniere. Sul libro d'onore della Basilica ha vergato: "Che il Signore possa vegliare e proteggere tutte le famiglie del mondo e possa regnare l'amore per sempre. Con affetto. In punta di fioretto". A "La Gazzetta dello Sport" ha confidato: "Sono molto credente. Il Signore mi ha

dato un grande talento; questo è un modo di offrirgli gratitudine. Io prego la Madonnina, la sento più vicina come donna, come madre". Alex Schwazer è arrivato in Basilica con 2 ore di ritardo a causa di uno sciopero Alitalia, scortato dalle volanti dei colleghi della Benemerita e preoccupato di un'eventuale "eliminazione". È stato recuperato con una sostituzione. Poi ha confidato: "Leggere la Bibbia sotto i riflettori è stata un'emozione unica. Ma anche un impegno preso pubblicamente di cercare con umiltà, in mezzo a tante fragilità, di testimoniare la vocazione cristiana". Nicola Legrottaglie, da Atleta di Cristo, ha dichiarato a "Tuttosport" di essersi sentito coinvolto interiormente dal Salmo 119 che ha letto. Un versetto per tutti: "Mostrami Signore la via delle Tue leggi e le seguirò fino alla fine. Guidami lungo la via dei tuoi comandamenti perché in essi trovi la mia gioia" E ha proseguito: "Mi fa piacere che si parli di Dio, e di vedere insieme rappresentanti di varie confessioni cristiane e religioni, dagli evangelici agli ebrei. Un segnale di pace, ispirato da Dio, uomo perfetto". E infine ha fatto una confessione: "Ho sbagliato a curare troppo l'esteriorità e a non mostrarmi per quello che sono veramente. Nel gennaio 2006 ho avuto un incontro con una persona speciale che ha cambiato la mia vita: Gesù!". Sul libro della Basilica Legrottaglie ha scritto: "Con azione fraterna in Gesù Cristo". Delio Rossi ha letto, accanto alla moglie Maria Rosaria, i primi 4 brevi Salmi. Dopo aver firmato il libro d'onore ("Da S. Croce in Gerusalemme con lazialità e fede") ha conversato a lungo con i giornalisti. "La Gazzetta dello Sport" e il "Corriere dello Sport" gli hanno dedicato ampie interviste, nelle quali l'allenatore della Lazio ha parlato del suo rapporto con la fede e con la pratica religiosa, della spiritualità nel mondo sportivo, del valore della famiglia, delle sue esperienze personali: "La spiritualità è in ognuno di noi; non siamo solo corporeità e fisicità. È difficile per un personaggio pubblico tirar


fuori la spiritualità, però è un obbligo dar testimonianza dei valori ai quali cerca di ispirare la propria vita. Credere in Dio è una cosa preziosa. Il tecnico sportivo, al quale sono affidati giovani che vanno guidati, curati, sostenuti, ha una grande responsabilità personale. Senza spiritualità, vita interiore, è difficile essere attenti agli altri ed essere guide". Suor Paola ha portato la classe alla quale insegna ad assistere alla lettura della Bibbia per smentire la sua nomea di solo tifosa. Invece è un'insegnante, una operatrice di solidarietà, conosciuta e stimata anche nel mondo dei cameramen e dei tecnici televisivi, che coinvolge, insieme agli sportivi, nelle sue opere buone. "Lo sport - ha detto - è un grande valore, anche il tifo è un valore, che arricchisce la vita, avvicina ed è occasione di incontro, di amicizia e fratellanza. Ma sport e tifo non sono spazi esclusivi ed escludenti. Vanno inseriti nell'equilibrio della persona, per arricchirla di sensibilità, di prossimità, di entusiasmo, di positività. Devono diventare sport e tifo una marcia in più per la corsa nella vita. Una corsa, come dice S. Paolo, che deve avere una meta, la voglia di vincere, anche se richiede allenamento, rinuncia, costanza". L'avv. Luca Pancalli ha rappresentato a La Bibbia giorno e notte il mondo dello sport paralimpico e degli svantaggiati. Uno sport che rappresenta per queste persone speciali la sfida contro la propria condizione e contro i pregiudizi, la voglia di vivere in pienezza, di confrontarsi con gli altri, che è propria di ogni giovane, l'apertura all'entusiasmo, alla socialità, alla gioia interiore. Il Paese deve esser grato ai volontari che rendono possibile, per esempio, il basket in carrozzina, che organizzano gare, tornei, trasferte. Questo sport è la cartina al tornasole di una società civile. Lo Stato deve privilegiare l'intervento in questo settore, proprio come segno della propria scelta di civiltà. Questo il messaggio di Pancalli. All'evento hanno partecipato anche alcuni ragazzi ospiti di Rebibbia,

Regina Coeli e di Borgomanero, accompagnati da agenti penitenziari, come richiede la legge. Piace chiudere con quello che ha detto uno di questi ragazzi: "È stata la più bella ora d'aria della mia vita di recluso–". La Bibbia giorno e notte: una boccata d'aria buona per l'Italia e per il mondo? Anche il Pontefice, con il suo annuncio all'Angelus di domenica 5 ottobre e la partecipazione come primo lettore, lo ha auspicato. 17


MONDO SPOR T Federazioni e Coni

Lo sport italiano al voto di Andrea De Pascalis

ono in corso di svolgimento le assemblee elettive per il rinnovo dei vertici delle Federazioni sportive. Nei prossimi mesi saranno rinnovati anche i comitati regionali e provinciali del CONI, in ciascuno dei quali - come è noto - è prevista la presenza di cinque rappresentanti degli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, presenti

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sul territorio. Va ricordato che nel passato quadriennio olimpico il CSI è stato l'Ente di promozione con il maggior numero di rappresentanti nelle Giunte e nei Consigli provinciali e regionali del CONI, grazie alla credibilità conquistata sul campo dai nostri dirigenti territoriali. Una presenza, questa, da riconfermare per il quadriennio 2009-2012.

La stagione elettiva dello sport italiano si concluderà in una data da precisarsi, tra il 1° maggio e il 30 giugno 2009, quando avverrà contestualmente l'elezione del presidente e della giunta del CONI. Nella pagina a seguire riportiamo il quadro riepilogativo delle scadenze elettorali delle FSN e delle DSA, aggiornato alla metà di novembre.


Calendario delle elezioni per il rinnovo delle cariche federali e delle discipline associate FEDERAZIONI

PRESIDENTE USCENTE

DATA ASSEMBLEA

F.I.S.G. F.I.S.I. A.C.I. Ae.C.I. F.I.R. F.I.T. F.I.G.H. Wushu Kung Fu F.I.G. F.I.G.S F.I.N. F.M.S.I. F.I.P.M. Sport Orientamento U.I.T.S. F.I.B.S. F.I.Ba F.I.H. F.I.S. F.I.J.LK.A.M. F.I.S.E. F.I.Te.T. F.I.D.A.L. Sport Bowling F.I.M. F.I.C.K. F.I.P.A.V. Cricket

Giancarlo Bolognini Giovanni Morzenti Enrico Gelpi Giuseppe Leoni Giancarlo Dondi Anqelo Binaghi Francesco Purromuto Giuseppe Falconi Franco Chimenti Siro Zanella Paolo Barelli Maurizio Casasco Lucio Felicita Ezio Paris Ernfried Obrist Riccardo Fraccari Alberto Miglietta Luca Di Mauro Giorgio Scarso Matteo Pellicone Cesare Croce Francesco Sciannimanico Franco Arese Mauro Facchetti Vincenzo Iaconianni Luciano Buonfiglio Carlo Magri Simone Gambino Renato Nicetto Luciano Rossi Renzo Tondo Antonio Urso Serqio Gaibisso Paolo Sesti Riccardo Agabio Sabatino Aracu Ferruccio Galvagno Enrico Costa Mario Scarzella Giuseppe Giamminola Ennio Falsoni Park Sun Jae Sandro Bellagamba Felice Buglione Emilio Di Toro Romolo Rizzoli Andrea Mancino Fausto Maifredi Renato Di Rocco Michele Bonante Ugo Claudio Matteoli Ariano Amici Giampietro Pagnoncelli Luca Pancalli Narcisio Gobbi Giancarlo Abete Alberto Spinelli Gianarrigo Rona Silvio Falcioni Franco Falcinelli Emilio Crosato

21 giugno 2006 21 giugno 2006 1 gennnaio 2008 ottobre 2009 13 settembre 2008 13 settembre 2008 14 settembre 2008 28 settembre 2008 29 settembre 2008 4 ottobre 2008 18ottobre 2008 8 novembre 2008 9 novembre 2008 9 novembre 2008 15 novembre 2008 16 novembre 2008 23 novembre 2008 23 novembre 2008 23 novembre 2008 29 novembre 2008 29 novembre 2008 29 novembre 2008 30 novembre 2008 30- novembre 2008 6 dicembre 2008 7dicembre 2008 7 dicembre 2008 13 dicembre 2008 13 dicembre 2008 13 dicembre 2008 14 dicembre 2008 14 dicembre 2008 14 dicembre 2008 14 dicembre 2008 20 dicembre 2008 20 dicembre 2008 21 dicembre 2008 10 gennaio 2009 18 gennaio 2009 18 gennaio 2009 1 febbraio 2009 14 febbraio 2009 15 febbraio 2009 22 febbraio 2009 28 febbraio 2009 1 marzo 2009 7 marzo 2009 7 marzo 2009 15 marzo 2009 22 marzo 2009 22 marzo 2009 29 marzo 2009 29 marzo 2009 febbraio 2009 15 febbraio 2009 febbraio 2009 febbraio 2009 marzo 2009 marzo 2009 marzo 2009 marzo 2009

F.I.T.A.V. Dama F.I.P.C.S. F.I.V. F.M.I. F.G.I. F.I.H.P. F.I.D.S. Pallapugno F.I.T.Arco Sportiva Twirling Kick boxinq F.I.T.A. Sport Tradizionali F.I.D.A.S.C. F.I.Tri F.I.B. Biliardo Sportivo F.I.P. F.C.I. F.I.Cr F.I.P.S.A.S. Arrampicata Sportiva Scacchistica C.I.P. Canottaggio Sedile F F.I.G.C. Turismo Equestre Trec-Ante

Bridqe F.I.S.N. F.P.I. Pallatamburello

LUOGO ASSEMBLEA

Boloqna Verona Roma Lamezia Terme Milano Roma Roma Roma Roma Bologna Mestre - Venezia Bellaria (Rimini) Roma Riano Roma Ostia

PRESIDENTE Bolognini Morzenti Gelpi Leoni Dondi Binaghi Purromuto Ettore Barbagallo Franco Chimenti Siro Zanella Paolo Barelli Maurizio Casasco Lucio Felicita Sergio Grifoni

Sanqemini Torino Firenze Milano Terni Bellaria Igea Marina Roma Tirrenia Roma Roma Ostia Genova Roma Roma Roma Foligno Riccione Roma Chatillon (AO) Montesilvano (PE) Salsomaqqiore Imola Riccione Boloqna Milano Roma

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MONDO SPORT

Parola di Tony Blair

ARGOMENTI

“Lo sport come stile di vita è una necessità” Aprire a tutti i ragazzi l'accesso all'attività sportiva, in modo che resti per sempre nei loro stili di vita: è lo scopo di una Fondazione operativa in Inghilterra da poco più di un anno. A crearla è stato l'ex primo ministro Tony Blair, con un progetto davvero innovativo. Vediamo di cosa si tratta.

di Andrea De Pascalis i chiama Tony Blair Sports Foundation, dal nome dell'ex Premier britannico che l'ha ideata e fatta nascere, convinto di dover fare qualcosa per accrescere la partecipazione giovanile allo sport, quale strumento di educazione, di fruizione del tempo libero e di prevenzione sanitaria, a cominciare dai i ragazzi che vivono situazioni di esclusione sociale. L'Inghilterra rispetto a noi ha un'altra lingua e un altro fuso orario, ma i problemi giovanili non sono poi così diversi. Tra questi la mancanza di forme di aggregazione extrascolastica e lo scivolamento verso forme di obesità. "O rendiamo lo sport una parte importante del nostro futuro - sostiene Blair - o spenderemo sempre più denaro cercando di curare le conseguenze dell'obesità. L'introduzione dello sport e dell'esercizio fisico come stile di vita è una necessità". Blair, che quando era al governo aveva lanciato il programma Best Value Sport, per la diffusione dello sport in funzione sociale, uscito dalla politica ha pensato di fare qualcosa per la sua regione geografica di riferimento, il Nord-Est, dove la passione sportiva non manca ma la partecipazione attiva allo sport resta la più bassa di Inghilterra. Una ricerca ha indicato che la causa primaria del fenomeno è l'assenza di un sufficiente numero di adulti disposti a trasformarsi in allenatori e promotori. La Fondazione Blair, che lavora con la raccolta di fondi donati da privati, segue una strategia molto semplice: agli atleti di successo dei club della regione chiede di trasformarsi in ambasciatori della sua proposta; agli Enti locali con-

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siglia come fare un uso migliore dei loro servizi sportivi; ad alcuni segmenti della popolazione chiede di trasformarsi in allenatori. L'opera di reclutamento degli operatori avviene andando nei posti di lavoro, che sia un call center o una grande azienda, dove si effettua una presentazione del programma, mostrando a ciascuno come ci si possa trasformare in operatore sportivo volontario qualificato. Chi risponde all'appello accede a corsi di formazione di alta qualità, e gli operatori così formati vengono messi in contatto dalla stessa Fondazione con i club e le organizzazioni che ne hanno bisogno per estendere le loro proposte sportive. Da questo punto di vista, la Fondazione è in contatto con sette grandi organizzazioni pubbliche e private. Quattro gli sport in cui si opera per ora: atletica, calcio, tennis e ginnastica indoor con macchine dedicate. Quest'ultima attività è vista come porta di ingresso all'attività fisica per la scelta successiva di uno sport. Ci sono, nel programma, interessanti ulteriori possibilità. La Fondazione, ad esempio, ha sposato il programma Second Chance, con il quale le università del Nord-Est preparano gli studenti a diventare allenatori di adulti con storie di marginalità alle spalle, per impegnarli in una attività fisica regolare e magari farli diventare essi stessi allenatori. Il focus è "aiutare i più marginalizzati della società a sviluppare il loro talento". L'obiettivo del 2008 era aiutare con lo sport 400 tra consumatori di droga e homeless.


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CHIESA E SPORT

SCOMPARE UN PROTAGONISTA DELLA STORIA DEL CSI

Un prete straordinario, un dono prezioso all'Associazione È morto a Roma, il 27 ottobre, don Claudio Bucciarelli, consulente nazionale del CSI dal 1965 al 1974. Ne ricordiamo l'impegno eccezionale speso in quegli anni per l'associazione e per il mondo dello sport.

di Gianni Gherardi

Per circa un decennio don Claudio Bucciarelli è stato consulente nazionale del Centro Sportivo Italiano. Durante quegli anni l'associazione è andata maturando e ha vissuto una radicale trasformazione. Il contributo di don Claudio è stato determinante. Veniva da un'esperienza molto forte come vice assistente centrale della Giac. Con quel patrimonio maturato in tanti anni si presentava all'associazione, allora solamente maschile, alle dirette dipendenze della Giac, del presidentefondatore Luigi Gedda, nel tempo del Concilio, grande stagione della Chiesa. Tutte le opportunità di quel periodo, particolarmente ricco per la comunità cristiana e per tutta la società, furono colte dall'ancor giovane prete pieno di entusiasmo, costruttore di infiniti rapporti di amicizia, capace di cogliere insieme le esigenze di rinnovamento della Chiesa e le grandi potenzialità presenti anche nel Csi. Catapultato un po'… per caso dall'Azione cattolica, all'inizio non del tutto convinto, cresceva nell'attenzione e nella 22

simpatia per il mondo dello sport, diventando presto protagonista della crescita e della trasformazione dell'associazione. Alla presidenza Gedda, succedettero Betocchi, poi De Sandre e Notario. Alcuni collaboratori sono stati eccezionali: da Grazia Fuccaro a Giulio Martinucci, da Duilio Olmetti a Paolo Andreoli, per non citarne che alcuni. Lungo e impegnativo il percorso per trasformare il Csi da "opera" della Giac a ente di promozione sportiva ispirato cristianamente. Alcune tappe particolarmente significative: l'unificazione del Csi con la Fari (l'associazione femminile promossa dalla Gioventù femminile di Azione cattolica); la maturazione dell'autonomia dall'Azione Cattolica, insieme concordata; la stesura del nuovo Statuto dell'associazione, che risultò - dopo un lungo dibattito - una vera e propria carta pedagogica che favoriva la partecipazione di tutti soci. Dall'attenzione al mondo giovanile, portata avanti nella Giac, don Claudio trasferì nel Csi il valore dell'esperienza comunita-

Don Claudio Bucciarelli È nato a Modena nel 1928. Alunno del Collegio Capranica a Roma, ha frequentato la Pontificia Università Gregoriana e l'Università di Urbino; studi di teologia e di filosofia. Dal 1955 al 1970 è stato vice assistente centrale della Giac per gli aspiranti e gli juniores; dal 1965 al 1974 è stato consulente nazionale del Centro Sportivo Italiano. Ha insegnato alla Pontificia Università Salesiana e a quella di S. Bonaventura. Dal 1980 al 1995 ha lavorato come ricercatore al Censis.


ria da vivere nella società sportiva, luogo in cui, attraverso lo sport, era possibile realizzare rapporti forti di amicizia e percorsi di maturazione umana e cristiana. Lo sport fu pensato (anche ripensato!) da don Claudio come strumento per l'educazione e come ambiente utile per l'impegno socio culturale. Nel tempo del 1968 e negli anni che seguirono, aiutò l'associazione a sentirsi protagonista del rinnovamento della società attraverso l'impegno politico. Don Claudio, con un'appassionata visione della Chiesa, soprattutto derivata dall'attenzione ai documenti conciliari sulla Chiesa stessa (Lumen Gentium) e sul rapporto Chiesa-mondo (Gaudium et Spes), maturava una corretta collocazione dello sport nell'ambito della cultura e andava impostando, attraverso tutta una serie d'interventi (pubblicazioni, convegni, campi scuola per allenatori e dirigenti…) le linee di una pastorale dello sport. Lo aiutavano, in questo sforzo, le amicizie e i contributi

di mons. Bartoletti, allora segretario della Cei, di padre Balducci, di don Della Torre… La pastorale, che - secondo Bartoletti - era l'autocostruzione della Chiesa attraverso la Parola, la Liturgia e l'esercizio della carità, trovava una realizzazione particolare e originale là dove incontrava una realtà terrena così ricca di valori come lo sport. Sport che certamente andava purificato da tante strumentalizzazioni, ma che era terreno fecondo per la proposta di un umanesimo cristiano. Realtà terrena da tenere lontana da ogni clericalizzazione o secolarizzazione, ma anche da sviscerare nelle sue ricche potenzialità, se posta nelle mani di laici adulti nella fede, competenti e onesti. Andava maturando una definizione di sport liberato e liberante in cui, al movimento e all'agonismo, si univa la ludicità. Negli anni dopo il 1968 Claudio approfondì le possibilità di uno sport adatto ai ragazzi, soprattutto ai preadolescenti. Rimangono tuttora valide e spesso da realizzare le intuizioni riguardanti un'attività sportiva dimensionata alle capacità, all'età, al sesso… delle persone: a ciascuno il suo sport ! I tanti convegni, le assemblee, gli incontri dei dirigenti ai diversi livelli, ma soprattutto i campi scuola (da non dimenticare Acerno e Celana!) favorivano la crescita di centinaia e centinaia di dirigenti, di allenatori consapevoli del valore dell'associazione per la costruzione di una società più libera. Altri approfondiranno lo straordinario impegno di don Claudio per l'educazione e la formazione. Docente di scienze

dell'educazione, di catechetica, di teologia pastorale; appassionato lettore della condizione umana, ha offerto un grande contributo per la promozione dell'uomo. Don Claudio aveva preparato con cura le sue esequie, che si sono svolte prima a Roma e poi a Modena: fissati i brani della Scrittura e i canti che dovevano essere eseguiti. Con lui si cantava molto ai campi scuola. Quei canti li ha voluti… risentire nell'ultimo commiato: "Ai preat la biele stele", "Kumbaja my Lord", "Dolce sentire", "Signore delle cime", dicono tanto sulla grande passione di don Claudio per la montagna e l'amicizia. 23


POSTADIUM

di don Alessio Albertini

Agli atleti del CSI (e non solo)

Segretario Commissione Sport Diocesi di Milano

“Non tradite lo sport educativo”

entre ci si appresta ad iniziare una nuova stagione sportiva sento il desiderio di esprimere un sincero augurio a tutti i protagonisti del prossimo campionato. Un augurio che è accompagnato da un sogno: mai più quello che ho visto domenica scorsa! E questa volta non mi riferisco ad immagini trasmesse in TV, a pettegolezzi più o meno giustificati del post-partita, a decreti antiviolenza governativi… ma ad un comune bambino che, dopo aver assistito ad una partita per la coppa CSI (categoria 18enni), mi ha confidato melanconicamente: "don, sono disgustato da quello che ho visto". È bastato un fischio dell'arbitro, un fallo di reazione e una serie ripetuta di brutte entrate per trasformare un campo di calcio dell'oratorio in una insana arena di scalmanati gladiatori. Mi ha fatto riflettere sul senso del nostro promuovere e sostenere lo sport in un luogo educativo come l'oratorio. Io credo che lo sport è capace di educare, e non perché l'importante è partecipare ma perché si desidera vincere; che il calcio è una sport di contatto e non si può reclamare per ogni contrasto; che le regole sono uguali per tutti e bisogna applicarle e rispettarle; che l'avversario è un compagno di gioco e

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Un augurio a tutte le società sportive perché comprendano che la bellezza dello sport è unire per raggiungere un obiettivo e non per salvare il proprio onore. L'unità di squadra è nascosta nel comune desiderio e nella difesa violenta contro un nemico comune. non un nemica da abbattere… Ma quando un bambino si ritrova triste e disgustato dopo aver assistito ad una partita di pallone, ti inchioda ad una sconfitta che deve far riflettere. "Solo nel gioco e nella festa, lo sport sviluppa a pieno le sue grandi possibilità educative", recita l'art.5 del patto associativo del CSI. Ma chi ha deluso questo bambino si ricorda che iscrivendosi al CSI, di questo doveva vivere la sua partita e il campionato? Gioco e festa, cioè voglia di divertirsi e stare insieme sono stati il motivo più vero del

loro scendere in campo? Mi piace sperare che la lacrime di chi ha assistito ad un triste spettacolo non abbiano spento quel "lucignolo fumigante" che è la voglia di giocare e di divertirsi. Anzi, proprio a partire da questa delusione, vorrei augurare a tutti gli atleti del CSI di essere testimoni di un pallone diverso, capace di rotolare su un campo per invitare alla gioia del correre e misurarsi con gli altri. Convinti che se non è più così, forse, è meglio abbandonare il terreno di gioco piuttosto che continuare. Un augurio a tutte le società sportive perché comprendano che la bellezza dello sport è unire per raggiungere un obiettivo e non per salvare il proprio onore. L'unità di squadra è nascosta nel comune desiderio e nella difesa violenta contro un nemico comune. E a tutti gli arbitri, compito ingrato ma fondamentale, l'augurio di una serenità e fermezza accompagnata da una segreta certezza: senza il rispetto delle regole, esigito dal e accettano da chi gioca, non ci può essere festa ma soltanto "guastafeste". Il sogno continua. Che ogni bambino, giovane e adulto che si appresta a scendere in campo, si ricordi di ciò che rispose la teologa Dorotee Solle ad un giornalista che le chiedeva come avrebbe spiegato la felicità ad un bambino: "Io non glielo spiegherei. Gli darei un pallone per giocare".


VITA CSI

Il Palio di Asti si fa gioco Fantasia e tradizione in un simpatico gioco ideato da una società del comitato piemontese ue astigiani, soci del CSI, hanno ideato e realizzato un gioco di società basato sulla nota manifestazione cittadina: la corsa del Palio. Massimo Lazzarino, l'ideatore, da anni aveva in testa l'idea di un gioco da tavolo che rappresentasse il Palio di Asti, ma solo con la collaborazione del grafico Francesco Pellitteri è riuscito a concretizzare il suo progetto.I due autori hanno così unito le forze per creare: pista, carte, dadi e regolamenti riuscendo a presentarlo al pubblico alla vigilia della corsa che si è svolta il 21 settembre scorso in piazza Alfieri.

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Il gioco, sponsorizzato dal CSI e dalla ASD Fantasticlub (dove i due autori ricoprono incarichi di Presidente e Vice) fa correre tutti i Rioni, Borghi e Comuni del Palio su un imponente tabellone raffigurante la caratteristica forma triangolare della pista di piazza Alfieri. Gli spostamenti sono determinati dal lancio dei dadi e per rendere il gioco più entusiasmante i giocatori possono avvalersi di "carte canapo", "carte corsa" e speciali dadi "duello". La scatola del gioco del Palio è stata anche protagonista nella Festa della

Premiazione del CSI di Asti ed ha costituito il premio-ricordo assegnato alle autorità presenti. L'iniziativa, il cui ricavato andrà a favore del "Progetto Cartoonia" che prevede la creazione di un centro di aggregazione giovanile, vanta il patrocinio del Comune di Asti e la sponsorizzazione della Cassa di Risparmio di Asti e del Centro Sportivo Italiano di Asti. Il gioco è anche disponibile su internet, tramite il servizio di aste online e-bay. Per info www.giocodelpaliodiasti.it

IL PALIO di ASTI La prima notizia certa sul Palio di Asti risale al 1275 anno in cui gli astigiani per dileggio corsero il Palio sotto le mura della nemica città di Alba che in seguito correrà il Palio degli asini. Sono 21 i contendenti che nel giorno della vigilia tentano di propiziarsi la sorte prima del confronto in campo ,preceduto dal sontuoso corteo. Dopo tanto impegno e passione uno soltanto potrà stringere tra le mani il drappo cremisino con le insegne della città e l'immagine del Santo Patrono:San Secondo. Per tutti la grande Festa incomincia la settimana precedente con l'inaugurazione della Mostra del Maestro del Palio,il Palio degli sbandieratori, il mercatino variopinto del Palio ed il venerdì ed il sabato che precede la terza domenica di settembre con le prove in pista. Si corre in pista, dal 1988 in piazza Alfieri, a forma triangolare, in centro città, opportunamente preparata con sabbie astigiane e tribune attrezzate per l'occasione. La gara è preceduta dal corteo storico composto da oltre 1200 personaggi in costume medievale. I protagonisti sono cavalli e fantini (si monta a pelo) dei 21 borghi e comuni della città e provincia. Si parte al canapo con la partenza data dal mossiere quando viene ritenuto idoneo l'allineamento ed a quel punto per 450 metri e per tre giri sarà l'abilità dei fantini e la velocità dei cavalli a far vibrare la passione dei borghigiani. 25


MONDO SPORT

Dai primi passi nell’Atletica Guastalla (Reggio Emilia) alle recenti corse in riva all’Adige.

PERSONAGGI

I miei “scatti” nel CSI La medaglia d'oro di Atene, dopo l'addio all'azzurro, a Trento, ha corso il Giro al Sas. Quanti ricordi

di Elena Franchi A Trento Stefano Baldini torna sempre volentieri, specie in occasione di quel Giro al Sas (quest'anno si è svolta la 62ª edizione) che per ben tre volte l'ha incoronato vincitore. E correndo per il Giro al Sas il campione olimpico di Maratona (Atene 2004) non ha mancato di sottolineare l'importanza e la centralità dell'attività promozionale portata avanti dal CSI. Anche perché è proprio con le gare CSI che il forte reggiano ha iniziato la sua attività agonistica, conquistando nell’88 il titolo di Campione nazionale Allievi. Hai vinto il Giro al Sas nel 2002, nel 2004 e nel 2006. Ma ci vieni dal 1990: cosa ti piace della gara trentina? La gara è speciale, il percorso, che ricalca l'antico Giro al Sas che in centro a Trento percorrevano passeggiando quanti volevano "fare una tonda" (tra via Belenzani, via Dordi, via San Pietro, via Manci per tornare in via Belenzani ndr), è veloce e affascinante. È importante poi il fatto che misuri esattamente 10 km, 10 giri da 1 km, un'occasione, insomma, per fare un test sullo stato di forma. Senza contare che a Gianni Demadonna (l'organizzatore, ndr) mi lega un rapporto di amicizia speciale. 26

Cosa pensi della duplice identità della manifestazione, che oltre a proporre la gara dei big, Fidal, propone a latere per i giovani (gli under 18, suddivisi per categorie) le gare organizzate dal CSI? Un'occasione imperdibile. I giovani vedono i campioni - uno stimolo importante - e i campioni vivono e rivivono a contatto con quella realtà che spesso li ha visti nascere. Io stesso sono cresciuto nel CSI…

Ho onorato più volte la maglia azzurra, ma ora è venuto il momento di staccare. A Pechino ero andato per il bis, ma con la contrattura subita a 10 giorni dalla gara, posso dire che il mio 12º tempo vale oro.


Dal CSI all'oro di Atene. Possiamo dirlo, o è un'esagerazione? Nessuna esagerazione. Naturalmente negli anni a ridosso dell'oro olimpico non gareggiavo più nelle gare CSI, ero ormai un professionista che selezionava con cura i propri appuntamenti scegliendo tra quelli proposti dalla federazione nazionale e internazionale in contesti più agonistici possibili. Ma lo spirito del Giocatletica che animava i miei primi passi nel CSI è stato quello che mi ha avvicinato alla corsa. La mia prima gara, lo ricordo ancora, era una gara CSI, sui 50mt. Non andò molto bene, per il semplice fatto che quando finalmente, allo sparo, partii, gli altri erano già al traguardo. Immediatamente capii di non avere la testa per la velocità. Ma la gara successiva, una gara di 800m, che per i più piccoli costituisce una gara di resistenza, vinsi. Ed era ancora una gara del CSI. Da allora ne hai vinte di gare. Come pensi di gestire gli anni del fine carriera? Gare ne ho fatte molte, e ho corso molti

anni ad alto livello, un'evenienza tutt'altro che scontata nelle gare di resistenza. Ho onorato più volte la maglia azzurra, ma ora è venuto il momento di staccare. Basta maglie azzurre, Pechino è stata l'ultima. Vuoi raccontarci l'ultima di Pechino? A Pechino ero andato per una medaglia. Dopo l'infortunio di questa primavera ho capito che non poteva essere d'oro, ma sulla carta valevo ancora il

La mia prima gara, nel Csi, sui 50mt. Allo sparo, partii, con gli altri che erano già al traguardo. Capii subito di non avere la testa per la velocità

bronzo. Poi quella maledetta contrattura al flessore della gamba a 10 giorni dalla gara. Non che in 10 giorni si possa perdere la forma, ma la fluidità del gesto, la continuità della corsa, questo sì. E soprattutto perdi la sicurezza di poter partire davanti e poi poter migliorare. Ma ho concluso la gara comunque volentieri, quel 12° posto per me in quelle condizioni vale oro. Racconta a Stadium il dopo Pechino. Tante gare, come questa ma addio alle maratone. Maratone non posso più prepararne: non reggo il volume di chilometri necessario, mi infortunio e di conseguenza non riesco più a correre intorno ai tempi che comunque ancora valgo (2h07/2h08). Allora ho deciso di divertirmi, con le gare su strada più brevi. Ottime per la potenza aerobica, ottime per il divertimento: ritrovo sempre un sacco di amici e di compagni di allenamento. Sì, ora voglio solo divertirmi con la corsa; proprio come quando iniziai, con quella fatidica gara CSI.

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ATTIVITÀ SPOR TIVA

Torna in campo nel 2009 Volkswagen Junior Masters

Si riaccende la passione! Riparte con una marcia in più il torneo di calcio a 11 giovanile di Giulj Picciolo giunto, quest'anno, alla quarta edizione, Volkswagen Junior Masters, il torneo di calcio a 11 giovanile, organizzato dalla Casa Automobilistica tedesca in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. Qualche novità per i piccoli atleti che scenderanno in campo tra qualche mese. Infatti, per il 2009, sono previste tredici fasi di preselezioni personalizzate, veri e propri tornei che, a livello provinciale, coinvolgeranno da 6 a 8 squadre, abbinate ad un solo concessionario promotore della tappa. Le vincitrici di ciascuna fase, insieme ad altre compagini, parteciperanno alle finali interregionali, che si terranno nelle città di Verona, Bergamo, Milano, Torino, Firenze, Rimini e Napoli. Dopo le entusiasmanti esperienze delle passate edizioni, la finale nazionale verrà, invece, proposta il 19 aprile 2009, presso il Centro Tecnico di Coverciano, dove le vincitrici delle tappe interregionali potranno calcare i campi dove si allena la Nazionale azzurra e tentare di aggiudicarsi il primo posto e la qualificazione alla finale internazionale, che avrà una finestra in vista dei Mondiali di calcio in Sudafrica 2010. Un'altra novità di questa edizione tocca più da vicino i valori che Volkswagen e

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C.S.I. cercano da sempre di portare avanti, quelli dello sport sano e vissuto come momento di passione, divertimento, lealtà e spirito di squadra. Oltre alla riproposizione del concorso "Una marcia in +" che premia i migliori slogan sul calcio limpido e dai valori positivi, in questa edizione le squadre iscritte al torneo parteciperanno insieme alle loro famiglie ai "Volkswagen Junior Day", veri e propri momenti a loro dedicati all'interno del Concessionario abbinato.

I piccoli atleti riceveranno, infatti, un codice etico, un documento che propone ed illustra i veri valori dello sport realizzato insieme dalla casa automobilistica e dal CSI, su cui i giocatori dovranno fare un piccolo giuramento. L'appuntamento è dunque per i mesi di febbraio e marzo, in cui ci saranno i primi gol. Per informazioni ed iscrizioni le società interessate possono rivolgersi ai comitati provinciali del CSI oppure chiamare la infoline dedicata, allo 06 68404523.


NATI NEL CSI

Una società sportiva per amica Mirco Di Tora, numero uno del nostro nuoto stile dorso, gareggia per le Fiamme Oro, ma non ha rinunciato al tesseramento per la piccola società di origine, la Azzurra '91 del CSI Bologna, dove continua ad allenarsi. "Non farei mai a cambio con società più grandi. - dice - Il clima familiare aiuta a superare anche i momenti più difficili e non diminuisce la qualità del lavoro". di Matteo Fogacci a due anni e mezzo non c'è nessuno in Italia che riesca neppure ad avvicinarlo. Infatti si è aggiudicato dieci titoli nazionali consecutivi sui 50 e 100 dorso. A Pechino, alla sua prima Olimpiade, con la staffetta 4X100 mista ha ritoccato il record italiano sui 100 dorso portandolo a 54.05, prestazione con la quale avrebbe vinto la finale olimpica quattro anni prima ad Atene. Lui è Mirco Di Tora, 22 anni, ferrarese di nascita ma oramai bolognese di adozione dove vive e si allena. Mirco ha un doppio tesseramento, quello con le Fiamme oro che gli consente di poter fare del nuoto il suo mestiere, ma pure con Azzurra'91 CSI, la squadra agonistica del CSI di Bologna, che quattro anni fa chiamò Mirco e al cui interno è cresciuto in maniera esponenziale. Come si può arrivare così in alto partendo da una piccola società, che ora è al 20° posto delle classifiche nazionali, ma fino a pochi anni fa non era nulla: "Sinceramente non farei mai a cambio con le più grosse società che esistono in Italia. In piscina si lavora sodo ma l'ambiente è sereno e tranquillo, dove si può ridere e scherzare, dove si incontrano compagni di squadra ma anche i piccoli bambini che stanno cominciando ora a fare le gare. Il clima familiare aiuta a superare anche i momenti più difficili e non diminuisce la qualità del lavoro". Il suo allenatore è Fabrizio Bastelli, giovane responsabile tecnico di Azzurra, che è entrato anche nel giro della nazionale visto che in questi anni ha cresciuto non solo Mirco, ma pure Livia Travaglini, che ancora giovanissima ha però già vinto un titolo italiano e tantissimi titoli a livello giovanile. Lei è uno dei prospetti in vista di Londra 2012, mentre se Mirco si confermerà, potrebbe essere uno dei protagonisti: "L'esperienza delle Olimpiadi è stata tutta straordinaria, dal Villaggio olimpico alle gare, dal rapporto umano con gli atleti a tutto quello che gira intorno all'evento. La cosa che più mi è sembrata

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incredibile è che nel traffico intenso di Pechino era stata riservata una corsia preferenziale dedicata solo agli atleti per raggiungere i luoghi di gara o di allenamento. In Italia sarebbe davvero difficile". Mirco, pur atleta di grande livello, non ha mai perso le sue origini e la semplicità che lo caratterizza e durante la presentazione della stagione 2008-2009 (ai primi di novembre ) di Azzurra ha premiato tutti i bambini della società, ad ognuno dei quali ha dedicato una parola o una carezza: "Probabilmente essere in una piccola società mi ha aiutato perché ho sempre sentito l'affetto dei tecnici e dei dirigenti. Si sono sempre spesi per darmi tutto quanto è necessario per potermi allenare nel modo migliore e dunque ringrazio loro e il comitato CSI di Bologna che ha contribuito alla mia crescita in questi anni". Ora l'obiettivo prossimo sono i campionati Mondiali della prossima estate che si svolgeranno a Roma e proprio in vista di questo impegno è già arrivata la convocazione per i campionati europei in vasca corta che si disputeranno tra un mese a Rjieka.in Croazia. 29


FISCALNEWS

di Francesco Tramaglino L'Agenzia delle Entrate risponde al CSI

I corsi formativi sono esenti dall'IVA? La risposta è sì, ma solo se certificati da un ente pubblico on la Risoluzione n.382 del 2008, l'Agenzia delle Entrate ha fornito i chiarimenti richiesti dal Centro Sportivo Italiano sull'esenzione da IVA dei corsi sportivi a carattere formativo promossi da associazioni e società sportive dilettantistiche affiliate. L'interpellanza era stata prodotta dal nostro ente per gettare luce su un'anomalia del sistema fiscale sportivo italiano: quella che vedeva le sole Federazioni nazionali abilitate (in via di prassi) al rilascio delle prese d'atto per l'esenzione IVA dei corsi sportivi a carattere formativo laddove tale possibilità non risultava parimenti riconosciuta agli enti di promozione del CONI, nonostante entrambe le tipologie di organismi siano costituite come soggetti di diritto privato. La richiesta del CSI è scaturita dalla necessità di apprendere la posizione autorevole dell'Agenzia delle Entrate su una materia - quella delle esenzioni IVA per i corsi formativi sportivi - interamente elaborata dalla prassi ministeriale e dunque allo scopo di conoscere il punto di vista della fonte primigenia in materia, nell'interesse delle tante ASD e SSD affiliate. Pertanto la consulenza giuridica fornita dall'Agenzia assolve pienamente al bisogno di informazione, di cui il mondo sportivo di base necessitava da tempo. Procedendo con l'analisi del punto di vista espresso dall'Agenzia delle Entrate - a mio avviso assolutamente logico e corretto sia nelle premesse che negli esiti finali - apprendiamo che alla luce delle più recenti elaborazioni dell'amministrazione fiscale, e in particolare della circolare 22/2008, il riconosci-

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mento dei corsi sportivi operato dagli enti di promozione non consente alle ASD e SSD affiliate di godere dell'esenzione IVA prevista dall'art. 10 c.20 DPR 633/1972 e ciò in quanto gli enti suddetti non sono pubbliche amministrazioni. Quindi nessun altro soggetto che non sia un soggetto pubblico può operare il riconoscimento a fini fiscali dei corsi didattici sportivi ed è questo l'aspetto più importante di tutta la risoluzione che non ammette, secondo il mio parere, eccezioni di sorta in quando fa riferimento ad uno specifico DNA che deve possedere l'ente certificatore: la natura di soggetto di diritto pubblico. Non concordo, infatti, con alcuni commentatori, seppur autorevoli, che hanno senz'altro incluso le Federazioni nazionali tra i soggetti certificatori. Infatti il tenore della risoluzione è chiaro: deve trattarsi di soggetti pubblici e non di enti di diritto privato quali le federazioni. Il riferimento alle vecchie risoluzioni in materia è ormai obsoleto in quanto l'intero atteggiamento dell'amministrazione finanziaria è stato rimodulato con la circolare 22 del marzo 2008. La risoluzione non spiega quale sia l'ente certificatore, nella fattispecie dei corsi sportivi didattici; tuttavia tra essi non può non essere annoverato il CONI. Infatti il Comitato Olimpico, ente di diritto pubblico, è, per legge, l'unico certificatore dell'attività sportiva (peraltro anche ai fini fiscali, tramite la gestione del registro nazionale delle ASD e SSD ) per cui difficilmente è immaginabile un'autorità pubblica diversa per il rilascio dello specifico riconoscimento dei corsi didattici. Anche se apparentemente non favore-

vole, il punto di vista dell'amministrazione finanziaria fornisce un grande contributo alla questione poiché apre la strada ai passaggi successivi che il sistema sportivo deve compiere per agevolarsi, in condizioni di certezza e garanzia, del beneficio fiscale dell'esenzione. In particolare ritengo essenziale che il mondo dello sport investa i suoi massimi vertici (il CONI). Nella costituzione di un albo, anche una sezione dello stesso registro nazionale delle ASD e SSD ove certificare l'attività formativa dei soggetti che ne hanno i requisiti. Magari delegando a enti e federazioni i compiti istruttori necessari per garantire la sussistenza dei suddetti requisiti nei corsi formativi organizzati dai sodalizi affiliati. Concludo con un' importante avvertenza: il problema dell'esenzione IVA riguarda senz'altro i corsi svolti dalle Società sportive dilettantistiche costituite in forma di società di capitale poiché la natura societaria di tali organizzazioni impedisce il godimento di quelle agevolazioni fiscali che sono strettamente connesse al funzionamento democratico delle associazioni. Per le ASD i cui statuti e la cui attività è rispettosa dei vincoli di democraticità e patrimoniali imposti dal d. Lgs 460/1997, il problema dell'esenzione sussiste solo per i corsi rivolti ai non soci o comunque ai non tesserati. Infatti laddove l'attività formativa sportiva sia integralmente svolta a beneficio di iscritti o tesserati CSI, l'associazione beneficierà del regime di estraneità all'IVA e alle imposte dirette stabilito dal combinato disposto tra l'art. 4 c. 4 DPR 633/1972 e dell'art. 148 del TUIR.


ATTU ALITÀ

di Mauro Stefani

"Puoi anzi devi volare…" Giochiamo insieme 2008 - un'edizione da record

ell'ultima settimana di ottobre si è svolta la quinta edizione di "Giochiamo Insieme", conclusasi domenica 26 presso il Centro Sportivo Pala Don Bosco a Genova. Anche quest'anno la manifestazione di sport e disabilità ha avuto un grande successo di pubblico e adesione da parte degli atleti e degli addetti ai lavori, con tanti record di partecipazione e confermando la formula vincente di sport praticato all'insegna dell'incontro tra atleti normodotati e diversamente abili. Per vedere quanto la quinta edizione di "Giochiamo Insieme" abbia avuto successo basta osservare i numeri: solo la giornata conclusiva si è svolta grazie all'ausilio di circa un centinaio di atleti entusiasti e 150 tra accompagnatori e addetti, portando in campo ben 8 sport diversi e più di 10 tra partite, esibizioni e tornei, seguiti da circa 300 spettatori e semplici appassionati di sport. Particolarmente interessanti, visto il valore educativo, sono stati gli incontri con le scuole, i cui alunni si sono dimostrati molto interessati alle testimonianze e ai temi proposti dagli atleti disabili. Di notevole importanza è stata anche la collaborazione con il Festival della Scienza che, approfittando del tema di

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questa edizione (la "Diversità"), ha dato spazio proprio agli atleti di basket in carrozzina e ad atleti non vedenti pres-

so la Commenda di Pré. Altre principali novità di questa edizione sono state: la presentazione dell'inno di "Giochiamo Insieme 2008", dal titolo "Puoi anzi devi volare…", cantato dalla genovese Chiara Barbieri (autrice di testo e musica) e il cane Dudley che ha svolto una sessione di Pet Therapy (terapia di sostegno alle persone diversamente abili e alle persone anziane). Anche quest'anno la mascotte è stato il pinguino "Gio", creato dai fratelli fumettisti Origone, che rappresenta le abilità dei nostri atleti: il pinguino è infatti un uccello che pur avendo le ali non può volare, sviluppando così abilità diverse da quelle degli altri suoi simili. Può infatti camminare e nuotare. "Giochiamo Insieme" non si è fermata all'interno delle mura genovesi ma ha coinvolto tutta la provincia: gli eventi si sono svolti presso 12 impianti sportivi sparsi sul territorio, da Genova (Sampierdarena, Centro, Quarto) a Masone, Rapallo, Borzoli, Mignanego e Chiavari ed anche sul mare, grazie alla vela. Il grande entusiasmo visibile sui volti dei partecipanti, accompagnatori e addetti è il simbolo che, ancora una volta, lo spirito di "Giochiamo Insieme" ha trionfato. 31




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