Stadium n. 1/2022

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PAROLA DI PRESIDENTE

La grande ricchezza nella tradizione di questo nuovo Stadium

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crivo questo editoriale dopo avere scorso le pagine, per ora solo in bozza, preparate per la stampa, e ne sono felice: un risultato straordinario sia dal punto di vista editoriale che associativo. Poi mi spiegherò meglio. Nel contempo scrivo queste poche righe con il cuore gonfio di tristezza perché oppresso dalla drammaticità di quello che stiamo vivendo, che l’Ucraina sta subendo, che l’Europa sta attraversando. Non avrei mai pensato che nella mia vita avrei rivissuto tanto da vicino le atrocità che la guerra porta con sé e di cui avevo solo sentito parlare nei racconti delle madri e dei padri, delle nonne e dei nonni. Quello che sta succedendo è terribile. Nessun essere umano può rimanere indifferente e in questo stesso numero del rinato Stadium troverete la presentazione di una iniziativa della Presidenza del CSI a favore dei bambini che in Italia trovano rifugio da questa demenziale, inumana, situazione. Lascio poi al pensiero del nostro Assistente Nazionale, don Alessio Albertini, il compito, non facile ma ben riuscito, come sempre, di richiamare al valore immenso,

irrinunciabile, di cristiani convinti, della pace. In questo dibattermi fra due stati d’animo totalmente contrapposti mi fa molto piacere mettere in rilievo l’ottimo risultato dell’intenso lavoro della Redazione, degli amici che hanno collaborato e di tutti coloro che stanno mettendo competenza e passione per la nuova diffusione del periodico che ha fatto la storia del Centro Sportivo Italiano sia in Italia che nel mondo e che continua nel suo compito. In questo contesto tante sono le iniziative editoriali da mettere in luce, a cominciare dalle prestigiose presenze del prof. Giuseppe Remuzzi e del prof. Ernesto Preziosi. Dell’intervista alla portavoce del Forum del Terzo Settore, la dott.ssa Vanessa Pallucchi, dirò a breve. In un linguaggio fra amici si potrebbe dire che è davvero un “inizio col botto”. Non solo per questi tre importantissimi servizi ma anche per tutto il resto: il saluto alla tenacia e alla capacità di soffrire di Sofia Goggia, l’intervista a Roberto Piccoli, giovane calciatore eppure già molto affermato. L’intervista a Pallucchi, nuova Portavoce del Forum del Terzo Settore, ci porta alla nostra

collocazione nella società rilevando come il CSI sia già un punto di riferimento importante per la società italiana tutta: dalle istituzioni alle associazioni di ogni genere, al variegato e ricchissimo mondo del volontariato. In questo primo numero effettivo della ripresa di Stadium ci sono molti altri “servizi” importanti, per i quali raccomando la lettura. Un cenno particolare lo voglio riservare però allo spazio dedicato al territorio. È, questo, il luogo del dialogo al nostro interno, come associazione, e al contempo il biglietto da visita rivolto all’esterno. In questo spazio tutte le regioni si possono esprimere e sono certo che i nostri dirigenti coglieranno questa opportunità per offrire la propria vita associativa e sportiva agli altri, cogliendo nel contempo l’occasione per apprendere da quanto viene raccontato dalle altre regioni. Si tratta, insomma, della nostra agorà: più di una piazza, un luogo di incontro e relazione. Anche così si cresce, insieme, come persone e come Associazione. Buona lettura. Vittorio Bosio Presidente nazionale CSI Stadium

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Stadium

I CONTENUTI & LA SQUADRA

Parola di Presidente

p. 1

L’angolo dell’Assistente

p. 3

Amarcord: Stadium tutta un’altra storia

p. 4

Attualità: il CSI alza la bandiera “Sport e Pace”

p. 8

Zoom: l’esempio di Sofia Goggia

p. 10

Nati nel CSI: Roberto Piccoli

p. 12

Intervista al prof. Giuseppe Remuzzi

p. 16

Dossier: CSI, l’importanza di chiamarsi rete

p. 20

Terzo Settore: intervista a Vanessa Pallucchi

p. 26

EDITORE Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma www.csi-net.it - comunicazione@csi-net.it DIRETTORE EDITORIALE Vittorio Bosio DIRETTORE RESPONSABILE Leonio Callioni REDAZIONE Felice Alborghetti, Daniela Colella, Massimiliano Dilettuso, Alessio Franchina SEGRETERIA DI REDAZIONE Felice Alborghetti, Gianluca Capponi

Tutto il calcio, oratorio per oratorio

p. 28

Junior TIM Cup: intervista a Omar Daffe

p. 30

Costume: torna la schedina del Totocalcio

p. 32

Polizze&Sport

p. 35

Focus: l’importanza di essere associazione

p. 36

Pillole di storia

p. 39

Fisco&Sport

p. 40

CineSport

p. 42

#VitaCSI

p. 43

Libreria

p. 48

GRAFICA Gianluca Capponi, Loretta Pizzinga HANNO COLLABORATO Samuele Adani, Francesco Brasco, Alessia Ferri, Francesco Graduato, Michele Lepori, Gilberto Manfrin, Giacomo Mattioli, Alberto Olmi, Edi Piccini, Antonella Sabia, Paolo Seminati, Cristina Speziale, Luca Tarquini, Daniele Zaccardi. Stadium è iscritto presso il Tribunale di Roma - Sezione Stampa al n. 158/2021 del 5/10/2021 Contatta la redazione scrivendo a stadium@csi-net.it Stampato da Varigrafica Alto Lazio (RM) su carta Fedrigoni X-Per 140 gr. biodegradabile e riciclabile

FOTO Archivio fotografico CSI, Daniele La Monaca, Paolo Seminati

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L’ANGOLO DELL’ASSISTENTE

In piedi costruttori di pace SEMPLICEMENTE NON ASTENERSI DALLA GUERRA MA DARSI DA FARE PER COSTRUIRE LA PACE, PER STABILIRE LA CONCORDIA TRA GLI UOMINI MEDIANTE L’AMORE E NON CON LE ARMI DEL POTERE

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iorni fa a Irpin, periferia di Kiev, mentre centinaia di persone si erano radunate sul fiume in cerca di una via d’uscita dall’orrore trascinando i bambini nella speranza di trovare un posto sicuro, le esplosioni si sono intensificate e per una donna e i suoi due bambini non c’è stato nulla da fare. Il loro desiderio: «volevano solo giocare, ma non alla guerra». Purtroppo, però, la guerra non è un gioco anche se qualcuno ha azzardato che il gioco, in modo particolare lo sport, ha una certa somiglianza con essa. Celebre l’aforisma di George Orwell: «Lo sport è la guerra senza le sparatorie». Forse perché entrambi hanno lo stesso obiettivo: raggiungere la vittoria. C’è però una differenza non di poco conto: nella guerra la vittoria si persegue “ad ogni costo” e per essa si possono sacrificare beni e valori che nello sport non sarebbero permessi. Più di ogni altro il valore della vita umana, di ogni vita soprattutto la più piccola, la più fragile, la più insignificante. Inoltre non c’è nessuna regola o giudice che può arginare o decretare la vittoria ma resta semplicemente l’annientamento del rivale e del nemico. Attuale più che mai, allora, risuona il richiamo di Gesù:

Un CSI che coltiva il senso della giustizia, come riconoscimento delle migliori abilità altrui, ammissione dei propri errori o torti, rispetto delle regole di gioco «Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio». Non è semplicemente l’astenersi dalla guerra ma un darsi da fare per la pace, per costruirla, per stabilire la concordia tra gli uomini mediante l’amore e non con le armi del potere. Anche noi, uomini e donne di sport, vogliamo dare il nostro contributo per la pace. Quando un giorno hanno chiesto a un giornalista a cosa servisse lo sport, questi ha risposto: «A far vedere e, soprattutto, vivere un’idea di società migliore». È bello pensare al nostro CSI come “operatore di pace” perché riconosce che lo sport è gioco, festa, incontro tra persone, popoli, culture, razze e religioni e la pace è il presupposto di tutto questo. Le relazioni e gli altri vengono sempre prima di ogni risultato. Un CSI che vuole aiutare i giovani a capire che è bello vincere, ma che è disgustoso umiliare l’avversario; che l’avversario è solo un concorrente da superare, non un nemico da

sopprimere; che ogni disciplina sportiva richiama sempre una giusta componente agonistica, ma che non potrà mai assumere i toni dell’aggressività, dell’esasperazione, della sopraffazione e dell’illimitata affermazione di sé, fino a schiacciare gli altri ad ogni costo. Un CSI che coltiva il senso della giustizia, come riconoscimento delle migliori abilità altrui, ammissione dei propri errori o torti, rispetto delle regole di gioco e, oggi più che mai, delle norme legate alla salvaguardia della salute degli atleti. Un mondo di armonia e di pace, dove tutto sarà trasformato in amore, è il sogno di ogni uomo e donna di ogni tempo ma è il sogno stesso di Dio: «Forgeranno le loro spade in vomeri e le loro lance in falci, non si eserciteranno più nell’arte della guerra». (Is 2,4) don Alessio Albertini Assistente ecclesiastico nazionale CSI Stadium Stadium

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Stadium tutta

un’altra storia Da un secolo all’altro fatti e questioni dello sport italiano raccontati da una delle più antiche testate sportive nazionali

di Alessio Franchina

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al 1906 la voce del Centro Sportivo Italiano. Questo motivo accompagna ancora la rinascita di Stadium, da sempre punto di riferimento associativo. Se consideriamo, però, che il CSI nasce nel 1944, i conti sembrano non tornare. Stadium infatti vide la luce nel lontano settembre 1906 nel numero 3 della testata della FASCI, la Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane (i primi due numeri erano stati il bollettino delle Associazioni Cattoliche Sportive Italiane). Sfogliando le pagine dei primi dieci anni di vita vi si trovano, in ogni numero, tre parole ricorrenti: sport, educazione, libertà. Allora per sport vero, puro e nobile si intendeva la ginnastica e proprio partendo da qui Stadium iniziò a giocare un ruolo importante ed originale nella storia dello sport italiano, facendosi subito promotore non solo delle nuove discipline sportive (perfino il Jiu-Jitsu) ma, affianco alla ginnastica, di tutte le forme di sportività, compresa quella ludica dei giochi e delle attività ricreative. Tutto questo fino al 27 gennaio 1918 quando, dopo lo stop dovuto alla Grande Guerra, vennero riprese le pubblicazioni nonostante le sorti del conflitto, con le truppe italiane attestate sul Piave, fossero ancora incerte.

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Amarcord

Ridotto ad un unico foglio a carattere mensile, il giornale raccontava di uno sport popolare che si era dissolto. In un passaggio del tempo si legge: «Potremmo plausibilmente attribuire alla guerra, alla chiamata alle armi della quasi totalità dei nostri insegnanti, dei nostri capisquadra, lo spopolamento delle palestre, cessazione completa della vita federale». Eppure – si faceva notare – in Francia, dove le condizioni erano analoghe, migliaia di giovani continuavano a dar vita a concorsi ginnici e manifestazioni sportive. Era dunque tempo di ricompattare le fila, di riprendere l’attività. Non passarono neppure dieci anni che, con il numero del 24 aprile 1927, Stadium annuncia lo scioglimento della FASCI: l’11 gennaio di quell’anno la Gazzetta Ufficiale pubblicò la legge che istituiva l’Opera Balilla, con la quale di fatto si abolirono le organizzazioni giovanili cattoliche e non, inquadrando tutte le attività sportive sotto l’egida del CONI il cui presidente era nominato direttamente dal Duce.

Il 10 giugno 1940 Mussolini annunciava l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania nazista. I tedeschi ancora non se ne erano andati, la guerra non era ancora finita, ma già nasceva il Centro Sportivo Italiano, con la sua genetica voglia di pace, di normalità e di sport. Con esso il periodico che fu della FASCI. Il 19 novembre 1944 veniva pubblicato il Notiziario del Centro Sportivo Italiano, premessa indispensabile per il ritorno di Stadium, che avvenne il 10 febbraio 1945. Dopo i primi numeri il rotocalco comincia ad affrontare temi di vera e propria politica sportiva, come “La scuola e lo sport”, più volte ripreso anche nei decenni successivi. Da subito il CSI è passato ai fatti, organizzando i primi Campionati Studenteschi per ragazzi delle medie inferiori e superiori. Nel 1946 si parlava di “Sport e politica” mentre nel 1948 Stadium si occupava dei risultati dell’indagine di CONI e Ministero dei Lavori Pubblici, sugli impianti sportivi

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Stadium tutta un’altra storia

danneggiati. Politica sportiva dunque e non solo, come gli approfondimenti sulle Olimpiadi del 1948 a Londra o l’ampio approfondimento sul Grande Torino in seguito alla strage di Superga del 4 maggio 1949. Sfogliare quelle pagine di Stadium degli anni ‘50 equivale a salire in bici per ripercorrere la storia del ciclismo italiano, con le gesta dei due campionissimi Fausto Coppi e Gino Bartali, entrambi tesserati per il Centro Sportivo Italiano. Nel 1960 a Roma ci furono le Olimpiadi, quando il fondatore e allora presidente del CSI, Luigi Gedda sul numero del 18 agosto scriveva che «l’edizione romana dei Giochi Olimpici serve a tracciare una strada nuova nel pensiero di molti concittadini i quali finora hanno tenuto in poco conto lo sport, oppure quanto basta per riempire qualche schedina del Totocalcio. Ma senza convinzione e senza il desiderio di andare al di là di questo per servire lo sport con il pensiero e con l’opera». Per tutto il decennio il periodico seguì da vicino gli anni delle contestazioni e dei grandi ideali, ma anche le questioni sociali, il terzomondismo, la pace, il disgelo tra Washington e Mosca, il Concilio Vaticano II. 6

Negli anni ‘70 sono due i grandi temi d’attualità: lo sport al femminile e la politica sportiva. Stadium si interrogò subito su come avrebbe dovuto essere lo sport al femminile: «Lo sport, come fatto di cultura, aiuta la donna a scoprirsi nelle sue caratteristiche positive, nelle sue potenzialità, perché è un tipo di attività che la libera da molti pregiudizi riguardo a sé stessa, riguardo al suo ruolo nella società». Da questo iniziò una riflessione che portò, il 21 maggio 1971, alla fusione tra CSI e FARI, il suo corrispettivo femminile. Negli anni ‘80 si concluse la ricerca, iniziata nel decennio precedente, sui nuovi modelli di attività alternativi ai campionati nazionali e vennero introdotte le “Feste dello Sport”, oltre al varo delle campagne nazionali di promozione sportiva. In quel decennio Stadium seguì con particolare attenzione le trasformazioni dello sport, soffermandosi criticamente sui fenomeni che ne determinarono il cambiamento, come l’unione tra sport e sponsor. Negli anni ‘90, nonostante resteranno nella storia del nostro Paese come l’epoca della grande crisi politica, etica, sociale ed

economica, Stadium riferisce di quei temi sociali e sportivi sempre cari all’Associazione: immigrazione, violenza negli stadi, disagio giovanile, discipline sportive, che nascono e che tramontano. In quegli anni si avvertì inoltre il dovere di rinvigorire il rapporto con la comunità ecclesiale, nella consapevolezza che occorra «liberare i valori emergenti dello sport dalle loro contraddizioni e ancorarli al messaggio del Vangelo» e di valorizzare i giovani, con il loro bisogno di esprimersi, di trovare ascolto e spazi. Questo è solo un breve excursus di quello che Stadium, nelle sue centinaia di uscite, ha raccontato nel secolo scorso e che intende tornare a descrivere, raccontando ed accompagnando la storia non solo del CSI, ma dello sport del nostro Paese. Ed è proprio in questa direzione la scelta di far rivivere la memoria, dando a tutti i nostri lettori, agli appassionati o ai semplici curiosi la possibilità di consultare online, non solo i nuovi numeri, ma anche le pagine ingiallite dell’intero archivio di una delle testate sportive più antiche d’Italia.


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Nessuna tregua olimpica, c’è la guerra nell’Est europeo. Il 6 aprile è la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace

Giochiamo la partita dell’accoglienza e della solidarietà LA FAMIGLIA DEL CSI ALZA LA BANDIERA “SPORT E PACE” ED INVITA TUTTE LE SUE SOCIETÀ SPORTIVE A TESSERARE GRATUITAMENTE I RAGAZZI UCRAINI FUGGITI DAL CONFLITTO

di Marcello Sala

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essuno si sarebbe aspettato che un giorno sarebbe scoppiata una nuova guerra nel cuore dell’Europa, dopo le due spaventose e sanguinosissime guerre mondiali del 1915-18 e del 1940-45. Invece è successo, con tutto il suo tragico portato di morte, sofferenze e distruzioni. Non lo avremmo mai pensato e invece si muore… Muoiono soldati, adulti, vecchi, donne e bambini. Muore una nazione. Muore la civiltà, in Ucraina, nel 2022, sotto i colpi dei carri armati russi, al freddo della neve. La follia bellica e la tragedia umana toccano nel profondo i sentimenti umani. Sarà Pasqua tra poco, e poco prima, esattamente il 6 aprile, si celebrerà la Giornata Internazionale dello Sport per lo Sviluppo e la Pace, 8

una ricorrenza ideata dal CIO e collegata alla data d’inizio dei primi Giochi Olimpici del 1896 per esaltare il potere dello sport nel guidare il cambiamento sociale promuovendo una cultura di pace. La tregua olimpica è stata invece violata, e non solo, poiché la guerra in Ucraina, insieme con la strage di molti innocenti, ha anche completamente travolto lo sport, dalle Paralimpiadi - in corso di svolgimento in marzo a Pechino - al mondo del calcio. Il Centro Sportivo Italiano cerca di aiutare il popolo ucraino, rialzando nuovamente il cartello “Sport e pace”, invitando, fra le altre iniziative delle diverse società sportive, all’accoglienza e proponendo azioni a sostegno del cessate il fuoco.


Attualità Il caos che strazia il centro Europa in queste ore invita tutti noi ad attivarci perché la follia delle guerre è ancora ben lontana dal tramontare. Sappiamo che anche lo sport può contribuire: come per esempio grazie ai giocatori di tennistavolo USA, in Cina, nel ’71. Sono stati tanti i momenti in cui lo sport, a volte in sintonia con la politica, ha avuto il potere di modificare i rapporti tra i diversi Stati. Ora ci resta il sogno: quello che in Italia i tifosi della favola Atalanta hanno già colorato di amore e speranza. “Scambiamoci un segno di pace” dice infatti quel disegno in un vessillo allo stadio: sono i due mancini, Malinovskyi e Miranchuk, compagni di squadra nella Dea, che si stringono la mano, oltre le bandiere ucraine e russe, e camminano insieme, perché insieme si può. Così come dobbiamo affidarci al potere implorante della preghiera.

Osa Sesto

Il CSI apre al tesseramento urgente Sono moltissime le richieste pervenute al CSI per l’accoglienza di ragazzi in fuga dalle zone di guerra. Il CSI, con una nota della Presidenza Nazionale, ha comunicato che i minori ucraini fuggiti dal proprio Paese potranno essere tesserati gratuitamente fino al termine della stagione sportiva. La Presidenza nazionale si farà carico degli oneri previsti per la copertura assicurativa e per il tesseramento. Tale provvedimento fa seguito alle molte iniziative (minuto di silenzio e preghiera sui campi, centri accoglienza, e tanto altro) messe in campo per favorire un immediato ritorno alla pace e dare un segno di vicinanza e fratellanza ai giovani ucraini, e a tutta la comunità ucraina, duramente colpiti dal conflitto.

Campestre regionale Lombardia Castel Goffredo

ASD Play Asti

Rhytmic’s Team Stadium

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Obiettivi (molto) difficili. L’esempio di Sofia Goggia Q di Leonio Callioni foto Elvis

Argento vivo e bello alle Olimpiadi di Pechino. Per la sciatrice azzurra, che ha appena conquistato anche la Coppa del Mondo di discesa libera, il risultato è dovuto alla tenace capacità di superare ogni difficoltà, ogni fatica, ogni sofferenza, pur di raggiungere l’obiettivo 10

uando le immagini della tv e le cronache delle radio collegate e i social (il giorno dopo i giornali di tutto il mondo) hanno annunciato la straordinaria impresa di Sofia Goggia nella discesa libera delle Olimpiadi invernali di Pechino abbiamo avuto la sensazione che ci fosse qualcosa da raccontare. Non per l’esito di una impresa sportiva ma per il risultato di una tenace capacità di superare ogni ostacolo, ogni difficoltà, ogni fatica, ogni sofferenza, pur di raggiungere


Zoom entusiasmi delle grandi prestazioni sia della Goggia che di tanti altri atleti azzurri nelle competizioni internazionali. D’improvviso, la notizia della sua caduta con le evidenziate conseguenze di lesioni e microfratture, ci ha fatto scendere di molti gradini nella scala delle aspettative. «Cosa vuoi farci», abbiamo pensato tutti (o quasi) ormai rassegnati: «anche Sofia è un essere umano. Se si è fatta male non sarà certo in condizioni di competere per la prossima discesa. Sarebbe già un miracolo che potesse almeno partecipare». Presto però abbiamo cominciato a dubitare che davvero tutto fosse perduto. Cominciavamo a dubitare perché sulle condizioni della sciatrice azzurra originaria della provincia di Bergamo era tempestivamente calato uno strano silenzio. Non un silenzio totale perché in questo mondo nulla si può nascondere, ma insomma, messaggi di speranza pochi a fronte di rassegnate prese d’atto che, purtroppo, “è andata così”. D’altra parte, pensavamo, Sofia è un argento vivo bello da seguire perché non si risparmia, perché non ha mai paura, perché raccoglie risultati contagiando con il suo entusiasmo chi segue le prove. Roba che, finita la gara, vien voglia di scendere in garage, caricare gli sci in macchina, e partire per qualche pista. Ovunque purché sulla neve. l’obiettivo fissato. Per questo Perfino il suo ruzzolone è diventato abbiamo pensato di offrire l’esempio un video virale ma non perché ci di Sofia ai ragazzi e ai giovani delle fosse chi lo ha visto con sadico nostre società sportive: non la piacere (forse qualcuno c’è stato, prestazione dovuta ad un talento ma pochi…). Lo è diventato per innato e ben coltivato, ma la capacità simpatia, perché era il risultato di di resistere anche a costo di grandi un’atleta capace di gettare il cuore sacrifici. L’infortunio subìto dalla oltre l’ostacolo e di provare il tutto per sciatrice azzurra circa tre settimane tutto per fare un tempo almeno da prima, risultato del ruzzolone podio. Almeno… avvenuto sulla pista del SuperG di Ma l’esempio di Sofia è valido per le Cortina, aveva fatto pensare a tutti ragazze, i ragazzi e i giovani, perché che purtroppo la situazione sarebbe è una campionessa che non si è stata senza rimedio. Venivamo dagli lasciata arrugginire dai successi. Non

è diventata snob né si è resa difficile da avvicinare. È rimasta simpatica e disponibile. Sempre allegra e sempre sicura dei propri mezzi perché spinta da una fame insaziabile di vittorie. Non è per questo, però, che si è riparata gli acciacchi e, pur incerottata, ha saputo di nuovo vincere. È successo perché Sofia è ancora quella tremenda bambina che faceva impazzire i genitori quando portavano il fratello più grande, Tommaso, sulle nevi di Foppolo, in Alta Valle Brembana, provincia di Bergamo. E lei già allora aveva scatenato l’inferno per potersi mettere gli sci. Voleva sciare subito e, fin dai primi anni di vita, aveva l’argento vivo addosso. Da notare che, giusto per non farsi mancare nulla, qualche giorno fa ha conquistato la Coppa del Mondo di discesa libera. Possiamo concludere con un appello a ragazzi e giovani a prendere esempio, con discrezione e con la giusta leggerezza, da questa indomabile volontà di raggiungere l’obiettivo? Penso di sì, perché nella nostra società, così apatica e abituata al tepore rassicurante degli appartamenti ben riscaldati d’inverno e ben rinfrescati d’estate, una giovane così ti trascina fuori, ti invoglia a fare sport, a togliersi il pigiama e a lasciare il divano per buttarsi nell’esperienza più bella per le giovani generazioni: la pratica sportiva con gli amici. Chi è arrivato a questo punto dell’articolo avrà notato che non ho accennato alle molte altre atlete e ai molti altri atleti che hanno onorato l’Italia alle Olimpiadi di Pechino. È vero e la ragione è subito spiegata: non volevo celebrare i risultati eccellenti di una Nazione che si fa onore a livello mondiale, ma indicare un esempio di volontà positiva da mettere in campo nei momenti di maggiore difficoltà. A celebrare gli olimpionici e i dirigenti italiani ci hanno già pensato in tanti. Stadium

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L’attaccante del Genoa, cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, è nato nel CSI: i suoi primi gol in Oratorio con la Sorisolese

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Sogni da

Piccoli di Felice Alborghetti

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uasi 90 kg per 188 cm. Il gigante Piccoli, di nome Roberto, fisico importante, è oggi uno degli attaccanti più talentuosi della serie A. Passato nel mercato di gennaio al Genoa, è tornato in Liguria, dove lo scorso anno, con la maglia dello Spezia ha realizzato, all’età di 20 anni ben 5 reti. La sua crescita calcistica è stata tutta nelle fila delle giovanili dell’Atalanta. Ma i suoi primi gol, in pochi lo sanno, li ha segnati vicino a Bergamo, a Sorisole. Giocavi nella Sorisolese. Che ricordi hai. Sorrisi o cosa? Sono stati anni molto belli, in cui sono cresciuto divertendomi con gli amici di scuola, con i miei compagni di classe, con cui giocavo a pallone. Avevo 6 anni, nei pulcini CSI, era il campo dell’Oratorio, si chiamava Sorisolese, il nome della squadra. Giocavamo in parrocchia interi pomeriggi. Il mio allenatore lo ricordo era Giampietro Fiorona. Abitavo lì a Sorisole, ed era normale nel paesino giocare in famiglia con gli amici; la cosa bella era al fischio finale di ogni partita. Ci si raccoglieva tutti con una bella merenda, pane o pizza, insieme, sia che si vinceva o si perdeva, il bello era quello. Solo puro divertimento o cosa altro in quei momenti? Tanta passione il sabato pomeriggio. Vinsi mi ricordo un premio simpatia in un torneo a Sedrina, per avere fatto dei gol. Tanta spensieratezza e tanto gusto. Da bambino ho fatto un po’ tutti i ruoli, anche il portiere alla Sorisolese, il difensore, il centrocampista, uno dei gol che mi è rimasto in mente fu quello nella nostra porta. Può succedere nel calcio da piccolini. Poi passai al Villa d’Almé, sempre nel CSI, e lì negli “esordienti” e “giovanissimi” ho iniziato a giocare davanti di punta. Un campionato è sempre stato molto seguito e importante dalle nostre parti. Ricordo un titolo vinto nel Villa D’alme, dove iniziai a fare sul serio. Indimenticabile per me l’emozione di una tripletta realizzata contro l’Atalanta. Da quel giorno sì mi hanno seguito per un annetto ed alla fine mi hanno preso nel settore giovanile nerazzurro. Facile immaginare per uno come me sempre tifoso atalantino cosa potesse significare andare all’Atalanta, sul serio.

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Sogni da Piccoli Tante emozioni, e con la scuola come facevi? Un bel casino sempre, perché poi, essendo stato preso in prima squadra presto, ci allenavamo al mattino, andavo, venivo, scomparivo, tornavo, anche se i prof sapevano bene dove fossi. Non sono riuscito a finire l’ultimo anno delle superiori, perché non riuscivo a seguire le lezioni, anche per le tante trasferte.

Parliamo di numeri, ma non dei tuoi gol. Il 17, il 99 ed ora il 9. Li hai scelti tu e perché? Il 17 è stato il mio primo numero di maglia all’Atalanta, ed anche la data di nozze dei miei genitori. Non mi ha portato sfortuna direi. Il 9 come ogni bomber mi è sempre piaciuto. E quando non ho potuto avere il 9 ho raddoppiato e preso il 99. Conservo molte maglie con il 9, ma quella a cui sono più affezionato è quella di Bobo Vieri. Attualmente Ibra e Zapata sono È vero che Marino, il tuo papà, i miei preferiti ma Bobo è sempre grande appassionato di ciclismo stato il mio idolo e provo grande ti voleva portare in bici? stima per lui. Mi è sempre piaciuto. È sempre stata la mia seconda La sua forza, la tenacia, l’istinto del passione, un divertimento in più. killer in area. C’è molta libertà e adrenalina nel pedalare veloci e dopo calcio, calcio, Qualità e difetti di Roberto e ancora calcio un po’ di bici mi ha Piccoli? sempre fatto piacere. Papà Marino Costanza nel lavoro, umiltà e è stato per me importantissimo. Mi la voglia di non smettere mai di ha sempre seguito da ragazzino, mi imparare. Difetti come tanti calciatori, stimolava, dava adrenalina, consigli cerco di limarli sul campo, con i miei giusti. allenatori. Ne ho avuti molti e tutti mi hanno sempre dato qualcosa

di nuovo e sono stati importanti, ma la svolta da piccolino l’ho avuta con mister Bonaccorso. Direi il più incisivo nella mia crescita. I miei amici più veri rimangono di fatto quelli della primavera dell’Atalanta, con cui da quando avevo 12 anni sono cresciuto. Con me c’erano Traoré e Kulusevski che ora sono in Premier League, Colley dello Spezia. Ci sentiamo spessissimo. Bergamo, zona duramente colpita dal virus. Che periodo è stato? Duro ma per fortuna direttamente non ho avuto nessuna perdita. Certo siamo stati male e in città il clima non è stato dei migliori. Il calcio mi ha molto distratto, nel periodo più tosto ero in Liguria allo Spezia, ma con il cuore a Bergamo. Il primo gol in serie A? Ne ho fatti 5 con lo Spezia, lo scorso anno. Poi quest’anno il primo con la Dea, il gol vittoria con il Torino nei

Roberto Piccoli con i pulcini a 7 della Sorisolese (quarto giocatore in alto da sinistra) 14


Nati nel CSI

Clima diverso in oratorio: tanta passione e che grande emozione quella tripletta alla Dea… indimenticabile

minuti di recupero, il coronamento di un sogno lungo anni. Direi indimenticabile. Come il primo bacio… Poi c’è stato quello annullato al Meazza con l’Inter. Sognavo di poter esultare al Gewiss Stadium dopo un gol con la maglia atalantina. Un anno fa segnai a Bergamo ma da avversario il gol della bandiera. Paradossale che ora tu sia al Genoa, mentre la Dea bergamasca avrebbe grande bisogno di te, visti i tanti infortuni ai titolari dell’attacco gasperiniano. La cosa più importante è entrare in un gruppo nuovo, capire sempre meglio il mister e conoscere attentamente i miei nuovi compagni. Sono sempre il più piccolo, mi sto ambientando, qui a Genova è tutto diverso. Spero di poter contribuire con qualche gol alla salvezza del Genoa. Due scudetti primavera vinti, a suon di gol. Quali ricordi conservi di quelle finali. Molta tensione o cosa? Tanti ricordi, i ritiri, le vigilie. Tante responsabilità condivise, perché

Roberto Piccoli esulta con la maglia dell’Atalanta Primavera

eravamo un bel gruppo. Stando insieme di squadra, in un gruppo di amici che ci conoscevamo bene, la tensione svaniva o meglio si allentava. Vincere è stata una roba prestigiosa; una emozione bellissima, comunque, perché l’Atalanta non la vinceva da anni e dunque è stata indimenticabile. Ricordo la condivisione come elemento di squadra.

concentrato per fare bene, aiutare la squadra in tutti i modi possibili. Mi focalizzo sulla partita, però ovviamente occorre dare il buon esempio sempre. Con tutte le telecamere che abbiamo puntate addosso dobbiamo stare attenti a ciò che facciamo in campo e fuori. È forse un po’ disumano. È molto stressante a livello psicologico, ma fa parte della professione.

Come va con i rigori? Tanti tirati, senza paura. Mi sono sempre preso la mia parte di responsabilità. Ricordo con la primavera atalantina, contro il Manchester City nella Youth League 2020 li ho calciati. Un torneo importante con tanti giovani come Garcia del Barcellona. Lo vinse il Real Madrid, ma io sono stato il capocannoniere, un bel traguardo. Feci 8 reti, doppietta con il Lione e con lo Shakhtar, due reti con il City.

Antistress, allora, torniamo in oratorio, cosa conservi di quei tempi alla Sorisolese e del CSI? Conservo con cura un album di figurine che ci davano a fine anno. Vi erano tutte le società sportive del CSI nella bergamasca. C’erano i pacchetti da scartare come i calciatori veri. Lì vi sono i miei sogni di un bambino. Ai ragazzi dico che il motore di tutto è sempre la passione ed il cuore. Ad ogni livello vincere è sempre stato l’obiettivo e anche quando ero in oratorio la gioia per una vittoria era proporzionalmente la medesima di quella di una finale di Coppa oggi. In ogni ambito e ad ogni livello conta fare bene. Sia nel calcio da grandi, sia da piccolini. Sia da Piccoli.

Avverti oggi il senso di responsabilità nei confronti di chi ti guarda. Senti di essere in campo un modello per tanti giovani? Io quando entro in campo sono

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L’intervista

Per il prof. Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, lo sport, inteso come esercizio fisico, è “un diritto di ogni bambino”, è “fondamentale nella vita di tutti”

Lo sport,

una medicina per il corpo e per lo spirito di Francesca Boldreghini

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ra che i contagi e i ricoveri sono sensibilmente in calo, possiamo guardare al futuro con un certo ottimismo, seppure continuando a seguire le regole di prudenza nei contatti sociali e completando tutti il ciclo vaccinale, inclusi i bambini dai 5 agli 11 anni. Una questione di “cooperazione e di rispetto reciproco” per raggiungere il comune obiettivo della salute pubblica, due valori fondamentali che lo sport sa insegnare molto bene. Così il prof. Giuseppe Remuzzi, scienziato italiano di fama mondiale, che sottolinea come una seria e costante promozione dell’attività fisica, come quella svolta dal CSI, sia prioritaria come prevenzione primaria, oltre che secondaria. Mentre il COVID-19 entra nel suo terzo anno, l’impatto sul benessere delle persone continua a farsi sentire. 16

Vittime del rigoroso e duraturo isolamento sociale causato dalle misure restrittive a contenimento della pandemia, sono soprattutto i giovani, e gli adolescenti in particolare, perché colpiti nella fase della vita in cui il ruolo evolutivo della dimensione pubblica è stato fortemente ridimensionato. Quale ruolo può giocare lo sport nella “ricostruzione” di una normalità, che ci auspichiamo possa avvenire in un prossimo futuro e che passi prima di tutto dal benessere dei nostri bambini, dei nostri adolescenti, dei nostri giovani? Il Covid-19 ha avuto certamente un forte impatto sulle vite di tutti noi, ed in particolare su quelle dei bambini e degli adolescenti. Le forti restrizioni dovute alla pandemia, dai lockdown alla chiusura dei centri sportivi, hanno

sicuramente aggravato la situazione. Fortunatamente le palestre hanno riaperto e anche le attività agonistiche sono ricominciate. È innegabile, infatti, che lo sport, come anche la scuola, rappresenti un pilastro imprescindibile per la crescita e la formazione di ogni bambino. La stessa Carta dei Diritti dei Bambini dell’UNESCO fin dal 1992 afferma che è un diritto di ogni bambino fare attività fisica, divertendosi e giocando. In più, poi, gli adolescenti hanno fisiologicamente un grande bisogno di muoversi e lo sport, quindi, rappresenta una valvola di sfogo, oltre che un’occasione di socialità importante per la loro formazione. Si dice che i giovani siano i grandi dimenticati della pandemia, denunciando il fatto che i Governi stanno investendo troppo poco su questo fronte. Il


Continuiamo a insistere affinché tutti completino il proprio ciclo vaccinale, inclusi i bambini dai 5 agli 11 anni, per i quali siamo ancora molto indietro

Centro Sportivo Italiano pone, invece, i giovani al centro della sua proposta fondata sullo sport cosiddetto minore, che include tutti, anche i meno performanti e, perciò, più facili alla marginalizzazione. Condivide la visione del CSI di uno sport che non alleni ma educhi, che non sia spettacolo ma cultura? Lo sport, inteso semplicemente come esercizio fisico, è fondamentale nella vita di tutti per il nostro benessere fisico e psichico. Ma lo sport è anche “scuola” nel senso che in sé è un “luogo” in cui imparare a conoscere sé stessi, a superare i propri limiti, a mettersi in

gioco davanti alle sfide oltre che a interagire con gli altri, ponendo le basi della cooperazione e del rispetto reciproco come valori fondamentali, se si vogliono raggiungere obiettivi comuni. L’Italia ha tolto l’obbligo delle mascherine all’aperto e tutta l’Europa sta allentando le misure anti-Covid. Questi segnali ci raccontano di un ritorno alla normalità ormai imminente. Conferma questa speranza? Quali sono, ad oggi, i numeri della pandemia? Ad oggi, i contagi e i ricoveri sono sensibilmente in calo. Siamo passati Stadium

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Lo sport, una medicina per il corpo e per lo spirito

opinione sul tema? Possiamo Una domanda più personale. Lei arrivare a definire lo sport come pratica sport o ha dei trascorsi “medicina per il corpo e per lo sportivi da raccontarci? Magari, spirito”? come tesserato del CSI… Assolutamente si. Basti pensare, Ero imbattibile sui 100 metri alle ad esempio, che in un rapporto scuole medie o meglio il mio sulle politiche a favore dell’attività compagno di banco arrivava qualche fisica per la salute cardiovascolare millimetro prima di me ma non dello European Heart Network, in sempre. collaborazione con l’Ufficio Europeo Giocavo a pallavolo al liceo ma in per la Prevenzione e il Controllo una squadra di “brocchi” per cui non delle Malattie non Trasmissibili sono mai riuscito ad emergere anche dell’Organizzazione Mondiale della se mi piaceva molto. Sanità, si legge che l’inattività fisica Adesso scio soltanto se c’è la neve aumenta di oltre il 20% il rischio di e se sono in Italia, cioè quasi mai. sviluppare malattie cardiovascolari, che causano ogni anno 3,9 milioni Lei ha pubblicato diversi libri di di morti in Europa. Non solo, anche particolare valore divulgativo nelle persone più fragili, come ad che hanno riscosso il successo esempio i pazienti oncologici, l’attività di un vasto pubblico. Tra i tanti fisica riduce, migliora e previene titoli, ce ne indica tre come gli effetti collaterali, anche a lungo suggerimento di lettura per termine, delle terapie oncologiche. il mondo del Centro Sportivo Inoltre, riduce anche il rischio di Italiano? sviluppare recidive di malattia. “Quando i medici sbagliano” che Per questo motivo, una seria e uscirà per Laterza il giorno 17 marzo, costante promozione dello sport, “Le impronte del signor Neanderthal” Spostiamoci ora dalla pandemia inteso come attività fisica, è prioritaria per Solferino che è arrivato alla per allargare lo sguardo ad come prevenzione primaria, oltre che quarta edizione, “La salute non è in un contesto più generale. secondaria. vendita” per Laterza. Praticare attività sportiva genera numerosi effetti benefici, a livello motorio, cognitivo e relazionale. In questo senso, lo sport può essere considerato come attività di prevenzione nonché di vera e propria cura di numerose patologie. Per questo motivo, le istituzioni dovrebbero abbattere ogni barriera a una pratica, la più diffusa e generalizzata possibile, dell’attività sportiva. Il risparmio di costi per il sistema sanitario sarebbe indubbio, e il guadagno si misurerebbe soprattutto in termini di benessere del singolo e di tutela della salute Il Prof. Remuzzi e la moglie sulle piste da sci pubblica. Può dirci la sua dai 220.000 nuovi casi a gennaio 2022 ai 17.000 circa di febbraio 2022. Resta ancora un po’ alto purtroppo il numero dei decessi, che colpiscono soprattutto la popolazione più fragile e i non vaccinati. Comunque possiamo azzardare un certo ottimismo considerato che l’ondata causata dalla variante omicron sta esaurendosi, per lo meno da noi (certo sarà importante arrivare a vaccinare anche i paesi che hanno per adesso una copertura molto piccola). Dobbiamo considerare però, come afferma Christopher Murray sulla previsione di qualche settimana fa, che il SarsCoV-2 continuerà a circolare per un po’ e quindi sarà sempre prudente rispettare le semplici regole che ormai conosciamo bene. Indossare la mascherina e insistere perché tutti completino il proprio ciclo vaccinale, inclusi i bambini dai 5 agli 11 anni, per i quali siamo ancora molto indietro.

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L’intervista Chi è il prof. Giuseppe Remuzzi

2008 Professore Onorario presso l’università di Cordoba, Giuseppe Remuzzi è un medico italiano, nato a Bergamo il Argentina. E’ membro del “Gruppo 2003”, scienziati italiani 3 aprile 1949. Dal 1 luglio 2018 il prof. Giuseppe Remuzzi più citati al mondo della letteratura scientifica (Institue for Scientific Information, Philadelphia). Ha ricevuto nel 2006 è Direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario il riconoscimento di Commendatore della Repubblica ed Negri. Dal 1999 è Direttore dell’U.O. di Nefrologia e è stato insignito dalla Società Americana di Nefrologia Dialisi e, dal 2011, Direttore del Dipartimento di Medicina (ASN) del più prestigioso premio nel campo della dell’Azienda Ospedaliera Papa Giovanni XXIII (ex Ospedali nefrologia, il “John P. Peters Award” (novembre 2007). Riuniti) di Bergamo. Fin dall’inizio della sua attività il prof. Ad aprile 2011 ha ricevuto l’ISN AMGEN Award durante Remuzzi ha affiancato al lavoro clinico in Ospedale un’intensa attività didattica e di ricerca. Da quando l’Istituto il Congresso Mondiale di Nefrologia a Vancouver. A novembre 2011 è stato il vincitore della terza edizione del Mario Negri ha aperto la sua sede a Bergamo, coordina tutte le attività di ricerca e dal 1992 del Centro di Ricerche premio internazionale per la nefrologia “Luis Hernando” Cliniche per le Malattie Rare ‘Aldo e Cele Daccò’ a Ranica assegnato dalla Iñigo Alvarez de Toledo Renal Foundation (BG). E’ l’unico italiano ad essere membro del Comitato di (FRIAT) a Madrid. Dal giugno 2013 è stato presidente della redazione delle riviste “The Lancet” e “New England Journal International Society of Nephrology (ISN) 2013-2015. E’ ideatore del progetto chiamato “0 by 25”: zero morti per of Medicine” (1998-giugno 2013); è stato uno dei vicedirettori della rivista “American Journal of Kidney Diseases” insufficienza renale acuta non curata entro il 2025 nei paesi poveri. La speranza è che l’ISN contribuisca nel corso del e fa parte del comitato editoriale di “American Journal of decennio prossimo a far sì che si possa ridurre il tasso di Transplantation, Kidney International e Clinical Journal of mortalità dell’insufficienza renale acuta a livello globale . the American Society of Nephrology”. E’ stato nominato A giugno 2015 è stato nominato “chiara fama” Professore membro dell’ “American Association of Physicians” di Nefrologia del Dipartimento Scienze Biomediche e di Washington e del “Royal College of Physicians” di Cliniche dell’Università degli Studi di Milano. Londra. E’ stato insignito di “Jean Hamburger Award” È autore di più di 1500 pubblicazioni su Riviste (2005, Singapore) da parte della Società Internazionale di Nefrologia. Nel 2003 è stato nominato Professore Onorario Internazionali e di 19 libri ed è editorialista del Corriere della Sera. presso l’Università di Maastricht e Professore Aggiunto dello Scripps Research Institute di La Jolla, Stati Uniti e nel

è direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” e professore di Nefrologia per ‘chiara fama’ presso l’Università Statale di Milano. Editorialista del “Corriere della Sera”, ha pubblicato libri e articoli su riviste internazionali. Per Laterza è autore di La salute (non) è in vendita (2018).

La medicina non ha da offrire verità assolute: si nutre del confronto e trae forza dal dubbio. Una critica puntuale alla banalizzazione mediatica della scienza.

Giuseppe Remuzzi Quando i medici sbagliano

Giuseppe Remuzzi

editori

Progetto grafico Riccardo Falcinelli

giuseppe remuzzi quando i medici sbagliano

Da quando la pandemia è diventata protagonista delle nostre vite e del dibattito pubblico, assistiamo continuamente a discussioni, spesso dai toni molto accesi, in cui medici e scienziati esprimono pareri diversi o addirittura opposti su questioni di importanza vitale. Il rischio è non solo di far aumentare la confusione tra i cittadini, ma anche di far perdere fiducia nella scienza. Ed è un rischio che non possiamo permetterci di correre. Ecco perché Giuseppe Remuzzi ricostruisce con ordine in questo libro le certezze fin qui acquisite sull’origine del virus e sui metodi per contrastarlo, sottolineando la natura empirica della scienza e spiegando il suo specifico modo di procedere autocorrettivo, che non aspira a conclusioni certe o stabilite una volta per tutte. Sbaglia dunque chi chiede alla medicina verità assolute. In queste pagine, una guida d’autore che ci rassicura sui risultati eccezionali che la ricerca ottiene ogni giorno e ci suggerisce alcune strategie per orientarci nell’incertezza. Alla base, una convinzione di fondo: la lezione che la pandemia ci sta lasciando è che la salute degli uomini è strettamente collegata a quella degli animali, delle piante, insomma del pianeta.

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E come discuterne in pubblico

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La salute non è in vendita “Prima di sparare a zero sul SSN fermatevi un attimo e pensate all’ultima persona cara che ha ricevuto le cure per il cancro, o fatto un trapianto di cuore o fegato. È stata curata senza spendere nulla. A noi italiani sembra normale. Ma non è così”

Le impronte del signor Neanderthal “Lo studio del Dna, associato ad altre discipline, consente di capire molto non solo del nostro passato ma di come siamo oggi, di come ci difendiamo da malattie ed epidemie. E di far luce sempre di più sul futuro che ci attende”

Quando i medici sbagliano “La medicina non ha da offrire verità assolute: si nutre del confronto e trae forza dal dubbio”

Si ringrazia il dottor Mariangelo Cossolini per la collaborazione

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CSI, l’importanza di chiamarsi rete DUE RIFORME PER IL CSI: TERZO SETTORE E SPORT. LA PRIMA GIÀ AVVIATA, CON IL REGISTRO DEL TERZO SETTORE OPERATIVO DALLO SCORSO NOVEMBRE. LA SECONDA, QUELLA SPORTIVA, RICHIEDERÀ PIÙ TEMPO, COMPLICI LE DIVERSE TEMPISTICHE DA ULTIMO PROROGATE

A cura di Jessica Pettinacci e Gabriele Sepio

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port e Terzo Settore, il Centro Sportivo Italiano come modello di riferimento per la conformità alle due riforme. Come noto, l’avvio del Registro unico nazionale (RUNTS) ha segnato una tappa decisiva per l’operatività della riforma del Terzo Settore. Il RUNTS ha, infatti, sostituito e “assorbito” i previgenti registri di settore (i.e. Anagrafe Onlus; registri delle associazioni di promozione 20

sociale (APS) e delle organizzazioni di volontariato (ODV) e ha creato un unico sistema pubblicitario a livello nazionale ove trovano collocazione tutti gli Enti che intendono assumere la qualifica di ente del Terzo Settore (ETS). L’iscrizione assegna la qualifica di ETS e costituisce un lasciapassare per accedere ai benefici (fiscali e non) previsti dal Dlgs 117/2017 (Codice del Terzo Settore o “CTS”).

Il nuovo registro è una vera e propria piattaforma telematica ispirata alla trasparenza dei dati verso i terzi. Ai fini dell’iscrizione occorre tenere conto delle diverse qualifiche già in possesso dagli Enti, come ad esempio quelle di Onlus, ODV e APS. In questo quadro si pone il percorso del CSI nel Terzo Settore. In quanto iscritto nel previgente Registro APS detenuto dal Ministero


Dossier del lavoro, i dati del CSI sono già stati trasferiti al RUNTS. Si tratta della c.d. “trasmigrazione”, ossia di quella procedura che ha segnato il trasferimento di tutti i dati delle ODV/ APS al nuovo Registro unico e che è stata completata il 21 febbraio. Altra importante novità è che lo scorso 21 gennaio, il Ministero del lavoro ha espressamente riconosciuto il CSI quale rete del Terzo Settore in questa fase transitoria di avvio al RUNTS. Una qualifica riservata solo a quelle specifiche tipologie di ETS che aggregano un numero non inferiore a 100 Enti. Alle reti spetta infatti un ruolo chiave nell’affrontare le sfide del Terzo Settore, anche grazie alle funzioni di controllo e rappresentanza ad esse espressamente attribuite rispetto agli Enti aderenti, oltreché di assistenza tecnica (art. 41 CTS). Pensiamo, solo per fare un esempio, alla chance attribuita alle reti dal Codice di presentare le richieste di iscrizione al RUNTS in nome e per conto degli Enti aderenti. Nonché alla possibilità di predisporre per quest’ultimi dei modelli standard tipizzati che gli Enti potranno adottare per iscriversi nel RUNTS. Sport e Terzo Settore: gli Enti a cavallo tra le due riforme Sport, la veste di ente del Terzo Settore si aggiunge a quella di associazione sportiva dilettantistica (ASD). Uno dei grandi temi della riforma dello Sport ruota attorno al rapporto con la normativa del Terzo Settore (Dlgs 117/2017 o CTS). Vale a dire alla possibilità per le associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD e SSD) iscritte nel Registro CONI di accedere anche al RUNTS senza rinunciare alla propria natura sportiva. Conferme importanti arrivano dalla riforma Sport. Il legislatore ha infatti suggellato il binomio Sport – Terzo Settore, prevedendo espressamente che le ASD/SSD, al ricorrere dei

Il CSI è rete associativa nazionale di Terzo Settore. Il riconoscimento arriva dal Ministero del Lavoro che ha identificato l’Associazione fra le 32 organizzazioni che possono operare con questa particolare tipologia di Ente di Terzo Settore. Con questo riconoscimento il CSI assume le funzioni istituzionali di coordinamento, rappresentanza e supporto per le proprie affiliate che intendono iscriversi nel RUNTS, in qualità di APS

presupposti, possono assumere anche la veste di ETS o quella di impresa sociale (di cui al Dlgs 112/2017). Una previsione che conferma, peraltro, l’impostazione del CTS, ove l’organizzazione e gestione di attività sportive dilettantistiche rientra proprio tra i settori di interesse generale in cui gli ETS sono chiamati ad operare in via esclusiva o principale. L’accesso al RUNTS per gli Enti sportivi non si pone, dunque, come un “aut aut” ma rappresenta per gli Enti l’opportunità di cumulare i vantaggi legati al Terzo Settore a quelli dello Sport. È il caso, ad esempio, dei finanziamenti stanziati dal Ministero del lavoro ai soli Enti dotati della qualifica di ETS: quest’ultimi, ove l’ente abbia anche la qualifica di ASD, si vanno infatti a sommare alle ulteriori risorse attribuite a quest’ultime tipologie di Enti dal Dipartimento Sport. Nello stesso senso, si pone il tema degli adeguamenti statutari. Ove

l’Associazione sportiva intenda assumere la doppia qualifica di APS/ASD sarà importante declinare correttamente questa duplice veste nello Statuto. Vale a dire dotandosi di uno Statuto che tenga conto sia delle indicazioni del CTS sia di alcune peculiarità specifiche della normativa sportiva. Si pensi, per fare un esempio, alla clausola in tema di devoluzione del patrimonio: per essere conforme ad entrambe le normative, occorrerà infatti prevedere, in caso di scioglimento o estinzione dell’ente, la devoluzione del patrimonio ad altro ETS che persegue analoghe finalità sportive. Restano tuttavia da chiarire gli aspetti legati all’istituendo Registro delle attività sportive dilettantistiche. Come noto, infatti, la riforma dello Sport ha istituito un nuovo Registro, non ancora operativo, che andrà a sostituire quello del CONI e ove troveranno collocazione tutti gli Enti che intendano essere Stadium

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CSI, l’importanza di chiamarsi rete riconosciuti come ASD/SSD ai fini sportivi. La normativa che ne prevede l’istituzione e il funzionamento sarà infatti efficace non prima del 31 agosto prossimo (art. 17-bis Dlgs 39/2021). Da quella data occorreranno, poi, ulteriori 6 mesi per adottare un apposito decreto volto a regolare il funzionamento del registro. Con la conseguenza che occorrerà attendere almeno il 2023 per poter arrivare ad un effettivo passaggio di consegne dal CONI al Dipartimento Sport. Da notare, peraltro, che seppure il nuovo Registro non è ancora operativo, le nuove previsioni in tema di riconoscimento ai fini sportivi di ASD/SSD sono già efficaci dal 1 gennaio scorso (art. 10 Dlgs 36/21). Una disposizione che attribuisce anzitutto agli Organismi sportivi del CONI (Federazioni Sportive Nazionali, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva) il compito di riconoscere le ASD/SSD ad essi affiliati. Inoltre, la norma rimette al nuovo Registro nazionale attività sportive dilettantistiche, destinato a sostituire il registro CONI, la certificazione della natura dilettantistica dell’attività svolta dagli enti. Certificazione di fondamentale importanza, posto che costituisce il presupposto per accedere alle agevolazioni fiscali e previdenziali riservate alle ASD/SSD. Si pensi, ad esempio, al regime di vantaggio previsto ai fini IRES e IVA dalla L. 398/91 o alla detassazione dei compensi sportivi di cui all’art. 67, comma 1, lett. m) del TUIR. In conclusione, tante le novità che interessano gli enti sportivi a cavallo tra le due riforme. Diversi i nodi da sciogliere legati al coordinamento delle tempistiche di efficacia della riforma Sport, su cui si attendono chiarimenti.

Le principali tematiche di interesse per gli Enti sportivi dilettantistici Sono una ASD dotata anche della qualifica di APS, cosa devo fare per iscrivermi nel RUNTS? Ove l’ASD sia già dotata della qualifica di APS in forza dell’iscrizione nei previgenti registri di settore (di cui alla L. 383/2000), non è richiesto un intervento “attivo” dell’Associazione per accedere al RUNTS in questa prima fase. La stessa risulterà attualmente coinvolta nel processo di trasmigrazione automatica dei dati dai Registri APS al RUNTS. Fino al 21 febbraio, spettava agli Uffici APS trasmettere i dati in loro possesso delle Associazioni che risultano iscritte nei Registri alla data del 22 novembre scorso ai competenti Uffici del RUNTS. Spetterà poi agli Uffici RUNTS verificare, entro il prossimo 20 agosto, la sussistenza dei requisiti per mantenere la veste di APS nel RUNTS. Solo ove la documentazione sia incompleta o mancante, si avvierà un’interlocuzione con gli enti per regolarizzare la posizione. Altrimenti, in caso di esito positivo del controllo o silenzio assenso (mancato diniego entro 180 giorni), l’Associazione risulterà iscritta nella sezione APS del RUNTS. Sono una ASD/SSD: posso iscrivermi al RUNTS pur mantenendo la mia qualifica ai fini sportivi? Sì. È espressamente ammesso che gli Enti dotati della qualifica di ASD/SSD possano assumere, al ricorrere dei requisiti previsti, anche quella di ente del Terzo Settore (o quella specifica di APS) mediante

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Dossier l’iscrizione nel RUNTS (cfr. art. 6 Dlgs 36/21). Il legislatore della riforma ha infatti riconosciuto la piena compatibilità tra il Registro CONI (o l’istituendo Registro attività sportive dilettantistiche) e il RUNTS, anche in ragione delle diverse funzioni cui assolvono. Il primo riconosce le ASD/SSD ai fini sportivi, l’iscrizione nel Registro unico ha invece efficacia costitutiva per l’adozione della veste di ETS.

e resteranno fuori dai benefici riservati a questa specifica tipologia di ente (es. fondi riservati agli Ets, agevolazioni circa l’utilizzo delle sedi, amministrazione condivisa per PA e Ets, vedi tabella pagina seguente). Fuori dal Terzo settore, le ASD potranno continuare a fruire del regime forfetario IRES e IVA di cui alla L. 398/1991, sempre limitatamente alle prestazioni commerciali connesse alle attività istituzionali (ossia a quelle attività funzionali Sono una ASD: come devo fare allo svolgimento delle discipline per iscrivermi al RUNTS? tassativamente indicate dal CONI). Le ASD non dotate già della qualifica Discorso diverso ove le ASD/SSD in uno dei previgenti registri di settore accedano al RUNTS. In questo (Anagrafe Onlus, Registri APS o caso, tali Enti potranno fruire anche ODV) possono presentare richiesta dei benefici riconnessi alla qualifica di di iscrizione al RUNTS, a decorrere ETS e, a livello fiscale, continueranno dallo scorso 24 novembre. La ad applicare il citato regime della L. procedura di accesso è telematica n. 398/91 fintantoché non intervenga (https://servizi.lavoro.gov.it/runts/itl’autorizzazione UE sui regimi fiscali it/): occorre anzitutto l’autenticazione, del Codice del Terzo settore (art. mediante SPID o CIE, dei soggetti 104, comma 2 Dlgs 117/2017). A titolati a presentare l’istanza. Vale regime, invece, l’agevolazione della a dire il legale rappresentante L. 398/91 sarà disapplicata ma dell’ente o della rete cui lo stesso troveranno in ogni caso applicazione aderisce (Centro Sportivo Italiano i regimi forfetari del CTS (cfr. artt. 80 APS) o il notaio, se oltre alla richiesta e 86 CTS). Regimi che, a differenza di iscrizione si intende ottenere di quello della L. 398/1991, anche la personalità giuridica. riguarderanno sia i proventi delle Oltre all’istanza, occorre allegare attività di interesse generale (art. 5 atto costitutivo (o dichiarazione CTS) che delle attività diverse (svolte di irrecuperabilità/insussistenza); nei limiti di cui all’art. 6 del CTS), a Statuto registrato all’Agenzia delle prescindere dall’esistenza o meno Entrate (e conforme alle disposizioni del riconoscimento CONI delle del CTS); ultimi due bilanci e relativi attività o della diretta connessione verbali di approvazione; attestazione con le attività stesse. Peraltro, il CTS di adesione ad una rete (es. in caso prevede un’ipotesi di esclusione IVA di affiliazione al CSI). per gli Enti dotati della veste di APS e con ricavi annui non superiori a Sono una ASD, cosa succede 130mila euro. Una misura importante se decido di non iscrivermi nel anche in considerazione della nuova Terzo Settore? disciplina di esenzione IVA che L’accesso degli Enti sportivi nel troverà applicazione a decorrere dal Terzo settore va valutato in termini 2024 e che interesserà, ad esempio, di opportunità. Non sussiste un la somministrazione di alimenti e obbligo di legge: le ASD/SSD che bevande e le prestazioni effettuate decideranno di non procedere dietro corrispettivi specifici o all’iscrizione nel RUNTS non contributi supplementari versati dagli assumeranno la qualifica di ETS associati (es. quote gara).

In cosa consiste la Riforma dello Sport? La riforma dello Sport, avviata con Legge delega 86/2019, ha inteso riorganizzare la disciplina esistente in ambito sportivo. L’opera di restyling non ha dato luogo all’emanazione di un Codice, come per il Terzo Settore, ma a cinque decreti legislativi diversi. Quello in tema di Enti sportivi (professionistici e dilettantistici) e lavoro sportivo è contenuto nel Dlgs 36/2021. Gli altri decreti (dal 37 al 40) si occupano, invece, di temi specifici come la rappresentanza degli atleti e società sportive, la sicurezza degli impianti, il registro delle attività sportive dilettantistiche e la pratica degli sport invernali. Quali sono le tempistiche di avvio della Riforma dello Sport? Circa i tempi di avvio, la riforma dello Sport è destinata ad entrare in vigore in fasi diverse a seguito dell’avvicendarsi di una serie di proroghe, ultima delle quali contenuta nel Sostegni-bis. In forza di quest’ultimo rinvio, dal 1 gennaio scorso è scattata l’efficacia delle norme in materia di sicurezza delle discipline sportive invernali (Dlgs 40/2021) e della nuova disciplina sul riconoscimento ai fini sportivi (art. 10 Dlgs 36/21). A queste, si aggiungono anche le disposizioni a sostegno delle donne nello sport (artt. 39 – 40 Dlgs 36/2021) e il Titolo VI del citato Dlgs 36, in tema di pari opportunità. Gli altri decreti entreranno in vigore rispettivamente: • dal 31 agosto 2022, per il Dlgs 39/2021 istitutivo del nuovo Registro delle ASD/SSD; • dal 1° gennaio 2023, per le restanti disposizioni del Dlgs 36/21 e per i D.lgs. 37 e 38/2021.

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CSI, l’importanza di chiamarsi rete Dentro la riforma del Terzo Setto- Fuori la riforma del Terzo Settore: re: Associazioni con la qualifica Associazioni prive della qualifica di ETS (o APS) di ETS (e APS) Corrispettivi specifici versati dagli associati per le attività istituzionali

Per gli enti dotati della qualifica di APS, è previsto un regime di decommercializzazione analogo a quello dell’art. 148, comma 3 TUIR per i corrispettivi specifici versati dagli associati per lo svolgimento delle attività istituzionali (art. 85 CTS). Per le altre associazioni, sono decommercializzate solo le quote associative; per le altre entrate occorre fare riferimento ai criteri dell’art. 79 CTS sulla commercialità/non commercialità dell’attività.

La possibilità di usufruire del regime di decommercializzazione di cui all’art. 148, comma 3 TUIR, rimane per le ASD che decidono di non iscriversi al RUNTS.

Tassazione delle attività commerciali

In caso di iscrizione al RUNTS come APS: entro la soglia di ricavi di 130 mila euro, scatterà il regime forfetario che prevede l’applicazione di un coefficiente di redditività al 3% per determinare i ricavi ai fini IRES (1% per le ODV), la non applicazione dell’IVA sulle relative operazioni e l’esonero dalla tenuta delle scritture contabili (art. 86 CTS). In caso di iscrizione come ETS, l’ente potrà optare per il regime forfetario dell’art. 80 CTS, che consente di determinare i ricavi ai fini IRES applicando coefficienti di redditività a scaglioni (più favorevole rispetto all’art. 145 TUIR). Si tratta di un regime che non dispone di alcuna soglia massima di ricavi ai fini dell’accesso, risultando in questo senso più vantaggioso anche rispetto al regime di cui alla L. 398/91.

Per tutte le associazioni diverse dalle ASD, con la completa attuazione della riforma, verrà meno la possibilità di optare per il regime forfetario della L. 398/1991. Al di fuori del Terzo settore si applicheranno quindi le regole ordinarie del TUIR per la tassazione dei redditi d’impresa. La possibilità di optare per il regime agevolativo previsto dalla L. 398/1991 rimane solo per le ASD che non si iscrivano al RUNTS e riguarda solo le attività istituzionali e ad esse connesse, e prevede: l’applicazione di un coefficiente di redditività al 3% per determinare i ricavi ai fini IRES (entro la diversa soglia di 400 mila euro) e una detrazione forfetaria del 50% ai fini IVA.

Erogazioni liberali

Il CTS prevede specifiche agevolazioni fiscali per chi dona a favore del Terzo Settore. In particolare, le persone fisiche che effettuano erogazioni liberali in favore di un ETS (comprese coop sociali ed escluse imprese sociali in forma di società) potranno, in alternativa: • dedurre l’importo erogato, nel limite del 10% del reddito; • applicare una detrazione pari al 30% di quanto erogato, calcolata su un limite massimo di 30 mila euro. Per i soggetti IRES si applica la sola deduzione dal reddito (sempre nel limite del 10% del reddito complessivo).

Per le generiche associazioni senza scopo di lucro, al di fuori del RUNTS non sono previste agevolazioni per chi eroga (salvo che siano riconosciute per il perseguimento di specifiche finalità – ad esempio la tutela dei beni culturali); Per le ASD, al di fuori del RUNTS, è prevista (sia per soggetti IRPEF che per soggetti IRES) una detrazione del 19%, per un importo complessivo in ciascun periodo d’imposta non superiore a 1.500 euro (art. 15, comma 1, lettera i-ter, del TUIR).

Agevolazioni ai fini dell’imposta di bollo

Il CTS prevede un regime di esenzione dall’imposta di bollo per tutti gli atti, anche informatici, posti in essere o richiesti dagli ETS, comprese le coop sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma societaria.

Sono esenti dall’imposta di bollo gli atti, documenti, istanze, contratti, nonché copie anche se dichiarate conformi, estratti, certificazioni, dichiarazioni e attestazioni poste in essere o richiesti da federazioni sportive, enti di promozione sportiva e ASD/SSD senza fine di lucro riconosciuti dal CONI (art. 27-bis Tariffa II dPR 642/72).

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Dossier Dentro la riforma del Terzo Setto- Fuori la riforma del Terzo Settore: re: Associazioni con la qualifica Associazioni prive della qualifica di ETS (o APS) di ETS (e APS) Utilizzo degli immobili

Non sono previsti vincoli di incompatibilità in riferimento alla destinazione d’uso degli immobili utilizzati dagli ETS per lo svolgimento dell’attività istituzionale, purché non di tipo produttivo e purché nell’ambito di destinazioni d’uso omogenee. Inoltre, è introdotta la possibilità di ottenere l’assegnazione di immobili pubblici inutilizzati per lo svolgimento delle attività istituzionali, nonché è prevista la possibilità di ottenere in concessione beni immobili culturali dello Stato dietro pagamento di un canone agevolato ai fini della loro riconversione e riqualificazione.

Non è prevista una agevolazione analoga al di fuori del Terzo Settore.

Agevolazioni ai fini dell’imposta di registro

Agli atti costitutivi e alle modifiche statutarie, comprese le operazioni di fusione, scissione o trasformazione realizzate da ETS iscritti al RUNTS, le imposte di registro, ipotecaria e catastale si applicano in misura fissa. Sono esenti dall’imposta di registro le modifiche statutarie che hanno lo scopo di adeguare gli statuti alle disposizioni del CTS (art. 82, comma 3 del CTS). Le agevolazioni si applicheranno a tutti gli ETS, comprese le cooperative sociali ed escluse le imprese sociali costituite in forma di società.

Le ASD e SSD riconosciute dal CONI applicano l’imposta di registro in misura fissa per gli atti costitutivi e di trasformazione (art. 90 comma 5 della L. 289/2002 e, con l’operatività della riforma Sport, art. 12, comma 2 D.lgs. n. 36/21).

Amministrazione condivisa Pubblica Amministrazione (PA) ETS

Il CTS introduce una serie di istituti specifici che, attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento, favoriscono il coinvolgimento degli ETS da parte della PA (artt. 55-57 CTS). Si tratta di un sistema più coerente con le finalità di interesse collettivo perseguite dagli ETS, a partire dalla disapplicazione del Codice dei Contratti a favore del regime di trasparenza previsto dalla legge 241/1990.

Non sono previste analoghe previsioni al di fuori del Terzo Settore.

Cinque per mille

A partire dal 2022, la categoria di beneficiari degli “enti del volontariato” coinciderà con quella degli “enti del Terzo Settore iscritti nel RUNTS”. Sarà quindi possibile chiedere l’ammissione al contributo in sede di iscrizione al RUNTS.

Al di fuori del Terzo Settore, l’associazione potrà accedere al cinque per mille solo se rientra in una delle altre categorie di beneficiari (i.e. ASD, ma solo ove dotate del settore giovanile e che svolgono prevalentemente attività di avviamento e formazione allo sport dei giovani di età inferiore a 18 anni o di avviamento alla pratica sportiva per persone di età non inferiore a 60 anni, o nei confronti di soggetti svantaggiati).

Per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi all’Ufficio Nazionale Terzo Settore ai seguenti recapiti: Mail: terzosettore@csi-net.it - PEC: runts.csi@legalmail.it Avv. Paola Metalli - 0668404573: materie giuridiche Dott. Francesco Tramaglino - 0668404574: materie tributarie e contabili Margherita Cuzzocrea - 0668404524: gestione RUNTS e documentale, affiliazione e tesseramento Stadium

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Intervista a Vanessa Pallucchi, Portavoce del Forum del Terzo Settore

L’energia sociale dello sport di Felice Alborghetti

Noi abbiamo bisogno di rafforzare le risposte collettive ai problemi comunitari, e non di ridurle. Come sarà possibile attuarlo, anche insieme o in squadra con le branche territoriali del Forum? Sempre più gli ETS si devono muovere nell’ottica di piattaforme territoriali per costruire una nuova coesione. Il nuovo modello di sviluppo che vogliamo costruire ha al centro le persone e i loro diritti, le comunità, la responsabilità di contribuire alla coesione sociale. Per questo crediamo che la sussidiarietà fra pubblico, privato e Terzo Settore sul territorio sia la filosofia giusta. E ra i 32 enti riconosciuti come crediamo che oggi ci sia bisogno rete associativa nazionale di un nuovo protagonismo dei figura il CSI. Un primo territori, anche nella costruzione di commento ce lo offre la Portavoce piattaforme territoriali che vedano gli del Forum del Terzo Settore, Vanessa enti cooperare per costruire modelli Pallucchi di società che siano più sostenibili e aperti. Quanto secondo lei il CSI può diventare protagonista come Può a suo avviso lo sport essere rete di Terzo Settore? considerato motore, energia Al di là del riconoscimento formale sociale? come rete associativa nazionale Certamente sì. Lo sport è un di Terzo Settore, si può dire che collettore naturale di molti valori il Centro Sportivo Italiano è già positivi: valori salutistici, valori pienamente protagonista, e lo è educativi, valori sociali. Dove c’è per il fatto di avere una comunità di sport si riducono le devianze giovanili intenti solidaristici, di costruzione di e l’isolamento individuale: due una coesione fra persone intorno a questioni che la pandemia Covid-19, un obiettivo comune di benessere. e le misure con cui si è cercato di

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arginare la diffusione dei contagi, hanno aggravato. Questo ce lo dicono sia le cronache quotidiane, sia gli studi scientifici. Quali sono le principali misure e provvedimenti che possono interessare gli ETS nel PNRR? La missione 5 del PNRR, volta alla valorizzazione del Terzo Settore e del sociale, è naturalmente quella che contiene il maggior numero di misure a favore dello sviluppo delle nostre realtà. Parliamo ad esempio dell’inclusione a favore di persone in condizioni di estrema emarginazione, ma anche - e qui il CSI può essere protagonista - il riconoscimento del ruolo dello sport nell’inclusione e integrazione sociale. Tuttavia non c’è soltanto la missione 5: il Terzo Settore è portatore di valori che riguardano l’intera comunità, a partire dal tema dell’ambiente, e dunque ci sono temi che nel PNRR ritroviamo trasversalmente. Nel dettaglio, è interessante anche la misura che prevede l’incremento di strutture per lo sport a servizio delle scuole, strutture che negli orari pomeridiani possono essere messe a disposizione anche delle società sportive e degli Enti del Terzo Settore. Che ruolo gioca invece o può giocare lo sport nella promozione degli Obiettivi di


Dossier Lo sport sprigiona valori salutistici, educativi, sociali. Il CSI è già protagonista per avere una comunità di intenti solidaristici, di costruzione di una coesione fra persone intorno a un obiettivo comune di benessere. Coprogettazione e coprogrammazione utili per un grande salto culturale. Gli ETS si dovranno muovere nell’ottica di piattaforme territoriali per costruire una nuova coesione

Sviluppo Sostenibile? Oggi abbiamo un grande bisogno di solidarietà e coesione sociale, senza i quali non esiste la possibilità di un vero benessere e un vero progresso per le nostre comunità. In questo contesto, lo sport è un fattore di coesione sociale: come abbiamo ricordato, lo sport è fatto di valori. Penso alla qualità ambientale, perché lo sport ha una dimensione di vicinanza ai temi ambientali molto spiccata. Ma penso anche al tema dell’inclusione di genere, e dell’inclusione giovanile, per dare risposte ai bisogni formativi dei giovani nella loro fase di crescita. Con uno sguardo di orizzonte verso i beni pubblici, e possibili appalti per costruire luoghi educativi a trazione sportiva: quanto divengono importanti le azioni di coprogettazione e coprogrammazione? Gli strumenti della coprogettazione e della coprogrammazione rappresentano un grande cambio culturale, per gestire in maniera diversa le relazioni fra il pubblico e il privato: e questo è valido per tutti gli Enti del Terzo Settore. I soggetti dell’ambito sportivo possono senz’altro dire la loro sull’infrastrutturazione sportiva del territorio, e sulla costruzione di attività che possano rappresentare risposte a bisogni sociali emergenti.

Penso al grande tema della povertà educativa, che spesso genera anche forme di devianza e marginalità. E penso, di nuovo, alle devianze giovanili, dall’alcool alle droghe, che nello sport trovano una risposta di contenimento naturale. Per questo si dovrà fare attenzione ad agire in maniera opportuna, puntando l’attenzione sui luoghi che hanno divari infrastrutturali, sia nell’impiantistica pubblica sia a favore dei plessi scolastici che oggi sono privi di palestre, come talvolta si registra nel Mezzogiorno. In ultimo, che significato può assumere per il CSI essere nella decina o dozzina di enti

sportivi fra le 32 organizzazioni riconosciute reti associative? Ci sono da fare ancora passaggi normativi importanti che riguardano gli enti sportivi: condividerli all’interno di una logica di rete, stando dentro il Forum, significa poter portare avanti battaglie comuni con maggiore forza ed efficacia, e - aspetto non banale - con maggiore condivisione, per non bastare solo a se stessi, in una logica di evoluzione del sistema sportivo di base. Trovo importante anche l’interazione che gli enti sportivi possono avere con gli altri enti del Terzo Settore per definire, come detto, piattaforme territoriali che vedano gli enti cooperare.

Il CSI nel coordinamento del Forum. Calogiuri: “una presenza lungimirante” «La presenza del CSI nel Forum Nazionale del Terzo Settore - afferma il vicepresidente nazionale del CSI Marco Calogiuri - è una presenza strategica e lungimirante perché siamo stati tra i primi EPS e APS a farne parte. Possiamo definirci tra i fondatori. Altrettanto importante essere stati sempre nel Coordinamento Nazionale, anche in questa tornata, che ha eletto la portavoce Vanessa Pallucchi. Siamo entrati in piena sintonia con quelle che sono le linee guida del Centro Sportivo Italiano. Un dato fondamentale che all’interno del Forum il CSI è un importante pilastro dello sport sociale, dell’associazionismo di promozione sociale anche perché tra le 32 realtà che con decreto hanno fatto parte della prima rete associativa nazionale del Terzo Settore, il CSI è pienamente parte e il mondo dello sport del terzo settore è quasi al 50% con 9 enti di promozione sportiva e altri 3 che si occupano di sport».

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Lega Serie A, TIM e CSI ancora insieme per la “Junior TIM Cup Keep Racism Out”

Tutto il calcio, oratorio per oratorio RIPARTE IL TORNEO DI CALCIO A 7 UNDER 14 CON PROTAGONISTE LE SQUADRE D’ORATORIO DELLE 16 CITTÀ IN CUI SI GIOCA LA SERIE A TIM 2021-2022. I RAGAZZI SARANNO IMPEGNATI IN ATTIVITÀ EDUCATIVE SUL TEMA DELL’ANTIRAZZISMO. di Massimiliano Dilettuso

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l grande calcio torna a vivere negli oratori di tutta Italia. Dopo oltre un anno di pausa, riparte la “Junior TIM Cup – Keep Racism Out”, manifestazione giovanile di calcio a 7 ideata da Lega Serie A, TIM e Centro Sportivo Italiano. Il torneo nasce dalla

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necessità di promuovere i sani valori del calcio oratoriale: ancora una volta, infatti, saranno protagoniste le squadre di oratorio della categoria Under 14. Dopo aver coinvolto più di 65mila ragazzi in tutta Italia e oltre 5mila oratori, il progetto continua a

collegare lo sport di vertice a quello di base. I ragazzi della Junior TIM Cup saranno impegnati in attività educative sul tema dell’antirazzismo: la pratica sportiva e le gare, dunque, vivranno in parallelo a vari appuntamenti, attivtà formative e


i numeri 77.300

ragazzi coinvolti

31.055

partite giocate

5.739 oratori

102

incontri con il campione

105

partite prima degli incontri di Serie A di riflessione sulle discriminazioni razziali, senza dimenticare le immancabili testimonianze dirette dei protagonisti del mondo del grande

calcio. Il torneo in partenza a marzo, si svolgerà nelle 16 città italiane che ospitano la Serie A TIM 2021-2022. Le squadre qualificate dalle rispettive

fasi oratoriali, si affronteranno in fasi regionali o interregionali e le vincitrici si contenderanno il titolo di campioni della IX edizione.

L’albo d’oro della JTC

Il calcio dei “grandi” al servizio dei “piccoli”

2012/2013 Oratorio San Borromeo, Cagliari 2013/2014 Oratorio San Giovanni Battista di Cassacco, Udine 2014/2015 Oratorio Sacro Cuore di Campi Bisenzio, Firenze 2015/2016 Oratorio San Giuseppe Lavoratore, Bologna 2016/2017 Oratorio Don Guanella di Scampia, Napoli 2017/2018 Oratorio Santa Maria Bambina, Sassari, in rappresentanza di Cagliari 2018/2019 Oratorio Città dei Ragazzi, Modena, in rappresentanza di Ferrara

La prima edizione della “Junior TIM Cup – Il Calcio negli Oratori” ha preso il via nel febbraio 2013 e da allora ha continuato ad alimentare i sogni dei ragazzi e a portare i valori del calcio oratoriale sotto i riflettori del “grande calcio”. La Junior TIM Cup ha ampliato fin da subito i suoi obiettivi intraprendendo dei percorsi educativi parallelamente al torneo sportivo, affrontando il tema del Cyberbullismo e del Benessere Digitale. Dalla stagione 2016/2017, la Junior TIM Cup ha lanciato l’iniziativa Campioni nella Vita: i ragazzi sono chiamati a svolgere attività sociali o azioni di volontariato, e l’oratorio che avrà realizzato l’iniziativa più meritevole otterrà un riconoscimento. L’impegno sociale della Junior TIM Cup, nelle precedenti edizioni, è stato testimoniato anche dalla donazione di un Campo dell’Amicizia ad una realtà disagiata. Il progetto, per la sua valenza sociale ed educativa, ha ricevuto il Best Practice Awards 2013, nella categoria Social Responsibility, premio assegnato dall’EPFL (l’Associazione che riunisce le leghe di calcio professionistico in Europa), mentre nel 2015 la TIM ha ottenuto il Premio Sport e Cultura agli Oscar dello Sport Italiano, nella categoria Marketing Sponsorship Innovazione. Nel 2017, infine, è stato premiato con il BEA - Best Event Award durante il Festival italiano degli eventi e della live Communication, nella categoria dedicata al sociale, no profit e CSR.

Stadium

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Intervista al responsabile dell’Ufficio Antirazzismo della Lega Serie A

Omar Daffe: diamo un calcio al razzismo di Massimiliano Dilettuso

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ovembre 2019: si sta disputando una partita di Eccellenza emiliana tra Bagnolese e Agazzanese. Il portiere dell’Agazzanese è Omar Daffe, 37enne di origini senegalesi con un trascorso nella Primavera del Bordeaux, che ad un certo punto del match decide di lasciare il terreno di gioco anzitempo a causa dei pesanti insulti razzisti perpetrati nei suoi confronti dalle tribune. La coraggiosa scelta, subito condivisa da tutti i suoi compagni, gli costa una giornata di squalifica, oltre che la sconfitta a tavolino e la pena di un punto di penalizzazione in classifica per la sua squadra. Da quel momento Omar decide di dare avvio a una campagna di sensibilizzazione in lungo e in largo per lo Stivale, con l’obiettivo di combattere non solo l’odio razziale, ma anche l’indifferenza della gente. Alcuni mesi più tardi, la Lega Serie A prende a cuore la sua lotta e decide di nominare Daffe responsabile dello staff dell’Ufficio Antirazzismo della Lega Nazionale Professionisti di Serie A. Daffe, secondo lei come si può combattere il razzismo nell’ambiente sportivo? 30

«Prima di tutto servirebbe una presa di coscienza collettiva, riconoscendo la gravità del fenomeno, la sua presenza in ambito sportivo e condannando ogni azione violenta e discriminatoria. Nella lotta al razzismo l’educazione svolge un ruolo chiave: si potrebbero, quindi, promuovere delle iniziative di sensibilizzazione e dei programmi di formazione».

Lavora nell’ufficio CSR della Lega Serie A, quali sono le iniziative che avete adottato nella lotta al razzismo? «La Lega Serie A è schierata in prima linea contro il razzismo e ogni forma di discriminazione con la campagna di sensibilizzazione ‘Keep Racism Out’. Nell’ultimo anno siamo riusciti a realizzare diverse importanti


L’intervista

attività: abbiamo instaurato una partnership con l’Ufficio Nazionale Antirazzismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con Football Against Racism in Europe, istituito una Commissione CSR che si riunisce mensilmente e lanciato una campagna di comunicazione dedicata a ‘Keep Racism Out’ con la partecipazione di 20 calciatori, uno per ogni Club, ad uno spot per esprimere la propria ferma condanna al razzismo. Siamo certamente soddisfatti per quanto fatto finora, ma siamo pienamente consapevoli che la strada da percorrere sia ancora lunga».

portieri tra dilettanti e professionisti. Nel 2015 sono diventato Campione d’Italia vincendo la finale del torneo a Rimini e staccando il ‘pass’ per le fasi finali internazionali di Monaco di Baviera, dove mi sono laureato vice-campione. Un secondo posto che vale come una vittoria, perché durante il torneo ho avuto l’opportunità di crescere sportivamente e umanamente, confrontandomi con ragazze e ragazzi provenienti da diversi Paesi».

E nella vita? «Oltre al mio lavoro in Lega Serie A nell’ufficio CSR, ho una bellissima famiglia con due figli e mi occupo Da quest’anno anche la dell’associazione ‘Calcio Dilettanti Junior TIM Cup abbraccerà la e Solidarietà APS’, che ho fondato campagna Keep Racism Out. nel 2014 con l’obiettivo di creare un «L’educazione dei più giovani è ponte di relazioni sociali e culturali fondamentale nella lotta al razzismo tra il mio Paese di origine, il Senegal, ed è uno dei pilastri su cui si basa e quello adottivo, l’Italia, attraverso l’iniziativa ‘Keep Racism Out’. Da attività sportive con finalità benefiche quest’anno anche la Junior TIM Cup, e umanitarie. uno dei progetti storici di Lega Serie In questi anni siamo riusciti ad A, organizzato in collaborazione con adottare circa 300 bambini, abbiamo i partner TIM e CSI, abbraccerà la aiutato scuole, ristrutturato ospedali nostra campagna. Si tratta di un e orfanotrofi, organizzato gruppi di passo importante, perché grazie viaggio dedicati alla realizzazione alla JTC riusciremo a raggiungere e di campi estivi per scuole calcio a sensibilizzare migliaia di ragazzi in presenti sul territorio senegalese». tutta Italia, organizzando incontri di formazione e momenti di riflessione Se potesse tornare indietro, con testimonianze dirette di rifarebbe la stessa scelta di esponenti del mondo calcistico e abbandonare il campo durante sportivo italiano». Bagnolese-Agazzanese? «Certamente. Prima del calciatore, Dal punto di vista sportivo, sono stato offeso come essere qual è stata la sua vittoria più umano, come Omar, con la mia importante? personalità, dignità e forte sensibilità. «Tra i vari titoli conquistati metto Non sarebbe stato giusto far finta di in cima senza esitazione la nulla, non potevo continuare a subire “KeeperBATTLE Beach” di Munich passivamente una violenza gratuita e nel 2015. Come indicato dal ripetuta. Uscendo dal campo stavo suo nome, si tratta di un torneo protestando in modo pacifico anche internazionale che vede ogni anno la contro l’omertà della maggioranza partecipazione di circa un migliaio di dei presenti allo stadio, contro

Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione

un’ingiustizia che stava accadendo davanti ai loro occhi». Quant’è importante la lotta al razzismo? «Direi che è fondamentale e necessaria, anche perché si tratta di una lotta legittima per tutelare la dignità, garantire il rispetto dei diritti umani e la protezione di ogni individuo, a prescindere da colore della pelle, etnia, genere, livello sociale e Paese di origine. Ogni persona deve sentirsi al sicuro e a proprio agio nel nostro Paese». E lo sport può davvero aiutare a supportare la lotta al razzismo? «Lo sport è uno strumento eccezionale: è una competizione leale che stimola la crescita personale e l’interazione sociale, è un veicolo importante di valori quali l’inclusione, l’integrazione, il rispetto e la solidarietà fra individui. Lo sport non considera etnia, nazionalità, genere, religione o colore della pelle dei partecipanti: dà a tutti, indistintamente, pari opportunità di esprimersi e mettersi in gioco. D’altronde anche Nelson Mandela affermava che lo sport ha il potere di cambiare il mondo e di unire le persone come poche altre cose al mondo. Lo sport ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione» Stadium

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Costume

La sollecitudine nei numeri dispari Nel 2022 è tornata la schedina Totocalcio. Varie le formule su cui giocare. Oltre al classico 13 si può vincere con l’11, il 9, il 7, il 5 e perfino il 3

di Felice Alborghetti

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entre scrivo, mi è rimasto solo un dubbio se optare sulla doppia in Monza-Lecce o in West Ham – Wolverhampton. Sul tavolo accanto al pc, c’è infatti il concorso n.7 della schedina del nuovo Totocalcio dell’Agenzia Dogane e Monopoli, quello che promette oltre 500mila colonne giocate, perché il 13 nel 2022 non è ancora mai stato centrato, ed il Jackpot del montepremi è schizzato già oltre il milione di euro. In un epoca contraddistinta dalle scommesse sportive in tempo reale e su qualsiasi possibile evento legato alle partite di calcio (ammonizioni, numero di 32

calci d’angolo, ecc) tornano oggi i segni 1X2 e i sogni degli italiani per quel tredici, ai più sconosciuto, che nel secolo scorso è divenuto presto il numero della fortuna. Quante ore di attesa per giocare sistemoni, due semplici colonne o le tre doppie ed una tripla con tutte le combinazioni conseguenti, quante file chilometriche il sabato per arrivare in tempo al bar per tentare di indovinare gli esiti dei risultati delle partite e l’attesa di conoscere ogni domenica il montepremi e le successive quote dalla voce del mitico Paolo Valenti, prima firma per diversi anni sulle colonne di Stadium, il mensile del CSI che al suo interno

spesso promuoveva (vedi immagine a lato) il classico concorso pronostici che finanziava lo sport italiano. Il concorso a premi legato al calcio più longevo della storia d’Italia, una volta sottotitolato “al servizio dello sport” è oggi cambiato radicalmente. Scorrendo la storia del Totocalcio, favolosa resta la vicenda del minatore di Carbonia, Giovanni Mannu, vincitore di 77 milioni (un’enormità) nel 1950 e ridotto poi sul lastrico da cattivi procacciatori di affari. E come non ricordare poi 45 anni fa, la schedina del Capodanno 1977 quando, per la prima volta il gioco regalò una vincita coi botti, superando il miliardo di lire.


Il “13” centrato da un anonimo scommettitore che giocò 1.400 lire a pochi passi da Piazza del Duomo a Milano, arrivò grazie ad uno 0-0 tra l’Inter e un Pescara ultimo in classifica che aveva raccolto la miseria di 6 punti in 11 giornate mentre il Milan capolista di Rivera e Liedholm venne ripreso, a sei minuti dalla fine, dall’Atalanta, lontana consanguinea dalla magnifica Dea di Gasperini. La schedina dell’epoca comprendeva 8 gare di Serie A, tre di Serie B e le ultime due di Serie C. Il destino ha però deciso che domenica 27 febbraio, quando potrebbe essere centrato il primo 13 milionario del gioco rinnovato, non Stadium

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La sollecitudine nei numeri dispari ci saranno in palinsesto né Milan né Inter. Venti le gare in programma, 8 fisse e le rimanenti 5 a scelta, tra Serie A, Serie B, Premier League, Liga, Bundesliga e Ligue 1: il meglio del calcio italiano ed europeo per il concorso n. 7 dell’anno che promette numeri ancora in crescita. Se nella prima schedina del 2022 sono state giocate 160mila colonne, nell’ultima si sono superate le 447mila. Sono cifre che mostrano come il Totocalcio grazie alle nuove formule, e alla possibilità di giocare sia in ricevitoria che online sul sito sisal.it, e a un jackpot differente per ogni tipologia di gioco, abbia fatto nuovamente colpo sugli italiani. Il restyling, ideato per rendere il gioco più duttile, prevede 8 partite obbligatorie e una rosa di gare opzionali. A seconda dei gusti, si

può puntare a indovinare da tre a undici partite, oppure puntare al bersaglio grosso del Tredici, appunto, da costruire con gli otto eventi obbligatori e 5 scelti tra gli opzionali. Se nessuno li indovina tutti, la parte del montepremi non assegnata va a formare il Jackpot per il concorso successivo. ll nuovo Totocalcio diverso da quella classico, prevede la divisione delle gare in due pannelli diversi. Il primo elenco, composto da otto match in totale, è quello in cui sono inserite le partite più equilibrate, scelte tra tutte quelle in programma tra il sabato pomeriggio e la domenica sera nel campionato italiano e in quelli esteri. Il secondo elenco è invece dedicato alle partite di cartello e di maggior interesse. Lo scommettitore potrà scegliere tra le seguenti formule: Formula 3

Toto-story: numeri e curiosità La prima schedina in assoluto, risalente al 5 maggio 1946, aveva un costo di 30 lire a colonna e in tutto prevedeva 12 partite (il 13 sarebbe arrivato solo due anni più tardi, col passaggio a Monopolio di Stato). Il vincitore fu Emilio Biasotti, che portò a casa 426.826 lire. Le vincite milionarie arrivarono all’ottava schedina: un uomo disoccupato di Genoa e una casalinga che abitava a Bologna vinsero 1.696.000 lire ciascuno. Curiosa la storia di Pietro Aleotti: originario di Treviso, nel 1947 vinse 64 milioni di lire ma non si accorse di aver fatto 12. Per sua fortuna, all’epoca era possibile apporre il proprio nome sulla schedina attraverso un’apposita casella, e in questo modo si è potuto risalire al (doppiamente) fortunato vincitore. Nei primi due anni di vita del concorso sono state stampate e lanciate più di due miliardi e mezzo di schede. A Pasqua del 1975 il vincitore incassa 870.000.000 di lire; dieci anni dopo, nel 1986 il tredici supera il miliardo, pagando 1.730.236.670 lire. I record di montepremi vennero stabiliti negli anni ’90. Il 7 novembre 1993 resta ancora oggi una data storica per il Totocalcio: in quel giorno infatti venne giocato il concorso che valse la più alta vincita di sempre della storia di questo gioco. In quel giorno di novembre di quasi trent’anni fa, infatti, vennero realizzati solamente tre 13 che valsero ciascuno circa 5 miliardi di lire. In una ricevitoria di Crema venne giocato un sistema vincente che fruttò 5.549.756.245 di lire, vincita record di sempre per il Totocalcio. 34

(le prime due partite obbligatorie in palinsesto e una opzionale a scelta), Formula 5 (prime tre partite obbligatorie in palinsesto e due opzionali a scelta), Formula 7 (prime quattro partite obbligatorie in palinsesto e tre opzionali a scelta), Formula 9 (prime sei partite obbligatorie in palinsesto e tre opzionali a scelta), Formula 11 (prime sette partite obbligatorie in palinsesto e quattro opzionali a scelta) e infine l’intramontabile 13 (le otto gare obbligatorie in palinsesto e altre cinque opzionali a scelta). «Il Totocalcio non sarà abolito, ma rilanciato». Così, a fine 2018, Giancarlo Giorgetti, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport, annunciava un «provvedimento del direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli» per la «riforma dei concorsi pronostici sportivi», con il fine ultimo di ridare appeal al glorioso gioco caduto da anni in disgrazia. La stessa legge di Bilancio fissava già i primi paletti della riforma, determinando la suddivisione della raccolta, in seguito confermata dal regolamento dei Monopoli: 75% al montepremi, 5% al concessionario, 8% al punto vendita, 12% a Sport e Salute, chiamata ad utilizzare i fondi per le sue «attività sociali, sportive e culturali». Il ruolo di Sport e Salute, in sostanza, deve rispondere all’ambizioso obiettivo, individuato dallo stesso Giorgetti, di «restituire allo sport i proventi del Totocalcio». Chissà mai se la schedina diventerà di nuovo un fenomeno sociale, aggregante, parte integrante della vita di milioni di italiani dando vita ad un momento di condivisione che colleghi le varie generazioni per lunghi decenni. Quel che certo è che oltre al 13 anche altri numeri dispari porteranno vincite e saranno sinonimi di fortuna. Chissà se frutterà questa mia scelta, ma intanto ho deciso: mi gioco l’1-2 tra brianzoli e salentini!


Polizze&Sport

L’attività sportiva è una componente rilevante del processo di crescita e formazione dei giovani

CSI e Marsh insieme per vivere lo sport in sicurezza L’

attività sportiva è ampiamente riconosciuta come una componente rilevante del processo di crescita e formazione dei giovani, alla luce degli indubbi benefici che apporta sia a livello fisico che a livello educativo e sociale. Un aspetto, quest’ultimo, che abbiamo imparato a non dare per scontato negli ultimi due anni, quando le restrizioni causate dalla pandemia hanno di fatto limitato le principali occasioni di socializzazione per i più piccoli: la scuola e, appunto, lo sport. Una situazione che ha certamente avuto ripercussioni sulla loro salute fisica e psicologica: secondo i dati di Save the Children, a causa degli sconvolgimenti avvenuti in aspetti

importanti come la socializzazione e l’accesso all’istruzione, 8 bambini su 10 a livello globale avvertono un aumento dei sentimenti negativi, con incremento dei livelli di depressione, ansia e solitudine. Per grandi e piccoli lo sport è socializzazione e crescita, ma anche energia, movimento e competizione: per questo motivo è importante prevenire e affrontare in modo proattivo i rischi che possono pregiudicare la buona riuscita delle attività e degli eventi. In questa prospettiva sono fondamentali non solo l’agibilità e la manutenzione delle strutture, ma anche la tutela assicurativa da sinistri come infortuni, eventi gravi e richieste di risarcimento. Un principio che ha acquisito concretezza in Italia con il D.P.C.M. del 03/11/2010, attraverso il quale è stato disposto l’obbligo dell’assicurazione contro gli infortuni per gli sportivi dilettanti tesserati con le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva riconosciuti dal CONI. In questo senso il Centro Sportivo

Italiano collabora da diversi anni con Marsh, leader mondiale nell’intermediazione assicurativa e consulenza sui rischi, per tutelare i propri iscritti da eventuali rischi derivanti dalle numerose iniziative e attività organizzate ogni anno – e proteggere così la loro passione. Oltre alle garanzie assicurative collegate all’affiliazione e al tesseramento, CSI e Marsh mettono a disposizione una serie di prodotti integrativi preventivabili e acquistabili in totale autonomia sul sito. Un portale online intuitivo e accessibile anche da smartphone e tablet, per individuare le coperture assicurative più adatte e procedere alla denuncia dei propri sinistri.

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In dialogo con Ernesto Preziosi, una vita nell’associazionismo nazionale. Grande amico del CSI, autore di saggi di storia contemporanea, ex direttore dell’Istituto Paolo VI per la storia dell’Azione Cattolica e del Movimento Cattolico in Italia

L’importanza e la valenza educativa di essere associazione di Ernesto Preziosi

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ossiamo chiederci: che significato può avere, oggi, fare un’associazione di volontariato sportivo? Ve n’è bisogno? E qual è la sua finalità? La domanda può sembrare scontata ma non lo è. In un tempo in cui tutto volge ad una chiusura di orizzonti mentre proliferano forme di egoismo e di individualismo e in cui sembra essersi perso il senso della comune appartenenza alla città degli uomini, va reso esplicito il valore del fare associazione. È importante proporre a tutti i livelli questa riflessione e far emergere la valenza motivazionale dello stare insieme. Valorizzare lo sport facendo emergere i valori. Anche lo sport può assolvere a questo compito: il condividere con altri un percorso comune, il riconoscersi nella stessa finalità, il rispetto delle regole, che tra l’altro educano la persona, vanno vissuti come scelte che non rimangono

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“confinate” alla pratica sportiva ma si allargano ed investono l’intera società. Non è forse questa una buona definizione di sport sociale? Attraverso l’associazionismo sportivo infatti, attraverso l’educazione dei ragazzi, è possibile far passare quei valori che servono per costruire una società. Valori così necessari in un momento in cui fatti drammatici, che investono il mondo vicino a noi, ci dicono la necessità di fondare una dimensione educativa che scelga la convivenza pacifica. Lo sport, se praticato non come fine a sé stesso, ma in una visione più grande, riesce a trasmettere questi elementi valoriali così come riesce ad offrire occasioni socializzanti, inclusive, rispetto alle relazioni umane, la capacità di organizzare insieme il tempo, di competere senza sentirsi avversari; sport come apertura alla mondialità e come veicolo di pace.


Focus Dalla storia del CSI una missione

risultati, ecc. Il magistero ricorre ad un simbolismo “teologico-sportivo”, È un richiamo che non viene solo dal utilizzando soprattutto i testi di San presente ma anche dalla storia che Paolo, come la gara, o l’ascensione, l’associazionismo sportivo ha vissuto. o il sacrificio. Al centro sta la difesa Una storia fatta di tante intuizioni ed e la promozione della dignità della esperienze, di mille persone che persona e la funzione per così dire hanno speso energie nella passione “universale” dello Sport. Giovanni educativa attraverso lo sport; son Paolo II ha affermato che lo sport tutti aspetti che non possono andare «può recare un valido e fecondo persi e vanno raccolti e presentati apporto alla pacifica coesistenza alle nuove generazioni. di tutti i popoli, al di là e al di sopra Il CSI nasce come associazione di ogni discriminazione di razza, di popolare non per alimentare lo lingua e di nazioni» (12/4/84). È una sport di élite, quello dei club e missione che va continuata. del ceto borghese, né lo sport La sfida del presente competitivo che inevitabilmente Il Centro Sportivo Italiano ha oggi una diventa esclusivo. Il CSI nasce grande vitalità con risultati che sono come associazionismo sportivo di sotto gli occhi di tutti. Ma il cammino ispirazione cristiana per stare con la gente e tra la gente, in questo aiutato deve proseguire sapendo trovare dall’ispirazione cristiana dal magistero nella propria storia e nelle sfide del presente, utili stimoli per approfondire della Chiesa che mette in luce più la realtà dello sport, il suo significato aspetti: il significato del corpo nella attraverso la messa a punto di pratica sportiva, l’esercizio della adeguati progetti formativi, itinerari forza applicata ad un risultato ma sportivi ed educativi, ecc. al tempo stesso occasione per educare l’uso equilibrato delle proprie Una stagione completamente nuova esige una visione del fenomeno risorse fisiche e morali insieme, la necessità di allenarsi per conseguire sportivo in rapporto alle attuali

condizioni esistenziali degli uomini e delle donne di questo tempo. Così come chiede un supplemento di fantasia da esercitare con una grande capacità di inventiva, di creatività, di sperimentazione. Il CSI, va riconosciuto, negli anni ha saputo porre in essere strumenti nuovi con cui agire e aggregare. È un percorso da continuare. Nell’evoluzione avuta negli anni, il CSI ha chiarito molto bene il suo essere, non solo una pratica sportiva interna al mondo cattolico, bensì una parte attiva e propositiva dello sport italiano. La riconosciuta azione di leadership rispetto gli altri enti di promozione sportiva, il rapporto faticoso ma proficuo con il CONI e ancora di più con il Paese ai vari livelli anche amministrativi locali, è un’altra caratteristica che non può mancare nel futuro del CSI e sarà facilitata dalla cura formativa dei quadri dirigenti attraverso cui rinnovare la proposta associativa senza disperdere, ma anzi rinnovando e potenziando l’identità e il servizio dell’associazione.

Stadium

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Pillole di Storia

Correva l’anno... 1906 di Leonio Callioni

E

ra il 22 agosto del 1906 e dal mese precedente il “Bollettino delle Associazioni Cattoliche Sportive Italiane” aveva iniziato le sue pubblicazioni. Poco dopo nacque “Stadium” indicato come “Bollettino della Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane”. Ma quando avvenne, in quali contesti storici, sociali, economici, iniziò l’incredibile avventura di “Stadium” al servizio di una idea cristiana cattolica dello sport, e più in generale dell’attività sportiva? Ci vuole molta fantasia per immaginare quella società, quei tempi. L’Italia era da poco un Regno della Casa Savoia, la Chiesa Cattolica, attraverso una indicazione della Congregazione per gli affari ecclesiastici straordinari, il 30 gennaio del 1868 aveva indicato ai cattolici italiani che “non conveniva” a loro di partecipare alla vita politica dello Stato italiano. Porta Pia aveva lasciato macerie di ogni genere. Ma, anche se non attraverso l’attività politica diretta, la presenza dei cattolici nella vita pubblica nazionale si sentiva eccome e il fermento dava ottimi frutti nella educazione delle e dei giovani, nella cura delle famiglie in difficoltà, nella assistenza spirituale. L’anno prima della fondazione delle Federazione delle Associazioni Cattoliche Sportive Italiane, Pio X, allentò i “Stadium” annuncia divieti (perché tali in effetti potremmo definirli) e permise la partecipazione dei cattolici alla vita politica, purché in un ambito riconosciuto fecondo la fondazione della e utile alla fede dai Vescovi. Da sottolineare che in quegli anni il diritto Federazione delle di voto era ben lungi dall’essere un diritto “universale”. Alla nascita dello Stato Italiano il diritto di voto era riservato ai soli cittadini maschi di età Associazioni Sportive superiore ai 25 anni e di elevata condizione sociale. Forse, quindi il 5 per Cattoliche Italiane cento della popolazione. Nel 1881 il Parlamento estese questo diritto alla media borghesia e il limite fu abbassato a 21 anni. Ma si trattava ancora di un’esigua minoranza del popolo italiano. Torniamo quindi alla vita sociale dei cattolici. Bisogna sottolineare che i Vescovi furono molto presenti e attivi nella fondazione della Federazione. Lo accertiamo attraverso “Stadium” che racconta, con abbondanza di particolari, nel suo terzo numero, il Terzo Convegno Cattolico Ginnastico Nazionale. Ci limitiamo qui, però, alla cronaca della 4a giornata del Convegno Ginnastico, 21 agosto 1906, come raccontata da “Stadium”: «Al mattino di mercoledì si ripetè la scena commovente della domenica. Nel venerabile Santuario della B. V. d’Oropa, che riassume tanti secoli di storia e di fede, la maggior parte dei ginnasti e dei congressisti ricevettero il Pane degli Angeli. L’organo suonava dolcemente risvegliando ricordi innumerevoli, e spingendo lo spirito a sollevarsi verso quel Dio di pace e d’amore, che permette a noi, pur tanto combattuti ed avversati, dei trionfi che forse alla maggior parte degli uomini rimarranno ignoti, ma che fruttificheranno nelle anime assetate di giustizia e di verità, come il buon seme del terreno propizio. E buon seme davvero furono le parole che l’Eccemo (leggasi Eccelentissimo: NdR) Mons. Bignami pronunziò veramente felici e nella sostanza e nella forma, e tali, da lasciare imperituro ricordo in quanti ebbero la fortuna di ascoltarlo. Poco dopo, alle 9, i delegati delle Società Sportive, radunatisi in una sala dell’ospizio, deliberarono la fondazione della Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane». Nasceva così la FASCI. Sarà avversata dal Partito Fascista, che la sciolse… Ma il seme si apprestava a dare grandi frutti. Lo vedremo nelle prossime puntate. Stadium

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Tempo di adempimenti per le società ed associazioni sportive dilettantistiche di Giuliano Sinibaldi*

Le scadenze “ordinarie” • 15 di ogni mese: termine per le ASD e SSD in regime 398/1991, per annotare nel “registro IVA minori” i corrispettivi e i proventi commerciali del mese precedente. • 16 di ogni mese: termine per il versamento delle ritenute alla fonte e dei contributi previdenziali ed assistenziali relativi al mese precedente. La Certificazione Unica • 16/03: termine per l’invio telematico all’AdE e la consegna al percipiente del modello CU 2022 dei compensi erogati nel 2021 (compresi i compensi sportivi). Non deve essere invece indicato l’importo erogato per i rimborsi delle spese documentate “a piè di lista”. Tale termine è perentorio solo per le CU relative ai lavoratori dipendenti e assimilati, i cui dati devono confluire nel 730/2022 precompilato. Per le CU relative a redditi esenti o per i quali non è possibile utilizzare il 730 precompilato (ad es. compensi sportivi, redditi di lavoro autonomo etc), il termine per l’invio della CU all’AdE è il 31.10.2022, e per la consegna al percettore in tempo 40

utile per la propria dichiarazione dei redditi. Entro il 31/10/2022 dovrà essere poi inviata all’AdE la dichiarazione dei sostituti di imposta (mod. 770/2022), con la quale si comunicano i dati relativi alle ritenute fiscali operate. Le “causali” da indicare nella CU che interessano ASD e SSD sono: • N: indennità di trasferta, rimborso forfettario, premi o compensi erogati nell’esercizio diretto di attività sportiva dilettantistica o per co.co.co A/G; • M: prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente; • A: prestazioni di lavoro autonomo rientranti nell’esercizio di arte o professione abituale. I “codici” sono i seguenti: • 22 – redditi esenti ovvero di somme che non costituiscono reddito – da utilizzare per i “compensi sportivi”; • 24 – compensi non assoggettati a ritenuta, corrisposti ai soggetti in regime forfetario. È il caso, ad es., degli istruttori in possesso di P.IVA in regime forfetario.

La comunicazione di variazione dei dati del modello EAS Entro il 31/03/2022 i sodalizi che si avvalgono delle agevolazioni ex art. 148, c. 3, Tuir e art. 4, c. 4, Dpr 633/1972 devono comunicare all’AdE le eventuali modifiche intervenute nel corso del 2021 in relazione ai dati indicati nel mod. EAS inviati in precedenza. La comunicazione dovrà contenere tutti i dati richiesti dal modello, anche quelli che non hanno subito variazione. Non sono soggette a comunicazione le variazioni dei dati già note all’Agenzia delle Entrate, come quelli relativi alla variazione di sede e/o del legale rappresentante dell’ente. Si ricorda che le sportive riconosciute dal CONI possono compilare il mod. EAS “semplificato”, indicando esclusivamente i dati previsti nei righi n. 4, 5, 6, 20, 25 e 26. Il bilancio di esercizio I termini di predisposizione ed approvazione del bilancio di esercizio sono diversi a seconda che il sodalizio assuma la forma giuridica di ASD o di SSD a r.l. (o cooperativa). Nel primo caso, occorre fare riferimento alle previsioni statutarie: generalmente gli statuti prevedono


Fisco&Sport

il termine di 4 mesi dalla fine dell’esercizio per l’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea dei soci (in prima convocazione) e la convocazione dell’assemblea stessa con un preavviso di 15 gg. In tal caso, il C.D. dovrà predisporre il bilancio entro il 15/04. In presenza di organo di controllo, il bilancio dovrà essere predisposto e consegnato allo stesso entro i termini previsti dallo statuto. Nel caso di S.S.D. a r.l., o cooperativa, il c.c. prevede che l’assemblea deve essere convocata entro 120 gg dalla chiusura dell’esercizio sociale (per gli esercizi chiusi il 31/12/2021, entro il 30/04/2022) ed il progetto di bilancio deve restare depositato presso la sede sociale durante i 15 gg precedenti: ne deriva che il termine ultimo per la predisposizione del progetto di bilancio da parte dell’Organo Amministrativo è il 14/04/2022. In presenza dell’Organo di Controllo, il termine viene anticipato di 15 gg (entro il 31/03/2022) in quanto il progetto di bilancio deve essere consegnato all’Organo di Controllo almeno 30 gg. prima di quello fissato per la convocazione dell’assemblea.

Qualora l’assemblea fosse convocata in anticipo rispetto al termine ultimo del 30/04/2022 tutti i termini sopra evidenziati dovranno essere anticipati di conseguenza. Se lo statuto lo prevede, il termine di convocazione dell’assemblea può essere posticipato fino a 180 gg (29/06/2022) in presenza di “particolari ragioni” richieste “dalla struttura e dall’oggetto della società”. In questo caso gli amministratori devono segnalare nella propria relazione le ragioni della dilazione.

31/1, il termine di presentazione della D.R. è il 30/11 dell’anno successivo. Il registro dei cespiti ammortizzabili, invece, deve essere stampato, entro il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi dell’esercizio cui si riferisce. Per l’esercizio 2020, quindi, la contabilità doveva essere stampata entro il 28/02/2022. Ai sensi dell’art. 2215-bis c.c. i libri contabili e sociali possono essere formati e tenuti con strumenti informatici e sono considerati regolarmente tenuti, anche in caso La stampa dei libri contabili di mancata stampa nei termini di Le SSD a r.l. e le cooperative devono legge sopra descritti, “se in sede rispettare i termini previsti dalla legge di accesso, ispezione o verifica per la stampa dei registri contabili. gli stessi risultano aggiornati sui Le ASD non sono soggette a tale predetti sistemi elettronici e vengono obbligo, salvo in caso di supero dei stampati a seguito della richiesta limiti previsti dalla normativa fiscale: avanzata dagli organi procedenti ed 400.000 euro di ricavi commerciali, in loro presenza”. se si tratta di prestazione di servizi, o I libri contabili obbligatori – 700.000 euro se si tratta di vendita indipendentemente dai termini di di beni. prescrizione ai fini fiscali - devono Tali termini sono “mobili”: 3 mesi dalla essere conservati per 10 anni dalla data prevista per la presentazione data dell’ultima registrazione. della dichiarazione dei redditi, * Dottore Commercialista il cui termine è l’ultimo giorno docente presso Scuola Regionale dell’undicesimo mese successivo dello Sport Marche a quello di chiusura del periodo d’imposta. In caso di esercizio 1/1 –

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CineSport

The Keeper Tra pali e realtà. Tra colpe e perdono. di Andrea Barbetti

Tempi di guerra. Storia, società, sport si intrecciano nella faccia luminosa e sporca del mondo reale, dove una carezza può far male e uno sputo sanare una ferita. Perché anche un campo di calcio può essere in salita. Soprattutto per chi non può né vuole dimenticare La vita di Bernhard Trautmann sembrerebbe un tappeto rosso di gloria e rose: leggendario portiere del Manchester City, dal 1949 al 1964 indossa per ben 545 volte la maglia da titolare; lui, tedesco, diventa il primo calciatore straniero eletto quale miglior giocatore del campionato inglese; al termine della sua ultima gara i tifosi smontano le porte dello stadio perché nessuno avrebbe dovuto più difendere quegli stessi pali. Ma il campo di calcio solo per i distratti è sempre in piano; per qualcuno, pur bravo, l’erba s’ingobbisce e sale, sale, sale. Soprattutto quando parliamo dell’orrore più cupo che noi piccoli uomini fabbrichiamo con cura da sempre: la guerra. Trautmann non è un cognome che passa inosservato nell’Inghilterra del 1945. Chiaramente tedesco. Ancor più visibile in un ragazzo che come tanti è partito volontario al servizio del Reich, scoprendo la rogna dietro i sogni di un popolo ipnotizzato dalla propaganda di regime. Trautmann arriva in Inghilterra non col calcio mercato, ma catturato dai figli di Churchill in continente e portato sull’isola nel campo di prigionia di Ashton. Ovunque macerie. Fuori e dentro le persone e le case. In un tempo in cui anche le foglie di primavera sembrano stanche e grigie. Poi, un mattino, tra i prigionieri, qualcuno tira fuori un pallone e Trautmann ritorna bambino: le corse in cortile, una palla di stracci, le briciole della torta sulla maglietta sudata. Jack Friar è l’allenatore del St’ Helens F.C ed è pure il droghiere che smercia al campo di prigionia. Vede Berhard che para un rigore, e poi un altro e un altro ancora. E lo porta fuori dal campo il tempo necessario per metterlo a guardia della sua difesa colabrodo. Non per filantropia, ma per interesse. Tornano le porte, i compagni di squadra, 42

“The Keeper” è un film biografico anglo-tedesco diretto da Marcus H. Rosenmüller. La pellicola racconta la storia del portiere tedesco Bert Trautmann, interpretato da David Kross.

il pubblico, anche se niente è più come prima. Un tedesco in mezzo alle macerie: davvero troppo. Il campo è in salita: con la squadra, coi tifosi, con la figlia di Jack, Margareth. Perché purtroppo funziona così: odiare è la cosa più facile. Ma come si riesce a perdonare quando hai perso sotto le bombe la famiglia, o al fronte i fratelli, e comunque in cinque anni hai visto volare nell’angoscia il fiore degli anni più belli? Non va meglio quando Trautmann viene acquistato dal Manchester City: l’inizio è un calvario di domande e accuse, come se il giovane tedesco incarnasse da solo tutte le colpe del Reich. Per fortuna qualcuno traccia un perimetro di civiltà: il manager del City ricorda ai giocatori: “nello spogliatoio non si fa la guerra”; il presidente ai soci: “Siamo un club di calcio, non un circolo di odiatori”. Così, anche grazie al determinante sostegno della moglie Margareth, il giovane tedesco diventa a poco a poco il leggendario portiere del Manchester City, per quanto il presente intrecci nuovi e terribili dolori ai fantasmi del suo passato. Il bel film di Marcus Rosenmuller presenta il rigore etico del cinema tedesco e la confezione impeccabile e proletaria di quello inglese – qui richiamata da alcuni attori icona di Ken Loach. Storia, società, sport si intrecciano nella faccia luminosa e sporca del mondo reale, dove una carezza può far male e uno sputo sanare una ferita. Perché anche un campo di calcio può essere in salita. Soprattutto per chi non può né vuole dimenticare.


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Il territorio al centro

BARI

BASILICATA

FRIULI VENEZIA GIULIA

In campo con i “CSI Winter Games”

Al via sito web e progetti sportivi

Grazie Bepo, una vita nel CSI

Una giornata all’insegna dello sport per dare un ‘calcio’ al Coronavirus e riprendere gli spazi a lungo abbandonati a causa della pandemia. Questo l’obiettivo dei CSI Winter Games, ideati dal CSI Comitato di Bari in collaborazione con il CSI Bat. La manifestazione si è svolta al ‘San Paolo’, quartiere periferico del capoluogo pugliese, coinvolgendo centinaia di atleti provenienti dall’area metropolitana barese e dalla provincia di Barletta-Andria-Trani in attività multidisciplinari: dal calcio e calcetto, con la tappa interprovinciale dell’Apulia Cup 2021, alla ginnastica artistica, passando per pallavolo, basket, pugilato, fitness, baskin, hip-hop e danza caraibica. Divertimento e socializzazione sono stati i temi cardine della kermesse, realizzata grazie al prezioso supporto dei tanti volontari. Entusiasmo e soddisfazione per tutti gli atleti, molti dei quali negli ultimi due anni non hanno potuto partecipare ad alcuna manifestazione sportiva a causa delle stringenti restrizioni legate alla pandemia. Le premiazioni di atleti e dirigenti si sono svolte alla presenza dell’assessore allo sport del comune di Bari Pietro Petruzzelli, del presidente del III Municipio Nicola Schingaro, del presidente regionale CONI Angelo Giliberto e del consigliere nazionale del CSI Serafina Grandolfo.

Il primo segnale di ripartenza per il CSI Basilicata è coinciso con il lancio online del sito internet, www.csibasilicata.org a cui si è lavorato per tutto il periodo del Covid. Si è così aperta una finestra per ciascuno dei tre comitati territoriali, Matera, Melfi e Potenza; per promuovere le iniziative territoriali, ma anche essere di aiuto alle società che attraverso il web possono accedere ai recapiti, agli indirizzi, alle piattaforme e alle convenzioni sia regionali sia nazionali in maniera più semplice e immediata. Nei prossimi mesi, ripartirà “CSI in tour”, progetto già organizzato lo scorso anno in alcuni comuni lucani, vere e proprie feste in piazza, con attività ludico sportiva e polisportiva, per dare un forte segnale che il CSI è presente nei territori.

CUNEO

In ricordo di Pagliari

Il CSI Cuneo ha reso omaggio, sabato 5 febbraio, al suo storico presidente Gaetano Pagliari. Lo ha fatto nel Salone d’Onore del Comune – gremito da allenatori, dirigenti e arbitri del CSI, ma anche da familiari e amici d’infanzia di Pagliari – nel corso del convengo intitolato “Gaetano Pagliari, una vita tra sport e fede: l’eredità di un uomo buono”, organizzata in occasione del primo anniversario della scomparsa. Un momento emozionante e denso di ricordi, animato dalla presenza e dagli interventi del presidente nazio-

nale del CSI, Vittorio Bosio e dell’assistente ecclesiastico nazionale del CSI, don Alessio Albertini. Con loro al tavolo, moderati da Ezio Bernardi direttore responsabile de “La Guida”, anche don Gian Michele Gazzola della diocesi di Cuneo e il presidente provinciale CSI, Mauro Tomatis. «Gaetano, con il suo stile di vita, ha mostrato tutto il suo amore per gli altri - ha sottolineato Tomatis -. Ha dimostrato tutta la sua fiducia in Dio, ma anche negli uomini. Avere fiducia: questo è ciò che ci insegna Gaetano, ancora oggi che non c’è più».

Guseppe Giavedoni inizia la sua carriera nel CSI come calciatore nel A.S. Camino, quindi diventa dirigente e allenatore e inizia ad accompagnare i ragazzi di Camino al Tagliamento alle gare ciessine in regione e successivamente anche in giro per la nazione alle varie feste nazionali del Centro Sportivo Italiano. Da giudice di atletica è stato sempre presente per oltre 40 anni sia nella campestre sia nelle prove su pista. Persona molto disponibile ed appassionato di sport, carismatico e capace di insegnare il volontariato ai ragazzi, che hanno seguito le sue orme per anni, continuando il suo servizio. Per raggiunti limiti di età di fatti il presidente onorario dell’ASD Atletica 2000 Codroipo, non può più essere convocato alle finali dei campionati nazionali, lasciando un vuoto nel gruppo. I giudici di atletica, in particolare quelli friulani lo ringraziano per quanto ha saputo insegnare loro. Ed a uno sportivo simile non poteva mancare il plauso familiare ed amichevole di Stadium.

Stadium

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PARMA

TERAMO

I ragazzi a canestro nel segno dell’inclusione

“Stellina” promuove il Padel CSI

Il territorio al centro

«I nostri ragazzi sono cresciuti con la filosofia che il diverso non esiste e che ognuno abbia le proprie capacità e competenze da spendere e valorizzare». Sintetizzare lo spirito che caratterizza la società Sport R-evolution di Parma non è semplice ma la vice presidente Debora Nuti prova a farlo partendo da queste parole. Nata circa 10 anni fa, questa realtà si occupa di basket giovanile ma oltre a portare avanti un percorso sportivo tradizionale offre la possibilità di praticare la disciplina anche a persone con disabilità psichica. «Abbiamo una squadra composta da 14 ragazzi, iscritti a un campionato del CSI di Piacenza in cui si sfidano formazioni provenienti da diverse parti della Regione», continua Debora

Nuti, che ha dato il via al progetto e lo porta avanti tutt’ora insieme alla presidente, Michelangela Serafini. Con loro anche i ragazzi normodotati, spesso chiamati ad affiancarli in diverse iniziative, allo scopo di far crescere sempre più la società nel segno di un’inclusione che si alimenta ogni giorno con azioni concrete.

MORBEGNO

Una comunità al centro con l’Oratorio 2.0 Oratorio 2.0? Oratorio del nuovo millennio? A Morbegno, in provincia di Sondrio, si chiama “Comunità al Centro” ed è il progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, che non solo ha portato dopo 3 anni di lavoro al rinnovamento dell’edificio che ospita da sempre l’Oratorio, ma soprattutto il segno di una Comunità che vuole ridare centralità alle nuove generazioni e alle loro famiglie: Oratorio come luogo dove esprimersi, formarsi, divertirsi, giocare, incontrare, condividere, accogliere... A Morbegno sono convinti che questa finalità sia condivisa ben oltre i confini della realtà parrocchiale, pertanto il desiderio è che gli spazi offerti dall’Oratorio S. Luigi possano essere “abitati” anche dalle forze vive della società civile, in collaborazione con la Parrocchia. Il primo passo? Lavorare insieme! Come è già avvenuto 44

per smantellare il manto del vecchio campetto da calcio con l’aiuto dell’Azione Cattolica, degli Scout, del GS CSI Morbegno, degli Alpini, degli animatori, dei ragazzi del catechismo e di tanti volontari guidati dall’Arciprete mons. Giuseppe Longhini e dal vicario don Nicola Schivalocchi (che è anche assistente ecclesiastico del Comitato CSI di Sondrio).

Ed ora? Il coinvolgimento continua perché mentre si stanno ultimando gli interni con i volontari che imbiancheranno le aule e puliranno i locali, la vera gioia è preparare tutti insieme la grande festa del 21 maggio quando avverrà il taglio ufficiale del nastro, ma soprattutto verranno proposti due weekend di giochi, sport, animazione e condivisione.

Il comico-sportivo teramano guiderà la Commissione padelistica dell’Ente arancio-blu per sviluppare eventi e corsi in tutta la provincia. Giuseppe Di Cesare, noto al grande pubblico con lo pseudonimo Stellina, è stato designato dal CSI Teramo come Responsabile della disciplina sportiva che negli ultimi anni sta riscuotendo un’ottima diffusione. Di Cesare, comico e personaggio televisivo, da tre anni è entrato nel mondo padel in qualità di atleta e dirigente di società sportiva e con questo incarico, l’Ente arancio-blu punta su di lui come elemento di riferimento per l’intera provincia abruzzese. Un circuito provinciale, dei tornei nazionali (come quello di Roma del 26/27 febbraio), corsi formativi per istruttori e tante altre idee in campo per avvicinare sempre più praticanti a questa disciplina a cui è molto facile approcciarsi pur non avendo basi tennistiche. «In un momento in cui lo sport di base deve essere più che mai un veicolo di gioia ed entusiasmo tra le persone - ha commentato il Presidente CSI Teramo Angelo De Marcellis - l’impegno e la passione sportiva di Stellina, la sua competenza e la sua allegria, costituiscono un valore aggiunto a tutto il movimento che deve parallelamente espandersi e qualificarsi valorizzando anche il ruolo dei Circoli affiliati».


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Il territorio al centro

REGGIO EMILIA

Il “Torneo della Montagna” giunge alla 70a edizione

ROMA

Nella “Notte dei Capitani” brilla la stella di Elena Pantaleo L’impianto sportivo capitolino di Via Montona, ha ospitato la 12a edizione de “La Notte dei Capitani”, tradizionale appuntamento dedicato alla responsabilità in tale ruolo nelle squadre giovanili. Il presidente del CSI Roma, Daniele Pasquini, nel salutare i circa 50 ragazzi intervenuti, ha detto: «A voi che siete il presente e il futuro vogliamo affidarvi un compito di responsabilità ricordando le parole di S. Giovanni Paolo II che ha definito lo sport una pedagogia che crea una cultura di pace. Siate portatori di pace, nello sport e nella vita». Ad impreziosire la serata c’è stata la testimonianza di Elena Pantaleo, campionessa mondiale di Kickboxing, eletta nel Consiglio Nazionale del CONI in quota Atleti: «Gli allenatori sono stati i miei più grandi maestri di vita. Ho iniziato con la ginnastica ritmica e poi mi sono ritrovata a provare il kickboxing che mi ha dato forza, amore e felicità. In palestra sono nate amicizie vere che mi hanno accompagnato nel mio percorso di vita». Nel corso dell’intervista Elena Pantaleo ha offerto ai ragazzi diversi spunti di riflessione: «Vi capiterà di incontrare le prime difficoltà nello studio e la tentazione di accantonare lo sport sarà forte. Mi raccomando non mollate. La verità è che spesso perdiamo tanto tempo senza rendercene conto. Vivete al massimo la vostra vita. Credeteci, ne vale la pena!». Ad introdurre la seconda parte della serata, con l’assunzione dell’impegno da parte dei ragazzi a diventare veri Capitani CSI, è stato l’assistente ecclesiastico provinciale del CSI Roma, don Bonifacio Sarte Lopez: «Dobbiamo essere consapevoli dell’importanza di essere capitani. Se il mister o il gruppo ci sceglie come capitani è perché crede in noi, ha fiducia in noi. Il capitano deve essere consapevole del ruolo che gli è stato affidato. L’impegno di essere capitani lo si deve vivere in campo, ma soprattutto anche nella vita di tutti i giorni». Don Bonifacio ha quindi benedetto le fasce da capitano che sono state consegnate ai ragazzi, insieme alla copia del decalogo, col conseguente impegno di fedeltà da parte di tutti gli intervenuti ad “essere un vero capitano CSI: un capitano sul campo, ma soprattutto il capitano nella vita”.

Con un live streaming dalla sede CSI che ha coinvolto 230 studenti di 10 classi dell’Appennino Reggiano è iniziato il percorso di avvicinamento alla 70a edizione del Torneo della Montagna. Una ricorrenza che i dirigenti ciessini hanno voluto anzitutto celebrare con i giovani e che grazie alla collaborazione di docenti e di diversi Istituti Comprensivi della montagna coinvolgerà gli stessi studenti in un percorso che li vedrà protagonisti nella veste di “inviati speciali” sul territorio. In call c’erano personaggi e calciatori che hanno fatto e scritto la storia del torneo. Storie di partite, di impianti sportivi, di arbitri, di feste popolari, di rituali che hanno generato tradizioni, coinvolto più generazioni e contribuito a creare una identità non solo del Torneo, ma anche della montagna emiliana. Le prime riflessioni di Giuseppe Vaccari, storico presidente del CSI reggiano che per 50 anni ha curato l’organizzazione del Torneo della Montagna. Con Vaccari è intervenuto Alessandro Munarini, presidente del CSI Reggio Emilia che ha spiegato agli studenti significato e modalità delle iniziative a loro riservate. I ragazzi hanno mostrato grande entusiasmo nel veder apparire sulle lavagne interattive della classe il bomber del Baiso, Daniele Barozzi, prima con una raffica di suoi gol nel torneo e poi con un dialogo aperto su sport e vita. Emozione ha generato anche la testimonianza di Marco Silvestri, portiere dell’Udinese, che ha raccontato agli studenti i suoi trascorsi nel Cerrè Sologno con cui raggiunse due finali “giovanissimi” per poi vivere una sola edizione nei dilettanti del Villaminozzo poiché i successivi contratti con squadre “pro” gli impedirono di poter partecipare. Silvestri ha dato appuntamento ai ragazzi sui campi del 70° Torneo della Montagna promettendo di essere presente in occasione di alcune partite. In sede al CSI è intervenuto anche Claudio Silvestri, il papà di Marco. La sua presenza ha permesso ai ragazzi di fare domande anche sull’esperienza di genitori che vedono crescere un campione in casa e che lo aiutano nei tanti sacrifici compiuti. Il live streaming si è concluso con l’intervento di Daniele Orlandini, responsabile tecnico del settore giovanile del Progetto Montagna ed allenatore della Reggiana. Ad ogni studente è stato consegnato un kit didattico relativo al Torneo: ciascuno di loro sarà impegnato in famiglia ed in paese a raccogliere storie ed aneddoti delle 70 edizioni coinvolgendo genitori, nonni, amici di famiglia e l’intera comunità. L’iniziativa CSI si è attuata grazie alla collaborazione di varie Scuole della montagna nell’ambito del progetto Multisport ne’ Monti, avviato dalla Cooperativa di Comunità Pol. Quadrifoglio di Castelnovo ne’ Monti insieme a varie associazioni sportive del territorio dell’Appennino Reggiano e sostenuto dalla Regione Emilia Romagna in partenariato con il Comune di Castelnovo ne’ Monti. Stadium

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L’AQUILA

VICENZA

Un calendario pieno di eventi per “L’Aquila Città Europea dello Sport 2022”

Arte e sport si incontrano in carcere

Il territorio al centro

Il CSI L’Aquila, in collaborazione con associazioni affiliate e Federazioni, ha organizzato eventi di grande rilevanza sportiva e culturale a Pescina e a L’Aquila. Dal 2 maggio al 12 giugno 2022 è in programma, a Pescina, il “Trofeo I. Silone”. Tra gli eventi più rilevanti della manifestazione marsicana, lo “Urban Trail Fontamara”, una gara competitiva che prevede la partecipazione di concorrenti normodotati e disabili e in concomitanza si svolgerà una camminata amatoriale che condurrà i partecipanti lungo le strade del centro storico di Pescina con visite a palazzi e musei del borgo. Nei giorni dedicati al trofeo verrà organizzato il convegno “Sport e Disabilità” per favorire l’inclusione sociale dei più fragili anche in ambito sportivo. Si svolgerà inoltre un corso di operatore sportivo per la disabilità con il rilascio finale del

Diploma Nazionale riconosciuto dal CONI. Il “Trofeo della città dell’Aquila”, invece, è incluso tra le manifestazioni de “L’Aquila Città Europea dello Sport 2022” e si svolgerà dal 2 maggio al 4 giugno 2022. Tra gli eventi sportivi organizzati, una gara di MTB con una competizione dimostrativa di hand bike enduro. Nel palinsesto nazionale del CSI, durante i primi giorni della manifestazione, è previsto il corso per guida cicloturistica con attestazione riconosciuta dal CONI. Anche a L’Aquila ci sarà spazio per gli amatori, adulti e bambini, che potranno fare attività turistica in bicicletta. “Sport e Genitori” è il titolo del convegno in programma per il “Trofeo della città dell’Aquila”. Si svolgerà presso il Forte Spagnolo aquilano e sarà un momento di riflessione sull’educazione sportiva dei genitori, prima che dei figli.

VARESE

Disentis, torna il campo sportivo-formativo Come da tradizione decennale, torna Disentis camp, con la proposta per l’attività estiva giovanile 2022 promossa in Svizzera, nel cuore del Canton Grigione, dal CSI Varese. Si tratta di una vacanza sportiva per ragazzi, con un format talmente consolidato da non essere stato bloccato dalla pandemia neppure lo scorso anno. Nel dettaglio parliamo di un camp estivo formativo, incentrato sulla pratica di tanti sport, grazie all’apporto di istruttori qualificati. Dal calcio alla pallavolo, ma anche arrampicata, tiro con l’arco, tennis e tantissimo altro (il lungo elenco su disentis.it). Immancabili i classici momenti formativi, con lavori di gruppo, meditazioni e riflessioni. Senza contare le gite e lo spazio al divertimento nelle serate organizzate dagli animatori. Ormai la macchina è ben rodata da decenni 46

di esperienza e dal successo delle passate edizioni, con 400 iscritti di media. Per saperne di più è possibile iscriversi alle serate online di presentazione di lunedì 11/04, 02/05 e 23/05, interagire tramite un link con gli organizzatori per fare domande e approfondire i temi educativi. Primo turno dal 19-26 giugno (nati nel 2011-2015), secondo turno dal 26 giugno- 3 luglio (20092012) e terzo turno 3-10 luglio

(2005-2009). «Siamo al lavoro per offrire ai ragazzi un’estate normale, con un momento di forte aggregazione dopo un’annata ancora a distanza. Disentis camp era già una realtà consolidata, ma in questi due anni assume anche una funzione sociale importante, mettendo le esigenze dei ragazzi al primo posto», queste le parole di Silvano Zanovello, direttore generale del camp e ideatore dell’iniziativa.

Dal 1996 il CSI Vicenza è attivo nel carcere San Pio X grazie al progetto CSI Carcere/Sport/Insieme. Tennistavolo, calcio, yoga, ma anche formazione sportiva, dalla dieta alla traumatologia. La novità è nel calore del calore. Le sale colloqui della Casa Circondariale vicentina erano assai “fredde” e i volontari CSI hanno avuto l’idea di coinvolgere un’esperta di arte terapia per abbellirne i locali. Un’iniziativa realizzata grazie alla Regione Veneto che ha coinvolto i detenuti ed al CSI, che, accortosi che le sale erano imbiancate e pulite, ma molto asettiche, ha voluto coinvolgere l’artista Valeria Pozzi che già stava lavorando su progetti simili con l’arteterapia. Non ha solo dipinto le pareti del carcere, ma ha proposto ai detenuti corsi di arteterapia e le teorie della cromoterapia agli ambienti. Con un duplice gol: coinvolgere le persone detenute e abbellire gli ambienti del penitenziario. E poi con un gruppo di 8 detenuti, Pozzi ha realizzato dei “trompe l’oeil” che coi loro paesaggi “aprono” delle finestre sul mondo. Ma l’attività del CSI Vicenza non si ferma a migliorare le sale colloqui: in primavera riprenderanno anche i corsi sportivi interrotti a fine anno per la pandemia.


#VitaCSI

PER CONTATTARE LA REDAZIONE Telefono 06 68404592 Email stadium@csi-net.it Web www.csi-net.it

Il territorio al centro

MARCHE

BERGAMO

Si riparte con il tennistavolo e la Cross Cup

“Ski Passion”: montagna, sport e vera inclusione

L’anno sportivo 2021/22 nelle Marche è iniziato con un momento di condivisione e preghiera, riflettendo sui temi Sinodali di Comunione, Partecipazione e Missione che la Chiesa ha proposto a tutti gli uomini e donne di Buona Volontà nel suo percorso verso il sinodo e interrogandosi anche sul ruolo della nostra associazione. Dal momento di riflessione ha preso poi vigore la programmazione dell’attività sportiva, particolarmente ricca in questo inizio di nuovo anno: per primo è partito il Ciclocross, con la Cross Cup e la Fertesino Cup (in collaborazione con ACSI) e terminato con il Campionato Regionale di Grottammare; è stata poi la volta del Tennistavolo, articolato tra i Comitati di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno; infine la Ginnastica Artistica, con appuntamenti previsti nei Comitati di Pesaro-Urbino con sede in Fano e Ancona, ai quali abbiamo affiancato un corso online di formazione per Giudici aperto a tutti i Comitati d’Italia. La primavera vivrà poi il culmine delle attività con la Corsa Campestre Regionale a Grottammare a cui seguirà il Campionato Nazionale in programma a Fano il 3, 9, e 10 aprile.

È tornato il campionato di sci alpino nelle valli bergamasche, finalmente la montagna è tornata ad accogliere e abbracciare i suoi atleti, i suoi appassionati. Quelli di Ski Passion lo sanno bene, tanto da averci costruito sopra la propria denominazione e tutto intorno una fitta trama di occasioni e iniziative. Ski Passion con sede a Parre, è una società riconosciuta dal CONI e dal CIP e affiliata al CSI, alla FISR (la Federazione Italiana Sport Rotellistici) e alla FISIP, a cui il CIP ha affidato la gestione e l’organizzazione delle manifestazioni dedicate agli sport invernali paralimpici. Il deus ex machina di Ski Passion è Marco Zanotti, 42 anni dal 2015 divenuto maestro di sci per normodotati, l’anno dopo ha ottenuto la specializzazione per l’insegnamento a persone con disabilità, nel 2020 è stato riconosciuto maestro di roller e dallo scorso anno è anche allenatore FISI. In mezzo a una lunga serie di iniziative proposte sulla neve, sui ghiacciai, in montagna come in riva al mare per le vacanze, in questi due-tre anni di attività, lo Ski Passion ha lanciato un progetto di vaste dimensioni, presentato lo scorso dicembre e impostato su ampie vedute. Ha un nome ben preciso: ‘La montagna per tutti’ e in tale claim si concentra lo spirito del suo

programma: vale a dire rendere le Orobie pienamente fruibili alle persone con disabilità. Abbattere le barriere architettoniche, rendere del tutto godibili le strutture offerte (parcheggi, servizi, ecc.) e arricchirle con dotazioni ad hoc, formare il personale turistico affinché possa far fronte alle situazioni di particolare necessità: di lavoro da fare ce n’è parecchio, di possibilità altrettante. Il progetto Ski Passion ha subito raccolto l’interesse e la collaborazione di enti e associazioni (Camera di Commercio di Bergamo, VisitBergamo, Promoserio, Comunità Montana Valle Seriana), di comitati e federazioni (fra cui il CSI) e di tanti comuni di Val Seriana, Val di Scalve e Val Brembana; ma anche di comprensori sciistici, gestori delle piste, scuole sci e via elencando. Chiaro e ambizioso l’intento: fornire a chiunque la possibilità di verificare on line e con pochi e semplici click cosa potersi attendere da un impianto o da un rifugio, classificati in base ai diversi gradi di accessibilità. Strategie orientate verso una programmazione sempre più efficace e consapevole all’interno delle valli bergamasche e, chissà, di quanti altri territori vorranno nel tempo confrontarsi con questa organizzazione e magari trarne ispirazione.

Stadium

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In Libreria

Pagine di sport tra gli scaffali

LA RAGAZZA CHE IMPARÒ A VOLARE. STORIA DI SIMONE BILES

Viviana Mazza

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imone Biles è nata nel 1997 ed è alta un metro e quarantadue (anche se a volte bara e dice un metro e cinquanta). Ha sempre avuto le braccia muscolose. Per questo i compagni di scuola la chiamavano “la soldatina”, anche se lei cercava di non prendersela troppo. Ha avuto un’infanzia complicata, Simone, e ha scoperto che è importante cercare di cadere sempre in piedi... nella vita come nella ginnastica artistica, il suo sport, dove non devi mai esitare, alla fine dell’esercizio, perché anche un piccolo errore può costarti una medaglia. E lei ne ha vinte tante, da sola e con le sue migliori amiche, le ragazze della nazionale statunitense. Le è toccato affrontare grandi difficoltà per arrivare sul gradino più alto del podio, ha dovuto sconfiggere incubi e paure, ma ce l’ha fatta, ha avuto la meglio, ha eseguito salti e piroette che nessuno aveva mai neppure provato e ha davvero imparato a volare, grazie alla sua arma segreta: un’inesauribile gioia di vivere.

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LIBERO DI SOGNARE

Franco Baresi

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cosa servono il potere dell’immaginazione, la determinazione e il coraggio? A realizzare il sogno di un bambino: diventare leggenda. Questa storia comincia a Travagliato, nel bresciano con un’infanzia scandita dal ritmo della vita contadina. Su quei campi Franco Baresi ha dato i primi calci al pallone e ha cominciato a inventare il gioco semplice ed elegante che l’ha reso un mito. A 14 anni inizia l’avventura nel Milan, e non ne ha compiuti 18 quando esordisce in Serie A. Fin dall’inizio Baresi ha conosciuto il calcio del coraggio gentile, e qui racconta il suo viaggio attraverso le tappe di una carriera straordinaria, svela le emozioni che hanno accompagnato le brillanti vittorie e i momenti di crisi, ci fa vivere l’impresa epocale dei Mondiali ’94, negli USA, quando si riprese miracolosamente dopo un grave infortunio al ginocchio. Un lungo viaggio di libertà e passione, fino alla partita d’addio nel 1997 e al primo ritiro di una maglia nel calcio italiano: la 6 del Milan. «Forse qualcosa cambia tra i campetti improvvisati di campagna e i migliori stadi del mondo, ma io sono sempre rimasto lo stesso. Io sono Franco Baresi. E sono nato così: libero».

NON DIRMI CHE HAI PAURA

Giuseppe Catozzella

S

amia è una bimba di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre la Somalia è preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli 17 anni, a qualificarsi alle Olimpiadi. Arriva ultima, ma diventa un simbolo universale per le donne musulmane. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’appuntamento è con Londra 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa e deve fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Rimanere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, per 8.000 km, per arrivare via mare in Italia.



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Pagine di sport tra gli scaffali

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#VitaCSI Il territorio al centro

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The Keeper

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Tempo di adempimenti per le società ed associazioni sportive dilettantistiche

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Correva l’anno... 1906

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L’importanza e la valenza educativa di essere associazione

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CSI e Marsh insieme per vivere lo sport in sicurezza

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La sollecitudine nei numeri dispari

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Tutto il calcio, oratorio per oratorio

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Sogni da Piccoli

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Obiettivi (molto) difficili.L’esempio di Sofia Goggia

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Stadium tutta un’altra storia

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In piedi costruttori di pace

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La grande ricchezza nella tradizione di questo nuovo Stadium

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