Stadium n. 1-4/2014

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Presidenza Nazionale

• Italia - Germania, è calcio mondiale • Vota il modello per i giovani • Le difficili promesse sociali dello sport • Baridanza2014

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Il magazine di chi ama lo sport pulito

F o n d a t o n e l 1 9 0 6 - N. 1 / 4 - G e n n a i o / A p r i l e 2 0 1 4

7 giugno LE SOCIETà SPORTIVE DAL papa

Clericus Cup

Il mondiale della fede e del “Fair-pray”

Attività sportiva

La campestre conquista Montecatini


Con Avvenire idee, analisi e approfondimenti prendono spazio e diventano strumento di comprensione dei mutamenti della società e un contributo quotidiano alla riscoperta dei valori profondi dell’essere cristiani e cittadini dell’Italia e del mondo. Avvenire interpreta il cambiamento nella Chiesa e nei mondi vitali del cattolicesimo, portando il lettore nel cuore dell vicende sociali e dei dibattiti culturali ed etici. Tutto questo è valorizzato da una proposta di lettura integrata su tutte le piattaforme digitali, per garantire informazioni puntuali, autorevoli e costantemente aggiornate. Leggere Avvenire significa ritrovarsi persone nuove nei valori di sempre, per essere insieme protagonisti nel cambiamento.

Dobbiamo saper abitare il presente, preparando il futuro Marco Tarquinio Direttore di Avvenire


PAROLA DI PRESIDENTE

Massimo Achini Presidente nazionale CSI

Da Wojtyla a Francesco

Il Papa è sempre il “capitano” del Csi

P

apa Wojtyla ed il Csi si sono incontrarti da vicino 17 volte. In alcuni casi si è trattato di incontri veri e propri, in altri di “messaggi o lettere” che il Papa degli sportivi ha rivolto alla nostra associazione. Indimenticabile, per esempio, il messaggio che ha rivolto a tutta l’Associazione il 26 giugno del 2004 in occasione del nostro sessantesimo di vita, in un’Aula Paolo VI gremita dalle bandiere e dalla gioia del popolo del Csi. «Voi siete ben consapevoli di questa singolare vocazione, e, nel progetto culturale sportivo dell’Associazione, affermate che non intendete esaurire la vostra presenza nella società italiana solo in funzione della promozione dello sport, ma volete contribuire a rispondere alle domande profonde che pongono le nuove generazioni circa il senso alla vita, il suo orientamento e la sua mèta. Intendete così promuovere una mentalità e una cultura sportiva che attraverso il “fare sport”, non solo “il parlare di sport”, faccia riscoprire la piena verità sulla persona. Con questo fine il Centro Sportivo Italiano è nato sessant’anni fa: proporre ai giovani, allora segnati dalle conseguenze funeste della seconda guerra mondiale, la pratica sportiva non soltanto come fonte di benessere fisico, ma come ideale di vita coraggioso, positivo, ottimista, come mezzo di rinnovamento integrale della persona e della società. Il mio venerato Predecessore, il servo di Dio, Pio XII, chiese allora al vostro Sodalizio di essere lievito di cristianesimo negli stadi, sulle strade, sui monti, al mare, ovunque si innalza con onore il vostro vessillo». Ma il rapporto di amicizia tra Giovanni Paolo II e il Csi ha radici lontane. Nel 1979 nel giro di pochi mesi per due volte il Papa si era rivolto al Csi. La prima nell’agosto in occasione del convegno dei consulenti ecclesiastici: «...Ed ora rivolgo un saluto tutto particolare al gruppo di Consulenti Ecclesiastici del Centro Sportivo Italiano, convenuti in que-

sti giorni a Frascati per trattare il tema: “Comunità cristiana, sport e territorio”. Vi faccio un cordiale augurio di congiungere sempre armoniosamente la vostra necessaria preoccupazione pastorale per l’ambiente sportivo con un autentico apprezzamento dello sport quale valore di sicura promozione umana». Un mese dopo, incontrando un gruppo di ragazzi del Csi di Foligno giunti a Roma, per disputare il torneo dell’ amicizia «Cercate di utilizzare lo sport come analogia della vita, per imparare a vivere. Il campo di gioco o l’attività in palestra è come la vita; uno può fare sport per passare il tempo, per “mostrare i muscoli” oppure per diventare più se stessi». Come dimenticare poi le parole rivolte alla nostra Associazione nel giugno del 1994 in occasione della festa per il mezzo secolo di vita della nostra realtà? «Lo sport deve sempre rimanere un’occasione di festa e di sano divertimento in cui il concorrente va rispettato e considerato prima di tutto come un compagno di gioco. Apprezzo poi, in modo particolare, il fatto di sottolineare la dimensione familiare dell’attività sportiva; è bello che la famiglia partecipi alla festa dello sport, come ad altri momenti di celebrazione cristiana e di impregno sociale. La mia parola, pertanto, vuol essere un forte incoraggiamento per i responsabili, per i soci e per gli amici del Centro Sportivo Italiano a proseguire il cammino intrapreso». Un incoraggiamento ed una vicinanza che abbiamo sempre sentito durante i suoi 9.665 giorni di pontificato. Papa Wojtyla è stato per tutti noi un punto di riferimento, una guida, un allenatore, un capitano. Ed ora, con emozione, quella fascia di capitano la affideremo a Papa Francesco in occasione dell’incontro storico con tutte le società sportive di base che si svolgerà in Piazza San Pietro il prossimo 7 giugno.

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SOMMARIO Il magazine di chi ama lo sport pulito

C E N T R O S P O R T I V O I TA L I A N O 1 PAROLA DI PRESIDENTE Il Papa è sempre il capitano del Csi

20 ATTIVITà INTERNAZIONALE Tutti in gioco per la solidarietà

39 ATTIVITà SPORTIVA Miss Campestre conquista Montecatini

3 LA BUONA NOTIZIA In gol con Papa Francesco

22 ATTIVITà INTERNAZIONALE Il Csi ad Haiti è già realtà

40 INCHIESTA Cinque errori da evitare

23 FOCUS Italia - Germania, è calcio mondiale!

41 ATTUALITà Baridanza2014

4 PRIMO PIANO è qui la festa 7 MEMORIA CSIStory 11 CLERICUS CUP Il mondiale della fede e del “fair-pray” 15 SPORT E CHIESA Il tesoro del campo 16 ATTIVITà SPORTIVA In pista fuoco sulla neve Si accendono 4gli slalomisti del Csi

24 ATTIVITà SPORTIVA Dall’Oratorio un sogno Olimpico 28 JUNIOR TIM CUP Il bullo è una palla 30 FAIR PLAY MECENATE Vota un modello per i giovani 33 DOSSIER Le difficili promesse sociali dello sport

Quadrimestrale del Centro Sportivo Italiano Direttore responsabile Claudio Paganini - claudio.paganini@csi-net.it Editore Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Iscrizione al Tribunale Civile di Roma n. 118/2011

44 PIXEL

Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 - Fax 06 68802940

46 DANONE NATIONS CUP Belive in your dreams

Hanno collaborato a questo numero: Massimo Achini, Alessio Albertini, Felice Alborghetti, Marco Cerigioni, Andrea De Pascalis, Giulj Picciolo, Tito della Torre, Danilo Vico, Daniele Zaccardi.

44 GAZZETTA CUP Gazzetta Cup vola con Ringo 48 AGENDA

Foto: Catholic Press Photo, Daniele La Monaca, Impaginazione: Gianluca Capponi Stampa: Varigrafica Alto Lazio Via Cassia, km 36,300 Zona Industriale Settevene - 01036 Nepi (VT) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale -70% - DCB Roma Periodico associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)


LA BUONA NOTIZIA

don Alessio Albertini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI

In gol con Papa Francesco

I

l 13 di agosto ho avuto la fortuna di partecipare all’udienza che Papa Francesco ha concesso alle squadre Nazionali di calcio di Italia e Argentina in occasione della partita amichevole organizzata in suo onore.

Nelle sue parole non si è sentita la banalità di una predica moralista e neppure l’indice impietoso dell’inquisitore contro i vizi del pallone con le sue storie di partite truccate, di violenze mai debellate e di enormi capitali investiti. Il Papa tifoso del San Lorenzo de Almagro, è andato oltre, scavalcando ogni luogo comune, per tornare alla purezza delle emozioni dello sport più bello del mondo; quello per cui, quando era Vescovo di Buenos Aires, lo faceva fermare per strada per vedere i ragazzini tirare quattro calci al pallone. In mezzo allo sferragliare dei tram, ai rimbalzi irregolari del pallone sulle strade del barrio, al vociare dei ragazzi che non avevano un campo, il calcio era soprattutto gioco. Il gioco è il luogo dell’anima, l’angolo nel quale si può vivere la propria libertà più intima. Nel gioco c’è uguaglianza, soprattutto se viene vissuto con l’anima del bambino che non sa distinguere il ricco dal povero ed è capace di abbrac-

ciare qualunque amico, anche se di pelle diversa, dimenticandosi di ciò che lo aspetta domani, perché nel suo presente, nel correre dietro un pallone, c’è l’eterno. Un Vescovo di Roma, “preso dalla fine del mondo” che non sfugge alla passione sportiva del suo popolo e che andava allo stadio, El Gasometro, con mamma e papà: “Tornavamo a casa felici, naturalmente, soprattutto durante il campionato 1946”. Il pastore d’anime che si è messo idealmente la tuta da allenatore per offrire, con il consueto tono di voce affabile, senza alcuna aggressività parole affettuose ma anche stimolanti perché ogni atleta si ricordi di essere prima di tutto uomo. Parla forte e chiaro, anche se da un polmone solo, invitando tutti ad essere uomini veri, coinvolti nelle sorti dei propri simili, perché essere campioni significa esempio, popolarità e traino, soprattutto per i giovani: “Con la vostra condotta, con il vostro gioco, con i vostri valori fate del bene, la gente vi guarda, approfittatene per fare del bene”. L’assist di un Papa che, al di là di ogni rigida disciplina, è paragonabile all’indole creativa e irregolare

di un fuoriclasse perché ciascuno sappia vivere, anche nello sport, controcorrente. Parole quiete e ferme, vere e rivoluzionarie, nella loro semplicità indirizzate a giovani e meno giovani, atleti e dirigenti, credenti e non credenti perché attraverso lo sport ciascuno possa davvero “giocare la propria partita onesta e coraggiosa”. Usa immagini tratte dal calcio perché capaci di penetrare orecchie che rischierebbero di restare indifferenti. Nessuno si inganni. Papa Francesco non svaluta la Parola; semplicemente ne evidenzia i nessi con altre che permettono alla Parola di arrivare più in là, a periferie meno raggiungibili per parlare di solidarietà, rispetto, sacrificio, spirito di squadra, spinta a migliorarsi, fiducia. Valori universali che il calcio sa regalare sia che si giochi sul campo spelacchiato di un oratorio o al Maracanà, e poco importa se sogni la Coppa del Mondo o solo la pizza a fine campionato. Il calcio come passione, sì, ma soprattutto come azione. Come mezzo per imparare a migliorarsi continuamente per diventare sempre più uomini, portatori di umanità.

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ATTUALITà

è QUI LA FESTA Sabato 7 giugno Piazza San Pietro, come in uno stadio, si colorerà di sport. In occasione dei 70 anni dalla fondazione del Centro Sportivo Italiano, convocate tutte le società sportive per lo storico incontro con Papa Francesco. di Felice Alborghetti

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PRIMO ATTUALITà PIANO

Il 7 giugno, ci sarò perché... Grande entusiasmo ha suscitato la notizia dell’incontro con il Santo Padre. A Stadium sono pervenute storie e aneddoti di società sportive partecipanti all’evento. Ne pubblichiamo alcune tra le più significative.

Sarà una giornata indimenticabile La nostra società sportiva “La fonte di Bomporto” si occupa prevalentemente di hockey a rotelle, pattinaggio artistico e freestyle giovanili. Durante una trasferta con i ragazzi dell’hockey, alcuni genitori ci hanno chiesto di partecipare a questa iniziativa. Lo vorrebbero in tanti. Perciò siamo certi che l’incontro con Papa Francesco del 7 giugno sarà una giornata indimenticabile e di grande gioia, ne abbiamo proprio bisogno viste le disgrazie avute ultimamente con il terremoto e l’alluvione che hanno colpito il nostro territorio. Angelo Lucchini - La Fonte di Bomporto (MO)

Un’occasione da non perdere

Migliaia di sportivi per l’abbraccio al Papa A tifare per il Santo Padre saranno in coro atleti, allenatori, arbitri, tecnici e dirigenti di ogni disciplina sportiva. Migliaia di partecipanti per testimoniare, assieme al Pontefice, la bellezza e la ricchezza dei valori dello sport. è il regalo più grande per un’Associazione sempre fedele alla sua missione educativa. Info e prenotazioni: www.societasportivedalpapa.org

La nostra associazione “Città di Morrovalle Asd” nasce nell’agosto del 2011 per aiutare tutte quelle persone che, a causa di età non più giovanissima (pensionati ultra sessantenni) e difficoltà economiche, non possono permettersi di iscriversi a una palestra o comunque fare ginnastica per la riabilitazione del corpo e della mente. Oggi l’associazione vanta oltre 300 iscritti. Alla prospettiva di incontrare Papa Francesco in occasione dei 70 anni del Csi, non abbiamo perso tempo. Tra gli iscritti c’è un grande fermento per questo incontro e sicuramente l’affluenza sarà notevole, abbiamo già 156 persone che intendono partecipare. Emiliano Filippetti - Presidente Città di Morrovalle Asd (MC)

In Piazza con lo striscione «Io gioco con il Papa» Sono un atleta della società sportiva A.S. Corlo, in provincia di Modena, e gioco a pallavolo nel campionato del Csi di Modena. Sarò sicuramente presente sabato 7 giugno in Piazza a San Pietro perché questo Papa mi ha meravigliato con quel

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ATTUALITà

suo fare semplice, diretto ma molto risolutivo, nelle sue parole e in quello che concretamente porta a compimento! Era già mia intenzione incontrare il papa a Roma quest’anno. Quale migliore occasione di questa, partecipare da semplice atleta alla festa del 7 giugno e rappresentare anche la mia società sportiva. È mia intenzione, lo faccio di frequente per gli avvenimenti sportivi, preparare uno striscione da mostrare in Piazza San Pietro con la frase “Io gioco con il Papa”, un disegno di atleti che giocano a pallavolo e il nome della mia società sportiva! Enrico - A.S. Corlo Modena (MO)

Sito internet dedicato al 7 giugno

Un appuntamento con la storia Siamo la società sportiva A.S.D. Trevalli del comune di Fivizzano (MS), un insieme di paesi grandi e piccoli situati in Lunigiana, adagiati in ordine sparso sulle Alpi Apuane. La nostra è una scuola calcio che tende soprattutto a riunire e far aggregare i bimbi dai 5 ai 15 anni. Pur avendo istruttori qualificati e pieni di passione, il nostro intento è, oltre a fornire gli strumenti di base per la pratica del gioco del calcio, dare modo e opportunità a tutti i nostri ragazzi di fare un’attività fisica all’aperto, salutare, che sia motivo di aggregazione tra bambini che altrimenti non avrebbero altri modi per stare insieme. Nella partecipazione alla giornata del 7 giugno vediamo l’ennesima occasione per unire il gruppo in un’esperienza nuova, stimolante, condivisa e apprezzata da tutti. Non a caso l’idea, lanciata durante il mensile consiglio direttivo della società, è stata subito approvata con entusiasmo. Pensiamo che i bambini resteranno colpiti nel rendersi conto delle dimensioni dell’evento in cui saranno coinvolti, una festa di grande dimensioni, una grande piazza gremita di gente arrivata da ogni parte d’Italia. Valentina Cupini - A.S.D. Trevalli (MS)

Lo sport può migliorare il mondo L’Asd Acqua Acetosa di Ciampino e il Centro Umanistico di Ciampino sono alleati nell’operare a favore dei giovani e della loro educazione. A Ciampino, otto anni fa, il mio amico sacerdote don Giuseppe Todde mi ha fatto conoscere l’allora Cardinale Bergoglio e ancora oggi porto sempre con me la foto di quell’incontro speciale. Il 7 giugno sarà una grande occasione per poter affermare “insieme” a lui che lo sport può contribuire a migliorare il mondo, che noi educatori siamo chiamati a far riconoscere ai nostri ragazzi la forza dello Spirito Cristiano. La nostra società sportiva partecipa all’Oratorio Cup, il torneo delle parrocchie organizzato dal Csi Roma, con squadre di ragazzi Under 14 e Under 16, mentre la squadra Open partecipa al campionato nazionale Csi di calcio a 5. Inoltre promuoviamo anche la danza sportiva, il tennis, e operiamo in alleanza educativa con associazioni disabili con giornate di gioco e di festa. Fernando Ruscito - ASD Acqua Acetosa di Ciampino (RM)

Dal Papa per testimoniare i valori dello sport Il 7 giugno saremo in Piazza San Pietro, con il Pontefice, perché, come società sportiva che opera nello sport paralimpico, poniamo al centro la fratellanza e il rispetto per il prossimo, oltre che i valori sani dello sport. Siamo nati col sostegno dell’ Ucai (Unione Cattolica Artisti Italiani) della sezione di Albenga. Tempo fa ho scritto al Santo Padre una lettera in cui ho descritto la nostra attività, abbiamo ricevuto una sua risposta con l’invito a partecipare ad un’udienza. Allora, quale migliore occasione del 7 giugno prossimo? La nostra società sportiva si occupa della danza in carrozzina, specialità emergente nel panorama dello sport paralimpico. Siamo affiliati alla Fids (Federazione Italiana Danza Sportiva) e iscritti al registro Asa del Coni. Enrico Gazzola - Presidente Asd Soul Dance Albenga (SV)

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Il sito internet www.societasportivedalpapa. org raccoglie tutte le informazioni riguardanti l’incontro del 7 giugno con Papa Francesco. È necessario iscriversi on-line per scaricare il pass di partecipazione alla giornata. Il pass è indispensabile per ritirare il kit gratuito ed accedere a Piazza San Pietro.

Volontari in piazza per l’incontro con Francesco In Piazza San Pietro saranno ben riconoscibili i 150 nel team dei volontari del Csi, giovani che hanno scelto di vivere questo grande appuntamento con pieno spirito di servizio e gratuità. Pronti ad accogliere, nell’organizzazione dell’evento, le decine di migliaia di persone, fra atleti, dirigenti, allenatori, arbitri delle società sportive di base, che arriveranno da ogni parte d’Italia.

Convenzione viaggi Trenitalia Dal 17 marzo è in vigore una collaborazione con Trenitalia in cui è prevista un’agevolazione molto significativa sui prezzi del biglietti ferroviari. Tariffe agevolate per i viaggi dal 5 all’8 giugno su tutte le tratte della rete ferroviaria.

Villaggio dello sport Sarà attivo da venerdì 6 a domenica 8 giugno, nell’area antistante Castel Sant’Angelo il Villaggio dello sport Csi con impianti sportivi e stand dove gli atleti grandi e piccoli potranno liberamente e gratuitamente giocare e provare tante discipline.

I bambini in prima fila Sul sagrato di Piazza San Pietro ci saranno i bambini delle società sportive partecipanti. Saranno una testimonianza della passione educativa che contraddistingue il Csi.


MEMORIA

70 anni di promozione umana e sociale attraverso lo sport

CSISTORY di Andrea De Pascalis Dal 1944 ad oggi milioni di italiani hanno militato nelle società sportive del Csi, centinaia di migliaia di dirigenti, tecnici e animatori volontari sono stati formati per fare crescere ogni giorno l’Associazione e la pratica sportiva in Italia, centinaia di campioni sono stati consegnati alla maglia azzurra. Se i numeri di questo cammino sono facili da riassumere, impossibile è farlo per le vicende e i progetti che hanno portato il Csi ad essere ciò che è oggi. Alcune date, tuttavia, rappresentano le pietre miliari del percorso compiuto.

1944 Il 5 gennaio la Direzione dell’Azione Cattolica approva la proposta di Luigi Gedda per la costituzione di un’associazione che riprenda l’esperienza della FASCI (Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane, 1906-1927). Nasce in giugno il Centro Sportivo Italiano, che: • è “missionario”, proponendosi di contagiare con valori cristiani e umanizzanti l’intero sport italiano; • propone uno sport rispettoso della pedagogia e della scienza medica; • vuole che lo sport sia un mezzo (educativo) e non un fine, e in quanto strumento di promozione umana influisca sulla crescita della società. In autunno il primo Statuto fissa la mission associativa: “sviluppare le attività sportive ed agonistiche guardando ad esse con spirito cristiano ...”

1945 In collaborazione con la GIAC, il Csi lancia i Campionati Studenteschi, che promuovono la pratica sportiva nelle scuole di tutta Italia. Si replicherà per circa 20 anni. Contemporaneamente ci si impegna in una battaglia politica perché il si-

stema sportivo italiano rinasca affidando al CONI lo sport agonistico, alla Scuola quello giovanile, al libero associazionismo quello di tempo libero.

1950-52 Per primi ci si apre allo sport per disabili. Ci si impegna perché sia istituita una scuola che prepari gli insegnanti di

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MEMORIA

1968 La contestazione giovanile che investe la società induce il CSI a una fase di forte elaborazione culturale che mette al centro la questione giovanile. L’associazione: • propone (1968) come tema del IX Congresso nazionale il servizio ai giovani attraverso lo sport; • organizza a Sorrento (1969) il Convegno “Uomini nuovi per tempi nuovi”, che mette in luce una nuova generazione di dirigenti; • si fa promotore dell’Intesa degli Enti di propaganda sportiva, per portare avanti le istanze di un diverso modo di concepire l’attività sportiva: lo sport di servizio sociale.

educazione fisica. Di lì a poco nascono gli ISEF. Coerentemente il Csi vara propri strumenti formativi (i “Campi scuola”)

In risposta il CSI vara (1976) l’Itinerario Sportivo Educativo (ISE). L’ISE si articola in quattro differenti proposte flessibili di attività ludiche e sportive: bambini, preadolescenti, giovani, adulti. I suoi operatori ideali sono gli educatori sportivi.

1955 L’8/9 ottobre il CSI festeggia in piazza San Pietro, alla presenza di Pio XII, il decennale. In quel momento il CSI è già un’Associazione che: vanta 3.000 società sportive, 92 Comitati provinciali e 60 zonali e ha 80.000 tesserati; ha lanciato numerosi progetti di promozione sportiva giovanile, come i Campanili Alpini, Jusport, Olimpiadi Sport Vitt, Sport Vitt.

1980 Alla luce del’ISE, la tradizionale formula dei campionati, ritenuta troppo selettiva e poco in linea con l’idea di sport per tutti, viene abbandonata a favore delle “Feste dello sport”, in cui l’incontro sportivo si coniuga con momenti ricreativi, culturali e di preghiera.

1960 La preparazione della XVII Olimpiade è l’occasione per sollevare il tema della politica sportiva. Il CSI: • dedica il V Congresso nazionale (1956) al tema “Per la diffusione del sano sport tra la gioventù meno abbiente”; • organizza (1960) il Convegno nazionale “Sport e Comune”, per chiedere (e ottenere) che ogni Comune abbia un assessorato allo sport; • fa campagna per l’approvazione della Legge “Fifty-Fifty” (1965), con la quale le quote del Totocalcio destinate a Stato e CONI diventano paritarie, e il CONI è impegnato a dedicare parte delle maggiori entrate a favore della promozione sportiva.

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• Getta le fondamenta per l’unificazione con la FARI, organizzazione “gemella” al femminile, realizzata nel 1971.

1975 Il Csi è riconosciuto dal CONI quale Ente di promozione sportiva. Nel 1979 arriverà il riconoscimento dello Stato quale Ente con finalità assistenziali.

1975 Il Consiglio di Europa lancia l’idea di uno sport di massa che abbia principalmente funzioni biologiche-sanitarie e socio-culturali, e risponda alle esigenze di comunicazione, di espressione, di creatività dei cittadini.


MEMORIA

guida dell’Associazione. Contemporaneamente viene lanciata la Nuova Progettualità, una filosofia e una metodologia che permettono a Comitati e Società sportive di creare progetti sportivo-educativi ad alto profilo sociale e umano, rispondenti ai bisogni e alle risorse del territorio. Il 1997 è l’anno di “Lo sport incontra la piazza”, manifestazione promozionale itinerante.

1998

1984

Viene lanciato un nuovo sistema formativo, imperniato sulla costituzione di due scuole: la SNES (Scuola Nazionale Educatori Sportivi) e la SNAD (Scuola Nazionale Dirigenti). Con la Joy Cup (1998) viene ridisegnato il circuito dell’attività sportiva istituzionale, con fasi locali, regionali e nazionale. delle parrocchie. Un esito di tale sforzo è la campagna “Una società sportiva in ogni parrocchia”. Si collabora alla campagna contro le droghe “O ci sei o ci fai”, promossa dalla Scuola

Dopo un pluriennale lavoro di studio e sperimentazione viene varato il Progetto Associativo, basato sull’idea di uno sport che sia “altro” rispetto a quello orientato unicamente alla ricerca del massimo risultato agonistico e alla selezione dei talenti sportivi

2004 Nasce il progetto “Circoli culturali sportivi studenteschi”, corrispettivo scolastico dei “Circoli culturali sportivi in parrocchia”. Il 23 aprile il CSI, insieme alla CEI, all’Opera Romana Pellegrinaggi ed al CONI, promuove in Terra Santa la prima maratona-pellegrinaggio da Gerusalemme a Betlemme.

1985 Viene presentato Giocasport, rivoluzionaria proposta ludico-motoria e pre-sportiva per ragazzi di 9-14 anni. Per incentivare la diffusione della pratica sportiva vengono lanciate campagne nazionali di promozione sportiva: “Correre Csi” (1987/88), “La bicicletta” (1989), “Sport chiama donna” (1987). Seguiranno “Orienteering (1993) e “L’Italia nella racchetta” (tennistavolo, 1996).

2006 e oltre

1988

2000

Con il Congresso nazionale dedicato a “Sport, educazione, solidarietà”, il Csi accoglie l’appello dell’enciclica Sollecitudo rei socialis di Giovanni Paolo II.

È l’anno del Grande Giubileo, che vede nel Csi un attore fortemente impegnato nell’organizzazione del volontariato giubilare e del Giubileo dello Sport (29 ottobre 2000), e nella preparazione del “Manifesto dello sport” presentato a Giovanni Paolo II.

1991 Il XV Congresso nazionale decreta un forte processo di rinnovamento interno, in termini di uomini, di metodi, di proposte.

1996 Al XVI Congresso (Assisi 1996) viene presentato e approvato il Patto Associativo, che racchiude in nitida sintesi i principi

2002 Si opera per il riposizionamento dell’Associazione nel mondo ecclesiale, con un rinnovato dialogo con la CEI e con il Pontificio Consiglio pro Laici. Grandi energie sono impegnate nello sforzo di rendere lo sport nuovamente protagonista della vita

Si dà il via alla “Clericus Cup”, campionato di calcio per seminari e istituti pontifici, finalizzato a sensibilizzare i futuri sacerdoti e parroci allo sport come strumento di formazione giovanile. Viene intensificata l’attività a favore di paesi del Terzo Mondo, iniziata in Camerun negli anni ’90. Oggi il Csi realizza con i suoi volontari progetti di promozione sportiva giovanile in Albania, nella Repubblica Centrafricana, in Congo, ad Haiti e in altri paesi in via di sviluppo Alla fine del primo decennio del nuovo secolo, con la riforma del CONI, il CSI entra nella Giunta del Comitato Olimpico.

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CLERICUS CUP

Dopo ogni fischio finale, avversari in preghiera davanti al Cupolone

Il Mondiale della fede e del “fair-pray” di Felice Alborghetti

Debutto amaro per il Collegio Belga. Eliminati i campioni in carica dei Martyrs. Con gli Usa, già fuori Messico, Spagna e Brasile. Il 17 maggio le semifinali: la più titolata Redemptoris Mater sfida la rivelazione San Pietro, mentre il Sedes Sapientiae affronterà il Collegio Urbano. Finali il 24 maggio.

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osta pasquale per l’ottava edizione della Clericus Cup, il mondiale calcistico pontificio, organizzato dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Cei per la Pastorale del Tempo libero, Turismo e Sport e in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura e il Pontificio Consiglio per i Laici che come ogni anno si disputa a Roma, sui campi del Pontificio Oratorio

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CLERICUS CUP

Sedici maglie, con un solo “sponsor”. “Il mio capitano è Papa Francesco” di San Pietro, a due passi dal Vaticano. Una Quaresima vissuta tra Via Crucis e gol. Ben 124, quelli segnati fino alle gare dei quarti di finale. A partire dall’8 marzo i sacerdoti e seminaristi di tutto il mondo - sono 358 i giocatori iscritti al Mondiale della fede, con passaporti di 60 diverse nazionalità - sono scesi in campo per contendersi la celebre Coppa col saturno. Edizione straordinaria questa, che si deciderà nella finale di sabato 24 maggio, e che si disputa nel 2014, anno in cui il Csi festeggia 70 anni dalla sua nascita. Il 7 giugno anche per gli atleti della Clericus Cup, così come per tutti gli sportivi italiani, la festa è già fissata in Piazza San Pietro, quando Papa Francesco incontrerà le società sportive di tutta Italia. Un traguardo, cui la Clericus Cup guarda già da adesso. Sulle maglie delle sedici formazioni partecipanti al torneo, a sottoli-

neare il comune “credo” dei protagonisti della Clericus, diversi colori, ma un solo richiamo: “il mio capitano è Papa Francesco” con la data del 7 giugno ben impressa per promuovere lo storico appuntamento per lo sport e per il Csi. Il perché lo spiega il consulente ecclesiastico del Csi, don Alessio Albertini, «Il compito di un capitano è quello che di trascinare la squadra, di essere punto di riferimento nei momenti più difficili, di dare coraggio ai giocatori più sfiduciati, di essere uomo simbolo… chi meglio di Papa Francesco incarna oggi questa figura in un campo grande come il mondo? Anche noi vogliamo accogliere il suo invito a scendere in campo per “giocare una partita onesta e coraggiosa”, accanto al nostro capitano, vero esperto di calcio, ma soprattutto di umanità».

Vietato pareggiare. Espulsione temporanea col cartellino azzurro Il regolamento del campionato di calcio per seminaristi e sacerdoti ha qualche “deroga” rispetto al calcio più conosciuto. Si possono effettuare 5 sostituzioni, si può chiamare il time out (due minuti per squadra a partita) e c’è la possibilità per gli arbitri del Csi Roma, che cura la parte tecnica del torneo, di estrarre il cartellino azzurro (espulsione temporanea di 5 minuti), un provvedimento tra il giallo e il rosso, che sanziona una grave scorrettezza in campo, un fallo volontario da ultimo uomo o altre casistiche di falli. Altra particolarità regolamentare, è che alle squadre non è mai concesso pareggiare. Meglio: ogni match che al termine dei minuti regolamentari finisca in parità, si conclude ai calci di rigore, con 2 punti assegnati alla squadra risultata migliore dal dischetto ed 1 punto al team sconfitto.

Ecco il “fair-pray” nel terzo tempo. Così nel derby romano prega anche la curva Preghiere prima durante e dopo. Gli azzurri del Santa Maria intonano al riconoscimento dell’arbitro il “Sub tuum presi-

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CLERICUS CUP

Da marzo oltre 350 fra seminaristi e sacerdoti in campo nell’ottava edizione della Clericus Cup

dium” mentre i neocatecumenali cantano l’”Alma Redemptoris Mater”. A fine gara si effettua regolarmente uno speciale “terzo tempo”, qui ribattezzato di “fair-pray”. Non si tratta, infatti, solo strette di mano ed abbracci: al fischio finale i sacerdoti si ritrovano a centrocampo per una preghiera di ringraziamento. Di più è successo, al termine del sentitissimo derby tra seminari della diocesi di Roma Redemptoris Mater-Seminario Romano Maggiore, messi faccia a faccia dal sorteggio in diretta televisiva (TV2000). Mano nella mano i giocatori, colleghi ed amici tra i banchi di teologia e filosofia alla Gregoriana, in gruppo hanno esteso il cerchio della preghiera fino alle due tifoserie presenti in curva, gemellatesi al termine del match. “Siate umili” il coro unanime.

Bomber che viene, bomber che va Eliminato dall’1-0 patito contro il Sedes Sapientiae saluta la Clericus Cup il superbomber del torneo. “Tra un anno sarò a New York e non potrò più giocare” afferma il brasiliano monaco Joao Kalevski, capocannoniere 2013 con la maglia del Mater Ecclesiae, e leader incontrastato dei goleador ecclesiali. Con i 4 gol di quest’anno è arrivato di fatti a quota 45 reti all’attivo in 7 stagioni disputate all’ombra del Cupolone. Al suo trono si candida di diritto Edwin Salnitro, 13 reti (in 4 gare) quest’anno con la maglia dell’Istituto San Pietro, dove studia, lui che vive nel seminario di San Vitaliano a Montefiascone. Mamma liberiana, da piccolo molto vicino a Weah, che lo ha visto giocare al Meazza, complimentandosi con lui, Edwin dieci anni fa era ad un passo dal firmare con una società abruzzese un contratto importante. Quindi la vocazione, il noviziato e oggi la Clericus Cup. Grazie ai suoi gol sogna la Cupola, il San Pietro di Viterbo, squadra rivelazione di questa edizione, che, alla sua terza partecipazione, ha altissime ambizioni. Per i blu della Tuscia c’è pure il tifo azzurro. Se Angelo Peruzzi, ex por-

tierone della Nazionale, incoraggia dopo ogni Messa il suo parroco, a Blera, don Santino Giulianelli, tecnico del San Pietro insieme a don Giuseppe Curre, il preside dell’Istituto teologico e presidente della squadra, don Alferedo Cento fa una promessa: “Se andremo in finale porteremo da Viterbo pullman di tifosi e in primis il mio parrocchiano Leonardo Bonucci, se libero dalle convocazioni pre Mondiale”. Proprio il difensore della Juventus si era

complimentato con la squadra viterbese, e con il suo don, dopo la vittoria sul Collegio Spagnolo. “Siete stati Bravissimi, avete battuto don Iniesta, vendicando la nostra sconfitta con le furie rosse”. Non è andato benissimo tra gli iberici, il buon Iniesta, don Juan, non l’Andrés eroe del Mondiale sudafricano, ma come lui manchego, di Albacete. La Roja pontificia ha salutato la Clericus, senza nemmeno una vittoria.

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IL CAMMINO VERSO LA FINALE QUARTI DI FINALE 1

ISTITUTO SAN PIETRO

5 - 2

COLLEGIO MESSICANO

QUARTI DI FINALE 2

REDEMPTORIS MATER

3 - 0

SEMINARIO ROMANO

Semifinale: Sabato 17 maggio

Semifinale: Sabato 17 maggio

ISTITUTO SAN PIETRO

SEDES SAPIENTIAE

REDEMPTORIS MATER

COLLEGIO URBANO

Finali sabato 24 maggio QUARTI DI FINALE 3

SEDES SAPIENTIAE

1 - 0

MATER ECCLESIAE

QUARTI DI FINALE 4

COLLEGIO URBANO

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7 - 6 S. MARIA RICONCILIAZIONE


SPORT E CHIESA

IL TESORO DEL CAMPO di Marco Cerigioni

L’obiettivo ultimo della Clericus è far prendere a cuore, a sacerdoti e seminaristi, l’esperienza sportiva per poi poterla offrire nei contesti in cui andranno ad operare.

S

e la Clericus Cup fosse stata concepita come una pura operazione di immagine, non anche un modo per consentire a seminaristi e sacerdoti di provare la gioia e l’emozione di competere in una “vera” manifestazione sportiva, probabilmente essa avrebbe già ultimato il suo cammino. Ciò che invece le permette di consolidarsi di anno in anno tra gli istituti di formazione religiosa della Capitale è la sua capacità di svelare, nella maniera più autentica e diretta, quello che il CSI definisce il “Tesoro del campo”. Ovvero quel bene prezioso che si cela – parafrasando la nota parabola – in un qualsiasi terreno di gioco. Ebbene, giovedì 27 marzo, all’Istituto Patristico Agostinianum di Roma, la Clericus ha proposto ai suoi partecipanti un momento di riflessione sul tema. A condurre i lavori don Alessio Albertini, consulente

ecclesiastico nazionale del CSI, mons. Mario Lusek, direttore Ufficio Tempo Libero e Sport della CEI e mons. Melchor Sanchez, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura. “L’obiettivo ultimo della Clericus - ha detto don Albertini in apertura - è far prendere a cuore, a sacerdoti e seminaristi, l’esperienza sportiva per poi poterla offrire nei contesti in cui andranno ad operare, trasformandola in un’esperienza formativa ed educativa”. Un po’ provocatoriamente ha poi affermato: “nessun bambino o ragazzo va in oratorio per farsi educare, perché in quel luogo pensa solo a giocare e a divertirsi. Ma poiché a loro lo sport piace, esso rappresenta un’occasione eccezionale per le parrocchie: avvicinare i giovani con qualcosa che li appassiona, per poi chiedere loro di fare qualcosa che magari li appassiona un po’ meno”. Parole da cui mons. Sanchez ha preso lo spunto per tracciare la linea teoretica del legame fra sport e fede cristiana. “Lo sport è certamente utile per la tutela della salute, per favorire l’integrazione e promuovere la pace fra i popoli. Ma non sono questi i motivi per cui la Chiesa deve occuparsene. Lo sport deve essere uno strumento per raggiungere la misura della pienezza di Cristo”. In altri termini, “lo sport deve entrare in un progetto pastorale globale, in quanto rivela l’uomo a se stesso e rivela anche Dio”. Ma la presenza della Chiesa nello sport ha una grande valenza anche per gli atleti di alto livello. L’esperienza dal cappellano olimpico di mons. Lusek è illuminante: non si tratta solo di esercitare un ministero, ma anche di portare gli atleti ad avvicinarsi spontaneamente alla fede e di favorire l’incontro fra le varie religioni. Alla fine dei conti “il villaggio olimpico è un oratorio particolare. E lo sport è una realtà esistenziale, che la Chiesa non può considerare estranea”. Alle testimonianze di Lusek, si sono unite in chiusura quelle di don Albertini, e di personaggi sportivi noti e meno noti che hanno avuto comunque la capacità di far capire come lo sport possa trasmettere qualcosa di utile per la vita.

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ATTIVITà SPORTIVA

In pista fuoco sulla neve Si accendono gli slalomisti del Csi Sulle piste del Tonale si è concluso in marzo la Diavolina Cup, il 16° campionato nazionale di sci del Csi. Oltre 450 atleti in gara nei tre torfei Baby, Sleepers e Runners. Gran festa per gli sci club della Lombardia, regione che conquista ben 10 ori nelle 19 categorie. di Giulj Picciolo

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ATTIVITà SPORTIVA

Bergamo e Vallecamonica primi due comitati nello speciale Trofeo Superteam

Nel programma tutto il gusto sportivo della tradizionale Festa delle Regioni, la Santa Messa celebrata dal consulente nazionale, don Alessio Albertini, e la gara del Team Event, una speciale competizione dedicata a squadre miste di comitato.

S

ole, temperature quasi primaverili, ma neve abbondante, grinta e forte entusiasmo: queste le caratteristiche della “Diavolina Cup”, il 16° Campionato Nazionale di sci del Csi, disputatosi dal 14 al 16 marzo sulle inappuntabili piste del comprensorio di Ponte di Legno - Tonale. Sulle nevi camune in gara 460 atleti del Csi (328 uomini e 132 donne). Inappuntabile la qualità delle piste e dei tracciati grazie alla grande collaborazione con i tecnici del comprensorio locale Adamello Sky; di elevato livello lo staff tecnico e il servizio cronometraggio dell’organizzazione. Al termine degli slalom, sul podio è la Lombardia, regione ospitante e con più partecipanti al via (più di 300), a conquistare più titoli, con ben 10 ori al collo.

Gli altri 9 campioni nazionali Csi tornano invece a casa in Emilia (3), Veneto e Piemonte (2), Friuli ed Abruzzo. Tre i trofei in palio: runners per i più veloci, registrati nelle prove cronometriche d’apertura; sleepers per i classificati con tempi più bassi nella scrematura in apertura, e baby, riservato alle categorie dei cuccioli e superbaby ambosessi. Ben 117, fra bambini e bambine, i partecipanti a quest’ultimo trofeo, che oltre ai giganti ha riservato una simpatica e giocosa gimkana, un tratto di slalom, un salto ed un tratto di gigante. Mentre i runners, più spediti, sommavano nella prova di gigante altri punti in classifica generale, gli sleepers si sono anche cimentati nello slalom parallelo, un brivido ed un po’ di adrenalina in più per arrivare a definire i

vincitori anche in questa particolare specialità. Al termine delle gare festa grande per gli sci club orobici, primi nella classifica del Supertam, riservata ai comitati. Un pizzico di delusione per i padroni di casa camuni, secondi come un anno fa ad Andalo. Divertimento e gusto sportivo anche nella tradizionale Festa delle regioni tenutasi sulle piste del Tonale. Immancabile la Santa Messa celebrata dal consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini. Tra le novità di questa edizione, la gara del Team Event, una speciale competizione dedicata a squadre miste per comitato che ha portato sul gradino più alto del podio il comitato ospitante della Vallecamonica, dopo un testa a testa avvincente con il comitato di Udine.

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I campioni 2014 Nome

Categoria

Società sportiva

Orezzo Sport (Bg) ) C. Lupi Civago (Re by - Baby F) S. Ba er up (S (Re) Matilda Podesta Sci Club Roteglia ) M y ab (B ntain A. (Bs) Samuele Razzoli Sci Club Free Mou F) li (Cuccio g) Giulia Vaerini Sci Club Lizzola (B ) M li cio uc (C neo - A. (Cn) Andrea Valsecchi Centro Sportivo Cu 1) w1 i-L bil (Disa (Bg) Aldo Baudino G.S. Alpini Sovere azze F) ag (R d) Gaia Zanni Sci Club Sauris (U agazzi M) (R ri bie m (Bl) Marco Bo Sci Club Trichiana ) M vi llie (A (Bl) Leonardo Oliveri Sci Club Trichiana - Juniores F) ve llie (A (Bg) Alice Oliveri Sci Club Spiazzi res M) nio (Ju i on (Re) Dennis Cagn S.C. Lupi Civago B) ni ra te (Ve (Vb) Gianpietro Gigli Virtus Crusinallo terani A) (Ve tti re Pe Ambrogio i Cai Edolo (Bs) Master - Vet. F) Sc lte du (A rti be (Bg) Alessandra Galim ub Ponte Nossa niores F) Sci Cl Se m riu rite (C (Bs) Cristina Capitanio Sci Club Pisogne r M) te as (M i ell ntain A. (Bs) Giovanni Pasin Sci Club Free Mou ) M lti du (A ti (Aq) Gianpietro Bendot Csi Villa S. Angelo ) M es ior en toni (S (Bg) Enrico Maria Colan Sci Club Spiazzi M) m riu rite (C Nicolas Cagnoni

ni Alessandro Paga

(Super Baby M)

M

TROFEO SUPERTEA

Punti Comitato 9204,5 1° BERGAMO 7220,0 ICA 2° VALLECAMON 4229,5 A 3° REGGIO EMILI 3364,5 4° UDINE 1111,0 5° FELTRE 941,5 6° VERBANIA 849,0 7° L’AQUILA 764,5 8° BIELLA 667,5 9° TRENTO 638,0 10° AOSTA

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ATTIVITà SPORTIVA

Sci per tutti. Sul podio anche i disabili Sport per tutti; sport che integra. Tra le porte degli slalom camuni hanno sciato anche atleti con disabilità fisica. Il titolo di Campione Nazionale nella speciale categoria è andato al piemontese Aldo Baudino del Passo Cuneo. Anche qui è argento camuno con Claudio Gazzoli dello Sci Cai Edolo. Bronzo per Marco Boffa anch’egli del Passo Cuneo.

La carica di Innerhofer: “Quando mi diverto, di solito vinco” Ai finalisti e allo staff Csi, dopo Sochi 2014, l’Olimpiade ove ha conquistato due medaglie (argento in discesa libera e bronzo in supercombinata), sono arrivate le parole incoraggianti di Christof Innerhofer, l’azzurro delle Fiamme Gialle “Carichi al punto giusto, precisi sui pali stretti dello speciale – ha salutato così il campione altotesino - veloci nelle manche di gigante. Soprattutto cercate di divertirvi, io quando mi diverto … di solito vinco. Posso immaginare quanta adrenalina al cancelletto di partenza, ma allenamento e forza d’animo vi aiuteranno a fare bene nelle discese. Per me vincere una medaglia olimpica è stato un sogno che si avvera, ma vi dico che anche una medaglia in una finale del Csi ha la sua importanza”.

Amarcord, lo scudetto nel cuore! Il saluto di un campione del 52 A dare il benvenuto agli sciatori provenienti da 15 comitati provinciali, 9 regioni, in rappresentanza di 44 sci club italiani, nella riunione inaugurale prima delle gare, un atleta speciale che ha incantato la platea in un imprevisto amarcord. “Ho davvero il Csi nel cuore - il saluto agli sciatori del 73enne Dorando Zambotti, mostrando loro scudetto e medaglia CSI datati 1952, ben custodito nel portafogli - Vinsi 21enne a Bardonecchia in gigante, bronzo in discesa”.

Diavolina Cup: amicizia e grande atmosfera

Sulle piste c’era anche Gianni Torriani della Diavolina Fuoco: “splendido lo scenario delle nevi del Tonale tra tanta neve, sole e temperature primaverili che hanno messo gli sciatori a dura prova fra i paletti. Grande atmosfera di amicizia condivisa anche durante la Festa delle Regioni sul campo di gara: organizzazione e atleti hanno contribuito a rendere spettacolari le gare confermando l’alto livello agonistico raggiunto dalla manifestazione”.

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ATTIVITà INTERNAZIONALE

Marocco Sport Challenge

Tutti in gioco per la solidarietà di John Martin Kregel

Testimonial d’eccezione del progetto, il nuotatore olimpionico Mirco Di Tora, atleta plurimedagliato di Azzurra ‘91-CSI, primatista dei 50 e 100 dorso, e capitano della Nazionale italiana dall’estate scorsa. “è un progetto che mi piace molto, soprattutto perché si fa giocando e divertendosi con la propria squadra per aiutare le famiglie del Marocco. Insegnare alle donne a leggere e scrivere le permetterà di vivere meglio e solo così potranno insegnare qualcosa ai loro figli, proprio come io so fare i tortellini solo perché me l’ha insegnato mia nonna”. Di Tora è stato premiato per l’occasione dalla Provincia di Bologna per i meriti sportivi dimostrati nella partecipazione ai Giochi Olimpici di Londra e per il suo impegno nella solidarietà. Anche questa volta è il primo ai blocchi, pronto a tuffarsi.

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na sfida rivolta a singoli e squadre di qualsiasi disciplina che vogliano mettersi in gioco per la solidarietà. Tutti i Comitati del Csi e gli sportivi d’Italia in genere sono chiamati a rispondere all’appello che il Csi di Bologna, assieme a Cefa Onlus, ha lanciato per aiutare le famiglie più bisognose del Marocco rurale nell’Anno Internazionale dichiarato dall’Onu dell’Agricoltura Familiare. Obiettivo della competizione tra le squadre sarà raccogliere più fondi possibili entro la fine dell’estate 2014. I vincitori, 24 in tutto, partiranno per un viaggio di conoscenza del Marocco, incontrando le persone aiutate e mettendosi alla prova con sfide sportive in ogni tappa del percorso. Calcetto, trekking, bici, nuoto nel lago d’Atlante e surf nell’Oceano, sono alcune delle attività sportive previste, oltre alla produzione di formaggio, olio di oliva e di argan, nelle cooperative agricole e una caccia al tesoro fotografica alla scoperta della città di Marrakech. Tutte attività pensate per far conoscere in profondità la realtà del Marocco, condividendo con i locali il lavoro e la comune passione sportiva. I fondi raccolti sosterranno i progetti che Cefa ha attivato nel 1998 nella regione di Tadla Azilal, una delle zone principali di emigrazione dal Marocco, per valorizzare le risorse locali rendendo la popolazione protagonista dello sviluppo della zona, fornendo una valida alternativa alla migrazione. In questa direzione vanno gli interventi di sostegno all’attività di olivicoltura e di contrasto all’analfabetismo femminile, cardine dei processi culturali di emancipazione sociale ed economica delle famiglie. “Festeggiamo il 70° del CSI chiedendo alle squadre di vivere la solidarietà in maniera attiva - spiega Andrea De David, presidente provinciale del CSI Bologna, - è una sfida culturale, che vuole incoraggiare nelle nostre squadre l’attenzione all’integrazione e la curiosità di conoscere il mondo in maniera profonda. Speriamo in un’ampia partecipazione e di vedere squadre di tutta Italia sfidarsi in Marocco”. Per infowww.csibologna.it


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ATTIVITà INTERNAZIONALE

Il Csi ad Haiti è già realtà Positiva la missione del Csi in aprile, in vista della prossima in estate. Ad agosto nell’isola è in programma la seconda Giornata nazionale dello Sport

S

ino a due anni fa l’idea di aprire il Csi ad Haiti era un sogno. Oggi ad Haiti il Csi ha un suo Presidente, ha formato circa 280 animatori e allenatori e ha stretto rapporti con molte istituzioni civili e religiose del Paese. Nel mese di aprile una delegazione del Csi, guidata dal presidente nazionale Massimo Achini, è tornata a visitare il paese caraibico per la quarta volta in tre anni. Una settimana assai intensa, infarcita di corsi di formazione, tra incontri istituzionali con il Governo e la Diocesi, e l’attività sportiva e l’animazione rivolta ai bambini nei quartieri periferici. In particolare si è potuto realizzare un corso per allenatori, con circa 80 iscritti e un seminario di Pastorale dello sport rivolto ai giovani seminaristi, oltre a diversi incontri con il Governo per defi-

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nire la seconda Giornata nazionale dello sport allo stadio che, nel prossimo mese di agosto, coinvolgerà migliaia di bambini provenienti da tutti i quartieri della città e dai villaggi limitrofi. La partenza della nuova missione di volontari del Csi è già fissata da tempo: dal 26 luglio al 17 agosto, dove una delegazione di circa 40 persone partirà per Haiti per vivere un’esperienza indimenticabile. Il primo incontro di preparazione per i volontari arancioblu si è svolto sabato 15 marzo a Milano. Momenti di spiritualità e di confronto associativo hanno accompagnato i cinque laboratori formativi di approfondimento: colloqui individuali, attività sportiva, animazione, team building e lingua francese. Quello del Csi per l’isola caraibica è un

impegno a tutto campo, che va oltre le periodiche spedizioni e si nutre di scambi e di tante altre iniziative. Nel mese di aprile un ragazzo haitiano, reduce dal corso per allenatori, è arrivato in Italia per uno stage di 20 giorni nella società sportiva Pob Binzago del Csi lombardo che si è offerta di accoglierlo nella comunità dell’oratorio e ospitarlo in famiglia. Il Csi ha nel cuore la voglia di tornate ad Haiti e la semplicità come chiave di lettura della nostra esistenza. Ad Haiti la povertà e la miseria si incontrano ogni istante, ma si provano sensazioni di felicità irripetibili. Lo sport si gioca su campetti con buche e sassi, e spesso a piedi nudi, ma ci si accorge che può fare tantissimo. Ad Haiti occorre andare per capire sino in fondo. Spiegarlo o scriverlo non fa lo stesso.


FOCUS

Italia - Germania, è calcio mondiale!

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A fine aprile ritiro di preparazione per la Nazionale amputati Csi. A settembre tournée in Polonia

oppio appuntamento per le “stampelle” azzurre: l’incontro con la Germania (14 giugno) e il torneo in Polonia (12-14 settembre) quando andremo ad incontrarci con 5 squadre di nazioni europee. Dopo l’esordio un anno fa con la Francia è questa la strada intrapresa dalla Nazionale di calcio Amputati, voluta e sostenuta dal Csi. Dopo l’incoraggiamento che la squadra azzurra ha avuto nei tanti allenamenti e ritiri del 2014 (Lecce, Modena, Tirrenia), con il coinvolgimento diretto ed il forte supporto dei comitati territoriali e regionali del Csi, prosegue la preparazione a questi due eccezionali appuntamenti internazionali. La squadra, arricchita dall’inserimento di due nuovi portieri Alessandro Genta di Torino e Daniel Prima di Livorno,

(in porta giocano atleti amputati o privi di funzionalità di un arto superiore) si allena alla grande sfida di Gabicce con un nuovo e ricco organico ma anche con la novità delle convocazioni. Quest’ultime sono state rese necessarie per due motivi: la prima è una rosa divenuta più numerosa, grazie al successo e alla notorietà della squadra; la seconda più tecnica in quanto gli allenatori, Renzo Vergnani e Paolo Zarzana, ora anche selezionatori tecnici, proveranno a dare “un’anima” tecnica e tattica alla squadra, in vista dei nuovi appuntamenti internazionali. “La stagione sportiva trascorsa - osserva Zarzana - ha portato delle conferme importanti, condite da una peculiare preparazione fisica e tattica. La presenza di nuovi giocatori ci invita a continuare nel nostro cammino

verso manifestazioni importanti, come i Mondiali in Messico e le prossime Paralimpiadi, con la convinzione che possa essere un nuovo punto di partenza e un nuovo stimolo a continuare questa stupenda avventura”. Intanto, dal 25 al 27 aprile è in programma a Castegnaro (VI) un altro stage e ritiro degli azzurri. È prossima inoltre l’adesione alla WAFF (World Amputee Football Federation), che annovera già una trentina di Stati dei 4 continenti. “Sono soddisfatta dei passi in avanti compiuti dalla Nazionale - chiosa Anna Manara, referente nazionale dello sport disabil del Csi. A proposito di integrazione la sensazione che ci sia sempre più calore intorno ai ragazzi in tutto il territorio ed interesse da parte del mondo paralimpico”.

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JUNIOR PRIMOTIM PIANO CUP

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opo il successo della scorsa edizione, Csi, TIM e Lega Serie A sono tornate in campo con la Junior TIM Cup, un torneo di calcio a 7 riservato a giovani Under 14 di squadre oratoriali, che, oltre all’aspetto sportivo, celebra quel patrimonio di valori, storie e buone pratiche che costituiscono il riferimento del progetto di TIM “Il calcio è di chi lo ama”. L’iniziativa, frutto dell’alleanza tra lo sport di vertice e quello di base, ha coinvolto gli oratori delle 15 città le cui squadre militano nella Serie A TIM. Anche quest’anno il torneo ha supportato l’attività sportiva oratoriale grazie ad un fondo

ricavato in parte dalle ammende comminate ai tesserati e alle società di Serie A TIM dal Giudice Sportivo, in parte da un contributo di TIM nel ruolo di title sponsor del torneo. Proprio per i suoi obiettivi la “Junior TIM Cup – Il calcio negli Oratori” si è aggiudicata il Best Practice Awards 2013, nella categoria Social Responsibility, premio assegnato dall’EPFL, l’Associazione che riunisce le leghe di calcio professionistico in Europa. Ogni settimana, il grande calcio, attraverso i suoi campioni, ha fatto visita con i suoi protagonisti in un oratorio cittadino, per uno scambio di esperienze.

Il filo conduttore degli incontri è stato il tema dell’amicizia e del rispetto, determinanti in un “gioco di squadra”. Alcune partite si sono disputate in una cornice d’eccezione, ovvero negli stadi in cui giocano le squadre del massimo campionato, durante il pre partita dei match di Serie A TIM. Le 16 squadre vincitrici dei tornei regionali della Junior TIM Cup disputeranno una finale e le prime due si contenderanno il trofeo allo Stadio Olimpico di Roma prima della finale di TIM Cup, Fiorentina-Napoli. Un anno fa fu l’Oratorio S. Borromeo di Cagliari ad aggiudicarsi la prima Junior TIM Cup.

di Felice Alborghetti

Dall’Oratorio La seconda edizione della Junior TIM Cup, torneo di calcio a 7 under 14 promosso da Lega Serie regionale della Junior TIM Cup è stata giocata in uno stadio di serie A, regalando ai ragazzi Sabato 3 maggio, nello stadio della capitale, le 4 squadre finaliste

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PRIMO PIANO

Le 16 finaliste della

Junior TIM Cup Le 16 finaliste della se finale disputeranno la fa i campi romani venerdì 2 maggio su azione olimpica del centro di prepar “Giulio Onesti”. 4, Formula: 4 gironi da na con girone all’italia finale. e successiva fase

14

Junior TIM Cup 20

la Oratorio Cologno voratore La pe ep us San Gi Don Bosco Nulvi orgio Gi n Sa hia Parrocc pino Oratorio San Jaco simo di Struppa Parrocchia San Co uccini C.P. Bellaria Capp Aso Cernusco Aurora OSGB - rrechiara Oratorio Badia To crivà San Josèmaria Es Bambino S. Teresa di Gesù to Paolo II - Borgaret Oratorio Giovanni ta di Cassacco S. Giovanni Battis ovanni Evangelista Parrocchia San Gi

Città

BERGAMO BOLOGNA SASSARI CATANIA FIRENZE GENOVA LIVORNO MILANO MILANO ) NAPOLI (15 aprile A PARM ROMA MODENA TORINO UDINE VERONA

un sogno Olimpico A, TIM e CSI, ha coinvolto 713 oratori e 10 mila ragazzi in tutta Italia. Una partita di ogni torneo delle parrocchie il piacere di calcare il campo dove giocano i loro beniamini. si contenderanno il titolo nel pre-gara di Fiorentina-Napoli.

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Junior Tim Cup

Nel 2013 inaugurato un nuovo campo a Scampia La Junior TIM Cup ha giocato anche la partita della responsabilità sociale, inaugurando ad inizio della stagione il nuovo campo di gioco dell’Oratorio Don Guanella di Scampia (Na) alla presenza di una cinquantina di ragazzi emozionati e entusiasti. L’impianto è stato realizzato dalla Limonta Sport, con l’intervento di riqualificazione (recinzione, panchine, impianto di illuminazione) sull’area di un vecchio campo di calcetto polivalente. Marco Brunelli, Direttore Generale della Lega Serie A: “Siamo onorati come Lega Serie A di aver contribuito, insieme agli amici del CSI e al nostro storico partner Telecom Italia, alla realizzazione di questo campo di calcetto a Scampia . Viviamo nel mondo del professionismo, ma siamo stati tutti bambini, e non c’è soddisfazione più grande di aver regalato a questi ragazzi un luogo di aggregazione dove sognare e divertirsi giocando a calcio. Abbiamo oggi messo la prima pietra tangibile del nostro percorso e vogliamo vivere molte giornate come questa”. Cristiano Habetswallner, Responsabile Sponsorship Telecom Italia: “Per noi di TIM è bello poter salutare la nascita di questo campo intitolato all’amicizia, uno dei valori alla base dello sport sano, di un calcio pulito, che è lo spirito con cui è partita la nostra campagna “Il calcio è di chi lo ama”. I bambini di Scampia hanno ora un posto nuovo dove allenarsi, al calcio e alla vita. Questo nuovo impianto sportivo è anche un esempio di come gli errori di qualcuno (mi riferisco alle ammende comminate ai giocatori e alle Società di calcio di Serie A) possano servire a costruire qualcosa di positivo per altri.” Massimo Achini, presidente del Centro Sportivo Italiano: “La realizzazione di questo campo é il più grande investimento che il mondo del calcio potesse attuare, perché grazie all’impegno della Lega Serie A, che ha devoluto una quota parte delle multe incassate dalle società del massimo campionato, si è prodotta una quantità infinita di felicità. Un’ azione che renderà un altissimo tasso di redditività. Avere un campo sportivo ed un gruppo sportivo in parrocchia equivale ad andare una marcia in più”. Don Marco Mori, presidente del Forum Oratori Italiani: “E’ venuto spontaneo regalare questo campo all’oratorio di Scampia. Penso che il calcio e lo sport più in generale possa dare un’opportunità a tutti. Queste zone periferiche troppo spesso vengono trattate come palcoscenici meno importanti, invece l’idea è quello di dare normalità di vita, un segno di giustizia e di eguaglianza, e lo si è fatto tramite lo sport. Mi auguro che dietro l’erba sintetica di questo campo ci siano sempre ragazzi e persone vere”.

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un anno di emozioni per gli oratori

Da Orzinuovi al Brasile, l’assist di Cesare Prandelli, il ct cresciuto in oratorio Prima di tuffarsi nella grande emozione azzurra del Mondiale in Brasile che accompagnerà l’ inizio estate di tutti i tifosi di calcio italiani, il commissario tecnico della Nazionale, Cesare Prandelli, non ha voluto far mancare il suo incoraggiamento ai giovani calciatori degli oratori, finalisti a Roma della Junior TIM Cup. Del resto era stato proprio il tecnico di Orzinuovi a battezzare la seconda edizione del torneo, nel suo oratorio, a due passi da casa sua, sorteggiando le squadre che poi nel corso dell’anno si sono incontrate sui campi degli stadi di serie A TIM. All’oratorio Jolly, il suo, Prandelli aveva detto ai ragazzi, prima di allenarli: “La Junior Tim Cup è un progetto straordinario, e consiglio di tenervelo stretto, andando avanti su questa strada perché lo sport e il calcio ne hanno bisogno. Del resto l’oratorio non è solo il luogo dove si gioca e ci si diverte ma un luogo formativo, bacino dove poter pescare anche giocatori dalla tecnica affinata”. Ora prima della finale capitolina il ct è tornato alla carica: “Essere sportivi”, e non necessariamente dei campioni, è una dimensione a cui tutti debbono aspirare, in particolare modo voi giovani, perché uno stile di vita sano è un investimento sul futuro che saprà sempre ripagarvi per offrirvi ogni volta una nuova occasione di crescita umana e morale. Oggi avrete l’onore di rappresentare idealmente anche quegli amici e avversari che con voi hanno condiviso un sogno iniziato cinque mesi fa sul campo di un oratorio, per celebrare con gioia e partecipazione la conclusione di questa entusiasmante avventura calcistica. Con il vostro entusiasmo e impegno potete contribuire da protagonisti a scrivere la storia di una grande giornata di calcio assieme ai vostri “colleghi” di Fiorentina e Napoli, al pubblico presente sulle tribune e ai telespettatori a casa.

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JUNIOR TIM CUP

#ilbulloèunapalla La Junior Tim cup contro il cyberbullismo.

Il criminologo Massimo Picozzi “molti giovani confondono comunicazione con connessione”.

Il bullo si gonfia sul web di Felice Alborghetti Il bullismo, fenomeno già preoccupante di per sé, oggi viaggia su internet, sbarca nelle chat e nei social network, corre sugli smartphone, trovando nelle nuove tecnologie un moltiplicatore di pericolosità, un canale per mettere in atto e diffondere azioni volte a intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, far sentire a disagio o escludere altri ragazzi. Ne abbiamo parlato con Massimo Picozzi a margine dei suoi incontri con gli studenti a Genova e Milano.

Professore, è allarme cyberbullismo. Quale portata sta assumendo? La risposta ce la danno gli stessi ragazzi. Da recenti indagini il pericolo più grave percepito da un adolescente è il cyberbullismo. L’età maggiormente a rischio è la fascia dai 13 ai 14 anni.

In che modo e con quali effetti si attua? Essendo presi di mira, denigrati, mettendo in giro voci, molestando, rubando identità. Il cyberbullismo ruota intorno all’insicurezza e alla scarsa autostima

dei più fragili. Se si lascia la natura umana nascondersi dietro all’anonimato non c’è proprio possibilità che venga fuori il meglio di noi. Più anonimato, più sadismo. Infatti alcuni ragazzini non hanno nemmeno più la percezione che ciò che scrivono sia offensivo.

Cosa origina questa incapacità giovanile di stare insieme in armonia e la voglia di “divertirsi” a spese dei più deboli? Molti ragazzi confondono comunicazione e connessione. Pensano di esistere poiché comunicano e comunicano perché si connettono. Tra di loro, è una sorta di sgarbo non essere raggiungibili. Occorre essere sempre “on line”, nell’illusione che ti perdi qualcosa se non lo sei. La grande seduzione, l’orgoglio tipico dei ragazzi è poter dire “ho 5mila amici su facebook”, ovvero avere la sensazione di essere popolari. Il cyberbullismo è poi più pericoloso del classico bullismo sia per l’anonimato, che amplifica il fenomeno, sia per l’assenza di pervasività: il bullo ti inseguiva fino alla porta di casa, ma non entrava. Ora invece possono andare avanti ad insultarti anche se non sei connesso. Un commento postato rimane per sempre.

In che modo quindi lo sport può contrastare il fenomeno? Fare attività di gruppo, la competizione, lo spirito di squadra, ti mette di fronte ad una serie di informazioni per cui cresci. Chi vive vite virtuali non cresce mai. Gli studi dimostrano che chi fa sport ha un rischio del 30% minore, rispetto ai compagni che non lo praticano. Fare sport vuol dire interagire nel gruppo. Ovvero muoversi concretamente nella realtà, non nella virtualità di chi, anziché su un campo, cresce su internet, sui social network. Lo sport ti impegna nel tempo libero. Per gli altri non c’è più distinzione fra tempo impegnato e disimpegnato. La più parte dei ragazzi risponde a sms, chatta, mentre studia, mentre ascolta musica. Un dato preoccupante, perché non c’è più, oltre al tempo libero, il tempo dell’impegno.

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JUNIOR TIM CUP

E Il professore Picozzi dialoga con El Sharaawy P.: Quando non ha impegni sul campo passi parecchio tempo al pc? ES: Sì, diciamo che navigo molto spesso su Internet quando non mi alleno e anche sullo smartphone tra WhatsApp e altro. P.: Hai un account sia Twitter sia Facebook. Li segui tu? ES.: Sì, li aggiorno io insieme alle persone del mio staff di comunicazione, che mi aiutano a postare le informazioni. è molto utile questo collegamento soprattutto per relazionarmi e rapportarmi con tutti i miei fan. In questi due mesi di infortunio tutti i messaggi che ho ricevuto da parte dei fan mi hanno fatto veramente tanto piacere. P.: Domanda difficile: ti è capitato di sentire cose sgradevoli successe a te o a qualcuno che conosci? Nel mondo del calcio capita di essere travisati. ES: Sì, nel mondo del calcio capita di ricevere delle critiche, ma fa parte del nostro mestiere accettarle. Mi dispiace a volte di leggere dei commenti o cose poco piacevoli, come insulti o cose totalmente inventate. P.: è capitato anche a te di subire insulti o aggressioni on line? ES.: Sì sui social se ne vedono parecchie ma cerco di non farci caso. P.: Secondo te quali sono le cose più fastidiose da sopportare, dei commenti che fanno su di te? ES.: Quando ricevi degli insulti o leggi cose che non sono vere, soprattutto sulla mia vita privata. P.: A te è mai capitato di postare un messaggio sui social di cui ti sei pentito, qualcosa che è stato magari travisato ma che ti potevi risparmiare? ES.: No, non mi è mai capitato: io sto molto attento a quello che scrivo perché cerco sempre di trasmettere messaggi positivi a quelli che mi seguono, sono un personaggio pubblico e famoso e quello che scrivo può influenzare molto sia in senso negativo sia in senso positivo. P.: Ogni tanto si fa questo errore: molti ra-

gazzi giovani hanno timore di dire che hanno avuto esperienze negative sui social perché temono che i genitori gli tolgano il collegamento o il cellulare. ES.: L’importante è mantenere un buon rapporto con tutte le persone. Con il

lavoro che faccio relazionarsi, confrontarsi con le persone attraverso i social è fondamentale.

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FAIRPLAY MECENATE

Vota

un modello per i giovani di Danilo Vico

Il 23 luglio a Castiglion Fiorentino si assegna il 18° Premio internazionale Fair Play Mecenate. Per il terzo anno sarà ancora il popolo del CSI ad eleggere, al termine della votazione durata 6 mesi, il campione esemplare per i ragazzi. 32

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uello di Fair Play è concetto che va ben oltre il rispetto delle regole in campo. Esso investe piuttosto l’intero stile di vita dello sportivo, un modo di essere basato su molteplici aspetti, come la correttezza, la trasparenza, la serietà, l’umanità che si dimostrano anche fuori dallo sport. Dal 2012 al Csi, è stata affidata dal prestigioso Premio internazionale Fair Play Mecenate, che da 17 anni si consegna in provincia di Arezzo ad inizio estate - la scelta del campione nella speciale categoria “Un modello per i giovani”. Al Csi spetta dunque l’importante compito di indicare il prescelto fra i campioni selezionati dalla Giuria del Premio Fair Play Menarini, presieduta dal Generale Gianni Gola. Nel 2012 è stato Damiano Tommasi, oggi presidente dell’Associazione Italiana Calciatori. Nel 2013 il prescelto è stato Andrea Lucchetta. Il Csi andrà dunque ad eleggere nuovamente chi, tra i 10 campioni selezionati dalla Giuria del Premio Fair Play Mecenate, rappresenta un ideale “modello per i giovani”.

Lucchetta e il suo “sestetto base” valoriale. Forza, coraggio, equilibrio, tenacia, lealtà, sacrificio. è il sestetto base dei valori schierati da Andrea Lucchetta per fare di uno sportivo un vincente. Lo ha detto a Castiglion Fiorentino un anno fa, alla consegna del Premio “Un modello per i giovani” giocando con i tre giovani del Csi Arezzo, Angelo Halimi, Valerio Angioli, e l’ivoriense Maktar Samache, pallavolisti under 14 dell’Oratorio don Bosco di Arezzo - San Leo, che hanno accompagnato il presidente del Csi Toscana, Carlo Faraci, nella parata di stelle toscana. Nella notte del Fair Play, premiato come campione “Modello per i giovani”, eletto dal popolo del Centro Sportivo Italiano. E Lucky, in questo ruolo esemplare che gli sta a pennello, ha voluto aggiungere, come in una delle sue più taglienti diagonali (del resto l’obliquità è nel suo stile di vita) il settimo sigillo: l’umiltà. “Deve darla l’allenatore questa qui. è lui la pietra più importante”.


FAIRPLAY MECENATE

I candidati al premio Fair Play Mecenate Entro la fine di maggio è possibile votare on line (www.csi-net.it) il campione “Modello per i Giovani” nell’ambito del Premio internazionale Fair Play Mecenate. Al prescelto il riconoscimento verrà consegnato il prossimo 23 luglio a Castiglion Fiorentino (Ar).

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Edwige Gwend (1) Campionessa di Judo cresciuta nel Csi al Kyu Shin Do Kai Parma, ora in forza alle Fiamme Gialle. “Lo sport deve preparare a saper affrontare problemi ben più difficili di un incontro sul tatami. Però chi si è battuto per vincere un combattimento, saprà affrontare meglio gli altri ostacoli che si troverà di fronte nella vita”.

pio agli altri. Il sacrificio è la prima regola da seguire quando si vuole raggiungere un obiettivo. Non esistono scorciatoie per fare meno fatica”.

sono triste, ma poi penso ai ragazzi meno fortunati di me, quelli che mi prendono in giro. A loro è andata peggio perché sono nati senza cuore”.

Niccolò Campriani (2) A Londra 2012 è stato l’olimpionico azzurro che ha raccolto più medaglie oro e argento individuali. «Il tiro a segno per l’80% è questione di testa. Il fine è il gesto perfetto, assoluto e puro, da compiere solo in una condizione di distacco, dimenticando ansia e paura di vincere».

Valerio Aspromonte (6) Campione olimpico a squadre di fioretto maschile, 7 ore al giorno di allenamento. Fa parte della squadra delle Fiamme Gialle. è testimonial dell’associazione “Una Stella per Marta” in ricordo di Marta Russo, studentessa e fiorettista romana uccisa all’Università La Sapienza.

Mauro Bergamasco (3) 15 anni di ovale azzurro, terza linea delle Zebre di Parma, scudetti con Treviso e Stade Francais. “Con mio fratello Mirco, ai ragazzini che partecipano al nostro campus, diciamo che nel rugby, come nella vita, bisogna andare avanti, mettersi in gioco, sapendo che potrai contare sul sostegno del tuo compagno di squadra che ti è vicino. Da soli, infatti, se si dimenticano le radici e gli amici, non si va da nessuna parte».

Gigi Datome (7) Ala dei Detroit Pistons e della Nazionale italiana di basket. “Ogni passaggio della vita ne presuppone un altro decisivo per crescere. è accaduto quel che un pò tutti da bambini abbiamo sognato. Vado in NBA con la sensazione di aver dato tutto, di aver ripagato al massimo tutto l’affetto ricevuto e di essermi ritagliato uno spazietto nel cuore dei tifosi”.

Samuele Papi (9) Ancora in piena attività 40 anni per 40 titoli in carriera. Schiacciatore nella Pallavolo Piacenza. Quattro medaglie olimpiche, due volte campione mondiale, tre volte campione d’Europa. “Credo che il segreto sia proprio quello, andare in campo con lo stesso spirito che avevo da ragazzino quando giocavo al campo dell’oratorio”.

Elisa Santoni (4) È il capitano della squadra Nazionale Italiana di ginnastica ritmica e una delle atlete italiane più titolate. Alle “farfalline” del Csi ha detto “in una società dove spesso conta più apparire che essere, dove spesso l’agonismo anziché essere coltivato e gestito viene esasperato, mi permetto di lanciare un messaggio a voi, dicendo di non fermarsi mai davanti a piccole difficoltà o ostacoli”. Tony Cairoli (5) I sette titoli mondiali nel motocross lo hanno lanciato nella leggenda. Ma questo campione è eccezionale anche nella sua normalità “cerco di fare sempre tutto al meglio, dando così il buon esem-

Cecilia Camellini (8) Due ori e 2 bronzi nel nuoto alle Paralimpiadi di Londra 2012. Molto vicina ai giovani. “Sono cieca. A volte

Jessica Rossi (10) Tiratrice italiana di tiro a volo, vincitrice della medaglia d’oro ai Giochi olimpici di Londra 2012. La dedica ai terremotati della sua Emilia dopo il 99 su 100 piazzato sui cinque cerchi inglesi. “In pedana penso solo a dare il meglio di me. Metto il cuore nel fucile. Ai giovani dico di essere responsabili, come noi che abbiamo un’arma in mano dobbiamo esserlo”

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DOSSIER

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Le difficili promesse sociali dello sport Dall’ONU all’Unione Europea sono in tanti a ritenere che lo sport sia decisivo per costruire una società migliore. Ma lo sport è in grado di incidere effettivamente sulla realtà o le sue potenzialità sociali sono solo un’illusione?

di Andrea De Pascalis

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ualche tempo fa un’organizzazione educativa francese, la Ligue de l’ensegnement, ha lanciato un interrogativo pesante: lo sport è davvero in grado di mantenere le sue promesse sociali? Domanda di senso, visto che sono sempre più numerose le istituzioni nazionali e internazionali che dicono di fare affidamento sullo sport per costruire civiltà.

Cosa promette lo sport? Prima di parlare di promesse mantenute o tradite, occorre focalizzare quali siano queste promesse. Senza generalizzare, guardiamo a ciò che è scritto nel famo-

so “Libro bianco dello sport europeo” (2007). Lo sport è uno strumento da cui ci si attende che promuova: - democrazia e partecipazione (cittadinanza attiva); - formazione e istruzione; - integrazione e coesione sociale; - educazione e salute (prevenzione delle tossicodipendenze, contrasto dell’obesità..); - rispetto per gli altri, in primis le minoranze; - pari opportunità; - cooperazione tra individui e tra gruppi; - rispetto delle regole (delle leggi); - volontariato e senso della solidarietà; - contrasto a violenza, razzismo e xenofobia.

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“Da anni si convocano conferenze per discutere l’importanza dei valori nello sport, ma alla fine niente di tutto ciò provoca sostanziali cambiamenti. Non si va oltre l’affermazione di principi che nascono e muoiono sulle labbra. Se si vuole che lo sport mantenga le sue promesse sociali, quei principi devono diventare il cuore del sistema sportivo e di tutte le esperienze che esso propone. Solo così si può rispondere ai bisogni effettivi della società”. (Paul Melia)

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Cosa ci regala lo sport? Per rispondere a questa domanda è possibile attingere a diverse ricerche che hanno prodotto verifiche sperimentali dei benefici che lo sport apporta alla collettività in questo o quel settore. Su tutte vi sono le valutazioni dell’impatto dello sport sulla spesa sanitaria. Si prenda la cosiddetta emergenza obesità. L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) osserva: “La spesa sanitaria per una persona obesa è superiore del 25% a quella per una persona con peso normale, e i costi crescono in maniera esponenziale con l’aumentare dei chili di troppo... Nella maggior parte dei paesi OCSE, l’obesità è responsabile di circa l’1-3% della spesa sanitaria totale (5-10% negli Stati Uniti)”. È dimostrato che l’attività fisica e sportiva, unitamente a un’alimentazione corretta, abbassando l’incidenza dell’obesità, allunga l’attesa di vita e taglia la spesa sanitaria. Altrettanto avviene per altre 5 malattie che si riflettono pesantemente sui bilanci sanitari: malattie cardiovascolari, ictus, cancro al seno, cancro al colon, diabete tipo II. Il CONI ha calcolato che l’attuale livello di pratica sportiva tra i cittadini italiani consente già al S.S.N. un risparmio, tra costi diretti e indiretti per le

5 patologie, di circa 1,5 miliardi di euro. Ricordiamo che finora lo Stato italiano ha finanziato il sistema sportivo con poco più di 400 milioni annui. Lo sport restituisce quindi alle finanze pubbliche, e solo in termini di risparmi sanitari, il 400% di ciò che gli viene dato.

Non solo prevenzione sanitaria Vediamo qualche altro dato fornito dal rapporto What sport can do, stilato dal movimento canadese “True Sport”. Il settore sportivo canadese vale l’1,2% del PIL, e assicura il 2% dei posti di lavoro. Tra i lavoratori dipendenti l’attività sportiva riduce l’assenteismo, consentendo un risparmio per le buste paga dell’1,1% annuo. E ancora, si è constatato che le abilità apprese e mantenute con l’esperienza sportiva incidono positivamente sul rendimento dei lavoratori, migliorandone la produttività, fruttando un beneficio di circa l’1% del costo del lavoro. Altre valutazioni sperimentali pubblicate da “True Sport” evidenziano che l’attività fisico-sportiva riduce l’incidenza di disordini mentali derivanti da ansia e depressione. Rispetto ai sedentari, i giovani impegnati nello sport delinquono meno, aderiscono più difficilmente alle gang, sono meno inclini all’abuso di sostanze


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DOSSIER

proibite, mostrano minori comportamenti antisociali. Una ricerca effettuata in Gran Bretagna sulla relazione tra partecipazione sportiva e costruzione del capitale sociale ha dimostrato come le due cose siano effettivamente connesse. La pratica sportiva produce fiducia sociale, impegno civile, visione costruttiva dell’impatto dell’immigrazione sulla vita sociale. Un’altra ricerca condotta nelle comunità rurali dell’Australia ha evidenziato l’impatto effettivo dello sport sulla coesione sociale.

Le ragazze e lo sport Uno studio pubblicato dalla Women’s Sport Foundation ed effettuato su oltre 30.000 ragazze comparando atlete e non atlete fornisce importante materia di riflessione. Rispetto alle non atlete, le ragazze che praticano lo sport: - ottengono punteggi migliorati nei test scolastici; - si sentono più “popolari” tra i loro pari; - si coinvolgono più facilmente nelle attività extracurricolari; - conseguono il diploma di scuola superiore in misura tre volte maggiore;

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- frequentano l’Università e ottengono la laurea in maggiore misura; - aspirano ad assumere ruoli di responsabilità nella comunità; - non sono coinvolte nell’assunzione di droghe (il 92% in meno delle non atlete); - non restano incinte prematuramente (80% in meno).

Cosa chiede la società allo sport? Dai documenti proposti dai decisori politici e sportivi sul ruolo dello sport nella società emerge il loro disegno delle funzioni dello sport di domani. Poco si sa di cosa chiedono allo sport i potenziali fruitori, i cittadini, che in ogni Paese sono anche coloro che, pagando le tasse, finanziano il sistema e che, fornendo volontariato, fanno funzionare la macchina. The sport we want (Lo sport che vogliamo), è il nome di un’inchiesta a largo raggio effettuata qualche tempo fa tra i cittadini canadesi dal CCES (Centro Canadese per l’Etica dello Sport) per individuare cosa essi si aspettavano dallo sport. Si è constatato che se il divertimento e la fruizione del tempo libero non sono ritenuti poi così determinanti, ancor meno lo è l’aspirazione a diventare un campione. Nella scala dei benefici individuali si richiede uno sport che assicuri in ordine decrescente: sviluppo personale, autostima, fiducia in se stessi, abilità sociali, consuetudine all’inclusione e alla demo-

crazia, divertimento, rispetto, fair-play, salute e benessere, modelli di ruolo positivi, capacità di saper vincere e saper perdere. Nella scala dei benefici collettivi (sociali) dello sport, in ordine di priorità i cittadini chiedono: educazione ambientale, tutela della salute, promozione dell’inclusione, uguaglianza di possibilità di accesso (apertura a tutti), sviluppo di comportamenti sociali positivi, incremento della tolleranza e del mutuo rispetto, coesione sociale.

Per realizzare uno “sport che vale” C’è, dunque, una buona coincidenza tra i benefici che i cittadini e le istituzioni si attendono dallo sport e ciò che lo sport promette ed è in grado di mantenere. Ma se le mete coincidono, perché finora non si è riusciti a rispondere in pieno alle attese? Perché questo “sport che vale”, che incide, non si afferma e anzi lascia spesso campo a uno “sport che non vale”? L’elenco dei motivi individuati dall’inchiesta canadese chiama in causa questioni come: la scarsa comprensione degli obiettivi sociali da parte dei decisori sportivi; insufficiente disponibilità di risorse, di impianti e/o di volontariato; sclerotizzazione delle forme di sport tradizionali; un’immagine del senso dello sport persistentemente centrata sulla figura e sui bisogni dell’atleta vincente piuttosto che su quelli dei ragazzi e dei cittadini “normali”; difficoltà di accesso per motivi economi-


ci, culturali o razziali. Le conclusioni del report canadese sono chiare. Le prove dimostrano che lo sport possiede un potenziale unico quanto a benefici sociali, ma mostrano anche che realizzare tale potenziale è cosa profondamente legata alla qualità dell’esperienza sportiva stessa. «Studio dopo studio si è dimostrato che il pieno valore sociale dello sport si concretizza quando lo sport è condotto in un certo modo – quando è inclusivo,

bello, divertente e adotta una genuina eccellenza. Lo sport che i cittadini ritengono un “buono sport” - quello che essi cercano - è infatti lo sport che consegna i più grandi benefici alle loro famiglie e alla comunità... Essi sono preoccupati, tuttavia, che lo sport diventi eccessivamente focalizzato sulla competizione e credono sia necessaria un’azione correttiva in proposito». Che servano correttivi ai modelli sportivi

in auge lo crede anche Paul Melia, presidente del CCES: se non ci curiamo di immettere i giusti valori nello sport, come possiamo pretendere che dallo sport derivino i giusti valori ai suoi praticanti? La questione, in altri termini, è che dobbiamo costruire e tutelare un giusto modello di sport se vogliamo che poi lo sport modelli nel modo giusto la vita delle persone.

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ATTIVITà SPORTIVA

Campioni nazionali Società sportiva Nominativo Categoria GS Trilacum (TN) GIULIA BERTINI Esordienti f: OR. S. Gabriele Guanzate (CO) ELIA PUPPI Esordienti m: ana (LC) FRANCESCA GIANOLA AS Prem Ragazze: Calco (LC) s Virtu ABENEZER MANDELLI G. Ragazzi: riele Guanzate (CO) Gab S. FRANCESCA ANNONI OR. Cadette: in Illasi (VR) Bias t. Dilet GS GIOVANNI VALENTINI Cadetti: Paluzza (UD) o Mor Aldo US BEATRICE FABIANI Allieve: (VI) ubio Pas del Valli MASSIMO GUERRA Allievi: ) (SO erola Valg GS ALESSIA ZECCA Juniores f: ca Trevisana (TV) Mar La ana Pad LEONARDO FELETTO Pol. Juniores m: Pol. Due Ville (VI) GLORIA TESSARO Seniores f: USD Cermis (TN) HASANI VETON Seniores m: Atletica Lamon Feltre DEBORAH POMARE Amatori A f: Atletica Agordina Kiwi Sports (BL) DANIELE DE COLO’ Amatori A m: GS Trilacum (TN) CARLA DAMIN Amatori B f: GS Astra (BL) LUCIO FREGONA Amatori B m: ena (TN) ROSANNA LANZINER SV Trod Veterane: Ausiliatrice (PD) ia Mar US ANTONELLO SATTA Veterani: s Medio Campidano Onlu tera MOCCI Fron Atleti con disabilità: MASSIMILIANO

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ATTIVITà SPORTIVA

Staffette Società sportiva Categoria MANA A GIOVANILE FEMMINILE: AS PRE 1 ETO GIOVANILE MASCHILE: VEN RTIVA DUE VILLE ISPO ASSOLUTA FEMMINILE: POL NO 1 BEG MOR ASSOLUTA MASCHILE: CSI

Miss Campestre conquista Montecatini Il 5 e il 6 aprile oltre 1.600 atleti iscritti al più partecipato finale di campionato nazionale nel Csi. Il saluto del sindaco, il messaggio del Vescovo, le staffette super, l’esultanza dei nuovi campioni nazionali. di Giulj Picciolo

È

sicuramente lei la regina di tutte le manifestazioni arancioblu, la corsa campestre, che nella sua 17esima edizione, ha festosamente invaso la cittadina termale di Montecatini. Ben 1.658 crossisti alla partenza, provenienti da 14 regioni, 32 comitati, con tute di 142 società sportive. Numerosi gli accompagnatori, ma soprattutto un migliaio di atleti delle categorie giovanili, ovvero under 14, che sicuramente rappresentano il futuro dell’atletica leggera ed il fiore all’occhiello dell’impegno che il Csi porta avanti in questa disciplina sportiva. Edizione da record, ma anche di sperimentazione, come ha precisato Piero Albanese, presidente della Commissione Nazionale di Atletica Leggera del Csi, “abbiamo portato la campestre dentro una città, in un parco cittadino, annullando gli spostamenti e dando la possibilità a tutti, cittadini, atleti e accompagnato-

ri, di vivere in pieno tutti i momenti del campionato” e come hanno confermato i giovani valtellinesi del Morbegno A, vincitori della staffetta assoluta maschile “la nostra è stata una gara perfetta in una manifestazione perfetta, tutto vicino, a portata di mano, senza mai spostarci se non per pochi metri a piedi… meglio di così?”. Un pienone anche sabato sera alla serata associativa, ed alla Messa, all’interno del Teatro Verdi, stracolmo di partecipanti. Tanto da far esclamare a mons. Giovanni De Vivo, vescovo di Pescia durante la sua omelia: “Non ho mai visto così tanta gente ad una celebrazione… nemmeno in cattedrale! Grazie a tutti voi e al Csi!”. Suggestivo come sempre il tradizionale Staffettone delle Regioni che ha premiato i migliori quintetti corregionali, scelti e proposti in maniera differente. Al traguardo ecco le 5 ragazze della Premana A,

vincitrici nella categoria giovanile femminile: “un percorso molto impegnativo, ma anche davvero bello, condizioni ottime e una squadra, la nostra, che ci vede unite anche nella vita quotidiana” il contraltare dei i ragazzi del Veneto 1, primi nella giovanile maschile: “proveniamo da quattro società sportive diverse e questa è la prima gara che facciamo insieme, grazie alla quale abbiamo stretto una forte amicizia”. Come dire che un obiettivo lo si può raggiungere provenendo anche da strade e premesse differenti. Momenti intensi in gara e fuori, un tracciato tecnico realizzato grazie al grande contributo del Comune locale – a salutare tanti sportivi non è voluto mancare il sindaco Giuseppe Bellandi, che ha ufficialmente aperto la finale, ma soprattutto gioia di correre, stare insieme, conoscere e ritrovare amici lontani… ecco gli ingredienti speciali di Miss Campestre!

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INCHIESTA

Cinque errori

da evitare L’influenza negativa dei genitori sull’esperienza sportiva dei figli si manifesta talvolta attraverso comportamenti sbagliati agiti del tutto in buona fede. Vediamo come li sintetizza una ricerca di oltre Oceano. di Andrea De Pascalis

N

on c’è solo l’abbandono precoce tra i rischi che incombono sullo sport giovanile. Altre e forse più agguerrite insidie provengono, secondo gli esperti, da sei fattori: doping, violenza, politiche sportive deboli o insufficienti, scarse possibilità di accesso e inclusione, esempi negativi provenienti dallo sport professionistico, comportamento sbagliato dei genitori. Nella graduatoria della rilevanza di questi fattori negativi la responsabilità dei genitori è al terzo posto. E non stiamo parlando dell’Italia: sembra che in questo campo si possa dire che “tutto il mondo è paese”. Il Csi ha affrontato il problema con la recente pubblicazione di “Genitori a bordo campo”, volume del componente del team nazionale Csi della formazione Roberto Mauri. Oltre Oceano un contributo di studio, tradotto in una serie di brevi schede come piace da quelle parti, è arrivato da due ricercatori, Cal Botterill e Tom Patrick, che, tra l’altro, hanno fissato l’attenzione su un aspetto poco indagato: i danni che i genitori arrecano inconsapevolmente, in buona fede, all’esperienza sportiva dei figli (per quelli intenzionali, palesi, la faccenda è diversa). Sono 5 specie di “errori”.

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1) Entusiasmo fuori luogo. I genitori mettono troppa enfasi sulle prestazioni sportive dei figli, positive o negative che siano. Vorrebbero solo manifestare entusiasmo per le vittorie e incoraggiamento per le sconfitte, ma non tengono in conto che enfatizzando quelle circostanze rinforzano nel ragazzo l’idea che il risultato sportivo sia centrale nella sua vita e che esso sia molto importante per i genitori. 2) Induzione di senso di colpa. Il genitore spende soldi e tempo per consentire al figlio un’esperienza sportiva di qualità, ma se sottolinea eccessivamente quanto sacrificio ciò gli sia costato, magari con la sola intenzione di motivare il ragazzo, fa nascere in questo l’idea che tale sacrificio debba essere ricompensato assolutamente. E se i risultati non vengono, si produce senso di colpa. 3) Vivere lo sport attraverso i figli. Il genitore che non ha potuto vivere in proprio un’esperienza sportiva, anche se lo avrebbe voluto, o se ha avuto un’esperienza fallimentare, proietta sul figlio le sue attese giovanili mancate. Ciò induce pressione eccessiva nel figlio, che sente di dover “riscattare” ciò che non è riuscito al genitore.

4) Abbagliamento da.. oro. Una cultura sportiva “povera” del genitore lo porta a credere che l’unico fine dello sport sia primeggiare, salire sul podio per ricevere una “medaglia d’oro”. È accertato invece che meno dell’1% dei bambini ritiene importante tale meta, gli altri chiedono solo di divertirsi. 5) Perdita di prospettiva. I genitori talvolta perdono di vista qual è il beneficio pri-


INCHIESTA

Roberto Mauri, Genitori a bordo campo, Editore In Dialogo, pp. 128, € 15,90

oritario che lo sport deve conferire a loro stessi e ai figli, ovvero la crescita fisica armonica del minore e una sua migliore preparazione alla vita. Più che parlare in famiglia dei risultati conseguiti, si dovrebbe parlare dei valori che emergono dall’esperienza sportiva e dell’importanza che essi rivestono una volta incarnati nella vita di tutti i giorni.

Questo libro vuol essere una sorta di manuale di sopravvivenza per genitori sportivi: non intende spiegare ai genitori come e perché far fare sport ai figli, quanto coinvolgerli in modo più consapevole e soddisfacente nel processo educativo che l’attività sportiva determina. Esso è il frutto di numerosi incontri sul tema condotti presso società e gruppi sportivi espressione dello sport di base, del lavoro di ascolto dei genitori e confronto con allenatori e dirigenti sportivi. Per evitare, per quanto possibile, che le considerazioni esposte restino semplici riflessioni, utili solo ad alimentare lamentele del tipo ‘sarebbe bello, ma…’, il testo offre qualche ‘istruzione per l’uso’, ovvero una serie di materiali e strumenti utili per costruire incontri e percorsi formativi con genitori, allenatori e dirigenti sportivi, e così cercare di rispondere alle principali esigenze ed attese educative di genitori e responsabili sportivi. Roberto Mauri, psicologo e ricercatore sociale. Collabora da tempo con gli organismi di Pastorale Giovanile della diocesi di Milano. È attualmente coordinatore del Team Formazione Nazionale del Centro Sportivo Italiano. Ha tre figli maschi che fanno sport con i quali si è confrontato a lungo nel preparare questo testo.

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ATTUALITà

Gran successo per il festival pugliese aperto dal primo ballerino dell’Operà De Paris, Alessio Carbone

Baridanza2014 In tutta Italia porte aperte dal Csi alla classica e moderna i Daniele Zaccardi

S

i spengono i riflettori sulla XIX edizione del Festival Baridanza, concorso nazionale di danza classica e moderna, che ha visto la partecipazione di oltre 1.200 danzatori, 186 insegnati ed oltre 1.500 spettatori, un’edizione particolarmente attesa per la presenza in commissione di artisti internazionali quali Alessio Carbone primo ballerino dell’Operà de Paris, Susan Sentler, Bill Goodson, Emanuel Lo, Fritz, Roberto Baiocchi. La manifestazione, che al solito ha puntato alla valorizzazione dei giovani talenti, ha visto assegnate nel corso delle tre giornate ben 30 borse di studio che permetteranno ai danzatori di approfondire i loro studi in Italia ed all’estero in particolare in 2 scuole prestigiose di Londra, la Laban University e l’English National Ballet, un traguardo impensabile per questi ragazzi che coroneranno il loro sogno, per i più piccoli la possibilità di accedere a stage in Italia molto interessanti quali il Chiavari Summer Festival, Alvin Ailey Italian Summer School ed il World Dance Movement. è stato un passo assai importante per il Centro Sportivo Italiano e soprattutto per la nuova sezione dedicata alla danza

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nazionale, un mondo vastissimo in cui tanti sono i giovani praticanti e numeroso il mosaico di scuole ed associazioni presenti su tutto il territorio italiano. Baridanza nel 2014 ha aperto le porte alla

Due momenti della manifestazione

solidarietà: in questo particolare momento storico in cui è facile dimenticarsi dei meno fortunati si è voluto devolvere un contributo a due associazioni particolarmente vicine ai bambini ovvero la Onlus Bari Young per finanziare un progetto rivolto a bambini particolarmente bisognosi della città di Bari ed alla Onlus Mamme Per Sempre per finanziare il progetto a sostegno di giovani ragazze madri in difficoltà. Il bilancio della manifestazione è quindi assolutamente positivo e tutto questo grazie anche al gruppo di lavoro della società Mediterraneodanza, che, con estrema dedizione e passione ha portato a termine in modo impeccabile questo grande evento. Stretta e costante la collaborazione con il Comitato provinciale del Csi Bari e del Coni Puglia da sempre vicini a tali iniziative. Soddisfatto il referente della danza Csi, Mario Beschi: “Il sogno ora sarebbe una finale in programma a Roma nel mese di novembre in cui i vincitori del Baridanza si possano confrontare con danzatori finalisti di altri concorsi promossi dal Centro Sportivo Italiano sul territorio nazionale”.


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“Il Vangelo secondo lo sport, La lode del Vescovo di Tivoli. Lunedì 31 marzo il recital “Il Vangelo secondo lo sport”, scritto da Andrea Barbetti e presente nel catalogo della formazione Csi, è stato rappresentato in occasione del Festival della Bibbia organizzato dalla Diocesi di Tivoli. Grande l’apprezzamento del Vescovo di Tivoli, mons. Mauro Parmeggiani, che ha detto: “la rappresentazione teatrale presenta in maniera alta e profonda, semplice e diretta, quanto il Vangelo di Gesù ha da dire ed insegnare anche all’uomo di oggi. Senza cadere nella banalità o in un accostamento superficiale o retorico tra Vangelo e vita. L’opera porta ad interrogarsi su come condurre la propria esistenza. Profondi sono gli interrogativi posti agli sportivi e ai genitori dei ragazzi e giovani che praticano sport circa il senso da dare alla vita e al retto competere”. A Reggio Calabria prime pene alternative: 4 ore di volontariato per un turno di squalifica. Restituire al calcio un tessuto etico che scongiuri quei brutti fenomeni – dal doping alla violenza - che lo inquinano anche a livello dilettantistico e giovanile, in campo e fuori, è una speranza che attraversa i sogni della stessa FIGC. Ma come riuscirci è cosa affatto chiara. Ed ecco che da Reggio Calabria arriva la notizia che qualcuno ci sta provando e fa sul serio, senza perdersi in chiacchiere. Quel qualcuno è il Csi di Reggio Calabria, che a metà marzo ha presentato un protocollo d’intesa sottoscritto con il Centro Servizi Volontariato. Finalità: lavorare insieme per attivare un percorso “rieducativo vero” per gli atleti che si rendano protagonisti di episodi violenti. In sostanza, i “cattivi”, una volta bloccati dal giudice sportivo, spenderanno il periodo di squalifica facendo i volontari alla mensa dei poveri. Un turno di squalifica vale 4 ore di volontariato. Non si tratta di una punizione, quanto di un investimento educativo, un modo per richiamare l’atleta che ha perso il senso della misura a guardarsi intorno, a rendersi conto che la vita è altro, a riscoprire e interiorizzare i valori dell’umiltà e della solidarietà.

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A Chieti il Meeting del Csi Si è tenuto a Chieti il 27 marzo, presso l’Auditorium “Le Crocelle”, il Meeting del Csi teatino. Sono intervenuti all’incontro mons. Bruno Forte, Arcivescovo della Diocesi Chieti-Vasto, Massimo Achini, presidente nazionale Csi, Marco Rosati, presidente provinciale del Csi Chieti, Mimmo Puracchio, vice-presidente vicario e la pluridecorata atleta teatina Fabrizia D’Ottavio. Davanti ad un’assemblea attenta e partecipe, composta da membri del Consiglio e della Presidenza provinciale, autorità civili della città e rappresentanti delle società sportive e degli oratori della diocesi, a fare gli onori di casa è stato mons. Bruno Forte, che con parole di stima verso la figura amorevole e coinvolgente di Papa Francesco, ha messo in risalto la bellezza e la straordinarietà di incontrarlo in un evento nazionale, come quello in calendario per il Csi il 7 giugno.

Il calcio integrato scende in campo con “Il Cuore nel Pallone”. Lunedì 7 aprile allo stadio Braglia di Modena il match tra Nazionali e squadre di calcio integrato a sostegno del grande progetto di sport e solidarietà. In prima linea il Csi Emilia. è stato il primo torneo a livello nazionale, che ha visto scendere in campo Nazionali e squadre di calcio integrato formate da ragazzi normodotati e diversamente abili per il grande progetto di sport e solidarietà “Il Cuore nel Pallone”. L’iniziativa, del tutto gratuita, è stata promossa e organizzata dall’Università di Modena e Reggio Emilia, dall’Associazione Bambini nel Mondo Onlus e dal Centro Sportivo Italiano - Emilia Romagna con il comitato provinciale di Modena. Obiettivo: sensibilizzare l’attenzione nei confronti del mondo della disabilità e quindi dei bisogni che i ragazzi esprimono e che vogliono vedere realizzati: già il Modena Calcio F.C. ha dato la propria totale disponibilità per la realizzazione di questa attività sportiva inclusiva. L’organizzazione della manifestazione crede nell’integrazione nel suo significato più ampio, ovvero nel puntare ad una modalità di adattamento reciproco tra l’individuo con disagio/disabilità e il gruppo/contesto.


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DANONE NATIONS CUP

Nel mese di maggio le finali intermedie della Danone Nations Cup 2014

Believe in your dreams

Il sogno più grande è il Brasile. Passando dalla finale italiana a Lignano Sabbiadoro il 14-15 luglio di Giuly Picciolo

H

I vincitori delle precedenti edizioni: 2013 Francia 2012 Corea del Sud 2011 Brasile 2010 Messico 2009 Sudafrica 2008 Francia 2007 Sudafrica 2006 Isola della Riunione 2005 Russia

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anno preso il via, domenica 30 marzo al centro Sportivo Vismara di Milano, le Finali Intermedie dei Campionati CSI Under 12 - Danone Nations Cup 2014, il torneo italiano che dà accesso alla finale internazionale DNC con due milioni e mezzo di giovani calciatori coinvolti in 32 diversi Paesi. Le 15 finali intermedie (provinciali, regionali ed interprovinciali) si svolgeranno fino alla fine di maggio e coinvolgeranno circa 200 squadre e 2.500 giovani calciatori pronti a sfidarsi per conquistare la finale nazionale prevista per il 14 e il 15 giugno a Lignano Sabbiadoro. Arrivata alla 15^ edizione, i campionati CSI Under 12 – Danone Nations Cup contano 18.000 atleti e 900 squadre partecipanti e così come già avvenne per la passata edizione, Danone è partner di tutti i Campionati Giovanili Under 12 di calcio CSI, iniziati lo scorso autunno, che hanno rappresentato nei 47 comitati ciessini coinvolti la fase locale del torneo. Regole semplici per una manifestazione giocata all’insegna del fair play e dei veri valori sportivi: l’integrazione e la fratellanza tra culture diverse, il rispetto dell’avversario e delle regole fuori e dentro il campo, la socializzazione e lo spirito di gruppo, ma anche e soprattutto l’idea di mettercela tutta per realizzare i propri sogni, come recita il claim di Danone Nations Cup: “Believe in your dreams”. Anche per questo il testimonial internazionale della manifestazione, patrocinata dalla FIFA e organizzata dal Gruppo Danone, è Zinedine Zidane, diventato un grande campione nonostante le umili origini grazie anche alla forza dei propri sogni. Proprio Zidane incontrerà le 32 squadre finaliste (una per ogni nazione) nella Finale Internazionale che si svolgerà in autunno in Brasile, sede dei prossimi Mondiali di calcio.


GAZZETTA CUP

Finale il 12 e il 13 giugno al Meazza

GazzettaCup 2014 vola con Ringo di Tito della Torre

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artiranno il 25 aprile da Bolzano le fasi cittadine di “Gazzetta Cup 2014 con Ringo”, il più grande torneo di calcio d’Italia per ragazzi dai 9 ai 13 anni, realizzato da La Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano e, da quest’anno, con il supporto di Ringo. Le fasi cittadine sono il secondo dei tre momenti in cui si articola il torneo, già iniziato con l’arrivo della primavera, in 104 città italiane con le fasi interne, che hanno visto coinvolti 35mila ragazzi, cifra record per questa manifestazione arrivata alla sesta edizione. Ufficializzata anche la data della finale nazionale, che si giocherà per il terzo anno consecutivo allo stadio “Meazza” di Milano: andrà in scena il 12 e 13 giugno. Da quest’anno Gazzetta Cup si arricchisce della partecipazione di Ringo e della “Do You Ringo? Academy”:

in ogni città che ospiterà le Fasi Cittadine si svolgeranno speciali allenamenti con mister qualificati e sarà presente un’area giochi con tanto divertimento e tutto il gusto e l’energia di Ringo, lo snack dei giovani campioni. L’iniziativa è gratuita e può essere seguita cliccando su www.ringo. it, dov’è possibile scoprire tutti i dettagli dell’esperienza della “Do You Ringo? Academy” e iscriversi alla tappa più vicina. Le iscrizioni sono già aperte e chiuderanno al raggiungimento di 400 adesioni.

Queste le città e le date delle Fasi Cittadine: Bolzano (25 aprile), Milano (27 aprile), Reggio Emilia e Bari (4 maggio), Cosenza (11 maggio), Cagliari e Macerata (18 maggio), Padova e Catania (25 maggio), Torino (31 maggio), Roma (1 giugno), Napoli (2 giugno).

I numeri di “Gazzetta Cup & Ringo”:

35 mila

35 mila

7 mila

3.5 mila

partecipanti

kit confezionati per i partecipanti

partite

squadre iscritte

400

104

20

12

sedi di gioco per le Fasi Interne

città coinvolte nelle Fasi Interne

regioni coinvolte nelle Fasi Interne

capoluoghi di provincia coinvolti nelle Fasi Cittadine

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AGENDA

12° Campionato nazionale di Nuoto 29 maggio/2 giugno Lignano Sabbiadoro (UD)

9° Campionato nazionale di Ginnastica Ritmica 3/8 giungo - Fiuggi (FR)

Finali nazionale Under 10/ Under 12 12/15 giungo - Lignano Sabbiadoro (UD)

Finale nazionale Danone Nations Cup 13/15 giungo - Lignano Sabbiadoro (UD)

Finali campionati nazionali Allievi/Juniores (Calcio a 5, Calcio a 7, Pallavolo) 28 giugno/2 luglio - Lignano Sabbiadoro (UD)

Finali campionati nazionali Allievi/Juniores (Calcio a 11, Pallacanestro) 2/6 luglio - Lignano Sabbiadoro (UD) 50




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GazzettaCup 2014 vola con Ringo

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Believe in your dreams

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BariDanza2014

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Cinque errori da evitare

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Miss Campestre conquista Montecatini

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Le difficili promesse sociali dello sport

7min
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Un modello per i giovani

6min
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Dall'Oratorio un sogno Olimpico

11min
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Italia - Germania, è calcio mondiale!

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Il Csi ad Haiti è già realtà

3min
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Tutti in gioco per la solidarietà

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Si accendono gli slalomisti del Csi

6min
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Il tesoro del campo

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Il Mondiale della fede e del “fair-pray”

6min
pages 13-16

CSISTORY

7min
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E' QUI LA FESTA

6min
pages 6-8

In gol con Papa Francesco

3min
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Il Papa è sempre il “capitano” del Csi

4min
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