Outdoor Magazine #02-2024 - Speciale Skialp

Page 1

Allegato redazionale di Outdoor Magazine n. 2anno 17febbraio 2024 © Giacomo MeneghelloTraversata BormioLivigno by Ski Trab @outdoormag_
SPECIALE SKIALP
CLIMB UP. SKI DOWN. SIMPLE AS THAT. LASPORTIVA.COM Versatilità, leggerezza e controllo: lo scarpone ideale per salite e discese su terreni tecnici in ogni condizione. Scafo in Pebax® Rnew® rinforzato in carbonio per darti maggior rigidità e chiusura BOA® Fit System per una calzata ottimale. Semplicemente pronto a tutto.

Editore: MagNet Srl SB - Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO - Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI

Contributors:

Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Via Tertulliano, 68 - 20137 Milano

02.87245180

3 SOMMARIO GLOSSARIO Le parole chiave della disciplina 4 INCHIESTA Come sta il settore? Il parere dei brand 6 REPORT WINTER BUSINESS DAYS - Tavola rotonda: il futuro - della disciplina visto dagli addetti ai lavori 12 - Vibram e il progetto Repair If You Care - Intervista a Nicola Faccinetto, - sport innovation marketing specialist 18 - La Kilo Experience di La Sportiva - Parla Davide Brugnoli, - product manager skimo & equipment 20 - C.A.M.P. presenta le pelli ibride contour. - Intervista a Massimo Brini, sales manager Italia 22 INSIDE THE RACE Una necessaria inversione di tendenza? 16 FOCUS PRODOTTO Cimalp 24 Montura, Petzl 25 Crazy 26 VETRINE PRODOTTO BV Sport, Ferrino, Polartec 27 Black Crows, DPS, Ski Trab, Zag 28 Phantom Glide 29 CMP, Jack Wolfskin, Ortovox, Outback 97 30 Dalbello, SCARPA 31 AROUND THE WORLD Powder a Hokkaido, la più leggera al mondo 32 SPLITBOARD CORNER Amplid, Burton, Comera 33 ENTERTAINMENT Pelli di foca: il primo gioco da tavolo sullo skialp 34 18 16 SPECIALE SKIALP
KAREN POZZI, SARA CANALI, PIETRO ASSERETO, FRANCESCA CASSI
Art director: ROSANGELA BARNI
Stampa:
Trib.
n.186
Poste
SpA
Spedizione in abbonamento postale D.L.
- conv. in L. 46/2004 Art.1
LO/MI
garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti
per l’invio
informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n°
i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a:
SB Responsabile dati: Benedetto Sironi Chiuso in redazione il 29 febbraio 2024 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl
Tel.
Fax 02.87245182 - redazione@outdoormag.it - www.outdoormag.it Allegato redazionale di Outdoor Magazine Anno 17 - N. 2/2024
Gierre Print Service Srl Periodico mensile - Registrazione al
di Milano
del 20 marzo 2007.
Italiane
-
353/2003
Comma 1 -
L’editore
e
di
196/2003,
MagNet Srl

IN POCHE PAROLE

Una raccolta di termini indispensabili per chi si avvicina alla disciplina e per gli addetti ai lavori. Vocabolario tecnico, ma anche slang e neologismi. Il gergo necessario per entrare a pieno nel mondo dello scialpinismo contemporaneo

di Francesca Cassi

ACCUMULO: risultato del trasporto di neve a opera del vento. Strato di neve accumulato in una zona al riparo dal vento

AINEVA: associazione delle Regioni e Provincie autonome dell’arco alpino italiano costituita al fine di consentire il coordinamento delle operazioni e iniziative in materia di prevenzione e informazione nel settore neve e valanghe. Redige il bollettino valanghe

AIRBAG (ZAINO): non parte del set di autosoccorso obbligatorio ma strumento preso in considerazione dagli alpinisti. Si tratta di uno zaino dotato di un grosso pallone che, gonfiandosi in caso di valanga, terrà a galla lo sciatore travolto. A seconda dei modelli acquistati, variano il peso e le modalità di fuoriuscita dallo zaino. Per attivare il sistema si tira una manopola sullo spallaccio dello zaino che è collegata a un ago che fora le cartucce dell’airbag, attivandolo

ALL-MOUNTAIN (SCI): sci pensati per tutti i terreni, con una versatilità e un’adattabilità che li rendono docili per ogni tipo di neve

ALZATACCO: parte regolabile della talloniera che nelle salite più ripide può agevolare la camminata

ARVA O ARTVA: strumento elettronico utilizzato per la ricerca delle persone travolte in valanga

ATTACCHINO: attacco ultra leggero, semplice e robusto, con pin

ATTACCO: struttura che permette di fissare lo scarpone allo sci

BACKCOUNTRY: tutto lo sci non in pista

BASTONCINI: simili a quelli da sci alpino, sono solitamente telescopici per permetterne l’allungamento in salita e l’accorciamento in discesa

BOLLETTINO VALANGHE: documento istituzionale che descrive in sintetico l’innevamento, lo strato del manto nevoso e il pericolo di valanghe in un determinato territorio usando una scala composta da cinque livelli, detti “gradi di pericolo” (debole, moderato, marcato, forte, molto forte)

BS: nella scala Blachère, valutazione delle difficoltà scialpinistiche “Buono Sciatore”. Pendii facili, fino a 40°, per tratti brevi e poco esposti

CAMBER: arco naturale di uno sci quando non si esercita alcuna pressione su di esso

CANALE O CANALONE: canale ripido generalmente situato in prossimità di creste e delimitato da rocce nude. Contiene spesso detriti rocciosi ed è il luogo privilegiato per l’accumulo di neve ventata

COLTELLI (O RAMPANT): attrezzo che aiuta la progressione in salita in caso di neve gelata, progettato per essere assicurato sullo sci, tra il puntale e la talloniera formando un blocco unico indipendente dal movimento del piede

CORNICE: accumulo di neve ventata, depositata tramite trasporto eolico della neve, formante una struttura aggettante conica rivolta al versante sottovento

CROSTA: strato del manto nevoso molto compatto, formatosi in seguito ai processi di fusione e rigelo o per azione del vento

CROSTA NON PORTANTE: crosta di superficie con scarsa capacità portante che si rompe al passaggio dello sciatore

DIETROFRONT (INVERSIONE): delicata manovra per cambiare direzione di progressione durante la salita, che richiede esperienza e flessibilità

DUVET (O PIUMINO): giacca di piuma

FIRN: neve umida che si forma in primavera per alternanza di fusione e rigelo negli strati superficiali, ottima per sciare

FREERIDE: fuoripista in neve fresca, avente scopo ludico e ricerca del senso di libertà

GUSCIO: giacca antivento, spesso impermeabile indossata come ultimo strato

MS: nella scala Blachère, valutazione delle difficoltà scialpinistiche “Medio Sciatore”. Pendii facili fino a 30°

OS: nella scala Blachère, valutazione delle difficoltà scialpinistiche “Ottimo Sciatore”. Pendii anche oltre a 40°, passaggi obbligati ed esposti

PALA: parte del kit di autosoccorso obbligatorio, essenziale per disseppellire l’eventuale skialper sepolto in caso di valanga, con appositi modelli leggeri e smontabili

PELLARE: mettere le pelli, oppure più generalmente praticare lo scialpinismo

PELLATA: gita di scialpinismo

PELLI DI FOCA: strumento indispensabile per la pratica dello scialpinismo. Applicata sotto lo sci, permette, grazie all’orientamento delle sue fibre, di scorrere solo in avanti senza scivolare indietro

PICCOZZA: attrezzo appartenente all’equipaggiamento alpinistico utilizzato per la progressione su neve ghiacciata o ghiaccio, composta da un manico alla cui estremità inferiore è posta una punta e all’estremità superiore una lama composta da una becca e una paletta

PIN: parte dell’attacchino a forma di due punte di metallo che si infilano nella punta dello scarpone, agganciandolo

PLACCHE: strato di neve accumulato dal vento in una zona al riparo dallo stesso (pendii vicino alle creste, ingresso di canali)

POLVERE: vedi powder

PORTAGE: pratica che prevede la progressione a piedi, con gli sci legati sullo zaino, su terreno solitamente non innevato, per raggiungere la neve

POWDER: neve farinosa

PUNTALE: parte dell’attacco che fissa la parte anteriore dello scarpone

RAGGIO DELLO SCI: raggio corrispondente alla curva in conduzione

RAMPONI: attrezzo appartenente all’equipaggiamento alpinistico utilizzato per la progressione su neve ghiacciata o ghiaccio, da inserire sullo scarpone e dotato di 10-12 punte metalliche in grado di fare presa anche sul terreno più difficile

RAVANAGE: termine colloquiale per indicare l’arte dello spostarsi fuori traccia o fuori sentiero, trovandosi in situazioni impreviste e in nevi difficili

RECCO (SISTEMA): nome commerciale di un sistema elettronico che serve per ritrovare tempestivamente persone sepolte da neve in seguito a una valanga

ROCKER: evoluzione della forma della punta e della coda di uno sci, solitamente in un rialzo precoce e più progressivo a una struttura normale

SCALA BLACHÈRE: scala di valutazione delle difficoltà scialpinistiche (MS, BS, OS). L’eventuale aggiunta di una A (MSA, BSA, OSA) indica la presenza di difficoltà alpinistiche, come tratti rocciosi o ghiacciai SCARPONI DA SCIALPINISMO: simili a quelli

per lo sci alpino, solitamente più leggeri, dotati di una suola in gomma e ramponabile per agevolare la camminata

SCI RIPIDO: estrema espressione dello sci fuoripista che si pratica su pendii sopra i 40°

SFONDARE: sciando, cadere nella crosta non portante

SKITOURING: scialpinismo classico, adatto per tutti gli sciatori, dal principiante al molto esperto

SLAVINA: vedi valanga

SONDA (DA VALANGA): parte della dotazione di sicurezza standard obbligatoria. Dispositivo di sicurezza costituito da una lunga asta rigida, sottile e robusta, utilizzata per sondare la massa nevosa alla ricerca di travolti dopo l’utilizzo dell’apparecchio ARVA

SPEED TOURING: scialpinismo più tecnico, con dislivelli e ritmi più impegnativi

SPELLARE: togliere le pelli

TALLONIERA: parte dell’attacco che fissa la parte posteriore dello scarpone

TELEMARK: tecnica sciistica a tallone libero, in cui solo la punta del piede è collegata allo sci. Per curvare, lo sciatore deve spingere in avanti la gamba a valle e piegare il ginocchio di quella a a monte

TRACCIA: itinerario battuto dallo sciatore nella neve fresca in salita

TRASFORMATA: neve primaverile, scioltasi a opera delle temperature elevate

TRUNA: cunicolo di neve scavato per bivaccare in caso di emergenza

TUTINA: praticante dello speed touring o del race touring

VALANGA: smottamento del manto nevoso che si verifica quando una massa di neve o ghiaccio si mette in moto sul pendio precipitando con un repentino slittamento a causa della rottura della condizione di equilibrio del manto

VENTATA (NEVE): neve lavorata dal vento in prossimità di creste, crinali e dorsali

ZERO TERMICO: quota al di sopra della quale, durante le ventiquattr’ore di una giornata in una certa zona montuosa, la temperatura non sale mai sopra lo zero

ZOCCOLO: strato di neve che si forma sotto le pelli di foca o sotto lo sci in caso di neve particolarmente bagnata o pesante e che rallenta, se non impedisce, la progressione sia in salita che in discesa

4 SPECIALE SKIALP GLOSSARIO
norrona.com Adventures: If you want to travel here or to one of our unique lodges, we offer great packages or tailor-made adventures. Norrøna Stores: New York, Boulder, Munich, Oslo, Stockholm, Chamonix, St. Moritz, Verbier, Zermatt, and Cortina. Visit norrona.com/stores for complete store list. Our mission is to create the greatest outdoor products and offer unique adventures. Crafted with quality, function, design, and sustainability through four generations since 1929. The lofoten collection Innovative features, bold colors, signature design. Welcome to nature

UNA FOTOGRAFIA DEL SETTORE

Abbiamo raccolto le impressioni di alcune delle aziende più importanti del mondo scialpinistico sull’andamento del mercato. Il risultato è una diapositiva in bianco e nero _ a cura della redazione

Lo scialpinismo entra nel pieno della stagione e, in vista di Skimofestival, il primo evento italiano dedicato alla disciplina, abbiamo raccolto, a fine gennaio, le interviste delle aziende più importanti del settore. Dall’impatto dello skialp nel fatturato complessivo, passando attraverso un’indagine delle tendenze fino a cercare di capire insieme l’influenza che le Olimpiadi avranno sulle vendite, l’inchiesta vuole restituire un’istantanea quanto più rea-

le possibile di un movimento che, post pandemia, ha avuto un grande boom. Dove stia andando oggi questo trend è forse un po’ prematuro da delineare e bisognerà aspettare la fine della stagione con numeri alla mano, ma di sicuro è interessante analizzare i cambiamenti che, anno dopo anno, stanno avvicinando un pubblico allargato a uno sport considerato, fino a poco tempo fa, solo di nicchia.

1.Quanto conta il mondo dello scialpinismo nel fatturato annuale?

2.Quali erano le aspettative per questa stagione e come sta andando?

3.Esistono varie declinazioni dello scialpinismo (dallo

skifitness allo skitouring fino alle gare).

Secondo voi, quale funziona di più al momento?

4.Quanto la presenza della disciplina ai Giochi Olimpici invernali aumenterà la domanda?

1.In maniera importante, almeno il 40% del nostro fatturato totale.

2.Lo scialpinismo sta andando abbastanza bene a livello di sell out, mentre è più difficoltoso il mondo del sell in visto che i negozi hanno ancora dello stock accumulato durante i due anni meravigliosi che la disciplina ha vissuto nel post Covid.

3.Siamo partiti dal mondo race che ha aiutato il brand a iniziare a fare il suo percorso. Oggi il segmento gara si è molto ridotto, è calato tanto come numero di praticanti, mentre quello più “turistico” è aumentato.

4.La peggiorerà parecchio perché quello proposto dal Comitato Olimpico non è scialpinismo vero e non è spettacolare come

1. Circa il 12%. Negli ultimi anni è variata a causa della mancanza di neve naturale.

2. Siamo partiti ottimisti, nei mesi di settembre –ottobre. Poi, con l’attesa della neve, il mercato si è fermato.

3. Rispondiamo a tutte le categorie.

4. Difficile quantificare. Abbiamo avvertito un aumento nel mondo race. Il segmento da seguire rimane sicuramente lo scialpinismo per il tempo libero (avventura, natura e divertimento), quindi lo ski touring.

5. È già da anni che Leki ha cambiato i processi di produzione. Abbiamo diversi pezzi di

5.Cosa state facendo per migliorare l’ecosostenibilità dei vostri prodotti e ridurre l’impatto ambientale della produzione?

6.Distribuzione fisica e online. Come selezionate?

dovrebbe essere. L’aver addomesticato così tanto i percorsi lo rende meno affascinante.

5. Cerchiamo di acquistare materiali che abbiano delle certificazioni terze, e ci fidiamo di queste. Per quanto riguarda la produzione, abbiamo una fabbrica nostra che ci mette direttamente in contatto con i nostri lavoratori e la loro qualità di lavoro.

6. Lavoriamo poco sull’online perché non abbiamo mai voluto lavorare con i grandi player generalisti, né con i tecnici che vendono solo sul web. Prediligiamo la vendita in negozi che, a volte, possono avere il loro e-commerce personale. Il nostro sito è più una vetrina di prodotti che non propone scontistiche particolari e dunque non si pone in concorrenza con il negozio fisico.

LEKI - ALEX PLANCKER

RAPPRESENTANTE IN ITALIA

ricambio e usiamo materiale riciclato. L’anno scorso abbiamo lanciato il progetto “Hemp One Vario” dove la parola centrale è “Hemp”, in italiano, canapa o fibra di canapa. Ma perché la canapa? Soprattutto perché offre eccellenti valori di resistenza. Per i primi 250 bastoncini in canapa, Leki collabora con un agricoltore direttamente sul Giura Svevo in Germania. Il campo di canapa dista solo sei chilometri dalla sede centrale della Leki. I semi vengono seminati ad aprile e raccolti a settembre. Non c’è ancora una produzione industriale; i tubi di canapa sono fatti a mano da un partner di Innsbruck. L’assemblaggio finale avviene nello stabilimento di

7.Quali sono le vostre strategie di marketing e comunicazione per promuovere i vostri prodotti skialp?

8.Quali sono le previsioni per il settore dello scialpinismo a lungo termine, e quali tendenze chiave state osservando?

7. Comunichiamo bene chi siamo e cosa facciamo. Siamo un brand di montagna tecnico con una forte accezione al fashion ed è questo che facciamo di diverso dagli altri. Abbiamo un team di atleti che stiamo cercando di sbilanciare sempre più verso il femminile visto che siamo uno dei pochi brand che vende principalmente alla donna. Invece che fare classiche pagine pubblicitarie cerchiamo di comunicare sempre qualcosa dei nostri valori.

8. Le previsioni sono fatte per essere smentite, e ci credo davvero. Fare previsioni è sciocco e l’unica cosa che vedo a lungo termine è che tutte le Nazioni evolute stanno facendo in modo che le persone facciano sempre più attività sportiva outdoor, in modo da creare una popolazione più attiva e in forma.

produzione della Leki a Tachov, in Repubblica Ceca.

6. Distribuzione fisica in negozi specializzati del settore. Pochi di questi vendono online.

7. Collaborazione con riviste ed eventi. Progetto Milano – Cortina 2026 (atleti della squadra nazionale), testimonial che ci aiutano nella progettazione di nuovi prodotti.

8. In ripresa. Abbiamo assolutamente bisogno di un contributo meteo. Quest’ultimo è fondamentale per invogliare il pubblico, specialmente i giovani.

CRAZY - LUCA SALINI CEO DOMANDE
6 SPECIALE SKIALP INCHIESTA ALLE AZIENDE

1. Sul fatturato annuale, direi circa un 25%.

2. Avevamo sicuramente aspettative più alte. Ora non sta andando benissimo, c’è stato un calo rispetto a quello che pensavamo. La causa principale è da ricercarsi senza dubbio nella mancanza di neve. Anche se la stagione è partita bene, grazie alle prime nevicate tra novembre e dicembre, le alte temperature e le scarse precipitazioni delle ultime settimane hanno rallentato le vendite e la stagione in generale. Speriamo nella seconda parte dell’inverno, con qualche nevicata in più.

3. Il target di Millet è da sempre abbastanza ampio, non abbiamo per forza una distinzione netta tra race, speed touring o skitouring. Possiamo dire che tra i gruppi ai quali ci rivolgiamo, la nostra identità si rispecchia comunque di più in uno sciatore abbastanza tecnico, che cerca spesso il difficile, l’ingaggio. Non in gara o simili, ma comunque non da principiante. Cerchiamo lo scialpinista che, oltre alla classica cima e ai pendii, magari ricerca una crestina sulla quale deve mettere il rampone, oppure un canale in discesa che richiede tecnica e controllo. Millet da sempre sostiene qui appassionati

MILLET - VITTORINO MANDELLI SALES MANAGER ITALIA

di montagna che ricercano l’impegno nelle gite che fanno, la difficoltà.

4. La presenza della disciplina alle Olimpiadi sicuramente aumenterà la diffusione e la consapevolezza riguardo questo sport, e magari un po’ anche la domanda di attrezzatura. Ma rimane comunque a mio parere una disciplina di nicchia. Soprattutto visto come ho appena delineato il nostro target. Probabile che arriveranno ancora più neofiti che ovviamente non cercano l’impegno di cui parlavo prima ma magari si approcciano a questo sport risalendo le piste. Si spera che aumenteranno, ma in ogni caso solitamente non cercano il prodotto tecnico.

5. Millet dalla sua fondazione si cura della durabilità e poi della sostenibilità dei suoi prodotti, e soprattutto cerca di fare le cose con più buonsenso possibile. Adesso ovviamente ricerchiamo il prodotto riciclato e anche le certificazioni che ne attestano la qualità e il basso impatto. Abbiamo la fortuna di produrre interamente nelle nostre fabbriche, molte delle quali in Francia. L’ultima, in Turchia. Stiamo facendo anche tutto un lavoro a livello di fornitori e produttori –quindi una ricerca e un controllo che si espandono a tutta la catena produttiva.

LA SPORTIVA - STEFANO FRATI STRATEGIC MARKETING MANAGER

1.Poco. Non è una fetta di business che ha una percentuale né maggioritaria ma anche rispetto alle altre categorie che trattiamo non così grande. È una percentuale bassa ma rimane una categoria che vogliamo continuare a presidiare per vari motivi. Intanto, non pensiamo che La Sportiva possa non fare parte di questo mondo invernale – vogliamo coprire tutte le attività a propulsione “umana” in montagna e sappiamo bene che d’inverno il modo più efficiente, ma anche il più divertente, per andare in montagna sono gli sci d’alpinismo. Ci crediamo tanto, ci stiamo investendo nonostante i fatturati in altri casi non giustificherebbero questi investimenti.

2.Per il sell-in corrente abbiamo avuto delle risposte positive grazie alla novità Kilo. I primi forecast quindi notevoli. Chiaramente, riscontriamo una difficoltà generale di questo mercato causata dal problema degli stock dei negozi. Sicuramente le stagioni gloriose come quella del Covid hanno creato situazioni di stock problematiche che i negozianti stanno cercando di gestire ma che rallentano senza dubbio il sell-in delle stagioni successive. La fiducia c’è.

3.Sicuramente la parte race è quella in cui siamo più forti e quella per cui siamo più conosciuti. Insieme a Kilo abbiamo anche Stratus Hybrid, sempre un prodotto da mondo race che può darci molta soddisfazione in ottica giovani atleti e in ottica Olimpiadi – perché ovviamente chi arriverà alle Olimpiadi tra tre anni oggi è ancora un Junior che non può usare un full carbon. È chiaro che si tratta di una fetta piccola del mercato dal punto di vista business. Poi quello che impariamo da lì cerchiamo di utilizzarlo negli altri segmenti. Con Kilo arriviamo con un’impronta molto tecnica e molto scialpinistica, i nostri consumatori ci riconoscono ma abbiamo in programma per il 2025 altre importantissime novità. Di questo nuovo corso, Kilo e Stratus sono l’avanguardia diciamo. In cantiere abbiamo tante cose.

4.Restano due mondi separati – lo scialpinismo è sempre stato una disciplina divisa in due mondi.

Quello race che difficilmente si allarga al mondo touring e viceversa: difficilmente l’appassionato della gita, del pendio e della sciata si affaccia al mondo gare. Lì c’è una linea di confine netta, che può esserlo anche a livello di regione – in alcune c’è più mondo race, altre privilegiano cose diverse. Sicuramente penso che la gente non si innamorerà dello scialpinismo vedendo le gare. Lì ci siamo, continuiamo a presidiare e abbiamo un pool di atleti fortissimo; ma continuiamo parallelamente a sviluppare il mondo scialpinismo – inteso come alpinismo con gli sci – e anche quello freetouring. Lato utente forse questi universi non travasano tanto ma lato know-how nostro sicuramente sì. Se pensiamo allo Stratus Hybrid, è uno scarpone da gara ma è anche utilizzato da scialpinisti evoluti che fanno più di duemila metri di dislivello al giorno e che cercano quel tipo di strumento lì. Presidiamo i mondi con prodotti diversi.

5.Non abbiamo vere e proprie collezioni ma se prendiamo Kilo già parla bene della nostra filosofia in questo senso. Partiamo innanzitutto da una base bio-based per ridurre la componente del petrolio e delle miscele plastiche nei nostri prodotti. Un altro fattore è la qualità del ciclo produttivo: da sempre tutti i nostri scarti vengono rimessi in circolo. Resta tutto un tema di durabilità del prodotto e di fine vita del prodotto. Per il resto, laddove è possibile per esempio utilizzare un materiale riciclato, lo facciamo. Di base il mondo attrezzo, al di là di quanto si possa raccontare, è sempre molto complicato. Bisogna anche essere credibili nella sostanza di quello che si racconta. Preferiamo essere più dalla parte cautelativa, raccontando di meno di quello che potremmo per non cadere nella trappola del greenwashing.

6.La distribuzione fisica la fa da padrone – vale per noi il 90% del mercato. Abbiamo comunque una rete di partner e clienti fidati e selezionati, su tutte le categorie, che seguono il cliente finale con un supporto post acquisto. Preferiamo così piuttosto che una distribuzione massiva volta a fare volumi senza criterio.

6. Non abbiamo un canale di distribuzione privilegiato, ci muoviamo sia fisicamente che online. Abbiamo aperto tre negozi nell’ultimo periodo in Italia, dei quali l’ultimo a Torino. Anche se l’obiettivo del marchio non è di aprirne troppi, due verranno aperti sul territorio nei prossimi anni. Per quanto riguarda online, c’è un sito dedicato solo ai negozianti per gli ordini delle collezioni, e da quest’anno c’è anche in italiano.

7. A livello di strategie marketing e comunicazione, parliamo soprattutto di azione. Iniziative varie e sponsorizzazioni di eventi sono il focus principale del brand. Nel mirino ci sono ovviamente le tappe della Grande Course ed eventi come il Millet Tour du Rutor Extreme. L’obiettivo è, come accennato prima, di sottolineare il valore tecnico del prodotto. Infine, ma non meno importante, c’è la costruzione del parterre di atleti e ambassador che il marchio cura – pensiamo alla recente entrata della scialpinista franco-britannica Emily Harrop nel team Millet.

8. Nelle nostre previsioni speriamo ovviamente che il settore si allarghi. Probabilmente lo farà, ma a quali ritmi non sappiamo dire.

Siamo comunque selettivi nella distribuzione, i negozi sono tanti e vogliamo seguirli tutti. L’online rimane una strada: innanzitutto il nostro e-commerce ma anche specialisti online, sapendo che c’è sempre il trade off per il quale l’online non deve diventare il discount del prodotto fisico mettendo in crisi il resto della rete. Noi abbiamo sempre avuto un approccio estremamente bilanciato: abbiamo una politica commerciale che ci permette di avere i nostri prodotti sempre allineati ai prezzi che consigliamo. Questo aiuta le due dimensioni a convivere.

7.Sicuramente continuiamo a investire su atleti di primissima fascia. Parallelamente investiamo sui giovani, non solo mondo gare. Vogliamo anche aprire il nostro approccio ad atleti non sono di scialpinismo ma anche tour e freetour. Poi dal lato nostro l’esperienza di prodotto è fondamentale quindi cerchiamo di investire in eventi e iniziative che portano il numero più alto possibile di persone a testarlo.

8.Dal boom post Covid, dove tutti sembravano scialpinisti appassionati, sappiamo che lo sci alpino è tornato a fare da padrone. Sapevamo che sarebbe successo, tutta quella massa che si era spostata verso lo scialpinismo inevitabilmente sarebbe rientrata. C’è da dire che tanti che hanno provato hanno deciso di tenerla come attività secondaria. Poi non sono heavy user del prodotto quindi hanno un ricambio minore rispetto all’utente che fa solo scialpinismo e hanno tempi di riacquisto più lenti. Però c’è la voglia di andare in montagna lontano dai resort. Forse il sell-out è ancora un po’ a rilento, però la realtà è che andando in montagna a fare una gita è molto difficile non trovarci nessuno, che sia il lunedì mattina o il mercoledì mattina c’è sempre la caccia alla prima traccia, un ottimo segnale. Forse dobbiamo aspettare ancora una stagione dove si assesti il boom, ma tornerà su una crescita costante come prima del Covid che mi aspetto comunque positiva.

8 SPECIALE SKIALP INCHIESTA ALLE AZIENDE

1.Quanto conta il mondo dello scialpinismo nel fatturato annuale?

2.Quali erano le aspettative per questa stagione e come sta andando?

3.Esistono varie declinazioni dello scialpinismo (dallo

SPECIALE

skifitness allo skitouring fino alle gare). Secondo voi, quale funziona di più al momento?

4.Quanto la presenza della disciplina ai Giochi Olimpici invernali aumenterà la domanda?

1.Dipende molto dalla categoria in questione. Le principali per noi sono: zaini, caschi, piccozze, ramponi, guanti, piumini e ovviamente tessilfoca essendo distributori del marchio Contour per l’Italia. Volendo fare una media complessiva, direi che la parte scialpinismo pesa tra il 30% e il 40% del turnover invernale.

2.Dopo i risultati eccezionali del 2022 e la frenata del 2023 le aspettative, sia per la stagione invernale che per l’estiva SS 24, sono di una progressiva ripresa. Ma questo dipende come sempre da diversi fattori, tra cui la domanda, per la quale nel lungo periodo siamo molto fiduciosi, ma anche l’assetto più generale del sistema distributivo guardato dal punto di vista imprenditoriale e naturalmente il fattore meteo (banale ma drammaticamente condizionante in particolare sull’inverno). Lo dico con una battuta: per arrivare al lungo periodo bisogna passare dal breve.

3.Penso di poter dire che C.A.M.P., con la sua identità, abbia sempre seguito l’evoluzione dello scialpinismo in questi anni. La filosofia del Light & Fast si è sposata perfettamente con il boom delle gare qualche stagione fa. Adesso le persone che si stanno avvicinando allo scialpinismo lo fanno con un approccio meno agonistico e di conseguenza la proposta dei prodotti tende a ri-

1.

5.Cosa state facendo per migliorare l’ecosostenibilità dei vostri prodotti e ridurre l’impatto ambientale della produzione?

6.Distribuzione fisica e online. Come selezionate?

C.A.M.P. - MASSIMO BRINI

SALES MANAGER OUTDOOR ITALIA

spondere a questa tendenza. Di fatto, pensiamo di poter rispondere con una gamma di prodotti completa.

4.Direi che è lecito avere buone aspettative. Se facciamo un parallelismo con qualche stagione fa, quando le piste da sci avevano gli impianti chiusi, e una piccola percentuale di quelli che non potevano sciare in pista si è approcciata allo scialpinismo, ci rendiamo immediatamente conto di quanto il potenziale di nuovi skialper è ancora molto vasto.

5.Abbiamo scelto l’unico modo possibile per dare risposte serie a questi temi: un approccio a 360 gradi che analizzi, misuri e porti poi a decisioni rispetto a tutto il ciclo di vita del prodotto. In C.A.M.P. ci sono risorse dedicate al 100% a questo che, a tutti gli effetti, è un processo in divenire, affiancate da una società esterna specializzata con cui stabilmente collaboriamo.

6.La domanda richiederebbe molte considerazioni, toccando aspetti commerciali, legali e di visione. Diciamo qui che l’unico approccio possibile e realistico che vediamo è quello dell’integrazione tra i due canali.

7.Abbiamo negli anni costruito una buona rete di relazioni con atleti, sci club e riviste, che valutiamo ancora molto valida e che resta uno dei nostri canali più importanti di comunicazione per lo scialpinismo.

BLACK CROWS / FERRINO

7.Quali sono le vostre strategie di marketing e comunicazione per promuovere i vostri prodotti skialp?

8.Quali sono le previsioni per il settore dello scialpinismo a lungo termine, e quali tendenze chiave state osservando?

Cerchiamo anche di essere reattivi e partecipare agli eventi b2b e b2c che riteniamo utili. Per andare sul concreto già dallo scorso inverno siamo stati presenti sia ai Winter Business days che a Skimofestival, E quest’anno faremo lo stesso. Per questo aspetto l’auspicio non può che essere quello che, in particolare per gli eventi b2b, si riesca dal prossimo inverno ad accorpare il più possibile ad un solo appuntamento, in modo che possa diventare il punto di riferimento sia per le aziende che per i negozianti. Ultimo ma non ultimo, sosteniamo diverse gare singole e qualche circuito. Oltre al ritorno immediato di immagine, sempre difficile ma misurare, pensiamo sia un contributo che possa far bene alla community dello scialpinismo in generale.

8.Come dicevo sopra, nel lungo termine vediamo uno scialpinismo in crescita dal punto di vista del numero di partecipanti, con tendenza meno spinta verso le gare. C’è poi il fenomeno emergente dello ski fitness, che, anche se non rappresenta certo l’essenza dello scialpinismo, permette ai neofiti di approcciare la pratica in tutta sicurezza e quindi diventerà sempre più popolare soprattutto se e quando si risolveranno le questioni delle autorizzazioni per la risalita delle piste.

GIORGIO RABAJOLI - DIRETTORE VENDITE ITALIA

Direi tra il 10% e il 15%. C’è il dubbio perché quest’anno la percentuale è un po’ scesa. Per la stagione 2024 abbiamo assistito a un bel calo. Rispetto al Covid, si sta assestando: siamo un poco più bassi del suo primo anno, 2020-2021

2. Rispetto alle aspettative, decisamente più basso.

3.Non trattiamo il settore gare ma quello dello skitouring classico. Black Crows parte innanzitutto con un prodotto per sciare, che sia divertente soprattutto in discesa. Salire è importante, ma per loro l’ideale è il scendere. Gli sci, che sono sempre stati pesanti, si sono alleggeriti nel tempo, ma rimangono comunque pesanti nel range medio dell’attrezzo. Il target è più quello del classico skitouring.

4. Penso che alla disciplina farà bene ma ovviamente non a tutti i suoi settori, solamente a quello gare –che al momento è in grande sofferenza. Questa parte ci guadagnerà un po’, ma il nostro mondo, quello dello skitouring, con l’exploit della velocità non verrà aiutato. Anche il tipo di gare va a sostengo del mondo speed touring. Si tratta di due cose molto diverse: diciamo che è un po’ come chiedersi cosa farà l’arrampicata sportiva alle Olimpiadi per l’alpinismo. Non un granché, sono due discipline diverse. C’è effettivamente qualcosa che li rende due sport separati.

5. Dal punto di vista dell’attrezzo, devo differenziare Black Crows e Ferrino. Come Ferrino ci stiamo attenti, parecchio, è un tema importante. Tutti materiali riciclati, cerchiamo di essere molto precisi anche perché siamo la prima azienda privata a essere entrata nell’Associazione Turismo Responsabile, 15 anni fa. Quindi non siamo nella fase greenwashing: ci muoviamo in quella direzione da un po’. A livello di Black Crows, diciamo che è diverso: non è trattato troppo non per disinteresse, ma per difficoltà oggettive. Sull’attrezzo è già difficile, ancora di più su un attrezzo come questo.

6. Senza dubbio per noi la distribuzione fisica è molto importante. I nostri sono infatti prodotti per i quali la parte di assistenza alla vendita è molto importante. Il rivenditore specializzato ha assolutamente il suo perché. Poi ovviamente quella online esiste e bisogna confrontarcisi. Ci sono tanti nostri rivenditori che fanno della vendita online e per i quali si tratta di una parte rilevante. È un equilibrio molto difficile da mantenere.

7. Dal punto di vista del marketing Black Crows non possiamo intervenire molto – hanno una linea solida e la mantengono. Mi piace molto quello che fanno, anche a livello di riscoperta delle stazioni sciistiche abbandonate con il loro tour, poi anche il discorso della Sentinelle e tutto il discorso Ski Sauvage insieme ai loro ambassador. Sono molto bravi.

8. Venendo da un momento di contrazione è difficile immaginare il settore in espansione. Penso però che il costo della pratica in stazione, sempre crescente, un pochino ci aiuterà. Qualcosa si comincia già a vedere, la gente inizia a spostarsi. Poi vuol dire all’inizio avere la doppia attrezzatura, certo, ma una volta che si è comprato il set da scialpinismo quello rimane e quindi si fa, soprattutto se si fa poche volte all’anno. Non sono prodotti che si consumano rapidamente come un paio di scarpe da trail se fai gare tutte le domeniche, per esempio. Poi ho anche fiducia nel fatto che stia cambiando la consapevolezza e ci sia la volontà di avvicinarsi alla montagna in modi diversi. È una filosofia che ci piace sostenere. Per assurdo, forse anche il discorso relativo alle difficoltà ambientali ci aiuterà. Tendiamo a pensare che con meno neve lo scialpinismo sarà spacciato ma non lo darei per scontato. Sparare neve e mantenerla per tutta la stagione è costoso e faticoso – per quanto tempo avremmo voglia di farlo? Forse paradossalmente inizieremo a cercarla più in alto, dove è più difficile se non impossibile costruire nuovi impianti e quindi si ritornerà alla disciplina scialpinistica, salendo con gli attrezzi che abbiamo.

DOMANDE
9
SKIALP INCHIESTA ALLE AZIENDE

1.Diciamo intorno al 20%, perché il nostro core business è rivolto principalmente allo sci alpino e nordico.

2. Dipende sempre e solo dalla neve, il tema è sempre quello. La gente di città, se vede bianco va a sciare, se no sta a casa. Diciamo che, a livello di vendita, siamo in linea con le aspettative.

3. Cerchiamo di dare un prodotto che possa andar bene per ogni tipo di scialpinismo. Lo ski touring semplice è quello che rappresentiamo maggiormente.

FISCHER - ANGELO GRAMMATICA

TEC REP

4. Per i nostri sport le Olimpiadi sono davvero una vetrina incredibile, parlo in particolare di sci alpino. Vedremo come andrà con lo scialpinismo. Il fatto che “giochiamo” in casa sarà ancora più emozionante e coinvolgente. Sicuramente ci sarà visibilità immediata e spinta al movimento che si tradurrà in vantaggio per Fischer in un secondo momento.

5. Tutto il Gruppo Oberalp è allineata al massimo per riuscire a essere più sostenibile possibile già a livello produttivo fino a quello dei trasporti. L’interesse

SALEWA - THOMAS AICHNER MARKETING DIRECTOR

1. La collezione Salewa per lo scialpinismo rappresenta circa il 18% delle vendite annuali, anche se questo dato è relativo. Riteniamo che anche altre collezioni siano acquistate da scialpinisti, perché i prodotti sono adatti anche a questa disciplina.

2. Le nostre aspettative per l’inverno 23/24 erano alte perché abbiamo iniziato con una collezione da scialpinismo completamente rinnovata. Ora, ad inverno quasi terminato, possiamo dire che le vendite sono state abbastanza buone, considerando la situazione generalmente tesa del mercato. Nei nostri negozi abbiamo avuto particolare successo.

3. Ci concentriamo chiaramente su due tipi di scialpinisti. Da un alto ci concentriamo sullo scialpinista che combina la disciplina con l’arrampicata, usa regolarmente ramponi e sceglie destinazioni impegnative. Dall’altro lato, il nostro secondo target, è lo scialpinista per diletto che attribuisce il massimo valore al comfort, alla funzionalità e al design accattivante dei prodotti. In generale, riteniamo che il secondo gruppo aumenterà in futuro e che il numero di partecipanti a

gare e scialpinisti tenderà a ristagnare.

4. È una domanda difficile. I Giochi Olimpici faranno sicuramente crescere la notorietà dello scialpinismo. È difficile prevedere se il numero di chi pratica la disciplina aumenterà in modo significativo. Se così fosse, a nostro avviso la curva di crescita non sarà troppo ripida.

5. Salewa non produce sci. Tuttavia, questo argomento è importante anche per le categorie abbigliamento e attrezzatura. Ci concentriamo soprattutto sulla durata dei nostri prodotti, sui materiali riciclati, sulla riparabilità e sulla versatilità dei prodotti anche per altre attività.

6. I clienti di oggi sono ibridi: una volta guardano online e acquistano in negozio, la volta successiva il contrario. È fondamentale essere ben posizionati in entrambi i canali di distribuzione e seguire un approccio omnichannel. Lo stesso vale per il servizio post-vendita che i clienti si aspettano oggi.

7. L’ispirazione attraverso belle storie e immagini è e rimane uno strumento di marketing

per questo tema è fondamentale per diverse ragioni: se la montagna soffre, soffriamo tutti.

6.

Più fisica sicuramente.

7. Nessuna in particolare non essendo un nostro focus.

8. Con i prezzi che ci sono nello sci tradizionale, dal noleggio agli skipass, lo scialpinismo avrà dei vantaggi visto che il consumatore sa di poter acquistare una volta l’attrezzatura e non pensarci più.

fondamentale. A tal fine, lavoriamo con atleti che non solo scalano montagne, ma esplorano anche la cultura dei luoghi che visitano. La seconda parte è il product marketing, a cui attribuiamo grande importanza. I clienti vogliono essere informati bene sui prodotti e allo stesso tempo intrattenuti. A livello media ci affidiamo sia ai mezzi tradizionali come riviste ed eventi che ai formati digitali, in particolare ai social media.

8. Siamo fondamentalmente convinti che la neve sia un desiderio umano profondo. Per questo motivo la gente continuerà a fare scialpinismo anche in futuro e questo sport continuerà ad avere la sua presenza. Allo stesso tempo, gli inverni tendono ad accorciarsi e non nevica necessariamente in pieno inverno, ma in autunno e primavera. Gli attivi stanno adattando le loro abitudini alle mutevoli condizioni meteorologiche e i rivenditori e i brand devono fare altrettanto. Allo stesso tempo, crediamo che lo scialpinismo debba essere accessibile, in modo che le nuove generazioni si appassionino a questo sport.

1. La categoria scialpinismo per noi è strategica e di grande importanza. L’impatto che ha sul fatturato generale della nostra azienda è rilevante, dato anche dal fatto che il prezzo medio del prodotto è molto più alto del resto della collezione SCARPA.

2. Il nostro obiettivo era mantenere i numeri del 2023 perché avevamo sentore che quest’anno ci sarebbero state alcune criticità nello scialpinismo. La crescita del settore nei due anni post Covid ha un po’ inquinato il mercato e in effetti quest’anno abbiamo avuto conferma delle difficoltà dai nostri rivenditori.

3. La collezione da scialpinismo SCARPA soddisfa tutte le tipologie di scialpinisti. Abbiamo scarponi adatti a chi svolge competizioni a massimi livelli oppure gare amatoriali. Abbiamo scarponi leggeri per chi vuole un prodotto tecnico per affrontare qualsiasi situazione alpinistica in montagna. Abbiamo scarponi più confortevoli per lo scialpinista che cerca divertimento totale sia in salita che in discesa. E abbiamo scarponi più performanti per chi vuole affrontare qualsiasi tipo di discesa. E

fortunatamente abbiamo un ottimo riscontro in tutte queste categorie di prodotti.

4. L’inclusione dello skialp ai giochi potrebbe aumentare la visibilità di questo sport. Potrà attrarre la curiosità degli sciatori ed essere ispirati a praticare questo nuovo sport. Di sicuro in questo momento abbiamo notato un certo incremento nella fascia dei giovani a livello gare, probabilmente affascinati dall’idea di poter partecipare alle Olimpiadi.

5. SCARPA ha sempre cercato di adottare materiali e tecnologie per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti. Il vero obiettivo però è quello di garantire scarponi da sci più durevoli e resistenti allungando la loro vita. O garantendo al consumatore la possibilità di riparare o sostituire componenti e parti che inevitabilmente si consumano.

6. I nostri partner vengono selezionati sulla base di diverse considerazioni. In primis i nostri clienti devono dar prova di saper promuovere e valorizzare il marchio nel modo corretto. Dobbiamo dire che la maggior parte dei nostri clienti storicamente

ha sempre supportato egregiamente SCARPA, credendo nelle nostre iniziative (es. supporto nel lancio di nuovi prodotti) e dando prova di affidabilità.

7. Atleti di fama internazionale, local ambassador, attivazione dei punti vendita, delle località e coinvolgimento della community, sono tutti tasselli fondamentali che garantiscono gli ottimi risultati delle nostre strategie di marketing e comunicazione. La chiave del successo è essere in grado di personalizzare e combinare queste iniziative in base alle nostre esigenze e tipologia di prodotto, possiamo massimizzare l’efficacia delle nostre campagne di marketing e raggiungere il nostro target di clientela in modo efficace.

8. Tutto dipende dalle condizioni climatiche. La disponibilità della neve è fondamentale per garantire la pratica dello scialpinismo. Il rischio di avere stagioni invernali più brevi e meno prevedibili di sicuro non aiuterà lo sport. Ed è per questo che molti scialpinisti stanno cercando nuove sfide e destinazione esplorando regioni meno conosciute.

10
SKIALP INCHIESTA
SPECIALE
ALLE AZIENDE

TUTTE LE FACCE DELLO SCIALPINISMO

A Winter Business Days, il confronto tra gli addetti ai lavori per una fotografia completa e attuale del movimento.

Al centro lo stato di salute, le Olimpiadi, la convivenza con lo sci alpino e la sostenibilità, tra ombre, rischi e opportunità

UMODERATORE

Maurizio Torri, giornalista ed esperto di skialp

RELATORI

Luca Salini, ceo Crazy

Giovanni Codega, responsabile commerciale C.A.M.P.

Giuseppe Caligiori, buyer DF Sport Specialist

Luca Zeni, avvocato

Alessandro Mottinelli, impiantista al Passo del Tonale e organizzatore dell’Adamello Skiraid

Davide Magnini, atleta CSE esercito

Stefano Benedetti, guida alpina e per molti anni tecnico nazionale italiana skialp

Massimo Pellizzer, category manager skialp SCARPA

Alfredo Tradati, giornalista fondatore di Outdoortest.com

Adriano Trabucchi, ceo Ski Trab

LE OLIMPIADI: UN SOGNO CHE PUÒ DIVENTARE UN BOOMERANG?

n sogno divenuto realtà: Milano-Cortina 2026 vedrà esordire lo scialpinismo tra gli sport a cinque cerchi. Eppure, al momento il comparto race non gode di grande salute: il numero degli atleti che si avvicinano alle competizioni è diminuito drasticamente e uno dei motivi sarebbe proprio la partecipazione alle Olimpiadi e i format scelti per questo evento, ovvero la sprint e la staffetta mista. Da una parte, i motivi di questa scelta sono chiari: le due discipline sono più “sicure”, e in un certo senso scongiurano il rischio, seppur basso, di una slavina in un contesto come i Giochi Olimpici. Inoltre, sono molto più “televisive” dal momento che si può vedere un’atleta competere per tutta la sua gara. Dall’altra però le competizioni, i campionati nazionali e internazionali, si sono adattati a questi format attraendo meno persone. Perché lo scialpinismo piace nella sua vera essenza, anche per la sua componente alpinistica appunto.

Alessandro Mottinelli - Le Olimpiadi più di qualsiasi altro fattore stanno influenzando il mondo dello scialpinismo. Da organizzatore dell’Adamello Ski Raid, una gara che è ben diversa da questi format, non possiamo che prendere atto di un gran cambiamento con un eccesso di attenzione all’aspetto agonistico portato all’estremo con la sprint e, di conseguenza, la riduzione della “pancia del gruppo” che garantiva alle gare di avere tanti iscritti e tanto pubblico.

Davide Magnini - L’annuncio delle Olimpiadi, al contrario di quello che tutti immaginavamo, ha rapidamente stroncato il mondo race dal momento che le gare nazionali e internazionali dell’ISMF adottano sempre più format olimpici. Gli atleti di sempre, compreso me, si sentono smarriti perché, da uno sport di endurance e resistenza siamo passati a uno sport di pura velocità ed esplosività. È come chiedere a un maratoneta di competere sui 100 mt. Infatti, non sono più gli stessi atleti a vincere. La sprint non rispecchia l’essenza dello scialpinismo e tutti coloro che si

sono avvicinati allo skialp perché amanti della montagna, di gare come La Pierramenta e Il mezzalama, non sono più motivati. Chi farebbe mai ore e ore di viaggio, a parte gli atleti professionisti, per correre due minuti di gara? Speriamo che nel futuro gli organizzatori non si dimentichino di quello che è il vero scialpinismo. E non è solo un discorso giovanile, ma anche senior dal momento che la nuova organizzazione delle gare toglie spazio a tutto quel movimento degli amatori. Senza di loro viene a mancare tutto quel movimento che sostiene lo scialpinismo, il mondo gare, ma anche le aziende con l’acquisto di prodotti. Basterebbe scindere quello che è la direzione olimpica dei professionisti (che non è la mia perché non ho le doti per andare a una sprint) da tutto quello che deve rimanere ai popular, a tutti i livelli.

Luca Salini - Oltre a essere ceo di Crazy, un’azienda molto verticale sullo scialpinismo, sono stato Responsabile del comitato alpi centrali della FISI per questa disciplina. Non sono mai stato assolutamente convinto di inserire lo scialpinismo nel format olimpico prima di tutto per i motivi detti da Magnini, perché l’essenza dello skialp viene a perdersi, ma anche perché temevo quel che è poi successo ovvero che la federazione non fosse in grado (non avendo abbastanza struttura) di assolvere il duplice compito di seguire il programma olimpico in un certo modo e di continuare nello sviluppo del movimento. Infatti, i numeri dimostrano che il format olimpico non basta per mantenere alto l’interesse allo sport. L’Olimpiade però c’è, quindi ormai vale la pena sfruttarla, cercando di gestire il programma di gare quantomeno nazionali e Coppa del Mondo, tornando allo scialpinismo classico e coltivare il grande numero di amatori che chiedono a gran voce un format differente per le loro competizioni. L’arrampicata ha fatto un bellissimo percorso andando alle Olimpiadi con un format che non piaceva agli arrampicatori, ma ha raddoppiato dal 2024 la specialità. Speriamo di fare lo stesso con lo scialpinismo oltre a ottenere la massima visibilità possibile per questo sport.

Luca Salini, ceo Crazy Giovanni Codega, responsabile commerciale C.A.M.P. Giuseppe Caligiori, buyer DF Sport Specialist Luca Zeni, avvocato
12 SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS - TAVOLA ROTONDA
Alessandro Mottinelli, impiantista al Passo del Tonale e organizzatore Adamello Skiraid

SPONSORIZZAZIONI: UN RITORNO AL PASSATO

Inumeri dettano anche quelli che sono gli investimenti che un’azienda deve fare. Viste queste premesse, con numeri race sempre in calo, ha senso oggi come oggi per le aziende sponsorizzare gare, atleti di riferimento o bisogna orientare la propria funzione verso raduni, happening, nuovi format di eventi?

Luca Salini - A inizio gennaio, come Crazy, abbiamo sostenuto un’iniziativa di Bormio e una della Val di Sole dove finalmente qualcuno si è deciso a organizzare delle gare notturne in cui i primi dieci classificati erano veri atleti e il resto amatori, un po’ come succede nella corsa. Crediamo, come azienda, che sarà interessante un buon ritorno al passato. Se dovessimo analizzare oggi quanto ci porta l’immagine nelle vendite, ci avviciniamo a zero, ma poiché credo in questo sport, sostengo gli atleti.

Massimo Pellizzer - Condivido quanto detto da Luca sul fatto di sponsorizzare gli atleti, SCARPA è una istituzione negli eventi ormai da tantissimi anni, sono diverse le attività che hanno coinvolto i nostri atleti nel corso degli anni, però in effetti il mercato in questo momento ci limita moltissimo

Massimo Pellizzer - Dopo aver raggiunto il sogno olimpico, il mondo race ha preso una piega che non mi aspettavo e che riduce l’aspetto tecnico. Quello che posso raccontarvi, con numeri alla mano, è che a livello internazionale le Olimpiadi hanno avvicinato un bel po’ di giovani di nazioni diverse anche in Coppa del Mondo con l’ambizione di partecipare. Infatti, oltre al centro Europa, zona fortemente caratterizzata da praticanti di scialpinimo, si osserva un aumento nel mondo asiatico e americano.

Adriano Trabucchi - “Serviamo” lo scialpinismo race da tanti anni e rimpiangiamo anni fa dove tutti facevano gare e molte di queste erano amatoriali, vi era un movimento molto più forte e popolare. Ultimamente è diventato tutto troppo serio, professionale e professionista. Allo stato attuale, tutti gli attori coinvolti dovrebbero impegnarsi a far diventare le Olimpiadi un’opportunità dal momento che avvicinano nuove Nazioni che prima non conoscevano nemmeno l’esistenza dello scialpinismo e, seppur il format olimpico sia dubbioso, speriamo che venga trasmessa la bellezza di questo sport.

Stefano Benedetti - Dal mio punto di vista focalizzarsi solo sulle gare corte non è corretto, si può garantire sicurezza anche accorciando le gare individual. C’è una via di mezzo tra la classica su lunga distanza e la sprint, questa deve essere la strada. Come allenatore posso affermare con certezza che se porto i miei ragazzi a fare solo gare sprint abbandonano l’attività subito. Trovo sbagliato chiedere ai campioni italiani di concentrare le proprie energie per adattarsi a un nuovo format. Gli atleti che andranno alle Olimpiadi sono pochissimi, gli altri devono continuare la loro strada così come le gare di Coppa del Mondo i campionati Europei e i campionati Mondiali.

nella scelta di nuove opportunità e nuove iniziative che nascono e che non si possono assecondare.

Giovanni Codega - L’atleta non è solo un portatore di immagine, ma un consigliere tecnico. Sponsorizzare un’atleta e riuscire a creare per lui il prodotto giusto ascoltando consigli, facendo prove e ricerca. È un bellissimo esercizio tecnico che serve per tutta la gamma dei prodotti, quindi per noi continua a essere una via da percorrere, magari ridimensionata. Riuscire a fare un imbrago da 90g perché altrimenti un atleta come Davide non lo usa è per noi uno stimolo e una palestra incredibile.

Giuseppe Caligiori - Noi abbiamo un buonissimo riscontro sponsorizzando o organizzando uscite amatoriali, notturne soprattutto, con iscrizione in negozio. Negli anni abbiamo anche sponsorizzato la Nazionale di scialpinismo, chiaramente è un’immagine che vale dal momento che sei presente anche in quel mondo, ma dal punto di vista del rendimento ho qualche dubbio.

Giovanni Codega - Essere rappresentati come sport alle Olimpiadi, ci sta tonando indietro come un boomerang con effetti negativi. Se si chiama scialpinismo un motivo ci sarà. Di alpinistico non c’è proprio niente, sono dei grandissimi gesti atletici con delle tecniche eccezionali, però manca tutta quella parte legata alla montagna, alle foreste ai canali, alle preparazioni anche mentali, Non vorrei che una volta arrivati alle Olimpiadi, lo scialpinismo rischi l’effetto curling: durante le Olimpiadi tutti lì a guardare la Nazionale italiana di curling perché fortissima, e poi?

Giuseppe Caligiori - Nei negozi DF abbiamo una clientela molto impostata sul touring quindi, da questo punto di vista, non viviamo la situazione dovuta alle crisi delle gare, anzi godiamo dell’aumento della richiesta post Covid anche di sciatori provenienti dalla pista. Quello che posso riportarvi è che c’è un grande bacino di persone che si avvicina allo scialpinismo e vuole farlo in posti sicuri quindi chiede strutture esistenti, piste battute e sentieri tracciati. Ma la proposta non è molta al momento.

Davide Magnini, atleta CSE esercito Massimo Pellizzer, category manager skialp SCARPA Alfredo Tradati, giornalista fondatore di Outdoortest.com Adriano Trabucchi, ceo Ski Trab
13 SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS - TAVOLA ROTONDA
Stefano Benedetti, guida alpina e per molti anni tecnico della nazionale italiana skialp

IMPIANTI E SCIALPINISMO: UNA CONVIVENZA IN CERCA DI REGOLE

Ma lo scialpinismo non è solo gare, anzi è un movimento che registra i numeri maggiori nel touring e nei nuovi praticanti. Qui entra in gioco la spinosa questione della risalita delle piste o dei percorsi riservati agli scialpinisti, ma soprattutto del continuo dibattito tra impiantisti e scialpinisti. In Europa ci sono molti esempi di questa convivenza, qualcuno anche in Italia, perché non promuoverli e diffonderli?

Luca Zeni - A livello giuridico è il recente decreto legislativo n. 40 del 2021 a provare a disciplinare in maniera organica la materia. È importante comprendere le nuove regole, perché, al di là del buon senso che può essere adottato nella realtà, occorre sempre cercare di capire di chi sarebbe la responsabilità in caso di sinistro. Sono due i contesti fondamentali, quello “fuori pista”, e quello delle “aree sciabili attrezzate”. Per quanto riguarda le aree sciabili attrezzate, nella fase di discesa è pacifico che lo sci alpinista è a tutti gli effetti equiparato agli altri utenti, e deve seguire le regole generali di condotta, con obbligo di assicurazione, casco se minorenne, ski stopper sugli sci, dovere di valutazione delle proprie capacità e di condotta prudente, etc. Il gestore dei comprensori sciistici non ha responsabilità per gli incidenti che accadono fuori pista, mentre, all’interno delle aree sciabili attrezzate, per lui vige sempre l’obbligo di prevenire i pericoli atipici, cioè difficilmente evitabili per uno sciatore responsabile. E questo vale anche nei casi in cui decida di realizzare quanto previsto dall’art. 26 del d.lgs 40/2021: “il gestore dell’area sciabile attrezzata, qualora le condizioni generali di innevamento e ambientali lo consentano, può destinare degli specifici percorsi per la fase di risalita nella pratica dello scialpinismo”. Questo significa che il gestore può prevedere diverse modalità di risalita, per esempio prevedendo degli orari prima o dopo l’apertura degli impianti, o destinando una o più piste esclusivamente a questo scopo, oppure curando la manutenzione di tracciati limitrofi alle piste o su sentieri e strade forestali. Ma in tutti i casi rimane in capo al gestore una responsabilità analoga a quella che mantiene sulle piste dedicate alla discesa, con l’obbligo di prevenire i pericoli atipici, per esempio slavine o caduta di piante nel caso di tracciati fuori pista, o di scontri con i discesisti nel caso di tracciati limitrofi alle piste in orario di apertura delle stesse. Un onere che comporta dei costi in termini di sicurezza e che potrebbe scoraggiare gli investimenti, in assenza di una strategia di sistema di lungo periodo.

Alessandro Mottinelli - Sempre più impiantisti negli anni hanno capito che lo scialpinistico è comunque una risorsa, non è la concorrenza: chi viene in montagna qualcosa qui ci lascia seppur senza pagare lo skipass. Detto questo, le piste da sci sono fatte per scendere e non per salire e, anche se tanti scialpinisti sarebbero anche disposti a pagare un biglietto per risalire, se succede un incidente sono il responsabile. Gli impiantisti non sono contro lo scialpinismo, ma come fanno a garantire la sicurezza? Se parliamo

Ldi fuori orario, devo garantire il soccorso e farlo risulta oneroso e difficile. Per questo tutte le notturne dove gli impiantisti ritardando il movimento dei gatti delle nevi, sono informali.

Alfredo Tradati - Abbiamo tutti la necessità di incrementare la partecipazione a questo sport e sono un promotore degli Skimo Park (vedi articolo a pag. 17). Nel 2021, durante una tavola rotonda sullo scialpinismo, l’atleta della nazionale Robert Antonioli affermò: “Gli Skimo Park non servono solo ai neofiti o a quelli che vogliono praticare lo sport in sicurezza, servono ai campioni di Coppa del Mondo per allenarsi. A volte ci troviamo a muoverci clandestini sulle nostre piste con carabinieri che si girano dall’altra parte giusto per farci passare. Come pensiamo di diffondere lo scialpinsimo in una realtà come questa?” Esistono in Italia diverse località che hanno proposto soluzioni per gli scialpinisti, bisognerebbe coordinarle cercando di capire come, chi ci ha provato, ha riuscito a farlo, come mai l’ha fatto e quali scogli legali è riuscito a sormontare. Sarebbe bello che ANEF al suo interno portasse avanti questa discussione con gli impiantisti. L’offerta turistica della montagna non può essere solo incentrata sullo sci alpino per quanto rimanga prioritario, ma deve diventare variegata anche in vista del futuro.

Stefano Benedetti - Se in pista non si può salire, allora che vengano proposte soluzioni alternative che non siano a carico dell’impiantista. In Val di Sole è l’azienda di promozione turistica che dà in consegna alle guide alpine una buona numerica di itinerari da tenere in sicurezza e ci sono volontari del soccorso alpino per le notturne. Il discorso cambia quando, per allenamento o mancanza di neve, si vuole salire in pista. Allora l’impiantista può prevedere un corridoio prima o dopo la chiusura dell’impianto lasciando la pista illuminata. Io non sono un avvocato, ma se si vuole si può trovare una soluzione e, se si definiscono le regole, è più facile che siano rispettate.

SOSTENIBILI PER NATURA

o scialpinsimo è uno degli sport più green al mondo forse perché chi lo pratica si muove in quell’ambiente che vuole preservare. Gli organizzatori delle gare, dal canto loro, stanno sempre più ricorrendo a comportamenti sostenibili anche per la segnaletica, cosa stanno facendo invece le aziende?

Luca Salini - Io noto che c’è molto greenwashing. A parte alcune aziende che storicamente hanno spinto sulla sostenibilità e hanno una struttura organizzativa ed economica per farlo, gli altri lo fanno solo per un ritorno di immagine. In Crazy, per imballare i prodotti, utilizziamo fasce di carta anziché la plastica e tanti ci hanno applaudito. In ogni caso la carta, seppur rigenerata, ha necessità di processi produttivi di riconversione e anche la plastica può essere riciclata, quindi essere meno impattante. Dalle informazioni raccolte il nostro progetto è molto più sostenibile, ma serve andare a fondo per capire il reale impatto delle scelte che si adottano. Come azienda stiamo dunque molto attenti a parlare di questi temi. Una cosa che facciamo, ove possibile, è utilizzare prodotti certificati da enti terzi dove comunichiamo qualcosa che non certifichiamo noi, per esempio la provenienza delle piume dei nostri piumini. Inoltre cerchiamo di realizzare prodotti che durino nel tempo per evitare che vi sia fast fashion anche nell’outdoor.

Massimo Pellizzer - In SCARPA usiamo, da diversi anni, materiali sostenibili per la realizzazione di scarponi da skialp. Il mercato ci ha sempre più richiesto garanzie in questo senso investendo cifre importanti nella ricerca che ovviamente ricadono sul prezzo finale. L’impressione però è che tutti vogliono un prodotto sostenibile, ma nessuno è disposto a spendere di più per averlo.

Adriano Trabucchi - Dal momento che non possiamo garantire una totalità green del nostro prodotto, abbiamo iniziato a guardare la sostenibilità più ad ampio raggio. Tramite il protocollo ESG abbiamo intrapreso un percorso in cui ci interroghiamo anche sul nostro impatto sociale, oltre a cercare di proporre prodotti che durino sempre più nel tempo.

Giovanni Codega - Anche noi abbiamo iniziato il percorso ESG e abbiamo assunto una persona in azienda che si occupa solo di questo. Analizzando la nostra azienda, ci siamo accorti che molte cose che vengono sbandierate da diverse aziende, noi le facevamo già ma erano per noi talmente scontate che non venivano comunicate. È una questione di cultura e forse anche di dimensione aziendale, la nostra è una realtà familiare e di montagna, il rispetto della natura è insito dentro di noi.

14 SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS - TAVOLA ROTONDA

Essere appassionati di outdoor significa praticare un’ampia gamma di attività, in tutte le condizioni, con o senza neve, di giorno o di notte. Dotarsi di un’illuminazione affidabile, potente e ad alte prestazioni permette di sfruttare al meglio ogni momento, come mostrato qui durante un’uscita in mountain bike e con gli sci nelle Alpi francesi. Versatile per natura, SWIFT RL è la lampada frontale che vi accompagnerà in tutte le vostre avventure! ®

© 2023 - Petzl Distribution - Peignée Verticale - Antoine Mesnage

ULTIMA CHIAMATA

Il debutto olimpico è dietro l’angolo, ma i numeri del movimento sono in costante calo.

Per il momento si salvano solo le gare in pista. Così non va. Urge un’inversione di tendenza e un impegno sinergico per salvare uno tra i più adrenalinici degli sport invernali

sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici dei settori trail, skyrunning e scialpinismo

L’andamento degli sport invernali, si sa, è figlio delle precipitazioni nevose. La storia recente ci insegna che le stagioni agonistiche, rispetto al passato, faticano a partire. Per gli agonisti trovare una gara a dicembre e gennaio dove testare gambe e condizione è mera utopia. Gli organizzatori tendono infatti a concentrare gli eventi nei mesi di febbraio e marzo per avere qualche chance in più di non incappare in rinvii o annullamenti, ma ciò di riflesso porta a un vero e proprio over booking del calendario, con numeri in calo che scontentano tutti. A reggere sono solo le notturne infrasettimanali, dove il giusto mix tra performance e serata goliardica unisce ai nastri di partenza amatori e big della specialità. Premesso che la federazione non può sempre imporsi per impedire le sovrapposizioni domenicali, un mix di buon senso e dialogo tra i vari comitati risolverebbe già una buona parte di problemi.

NON ESISTE PIÙ LA PANCIA DEL GRUPPO - La situazione che stiamo vivendo è frutto di scelte sbagliate. Negli ultimi anni il circuito nazionale di Coppa Italia ha progressivamente perso d’appeal; come se non bastasse, un’eccessiva attenzione al vivaio, forse alimentata dall’obiettivo olimpico, ha portato a un quasi totale disinteresse per il settore assoluto. Risultato? La “pancia del gruppo” non esiste più. Con lo stop forzato post Covid sembra quasi che molti atleti si siano disinnamorati delle gare, e cercare di riconquistarli puntando su sprint e staffette, nuove regole sempre più stringenti, o con continui e onerosi aggiornamenti del materiale, non sarà facile. Sta di fatto che il movimento ora è composto da under 20 e master 45. Va inoltre detto che tra i giovani, chi non eccelle, tendenzialmente abbandona, e quindi alle gare si trovano solo professionisti e vecchie glorie.

NON SI PUÒ ARRIVARE ALLE OLIMPIADI DA FUORILEGGE - Per il debutto olimpico sono state scelte discipline veloci che si svolgono su quelle piste dove oggi gli scialpinisti sono visti come fuorilegge. Per risollevare le sorti dello skialp race, chi lavora deve potersi allenare, mentre chi si avvicina a questo sport necessita di itinerari relativamente “facili” dove affinare la tecnica di salita e discesa. In vista di Milano Cortina 2026 la politica dovrà quindi farsi portavoce con gli impiantisti e, facendo leva sui contributi che puntualmente stanzia a sostegno del settore, fare capire che lo scialpinista non è un nemico da combattere, ma una potenzialità che i comprensori e le strutture ricettive possono sfruttare. Anche in questo caso il buon senso la dovrà fare da padrone e servirà innanzitutto una buona dose di rispetto reciproco; per cui, come giustamente detto in occasione della tavola

rotonda di Ponte di Legno: «A chi risale le piste dritto per diritto, o a chi viene pescato a sciare di notte sulle nevi appena fresate dai gatti, oltre alla multa andrebbero sequestrati anche sci e scarponi”.

SERVE UN PASSO INDIETRO DA PARTE DI TUTTI - Sprint e staffetta mista saranno il nostro biglietto da visita per presentarci al grande pubblico. Ricordiamoci quindi che sono un mezzo, non il fine. Il vero scialpinismo è altro: montagna vera, vette aeree, ripidi canali e sciate in fuoripista. Cerchiamo dunque di sfruttare questa vetrina senza snaturare lo skialp, perché il 2026 non sia un traguardo ma un punto di ripartenza verso una rinascita del movimento. Nell’ormai breve lasso di tempo che ci separa da questo importante appuntamento serve un esame di coscienza da parte di tutti: tecnici, comitati regionali, federazione, organizzatori, atleti e semplici amatori. Serve iniziare a remare nella medesima direzione e smetterla di pensare solo al proprio orticello.

RIPARTIAMO DALLE GARE - Ripartiamo dalle notturne infrasettimanali in pista, dalle gare valligiane che stanno scomparendo; quelle alla portata di tutti, dove l’approccio alla tecnicità era graduale e condensato in massimo 1.200 m di dislivello positivo. Da lì, step by step si costruiranno le solide basi per poi accedere alle grandi classiche. Torniamo a premiare chi organizza con professionalità e passione a costi accessibili. Basta inseguire il mito della Pierra Menta. La gente non ha più né tempo né disponibilità economiche per eventi su più giorni. In futuro, difficile dire cosa ci aspetta, ma al momento già trovare le risorse per una trasferta di un giorno è un’impresa.

Non dobbiamo complicarci la vita. Il problema più grosso, per certi versi già molto preoccupante di suo, deve essere la presenza di neve. Tutto il resto è risolvibile. Bastano solo un pizzico di buona volontà e tanta passione.

MAURIZIO TORRI Giornalista freelance, fondatore del sito © Giacomo Meneghello
16 SPECIALE SKIALP #INSIDETHERACE
testo e foto di Maurizio Torri

PALESTRE A CIELO APERTO

Il movimento dello scialpinismo si è allargato includendo una nuova fetta di partecipanti alla ricerca di terreni sicuri dove praticare la propria passione. La risposta sono gli Skimo Park, itinerari tracciati nei pressi delle aree sciistiche di Karen Pozzi

Lo scialpinismo moderno non poggia più esclusivamente sul ristretto gruppo degli esperti, frequentatori degli itinerari più impegnativi. Gli anni della pandemia ci hanno mostrato un’altra faccia del movimento, con schiere di nuovi soggetti, esperti di discesa o del tutto principianti, che hanno guardato allo scialpinismo con altri occhi, che intendono la disciplina come una gita al sicuro o come un allenamento in una palestra a cielo aperto.

IL PARADOSSO - Mentre aziende, atleti e influencer sono impegnati nella promozione della disciplina con attrezzature o contenuti dedicati anche ai meno esperti, questa nuova interpretazione di scialpinismo e i nuovi praticanti non hanno un terreno di gioco. Perché per lo ski touring o ski fitness, termini coniati per intercettare un nuovo modo di risalire con le pelli che va a ridurre la componente alpinistica, l’ambiente in cui coltivare la propria passione non è più una cima o un fuoripista ma un percorso tracciato o addirittura la pista. La legge però non lo permette nemmeno negli orari di chiusura degli impianti. Così ci si ritrova a sentirsi un “fuorilegge” solo per il fatto di voler coltivare la propria passione.

LA PROPOSTA - Questi nuovi sportivi hanno bisogno di assistenza, sicurezza, istruzione e servizi e la risposta risiede proprio nelle nuove installazioni permanenti per lo sci alpinismo, gli Skimo Park. Un progetto esistente in altre parti del mondo, promosso in Italia da Alfredo Tradati di Outdoortest, che prevede la realizzazione di percorsi nelle aree sciabili e nei loro pressi. Si tratta di itinerari di risalita segnalati, tracciati e messi in sicurezza che offrono la possibilità di rientro su pista battuta e il cui raggiungimento avviene, sovente, tramite arroccamento con impianti di risalita. Il tutto a fronte dell’acquisto di un ticket il cui ricavato contribuisce alla copertura delle spese di gestione dell’area stessa. I percorsi, di differente sviluppo e difficoltà, danno la possibilità inoltre al pubblico degli agonisti, da quelli amatoriali ai nostri aspiranti Olimpionici, di allenarsi in modo produttivo e sistematico come mai prima. In queste palestre a cielo aperto lo scialpinista alle prime armi, oppure semplicemente colui che ha una passione per questo sport e può metterlo in pratica su terreni sicuri.

ESEMPI VIRTUOSI - In Europa, ormai da molti anni, esistono numerosi esempi di tali installazioni, in particolare in Francia, Svizzera e Austria. La loro ope-

ratività ha dato un forte impulso di crescita all’interno movimento dello sci alpinismo d’Oltralpe. In Italia, già dal 2013 alcune stazioni lungimiranti hanno pensato di creare percorsi di risalita gestiti e di consentire la discesa in pista a chi non fosse esperto di freeride. Oggi assistiamo a un moltiplicarsi di aree attrezzate, in particolare in Valle d’Aosta, Alto Adige, Lombardia, che dimostrano come la sensibilità sul tema stia crescendo rapidamente.

LA RESPONSABILITÀ DELL’ALTA VALTELLINA - Nel 2026 alle Olimpiadi di Milano-Cortina, lo sci alpinismo farà il suo debutto come disciplina a cinque cerchi e lo farà proprio nel territorio che per vocazione, tradizione e ambiente è senza dubbio il più consono allo scopo. La sfida per l’Alta Valtellina, oltre a riuscire a mettere in scena un avvenimento olimpico impeccabile e memorabile, è quella di attivare, coltivare e sviluppare fin da ora un bacino di praticanti della disciplina che cresca nei numeri e nella qualità. Per farlo occorrono strutture. La tradizione scialpinistica di questo luogo basterebbe già da sé a stimolare gli operatori a scendere con decisione su questo terreno, ma l’appuntamento olimpico è un imperativo al quale non ci si può sottrarre. Gli occhi del mondo saranno puntati su questa porzione di Alpi e la curiosità per la new entry scialpinismo sarà ancor maggiore. Un vastissimo pubblico internazionale di appassionati di sport invernali conoscerà per la prima volta la disciplina e i luoghi più belli dove praticarla. Un enorme bacino potenziale di turisti attivi potrebbe attivarsi e, per concretizzare le proprie scelte di viaggio, avrà necessità di servizi, di offerte adeguate, come gli Skimo Park. Ecco che le destinazioni turistiche più attrezzate in proposito avranno l’opportunità di intercettare questo nuovo pubblico, diversificando la propria offerta e proponendosi come leader nel turismo montano del prossimo futuro.

IL PROGETTO PILOTA - Il progetto Skimo Park Alta Valtellina nel cuore delle Alpi di Lombardia prevede la realizzazione di percorsi e itinerari tracciati, battuti, segnalati di differente livello tecnico e impegno fisico, all’interno delle aree sciabili e adiacenti alle piste da sci. Nel progetto vanno definite le modalità di regolamentazione, tenendo conto della normativa esistente. Come Regione Lombardia si stanno definendo sviluppi rispetto alla normativa attuale (L.R. 26/2014 e relativo regolamento). Le modifiche proposte dovranno rendere possibile la realizzazione dei percorsi di risalita attrezzati per la pratica dello sci alpinismo, in accordo con le società degli impianti.

FORMAT, REALIZZAZIONE E MANUTENZIONE

Nel progetto pilota per le Alpi di Lombardia è da considerare il coinvolgimento di tutte le aree sciabili dell’Alta Valtellina. Tenuto conto delle caratteristiche delle aree sciabili nella prima fase ci si concentrerà sulla realizzazione di percorsi nell’area sciabile di Oga San Colombano e di S. Caterina Valfurva. Lo skipass Skimo deve essere previsto in varie tipologie: giornaliero, settimanale, stagionale e oltre a permettere l’utilizzo di uno o più impianti di arroccamento, garantirà l ’accesso alle piste da discesa, e potrà includere con integrazione di prezzo anche l’assicurazione RC, prevista dalla nuova normativa definita dal D. Lgs. 40/2021.

SEGNALETICA - La tracciatura dei percorsi insistenti nell’area sciabile dovrà essere curata dalle società impianti. Importante sarà la realizzazione di una segnaletica comune, semplice e chiara. La segnaletica da adottare per i tracciati potrà essere personalizzata/ brandizzata grazie alla partecipazione di ditte del settore. Questo permetterà di introitare contributi che serviranno a gestire gli Skimo Park.

17
SPECIALE SKIALP FOCUS ON

UNA SECONDA VITA AL TUO SCARPONE

Vibram promuove il progetto “Repair If You Care” con l’obiettivo di incoraggiare i consumatori a riutilizzare e riparare le proprie calzature. Ne abbiamo parlato con Nicola Faccinetto, sport innovation maketing specialist, e con due calzolai che aderiscono al progetto

Durate i Winter Business Days, Vibram, tra le varie attività, ha promosso il progetto

“Repair If You Care”. Il brand, infatti, oltre a disporre del proprio stand, ha portato a Ponte di Legno – Tonale anche il Vibram Innovation Mobile Lab, il truck itinerante presente alle più importanti competizioni sportive outdoor, dando così la possibilità di testare in prima persona le mescole e tecnologie firmate Vibram, senza dimenticare l’importante tematica della responsabilità ambientale. È stato, infatti, possibile risuolare i propri scarponi da scialpinismo grazie al programma nato nel 2020 per incoraggiare i consumatori a prolungare la vita delle proprie calzature invece di gettarle via, compiendo così una scelta consapevole e legata alla sostenibilità. I negozianti hanno avuto l’occasione di vedere come si svolge l’intero processo di risuolatura e quali sono le principali difficoltà del caso.

Vibram, forte del suo know how, in questi anni ha attuato corsi di formazione per i calzolai con focus speciale su materiali e incollaggi, e il suo dipartimento di ricerca e sviluppo è alla costante ricerca di nuove suole specifiche per ogni settore. Parla Nicola Faccinetto, sport innovation maketing specialist. Com’è nato il progetto?

Il progetto è nato da una necessità reale che avevamo riscontrato. Gli albori di questo grande picco dell’aftermarket derivano dalla crisi del 2009 A quella si è unita una richiesta di personalizzazione del prodotto: inizialmente, infatti, “Repair if you care” ti dava la possibilità di scegliere il tipo di suola, in base alle performance e necessità richieste. Negli ultimi anni vi è stata poi l’ulteriore trasformazione, verso una responsabilità sociale. Allungare la vita dei prodotti vuol dire essere meno impattanti a livello ambientale.

Che differenze ci sono nel risuolare uno scarpone da skialp rispetto a una scarpa normale?

Le difficoltà sono le stesse che ai tempi c’erano con la risuolatura di una scarpa da trail running. Serve la mentalità e il know–how: la gente se non sa che tipo di lavorazione c’è dietro, tende a non fidarsi. È un qualcosa che si acquisisce con il tempo. Cinque anni dopo i primi scarponi che abbiamo provato a incollare, siamo a un punto tale che possiamo permetterci di divulgare le nostre conoscenze e fare formazione ai calzolai.

Fino a qualche tempo fa vi era poi un altro grande problema, di natura chimica in quanto materiali diversi richiedono colle diverse. Lo scarpone, che sia da sci alpino o scialpinismo, è cambiato con gli anni, diventando sempre più leggero; questi nuovi materiali meno pesanti non si potevano incollare come in precedenza e l’industria – calzolai e colle – ha dovuto studiare a fondo i processi per garantire la tenuta dell’incollaggio.

Perché un negoziante dovrebbe dare la possibilità di risuolare uno scarpone da skialp? Non rischia di “perdere” soldi?

C’è sempre un aspetto etico, che valorizza l’essere umano. E poi perché ormai, in un mondo dove si trova tutto sul web, la politica del prezzo non è più quella perseguibile da tanti negozianti. Ed è qui che subentra la fidelizzazione del cliente e la creazione di una community. Sono tutte attivazioni che stanno avendo successo: l’uomo è una persona sociale e il rapporto umano che si crea trasmette sempre qualcosa in più. Il negoziante che offre questo servizio, sta offrendo qualcosa in più al suo cliente. Il consiglio tecnico lo si può trovare anche sui vari blog, così come un prezzo più basso. Si va a dare più valore al rapporto. Inoltre, se una persona si era prefissata un determinato budget per la stagione, risparmiando sullo scarpone, sarà più propensa ad acquistare qualche altro prodotto.

Nicola Faccinetto
18 SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS

Valter Panada - Calzoleria Skywalk a Buffalora (Brescia) & Marco De Lorenzi - MDL Lab a Brescia

Da quanto tempo portate avanti l’iniziativa?

Valter - Io collaboro da tantissimi anni con Vibram e questa partnership si è ampliata con il tempo: dalla risuolatura di scarpe da trekking e scarpette d’arrampicata fino a quella degli scarponi da scialpinismo, evitiamo il più possibile di buttare via calzature e cerchiamo di risuolare tutto. Fino all’anno scorso non c’era una suola idonea per lo skialp ma la necessità era tangibile: Marco, per esempio, offre un servizio di bootfitting e personalizzazione della scarpa che ha un costo. Il cliente magari non vuole rispendere quei soldi e quindi opta per una risuolatura. Vibram ha iniziato quindi a cercare una suola che fosse compatibile con la maggior parte dei modelli sul mercato. Ora la richiesta è molto alta, anche per quanto riguarda lo sci alpino.

A livello pratico, quali sono le differenze principali nel risuolare uno scarpone da scialpinismo rispetto a una scarpa da trail?

logia di plastica e all’abbinamento con la colla. Il tutto avviene con delle metodiche particolari perché anche solo una piccola risuolatura in punta non deve andare a compromettere il movimento dello scafo o dell’aggancio. Non esiste nulla di ISO certificato dal punto di vista delle misurazioni, bisogna fare però degli scarti sulla suola cosicché l’attacco vada ad agganciarsi nella maniera corretta. È un lavoro molto manuale e artigianale.

Valter - Ogni risuolatura si differenzia l’una dall’altra per il semplice fatto che vengono lavorati diversi materiali. Con lo scarpone da trekking tradizionale per esempio si lavora con il cuoio e con la gomma e, negli anni, sono subentrati il poliuretano, l’EVA e altri materiali. Di conseguenza, la risuolatura è diventata molto più tecnica. Bisogna avere le conoscenze del materiale originale e di come farlo coniugare con le soluzioni proposte. Per la scarpetta d’arrampicata il discorso è un filo differente perché ci sono diversi tipi di forme: più o meno curva, piatta. Ed è fondamentale che, nella risuolatura, questa forma non cambi. Nello scialpinismo, invece, andiamo su una tipologia di persone che hanno la necessità di mantenere le caratteristiche dello scarpone ma lavoriamo con materiali tipo la poliammide, il carbonio, il Pebax che sono completamente diversi. Il trattamento che andiamo ad attuare dipende dal materiale che troviamo. È qui la differenza sostanziale. Sono 42 anni che faccio riparazioni e risuolature, 30 anni con Vibram, ma mi sono affidato a lui (Marco, ndr.) perché è più specializzato in plastiche. È molto tecnico come lavoro: bisogna identificare il materiale e capirlo altrimenti la risuolatura non viene bene.

Marco - Vi è anche un fattore di sicurezza. Chi utilizza queste scarpe e ce le porta per una risuolatura è perché ne fa un utilizzo abbastanza estremo, dove la sicurezza è fondamentale. Se noi riusciamo a dargli una calzatura con una suola nuova e sicura abbiamo raggiunto il nostro e il suo obbiettivo. Ci vuole quindi la certezza che la suola sia incollata in maniera corretta.

Vi è un’attenzione particolare, come ha detto Valter, alla tipo-

Oltre all’aspetto economico, quali sono i pro del risuolare uno scarpone?

Marco - A volte lavoro tante ore su uno scarpone di un cliente per farglielo andare bene. Non tutti hanno piedi con forme classiche, anzi molti sono estremamente sensibili al dolore o con sporgenze ossee. Lavorare uno scafo, modellare la scarpetta, eseguire delle termoformature specifiche per ritagliare uno spazio idoneo nello scarpone è sicuramente oneroso per il cliente. Una volta che l’alloggio interno è stato fatto, è difficile che questo cliente voglia separarsi dalla propria scarpa. Preferisce quindi fare una risuolatura. Ovviamente tenendo conto dell’età e dello stato dello scarpone. La plastica, inevitabilmente, si degrada dopo alcuni anni.

Perché un negoziante dovrebbe dare la possibilità di risuolare uno scarpone da skialp? Non rischia di “perdere” soldi?

Marco - Sicuramente instaura un rapporto con il cliente esclusivo, e si crea una community iper fidelizzata. Realizzo scarponi su misura dal 1987: non sempre ho fatto vendita, dipende chi ho di fronte. Preferisco salvaguardare la proprietà stessa del cliente perché se vedo che lo scarpone ha ancora vita davanti, sono il primo a fargli un preventivo. Poi sarà lui a scegliere. In pratica, ci guadagno di più a mettere a posto una calzatura piuttosto che una vendita. Quest’ultima rimane sempre in una fascia prezzo riferita al mercato e il nostro settore è pieno di offerte. Compiere un lavoro di artigianato no. Inoltre, è molto più soddisfacente.

Valter - Sono 42 anni che riparo scarpe ma ogni volta che un cliente ritira la sua calzatura “messa a nuovo”, sono una persona soddisfatta. Questa sensazione non ce l’hai se vendi e basta. La riparazione è un qualcosa di personale, che solo tu puoi farla in quel determinato modo. Si offre un servizio ad hoc per ogni cliente e risolviamo i problemi. Se si fa un bel lavoro, il cliente ci consiglia al suo amico e così via. È una possibilità in più che offriamo e ci guadagniamo tutti.

19 SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS
PARLANO I NEGOZIANTI Da sinistra, Marco e Valter

UN NUOVO CAPITOLO

Un vero e proprio evento nell’evento di La Sportiva nell’ambito dei WBDAYS al Passo del Tonale. La Kilo Experience è stata l’occasione per un gruppo selezionato di retailer di conoscere e testare in anteprima il nuovo scarpone dell’azienda trentina

Èlunedì 29 gennaio, siamo al Passo del Tonale, splende il sole e stiamo per partire in compagnia di circa 50 negozianti, delle guide alpine dei Winter Business Days e dell’atleta Giuliano Bordoni verso Malga Valbiolo dove verrà presentato il nuovo Kilo e dove pranzeremo con un bellissimo panorama sulle montagne circostanti. Il percorso si sviluppa su 6,3 km e 330 D+ e ci conduce alla nostra meta dove Davide Brugnoli, product manager Skimo e Equipment di La Sportiva, ci conduce nel mondo di Kilo, la novità FW 24/25 con cui il brand segna un nuovo capitolo nel mondo dello scialpinismo. Seguono domande (e pizzoccheri) e riscendiamo alla base dove nel frattempo ha aperto il Villaggio Outdoor e vi è la possibilità per tutti di fare vari test prodotto della prossima stagione invernale su percorsi appositamente tracciati dall’organizzazione.

Uno scarpone dedicato agli scialpinisti più esigenti, pensato e sviluppato per garantire la massima leggerezza in salita senza rinunciare alla performance in discesa

SCAFO

E GAMBETTO / Grilamid Bio Based LF Carbon: innovativo materiale composito sviluppato ad hoc, consente di avere grandissima rigidità minimizzando il peso. Nello scafo, le nervature extra nei punti di maggior sollecitazione garantiscono robustezza, affidabilità e prestazioni. Nel gambetto, questo materiale aiuta a supportare la spinta in discesa

Force Closure System: innovativo sistema di chiusura dello scafo, consente di mantenere grande comfort in salita e la massima precisione in discesa

Tilt-lock Lite Ski/Walk System: meccanismo ski-walk facile da azionare anche nelle condizioni climatiche peggiori e con l’utilizzo dei guanti

Force Power Buckle: extra supporto garantito da questa fascia micro-regolabile nelle fasi di maggior spinta in discesa

WarmSole Platform: soletta interna in poliuretano isolante. Evita il contatto diretto del piede con lo scafo interno, permettendo di avere un miglior comfort e un perfetto isolamento termico

IL GRILAMID

Il Grilamid è un polimero a base di olio di ricino proveniente da una pianta di ricino biologica coltivata nelle zone semi-aride di Cina, Brasile e India. Ha una maggiore resistenza agli urti, un’eccellente rigidità ed evita l’uso di plastica nel processo chimico.

SCARPETTA INTERNA / O2 KILO Liner: scarpetta termoformabile disegnata in modo specifico per ottenere il minimo peso assicurando termicità e supporto. Morbida, ergonomica, grazie agli spessori variabili e ai materiali differenziati, assicura grande comfort e prestazioni

PESO / in taglia 26.5 da donna, Kilo pesa esattamente 1.000 grammi

SUOLA E ATTACCHI / FriXion Wave Alpine: suola extra leggera che garantisce il miglior grip su neve e roccia con extra protezione dello scafo nella fascia centrale

KILO
Donna
20
Uomo
SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS - EXPERIENCE
© Giacomo Tonoli FW 24/25

VERSO IL LIGHT TOURING

Questo scarpone sostituisce un modello esistente o va a rispondere a una nuova domanda?

Kilo rappresenta per La Sportiva un punto di rinascita dal punto di vista dello scafo, dei volumi e del fit. Non prende il posto di nessuno dei nostri scarponi in gamma ma va ad aprire un nuovo segmento che è quello del light touring, un settore che negli ultimi anni, a partire dal post-Covid, ha visto un’esplosione. Siamo partiti dalle nostre origini e dal mondo in cui siamo più autentici, il mountaneering, e qui abbiamo deciso di inserire la nuova concezione di fit con un prodotto che offre il massimo bilanciamento tra camminabilità e performance.

A quale utilizzo è destinato e a quale tipo di consumatore?

Con Kilo, offriamo un prodotto per effettuare gite di scialpinismo lunghe anche su terreni molto tecnici, dove ci sono diversi cambi di assetto, pendii più o meno ripidi, zone di ghiaccio che prevedono l’uso di ramponi e piccozze o sessioni di camminata su roccia per raggiungere la quota neve. Allo stesso tempo vogliamo andare a coprire tutta quella fetta di mercato del light touring che pratica lo scialpinismo invernale come una forma di allenamento, in vista magari della stagione estiva di gare come quelle di trail running, che risale anche la pista e che in La Sportiva abbiamo identificato come il “fitter”.

Non sarà dunque uno scarpone race?

come lo skialp, in cui a volte si sale anche per ore, questo è un compromesso che si fa fatica ad accettare.Pertanto certe soluzioni innovative, seppur in grado di cambiare l’esperienza dell’utente, hanno portato complessità. Kilo rappresenta il giro di boa: non abbiamo voluto qui fare nulla che non fosse la massima espressione della facilità d’uso. Volevamo azzerare la curva di apprendimento del consumatore finale per aiutare anche i negozianti in fase di vendita. La complessità non esisterà più e quanto raggiunto con Kilo si ripercuoterà sul resto della gamma.

Dov’è ora La Sportiva nel mondo scialpinismo e dove vuole andare?

Assolutamente no. Kilo prende solo ispirazione dal mondo race a livello di estetica pura e design per proporre a scaffale un prodotto in grado di evocare un “family feeling” con tutti gli altri nostri prodotti. Con Stratos e Stratos Hybrid, che lanceremo insieme a Kilo per la prossima stagione, copriamo il mercato race e continuiamo a dettarne le regole. A livello funzionale ciò che deriva dal mondo gare è il flex molto esteso del gambetto che permette di avere una diretta trasmissione dell’impulso all’asta e quindi chiaramente un’esperienza più piacevole in discesa. Per questo chi viene dal mondo race potrebbe apprezzare Kilo

L’impiego di materiale naturale in ottica di un comportamento sempre più responsabile determina inevitabilmente un aumento dei costi e del prezzo. Pensi che il mercato sia pronto a spendere di più per questo fattore?

Quello degli scarponi, è un mondo dove la prestazione è ancora il fattore più importante di scelta del consumatore e quindi per noi questa è la priorità a qualsiasi costo. Per questo in La Sportiva vi è un’intensa ricerca di materiali naturali che devono competere con le performance di quelli non naturali e inevitabilmente questo aumenta il prezzo del prodotto. Un prezzo però dettato dal raggiungimento di un ottimo bilanciamento tra responsabilità, che non è più un trend ma una forte necessità, e prestazioni, senza peccare di greenwashing. Nello specifico, Kilo esce con un punto prezzo di 750 euro, un po’ aggressivo rispetto alla concorrenza su prodotti similari perché abbiamo trovato nella pianta del ricino una materia che è allineata al nostro dna e offre un prodotto senza compromessi.

Con Kilo, quali passi avanti sono stati fatti in termini di intuitività di utilizzo?

Negli anni abbiamo effettuato diverse ricerche sul fit selettivo dei nostri prodotti. Spesso i risultati hanno superato la performance a sacrificio del comfort. Sappiamo che in un mondo

Nel mondo dello scialpinismo, La Sportiva detiene un primato nel mondo race che vogliamo mantenere. Sappiamo che il mondo gare è una nicchia, ne siamo consapevoli ma è un po’ quello che ci rappresenta come brand con una votazione alla massima espressione della performance e dell’innovazione. Il mondo gara, ancor più con l’arrivo delle Olimpiadi, è fondamentale che sia presidiato anche nella sua forma di allenamento, possibilmente con corridoi laterali creati sulle piste. Vogliamo però crescere anche nella pancia del mercato, nel mondo del touring e Kilo è il nostro mezzo per farlo. Per il futuro puntiamo a consolidare la fiducia nel mondo del light touring, per poi estenderci al touring e fermarci dove si ferma lo sforzo umano ovvero fin dove non sono necessari mezzi meccanici come gli impianti di risalita o eliski. Il nostro limite sarà il free touring, dove la salita è solo una parte di quell’uscita che ha come focus la discesa. Tutto ciò che sta oltre non ci rappresenta.

21
SPECIALE SKIALP REPORT WBDAYS - EXPERIENCE
Davide Brugnoli © Giacomo Tonoli

IL VANTAGGIO DELLE IBRIDE

Non parliamo di macchine… ma di pelli di foca, nello specifico quelle dotate della nuova tecnologia Hybrid firmata contour. Marchio 100% made in Austria dal 1975, distribuito in Italia da C.A.M.P. di Francesca Cassi

Le pelli ibride di contour sono il culmine di quarant’anni di esperienza nello sviluppo e nella manifattura di pelli di foca. Dal 1975 l’azienda famigliare, prima per conto terzi e poi come marchio a sé stante, produce in Tirolo questo attrezzo fondamentale per ogni scialpinista. Le pelli contour garantiscono quindi da tempo la performance in montagna anche nelle condizioni più difficili, e in tutto il mondo – dalle gare di scialpinismo alle semplici pellate con gli amici dietro casa. Da poco, il marchio ha aperto un nuovo headquarter a Innsbruck per espandersi e fare fronte alla crescente domanda. Il brand, distribuito in Italia da C.A.M.P., ha trovato il suo spazio ai Winter Business Days dove, il 29 gennaio, i partecipanti hanno potuto assistere in diretta alla presentazione e al taglio delle pelli ibride. Ma cosa sono e come funzionano?

LA TECNOLOGIA HYBRID - La tecnologia ibrida delle pelli comprende due strati diversi rispetto alla struttura classica a uno strato. Il primo strato è quello adesivo, a contatto con lo sci, che mantiene la pelle sempre in posizione corretta anche con le temperature più fredde. Molto facile da pulire, è ottimale anche durante le giornate in cui si ripella più volte. Il secondo strato, invece, intermedio, fa in modo che il primo strato e la parte di presa della pelle siano ben coesi tra di loro. Questo garantisce una perfetta durabilità del prodotto nel tempo. Le pelli ibride risultato quindi più durature rispetto alle classiche pelli fissate a caldo, ma non solo. Sono facili da installare e molto facili da pulire. Durante l’utilizzo è inevitabile che la pelle si sporchi: residui di cera dello sci, oppure aghi di pino, ghiaia e simili. Il tutto si potrà togliere facilmente grazie al kit di pulitura che accompagna le pelli – a differenza delle pelli a caldo dove va sostituito l’intero strato di colla. Insieme al kit di pulitura, contour fornisce anche un comodo strumento per rifilare la pelle e adattarla alla perfezione al proprio sci.

I MODELLI CONTOUR - Quattro i modelli ibridi presentati da contour: Hybrid Pure, Hybrid Mix, Hybrid Fat Free e, per gli amanti dello snowboard, Hybrid Splitboard. Hybrid Pure è il modello perfetto per lunghi tour, grazie

alla scorrevolezza ottimale della fibra 100% mohair. Hybrid Mix, grazie al blend di materiali che lo compone, 65% mohair e 35% sintetico, è un all-rounder che garantisce il giusto compromesso tra scorrevolezza e durabilità. Facilmente personalizzabile con il kit di taglio, si adatta a qualsiasi modello di sci. L’Hybrid Fat Free è il culmine della pelle per il freeride. Il modello esalta tutte le caratteristiche che il freerider ricerca: è leggero, occupa poco spazio, si adatta contemporaneamente a più sci e richiede una manutenzione minima. Queste pelli hanno una possibile escursione in lunghezza di 10 cm e la loro larghezza minima è di 108 mm. Infine, il modello Hybrid Splitboard è pensato per qualsiasi tipo di tavola grazie al sistema di fissaggio in velcro e al fermaglio universale a filo alla coda che consente la regolazione su una vasta gamma di forme fino a 180 cm di lunghezza.

Freeride

Pure

Mix

Splitboard

Per un utilizzo ottimale del prodotto, contour ha anche creato dei video tutorial che potete trovare al QR Code qui a fianco

Quali modalità e strategie di distribuzione adotterà C.A.M.P. per contour?

Dal punto di vista distributivo è come se i negozi comprassero un prodotto C.A.M.P.. La rete distributiva e il team sono sempre i nostri.

Quali dei modelli contour presentate sul mercato italiano?

La collezione completa. Presentiamo i due modelli, quello ibrido e quello normale. Per entrambe le versioni ci sono i modelli 100% mohair, più scorrevole ma meno resistente; e il blend mix, meno scorrevole ma più durevole. Spesso questo modello è consigliato ai principianti, anche perché più accessibile come prezzo.

Quali sono i vantaggi della pelle ibrida?

Intanto, quando incolli le pelli insieme, per esempio se sei arrivato in punta e c’è vento, dopo si scollano molto facilmente. Poi, non necessitano di

reincollaggio: in caso di necessità sono facilmente pulibili con lo spray e le pezze di tessuto che vengono forniti all’acquisto. Infine, sono personalizzabili e si adattano a tutti i modelli di sci: le pelli vengono consegnate di forma parallela, larghezza 115 o 135 mm, e si sagomano con la procedura di taglio grazie agli strumenti sempre forniti da contour. Qual è il target specifico per questo prodotto?

È una proposta che risponde a tutte le esigenze, anche quella del noleggio. contour ha una pelle focalizzata su quello, un po’ meno scorrevole ma molto più resistente dei modelli classici. È ottimale per chi è all’inizio: la colla Hybrid come abbiamo visto ha infatti caratteristiche che aiutano i principianti e inoltre è molto durevole – elemento che rende il prodotto nel suo complesso anche meno impattante a livello ambientale.

22 SPECIALE SKIALP PRESENTAZIONI
MASSIMO BRINI, SALES MANAGER ITALIA DI C.A.M.P.

VISIONE PERIFERICA

La Max Fly è la maschera da scialpinismo di Cimalp realizzata in collaborazione con Matteo Eydallin, campione del mondo e volto del brand francese

Insoddisfatto delle maschere presenti sul mercato alle quali toglieva gli inserti e la montatura in plastica con un cutter, Matteo Eydallin si è rivolto a Cimalp, marchio transalpino le cui origini risalgono al 1964 e con sede ancora nel massiccio del Vercors, nelle Prealpi francesi. Le parole chiave che Matteo pronuncia al dipartimento di Ricerca & Sviluppo sono: comfort, leggerezza e circolazione dell’aria. Nasce, così, la maschera da scialpinismo per i campioni della disciplina e non solo.

La Max Fly è caratterizzata da un wide screen dal design semplice e lineare ed è dotata di un inserto interno in Double Foam che garantisce una maggiore aderenza al viso e impedisce la formazione di condensa. Questo modello è leggerissimo (solo 45 g) ed è perfettamente compatibile con il casco grazie alla fascia regolabile con bande in silicone per il perfetto grip.

L’apporto di Matteo, volto di Cimalp dal 2019, con la sua vasta esperienza nelle sfide estreme in montagna, si è rivelato fondamentale nella realizzazione della maschera. Insieme al team ha posto le basi

per una gamma di prodotti che non solo rispondono alle esigenze degli appassionati di outdoor, ma elevano anche l’intero standard di abbigliamento e attrezzature tecniche. Il loro obiettivo comune è quello di garantire a ogni appassionato di vivere la montagna nel massimo comfort, sicurezza e tecnologia, trasformando ogni esperienza all’aria aperta in un momento indimenticabile.

“Essere coinvolto in questi progetti a me fa piacere perché tante volte, quando si è sponsorizzati da una marca o lavori per un brand, sei un numero oppure si viene considerato solo nel momento in cui fai un buon risultato. I collaboratori di Cimalp mi hanno sempre messo a mio agio, senza che ci fosse quello stacco fra azienda e atleta. C’è sempre stato un rapporto personale di amicizia”

Matteo Eydallin

LENTE / avvolgente per visione panoramica con rivestimento anti-appannamento

SCHERMO / in policarbonato resistente agli urti. A specchio flash Cat 3 – UV40

PRESE D’ARIA / laterali

CINTURINO / regolabile. Confortevole double foam layer con rivestimento in velluto

PESO / 45 g

24 SPECIALE SKIALP FOCUS PRODOTTO
INFO: cimalp.it M ax F ly
Matteo Eydallin con la maschera Max Fly

QUANDO IL GIOCO SI FA TECNICO...

... c’è bisogno di precisione. E Petzl l’ha messa senza dubbio in pratica nella progettazione di questi due prodotti leggeri e versatili

ALTITUDE

Un imbrago leggero e dalla struttura semplice che si può indossare comodamente senza togliere né sci né ramponi. L’attrezzo ideale per le lunghe trasferte di scialpinismo o alpinismo, è completato da due portamateriali per portare tutta l’attrezzatura necessaria e caratterizzato da un ingombro ridotto al minimo quando sistemato nella sua custodia. Due passanti con interno siliconato si trovano sui cosciali, per l’eventuale trasporto di viti da ghiaccio. Infine, i fili in PEHD (polietilene ad alta densità), utilizzati su cintura e cosciali garantiscono una ripartizione ottimale del peso e una sensazione di leggerezza e comfort anche in caso di utilizzo prolungato.

FIBBIA / Doubleback Light

CINTURA E COSCIALI /sottili e flessibili grazie

alla tecnologia Wireframe

MATERIALI / poliammide, poliestere, polietilene ad alta densità, alluminio

PESO / 150 g (taglia M)

CERTIFICAZIONI / CE EN 12277 type C, UKCA, UIAA

CSWIFT RL

Lampada frontale compatta, ultrapotente e ricaricabile. È dotata della tecnologia Reactive Lighting, grazie alla quale un sensore valuta la luminosità ambientale e adatta automaticamente la potenza d’illuminazione. Con i suoi 1100 lumen per soli 100 gr di peso, Swift RL è una frontale multisport indispensabile per le attività outdoor. È realizzata in due parti per garantire un’eccellente stabilità nelle escursioni dinamiche e impegnative di alpinismo, trail o sci. Intuitiva, è dotata di un singolo pulsante che consente di accedere facilmente a tutte le funzioni (on/off, modalità e livelli d’illuminazione e bloccaggio). Si può contare anche sull’illuminazione rossa, fissa o lampeggiante, in caso di necessità. Ricaricabile, dispone di un indicatore di potenza a cinque livelli che consente di consultare con precisione il livello di carica della batteria.

INFO: Dinamiche Verticali - 011.2732500 - info@petzl.it

DINAMICITÀ LIBERA

Da Montura un ensemble tecnico per le skialper sempre alla ricerca di nuove sfide

hi ama la montagna è sempre alla ricerca di quella sensazione di libertà che solo uno spazio così aperto può dare. In questa direzione, Montura continua a sviluppare deI capi che assicurano anche a livello di movimento una libertà totale, insieme a un’alta resa tecnica del prodotto. Il completo Speed Style rientra perfettamente in questa categoria.

POTENZA / 1.100 lumen

PESO / 100 g

RICARICABILE / porta USB-C

SPEED STYLE JACKET WOMAN

Giacca donna in tessuto softshell DWR 4 way-stretch, parzialmente foderato in tessuto rete. Numerosi accorgimenti rendono questa giacca molto versatile, per un uso dinamico dove si può facilmente apprezzare la pressoché totale assenza di ostacolo al movimento. In soli 30 gr sono garantite anche un’ottima traspirabilità, resistenza al vento e idrorepellenza. Per questo si adatta a diverse attività outdoor: scialpinismo, alpinismo, climbing e trekking.

SPEED STYLE PANTS WOMAN

Così come la Jacket, anche lo Speed Style Pants è perfetto quando si cerca massima libertà di movimento per le attività in alta quota. Il tessuto 4-way stretch, assieme alla costruzione a ultrasuoni, fa sì che il pantalone agisca come una seconda pelle, assecondando ogni movimento della gamba ed evitando sfregamenti o pressioni fastidiose dovute alla sovrapposizione di materiali. Inoltre, grazie al trattamento DWR, assicura protezione dall’umidità esterna. Le zip sulle tasche permettono di tenere piccoli oggetti a portata di mano e al sicuro, mentre quelle versatili sul fondo gamba garantiscono una perfetta aderenza a tantissimi scarponi da montagna.

25 SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI
INFO: Montura - 0445.318911 - montura@montura.it - montura.it
© Matteo Pavana

FW 24/25

TECNICITÀ DI DESIGN

I prodotti Crazy, da sempre icona di performance e stile fashion, trasmettono anche creatività, innovazione e familiarità. Ideati da Valeria Colturi, direttamente nella sede di Tirano (SO)

Se parliamo di collezioni, l’obiettivo di Crazy è di renderle più durevoli possibili e utilizzare gli scarti di produzione per ricreare eventuali ac-

PARKA WONDER MAGIC SHELL

Una giacca lunga impermeabile con tessuto 3 layer, tecnica e protettiva contro pioggia e neve, ma con un look fashion. Il parka Wonder Magic si distingue per il tessuto realizzato appositamente per Crazy: un nylon con 20.000 colonne d’acqua ma completamente elastico e traspirante, con una finitura che lo rende altamente morbido e prezioso al tatto. Il modello a cappotto lo rende più protettivo anche nella zona gambe e sedere, oltre che molto stiloso grazie agli spacchi laterali sovrapposti, al taglio femminile e alle stampe all-over.

PULL WONDER MAGIC

La Pull Wonder Magic è una vera e propria icona di fantasia grazie all’unione di un morbidissimo tessuto tecnico con una scelta di stampe e colori fuori dal comune. Il modello è stato aggiornato, inserendo un pannello laterale in tessuto tecnico più leggero e traspirante per migliorare la tecnicità e rendere il fit più femminile e visivamente sciancrato. La Pull Wonder Magic nasce per l’attività outdoor a bassa intensità ed è perfetta per le esigenze di comfort (e stile) nelle attività di ogni giorno.

LEGGINGS CUTE

I nuovi leggings firmati Crazy sono comodi, stilosi ed elastici. La rivoluzione di questo pro dotto è l’impiego di un tessuto superiore: si tratta di un tessuto italiano estremamente elastico, con finitura interna morbidissima e superficie esterna liscia e water repellent. Il modello è curato nei dettagli, con tagli che evidenziano la silhouette e le forme femmini li, perfetto da indossare sotto una gonna tec nica o anche una giacca lunga, come il parka Wonder Magic Shell. La vita alta tiene calda la zona del la pancia, ci sono due tasche invisibili sulle cosce con chiusura di sicurezza antiribaltamento che possono contenere il telefono o al tri oggetti. Disponibile con print laterale a zebra oppure a tinta unita con cuciture abbi nate alle color stories.

cessori. Una forma di responsabilità, dunque. Caratteristica molto importante che si va ad aggiungere alla tecnicità, all’innovazione e all’occhio per la moda.

JKT INSPIRE

La giacca più protettiva della collezione. Un prodotto che combina una grande tecnicità e protezione con una completa elasticità. Sia il tessuto esterno, che l’imbottitura, che la fodera della jkt Inspire sono completamente elastici. Il tessuto esterno è Dermizax di Toray, perfet tamente impermeabile con 20.000 colonne d’acqua, ma le cuciture non sono nastrate per favorire la traspirazione come caratteristica prioritaria. Le uniche cuciture nastrate sono quelle della parte alta, che garantiscono quindi impermeabilità completa nell’area più esposta a pioggia e neve. L’imbottitura è in Primaloft Active, calda, idrorepellente e anch’essa elastica.

PULL INSPIRE

Mid-layer estremamente tecnico dal look stiloso ed elegante. Il fit è ergonomico e altamente femminile. Pensato per le giornate più fredde in montagna, il Pull Inspire è un midlayer con cappuccio realizzato mixando una soffice pelliccetta a pelo raso “Fluffy Warm” e un fleece tecnico e traspirante “HP” per i pannelli laterali. Un capo per fetto per l’alpinismo quando serve molto calore in un piccolo spazio.

PANT INSPIRE

Il pantalone da alta montagna più tecnico e completo della collezione, quest’anno totalmente rivisto. Il pant Inspire è adatto all’alpinismo o sci alpinismo con condizioni estreme, grazie alle caratteristiche antivento e alla sua incredibile elasticità. Prodotto in morbido e caldo soft shell con membrana ad alta idro-repellenza. La fascia della vita apribile è regolabile con velcri elastici sui fianchi. La ghetta è dotata di soffietto adatta bile con zip e una ghetta interna per migliorare la protezione da acqua e neve. Il fondo ha un elastico full-grip per migliorare la tenuta a tutti gli scarponi da sci alpinismo e un rinforzo interno con lamina applicata per proteggere dai tagli di ramponi o lamine degli sci. Inoltre è asimmetrico, più lungo nel retro, per un tocco di stile in più quan do indossato con scarponi. Il disegno del pantalone richiama la giacca della stessa famiglia, insieme sono un outfit perfetto.

INFO: Crazy - 0342.706371 - help@crazy.it - crazy.it

26
SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI

Lo scialpinsimo, al contrario dello sci alpino, prevede una risalita con le proprie gambe. Il rischio è di dover af frontare la conseguente discesa molto sudati e, a contatto con l’aria esterna, sentire freddo. In questa disciplina risulta quindi molto importante la scelta dell’abbigliamento e soprattutto dell’intimo tecnico. La maglia a maniche lunghe Rtech Merinos è uno strato base realizzato in lana merino (44%) e microfibra Dryarn. La lana regola la temperatura, assorbe il sudore, è naturalmente morbida e possiede proprietà anti-odore. La microfibra in polipropilene Dryarn è idrofoba, non assorbe l’umidità e si asciuga rapidamente. Questa microfibra è anche resi stente, leggera e comoda.

La struttura specifica della t-shirt Rtech Evo 2 è una combinazione di diverse maglie con diversi livelli di supporto distri buiti sui principali gruppi muscolari della parte superiore del corpo che migliorano il tono muscolare durante lo sforzo, riducono le vibrazioni, ottimizzano le prestazioni e forniscono un’ottima libertà di movimento. Le numerose zone di ven tilazione lungo la spina dorsale, l’addome e sui lati, assicurano una ventilazione e una regolazione della temperatura ottimali. Il suo girocollo ultra sottile termosaldato ha un assemblaggio di termofusione al collo. Questa tecnica evita l’attrito sul collo e migliora il comfort e la leggerezza.

INFO: BV Sport Italia 335.5927456 - info@bvsport.it

Questo guscio del brand americano è pensato per un uso versatile su vari terreni e per tutte le avventure invernali, specialmente sulla neve. Realizzato in tessuto tecnico a tre strati Polartec Power Shield, costituito per il 48% da Biolon, un nylon rinnovabile, non OGM e di origine vegetale, con una carbon footprint inferiore del 50% rispetto al Nylon vergine 6,6, lo standard di riferimento per questo materiale. Questa innovazione ha rielaborato un elemento basilare, rendendolo migliore in termini di prestazioni e sostenibilità. È da considerarsi un’altra importante conquista nel percorso di sostenibilità che sta compiendo Polartec, fornendo prodotti che mirano ad aumentare gli input riciclati e biologici in tutta la collezione, riducendo la dipendenza del marchio dai combustibili fossili e diminuendo la propria carbon footprint. Nessun compromesso però per questo guscio che nonostante l’alta componente plant-base risulta impermeabile, traspirante ed estremamente durevole allo stesso livello degli altri shell ad alte prestazioni presenti sul mercato. Polartec Power Shield inoltre garantisce massimo comfort e libertà di movimento.

INFO: polartec.com

A OGNUNO IL SUO

Ferrino presenta diverse gamme di zaini con l’obiettivo di fornire a tutti gli scialpinisti la soluzione adatta a ogni esigenza

Dimmi che scialpinista sei, ti dirò quale zaino indossare. Con questa promessa Ferrino si presenta sul mercato con una gamma di soluzioni che si adatta alle diverse esigenze.

INSTINCT

Uno zaino ultraleggero dalle linee essenziali, ideale per tutte le forme di alpinismo. Uno vero allaround per la montagna disponibile in diverse dimensioni, 25, 30+5 e 40+5, 60+5, è stato progettato per adattarsi a ogni attività grazie alla possi bilità di essere modulato nel peso e nel sistema di trasporto. Costruito in Dyneema Com posite Fabric, un tessuto due strati dalle caratteristiche di elevata resistenza alla trazione e alla lacerazione, che grazie all’accoppiamento tra tes suto DCF e poliestere 50D, riesce a conferire allo zaino un rapporto tra resistenza e peso unico. Le zone di maggior abrasione e usura sono rinforzate da inserti in SuperFabric mentre il si stema del dorso Hollow Back System aderisce al corpo se guendolo perfettamente nei movimenti.

RUTOR

Pensato per lo sci alpinismo e l’alpinismo, il Rutor 25 è ideale per uscite “fast and light”. Uno zaino funzionale dotato di tasche specifiche per ogni accessorio che rendono più facile l’accesso e il trasporto dell’attrezzatura alpinistica. Frontalmente è provvisto di una tasca progettata per inserire il materiale da autosoccorso in valanga, quali pala e sonda, mentre nella parte inferiore è situato uno scomparto porta ramponi o porta corda di facile accesso grazie all’apertura laterale con cerniera. Non mancano nastri e asole porta sci, porta piccozza e porta casco. Disponibile anche nella versione da 30 litri.

OSA 32

New entry FW 24/25, lo zaino Osa 32 è perfetto per freerider e scialpinisti che cercano stile senza limiti tecnici. Infatti soddisfa ogni esigenza sulla neve. Una linea cromatica unica e uno stile pulito lo rendono un must have per la stagione invernale. Costruito in NylonRipstop, presenta un dorso morbido, imbottito ed ergonomico che si adatta alla schiena dell’utente garantendo un fit perfetto. Presenta il riflettore Recco integrato, un sistema porta sci frontale e laterale e un cinturino pettorale con fischietto di emergenza. L’Osa 32 è inoltre compatibile con il sistema di idratazione H2 Bag.

27 SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI INFO: Ferrino & C. - 011.22300711 - info@ferrino.it
PER
ROGUE ELEMENTS JACKET DI TETON GRAVITY RESEARCH
L’INTIMO IN LANA MERINO DI BV SPORT POLARTEC
TGR

SERPO: DA BLACK CROWS, UNO SCI REATTIVO E TECNICO ADATTO PER TUTTI I TERRENI

Uno sci allegro, adatto sia a battere traccia che a tracciare curve in pista. Con la sua larghezza di 93 mm garantisce sufficiente galleggiamento rimanendo ottimale per il carver, disegnato per giocare su tutti i tipi di terreno grazie al suo flex medio. È anche reattivo e scattante: lo strato di metallo interno gli conferisce più stabilità e maggiore resistenza sulle lamine. Sopratutto, il suo essere uno sci performante e tecnico non diminuisce comunque il divertimento. Dotato di una doppia piastra in titanio sotto il piede, di un rocker progressivo in punta e di un sollevamento precoce delle code per un miglior controllo delle curve e miglior manovrabilità. Il camber sottopiede è ridotto, in modo da rendere più stretto il contatto tra lo sci e la neve. I lati sono tagliati dritti per un flex più aggressivo. Disponibile in sei lunghezze (152.3, 160.2, 168.2, 174.1, 180.1, 186.3 cm).

INFO: Ferrino & C. - 011.22300711 - info@ferrino.it

UBAC, LO SCI FREETOURING

PER LA FINE DELLA STAGIONE DI ZAG

Per gli amanti delle sciate primaverili che si possono costruire nelle giornate dove il sole tramonta sempre più tardi e le ore di luce aumentano, la proposta ZAG Ski si chiama Ubac, lo sci costruito con il migliore equilibrio tra leggerezza e sciabilità, per dare allo sciatore la sensazione di indossare uno sci freeride. L’anima in legno permette allo sci di essere leggero e intuitivo nella sciata. I bordi spessi e l’ABS posto sui lati permettono allo sci di assorbire le vibrazioni conferendo sensazione di stabilità. Disponibile nelle misure di 89, 95, 102 e 112 millimetri (sotto piede).

INFO: B-Factory 039.9193830 info@b-factory.it

DPS: CARBON PAGODA TOUR CFL 90

PFW 24/25

er la FW 24/25, arriva il più stretto degli sci da scialpinismo di casa DPS, comunque in grado di affrontare con facilità una varietà di condizioni in discesa. Il Carbon Pagoda Tour CFL 90 ha un nuovo flex più morbido, ottimizzato per scarponi e attacchi leggeri in condizioni miste. la larghezza da 90 mm e la costruzione in carbonio offrono una piattaforma leggera per la velocità in salita. Il risultato è uno sci perfetto per i percorsi scialpinistici più impegnativi, dove l’efficienza della leggerezza è fondamentale. La ricerca e lo sviluppo di questo sci sono nati sulla base dei valori cardine DPS: durata, prestazioni e sostenibilità. Per raggiungere i massimi livelli di questi obiettivi, è stato sviluppato un nuovo ed esclusivo laminato di carbonio e lino (CFL), che riduce le vibrazioni torsionali pur mantenendo la rinomata energia e la durata a lungo termine del carbonio. Si tratta di un laminato unico, a fibre intrecciat e e ad alte prestazioni, che mette in mostra le di fibre di lino all’interno della nostra struttura in puro carbonio.

INFO: Outback 97 - 035.61103 - info@outback.it

VERSO NUOVE VETTE

Due modelli Ski Trab versatili e tecnologici, in grado di assecondare le esigenze degli scialpinisti e accompagnarli nelle loro avventure

ORTLES NEXT 90

Progettato per avere il massimo piacere di sciata in neve fresca e in tutte le condizioni in cui performance e divertimento sono fondamentali. Uno sci versatile, che garantisce facilità ed emozione a tutti gli appassionati di scialpinismo.

COSTRUZIONE / Made in Bormio a 14 strati e anima in legno Liwood air, affidabilità Ski Trab, garantita 10 anni. La costruzione assicura una resistenza superiore, mentre l’anima in legno offre una sensazione autentica sulla neve.

Una delle caratteristiche distintive di Ortles Next è l’impiego intorno all’anima Liwood Air di una calza realizzata con fibra di basalto e fibra di vetro per dissipare le vibrazioni e garantire una discesa più fluida e controllata. La fibra di basalto presenta una maggiore deformabilità e una minore frequenza di vibrazione rispetto al composito di carbonio. Questo riduce la fatica e migliora il comfort su terreni accidentati o ad alta velocità. Inoltre il basalto aumenta la durata dello sci perché meno suscettibile a deterioramento di altri materiali. La calza torsionale in fibra di basalto e vetro sinonimo di eccellenza tecnologica, conferisce una stabilità senza precedenti mentre il nuovo flex li rende ancora più facili e divertenti.

NEVE 104

Neve 104 è un nuovo progetto Ski Trab orientato al freetouring. Per la prima volta Ski Trab crede e sviluppa uno sci con oltre 100 mm sotto al piede, frutto di grande lavoro di ricerca e test su flex, shape e torsione abbinati a una base strutturale collaudata e affidabile come la tecnologia del leggero 14 strati.

COSTRUZIONE / assicura una resistenza superiore, mentre l’anima in legno offre una sensazione autentica sulla neve. La gabbia di carbonio e vetro avvolge internamente lo sci, conferendogli un ottimo rapporto tra rigidità torsionale (carbonio) e reattività grazie anche alla maggiore deformabilità della fibra di vetro.

28 SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI
INFO: Ski Trab - 0342.901650 - info@skitrab.com
FW 24/25
FW 24/25

UNA VOLTA È PER SEMPRE

È questa la promessa di Phantom Glide, il trattamento permanente e ad alte prestazioni per sci e snowboard a composti polimerici a catena corta

In occasione dei Winter Business Days, Outback 97 ha presentato l’innovativa tecnologia di Phantom Glide, di cui si occupa della distribuzione italiana. È un trattamento per sci e snowboard che si applica una volta e che dura per sempre, aumentando l’idrofobicità e migliorando le prestazioni di scivolamento in una varietà di condizioni di neve. I partecipanti ai WBDAYS hanno avuto l’occasione di dare nuova vita ai propri sci con la tecnologia Phantom: al Palasport era infatti presente il macchinario che in 30 minuti agisce sulla soletta donando agli attrezzi lo stesso effetto della sciolinatura, senza essere sciolina. Il sales manager europeo di Phantom ha anche spiegato le caratteristiche di questa speciale base polimerica, perfetta per ogni tipo di sci – di fondo, alpino o scialpinismo – e per ogni tipo di snowboard

“Il valore aggiunto di Phantom Glide è il fatto che lo scorrimento dello sci rimane stabile per tutta la sua vita. Una volta applicata, non sarà più necessario sciolinare.

Inoltre, questo particolare trattamento penetra nella base dello sci, nelle fibre. Da non sottovalutare l’aspetto ambientale visto che, a differenza delle scioline, Phantom Glide non rilascia elementi dannosi sulla neve”

Gunther Ausserhofer, general manager di Outback 97

COME FUNZIONA - Con la sua tecnologia polimerica in attesa di brevetto, Phantom Glide utilizza composti microscopici a catena corta per penetrare e diffondersi nelle sezioni non strutturate della soletta. La cera tradizionale non è in grado di farlo perché le sue molecole sono troppo grandi. Dopo che Phantom Glide è stato assorbito nella base, viene utilizzata la luce UV per attivare il processo di polimerizzazione, incollandolo in modo permanente al materiale di base. Questo può essere realizzato utilizzando una Phantom Glide Cure Station o la luce solare naturale all’aperto. Dopo un singolo passaggio di finitura con una spazzola Phantom Glide Polishing Pad, le solette sono completamente trattate e pronte per scivolare.

INFO: Outback 97 - 035.61103 - info@outback.it

29 SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI
GRANDES JORASSESPRIMA INVERNALE Parete NordDirettissima alla punta Walker Charles Dubouloz, Symon Welfringer, Clovis Paulin Cinque giorni. Quattro notti. Una prima. ©M.Dumas_M.Daviet "Avevo adocchiato questa linea da molto tempo, ne ero attratto! Ne ho parlato a Clovis e poi a Symon. È così che è nato il nostro trio. Non si tratta solo di un mix di abilità alpinistiche. Prima di tutto è una storia di amicizia e di passione condivisa" Charles Dubouloz

GUSCIO 3 STRATI UNLIMITECH, PROTEZIONE ASSICURATA FIRMATA CMP

Guscio a tre strati della collezione Unlimitech che garantisce resistenza e durabilità eccezionali. Le cuciture totalmente nastrate assicurano una protezione completa dagli agenti atmosferici, rendendo il guscio impermeabile all’acqua senza perdere di traspirabilità (WP 10.000 e MVP 10.000). Progettato prestando particolare attenzione alla praticità e al comfort, in diversi dettagli: cappuccio fisso regolabile tramite coulisse e impreziosito da un bordo stampato con il logo CMP; collo frontale alto per la massima protezione dal vento, essenziale nelle giornate più fredde e ventose; aerazioni laterali sotto-manica con patta e zip; 2 ampie tasche laterali e una tasca skipass con zip sulla manica, perfette per riporre oggetti piccoli e indispensabili. I polsini sagomati sono regolabili con alamari in velcro, consentendo una personalizzazione della vestibilità e un maggiore isolamento termico. Infine, una ghetta interna antineve elastica, caratterizzata da una stampa antiscivolo in silicone, offre ulteriore protezione dalla neve. La ghetta è staccabile, per una maggiore versatilità d’uso in diverse condizioni atmosferiche. Ogni dettaglio di questo guscio è pensato per gli appassionati di sport invernali.

ALLA RICERCA DELLA FRESCA CON L’ALPSPITZE PRO 3L JKT M DI JACK WOLFSKIN

Giacca ideale per lo scialpinismo realizzata in leggero Pertex Shield Air. Un capo molto traspirante e impermeabile, che presenta due tasche laterali, una tasca interna e una tasca per lo skipass. Le cerniere di ventilazione consentono di regolare la ventilazione, il bordo impedisce che la neve entri nella giacca. Il cappuccio fisso è regolabile e può contenere il casco. Tessuto in nylon prodotto mediante elettrofilatura. Gode della tecnologia RECCO per il soccorso antivalanga.

INFO: CMP - cmpsport.com

ORTOVOX 3L RAVINE SHELL JACKET E PANTS

Per una libertà senza limiti sulla powder. La 3L Ravine Shell Jacket fa il suo ingresso in grande stile quando ci si arrampica su canaloni stretti e quando si affrontano ripide discese sulla neve fresca. La giacca è leggera, facile da ripiegare e ridotta all’essenziale da trovare posto anche nello zaino più piccolo. Il taglio ampio lascia la massima libertà di movimento. In caso di maltempo, l’antivento impermeabile Merino Deep Shell dotato della membrana Dermizax NX assicura traspirabilità e comfort mantenendo il corpo sempre asciutto. Le lunghe zip sottomanica consentono una ventilazione aggiuntiva quando la salita si fa più faticosa. Il cappuccio antitormenta può essere regolato in orizzontale e in verticale con un semplice gesto della mano, così da contrastare il vento anche quando si sfreccia sulla neve fresca. Le morbide chiusure in velcro sulle maniche non fanno entrare il freddo, isolando il corpo a perfezione. Completano l’outfit i Ravine Shell Pants, per un ensemble a impatto ambientale ridotto, senza PFC.

MATERIALE / esterno: 100% poliammide; membrana: 100% poliuretano (Toray Dermizax NX); interno: 100% poliammide PESO / Jacket 420 g (W)/ 472 g (M) Pants 454 (W) g / 470 g (M)

MATERIALE / Pertex Shield Air, 100% poliammide

PESO / 455 g (taglia M)

PELLE DURA: ARRIVA

LA PEAK MIXMOHAIR DI KOHLA

Per lo scialpinista che predilige ghiacciai, terreni aperti o piste e che necessita una pelle robusta che aderisca bene allo sci, la nuova serie Peak di Kohla è lo strumento perfetto. L’attenzione è rivolta a una combinazione equilibrata di proprietà di scivolamento e grip. Questa pelle è consigliata a tutti coloro che intraprendono spesso escursioni lungo pendii aperti o che sono in movimento sui ghiacciai. Il Mixmohair (65% Mohair 35% Nylon) presenta infatti una robustezza e una resistenza all’abrasione ottimali grazie alle fibre miste.

TECNOLOGIA FIBER SEAL / progettata per un uso frequente su pendii e ghiacciai

TESSUTO MIXMOHAIR / particolarmente resistente e poco abrasivo COLLA SMART GLUE / offre ottime proprietà di adesione anche a basse temperature

INFO:

30 SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI
INFO : Jack Wolfskin Italia - 0472.068420 - office@jack-wolfskin.it
Schwan Stabilo Outdoor Italia srl Ortovox - 035.008631- info-it@ortovox.com
INFO:
- info@outback.it
Outback 97 - 035.61103
FW 24/25

PRECISIONE E SICUREZZA

SCARPA

Il Maestrale di SCARPA si conferma lo scarpone ideale per gli sci alpinisti di tutti i livelli, alleati perfetti per le avventure sulla neve capaci di offrire un’esperienza sportiva unica, sia in fase di salita che di discesa. Il piacere di sciare, su ogni tipo di percorso, è assicurato dal comfort immediato della scarpetta termoformabile ed enfatizzato dalla forma più comoda.

TECNICI E SOSTENIBILI / soddisfano alti standard di ecologia grazie alla scelta del materiale Pebax Rnew prodotto da fonti rinnovabili. L’inserto in carbonio sovra-iniettato sullo scafo garantisce un’immediata trasmissione degli impulsi allo sci, assicurando precisione e controllo anche nelle situazioni di sciata più difficili.

REATTIVITÀ E CONTROLLO

CON DALBELLO

Il modello Quantum Free Pro è la novità 2024 del marchio Dalbello dedicata allo scialpinismo. Con un flex di 130 e un peso di 2.600 g (il paio), è uno scarpone progettato per gli sciatori esperti che cercano il top di gamma. Grazie alla sua struttura Bonded Shell con il guscio e il collare in due pezzi, offre grande reattività e sostegno nelle discese, mentre è molto comodo e leggero nelle salite. Il sistema Dual Link consente un’ampia gamma di movimenti, con la possibilità di ruotare in più di un punto di 65 gradi. In discesa, il colletto allungato, l’ampio Power Strap e i due ganci avvolgono efficacemente il piede, garantendo una trasmissione ottimale della pressione, sostegno e controllo. La fodera IF Touring Pro è termoformabile al 100% per un comfort senza pari. La tecnologia MY FIT permette di personalizzare in modo semplice e veloce lo scafo e la fodera della scarpetta, mentre la schiuma di memoria Auto FIT offre comfort nelle salite e nelle discese. Lo scarpone è dotato di un meccanismo sci/camminata che permette di passare rapidamente dalla salita alla discesa. Infine, la suola Vibram garantisce una buona presa durante la camminata e un’efficiente trasmissione della pressione agli attacchi e allo sci.

Da 40 anni diamo ascolto alla nostra voce interiore e ci facciamo portavoce dei nostri valori: sicurezza e amicizia, responsabilità e sostenibilità. FW

SPECIALE SKIALP VETRINA PRODOTTI
INFO: Calzaturificio S.C.A.R.P.A. - 0423.5284 - info@scarpa.net
INFO:
Dalbello 0423.55641 - info@dalbello.it
CON
LISTEN TO YOUR INNER VOICE
24/25

LA “EL DORADO”

DEL FREERIDE

Salita con le splitboard e discesa in neve fresca. Non una qualunque, ma quella di Hokkaido, in Giappone, dove la fatica viene ripagata di Simone Bianchino - foto: Dino Bonelli

“Eravamo quattro amici al bar” cantava Gino Paoli, noi invece eravamo quattro amici a Niseko nella regione di Hokkaido, Giappone. Per quattro giorni siamo stati ospiti dell’amico Tomoya Shino, appassionato rider e noto collezionista di snowboard. La sua generosa offerta di ospitalità e la sua guida esperta hanno reso la nostra esperienza assolutamente indimenticabile. Il comprensorio nipponico risulta ramificato su un’unica montagna chiamata Niseko Annupuri ed è composto da quattro principali località: Grand Hirafu, Niseko Village, Niseko Annupuri e Hanazono. La neve polverosa di questa regione è considerata la migliore e più candida del mondo e rende la località una meta ideale per gli amanti del freeride. Nonostante la stagione, che ci raccontano essere poco nevosa e la più calda di sempre, le temperature medie si attestano sui 10° sotto lo zero, e le maestose pareti di neve lungo la strada che ci conduce a destinazione dall’aeroporto di Sapporo ci fanno capire, da subito, di essere in un luogo unico. Il comprensorio è frequentato da una clientela internazionale e tutti sono, rigorosamente, equipaggiati con attrezzatura da fuori pista: sci larghi, splitboard e tavole a coda di rondine. La quantità di sciatori e snowborder pressoché si equivale. Nei nostri giorni di permanenza il meteo non è stato clemente, le nevicate sono state costanti.

Il primo giorno ci ha regalato un’epica discesa in backcountry, iniziata dopo una faticosa ascesa con le nostre tavole split. Le tavole suddivise, dotate di pelli, ci hanno permesso di affrontare la salita a passo alternato, preparandoci per una discesa unica e gratificante in neve fresca. La cresta era popolata da una processione di freerider, ognuno diretto verso la sommità per poi godere di discese mozzafiato con l’intento di aprire nuove linee. Ben s’intende perché gli appassionati da tutto il mondo ambiscano a sciare qui. Piccoli boschi di betulle, talvolta stracarichi di neve, colorano il versante della montagna i quali, con un po’ di attenzione, si riescono ad attraversare senza particolari rischi offrendosi da sfondo ideale per scatti unici e autentici. La discesa è lunga e mette a dura prova la preparazione fisica delle gambe che la sera defatichiamo “corricchiando” sui larghi marciapiedi innevati a bordo strada. Come di consueto la nostra attrezzatura da running è onnipresente e l’abbigliamento idrorepellente e le scarpe in Gore-Tex sono risultate essenziali. Nei due giorni successivi, il meteo non ha certamente mostrato la sua clemenza. Il vento gelido, le precipitazioni incessanti e le temperature, che hanno raggiunto i meno 18°, ci hanno spinto a intraprendere appassionanti e impegnative gite in splitboard. Le macchie di boscaglia, con gli alberi di acero carichi di neve, sono state un pergolato naturale, proteggendo la risalita dai freddi venti provenienti dalla vicina

Siberia. Conclusa l’ascesa, le operazioni di cambio da “tour mode” a “ride mode” sono sempre risultate stremanti, specialmente a causa delle condizioni meteorologiche avverse e talvolta estreme. Per l’ultima giornata, Tomoya-san ci ha informato della riapertura degli impianti di risalita grazie alla diminuzione del vento. Abbiamo, quindi, proseguito, alternando l’utilizzo delle piste, praticamente intatte, al fuoripista. In questo periodo di alta stagione, la considerevole affluenza di turisti ci ha spinto ad adottare una strategia chiara: l’importanza di partire presto la mattina. Questa scelta aveva l’obiettivo di assicurarci di essere tra i primi a tracciare le prime linee in fuoripista, una sfida ambita da molti appassionati, rendendo l’esperienza ancora più gratificante grazie al privilegio di solcare la neve fresca. Niseko, con la sua neve unica al mondo, si è rivelata un luogo magico e straordinario. Questo angolo dell’Hokkaido, durante l’alta stagione, ha enfatizzato la bellezza senza pari della neve fresca, trasformando ogni discesa in un’esperienza indimenticabile nonostante la notevole affluenza di turisti. Ogni momento trascorso a Niseko risulta un ricordo unico e irripetibile di questo luogo dal fascino senza tempo.

32 SPECIALE SKIALP AROUND THE WORLD

ALLA RICERCA DI AVVENTURA

CON BURTON

Burton Family Tree Hometown Hero X Splitboard è la tavola versatile e più leggera della linea ed è ideale per i riders che amano l’avventura. La sua struttura e la base in Methlon alleggeriscono il carico, mentre l’attacco Split Channel è il sistema più affidabile per le splitboard. La forma direzionale galleggia nella neve fresca e offre potenza quando necessaria. Il resistente legno endgrain nelle zone ad alto impatto aumenta la durata nel tempo senza però appesantire l’andatura del rider nelle fasi del tour.

BURTON X

G3 UNIVERSAL SPLITBOARD SKINS

G3 produce attrezzatura per guide e professionisti delle valanghe che spingono la loro attrezzatura al limite. La loro reputazione di affidabilità e ingegnosità è il motivo per cui Burton ha scelto G3 per fornire le pelli Burton Universal Splitboard. Il tessuto felpato sintetico universale bilancia l’aderenza e la scorrevolezza in tutte le condizioni di neve. Si adattano alla splitboard immediatamente, è sufficiente rifinire la larghezza con l’apposito attrezzo in dotazione.

INFO: B-Factory - 039.9193830 - info@b-factory.it

IL PESO LEGGERO DELLA PERFORMANCE

Le due splitboard Milligram e Metamorph firmate Amplid racchiudono un insieme d’innovazione, ingegneria di precisione e ricerca dell’efficienza assoluta nella salita così come nella discesa

MILLIGRAM

Amplid presenta la sua nuova Milligram, un’icona nell’universo dello splitboard, che risponde alle esigenze dei rider che cercano la massima efficienza in salita senza sacrificare l’abilità in discesa. Il suo design è il risultato di una meticolosa lavorazione artigianale e di un delicato equilibrio tra leggerezza e resistenza, costruzione e durata. Inoltre, i nuovi sistemi di attacchi per scarponi rigidi esercitano un maggiore stress sul laminato superiore nella zona degli attacchi. Per ovviare a questo problema, un nuovo rinforzo in vetro UD è stato applicato alla Milligram, garantendo una maggiore durata senza compromettere le prestazioni. La forma, il design e il taglio della coda di rondine del nuovo Milligram sono stati perfezionati, mantenendo la funzionalità e ottimizzando le prestazioni su terreni impegnativi. La costruzione in carbonio di Amplid è sinonimo di fiducia e affidabilità tra gli specialisti della splitboard e tra gli alpinisti.

CON COMERA

SU TUTTI I TIPI DI NEVE

Sviluppare una tavola polivalente capace di adattarsi allo stile di ogni rider. Da questo desiderio, Comera ha dato vita a Rooster, la splitboar pensata per un utilizzo trasversale, dalle gite in alta quota ai pillow nei boschi, dalle nevi difficili a quella bagnata primaverile. Rooster split unisce il lato tecnico che contraddistingue le tavole di Comera, al lato più giocoso. Per la realizzazione, l’azienda di Lecco ha selezionato i migliori materiali disponibili sul mercato, lavorando con i fornitori per individuare le più evolute soluzioni tecniche. Il risultato è una tavola di 2,9 kg di peso e 157cm di lunghezza, caratteristiche che la rendono tra le più leggere in circolazione, mantenendo alto il piacere di riding grazie alla costruzione mista vetro/carbonio. Anche la Rooster è realizzata a mano nel laboratorio vicino a Lecco. Non c’è terreno o condizione che possa mettere in difficoltà questa tavola: camber centrale per dar sostegno e sicurezza sulle nevi più difficili, Rocker progressivo in punta (sviluppato con tecnologie CFD) per ottimizzare il galleggiamento.

INFO: Comera - info@comeralab.com

METAMORPH

Ma la storia non finisce qui. Dal DNA della Milligram è nata anche la Metamorph, realizzata appositamente per i rider che si muovono su terreni tecnici alpini. Con una lunghezza complessiva ridotta, ma con un bordo di massimo effetto, è progettata per chi cerca agilità e precisione nelle salite e nelle discese critiche. Il nuovo UDglass è stato applicato anche alla Metamorph, garantendo una maggiore durata senza compromettere le prestazioni. INFO: Boardcore - 02.69017189 -

33
info@boardcore.it
SPECIALE SKIALP FOCUS SPLITBOARD

personaggi del gioco

LO SCIALPINISMO È ANCHE... UN GIOCO

Si chiama Pelli di foca ed è stato ideato da quattro ragazzi bergamaschi.

Edito da Orobie, la prima edizione è già quasi esaurita

di Tatiana Bertera

Apprezzato dagli skimo addicted, dalle guide alpine e persino dal CAI, Pelli di Foca si avvia a essere il gioco dell’inverno 23/24 Come in una vera gita skialp i giocatori (da un minimo di due fino a un massimo di sei) devono preparare lo zaino, consultare il bollettino neve, verificare l’Artva, evitare di incorrere nelle slavine e gestire al meglio le proprie energie attraverso otto itinerari che gli consentiranno di raggiungere, nel tempo più breve possibile ma senza trascurare la sicurezza, il rifugio. In palio per il primo che arriva, come nelle migliori gite, il pranzo offerto dagli amici.

GLI IDEATORI - Pelli di Foca è a tutti gli effetti il primo gioco da tavolo sullo sci alpinismo, almeno per quanto riguarda l’Italia. Gli inventori sono Deborah Federici, Nadia Confalonieri, Marco Trussardi e Simone Trussardi: quattro ragazzi della provincia di Bergamo, naturalmente appassionatissimi di montagna e scialpinismo. La presentazione ufficiale si è tenuta giovedì 16 novembre presso la sede del CAI di Bergamo. Nel corso dell’inverno sono state diverse le occasioni per incontrarsi, presentare Pelli di Foca e giocare insieme e ora, a sorpresa, la prima edizione sembra essere quasi sold out.

Di seguito l’intervista a Simone Trussardi.

Avete già pensato alla sua versione “estiva”?

Abbiamo e stiamo pensando a parecchie variabili, sia per rinfrescare il gioco, sia per i vari spunti che abbiamo raccolto da giocatori di ogni età e passione (dallo scialpinista incallito al montanaro esperto, passando anche per giovani appassionati di giochi in scatola e non per forza sportivi). Le idee sono molte e ora crediamo di avere uno zoccolo duro, a livello di giocabilità e di credibilità, sul quale poter creare qualcosa di nuovo. Stiamo però pensando soprattutto alle prossime Olimpiadi invernali, dove lo scialpinismo sarà presente per la prima volta (era ora), anche se non ancora nella sua versione più primordiale.

Pelli di Foca ha avuto un successo enorme… ve lo aspettavate?

Ci sono dei dati numerici?

Ovviamente ci speravamo, anche per via del grandissimo entusiasmo che abbiamo percepito durante la realizzazione del gioco e durante le centinaia di test fatti in molti contesti diversi, anche al di fuori delle nostre conoscenze e della nostra comfort zone. Ma non potevamo aspettarci di raggiungere oltre 700 copie vendute tra metà novembre e Natale. Ora ne restano un centinaio delle mille prodotte. La concentrazione maggiore delle vendite è stata in Lombardia, ma abbiamo raggiunto più o meno tutte le regioni montane, anche se a spot. E abbiamo visto giocare personalità di spicco come la Nazionale di Sci Alpinismo alla vigilia dell’esordio in Coppa del Mondo in Val Thorens, tra cui il mitico Robert Antonioli e il nostro atleta “di casa” Luca Tomasoni, e perfino la campionessa Michela Moioli.

È in programma una seconda edizione? Oppure un ampliamento? È argomento caldo di discussione all’interno del team. Il test di mercato è andato alla grande: i dati, sia di vendita che di interazioni organiche sul profilo Instagram, sono stati eccezionali, e soprattutto siamo felicissimi dei feed-back ricevuti da chi ha giocato e si è divertito. Perciò l’intenzione è proseguire, allargando gli orizzonti e le collaborazioni, che siano con aziende del settore, o perché no, con case editrici specializzate nella produzione di giochi in scatola (anzi a questo proposito, ne approfitto per ricordare la nostra email: info@pellidifoca.com). Certamente ora ci prendiamo qualche tempo di riflessione, e anche di riposo, avendo prodotto il gioco nel nostro tempo libero. Innegabile però che già a oggi ci siamo divertiti e ci siamo tolti belle soddisfazioni.

Quali sono stati gli aspetti più apprezzati dagli utilizzatori?

Diciamo che sono vari. Sicuramente il fatto che sia un gioco comunque di strategia e non un semplice gioco dell’oca, l’ha reso accattivante. I sei personaggi (e la loro grafica inedita), che sono Tutina, Lent Ma Seguent, Bomba, Guru, Grinta ed Esaltato, hanno scaldato gli animi e creato anche rivalità e senso di appartenenza tra i giocatori (e nei quiz sui social). Ti direi anche la diversità tra ogni partita, grazie agli otto itinerari e alle variabili legate al bollettino meteo, all’attrezzatura che ognuno sceglie di portare nel proprio zaino, ai personaggi e agli eventi tipici di una vera gita di scialpinismo. E credo sia stata molto apprezzato, e ci ha fatto davvero piacere, il parallelismo tra gioco e realtà, con situazioni che veramente possiamo incontrare mentre godiamo delle nostre scampagnate in montagna. E quindi senz’altro anche l’inserimento di concetti di sicurezza, trattati in modo leggero e non esageratamente didattico, come la presenza della prova Artva come parte integrante del gioco. Tra l’altro questo aspetto di sensibilizzazione ha portato il gioco a essere patrocinato anche da Soccorso Alpino Lombardo, Unione Bergamasca C.A.I. E C.S.I. Nazionale, ed è stata una grande soddisfazione.

ATTENZIONE ALLA SOSTENIBILITÀ

Pensato per un numero di giocatori che va da un minimo di due a un massimo di sei, sia la confezione che il suo contenuto (tabelloni e pedine) sono stati realizzati in materiali ecologici. Carta e cartoncino sono certificati FSC, gli inchiostri vegetali, le componenti realizzate in legno e made in Italy (Bergamo per la precisione) e la confezione completamente plastic free.

pellidifoca.com

34
SPECIALE SKIALP ENTERTAINMENT
Gli ideatori, in senso orario: Simone Trussardi, Marco Trussardi, Deborah Federici e Nadia Confalonieri

SCOPRITE LA NUOVA COLLEZIONE FW 24/25

Kombi Elite: La linea premium che offre prestazioni elevate.

Distribuito in Italia da Outback 97 www.outback.it info@outback.it

LEADER CANADESE NEGLI ACCESSORI INVERNALI DAL 1961.
Session Tactical Patrol

Searching for a new way

montura.com
Hervé Barmasse — photo: Alex D’emilia

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.