Unicusano focus 0919

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Cultura Made in Cusano Media, islam e fake news: Ingegneria, quando attenzione ai minori la scelta è vincente

martedì 19 settembre 2017 www.corrieredellosport.it

Medicina L’emergenza sepsi vista dagli esperti

marco frittella Il conduttore del Tg1: «Il web rappresenta un incoraggiamento per l’informazione, spiegare la realtà con rigore e metodo è la nostra rivincita»

pensiamo ai fatti la cusano e il calcio

L’Unicusano Ternana alla Notturna di solidarietà

il punto

L’Europa da costruire

M

ercoledì 13 settembre il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nel suo discorso dedicato allo stato dell’Unione, ha tratteggiato i momenti salienti della recente evoluzione e ha dedicato ampio spazio alle priorità (commercio, industria e immigrazione) dei prossimi mesi; ad esse deve essere prestata la massima attenzione per andare avanti con decisione nella direzione di una vera integrazione che non si è mai realizzata. In effetti, anche se a marzo sono stati festeggiati i 60 anni dell’istituzione, lo stato di avanzamento dei lavori si presenta deficitario e deludente rispetto agli ideali che avrebbero dovuto tramutarsi in fatti. Certamente, non è stato agevole affrontare le inevitabili difficoltà che si sono manifestate in questo arco di tempo ma ciò non giustifica pienamente il parziale insuccesso del processo integrativo. Il Presidente ha dato per scontato che i Paesi membri ne condividano modalità e validità ma in realtà così non è. È sufficiente pensare, a tale proposito, ad alcuni Stati dell’Europa dell’Est e a quelli scandinavi; esempio emblematico è costituito dall’Ungheria che non ha intenzione di rispettare la recente sentenza della Corte di Giustizia europea che sancisce l’obbligatorietà di accoglienza di una quota di rifugiati politici. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano SEGUE A PAGINA III


cultura

II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la carriera

all’università

Una vita al Tg1 “dentro” gli eventi

Insegna giornalismo politico radiotelevisivo

Al Tg1 dal 1993 Marco Frittella ha seguito tutti i più importanti avvenimenti degli ultimi 25 anni in Italia e all’estero, dall’elezione dei Presidenti della Repubblica agli attentati di Parigi nel 2015.

Marco Frittella insegna Giornalismo politico e radiotelevisivo presso l’Università di Roma Tor Vergata nel Corso di Laurea Magistrale in Scienze dell’Informazione, della Comunicazione e dell’Editoria.

martedì 19 settembre 2017

marco frittella: la rete per rilanciare i media

Il giornalista e docente punta sullo sviluppo positivo del web per portare l’informazione fuori dalla crisi: «Credo che possa rappresentare un aspetto salvifico per tutto il settore» Marco Frittella è senza dubbio uno dei volti più noti dell’informazione televisiva italiana. Chiamato al Tg1 nel 1993, ha iniziato una lunga e prestigiosa carriera alla Rai che l’ha portato a diventare, tra le atre cose, apprezzato giornalista parlamentare. Poi è stato telecronista in occasione dell’elezione e del giuramento di numerosi governi e di ben quattro Presidenti della Repubblica, ha condotto edizioni straordinarie di telegiornali e giornali radio in occasione di elezioni politiche e di altri avvenimenti, come la rielezione di Giorgio Napolitano e l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica, la crisi in Grecia, gli attentati del 2015 a Parigi, solo per citarne alcuni. Docente, giornalista professionista e noto conduttore del telegiornale di punta della Rai, Frittella, 59 anni, nato a Orte ma di origini umbre, amerine in particolare, non ha mai nascosto la sua simpatia sportiva per la Ternana, anche se non segue in modo particolarmente approfondito le dinamiche calcistiche.

Le origini umbre e la simpatia per i colori rossoverdi: «Tutto è nato da una cravatta...» Marco, iniziamo proprio dalla sua simpatia per la Ternana, da quest’anno targata Unicusano. Come nasce? «Anche se sono anagraficamente nato a Orte, sono molto legato al paese di Amelia, tanto che amo considerarmi amerino al cento per cento. Ad Amelia, paese della provincia ternana, c’è sempre stato storicamente un tifo molto acceso per i rossoverdi. E poi, qualche anno fa, si è verificato un episodio simpatico...». Di cosa si tratta, ci dica… «Il caso ha voluto che un giorno, durante la conduzione di un tg, avessi deci-

so di indossare una cravatta dai colori rossoverdi. Questo mi ha portato, nei giorni successivi, a ricevere un’ondata di simpatia da parte dei tifosi della Ternana, che io ho corrisposto con piacere. Da quel giorno devo dire che mi diverto a indossare quella cravatta, perché la mia simpatia per i colori della Ternana si è rafforzata. Insomma, la definirei una simpatica dimostrazione d’affetto da parte mia». Veniamo ad argomenti meno leggeri. Lei svolge anche attività di docenza presso alcune tra le più prestigiose università italiane nel campo della

comunicazione: in quale direzione sta andando l’informazione in Italia? « Partendo da una crisi molto profonda dell’in-

formazione, credo che ora abbiamo la possibilità di mi-

gliorare le cose. E questa “rivincita”, paradossalmente, ce la potrebbe offrire proprio l’eccezionale sviluppo prodotto dalla Rete. Quindi, ciò che molti hanno visto come elemento distruttivo, io penso che invece possa rappresentare un aspetto salvifico per la nostra informazione».

cerca scientifica: conosce questa realtà? Cosa ne pensa? «Conosco la realtà della Cusano e la apprezzo. Ritengo quello proposto da questa università un approccio serio e rigoroso allo studio, del tutto adatto a incontrare il favore e le aspettative delle giovani generazioni».

Come potrebbe avvenire questa rinascita? «Grazie a questa enorme diffusione di immagini, notizie, avvenimenti che la rete ha alimentato, si è creata un’informazione nella quale tutti sembrano uguali, una giungla in cui tutti commentano tutto. Ma è proprio da questa confusione, anche di ruoli, che noi possiamo e dobbiamo ricreare una possibilità di comunicazione professionale, autorevole, attendibile e che spieghi i fatti attingendo da una metodologia deontologicamente seria e rigorosa».

Marco, lei è un acuto osservatore politico. Per il nostro paese si avvicinano le elezioni. Il prossimo anno si vota. Quali saranno i temi sui quali l’elettorato sarà chiamato a pronunciarsi? «Economia, migranti e sicurezza. Penso che saranno questi i temi principali della prossima campagna elettorale. In economia, la maggioranza proverà a giovarsi di questo ritrovato clima di fiducia prodotto dai nuovi dati sulla crescita, provando così a togliere, forse, qualche arma all’opposizione. Molto caldi saranno anche i temi sui migranti e sul terrorismo. Questi due elementi, che per me non andrebbero mai confusi, finiranno comunque per risultare centrali nell’ambito del dibattito pubblico e politico».

A proposito di docenza e insegnamento: in Italia esiste un’Università, la Niccolò Cusano, da sempre sensibile a tematiche quali l’insegnamento, la specializzazione per i giovani e il supporto alla ri-

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Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


ECONOMIA

martedì 19 settembre 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

l’europa resta la chiave per essere competitivi Il discorso del presidente della Commissione Juncker spinge verso una coesione che ancora non c’è SEGUE DA PAGINA I

A questo punto, è necessaria una vera e propria svolta che proprio nel 2017 potrebbe maturare e iniziare con decisione – senza la pretesa di risolvere in breve tempo le problematiche esistenti – soprattutto alla luce di quanto si è verificato nelle consultazioni elettorali in Francia e Olanda e di quanto si presume possa succedere in Germania il 24 settembre, scongiurando – almeno nel presente – i pericoli di disgregazione emersi in molti Stati europei. La Brexit così temuta, soprattutto per i pericoli relativi alla possibile esten-

Mantenere i propri connotati nazionali non deve ostacolare un’evoluzione diventata necessaria sione di fenomeni analoghi ad altri Paesi, si sta rivelando un problema di gran lunga maggiore per la Gran Bretagna che manifesta indubbi segnali di ripensamento, mentre risulta di rilievo limitato nell’ambito UE. Sarebbe un grandissimo errore, tuttavia, per i fautori e i sostenitori del progetto europeo pensare che le tendenze populistiche di uscita dall’UE e/o dall’euro siano state definitivamente debellate e, cullandosi sugli allori, rimanere staticamente su posizioni e risultati raggiunti. Juncker ha sottolineato che ciò non deve avvenire, ponendo l’accento sull’insufficienza dei presidi istituzionali che hanno dimostrato un elevato grado di

fragilità negli anni della crisi; ha evidenziato la necessità di rafforzare quelli esistenti e di crearne altri che possano garantire stabilità e capacità di assorbimento di eventuali fenomeni congiunturali negativi.

condizioni macroeconomiche, anche se rimane il problema della bassa inflazione nell’area Euro, visto che il limite ritenuto sano del 2% in base alle previsioni verrà raggiunto soltanto nel 2020.

È opportuno richiamare l’attenzione su alcuni elementi che sono di notevole ausilio nella necessaria prosecuzione del progetto europeo. A dieci anni dall’inizio della crisi economico-finanziaria, si manifestano significativi passi in avanti. Siamo al quinto anno consecutivo di crescita con un incremento atteso superiore al 2% per il PIL europeo nel 2017 – poco se confrontato con la media del 3,5% prevista a livello globale – per la prima volta dal 2007 con un’entità significativa che lascia ben sperare. La disoccupazione è ai minimi da nove anni e il relativo tasso si aggira intorno al 9%. Migliorano nel complesso le

Permangono, poi, elementi frenanti che ostacolano l’intensificazione del processo integrativo.

Jean-Claude Juncker

Innanzitutto l’esistenza dell’UE a 28 (27 nel momento dell’uscita dell’Inghilterra) e dell’Eurozona che ne comprende 19; è una situazione disgregante per sua natura e non sembra possano verificarsi cambiamenti e maturare auspicabili miglioramenti, almeno nel breve termine. Spesso, inoltre, in ambedue le aree, gli indivi-

dualismi dei singoli Stati prevalgono sugli interessi comuni; fin quando non si prenderà piena coscienza della necessità di condividere ed essere coesi non si potrà realizzare una vera e propria integrazione. Tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare; tutto sembra ancora lontano e di difficile realizzazione. Molte decisioni devono essere prese all’unanimità e si rallenta il processo d’integrazione per la conseguente lentezza; è necessario stabilire una maggiore utilizzazione delle maggioranze. È fondamentale poi snellire alcuni appesantimenti burocratici e rendere più comprensibili funzioni e ruoli dei vari organismi perché in alcuni casi appaiono poco comprensibili e ridondanti. In questo contesto, non si colloca felicemente l’ipotesi di un Ministro unico dell’Economia e delle Finanze a cui risulta difficile pensare, vista l’insufficiente integrazione politica, economica e fiscale che si registra tuttora; forse è bene prima procedere in questo senso. Appare difficile, infatti, individuare cosa possa fare nel contesto attuale una figura del genere; insomma, idea buona ma con scarse ricadute operative convincenti. Nelle dichiarazioni di Juncker si delinea, per tale soggetto, anche la vicepresidenza della Commissione europea e la Presidenza dell’Eurogruppo, con responsabilità nei confronti dell’Europarlamento e una sorta di coordinazione delle regole economiche, finanziarie e di bilancio. Si configurerebbe, attraverso l’attribuzione

degli incarichi descritti, uno stesso soggetto che fa parte di un organo esecutivo – la Commissione – e, nel contempo, di uno decisionale, l’Eurogruppo. In sostanza, un’idea embrionale – quella del Ministro unico – che potrà anche realizzarsi a condizione che sia strutturata in modo migliore e compatibile con le situazioni esistenti. Qualche considerazione di sintesi. Siamo alle soli-

te. Tante e buone manifestazioni d’intenti nel discorso – di cui sono stati richiamati soltanto alcuni passaggi – ma ancora non si intravedono concreti e decisi cambiamenti di rotta che invece sono assolutamente necessari. Una cosa è certa: l’Europa deve continuare ad esistere perché è l’unica soluzione che abbiamo per essere competitivi rispetto agli altri blocchi economico-finanziari esistenti a livello globale. Devono prevalere coesione e condivisione contemperate con campanilismi e nazionalismi che continueranno sempre ad essere ineliminabili, come peraltro è anche giusto che sia. In fin dei conti, essere cittadini europei è e sarà sempre di più una necessità ma ogni popolazione conserva e manterrà i propri connotati e peculiarità; ciò, comunque, è nella natura delle cose e non deve costituire un impedimento alla positiva e necessaria evoluzione dell’indispensabile processo d’integrazione. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano


sport e disabilità

IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

Giuseppe Gellera e Rosi Rampello, genitori di Giulia, raccontano la storia d’amore nata grazie a Special Olympics. Nostra figlia Giulia oggi ha 25 anni ma fin dall’adolescenza ha sempre fantasticato sull’amore al punto che, alle superiori, la sua professoressa di italiano le propose di scrivere un tema dal titolo “In una favola segreta” chiedendole di raccontare il suo progetto di vita. Progetto che a noi genitori non pareva realizzabile. Giulia e Alessio si sono incontrati per la prima volta ai Giochi Nazionali Invernali Special Olympics a La Thuile in occasione della presentazione del gruppo di atleti che poi avrebbe partecipato ai Giochi Mondiali di Los Angeles nel 2015. Pare sia stato amore a prima vista, anche se non dichiarato. Successivamente quando l’intera delegazione si è riunita a Roma per partire alla volta dell’America, si sono rivisti e l’amore è esploso, nonostante non avessero molte occasioni per frequentarsi dal momento che gareggiavano in sport diversi, in luoghi diversi. Mentre Giulia entrava in campo per giocare a Pallavolo Unificata la quale prevede squadre miste, composte da atleti con e senza disabilità intellettiva, Alessio sfidava se stesso nel nuoto in acque libere. Giulia e Alessio si sono scambiati i numeri di telefono e il 6 settembre 2015 a nostra insaputa (il mondo intero lo sapeva) hanno annunciato il loro fidanzamento

L’Amore è uguale per tutti

Special Olympics, i genitori di Giulia raccontano la sua favola con Alessio su Facebook. Hanno iniziato poi a sentirsi regolarmente al telefono/Messenger due-trequattro volte al giorno, diciamo che la tecnologia ha aiutato molto a ridurre la distanza Lodi-Mestre e a favorire la costruzione di questo fantastico rapporto. I SOGNI SI AVVERANO. Noi geni-

tori abbiamo cercato di favorire il più possibile il loro desiderio di ritrovarsi. Ricordiamo ancora la prima volta. In occasione di un viaggio a Milano della famiglia di Alessio per una visita all’Expo ci siamo sentiti telefonicamente e abbiamo organizzato un incontro a sorpresa per cono-

RADIO CUSANO CAMPUS PRESENTA LA

SYNDICATION

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RADIO

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martedì 19 settembre 2017

O CAM

COS’É La SYNDICATION è una opportunità rivolta alle emittenti radiofoniche in FM per la diffusione di contenuti.

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PERCHÉ ADERIRE Per trasmettere sulla propria frequenza il ricco palinsesto di Radio Cusano Campus, ceduto gratuitamente, e incrementare così gli ascolti mantenendo la gestione della tua pubblicità territoriale.

Giulia e Alessio si sono incontrati per la prima volta ai Giochi Nazionali invernali Special Olympics a La Thuile

scerci e per fare incontrare Alessio e Giulia, scoprendo che in realtà c’eravamo già conosciuti a Torino in occasione dei Giochi regionali Special Olympics di nuoto. Lascio immaginare la sorpresa e l’espressione dei due innamorati. Da allora cerchiamo di farli incontrare regolarmente alternando momenti a Lodi o a Mestre. Ci troviamo a metà strada e scherzosamente ci scambiamo “i pacchi”. Abbiamo trascorso anche una vacanza insieme al mare e quest’anno entrambi hanno preso parte a un campus con altri ragazzi a Sappada in provincia di Belluno. È stato bello, durante la vacanza al mare, vederli uscire mano nella mano, andare al ristorante soli a mangiare una pizza come due veri piccioncini innamorati. Dolcissimi. CAMBIAMENTO. La vita di Giu-

lia da quando ha conosciuto Alessio si è riempita di gioia e di fantasia, non che prima ne mancasse ma oggi le giornate sono Alessio-dipendenti. Giulia abitualmente è di

poche parole, ma, con Alessio, va a ruota libera. La felicità che Giulia esprime ci scalda il cuore. Vero è che le preoccupazioni non mancano. Con altri genitori abbiamo partecipato ad alcuni incontri con specialisti (Psicologo e Ostetrica) nella speranza di ricevere dei preziosi suggerimenti su come affrontare il tema così delicato dell’affettività e della sessualità riferite alle persone con disabilità intellettiva. Un tema delicato e non secondario, che andrebbe anzi sempre affrontato, non solo per i nostri figli. IL RINGRAZIAMENTO. Certo che la vita è piena di sorprese. Non avremmo mai pensato di poter vivere esperienze cosi intense e piene di emozioni. Lo sport è stato un mezzo che sicuramente ha contribuito e contribuisce a migliorare la vita dei nostri figli e non solo la loro. Special Olympics ha sicuramente aperto una finestra su un mondo ricco di emozioni che coinvolgono non solo i nostri

figli ma intere famiglie e comunità. Un mondo nel quale i nostri figli si possono anche innamorare, un mondo dove noi genitori possiamo scoprire doti e capacità nascoste dei nostri figli e anche di noi genitori. Un mondo dove le famiglie e le comunità si uniscono per crescere, far sapere che esistiamo e che i nostri figli sono una parte importante della comunità. Lo so, e ne sono convinto, guardando anche tutti i giovani volontari che si impegnano a supporto degli eventi Special Olympics e che sicuramente ne faranno tesoro una volta tornati a casa. Lo sport è come la vita. Fatica e sacrificio ma alla fine è gioia d’aver raggiunto un traguardo. IL FUTURO. Lo guardiamo con speranza e tanto desiderio di rendere felici questi nostri ragazzi accompagnandoli nelle loro scelte future. Sappiamo che non sarà facile ma la vita ci ha insegnato che l’impossibile non esiste e che l’Amore ci rende Esseri Umani. © Copyright Università Niccolò Cusano

boccia paralimpica

Polisportiva Superhabily vince il titolo tricolore

La Polisportiva Superhabily protagonista del weekend del PalaIseo raoul iacometti

ENTRA A FAR PARTE DI UNA RETE Per informazioni 320 9003541 parliamoneinradio@unicusano.it

FM 89.100 A ROMA E NEL LAZIO SU RADIOCUSANOCAMPUS.IT

Lo scorso weekend, al PalaIseo di Milano, la Polisportiva Superhabily ha vinto il titolo tricolore a squadre di Boccia paralimpica. Nella finale che raggruppa le categorie BC1 e BC2, la società lombarda ha battuto per 6-1 il club dell’ Orange Bowl, campione italiano del 2016. Al terzo posto si piazza la Anshaf Trieste con la vittoria di 6-4 sul Lupus 2014 (Lecce).

CATEGORIE. Per la specialità a cop-

pie BC3 con formazioni miste tra squadre, l’oro va al duo composto da Carlotta Visconti (Sportento) e Mirco Garavaglia (Superhabily) che si impone su Roberto Regina - Cristina D’Ambrogio - Francesco Frau schierati a rotazione per 16-0. Per la Visconti si tratta di una conferma dopo che l’anno scorso si era aggiudicata lo stesso titolo in coppia con Gaia Recchia

(Superhabily), che questa volta si deve accontentare del bronzo insieme a Giulia Marchisio (Pegaso). Ai Campionati erano presenti Roberto Olivi in rappresentanza di BMW Italia, partner della FISPES con il progetto Specialmente a sostegno della Boccia, il presidente Federale Sandrino Porru e il presidente della Federazione Italiana Bocce Marco Giunio De Sanctis. © Copyright Università Niccolò Cusano


CULTURA

martedì 19 settembre 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la little girl londinese i media e gli educatori I bambini non appartengono a una cultura o a una religione: le considerazioni del professor Ferri, docente dell’Università Niccolò Cusano, su un recente caso di cronaca e sui limiti dell’informazione Nelle scorse settimane ha destato scalpore una notizia diffusa dal quotidiano londinese Times, secondo il quale una “little girl”, una bambina di 5 anni di Londra, sarebbe stata affidata a una famiglia musulmana, diversa da quella cattolica di provenienza. Niente di strano, anche se la notizia fosse stata attendibile. In questi casi il giudice decide l’affidamento in base a criteri come lo status economico, il livello di istruzione e in senso lato l’affidabilità della famiglia di accoglienza, di cui si valuta anche il tipo di abitazione e la zona di residenza. Sono tutti criteri funzionali al benessere del bambino, costretto da situazioni di disagio familiare, nel caso specifico tossicodipendenza della madre e assenza del padre, a separarsi dai genitori naturali. Nella scelta del giudice tali criteri erano stati rispettati, almeno non sono stati messi in discussione dai media e dalla stampa inglese ed europea che però hanno scatenato una vera campagna mediatica contro tale affidamento. Famiglie affidatarie e religione. L’argomento prin-

cipale, se non l’unico, della polemica è stato di tipo religioso: la famiglia affidataria di religione musulma-

na avrebbe tentato una precoce islamizzazione della “bambina cristiana” che si sarebbe così ritrovata, nel giro di qualche giorno, priva dei suoi riferimenti familiari, religiosi, culturali e persino gastronomici. Così abbiamo letto che la “little girl” sarebbe stata privata del bacon ed era addolorata per non poter più mangiare «la pasta alla carbonara che amava tanto», tipico piatto londinese e particolarmente adatto ai bambini di cinque anni. Per un altro verso, un noto studioso cattolico, Carlo Cardia, sull’Avvenire del 30 agosto denunciava con veemenza il fatto di «una bambina di religione cristiana affidata a una famiglia islamica fondamentalista che ha cercato di cancellare le tracce, anche quelle più semplici, proprie di quella naturale, prima fra tutte l’odioso atto di toglierle il Crocefisso dal collo». L’autore dell’articolo si spingeva pure ad esprimere il suo disappunto per una «gravissima, inedita violazione della libertà religiosa [che] si è imposta in Gran Bretagna con l’obbligo di affidare i minori

in adozione a coppie omosex, per chiunque, anche per istituti religiosi, o di altra tendenza ideale». Secondo quest’ultima considerazione, sembrerebbe che un istituto cristiano o cattolico che abbia accolto un bambino di cinque anni, o comunque un minore, abbia un diritto di scelta sulle persone a cui affidare il bambino in base al principio di “libertà religiosa”, considerazioni di cui è difficile cogliere la logica. Bambini e Islam in Europa. Meno complicato, però,

comprendere il senso della campagna mediatica scatenata in quest’occasione, che si potrebbe così riassumere: «I musulmani sono entrati nelle nostre città, vogliono imporci i loro valori e stili di vita e minacciano pure i nostri figli e nipoti». A distanza di qualche giorno, quella che sembrava una notizia si è rivelata una montatura, quella che in gergo si chiama “bufala”: la famiglia di fondamentalisti islamici altri non era che il nonno e la nonna materni della bambina. Qual è la morale da trarre da questa

poco edificante storia dei nostri giorni? Ciò che mi ha sorpreso è stato non tanto il superficiale approccio giornalistico, senza la verifica dei fatti e delle fonti con i commenti moraleggianti e campati in aria, ma le premesse di questi commenti. A leggere certe considerazioni, sembrerebbe di capire che un bambino appartenga sempre alla sua famiglia ed alla sua cul-

tura di provenienza, soprattutto se cattolica, europea e “occidentale”. Una logica simile a quella della sharia, la legge islamica, che stabilisce che ogni bambino figlio di padre musulmano è, sin dalla nascita, della religione paterna e deve essere educato all’Islam dal quale in alcun modo si può allontanare. I bambini non sono proprietà di nessuno.

Ogni bambino nasce in una famiglia e in un certo contesto socio-culturale e in tale ambiente riceve la sua prima formazione umana e culturale, a partire dalla lingua e dal patrimonio storico di cui la religione è parte. Possiamo chiederci, però,

se la cultura di partenza costituisca pure un’appartenenza esclusiva e incondizionata, fino a diventare una camicia di forza e una prigione, ereditate come un dna da genitori ed ambiente. O se invece non sia piuttosto un punto di partenza, una prospettiva ed una prima chiave di lettura del mondo e degli altri, una dimensione che ci aiuta ad avvicinarci alla realtà materiale ed umana che ci circondano, che però non è, né deve divenire, unica ed escludente. La formazione e l’educazione di un bambino dev’essere essenzialmente finalizzata a farne una persona libera, capace di capire, valutare, distinguere e scegliere, semmai anche una religione, ma non necessariamente quella ereditata e in qualche modo imposta dalla famiglia, dall’ambiente e dalle leggi. Un bambino è una persona ed appartiene innanzitutto a se stessa: un’educazione amorevole non deve essere un indottrinamento, ma un aiuto a sviluppare le sue potenzialità per porlo in grado di fare le sue scelte con spirito di libertà. Enrico Ferri docente di Filosofia del Diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano


industria

VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 19 settembre 2017

martedì 19 settembre 2017

società

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la preparazione che offre certezze

Giovanni Capasso si è laureato in Ingegneria all’Università Niccolò Cusano «L’ho scelta dopo essermi informato e aver ricevuto solo feedback positivi»

una partnership messa in cassaforte

Da oltre quarant’anni l’azienda La Forgia è leader nel campo della sicurezza ed è appena entrata a far parte della “squadra” vincente di Amici Unicusano Accompagnare i clienti verso la scelta più adeguata alle loro esigenze, con un servizio di consulenza dedicato. La Forgia Srl, da quarant’anni leader nel campo della sicurezza, fa parte di Amici Unicusano, il network creato dall’Università Niccolò Cusano per fare squadra, creando una rete tra le imprese e tra queste e una realtà accademica in crescita come quella dell’Ateneo romano. Fa-

bio La Forgia, titolare dell’azienda fondata da suo padre, spiega i vantaggi di questa partnership ai microfon i d i Ra dio Cusano Campus. Signor La Forgia, di cosa si occupa la sua azienda? «Abbiamo due settori di interesse. Il primo è relativo alla sicurezza: siamo specializzati nella produzione e vendita di armadi di sicurezza, dai caveau delle

banche agli impianti per la grande distribuzione e per i privati. In seconda battuta siamo attivi nel settore degli arredi per le biblioteche». Come sono cambiate in questi decenni le esigenze dei clienti? «La richiesta di sicurezza è aumentata nell’ambito privato. Una volta era relegata alle grandi realtà, alle ville, ai negozi e alle banche. Ora anche i privati, attraverso le moderne tecnologie, chiedono sempre di più casseforti, sistemi elettronici integrati, impianti di videosorveglianza». Vi arrivano richieste spro-

porzionate rispetto alle reali necessità? «È accaduto e infatti consideriamo un valore aggiunto la consulenza nel campo. Il nostro obiettivo è scegliere insieme ai clienti soluzioni appropriate. Partiamo dalle soluzioni base, impianti d’allarme e inferriate per appartamenti, fino ad arrivare a sistemi tecnologicamente super-avanzati per importanti gioiel-

lerie. Lo facciamo operando su tutto il territorio naz i o na l e e anche all’estero». Come nasce questa p a r t n e rship con l’Università Niccolò Cusano? «Ci stiamo occupando delle biblioteche del nuovo edificio. Stiamo creando una struttura funzionale e con tutti i requisiti che una biblioteca deve avere, sia per il comfort degli studenti sia

per quanto riguarda le nuove tecnologie. Da qui è nata la collaborazione nell’ambito del progetto Amici Unicusano». La Forgia potrebbe avere interesse un giorno ad assorbire qualche neolaureato dell’Università Niccolò Cusano. Quali sono i profili professionali adatti alla vostra azienda? «Sia profili commerciali, sia profili gestionali. Senza contare che i progetti di innovazione tecnologica richiedono figure tecniche specializzate. Quindi, per il futuro, le porte sono aperte». © Copyright Università Niccolò Cusano

Giovanni Capasso, ingegnere aerospaziale-meccanico, si è laureato in Ingegneria meccanica all’Università Niccolò Cusano, acquisendo skill e competenze che sono oggi alla base del suo lavoro. «Il corso di studi magistrale in Ingegneria meccanica mi ha fornito le conoscenze professionali preposte alla ricerca, alla pianificazione e alla gestione dei prodotti.

«Il bagaglio culturale che ho ottenuto mi permette di affrontare tante problematiche» Inizialmente, pensavo che tutte le materie affrontate fossero troppe generiche ma quando ho iniziato a lavorare mi sono reso con-

to che, in realtà, mi hanno dato un bagaglio culturale abbastanza vasto, che mi permette di affrontare qualsiasi problematica». LA SCELTA. Il passaparo-

la e le prime impressioni positive che ha avuto, hanno indirizzato la sua scelta verso il nostro Ateneo, che Giovanni descrive così: «Ho scelto la Cusano perché mi sono informa-

to con ex colleghi, su Internet, sono andato di persona in sede per un incontro con un consulente e ho notato che ricevevo sempre un feedback positivo da tutti. Non dimentichiamoci poi il Campus, una delle cose più belle: l’accoglienza, il servizio navetta gratuito sempre a disposizione degli studenti, tutto ben organizzato. Un aspetto importante riguarda poi la figura del tutor, il cui sup-

porto è garantito costantemente». Le competenze che non possono mancare per poter aspirare a fare il suo lavoro: «Una buona base meccanica, partendo dal disegno tecnico fino a un’ottima conoscenza di Excel e della lingua inglese; la gestione manageriale e il problem solving. Bisogna poi sapersi mettere in gioco – sottolinea Giovanni – considerando che molte

volte gli ingegneri devono abbandonare la loro scrivania e andare sul campo per dare istruzioni al proprio team». CONSIGLI. I suggerimenti che si sente di dare agli studenti del corso di laurea in Ingegneria Meccanica: «Il consiglio che posso dare è quello di studiare bene ogni singola materia, anche quella che può sembrare più semplice, visto che in futuro potrebbe essere la base di partenza su cui costruire la vostra professione di ingegneri. Ricordatevi, soprattutto, di interagire il più

possibile con i professori che sono sempre disponibili ad aiutare». I suoi progetti per il futuro spaziano dallo sviluppo internazionale alla costruzione di un legame sempre più solido con il team con cui collabora: «Spero di ricoprire la mia attuale posizione lavorativa ancora per lungo tempo. Questo perché – conclude Giovanni – ho la fortuna di lavorare con altri ingegneri e di confrontarmi con loro ogni giorno, cosa che mi aiuta ad avere spunti sempre nuovi e a migliorare le mie competenze. Come prospettiva futura c’è sicuramente la volontà di perfezionare il mio inglese in modo da completare la mia formazione e la voglia di mettermi in gioco a livello internazionale come già sto facendo». © Copyright Università Niccolò Cusano



martedì 19 settembre 2017

ricerca e università

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sepsi, quando il pericolo è un’emergenza mondiale

La dottoressa Maria Pia Ruggieri, presidente SIMEU, è intervenuta a Radio Cusano Campus: «I tassi di ospedalizzazione hanno ormai superato l’incidenza di quelli causati dagli infarti» Colpisce 20-30 milioni di persone nel mondo, 250mila casi solo in Italia, di cui uno su quattro non sopravvive, per un totale di 60mila morti l’anno. Il suo nome è sepsi, ed è la conseguenza di una grave risposta dell’organismo a un’infezione che danneggia tessuti e organi. La sepsi rappresenta un’emergenza sanitaria in costante aumento, dall’esito fatale se non diagnosticata precocemente e trattata tempestivamente. Anche per questo si è da poco celebrata la Giornata mondiale della sepsi. Ne ha parlato la dottoressa Maria Pia Ruggieri, presidente SIMEU, Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli. Cos’è la sepsi? «La sepsi è un problema che coinvolge tutto l’organismo ed è causato da un agente infettivo, un batterio per esempio che porta a una malattia grave che coinvolge più organi nel nostro corpo fino a portare a morte». Sono 250mila le persone in Italia colpite da sepsi. Una cifra particolarmente elevata. «La sepsi è una delle malattie più emergenti a livello mondiale. Colpisce infatti 20-30 milioni di persone nel mondo, 250mila casi appunto solo in Italia, di cui una su quattro non sopravvive, per un totale di 60mila morti l’anno. Si pensi che i tassi di ospedalizzazione per sepsi hanno ormai superato l’incidenza di

ratori sanitari sia dei familiari in visita ai pazienti. Molto importante sarebbe trovare nei reparti dei dispenser di disinfettante per le mani. Già questo per esempio si possono evitare numerosissime infezioni. I germi che noi portiamo usualmente sulle nostre mani a noi non creano alcun problema, a un paziente in ospedale

possonocausare un’infezione con seri danni». Parlando invece di antibiotici, ne abbiamo presi troppi? «Esistono sepsi da resistenza antibiotica, la resistenza agli antibiotici è un problema mondiale molto grave. È un problema culturale con la responsabilità di noi medici, a ogni livello, ma è un problema culturale anche dei cittadini e dei pazienti. Ci sono stati periodi in cui in casa si utilizzavano antibiotici, magari sui propri figli, residui di vecchie prescrizioni. L’antibiotico è un farmaco importante che va somministrato solo quando necessario e su indicazione del medico». © Copyright Università Niccolò Cusano

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

infarto miocardico. La diagnostica, migliorando la rapidità e l’accuratezza dei risultati e dunque ottimizzando la terapia antibiotica, può dare un contributo importante per scongiurare un aumento della mortalità associata alla malattia». Ancora troppe poi le infezioni che si contraggano negli ospedali. «Le risorse e l’organizzazione degli ospedali non è uguale su tutto il territorio. Ci sono

situazioni in cui con laboratori di analisi avanzati abbiamo l’opportunità di diagnosticare la sepsi molto velocemente. È anche vero che comunque in linea generale un trattamento antibiotico ad ampio spettro e quindi non specifico per un certo batterio è efficace a contrastare una sepsi iniziale. C’è comunque ancora molto da fare. L’igiene è la prima cosa, lavarsi adeguatamente le mani per scongiurare in parte un’infezione ospedaliera e parlo sia degli ope-

La sepsi coinvolge tutto l’organismo, è causata da un agente infettivo che può portare alla morte

la didattica della cusano: il master

Percorsi ad hoc per diventare esperti di politica internazionale Viviamo in una situazione internazionale di grande complessità. La continua evoluzione che caratterizza gli scenari geopolitici mondiali non contribuisce ad una lettura chiara e globale della stretta attualità e tutto ciò, invece di condurre verso l’elaborazione di soluzioni, non fa altro che aumentare il numero delle domande che continuiamo a porci. È reale oggi il pericolo di una terza guerra mondiale, dato il livello raggiunto dalle armi di sterminio di massa? Quali sono le forze che spingono verso il conflitto globale e perché? Esistono elementi in grado di porre un freno o un contrappeso alla prospettiva di una terza guerra mondiale? E ancora: Come si inseriscono in questo scenario globale la crisi ucraina, la guerra in Siria, l’Isis, la possibilità di un nuovo conflitto libico e l’esplosione dei flussi migratori verso l’Europa? IL PERCORSO. Alla luce degli innumerevoli quesiti e della pochezza in fatto di risposte e soluzioni percorribili, l’Università degli Studi Niccolò Cusano ha attivato il Master di I livello in Studi Internazionali afferente alla Facoltà di Giurisprudenza per l’Anno Accademico 2017-18 di durata pari a 1500 ore. Il per-

corso formativo che propone la Cusano si pone il fine ultimo di approfondire i temi dell’attualità politica ed economica internazionale, con specifica attinenza all’attività dei principali organismi internazionali. Il programma affronta i temi di attualità e gli sviluppi della situazione internazionale, approfondendo temi di particolare interesse per l’aggiornamento dei funzionari civili e militari. DESTINATARI. Il Master è riserva-

to esclusivamente al personale dell’Arma dei Carabinieri – Marescialli del I, II e III Corso triennale, che hanno conseguito, negli anni accademici 2014-15, 201516 e 2016-17 la Laurea triennale in Scienze Giuridiche della Si-

curezza presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. L’iscrizione al Master per l’a.a. 201718 comporta la preiscrizione vincolante al IV anno del Corso di laurea in “Giurisprudenza” per l’a.a. 2017/2018 che troverà immediata e automatica formalizzazione al momento del conseguimento del Master in Studi Internazionali. Il primo appello utile per il conseguimento del diploma in Giurisprudenza sarà febbraio 2019. Il termine ultimo per il conseguimento del master in Studi Internazionali è fissato per il mese di giugno 2018. INFO. Per ulteriori informazioni scrivere a infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano e il calcio

martedì 19 settembre 2017

notturna di fine estate terni pronta a partire Giovedì la terza edizione della manifestazione non competitiva dedicata a Mauro Moroni L’Unicusano Ternana “correrà” per la Fondazione Veronesi con la Ternana Marathon Club «Da un forte dolore si cerca di tirare fuori tutto ciò che è positivo». Tommaso Moroni spiega con queste parole come è nata la “Notturna di fine estate – Memorial Mauro Moroni”, dedicata a suo padre scomparso improvvisamente nell’aprile 2015, a 64 anni. Mauro, una persona molto conosciuta in città, era un atleta della Amatori Podistica Terni. E aveva trasmesso la sua passione al figlio Tommaso, con cui si allenava, che ha deciso di ricordarlo con ciò che suo padre più amava: una corsa per le strade della sua città, in grado di richiamare la partecipazione di tanti amici e un fine benefico. «Negli anni passato abbiamo sempre raggiunto il traguardo dei mille iscritti – sottolinea Tommaso – ci aspettiamo tanta partecipazione anche quest’anno. Sarà come sempre una giornata di festa». Giovedì 21 settembre, data di nascita di Mauro, l’omaggio dei tanti amici della famiglia Moroni si ripeterà con la terza edizione della manifestazione non competitiva (#notturnadifinestate) che si sviluppa su due diversi tracciati: uno di 5 e uno di 10 Km; il ritrovo è previsto alle 20.00 a Largo Villa Glori per le iscrizioni, mentre alle 21.00 è prevista la partenza, già testati dagli atleti della Ternana Marathon Club, di cui Tommaso è presidente. Anche l’Unicusano Ternana parteciperà con un contributo alla raccolta fondi in favore del Comitato Provinciale di Terni della Fondazione Umberto Veronesi per il Progresso delle Scienze.

mo immediato ai colori della propria città e della propria squadra. A valorizzare ulteriormente questa realtà la presenza a capo dell’area tecnica del professor Rodolfo Gobbi, allenatore Fidal che rappresenta un’istituzione a Terni e anche a livello nazionale. Il prossimo 28 settembre, proprio presso la sede della Ternana Marathon Club, il professor Gobbi presenterà il suo libro “La regina dello sport”, dedicato agli atleti che hanno fatto la storia di Terni. IL CALCO. Nei giorni scorsi, lo stesso Tommaso ha incontrato il presidente dell’Unicusano Ternana Stefano Ranucci, che ha garantito il sostegno, nonché la presenza, del club alla manifestazione di giovedì prossimo: «Pratichiamo sport diversi ma indossiamo gli stessi colori – racconta Tom-

Sopra, gli atleti della Ternana Marathon Club. A sinistra, Tommaso Moroni con il presidente dell’Unicusano Ternana Stefano Ranucci

maso – Già in passato avevamo cercato un contatto con la proprietà della Ternana, ma l’anno scorso le vicende societarie ce lo avevano impedito. Con la nuova proprietà siamo riusciti subito a intraprendere un percorso comune. Siamo tutti tifosi rossoverdi e siamo orgogliosi della nostra squadra. In più, condividiamo con la nuova proprietà molti valori e interessi, come il sostegno alle persone con disabilità». Negli anni scorsi, infatti, la Notturna aveva raccolto fondi per gli sportivi con disabilità intellettiva, coinvolgendo anche il team Special Olympics nella manifestazione. Una partnership culminata nell’organizzazione dei Giochi nazionali estivi del maggio scorso a Terni. Il percorso comune è tracciato, a partire da giovedì sera. © Copyright Università Niccolò Cusano

Ternana Marathon Club e Unicusano Ternana, infatti, condividono non solo i colori ma anche i valori, tanto che questa partnership potrebbe dare inizio ad altri importanti progetti comuni. IL CLUB. Tommaso un anno

e mezzo fa ha fondato, assieme a un gruppo di amici appassionati di running, un’Associazione podistica che oggi conta già 320 iscritti e che indossa la maglia rossoverde. Un richia-

Solidarietà Libertas e Pielle, le due squadre di basket di Livorno, si sfideranno il prossimo 3 ottobre in un derby dal sapore particolare e che vedrà la partecipazione e il sostegno di Basketartisti Unicusano con la presenza sul parquet del Palamacchia di personaggi della tv, stelle del basket e campioni dello sport. Per una volta saranno accantonate tutte le rivalità in favore della popolazione colpita dall’alluvione lo scorso 9 settembre. Seguirà una cena solidale.

Mauro Moroni correva per la Podistica Amatori Terni


martedì 19 settembre 2017

la cusano e il calcio

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

marino, il rossoverde è un affare di famiglia

A 29 anni è arrivato in serie B dopo una lunga gavetta sui campi della provincia di mezza Italia Terni era già nel suo Dna: suo padre Raimondo è l’allenatore dell’ultimo derby vinto dalle Fere Daniele Marino, 29 anni, di professione difensore centrale, è arrivato da Fondi per conquistare l’amore di Terni. Un ragazzo tanto umile e serio in campo, quanto simpatico e scanzonato fuori. Uno che ha carattere, perché ciò che Daniele ha costruito in carriera nessuno glielo ha regalato. Non deve essere stato facile per lui, passare dai fasti dell’Inter (è transitato calcisticamente nel settore giovanile nerazzurro) e ritrovarsi poi nell’inferno polveroso dei campi della C2 e della D: Melfi, Campobasso, Gubbio, Aprilia, Taranto, dove il calcio è una battaglia quotidiana che ti logora dentro. Perché lì, il pallone non ti arricchisce, non ti dà soldi né gloria. Anzi, rischia di inghiottirti dentro a un anonimato perenne.

In questo inizio di campionato già due presenze da titolare e tanta voglia di emergere FORZA D’ANIMO. Ma Daniele

Marino non si è perso d’animo, nonostante il treno Inter sia passato da tempo, con lui che non ebbe la possibilità (o la fortuna) di

Daniele Marino in azione contro l’Empoli alla prima giornata STEFANO PRINCIPI

cogliere al volo l’occasione migliore della sua carriera: «Vivevo in convitto con Santon e Balotelli, ma oggi non ho il coraggio neppure di chiamarli – si lasciò sfuggire un giorno Daniele, in un momento di triste amarcord - Ma poi quell’amarezza si è trasformata in grinta, personalità, voglia di prendersi una rivincita. E la rivincita, a distanza di dieci anni dai giovanili fasti in nerazzurro, Marino se l’è presa a

Terni, dove è uno degli uomini sui quali mister Sandro Pochesci (che lo conosce come pochi) conta di più. Per lui, si è così materializzata la grande vetrina della serie B. Scusate il ritardo, verrebbe da dire, ma oggi Marino c’è, è tornato. E così in alto, vuole restarci a lungo. Fiero, determinato, orgoglioso: perché a Terni se vuoi avere successo, devi essere uno “vero”, uno che deve subito trovare la sintonia giusta con

questa città operaia, fatta di gente onesta, diretta, schietta. E così, quasi per incanto, per Daniele Marino il treno che porta dritto alla gloria è passato di nuovo. Ha giocato da titolare le prime due partite di questo campionato, quelle contro Empoli (1-1) e Salernitana (3-3). Poi due panchine consecutive, nelle recenti sfide contro Cesena e Virtus Entella. La stagione è ancora lun-

ga, Marino saprà ricalcarsi il suo spazio, prendersi le sue soddisfazioni, assieme a tutta la squadra dell’Unicusano Ternana. DINASTIA. Anche grazie

all’aiuto di Dio, perché Daniele è un ragazzo molto religioso e credente convinto. I tifosi delle Fere lo hanno accolto bene, per lui c’è simpatia e affetto. Anche per un motivo preciso, che solo a pensarci mette i brividi addosso: Daniele è il figlio dell’indimenticato Raimondo Marino, ex allenatore proprio della Ternana negli anni duemila. Un allenatore, il papà di Daniele, che nella storia della Ternana a suo modo ha lasciato il segno. Con Raimondo Marino in panchina, infatti, la Ternana ha vinto il suo ultimo derby contro il Perugia. Era il 29 aprile del 2007, dieci anni fa, e si giocava in C1. I rossoverdi fecero loro il derby per 2-1, grazie al gol decisivo, nei minuti di recupero, di Alessandro Zamperini. “Qualis pater, talis filius”, dicevano i latini, a Terni se lo augurano davvero. Ecco perché Daniele Marino vuole continuare a regalare gioie alla tifoseria rossoverde, sulle orme di quanto fatto dal padre, proprio nella partita più attesa. © Copyright Università Niccolò Cusano

calcio a 5 femminile

Unicusano Ternana, prima festa per le Ferelle L’Unicusano Ternana di Calcio a 5 femminile mette a segno il suo primo successo stagionale: domenica scorsa è arrivato il primo trofeo del 2017-18, con le ragazze in rossoverde che hanno conquistato il Memorial Sandri (giunto alla sua IV edizione), battendo le pugliesi del Salinis e la SS Lazio al termine di due sfide spettacolari. Una giornata ricca di significati al Palasport di Fiano Romano, con tanto pubblico sugli spalti e un unico intento: onorare la memoria di Gabriele Sandri, un ragazzo che amava lo sport e il calcio. LA CRONACA. Sul piano squisitamente agonistico, la giornata delle Ferelle è stata davvero trionfale: le ragazze dell’Unicusano Ternana hanno infatti battuto prima il Salinis per

3-1 e poi, in finale, hanno avuto la meglio anche sulla Lazio per 4-3, al termine di una gara davvero ricca di emozioni: in apertura, ecco una magia di Renatinha, per il vantaggio delle umbre. Un gol che già sta facendo il giro web per la sua bellezza. La stessa stella brasiliana Renata Adematti “Renatinha” si ripete con un altro gol nel corso della gara. Di Tainã Francieles dos Santos e Maite García de la Montaña le altre due reti. Grande anche la prestazione di Marika Mascia tra i pali. Ma tutte le ragazze di Marco Shindler hanno disputato gare impeccabili: le Ferelle lanciano così il guanto di sfida a tutte le altre per la conquista dello scudetto, con il campionato che, domenica prossima, vedrà l’Unicusano Ternana impegnata nell’esordio contro Fasano.

Le ragazze dell’Unicusano Ternana festeggiano la vittoria al Memorial Sandri

INTERPRETI. Mascia miglior portiere del torneo, dicevamo, con una Renatinha da favola. Maite poi, insieme alla Santos, sembrano poter costituire anche quest’anno la colonna vertebrale di una Unicusano Ternana sempre più competitiva. In più, Claudia Brandolini sembra definitivamente maturata ed essere così in grado sempre più di dare il suo apporto anche in fase realizzativa, con la veterana Pamela Presto ancora grandissima per stato di forma e per intraprendenza nel ruolo di centrale difensivo. Insomma, se le Ferelle dovessero essere anche in campionato quelle ammirate al Memorial Sandri, c’è la speranza di vivere un’altra stagione da assolute protagoniste. Magari sognando il trionfo in un campionato mai così avvincente. © Copyright Università Niccolò Cusano



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