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Allegato gratuito al numero odierno di

Numero 9 Settembre 2017

Matrimonio Come cambia la nostra psiche

Medicina

Verità e falsi miti sull’ipertensione

Salute

Alle origini del colpo di sonno

a i s s e l A i n i h c c e Z in viaggio nel blu profondo

i.p. A CURA dell’università niccolò cusano e di sport network


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il diabete alla prova menù testatina per le pagine interne DX

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Mai rinunciare alle gioie del palato «Noi dobbiamo dare cibo, non toglierlo. I diabetici hanno già tanti problemi: perché privarli anche delle gioie del palato». Parola del professor Carmine Rizzo, direttore del Master di I Livello in Nutrizione Clinica presso l’Università Niccolò Cusano di Roma. «L’obiettivo del diabetico – spiega – è quello di non far superare al proprio fisico la soglia di zuccheri nel sangue. Questo traguardo giornaliero si può raggiungere armonizzando al meglio i fattori alimentari, così da non privarsi di nulla e potersi anche permettere un pasto un po’ più “ricco”». I consigli di Rizzo per i malati di diabete in realtà potrebbero essere estesi a tutti. «La pizza del sabato sera va bene – spiega – ma deve essere accompagnata da un’adeguata preparazione. Meglio mangiare un alimento ricco di carboidrati una volta al giorno, come la pasta o la pizza, e accompagnare sempre attività fisica». In generale, per i farinacei è meglio scegliere quelli con farina integrale: «Quella non raffinata – prosegue – viene assimilata più lentamente e permette di non accumulare zuccheri nel sangue all’improvviso, evitando di favorire i picchi glicemici». Bisogna fare anche attenzione ai grassi. «Quando ci sono pochi zuccheri da bruciare, l’organismo attacca i grassi – afferma ancora il professor Rizzo – che poi è il principio delle diete proteiche. Dunque sì alla carne, ma con moderazione. Consiglio che vale per tutti». E per dolci e alcolici? «Il principio è lo stesso – risponde il docente - la moderazione. Va bene la fetta di crostata, o di torta, ma con preparazione e senza esagerare. Per quanto riguarda gli alcolici, va bene un bicchiere di vino a pranzo, sconsiglierei la birra che e’ un alimento complesso e derivato dei cereali».

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con il matrimonio cresce il self-control Intervista a Lorenzo Campedelli, docente di Psicologia della salute corso avanzato Università Niccolò Cusano

unicusano: facoltà di psicologia

«La riuscita di una lunga unione dipende dalla funzione adattiva»

K Il parere della dottoressa

Gilda Gastaldi, della San Donato Foundation

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offrire di diabete non significa rinunciare al gusto. Ne sono convinti i ricercatori del Gruppo Ospedaliero San Donato Foundation, costola dell’ospedale San Raffaele di Milano. Mangiare bene, infatti, ha importanti risvolti psicologici, così come la capacità di apprezzare i cibi non regala soltanto belle sensazioni al palato ma accresce la cultura e la conoscenza del territorio in cui viviamo e delle opportunità che esso ci offre. Tutto ciò, non può essere vietato a un paziente diabetico che – sempre secondo i ricercatori della San Donato Foundation – può evitare una vita piena di privazioni, rinunce e sacrifici. «Una dieta equilibrata – spiegano dal gruppo guidato dalla dott.ssa Gilda Gastaldi – garantisce uno stato di salute. Bisogna adattare la quantità di cibo che si mangia in modo da ottenere in maniera costante il peso ideale, ovviamente a secondo di età e momenti della vita». I consigli sono quelli di pianificare i pasti per tempo, mangiare con calma, ascoltare il proprio corpo (distinguere fra fame e noia, o stress), mangiare con regolarità e bilanciare la quantità di cibo con il livello di attività fisica.

il consiglio è pianificare i pasti in anticipo mangiare con calma e bilanciare le calorie con l’attività fisica

Le ricette – ipotesi di pasto

drati: 19 g). Ingredienti per 4 persone: 400 g di ceci lessati, 1 cucchiaio di salsa di sesamo tahina, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 2 spicchi d’aglio, succo di 2 limoni, 2 cucchiai di cumino, acqua calda q.b., prezzemolo tritato q.b., 1 pizzico di sale iodato. Preparazione: in una padella, versare 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 2 spicchi d’aglio e 2 cucchiai di cumino in polvere; quindi, tostare il tutto per un paio di minuti a fuoco medio. Aggiungere i ceci scolati e lasciarli insaporire per altri 2-3 minuti; spremere, nel frattempo, i limoni e mettere il loro succo da parte. Trasferire i ceci (con aglio e cumino) all’interno di un mixer, aggiungere la tahina e il succo di limone, poi frullare il tutto fino a ottenere una crema omogenea e liscia. Aggiungere un po’ di acqua e amalgamare il composto aiutandosi con un cucchiaio. Servire in una ciotola con le verdure dopo aver cosparso la superficie con prezzemolo tritato o peperoncino.

L’antipasto

Il primo

Hummus di ceci con pinzimonio di verdure (valore energetico: 181 Kcal; Carboi-

Farro ai profumi estivi (Valore energetico: 256 Kcal; Carboidrati: 40 g).

Ingredienti per 4 persone: 200 g di farro integrale, 2 peperoni, 2 zucchine medie, 2 cucchiai di semi di sesamo, 1 spicchio d’aglio, 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 1 cucchiaino di prezzemolo, 4 foglie di alloro, 12 foglie di basilico, origano q.b. Preparazione: cuocere il farro in acqua bollente salata secondo le istruzioni riportate nella confezione. Mondare e tagliare i peperoni e le zucchine a cubetti. In una padella unta con i 2 cucchiaio d’olio, saltare i peperoni con l’aglio, le foglie di alloro e i semi di sesamo. Coprire e cuocere 5 minuti aggiungendo, eventualmente, un goccio d’acqua. In seguito, aggiungere le zucchine e cuocere altri 5 minuti. Incorporare il farro, il prezzemolo e il basilico tritati, l’origano e mescolare. Servire tiepido o freddo.

Preparazione: Mettere a bagno i fagioli per una notte per poi lessarli in pentola a pressione con 2 spicchi d’aglio, qualche foglia di salvia e una foglia di kombu (alga). Nel frattempo, mondare il cavolo nero eliminando tutte le coste e stufarlo con olio extravergine d’oliva, cipolla e aglio tritati aggiungendo poco alla volta il brodo vegetale. Quando il cavolo è cotto, unire i fagioli e condire con sale iodato e pepe abbondanti. Servire con 8 fette di pane di segale tostato o pane senza glutine.

Il contorno

Insalata di Songino, Pere, Melograno, Mandorle e Aceto balsamico (Valore energetico: 138 Kcal; Carboidrati: 7 g). Ingredienti per 4 persone: 200 g di songino, 1 pera Williams, 1 manciata di chicchi di melograno, 10 manIl secondo dorle, 3 cucchiai di olio exCarpaccio al forno (Valotravergine d’oliva, 1 cucle ricette re energetico: 400 Kcal; chiaio di aceto balsamigarantiscono Carboidrati: 0 g) co, sale iodato q.b. l’esaltazione Ingredienti per 4 perPreparazione: mondasone: 350 g a persona re il songino, pelare e dei gusti di fassona piemontese tagliare la pera a cubetdall’antipasto ti, sgusciare e tagliare le tagliata a carpaccio, erbe aromatiche (salvia, rosmamandorle. Mescolare gli al dolce rino, menta, ...), 1 pizzico di ingredienti e condire il tutsale iodato, 1 cucchiaio scarso to con olio extravergine d’olidi olio extravergine d’oliva. va, aceto balsamico e sale iodato. Preparazione: ungere la teglia da forno con l’olio extravergine d’oliva e dispor- Il dessert re la carne. Spolverare con un pizzico di Torta di Mele, Mandorle e Cannella (Vasale iodato, le erbe aromatiche e mettere lore energetico: 270 Kcal; Carboidrati: 40 in forno per 5 minuti a 180° C. Quando la g). carne diventa rosea, estrarre la teglia dal Ingredienti per 8/10 porzioni: 250 g farina integrale, 700 g mele renette, 100 g di forno, salare e servire calda. mandorle tritate grossolanamente, 2 vaLa zuppa setti di yogurt bianco, 1 uovo, 120 g di zucZuppa di Cavolo nero con Cannellini chero, 1 cucchiaio di cannella in polvere, (Valore energetico: 286 Kcal; Carboidra- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva o di ti: 39 g) olio di girasole estratto a freddo. Ingredienti per 4 persone: 200 g di fagio- Preparazione: tagliare le mele con la bucli cannellini secchi o 600 g cotti, 1 cavolo cia a pezzi piccoli e mescolarle con la cannero piccolo, 1 spicchio d’aglio, 1 cipolla, nella. In una ciotola, unire tutti gli ingrefoglie di salvia q.b., 1 bicchiere di brodo di dienti e, una volta ben amalgamati, meverdure (preparato facendo bollire 1 gam- scolarli con le mele e la cannella. Ricopribo di sedano, 1 carota e 1 cipolla per 30 mi- re una teglia con carta da forno bagnata e nuti), sale iodato q.b., pepe q.b., 8 fette di strizzata, versandovi l’impasto. Cuocere a pane di segale tostato. In caso di celiachia 180° C per un’ora circa. © Copyright Università Niccolò Cusano utilizzare pane senza glutine.

K Intervista a Stefano Scatena,

psicologo e psicoterapeuta

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aggiore propensione al perdono e più autocontrollo: secondo una ricerca olandese il matrimonio ci cambia per sempre rendendoci più malleabili e concilianti. Insomma, l’istituzione che per eccellenza consacra la famiglia, nei primi quattro anni sarebbe in grado di smussare gli angoli più duri del nostro carattere in nome dell’amore. È quanto emerge da uno studio della Tilburg University pubblicato sulla rivista Journal of Social and Personal Relationships. I ricercatori hanno preso in esame 199 coppie appena sposate, misurando il livello di autocontrollo e propensione al perdono chiedendo a entrambi i partner di esprimere il loro grado di accordo con frasi come «quando il mio partner sbaglia, il mio approccio è perdonare e dimenticare». L’esperimento è stato ripetuto una volta all’anno per quattro anni e nel corso della durata dello studio sono stati riscontrati dei miglioramenti in entrambi i tratti esaminati, sicuramente utili per vivere la quotidianità con un’altra persona. Abbiamo chiesto di commentare lo studio al dott. Stefano Scatena, psicologo e psicoterapeuta. «La ricerca non stupisce. A volte gli studi psicologici sconfessano il buon senso, come nel caso dei noti bias cognitivi (valutazioni distorte che possono condurre a scelte sbagliate, ndr) sulla Psicologia della testimonianza; a volte provano, come in questo caso, che le sensazioni riguardo all’esperienza quotidiana si rivelano esatte. Quanti nostri amici abbiamo visto cambiare dopo il matrimonio? Normalmente la sensazione è che

sura minore, anche nell’uomo. Gli uomini privi del gene codificante per la produzione di ossitocina presentano infatti aggressività, indifferenza al distacco dalla madre e assenza di attaccamento sociale. Dal punto di vista psicologico, una volta che si è formato un attaccamento con la persona amata, compare ovviamente la paura della perdita dell’oggetto: detto in parole povere, si ha paura di perdere l’amore del proprio partner. I momenti di conflitto vengono vissuti in generale come una minaccia alla propria integrità, ed è ovvio che la nostra mente si modifica cercando di sviluppare un meccanismo adattivo di autocontrollo e di predisporsi al “perdono”. Nel nostro Paese infine, abbiamo una cultura fortemente legata, per antichi motivi religiosi, al concetto di matrimonio come indissolubile. Lo scopo della vita per molsi nasce incendiari e si muore pompieri. te donne italiane – anche se negli ultimi Persone impulsive, o viziate, o sempre decenni finalmente questo precetto si pronte all’avventura divengono sta modificando – è la realizzacon il tempo più tendenti a zione della propria famiglia, passare sopra ai conflitti, mettendo spesso da parte un complesso a perdonare più spesso, i bisogni personali di aua controllarsi maggiorsistema di “premi to-realizzazione. La ricermente. Le cause di queca è olandese, ma sono e punizioni” sta mutazione generale pronto a scommettere dipendono da tre fattoche, se fosse replicato in modifica ri primari: Italia, troveremmo dei riil comportamento sultati ancora più marcati delle persone sull’aumento dell’autocon• Cambiamento della produzione dei neuro-trasmettitrollo e la tendenza a perdoconiugate tori una volta instauratasi la copnare; in molte donne connaziopia vissuta come “a lungo termine” . nali infatti, abbiamo un assoluto eccesso di autocontrollo fino alla depressione e • Cambiamento psicologico dovuto a un al disturbo di panico. E nella pratica clinicomplesso sistema di premi e punizioni ca quotidiana della mia professione di psiche modificano il comportamento delle coterapeuta osservo una tale predisposipersone sposate. zione al perdono di fronte a gravi comportamenti come tradimenti ripetuti, violen• Influsso delle convinzioni sociali. ze domestiche e assenza di interesse per la partner, da richiedere un lungo percorIl primo fattore è una maggiore produzio- so di assertività e aumento dell’autostima ne di ossitocina, un neurotrasmettitore che nelle mogli, che si trasformano facilmenfavorisce i comportamenti materni, acco- te in vere e proprie vittime nella relazioglienti, predisponenti alla relazione con ne coniugale». © Copyright Università Niccolò Cusano l’altro. È presente nella donna, ma, in mi-

«Il cervello si predispone al “perdono”»: lo psicologo stefano scatena illustra una ricerca

Se pensiamo al matrimonio avvertiamo subito una sensazione di qualcosa di importante, un evento che segna un grande cambiamento nelle nostre vite, un passaggio bellissimo ma carico di impegno e ostacoli da dover superare insieme. Da una parte uno studio dice che il matrimonio ci fa bene, dall’altra alcuni studi ci confermano come il matrimonio sia profondamente in crisi. Puntare tutto sull’amore e sull’attrazione fisica, oppure scegliere qualcuno solo perché corrisponde a tutto quello che abbiamo sempre voluto. Ma amore è soprattutto condivisione. Sposarsi o no? Io credo che sia opportuno fare riferimento alla capacità adattiva di ognuno di noi, quanto più siamo dei soggetti con una funzione adattiva elevata tanto più sarà facile portare questa risorsa individuale all’interno del sistema coppia. Bisogna ricordare una cosa prima di tutto: l’amore è da distinguere dall’innamoramento. Quando siamo innamorati il rapporto va avanti da sé, senza particolare impegno da parte dei partner. Ma l’innamoramento è solo la fase iniziale di un rapporto e prima o poi, fisiologicamente, finisce. Di frequente ci si sposa per via dell’entusiasmo dell’innamoramento, o per inseguire la scia dell’attrazione sessuale, con la speranza che duri per sempre. Ma per far funzionare un rapporto sul lungo termine deve esserci un passaggio, c’è bisogno di capire se noi e l’altro siamo disponibili a impegnarci, se c’è l’intimità necessaria a superare la sola attrazione sessuale. L’amore passa anche attraverso la ragione. Quando la fase idilliaca dell’innamoramento termina e ci si pone necessariamente davanti a un cambiamento, molte persone non lo accettano e dichiarano finito il rapporto, che sia un fidanzamen-

to o anche un matrimonio. Amare vuol dire conoscenza continua dell’altro, piacere di stare insieme e perseguire progetti comuni, avere interessi comuni, accettare il cambiamento come stimolo alla costruzione di qualcosa nella coppia. E questo è la base di partenza perché un matrimonio funzioni, perché si riesca ad andare oltre le difficoltà quotidiane del lavoro, dei problemi economici o ancora con i figli, amarsi e basta come nella fase dell’innamoramento non è sufficiente a far fronte a tutto questo. Quando sussistono tutti questi elementi e quando i due soggetti della coppia mostrano adeguate funzioni adattive individuali allora il matrimonio può far davvero bene, confermando e rinforzando le risorse dell’uno e dell’altro, aumentando il senso di sicurezza personale è di protezione reciproca. Riportiamo alcuni dati Istat che riguardano la situazione del matrimonio nel nostro Paese: in Italia ci si sposa di più. Nel 2015 i matrimoni sono stati 4.600 in più rispetto all’anno precedente. Al tempo stesso però, complice soprattutto l’arrivo del divorzio breve, sono impennati i divorzi: più 57% rispetto al 2014. Più lieve, ma pur sempre in crescita, l’impennata delle separazioni, più 2,7% (dati Istat). Ma ancor prima di andare all’altare – in realtà, sempre più, almeno in Italia, ci si sposa con rito civile: più 8% nel 2015 rispetto all’anno precedente – ci si crea delle aspettative, si fanno dei progetti, delle scelte che poi magari sono le stesse cui si dà la colpa per la fine del rapporto, una volta in tribunale.


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settembre il gap Confrontati con la popolazione sana gli italiani asmatici presentano 25 punti di “gap” quanto a salute fisica, 21 punti per capacità di svolgere attività fisica e 15 per vitalità complessiva

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na vita normale è possibile, ma non bisogna rinunciare agli antinfiammatori. Dilaga la “steroidofobia” in Italia, la paura che spinge gli asmatici ad autocensurarsi piuttosto che ricorrere a delle cure farmacologiche. Un’abitudine che può apparire salutista, ma che rischia di essere pericolosa perché, se non controllato, le crisi d’asma possono portare gravi danni all’organismo. La facoltà di Medicina dell’Università degli studi di Milano (nota anche come “La Statale”) ha osservato attentamente il fenomeno, sia da un punto di vista medico che quasi sociologico. Secondo un’indagine condotta dalla Doxa per conto di GlaxoSmithKline, addirittura il 18% degli asmatici (circa 1 su 5) ha “paura del cortisone”. I “dribbling” alle cure Come avvengono queste auto-censure? Ad esempio, se un malato d’asma non riesce a fare le scale, preferirà andare ad abitare

molti pazienti rifiutano la malattia e mettono in atto stratagemmi di autodifesa che, alla lunga, compromettono la socialità

ASMA quando Si trasforma in una fobia

al piano terra, oppure non uscire la sera se di Doxa Marketing Advice - sperimentaarriva troppo stanco la sera. C’è chi arriva no frequentemente almeno due dei prina preferire la doccia alla vasca da bagno cipali sintomi della malattia (fame d’aria, per non faticare a uscire, oppure rinun- peso sul petto, tosse secca e stizzosa, recia ai tappeti dentro casa o non prende spiro sibilante). Traducendo le percenalberghi con la moquette (all’estero sono tuali in numeri, considerando che gli itamolto comuni). Secondo Francesco Bla- liani con asma sono almeno 3 milioni, si, ordinario di Malattie respiratopossiamo calcolare che oltre 2 mirie presso l’Ateneo meneghilioni di connazionali soffrono no, tra gli asmatici ai quadi crisi acute, circa 1 milioli viene indicata una terane è finito al Pronto socsecondo pia inalatoria, «dopo un corso, oltre 1,2 milioni il prof. blasi anno sta continuando rende meno sul lavoro la conseguenza a prenderla appena un e o per centinaia di mipaziente su 8; gli altri 7 gliaia l’asma interferisce è viaggiare l’hanno interrotta». Adcon le attività sociali». con il freno dirittura, «un mese dopo Ma non è tutto: «In geessere uscito dall’ospedaa mano tirato nerale il 75% si sente limile continua a curarsi soltantato nelle attività fisicamento il 30%; il 70% ha smesso prite impegnative». «Confrontati ma. Sta meglio e dice basta, proprio con la popolazione sana - prosecome succede con gli antibiotici», confer- gue l’autore della ricerca, in cui il vissuma. Il problema, fotografato anche dalla to dei pazienti è stato analizzato in base nuova ricerca (il 96% degli asmatici si dice ai parametri del questionario scientifi“sotto controllo” pur ammettendo sintomi co SF36 - gli italiani asmatici presentaseri nel 40% dei casi), è che «a pochi pia- no 25 punti di “gap” quanto a salute fisice sentirsi malato e ancora meno definir- ca, 21 punti per capacità di svolgere attisi o essere visto come tale. Ed ecco allora vità fisica e 15 per vitalità complessiva». che scatta lo stratagemma, il meccanismo Una terapia “doc” permetterebbe loro di dell’adattamento e dell’autolimitazione: se chiudere questa forbice. Basti pensare ai una cosa non riesco a farla, semplicemen- volti noti dello sport che hanno scalato il te non la faccio oppure la faccio diversa- podio nonostante la malattia, dallo sciamente e vado avanti lo stesso». tore Giorgio Rocca alla regina del nuoto Federica Pellegrini. Eppure «la maggior I limiti di questa “fobia” parte degli asmatici si accontenta di naOvviamente, rinunciare a una vita nor- vigare a vista. Potrebbero inserire la quarmale pur avendo la possibilità di non far- ta marcia e invece restano in terza», spielo, porta a dei limiti soprattutto sociali e ga Sumberesi. «Viaggiano con il freno a psicologici. «I pazienti asmatici – spiega mano tirato», insomma. © Copyright Università Niccolò Cusano Massimo Sumberesi, direttore generale

università niccolò cusano informa

Meglio osservare una dieta senza eccessi Nonostante vivere una vita normale sia possibile, gli asmatici – specialmente quelli allergici – devono comunque osservare una dieta senza eccessi, come d’altronde dovrebbe fare chiunque a prescindere dalle patologie. Ecco dunque alcuni elementi su cui stare all’erta. Attenzione però: questo non significa rinunciare a una cerimonia, una cena con gli amici, al ristorante o altro, ma semplicemente stare più attenti nella vita di tutti i giorni. Cibi salati Vengono compresi in questa categoria tutti gli snack come patatine, salatini, noccioline e simili. L’eccesso di sodio nel corpo, infatti, può generare anche circostanze negative nelle persone che soffrono di asma, facendo crescere la risposta del sistema immunitario e scatenando i sintomi di questa patologia. Dunque, il consiglio degli esperti è quello di utilizzare poco sale nei piatti, non assumere cibi processati come le zuppe in scatola o purè istantaneo: ci si abi-

tua presso, è solo una questione di palato. Meglio non mettere il sale a tavola e leggere bene gli ingredienti di ciò che si compra al supermercato. Grassi saturi Sono contenuti in molti cibi come, ad esempio, la carne rossa e le fritture, oltre che nei dolci. I grassi saturi sono molto presenti anche nei cibi cosiddetti processati e possono favorire i sintomi dell’asma. Ciò si deve alla risposta del sistema immunitario quando “riceve” queste sostanze. Gli esperti consigliano, pertanto, di assumere acidi grassi Omega 3 (presenti nel pesce azzurro, nei semi di lino e nelle noci ad esempio) e fonti di proteine magre (latte scremato, petto di pollo e legumi). Latticini interi Un eccesso nell’assunzione dei derivati del latte possono aggravare i sintomi dell’asma, in quanto contengono una forte quantità di grassi. Tuttavia, anche qui, non è necessario rinunciarvi definiti-

vamente. La cosa importante è rifornirsi di prodotti scremati e sostituirli ogni tanto con surrogati come latte di mandorle o formaggio di patate. Di solito, i latticini si mangiano senza rendersene conto, in quanto contenuti in varie ricette ed alimenti quotidiani, dalle zuppe ai dolci ripieni, passando per gelati, caffè macchiati, frullati e burro. Inoltre, la consistenza dei derivati del latte aumenta la produzione del muco e, di conseguenza, aumenta i rischi di congestione: ciò rende molto più difficile respirare durante una crisi d’asma. Pomodori e agrumi Sia i pomodori sia gli agrumi portano in dote molti principi nutritivi e fibre, ma anche componenti che rischiano di peggiorare i sintomi in coloro che soffrono di asma. Non serve tuttavia smettere di assumerli altrimenti si rischia di passare da un eccesso all’altro: basta solo ridurne il consumo, in quanto possiedono proprietà importanti per l’organismo (come la Vitamina C, l’antiossidante per eccellenza).


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settembre la scoperta

A soli 11 anni Alessia raggiunse i 25 metri di profondità, poi i corsi di apnea Fipsas hanno trasformato la sua passione nella sua vita: «Non ho mai paura. Mi devo solo concentrare su ciò che devo fare e ho fatto in allenamento. Non c’è panico, anzi, è bellissimo»

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suo il record del mondo di -104 metri in assetto costante con monopinna

ri un mese e mezzo ovviamente sono lontano dagli amici e dalla famiglia. Ma viaggiare e fare nuove amicizie ovviamente è bellissimo e non posso certo lamentarmi».

alessia zecchini in fondo al mare con orgoglio “

grazie all’allenamento il corpo riesce ad adattarsi a consumare il meno possibile e a migliorare la capacità polmonare

«S

ai cosa bisogna fare per vivere nel mondo delle sirene? Devi scendere in fondo al mare, molto lontano […]. E quando sei là nel silenzio ti fermi, e se decidi che vuoi morire per loro e restare con loro per l’eternità, allora le sirene vengono verso di te, a giudicare l’amore che gli offri. Se è sincero, se è puro, allora ti accoglieranno per sempre». Queste le parole di Jacques Mayol sceneggiatore d’eccezione per il film “Le grand bleu”. Ma cosa si provi in fondo agli abissi non lo sanno solo le sirene. C’è a chi basta un solo respiro per scendere in fondo al mare. È il caso di Alessia Zecchini che a soli 24 anni è diventata una leggenda nel panorama dell’apnea mondiale. Vederla pinneggiare nel blu è impressionante. Con il suo movimento fluido ed elegante sembra danzi nell’acqua. Ma oltre alla bellezza del gesto tecnico la ragazza ha un palmares da brividi: 9 medaglie d’oro, 12 record mondiali in altrettante diverse specialità. Un’escalation di successi che partono dal Kazan del 2013 con il primo titolo mondiale di disciplina statica. Fresca di record del mondo in assetto costante con monopinna, è arrivata a -104 metri. Tutto con un solo respiro. Il suo amore per il mare e per le profondità è assoluto e incondizionato. E la paura non sa nemmeno cos’è. Non la ferma niente. Neanche una caduta dal motorino con con-

seguente scheggiatura dell’osso del braccio le ha impedito di competere ai mondiali. Così come non l’ha bloccata lo shock per la perdita del coach Stephen Keenan. Morto nelle acque del Dahab Blue Hole, in Egitto. Difficile parlarne senza che la voce si rompa. Così da quel momento, per questa atleta di Roma, vincere ha un significato in più: rendere merito alla sua memoria e ai suoi insegnamenti. Noi di Unicusano Up siamo andati a conoscerla meglio appena tornata dall’Honduras, dove si sono svolti i mondiali di apnea outdoor. Allora come è andata la prima gara a Roatan? «Ho seguito alla lettera i consigli del mio allenatore Stephen Keenan, venuto a mancare due mesi fa, e le gare sono andate bene. L’unica parte facile è stato il tuffo perché sapevo benissimo quello che dovevo fare». A 24 anni hai vinto di tutto, quanti sacrifici comporta arrivare a risultati del genere? «Gli allenamenti sono sacrifici ma poi andare in giro per il mondo e visitare posti meravigliosi ti ripaga. Mi alleno tutti i giorni per un paio di ore al giorno in piscina e d’estate al mare. L’allenamento prevede una parte a secco e una parte in acqua. Certo, finché sono a Roma riesco a gestirmi la mia vita ma nel momento in cui parto e sto fuo-

Vederti pinneggiare è fantastico. Sembra proprio che l’acqua sia il tuo elemento d’elezione. Quando è nato l’amore per l’apnea? «Ho scoperto questo sport a 11 anni. Facevo nuoto e durante l’ultimo brevetto dovevo fare 25 metri in apnea. Quell’esperienza mi è piaciuta molto. Inoltre, quando l’estate andavo al mare con i miei genitori volevo sempre stare sott’acqua a e volevo imparare a compensare. Mia madre riusciva a scendere e a me facevano male le orecchie, dovevo trovare una soluzione! A tredici anni sono riuscita a iniziare un corso di apnea Fipsas e da lì non ho più smesso». Che tipo di caratteristiche fisiche deve avere un apneista? «Non credo ci siano caratteristiche particolari, infatti gli atleti sono molto diversi tra loro. Il corpo con l’allenamento riesce ad adattarsi, a consumare il meno possibile e a migliorare qualunque cosa, come la capacità polmonare. Poi, scontato dirlo, non devi avere paura dell’acqua, di andare in mare aperto, del blu, non devi essere claustrofobico e devi saper nuotare bene». Quanto conta la preparazione mentale? «Conta tantissimo. È molto importante fare una visualizzazione prima delle gare, stare tranquilli ed essere consapevoli delle proprie capacità. Rimanere tranquilli e rilassati, focalizzati sull’obiettivo per non commettere errori che potrebbero compromettere la performance. Molte persone fanno yoga o meditazione, io, invece, preferisco visualizzare la gara prima della performance». Ultimamente sei stata tuo malgrado protagonista di due mesi un incidente che è cofa l’incidente stato la vita a Stephen al suo coach Keenan. Un’esperienza del genere può bloc- stephen keenan: carti psicologicamen«porto con me te… «I ricordi non si superano le sue parole» mai così come la sua mancanza. È impossibile dimenticare quello che è successo. Però volevo fare qualcosa che lo rendesse orgoglioso e rendesse merito al lavoro che abbiamo fatto insieme». C’è un rito o qualcosa che fai sempre prima di ogni gara? «Adesso penso a tutto quello che mi diceva Steve prima del tuffo. Prima non facevo nulla di particolare». Che cosa provi quando sei sola a quelle profondità… mai avuto paura? «Non ho mai paura. Mi devo solo concentrare su quello che devo fare e ho fatto in allenamento. Non c’è panico, anzi, è bellissimo. Devi contare solo su te stessa. Giù non c’è nessuno, gli apneisti di sicurezza ti vengono incontro solo gli ultimi 30 metri di salita». Che fai nel tuo tempo libero? «Esco con i miei amici e andiamo al mare. Quando posso scappare vado a Fiumicino per vedere il tramonto. Anche se l’acqua del mare di Roma lascia un po’ a desiderare, i tramonti sono bellissimi». Ti manca mai il mare? «Sempre». Prossimi progetti per il futuro? «Il 25 parto per la Turchia e poi prenderò una vacanza. Tornerò a Dahab e prossimo anno vorrei andare un po’ in giro per il mondo, forse in Sud America».

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CHI è alessia zecchini È vero che sei un appassionata tifosa della Roma? «Tanto, pensa che ho lo scudetto della Roma sulla monopinna. Quando sono stata a Trigoria è stata un’emozione bellissima. Ho incontrato Totti e Florenzi e altri giocatori ed è stata un’esperienza indimenticabile. Totti poi per me è un mito». Che ricordo ti porti di questi anni? «Sicuramente il record del mondo da -102m al Vertical Blue, il

primo dei due record che ho realizzato lì. Ho conosciuto Stephen proprio alle Bahamas, mi ha colpito subito e mi ha aiutato molto a realizzare il mio sogno. Ho subito desiderato che diventasse il mio coach. Ricordo che quel giorno pioveva a dirotto, prima di entrare in acqua il suo sguardo mi ha trasmesso la sicurezza e la forza per fare ciò che avevo fallito le due volte precedenti, è stata veramente un’esperienza unica». © Copyright Università Niccolò Cusano

Biografia Alessia Zecchini è nata a Roma il 30 giugno del 1992 e nel 2006, all’età di 13 anni, fece il suo primo corso di apnea federale nella società Apnea Blu Mare. Per poter gareggiare però, dovette aspettare fino ai 18 anni per le vigenti regole federali. Nel 2009 cambiò società e divenne atleta della società di nuoto pinnato Nuoto Belle Arti. Nel 2010 fece le sue prime due gare e si qualificò per i successivi Campionati Italiani Primaverili. Nel 2011 partecipò al suo primo Campionato Italiano e si piazzò al secondo posto in due discipline su tre. La convocazione per la Nazionale non tardò ad arrivare e dal 2012 è membro della squadra nazionale. È attualmente la donna che ha raggiunto la massima profondità sottomarina con i suoi -104m CWT (monopinna) raggiunti nel 2017 alle Bahamas.


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settembre

tutta la verità sull’ipertensione

IX ra cefalea, stanchezza o lievi disturbi visivi, tant’è che l’ipertensione si definisce il “killer silenzioso”. è vero che è possibile trovare nell’ambito di una stessa famiglia molti ipertesi perché l’ereditarietà svolge un ruolo importante, per cui è buona regola – dopo i 20 anni – controllare almeno una volta l’anno la pressione arteriosa se si hanno i genitori ipertesi e, più frequentemente, negli anni successivi. Per i bambini che hanno familiarità occorre contrastare l’obesità e promuovere buone pratiche alimentari. Non è del tutto vero che gli uomini ne soffrono di più poiché, in età più avanzata, nelle donne aumenta l’incidenza, specialmente nel periodo della menopausa, quando cioè non sono più protette dagli estrogeni e aumenta il rischio cardiovascolare. è vero che il valore della pressione varia normalmente nelle 24 ore: più alta al mattino e nel tardo pomeriggio e più bassa dopo pranzo e la notte. Nel corso della giornata inoltre varia con lo sforzo, le emozioni, il freddo o il dolore, cosicché è importante misurarla tenendo conto dei vari fattori. è falso ritenere che la pressione vada misurata solamente dal medico, anzi questo può essere causa di stress, la cosiddetta “ipertensione da camice bianco”, per cui è molto importante rilevarla a casa, ovvero praticare l’automisurazione. è falso che tutti i misuratori commercializzati si equivalgono, l’affidabilità delle misurazioni varia secondo l’apparecchio utilizzato. Non sono raccomandati i rilevatori da polso ma quelli automatici che rilevano la pressione al braccio e che siano validati e approvati riportando il simbolo CEE. è vero che conviene tenere un diario con i valori della pressione sia per aiutare il medico a fare diagnosi sia per valutare l’efficacia della terapia. Non è vero che è sufficiente evitare lo stress per scongiurare l’ipertensione, ma è vero il 30% che un corretto stile di vita degli italiani può aiutare a risolverla. Occorre lottare contro ne soffre le pratiche nocive: tabagismo, sedentarietà, ma solo 1 su 4 peso eccessivo, consusi rivolge mare sale e alcol con moa un medico derazione, seguire una dieta equilibrata, la dieta mediterranea, svolgere attività fisica moderata. è vero che una volta iniziato il trattamento farmacologico deve essere sempre continuato, anche nel periodo estivo, dove è possibile semmai ridurlo.

K Anna Caparra, responsabile

del Centro di prevenzione ipertensione Umberto I

Q

uali sono i falsi miti e quali invece le importanti verità da sapere sull’ipertensione arteriosa per prevenirla, diagnosticarla e curarla al meglio? Lo spiega ai nostri lettori la dott.ssa Anna Caparra, responsabile del Centro di prevenzione, diagnosi e cura dell’ipertensione arteriosa e degli altri fattori di rischio cardiovascolare per l’Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico Umberto I, I Clinica Medica. «Nei paesi industrializzati l’ipertensione arteriosa è una questione rilevante di salute pubblica e in Italia in particolare ne soffre il 30% della popolazione, soprattutto tra i 40 e 80 anni, ma solo la metà sa di essere iperteso e solo uno su quattro si rivolge a un medico e fa ricorso a terapia farmacologica e, tra questi, solo un quarto raggiunge i valori raccomandati di pressione arteriosa.

Non è vero che l’ipertensione arteriosa è una malattia, bensì è un fattore di rischio che va prevenuto e trattato perché aumenta la possibilità di malattie cardiache, renali e cerebrovascolari come l’infarto, l’insufficienza renale, l’ictus e deficit cognitivi, specie se associata ad altri fattori di rischio come l’obesità, il diabete, fumo, sedentarietà e dieta scorretta. è falso pensare di avere la pressione alta basandosi solamente sulla presenza di sintomi perché, il più delle volte, non se ne hanno. Oppure, qualora si manifestino, sono sintomi banali come una legge-

è vero che i trattamenti contro la pressione alta possono raramente comportare effetti secondari: stanchezza, mani e piedi gelati, gambe pesanti e gonfie, insonnia, incubi, secchezza della bocca, vertigini, disordini digestivi e della sessualità, ma è un errore modificare il trattamento da sé, occorre assolutamente parlarne con il medico. è falso sostenere che andare in palestra sia l’unico modo per praticare attività fisica, ma è sufficiente anche camminare 30 minuti al giorno. è falso che chi russa di notte ha la pressione alta; è vero altresì che chi soffre di OSAS (Sindrome delle Apnee Notturne nel Sonno), un quadro clinico importante con pause respiratorie durante la notte che causano ridotta ossigenazione degli organi tra cui vasi e cuore, possa avere ripercussioni sulla pressione arteriosa, specialmente notturna». © Copyright Università Niccolò Cusano


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X

settembre

sicurezza stradale cosa c’è dietro ai colpi di sonno

2017

IN AUTO L’unica soluzione è quella di fare un sonnellino di 25 minuti. Bere bevande energetiche e fare degli spuntini non serve

K Intervista al professor

Francesco Peverini

Q

uante volte tornando da una se- ficace anche l’aiuto del passeggero, manca rata passata con gli amici vi sie- la chiusura delle palpebre, tipica del sonte messi alla guida stanchi. E ma- no come tradizionalmente lo immaginiagari anche venti minuti di viag- mo. Due terzi dei pazienti con OSAS in regio vi sono sembrati interminabili. Così altà non hanno mai avuto un incidente tanto da non ricordare nemmeno di aver alla guida e la maggior parte delle persopercorso alcuni tratti di strada. Eppure gli ne ha bisogno di un veicolo per lavorare o occhi erano aperti. Cosa è successo? Mol- per spostarsi in quanto vive in zone rurali. to probabilmente avete avuto un colpo di Gli studi hanno consentito di identificare sonno. Praticamente una condizione di la presenza di OSAS nel 17,6 per cento dei scarsa vigilanza dove ci si addormenta, conducenti professionali di veicoli a modai 3 ai 10 secondi, e durante i quali si è tore. Difficile dire chi di loro subirà o propercettivamente ciechi. Il cervello si tro- vocherà un incidente da colpo di sonno va in una condizione di sospensione ra- o da perdita di concentrazione». pida e incontrollabile della coscienza, situazione che può rappresentare una fon- Come mi accorgo di aver avuto un colte di pericoli se si è alla guida. Gli esperti po di sonno? in realtà li chiamano “microsleeps”. Cosa «Generalmente, uscire indenne da un colpo di sonno lascia al conducente una senfare? Fermarsi a prendere un caffè non sazione di importante incertezza basta. Abbiamo chiesto al professulla sicurezza alla guida e lo sor Francesco Peverini, diretinduce a chiedere un paretore scientifico della Fonuscirne re specialistico. Il soggetdazione per la Ricerca e to si trova infatti ad aver la Cura dei disturbi del indenni induce percorso in uno stato di sonno Onlus, tra i masil conducente mancanza di veglia (e di simi esperti della macoscienza) un significateria, quali sono le aca chiedere tivo tratto di strada, trocortezze da seguire per un parere vandosi ad esempio imevitare di addormentarspecialistico provvisamente in prossisi al volante. mità di una curva o troppo viProfessore, cosa sono i colpi di cino ad altri autoveicoli o già in sonno e come si differenziano dalla condizione di pericolo per sé o altri». normale stanchezza o voglia di dormire? «La perdita di sonno può comportare ec- Quali sono i segnali della sonnolenza cessiva sonnolenza, ipertensione arterio- o della fatica? sa, diabete, obesità, depressione, attacchi «I soggetti con OSAS più a rischio di incicardiaci e ictus cerebrali. Le stesse conse- denti sono quelli in età lavorativa, di età guenze le provocano le apnee notturne, compresa tra 18 e 44 anni (tra di loro il 4,9% fenomeni respiratori dovuti a ostruzio- ha avuto episodi di sonnolenza alla guine temporanea dell’attività respiratoria. da), di sesso maschile. Ma la stanchezza Quasi il 20% di tutte le lesioni gravi da in- alla guida è stata associata anche ad altre cidenti d’auto nella popolazione genera- caratteristiche legate al sonno, quali l’inle sono associate a sonnolenza del con- sonnia, una durata del sonno abitualmenducente e ciò è determinato da perico- te inferiore a 6 ore, russamento. I segnali lose pause della veglia, i colpi di sonno, di pericolo sono caratterizzati principalveri e brevi “sonni ad occhi aperti” della mente dal camminare sulla striscia divisodurata di tre-cinque secondi o fugaci ad- ria, andare alla deriva dalla propria corsia, dormentamenti (dieci secondi o più), en- mancare un’uscita stradale, sbadigliare o trambe condizioni evidentemente molto sbattere troppo le palpebre, ricordare con pericolose. Nel primo caso, a rendere inef- difficoltà gli ultimi chilometri percorsi».

In Italia due milioni di persone affette da patologie riconducibili alle apnee Secondo le stime della Fondazione per la ricerca sui disturbi del sonno Onlus almeno 1 incidente stradale su 5 è causato da un colpo di sonno. E in Italia ci sono almeno due milioni di pazienti affetti da patologie riconducibili alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Infatti secondo le statistiche il rischio di incidenti aumenta del 400% proprio in caso di sindrome delle apnee ostruttive del sonno e il 22% è causato proprio dalla sonnolenza diurna. Tutto questo si traduce in 200 morti all’anno e 12mila feriti.

Come riconoscere se si è vulnerabili

MICROSLEEPS/COLPO DI SONNO I sei segnali della sonnolenza e della fatica • Tempi di reazioni alterata • modificazione di giudizio e visione • problemi di elaborazione delle informazioni e della memoria a breve termine • calo di prestazioni • diminuzione vigilanza e motivazione • aumento del malumore e comportamento aggressivo MICROSLEEP/COLPO DI SONNO I soggetti più a rischio e i loro incidenti più frequenti • chi guida tra mezzanotte e le sei del mattino • chi viaggia da solo, in prevalenza uomini • la maggior parte degli incidenti sono tamponamenti o frontali • non ci sono prove di frenate o manovre evasive

XI

settembre

Il tempo ideale da dedicare alla detersione delle nostre mani è di circa un minuto. Ricordiamoci, in luoghi pubblici, di non toccare rubinetti o maniglie con le mani appena lavate: se dobbiamo farlo usiamo una salviettina di carta che poi getteremo nella spazzatura

testatina per le pagine interne DX

il professor peverini: «contromisure come bere un caffè, alzare la radio e aprire il finestrino non servono, bisogna fermarsi e riposare»

2017

Da cosa sono causati? «Un soggetto affetto da un disturbo del sonno come le apnee notturne – patologia definita anche OSAS da Obstructive Sleep Apnea Syndrome – è sottoposto durante la notte a fenomeni respiratori e circolatori che riescono a provocare una grave frammentazione del sonno stesso; pur dormendo, questi soggetti sperimentano una condizione del tutto inefficace ai fini del riposo e di giorno possono avere difficoltà di concentrazione, presentare inattesi cali di attenzione, distrarsi facilmente alla guida o addirittura addormentarsi al volante per qualche istante (microsleep) o per periodi pericolosamente più lunghi. Il rischio di incidenti diventa infatti da due a sei volte più alto per coloro che soffrono di apnee notturne». Come può prevenirli un guidatore? «I conducenti dovrebbero essere sottoposti ad interviste sulla loro esperienza di guida, sulle condizioni generali di salute (presenza di diabete, ipertensione arteriosa, malattie endocrine) e peso corporeo, sugli orari alla guida, sui farmaci assunti; eseguire quindi test sulla sonnolenza e test attitudinali. I soggetti a rischio, dovrebbero essere quindi valutati con monitoraggio cardiorespiratorio del sonno (polisonnografia). Gli elementi da controllare sono pertanto: obesità, circonferenza del collo maggiore di 43 cm nell’uomo e 40 nella donna, ipertensione non controllata, russamento, eccessiva sensazione di fatica diurna, testimonianza di apnee notturne, sonnolenza. Alla luce di questi elementi, la Fondazione per la Ricerca e la Cura dei Disturbi del Sonno Onlus raccomanda da anni un più ampio sviluppo delle attività di comunicazione, ricerca e divulgazione delle conoscenze relative ai disturbi del sonno, per favorire una più diffusa presa di coscienza della pericolosità di questo enorme problema e dei rischi sociali e non solo individuali ad esso correlati». Cosa deve fare se una volta alla guida si avverte che sta sopraggiungendo la stanchezza? «I metodi comunemente utilizzati per rimanere svegli durante la guida, come ad esempio, aprire il finestrino, ridurre la temperatura dell’abitacolo, cambiare i canali radio o alzare il volume della musica, bere caffè o bevande energetiche, mangiare, sono contromisure del tutto inutili. è necessario invece fermarsi in un’area si sosta e riposare almeno 30 minuti». Quanto incidono i colpi di sonno sugli incidenti stradali? «La sonnolenza diurna, uno dei sintomi cardine dell’ OSAS, determina conseguenze anche molto gravi, come incidenti stradali e incidenti sul lavoro. In particolare, gli incidenti stradali da eccessiva sonnolenza, implicano costi pubblici e privati di enorme entità e sono in genere più gravi e comportano una mortalità quasi doppia rispetto ad incidenti dovuti ad altre cause. Molti conducenti, poi, credono che la loro sonnolenza diurna sia normale e spesso attribuiscono questa pericolosa condizione al loro irregolare ritmo di lavoro. Il costo annuale stimato per mancata diagnosi di disturbi del sonno, raggiunge la cifra di sei miliari di euro. Gli studi hanno consentito di identificare la presenza di OSAS nel 17-20 per cento dei conducenti professionali di veicoli a motore. Difficile dire chi di loro subirà o provocherà un incidente da colpo di sonno o da perdita di concentrazione». Quali sono i soggetti a rischio? «Ad esserne colpiti sono soprattutto gli occupati dei settori in cui la mobilità è parte integrante del lavoro e in cui è richiesta una costante elevata soglia di attenzione e di vigilanza, a partire dai conducenti di mezzi di trasporto (autotreni, bus, navi, locomotive, aerei, ecc). L’OSAS infatti aumenta il rischio di una collisione sonno correlata di circa sette volte». © Copyright Università Niccolò Cusano

il risciacquo va effettuato con abbondante acqua: consigliati gli asciugamani monouso

La cute è l’organo di maggiori dimensioni del corpo umano (5 kg di peso e 1,5-2 metri quadri di superficie)

“C

on le mani sbucci le cipolle e accarezzi il gatto” cantava Zucchero nel 1987. E non solo. Con le mani gesticoliamo, ci vestiamo, mangiamo, facciamo le pulizie e tocchiamo i nuovi strumenti hi-tech: smartphone in primis. è nelle mani che possono annidarsi i batteri e la nostra pelle funge da barriera protettiva rispetto all’esterno. L’epidermide è fisiologicamente colonizzata dalla flora batterica che si distingue in residente e transitoria. La flora residente ha una funzione protettiva, ma può diventare responsabile di infezioni opportuniste a seguito della contaminazione di siti corporei normalmente sterili, dell’occhio o della cute non integra. La flora transitoria si acquisisce durante il contatto diretto con le superfici ambientali contaminate e in genere causa infezioni. Le concentrazioni di batteri variano nelle diverse parti del corpo. © Copyright Università Niccolò Cusano

L’epidermide è fisiologicamente colonizzata dalla flora batterica che si distingue in residente e transitoria quest’ultima viene contaminata dagli agenti esterni con il contatto

igiene Le mani entrano in contatto con superfici in cui molto spesso si annidano batteri. L’igiene costante è il primo passo per evitare problemi

sconfiggiamo batteri e infezioni I suggerimenti dell’IPASVI (Federazione Nazionale Collegi Infermieri professionali) per l’esecuzione corretta del lavaggio delle mani • Aprire il rubinetto • Bagnare uniformemente le mani e i polsi con acqua tiepida • Applicare una dose di sapone sul palmo della mano e insaponare in modo omogeneo mani e polsi con sapone liquido detergente in dispenser apposito (4 ml circa o secondo le indicazioni del produttore) • Sciacquare con abbondante acqua dopo aver insaponato per ameno 15 secondi • Asciugare tamponando con asciugamani monouso in tela o carta assorbente fino a eliminare l’umidità residua • Chiudere il rubinetto dell’acqua con il gomito, oppure se è manuale con un lembo dell’asciugamano • Il lavaggio si esegue con modalità e prodotti diversi secondo le mansioni che si devono svolgere

Quando è necessario usare acqua e sapone Quando vanno lavate le mani? • prima di preparare da mangiare • prima di mangiare • prima e dopo essere stati vicini a qualcuno che è malato • prima e dopo aver medicato una ferita • dopo essere andati in bagno

Lo sapevate che… Il sapone antibatterico non è più efficace del sapone normale. Inoltre utilizzando abitualmente il sapone antibatterico si rischia di favorire lo sviluppo di ceppi resistenti al prodotto antimicrobico. L’utilizzo di soluzioni antisettiche è raccomandato solo agli operatori sanitari prima di un intervento chirurgico.

• dopo aver cambiato il pannolino a un bambino • dopo aver starnutito o dopo essersi soffiati il naso • dopo aver toccato un animale • aver usato un telefono pubblico, maneggiato soldi • aver usato un mezzo di trasporto (bus, taxi, auto)



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