Unicusano Focus 13 giugno

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

martedì 13 giugno 2017 www.corrieredellosport.it

Relazioni violente Erasmus+ L’incontro Alle origini dei fattori Docenti e personale Donne e sport che fanno perdere la testa pronti a partire un amore “difficile” > A PAGINA IV

> A pagina XIV

> A PAGINA IX

neri marcorè

L’attore presenta “RisorgiMarche”: «Tredici live gratuiti per aiutare la rinascita della regione»

con la musica si può fare > A PAGINA II

L’iniziativa

Occupazione ecco la guida per trovare un lavoro > A PAGINA V

il punto

Una battaglia anche nostra

Q

uando ho ricevuto la telefonata di Ileana Argentin, deputata e storica protagonista delle battaglie civili sul fronte della disabilità, ho pensato subito che si stava delineando la possibilità di una collaborazione giornalistica che avrebbe avuto per oggetto il mondo del sociale. Quello che noi raccontiamo sempre sulle pagine di questo settimanale, quello che Radio Cusano Campus ha come obbligo morale, promosso dall’Università Niccolò Cusano, nella sua narrazione quotidiana. L’Argentin ha scelto noi per parlare di disabilità, senza timori, equivoci, imbarazzi e soprattutto senza censure. Quelle che a volte nascono dal politicamente corretto o, peggio, dalla rimozione all’interno della società, nel tentativo di collocare la disabilità tra i problemi degli altri. Barriere architettoniche, sessualità, lavoro, dopo di noi: saranno queste le tematiche protagoniste dei quattro appuntamenti settimanali del lunedì alle 16.15 su Radio Cusano Campus. Il privato e il pubblico del cittadino disabile saranno quindi le dimensioni che attraverseremo con il contributo di una donna battagliera e forte che ci aiuterà a comprendere che il livello di civiltà di una società cresce con i diritti acquisiti da tutti, nessuno escluso.

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


cultura

II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 13 giugno 2017

Neri marcorè «Ripartiamo dopo il sisma»

Neri Marcorè Marco Biancucci

L’attore è ideatore del festival musicale di solidarietà “RisorgiMarche”: «Portiamo affetto alle comunità» Ripartire dopo un terremoto sembra essere una fatica che neanche Ercole avrebbe potuto superare. C’è un misto di paura, ansia e distanza delle istituzioni che non fa più dor-

Stefano, Francesca, Roberto e Raffaele, Malika, Daiana, Luca, Rosalino, Enrico, Paola, Toni, Samuele, Daniele, Luca e Fiorel-

Marco Biancucci

mire chi vive – o forzatamente, non vive più – nelle zone colpite da un sisma. E sembra ancora più arduo rimettere in moto l’economia di territori che hanno pagato dazio a madre natura: perché le imprese devono ricollocarsi se non addirittura chiudere i battenti; perché si perdono i posti di lavoro; perché ai quei luoghi, fino a poco tempo prima magici, neanche i turisti vogliono più avvicinarsi. Neanche il turismo, di qualsiasi tipo esso sia, la nostra risorsa principale, riesce a dare impulso per riportare tutto a una normalità che servirebbe come l’acqua nel deserto del Gobi. Così, a spingere una macchina pesantissima da rimettere in moto ci si e messa la società civile, capitanata da qualche esponen-

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

te celebre che ha deciso di mettere non solo la propria faccia, ma anche muscoli e sudore, per dargli una bella spinta. Neri Marcorè è uno di questi, e il fatto che la sua carta d’identità rechi Porto Sant’Elpidio come luogo di nascita spiega in poche parole cosa lo abbia spinto in primo luogo a realizzare un progetto di solidarietà grandioso che deve essere sostenuto senza esitazioni: “RisorgiMarche”. L’IDEA. «Ero stato ad Arqua-

ta i primi di settembre scorso per cercare di capire quale tipo di sostegno concreto avrei potuto portare ai cittadini dell’alto Tronto – spiega Marcorè - Dopo la seconda, violenta scossa del 30 ottobre, però, mi sono reso conto che se avessi voluto intraprendere un’iniziativa, questa avrebbe dovuto abbracciare tutte le comunità interessate, avere un respiro più ampio di una semplice, per quanto utile, raccolta fondi, per portare affetto e solidarietà a quelle persone costrette a cambiare vita e prospettive da un giorno all’altro. Questo, ovviamente, senza sovrappormi ai compiti della politica». Talento poliedrico, Marcorè ha quindi sfruttato le proprie connessione con i tanti artisti conosciuti in carriera: «Da allora ha cominciato a prendere forma e corpo l’idea di un festival diffuso nel territorio che potesse richiamare gente da tutta Italia e magari dall’estero. È stato naturale pensare al coinvolgimento di artisti di grande levatura, amici di comprovata sensibilità e generosità, che hanno aderito immediatamente e che rappresentano il cuore di “RisorgiMarche”. La mia personale riconoscenza e gratitudine va a loro, a Niccolò,

la, Dario, Max e Francesco». GLI OSPITI. A questi corri-

spondono cognomi e nomi d’arte celebri, artisti apprezzati da tutti che hanno deciso di partecipare gratuitamente al festival - dal 25 giugno al 3 agosto - dando così il loro contributo: Max Gazzè, Niccolò Fabi, Gnu Quartet, Malika Ayane, Daniele Silvestri, Enrico Ruggeri, Daiana Lou, Paola Turci, Brunori Sas, Bungaro, Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, Francesco De Gregori e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Tanti concerti, tutti a ingresso gratuito e con inizio alle 17 per suonare con luce del sole, e quindi a basso impatto ambientale: «La natura e l’ecologia sono un altro cardine del festival. I concerti si svolgeranno in siti meravigliosi: i palcoscenici saranno i prati panoramici più belli delle Marche, la scenografia rappresentata dalla cornice dei Sibillini e da cieli azzur-

ri, la luce garantita dalla benedizione e benevolenza del sole pomeridiano». UN FESTIVAL GREEN. «I vantaggi sono molteplici – racconta con orgoglio Marcorè - L’impatto ambientale sarà bassissimo, perché non ci sarà bisogno di luci artificiali e l’energia per la strumentazione sarà garantita da accumulatori. I veicoli a motore verranno lasciati a debita distanza, fuori portata, poiché l’unico prezzo da pagare saranno il sorriso e la buona disposizione, misti al piacere di camminare o pedalare per raggiungere il luogo dello spettacolo insieme alle altre persone. La capienza illimitata: trattandosi di prati, i posti non saranno numerati né tanto meno potranno esaurirsi. Bisognerà solo munirsi di plaid o cuscini per sedersi sull’erba. La sicurezza: sono luoghi aperti, senza barriere se non naturali, accessibili fin dal mattino e godibili, volendo, anche dopo la fine del concerto. Il pubblico dovrà lasciarsi pervadere dalla proverbiale lentezza marchigiana, lasciando possibilmente a casa stress e preoccupazioni, e rispettando gli inviti degli organizzatori e il lavoro degli artisti e degli operatori».

LE AZIENDE LOCALI. Marcorè

sembra tagliato alla perfezione per questo ruolo di organizzatore green: «Una scommessa personale, per la quale chiederò la complicità del pubblico, sarà lasciare i prati dei concerti puliti come sono stati trovati. Le aree saranno munite di appositi contenitori diversificati ma, nel caso, gli stessi zainetti e borse che conterranno acqua e panini potranno benissimo custodire anche le bottiglie vuote e i sacchetti accartocciati». Visto l’intento di rilanciare tutto il territorio, è stato ritagliato anche uno spazio per le aziende locali: «“RisorgiMarche” offrirà una piccola ma significativa opportunità di visibilità a tutti i produttori locali e agli artigiani che hanno dovuto interrompere o ridurre la propria attività commerciale in seguito al sisma: potranno esporre e vendere i loro prodotti in apposite aree attrezzate, allestite in punti strategici, a ridosso o nel paese del comune di riferimento del concerto, comunque non troppo lontane dai parcheggi».

LAVORO DI SQUADRA. Oltre

programma 25 giugno Niccolò Ginesio (MC); Fabi & Gnu Quartet a Forca di Presta, 25 luglio Arquata del Tronto (AP); Samuele Bersani a Bosco di Canfaito, 7 luglio San Severino (MC), Malika Ayane alla Domus San Bonfilio, 27 luglio Cingoli (MC); Daniele Silvestri a Rubbiano, Monte8 luglio fortino (FM); Daiana Lou a Propezzano, 30 luglio Montegallo (AP); Fiorella Mannoia e Luca Barbarossa a 9 luglio Morro, Camerino (MC); Ron a Pintura di Bolognola, 31 luglio Bolognola (MC); Brunori Sas a Foce, Montemonaco (AP); 12 luglio 2 agosto Enrico Ruggeri a Campolungo, AmanMax Gazzè all’Altopiano di Montelago, dola (FM); Sefro (MC) 20 luglio 3 agosto Paola Turci ai Piani di Ragnolo, Fiastra/ Francesco De Gregori con FORM Sarnano (MC); Orchestra Filarmonica Marchigiana e 23 luglio Gnu Quartet al Santuario di Macereto, Bungaro a Monte Rocca Colonnalta, San Visso (MC).

Aggiornamenti e informazioni sul sito www.risorgimarche.it Tutti i concerti sono a ingresso gratuito e con inizio alle ore 17 In caso di forti piogge i concerti non verranno recuperati

agli artisti in cartellone, la squadra che ha dato vita a “RisorgiMarche” ha tanti protagonisti, come Marcorè ci tiene a sottolineare in chiusura: «Quest’avventura che oggi spiega le ali e spicca un volo che tutti ci auguriamo lungo, proficuo e memorabile, si è resa possibile anche in virtù dell’adesione di tanti preziosi compagni di viag-

gio che si sono innamorati del progetto e mi hanno generosamente affiancato fin dagli iniziati: a tutti loro va il mio ringraziamento». Non resta che dare il proprio contributo a “RisorgiMarche” e mettere in programma per l’estate almeno una gita in una regione che ha bisogno dell’aiuto di tutti noi. © Copyright Università Niccolò Cusano


cultura

martedì 13 giugno 2017

Tra i simboli e i feticci che contraddistinguono il mondo contemporaneo ci sono senza dubbio la tecnologia e il mercato. Entrambi sono considerati sinonimi di progresso e benessere, visti come se avessero una loro specifica natura sulla quale gli uomini possono intervenire solo parzialmente. In realtà tecnica e mercato sono solo strumenti suscettibili di usi alternativi; si pensi ad esempio all’energia atomica o al mercato equo e solidale, ma spesso sono presentati come una realtà che ha leggi e procedure sue proprie, al di là delle intenzioni e dei programmi umani. PROBLEMI TECNICI. Spesso sentiamo parlare di “problemi tecnici”, quando invece si dovrebbero definire errori umani nell’uso delle tecnologie, così quando si parla di “leggi di mercato”, quasi fossero leggi di natura, si dimentica che lo stesso mercato capitalistico può avere dimensioni e funzioni assai diverse, se consideriamo ad esempio ai vari tipi di intervento dello Stato nei suoi processi. Tanto la tecnica che il mercato hanno un’altra caratteristica comune, che è il vero segno distintivo della nostra epoca: sono funzionali, sono utili, servono a qualcosa. A che cosa? Essenzialmente all’e-

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

A che servono i Greci e i Romani? conomia, cioè allo sviluppo e al benessere, valutati con criteri quantitativi, cioè monetari. Tutto ciò che ha un valore deve avere un prezzo, una rappresentazione materiale, per cui il livello del benessere ancora oggi è valutato essenzialmente in termini di prodotto interno lordo o di reddito pro capite. IL SAGGIO. Nessun settore del-

cantili abbiano preso il sopravvento anche nel mondo della cultura e della scuola. La stessa Università sembra essere diventata un’azienda che opera essenzialmente sul mercato e con criteri di mercato. Non si parla più di insegnamento ma di “offerta formativa” e lo studente completa il suo corso di studi quando rag-

la vita sembra poter evitare la legge della funzionalità e del profitto; persino la cultura, l’arte e la formazione scolastica, sembrano dover sottostare ed adeguarsi a tali principi. In un recente saggio “A che servono i Greci e i Romani? L’Italia e la cultura umanistica”, edito da Einaudi, Maurizio Bettini analizza in modo chiaro ed approfondito come principi e valori funzionalistici e mer-

giunge un certo numero di CFU (Crediti Formativi Universitari), perché ogni insegnamento si rappresenta in CFU e superare un esame significa acquisire un certo numero di tali crediti, che fino a quel momento erano classificati come “debiti formativi”. VALUTAZIONE. Tra i criteri

di valutazione di un’Università, uno dei principali è quello della sua “produttività”, data dal rapporto tra il numero degli iscritti e quello dei diplomati, calcolato su base annua. Tanto più alta è la percentuale di tale rapporto, tanto più un ateneo è considerato produttivo, dimentican-

do però l’importanza del “prodotto” finale, che in questo caso è la cultura e la formazione di una persona, che non a caso viene classificata come “dottore”, cioè edotto, educato in un certo ambito del sapere. Scrive Maurizio Bettini: «Questo manipolo metaforico ha in realtà un nucleo, una nozione–chiave: ossia proprio quella del “servire a”. È l’idea di “servizio” quella che, alla maniera di una bussola, ordina e dirige la rappresentazione di monumenti, biblioteche, libri, ricerche, esperimenti – insomma cultura – in termini di “patrimonio”, “beni”, “giacimenti”, “petrolio”, “valorizzazione”, “valutazione”, “prodotti”, “eccellenze”, “crediti”, “debiti”, “offerta”, “spendibilità”, “corsi erogati”, e chi più ne ha ne metta. Infatti è solo quando ci si chiede

prima di tutto a che cosa, o quanto, “servono” determinate realizzazioni della creatività umana, che si comincia a considerarle rappresentabili alla stregua di “prodotti” o di “beni” da consumare o da cui trarre profitto». PREZZO E VALORE. Il valore

della cultura e quello della formazione, quello dell’arte come quello della musica, non si possono esprimere in termini monetari, così come non è possibile dare un prezzo all’amore e all’amicizia, all’affetto e alla passione. Soprattutto non è possibile né venderli né comprarli: «Tutto ciò che ha un prezzo non ha valore», scrive Friedrich Nietzsche, volendo appunto significare che le cose importanti come l’amore e la cultura, l’amicizia e l’educazione, si devono conquistare

e costruire giorno per giorno, praticare, conservare… Sono il risultato di scelte di vita, di un impegno costante: non si possono comprare l’amicizia o l’amore, si può “vendere” un diploma ma non si può acquisire la competenza che quel diploma dovrebbe attestare; si può vendere un CD ma non si può acquistare con qualche euro il senso dell’armonia musicale. Allo stesso modo se si compra un quadro, con esso non si riceve il gusto estetico o si diventa esperti in storia dell’arte. Da questa prospettiva potremmo dire che la cultura umanistica fatta di storia e di filosofia, di arte, di musica, di poesia, ecc., serve per ottenere una serie di cose come l’educazione, la sensibilità, la conoscenza di sé stessi e degli altri, “cose” che non si trovano al mercato ma che sono fondamentali per vivere meglio, avendo coscienza di sé stessi e della realtà che ci è propria, imparando dalla lezione del passato e avendo la possibilità di capire meglio il proprio presente. Questo patrimonio è la migliore eredità della cultura umanistica, quella che ci è stata insegnata a partire dai Greci e dai Romani. Ne riparleremo.

Prof. Enrico Ferri Università Niccolò Cusano

diritti umani

Formare gli sportivi all’inclusione Lo sport è presente in alcuni documenti internazionali sui diritti umani (articolo 31 della Convenzione sui diritti del fanciullo, gli articoli 10 e 13 della Convenzione sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne o l’articolo 30 della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità). Al punto 1 dell’articolo 1 della Carta internazionale dell’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport, dell’UNESCO, si legge: «Ogni essere umano ha il diritto fondamentale di accedere all’educazione fisica, l’attività fisica e lo sport senza alcuna discriminazione». Nel-

la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite intitolata Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (2015) si dice: «Lo sport è un altro importante facilitatore dello sviluppo sostenibile». LO SPORT PER LA PACE. Ci

rendiamo conto che lo sport contribuisce sempre più a realizzare lo sviluppo e la pace promuovendo la tolleranza e il rispetto e supporta anche l’emancipazione delle donne e dei giovani, di individui e comunità, come pure permette di raggiungere obiettivi in mate-

ria di salute, istruzione e inclusione sociale. E in riferimento agli Obiettivi di sviluppo sostenibile, si è messo in relazione lo sport con gli obiettivi di 3 (garantire uno stile di vita sano e promuovere il benessere di tutti a tutte le età), 4 (garantire un’ educazione inclusiva ed equa di qualità e promuovere opportunità di formazione permanente per tutti), 5 (raggiungere la parità di genere per tutte le donne e le ragazze), 11 (rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, flessibili e sostenibili), 16 (promuovere società giuste, pacifiche e inclusive). Pertan-

to, non è possibile sostenere che lo sport sia qualcosa di estraneo alle questioni sociali. La pratica sportiva è un’attività che si pone in relazione con la salute, con la libertà e con l’inclusione di tutte le persone. E questo richiede che il suo sviluppo e la sua organizzazione si basino sui principi e i valori del contesto dei diritti umani, che devono essere conciliati con quelli che sono propri allo sport. FORMAZIONE. Tutto questo

ha importanti implicazioni sotto vari aspetti. Voglio sottolineare ciò che questo significa per tutti coloro che si

dedicano a preparare e formare atleti, allenatori e preparatori atletici. In particolare, voglio evidenziare un punto che è spesso lasciato da parte: quello della formazione. Non penso che si possa mettere in dubbio l’importanza della formazione nello svolgimento di qualsiasi attività. Ma nello sport, a volte, tale importanza è trascurata (quello che conta è vincere) o è parziale (si concentra esclusivamente su questioni tecniche, tattiche e fisiche). Tuttavia, la formazione di quanti a loro volta formano, cioè istruttori e allenatori, è essen-

ziale. E questa formazione dovrebbe essere integrale, cioè la formazione non solo finalizzata all’ acquisizione di conoscenze e competenze tecniche e tattiche, ma anche la conoscenza di strumenti e procedure che permet-

tano la trasmissione dei valori e contribuiscano allo sviluppo personale di quelli sui quali viene proiettato il loro lavoro. Ma quanto tempo i programmi di formazione per istruttori e allenatori, in qualsiasi campo, dedicano a questioni che hanno a che fare con i diritti umani o l’inclusione?

Prof. Rafael de Asís, Università Carlo III, Madrid Traduzione dal castigliano del prof. Enrico Ferri, Unicusano


cultura

IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

martedì 13 giugno 2017

quando la violenza nasce dalle ferite del passato

Presentata all’Università Niccolo Cusano un’innovativa ricerca sull’eziologia delle relazioni disfunzionali Il dottor Lattanzi: «Il nostro è un approccio “circolare”, che tiene conto dell’esperienza di autori e vittime» All’origine di una relazione violenta ci sono sempre delle ferite, che l’ autore probabilmente non è mai riuscito a sanare. È quello che hanno dimostrato esperti e ricercatori lo scorso 9 giugno, durante il convegno “Verso un’eziologia delle relazioni violente” che si è tenuto all’Università Niccolò Cusano. «Bisogna sempre partire

Il professor Perri, docente dell’Ateneo: «Nel cervello di chi agisce segni biologici di traumi precoci» dalle persone», ha spiegato a Radio Cusano Campus il dottor Massimo Lattanzi, psicologo e psicoterapeuta, dottore in Scienze forensi, presidente dell’Associazione italiana psicologia e criminologia e coordinatore del Centro presunti autori di violenze e stalking. ELABORAZIONE. «La nostra ricerca nasce da un’esperienza di quindici anni sul campo, compresi cinque anni nel carcere di Rebibbia, e da un protocollo di intervento e di prevenzione “circolare” e completo, che tiene conto cioè sia dei presunti autori sia delle pre-

sunte vittime degli episodi di violenza. Secondo la nostra ricerca, basata su un campione significativo, le ferite dolorose non elaborate possono portare a relazioni disfunzionali. Nella maggior parte dei casi la violenza nasce dal profondo. È importante dare sempre voce alle persone: abbiamo persone che hanno subito violenza domestica, fisica, psicologica, sessuale e stalking. Noi cerchiamo di dare strumenti efficaci ed efficienti per prevenire tutte le forme di violenza. Nella maggior parte dei casi l’origine delle diverse forme di violenza sono le ferite dolorose non elaborate». «Non è vero – ha aggiunto il dot-

tor Lattanzi – che la società di oggi è più violenta. Semplicemente, c’è maggiore esposizione mediatica e si sono moltiplicati gli strumenti per portare avanti intenti persecutori e vessatori, che si traducono molto spesso in fenomeni di cyberstalking e cyberbullismo». iL CERVELLO. Il professor Rinaldo Livio Perri, ricercatore e docente di Neuropsicologia alla Cusano, ha presentato invece una proposta eziopatogenica sugli aspetti psicologici e fisiologici della violenza. «Attraverso un elettroencefalogramma su un campione significativo di autori di violenze abbiamo identificato una particola-

re anomalia funzionale nelle cortecce frontali del cervello, vale a dire quelle in cui risiede la nostra regolazione emozionale. Si tratta di un segno biologico che denota un trauma relazione precoce e una conseguente vulnerabilità a quella che chiamiamo patologia di una relazione». Tuttavia, spiega ancora il professor Perri, «sarebbe un errore identificare una sola variabile», perché quando si verifica una violenza entrano in gioco disturbi e fattori di natura biopsico-

sociale. La ricerca dimostra comunque che esperienze precoci di traumi relazionali hanno la capacità di lasciare il segno nella biologia dell’individuo e di aumentare le predisposizione a esperire determinate problematiche tra cui la violenza affettiva». © Copyright Università Niccolò Cusano

Teatro, appuntamento alla Cusano Si terrà domenica 18 giugno alle 18 presso l’Aula Magna dell’Università Niccolò Cusano, in via Don carlo Gnocchi 3 a Roma lo spettacolo teatrale “Er conto da paga’” portato in scena dalla compagnia “I selva… ti… ci”. La commedia, in due atti, è scritta e diretta da Ivan Tonarelli.


CULTURA E UNIVERSITà

martedì 13 giugno 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

il colloquio di lavoro non ha più segreti Anche se la disoccupazione giovanile, secondo i trend di marzo 2017, è ai minimi degli ultimi 5 anni è comunque importante cono-

scere le le best practies per redigere i propri curriculum e lettera di presentazione per prepararsi al colloquio di lavoro e affrontarlo nei

migliore dei modi. Per tali ragioni, l’Università Niccolò Cusano ha realizzato l’infografica “Neolaureato? Tips and Tricks per tro-

vare lavoro” dove in primis mostra in una panoramica generale la percentuale di donne e uomini laureati in Italia, il voto medio

di laurea e le differenze tra nord e sud sulla retribuzione media di un neolaureato. Vengono poi suggeriti una serie di “trucchetti”

per prepararsi ad affrontare al meglio il colloquio di lavoro. Come?! Ad esempio, è importante ascoltare le domande e risponde-

re con il metodo S.T.A.R. e valorizzare le proprie qualità personali facendo diventare le debolezze dei punti di forza.



cultura

martedì 13 giugno 2017

Esiste un momento nell’esistenza dell’essere umano in cui adulti e adolescenti sembrano, e probabilmente lo sono, abitanti di pianeti distanti anni luce, si guardano ma non si riconoscono, si parlano ma non si comprendono e si cercano ma non si trovano. Questo fenomeno è transgenerazionale e si ritrova nella storia dell’umanità costantemente, anche perché, ovviamente, il requisito necessario per essere adulti è quello di essere stati adolescenti. Tutti gli adolescenti sperimentano, in forma e intensità diversa, sentimenti di rabbia e insofferenza, sentono di non es-

Appuntamento con la quinta tematica tratta dal telefilm “13 Reasons Why” sere compresi dagli adulti e di non essere riconosciuti come autonomi e indipendenti. Gli adulti, d’altro canto, li guardano con sospetto e apprensione, osservano i cambiamenti fisici ma anche quelli del comportamento e compiono goffi, e il più delle volte fallimentari, tentativi per stabilire un contatto di qualsiasi sorta. Tutto questo porta alla comparsa di un conflitto, in realtà fisiologico, alla cui base abbiamo la necessità (imprescindibile) per l’a-

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

adolescenti e adulti il pianeta è lo stesso? dolescente di separazione e individuazione. Ovvero di separarsi, di non sentirsi più solo figlio e bambino da accudire ma adulto autonomo nella quotidianità e, cosa più importante, nel pensiero. IL RAPPORTO CON GLI ADULTI. In “13 Reason Why” il

rapporto adolescenti adulti viene analizzato principalmente con lo sguardo degli adolescenti, e questo in fondo perché sono loro i protagonisti della serie, da diversi punti di vista anche se sembra esserci una ricorrenza di alcune tematiche. Gli adulti nella serie si muovono confusi, sia genitori

Si parlano ma non si comprendono, si cercano ma non si trovano mai: un fenomeno transgenerazionale sia insegnanti, non riescono a comprendere perché Hannah Baker si sia tolta la vita ma, soprattutto, si interrogano su quali segnali premonitori non abbiano colto. Prima di tutto ci sono i genitori di Hannah, che vedono e ricercano nella scuola le cause del gesto della figlia nella scuola che non ha compreso e non ha prevenuto eventuali atti di bullismo. Poi ci sono i genitor i degli altri ragazzi. Ci

sono genitori disfunzionali, con problemi di dipendenza e violenza, ci sono genitori assenti, che interagiscono con i figli soprattutto via telefono, ci sono genitori troppo presenti e troppo pressanti, che credono di avere il polso della vita dei figli attraverso un controllo costante e spesso invasivo, ci sono genitori che provano ad avere un contatto con i figli ma appaiono goffi e sembra che stiano applicando tecniche apprese da un libro. GLI ADULTI “ALTRI”. I geni-

tori degli altri ragazzi colpiscono lo spettatore perché sembrano avere un’idea chiara di che persona è il proprio figlio o la propria figlia, e non guardano,

non controllano, se l’immagine mentale corrisponda ancora all’immagine reale. Poi abbiamo gli adulti “altri”, in questa serie rappresentati soprattutto dagli insegnanti e consulenti scolastici, che appaiono anche loro in seria difficoltà. Gli insegnanti sono divisi tra la necessità di fornire regole, insegnare e il tentativo di stabilire un rapporto con gli adolescenti su un piano fintamente paritario. Subito dopo il suicidio di Hannah gli insegnanti si adoperano per affrontare il problema, invitano gli studenti a segnalare compagni in difficoltà e si mostrano disponibili a parlare. IL DISTACCO. Pochi com-

prendono cosa sia effet-

5d

i 13

tivamente necessario per i ragazzi della scuola e, probabilmente spinti dal senso di colpa per non aver compreso quanto stava accadendo alla protagonista, si muovono in modo confuso e poco efficace, oscillando tra il voler essere amici dei figli o degli studenti e l’essere controllanti fornendo regole e limiti. Tutto questo determina un ulteriore distacco poiché gli adolescenti non hanno bisogno di adulti amici né di adulti controllori ma hanno bisogno di poter sentire, e percepire, che si possono rivolgere a loro in caso di necessità senza essere giudicati, ma solo accolti. Sembra, in sintesi, di sentire le parole di una canzone di David Bowie: «È una spiacevole patetica faccenda, per la ragazza dai capelli grigio topo, ma sua madre sta gridando “no”, e suo padre le ha detto di andarsene, ma il suo amico non si vede da nessuna parte…». Prof.ssa Caterina D’Ardia Neuropsichiatra infantile Docente di Psicologia dello Sviluppo Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano Dott.ssa Nicoletta Vegni Psicologa Psicoterapeuta Docente di Psicologia Clinica Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano

DALLA RAI ALLA CUSANO: LA GRADITA SORPRESA DI CARLO CONTI Una (gradita) visita a sorpresa all’Università Niccolò Cusano: Carlo Conti, il volto attualmente più noto della Rai, ha visitato l’Ateneo, incontrato il Magnifico Rettore Fabio Fortuna, e si è concesso agli studenti per una chiacchierata in Aula Magna. «E’ importante parlare con i giovani, mi incuriosiscono molto le domande che mi fanno. Il mio lavoro può rivolgersi al pubblico di ogni livello. Figuriamoci a quello dei giovani, che hanno la responsabilità più grande. Quella del futuro» ha detto il presentatore, che ha potuto conoscere da vicino le strutture della Cusano (l’incontro nell’Aula Magna è stato tramesso in diretta sul profilo Facebook dell’Università). Agli studenti, ha voluto dispensare un consiglio: «Cercate di raggiungere sempre il massimo delle vostre possibilità».


VIII UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria

martedì 13 giugno 2017

la gestione della mente è alla base del successo

Alpha Mind Academy fa parte della rete di aziende Amici Unicusano: «Aiutiamo il cervello ad acquisire informazioni e mantenerle a lungo» Allenare la mente, scoprire le mappe che la organizzano e gestire al meglio la nostra intelligenza. Il tema dell’apprendimento è centrale nelle attività dell’Università Niccolò Cusano e lo è anche per Alpha Mind Academy che – non a caso – fa parte della rete di Amici Unicusano, il network di imprese legato all’Ateneo romano che costruisce sinergie tra aziende in sostegno alla ricerca scientifica. A spiegare i punti di contatto tra le due realtà imprenditoriali è Yelena Yatsiv, cofondatrice e trainer di Alpha Mind Academy. Cosa insegna precisamente Alpha Mind Academy? «Tecniche di apprendimento avanzato: strumenti che permettono di ottimizzare le performance della nostra mente per studiare o per lavorare. Il tutto sempre in maniera innovativa». Lei parla della gestione della nostra intelligenza? «Esatto, e bisogna soprattutto saperla dosare. La m e nt e è l a nostra risorsa primaria per raggiungere e mantenere un livello competitivo in ogni campo. Se fino a ieri sapevamo di avere un cervello (sorride, ndr) oggi è anche possibile imparare a potenziarlo: basta avere gli strumenti per poter acquisire informazioni e produrle in un modo diverso dal metodo tradizionale a cui siamo abituati, soprattutto dalla scuola».

Tutti possono accedere ai vostri corsi? «Ma certo, bisogna avere solo due emisferi… e saperli usare in sinergia. Noi insegniamo proprio questo». Il vostro metodo è accreditato da Tony Buzan: ci parli di lui. «Non è un nome nuovo e non è neanche un giovanotto. Tony Buzan è uno psicologo inglese che attualmente, oltre a portare avanti le sue ricerche da più di 40 anni, è anche consigliere di governi come Messico e Cina. E’ l’inventore delle mappe mentali: le ha elaborate e testate. Sfruttano i neuroni specchio per acquisire informazioni. Dietro queste scoperte ci sono

anni e anni di ricerca psicologica». Qual è il fine? «Aiutare ad acquisire informazioni, portarle a lungo termine, invece di fare l’acquisizione classica che svanisce dopo poco tempo. Con le mappe mentali, dopo una prima lettura e la comprensione del testo, tutto può essere portato a lungo termine. Si risparmia dunque tempo e si padroneggiano più informazioni». Chi si rivolge a voi? «Tutti, dallo studente all’imprenditore che magari deve cambiare settore. Ma anche chi studia una lingua nuo-

va o deve cambiare lavoro e ha bisogno di apprendimento rapido». I punti in comune con Amici Unicusano sono davvero molti. «Infatti non vedevamo motivi per non aderire a questo progetto. Abbracciamo obiettivi e valori comuni: diffondere la conoscenza, anche a chi non ha la possibilità di accedere diversamente come fa l’Università Niccolò Cusano. E restituire tempo e apprendimento per lavorare e realizzare i propri sogni». © Copyright Università Niccolò Cusano

università

martedì 13 giugno 2017

Tagliato il traguardo dei 30 anni, l’Erasmus è come un giovane adulto intraprendente che ha ancora tanta voglia di far parlare di sé. “From Erasmus to Erasmus+” è lo slogan scelto dalla Commissione Europea per celebrare il programma per la mobilità degli studenti europei, ora aperto (con il segno +) al personale docente e amministrativo delle università. Alessio Moriggi, durante la trasmissione Open Day (in onda su Radio Cusano Campus) ne ha parlato con il professor Daniele Paragano, responsabile dell’ufficio Erasmus dell’Università Niccolò Cusano. Professore, come cambiano gli “occhi” degli studenti che partecipano al programma Erasmus? «Prima di partire c’è curiosità, incertezza. Ci si chiede se si sarà in grado di riuscire ad affrontare la sfida. Al rientro, subentra la voglia di ripartire e di riscoprire, tutti concetti legati all’idea stessa di apertura verso nuove realtà. Insieme all’aspetto didattico, nell’Erasmus è altrettanto fondamentale l’aspetto umano. Mettersi in gioco in un altro Paese, lontani dalle proprie abitudini, dalla famiglia, dagli amici e ricostruire la propria rete di conoscenze è anch’esso formativo. Grazie al programma Erasmus milioni di persone si sono conosciute, hanno creato famiglie e hanno cambiato la loro prospettiva sull’Europa, sulle altre popolazioni e forse anche su loro stessi». Quando è consigliabile par-

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

erasmus+ sguardi aperti sul mondo

Il professor Paragano, responsabile del programma per la Cusano: «Occasione di scambio a 360 gradi» tire per uno studente? «Come Università cerchiamo di indirizzarli verso la scelta più logica: sicuramente dopo aver completato il primo anno di studi presso il nostro Ateneo, perché prima di un’esperienza all’estero è necessario conoscere i meccanismi universitari. Tutti gli studenti di secondo e terzo anno, quindi, possono partire. Ma è consigliabile collocare questi mesi appena possibile durante il secondo anno: questo permette sia di non avere fretta di fi-

nire gli esami al proprio ritorno, sia di trovare con più facilità piena aderenza tra gli esami sostenuti all’estero e quelli riconosciuti. Noi lavoriamo per il totale riconoscimento, perché l’esperienza sia valorizzata al massimo dal punto di vista didattico». L’Università che supporto offre? «Noi abbiamo individuato dei coordinatori d’area, delegati dei professori, sempre a disposizione di ciascun ragazzo. Ogni

percorso ha una storia a sé ma aiutiamo gli studenti nell’individuare quando è meglio partecipare, a quali bandi e le materie da scegliere. L’esperienza Erasmus non comincia sull’aereo ma dal momento in cui ci si comincia a pensare: deve essere un percorso autonomo, ma sempre seguito da figure di riferimento». L’Erasmus+ amplia la platea di chi ha possibilità di provare questa avventura. «Premettendo che la mobilità degli studenti resta il focus

dell’Erasmus, a questa si affianca la mobilità di tutti quelli che hanno a che fare con il mondo dell’istruzione. Oggi l’Erasmus si estende agli istituti superiori, a chi ha terminato tirocini all’estero e a tutto il personale delle università. È un’occasione di scambio a 360 gradi. Entrare in contatto con studenti di altri paesi, portare all’estero il proprio bagaglio di conoscenze e modo di insegnare significa mettersi in discussio-

ne di fronte a sguardi diversi. Ed è anche un’occasione per rafforzare le proprie reti internazionali: coinvolgere i colleghi nelle varie parti d’Europa agevola le attività didattiche e di ricerca. E la presenza di insegnanti stranieri rende partecipi di un pezzettino di Erasmus, sia in termini di contenuti sia di prospettiva, gli studenti che magari non hanno la possibilità di partire». PER INFORMAZIONI. www.uni-

cusano.it/servizi/erasmus; erasmus@unicusano.it; placement@unicusano.it

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Open Day è on air dalle 18 alle 20 Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.

La didattica dell’università niccolò cusano

Al Campus crescono i manager del futuro Nell’ottica di offrire percorsi di studio professionalizzanti funzionali allo svolgimento di effettive attività lavorative, l’Università degli Studi Niccolò Cusano ha attivato il Master di II livello in “MBA - Master of Business Administration” afferente alla Facoltà di Economia. DESTINATARI. Il Master si

configura come un percorso accademico finalizzato alla direzione d’impresa, con un percorso formativo orientato allo sviluppo di professionalità altamente specializzate e in grado di operare con versatilità e dinamismo nei

settori dell’economia, finanza e mercati, general management, marketing, diritto aziendale, nuove tecnologie. Destinatari sono General Manager, imprenditori, professionisti, commercialisti e liberi professionisti, dipendenti e consulenti di aziende pubbliche o private, responsabili di settori di contabilità generale e industriale, tributaristi e giuristi d’impresa, revisori contabili, laureati in discipline economico-giuridiche. Al termine del percorso formativo, i corsisti saranno in grado di operare con competenza nei seguenti ruoli professio-

nali: Chief Executive Officer; General Manager; Project Manager; Business Deve-

lopment Manager; Human Resources Manager; Marketing Manager; Strategy Manager; Finance Manager; Ma-

nagement Consultant. Per l’iscrizione al Master è richiesto il possesso di una laurea vecchio ordinamento o di una laurea specialistica o magistrale post-riforma. DIDATTICA. Il Master si svol-

ge in modalità e-learning con piattaforma accessibile 24 h\24h ed è articolato in lezioni video e materiale fad predisposto ed eventuali test di verifica di autoapprendimento. è previsto un esame finale. Il percorso di studi tratterà le seguenti aree tematiche: elementi di matematica generale, statistica, economia politi-

ca, economia aziendale; General Management; economia e finanza; contabilità e finanza; Decision making e metodi di business quantitativo; Marketing Management; Management Strategico; Business Law; gestione delle risorse umane; innovazione e ICT; sostenibilità: economia, ambientale, sociale. INFO. Per maggiori dettagli rispetto al percorso formativo in oggetto, è possibile visitare il sito www.unicusano.it oppure scrivere a infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

cultura, sport e disabilità

martedì 13 giugno 2017

sul palco non esistono barriere Il 20 giugno al Teatro Brancaccio di Roma andrà in scena una versione molto particolare di “Sogno di una notte di mezza estate”.Diretta da Marta Iacopini, sarà interpretata dagli allievi di L’Arte nel Cuore, una vera e propria accademia di spettacolo pensata e progettata per l’insegnamento a persone con e senza disabilità. NOTE DI REGIA. “Sogno di una

notte di mezza estate” è un incontro: il mondo della realtà quotidiana e il mondo dell’immaginazione fantastica si incontrano attraverso il mondo dell’arte. Quale altro testo offre all’Arte nel Cuore un’occasione così brillante per rappresentare la propria mission? La realtà dei nostri ragazzi attraverso l’arte del teatro incontra la fantasia, fonte benefica di ricchezza creativa e gioiosa espressività. Il sogno inoltre per noi è un incontro artistico fra le varie discipline: recitazione, danza, canto e musica che convivono in un ensemble e costruiscono un lavoro corale. Quasi 70 ragazzi esprimono la propria passione per la bellezza della vita, che grazie all’incontro con gli altri si nutre e si infiamma di nuovo vigore. Poco importano le diversità, anzi sono proprio le differenze di ciascuno che, vivendo integrate nel tutto e riconosciute come valore unico e indispensabile, esplodono in un’unica energia. Come direbbe Chiappa: «A recitarla bene questa parte, si verseranno delle lacrime. Se io mi ci metto, il pubbli-

Il 20 giugno al Teatro Brancaccio va in scena “Sogno di una notte di mezza estate” interpretato dall’Accademia de L’arte nel cuore co dovrà badare agli occhi, scatenerò una tempesta». SINOSSI. A corte, fervono

i preparativi per le nozze di Ippolita e Teseo, quando giungono Egeo e Anna. Egeo pretende che la figlia Ermia sposi Demetrio, costringendola a rinunciare al suo amore per Lisandro, anche a costo di far ap-

plicare la legge per la quale le decisioni di un padre per una figlia sono indiscutibili, pena la morte. Ermia e Lisandro decidono quindi di fuggire nel bosco, ma prima confidano il piano all’amica Elena, che, innamorata di Demetrio e non ricambiata, svela il progetto della fuga proprio a Demetrio, il quale decide di

inseguire la sua promessa. Un gruppo di artigiani, zelanti appassionati di teatro, intanto, decide di preparare uno spettacolo per le nozze del Duca e si danno appuntamento nel bosco per fare le prove. Nel bosco, tuttavia, Oberon e Titania, re e regina degli incanti, si litigano il possesso di un giovane paggio. Oberon, in preda alla rabbia, progetta di versare il succo del fio-

I 4 Energy Heroes salutano e ringraziano la Cusano. Ma è solo un arrivederci A nome mio, e di tutta l’associazione L’Arte nel Cuore, rinnovo all’Università Unicusano i miei più sentiti ringraziamenti per il percorso condiviso in questi mesi sul tema della valorizzazione delle diversità e dell’inclusione. In particolare, lo spazio concesso sul periodico Unicusano Focus al progetto dei 4 Energy Heroes ci ha consentito, per la prima volta, di raggiungere un ampio target sdoganando le disabilità attraverso un format giovanile, un’opportunità che per i ragazzi andava assolutamente colta. Adesso, però, è tempo per noi di tornare a dedicarci a nuovi importanti progetti che ci porteranno via sicuramente tutta l’estate, quindi, anche se con grande rammarico, è arrivato il momento di separarci anche se solo momentaneamente. Sono certa che sulla base dell’esperienza passata, potremo tornare a confrontarci su altri grandi progetti e condividere nuove straordinarie avventure. Intanto, vi aspettiamo il 20 giugno al Brancaccio. Con la stima di sempre,

Daniela Alleruzzo

La locandina dello spettacolo al Teatro Brancaccio

re dell’amore sugli occhi di Titania per farla innamorare di qualche essere mostruoso e, non contento, avendo visto Demetrio comportarsi crudelmente con Elena, ordina ai suoi folletti di mettere un po’ di quella pozione anche sulle palpebre del giovane per farlo innamorare della fanciulla che scaccia. Tuttavia

i folletti per errore versano la pozione sugli occhi sbagliati, creando scompiglio fra i quattro innamorati. La trama si complica ancora quando Titania si risveglia e si innamora della prima creatura che vede: si tratta di Chiappa, uno degli artigiani nel bosco per le prove, al quale i folletti, per scherzo, avevano messo

una testa di un asino. Sarà Oberon a liberare Titania e Chiappa dall’incantesimo e a sciogliere l’intreccio fra gli innamorati che finalmente potranno sposarsi. Dopo le nozze. gli artigiani si esibiscono con la commedia in una versione bizzarra della storia di Piramo e Tisbe. © Copyright Università Niccolò Cusano

calcio e solidarietà

Parte il conto alla rovescia dei Mondiali Antirazzisti Tra un mese prenderà il via la XXI edizione dei Mondiali Antirazzisti, manifestazione internazionale di sport e inclusione organizzata dall’Uisp, che si terrà a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, dal 5 al 9 luglio. Si sono già iscritte 110 squadre di calcio provenienti da tutta Europa e dal mondo, con l’obiettivo degli organizzatori di arrivare a duecento. LE SQUADRE. Ci saranno gli United Glasgow, detentori del trofeo, formazione composta da ragazzi e ragazze scozzesi e da migranti. Li vedremo scendere in campo con i Rfc Lyons Ska di Caserta, squadra di richiedenti asilo e volontari che partecipano attivamente al progetto “SportAntenne” contro le discriminazioni, promosso da Uisp ed Unar. Così come la squadra Yepp di Torino, formata da ragazzi e ragazze, che si ritrovano nel quartiere multietnico di Porta Palazzo. Dalla Polonia si sono già iscritte due squadre che hanno fatto della rivendicazione dei diritti Lgbt la loro bandiera: si tratta di Aks Zly e Chrzaszczyki (Coleotteri) entrambe di Varsavia, impegnate contro l’omofobia e le discriminazioni. Sullo stesso fronte di impegno, anche le ragazze serbe FemSlam, per la prima volta ai Mondiali. Ci sono squadre che in nome della solidarietà hanno raccolto tanti professionisti, come gli

Lo United Glasgow, detentore del trofeo

Avvocati di strada di Bologna, e altre impegnate su attività di recupero sociale, con gli operatori della Comunità terapeutica Le Rupe e Villa Angeli di Sasso Marconi. Si sono già iscritti anche i giovani peruviani di Deportivo “U”, che vivono in varie località della Germania e dell’Italia e ogni anno si ritrovano ai Mondiali Antirazzisti. Li unisce il comune tifo per l’universitario, la più blasonata squadra di calcio del Perù, e il comune impegno antifascista: loro accanito tifoso è Adelmo Cervi, uno dei tanti volontari ai Mondiali Antirazzisti. Cervi, 75 anni, è il figlio di Aldo, uno dei sette fratelli Cervi, torturati e poi fucilati dai fascisti il 28 dicembre 1943. NON SOLO CALCIO. La manifestazione si batte contro violenza,

razzismo e sessismo, ci sarà tanto sport, dibattiti e musica. Un festival che al centro avrà partite di calcio no stop, dall’alba al tramonto, tra squadre di sette giocatori ciascuna, autoarbitrate, nei 14 campi tracciati all’interno del parco di Bosco Albergati. Tutte le squadre si raduneranno a Castelfranco Emilia il 5 luglio mentre giovedì 6 luglio alle 15 è fissata la presentazione sui campi di tutte le squadre e alle 16 ci sarà il fischio d’inizio. Le finali (che si disputeranno ai calci di rigore) sono previste sabato 9 luglio alle 20. Non solo calcio: nel programma dei Mondiali Antirazzisti sono compresi anche tornei di pallavolo, che ha già all’attivo 12 squadre iscritte, oltre a partite e dimostrazioni di basket, rugby e tchoukball. © Copyright Università Niccolò Cusano


ricerca

martedì 13 giugno 2017

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

nuovI FARMACI per fermare l’emofilia a Il dottor Luciani: «Hanno la capacità di compensare la proteina mancante evitando i rischi emorragici» Importanti novità per gli emofilici di Roma e delle altre province della Regione Lazio. Infatti, è ora disponibile un nuovo farmaco per il trattamento dell’Emofilia A nei pazienti di tutte le fasce d’età che soffrono di questa rara malattia genetica del sangue. Ne ha parlato il dottor Matteo Luciani, del Dipartimento di Onco-Ematologia Pediatrica e Medicina Trasfusionale IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, intervenuto ai microfoni di Radio

Cusano Campus nel corso del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli. Dottor Luciani, cos’è l’Emofilia A? «È una malattia congenita, più rara rispetto ad altre patologie, molto importante perché crea molti problemi, anche gravi, ai pazienti portatori o malati di questa patologia. È una malattia in cui c’è una carenza, il deficit di una proteina, e i pazienti affetti

hanno un rischio emorragico molto elevato anche per emorragie spontanee. Il bambino quindi, o l’adulto, anche facendo cose nor-

mali come correre o prendere l’autobus può andare incontro a eventi emorragici soprattutto a livello articolare, muscolare o di or-

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

gani interni e questo alla lunga porta anche a gravi invalidità. Fortunatamente ad oggi ci sono delle buone terapie. Voglio ricordare inoltre che l’emofilia colpisce circa 400.000 persone nel mondo e che nel caso dell’emofilia A colpisce 1 persona su 10.000, per un totale di più di 30.000 persone in Europa». Com’è quest’ultimo farmaco ad oggi disponibile anche nel Lazio? «I nuovi farmaci guardano a una maggiore efficacia nel tempo, ma anche di anticorpi monoclonali fino

a giungere alla terapia genica. Concretamente al momento abbiamo un farmaco molto efficace per durata ed efficacia, significa che compensa nel paziente la proteina mancante per più tempo evitando appunto il rischio emorragico. Può in questo modo svolgere le sue attività con maggiore sicurezza. Il farmaco deriva da precedenti percorsi di ricerca ma è appunto più “performante”». I pazienti colpiti devono sottoporsi a trasfusione di sangue? «Trasfusioni assolutamente no, abbiamo questi farmaci sicuri che hanno delle linee di produzione molto sicure ed efficaci anche se purtroppo il paziente deve,

almeno per ora, ancora infonderli per via endovenosa e quindi deve periodicamente sottoporsi a trattamento con una cadenza di due/tre volte alla settimana. Tutto ciò serve per evitare emorragie spontanee. Purtroppo, il farmaco si assume endovena e nel bambino piccolo, dove il tutto è più complicato, c’è bisogno di avere il paziente in ospedale. Nell’adolescente, che deve ancora imparare, succede lo stesso. Nell’adulto abbiamo una situazione di autosufficienza dove si somministrano da soli il farmaco ma comunque per via endovenosa. È giusto però sottolineare come un bambino emofilico in profilassi ben controllato e protetto può vivere il suo essere “bambino” come tutti gli altri». © Copyright Università Niccolò Cusano

oculistica

Accendiamo la luce sui problemi della vista La vista è indispensabile ma purtroppo, troppo spesso, ce ne si rende conto soltanto quando la luce si spegne. Ogni anno, gli oculisti italiani salvano la vista a oltre un milione di persone: nel 2016 557.000 sono stati gli interventi di chirurgia della cataratta, con una percentuale di risultati eccellenti nel 97% degli operati. Quarant’anni fa la percentuale di gravi complicazioni legate a questa chirurgia era dell’80%. A fare da volano di questo progresso esponenziale è stato lo sviluppo tecnologico e farmaceutico che ha trovato un terreno estremamente fertile nel pro-

muovere una vera e propria rivoluzione in campo oftalmologico. Nonostante questi numeri di straordinario impatto, efficacia e sicurezza, che non trovano riscontro in nessuna altra specialità della medicina, l’oculistica assorbe solo l’1 per cento della spesa sanitaria pubblica italiana. E questo si traduce, inevitabilmente, nell’impossibilità di fornire ai cittadini le nuove tecnologie e i farmaci innovativi cosicché gli italiani non dispongono delle migliori cure oculistiche come quelle a disposizione dei cittadini di Francia, Germania, Giappone e Stati Uniti.

PREVENZIONE. La Società

Oftalmologica Italiana (SOI) tramite la Fondazione Insieme per la Vista Onlus ha patrocinato la campagna d’informazione “La vista ti salva la vita” che si propone di sensibilizzare e informare i cittadini italiani sul reale e fondamentale valore del poter veder bene. Per diffondere la cultura della prevenzione, effettuata grazie ai 7.000 medici oculisti italiani, secondo la SOI è necessario risolvere i principali problemi: cancellare i vincoli della burocrazia, introdurre una gestione competente e dedicare maggiori risorse a sostegno dell’o-

culistica. PARADOSSO. Il paziente che si

rivolge a un centro oculistico pubblico che fa parte del Sistema Sanitario Nazionale per un intervento di cataratta riceve oggi cure adeguate rispetto a un modello chirurgico messo a punto alla fine degli anni ’90 del secolo scorso. Per questo motivo il valore economico rimborsato dal SSN alla struttura che eroga l’intervento si è progressivamente ridotto fino all’importo di 735 euro. In questo modo, l’intervento chirurgico maggiormente eseguito sull’uomo viene rimborsato quanto

il costo di un paio di occhiali da sole firmati da una delle Maison che fanno grande la moda italiana nel mondo. In Germania lo stesso intervento con utilizzo di tecnologie avanzate viene valorizzato 3.000 euro. Secondo la Società Oftalmologica Italiana, con l’attuale rimborso di 735 euro non è possibile applicare le nuove tecnologie nell’organizzazione dedicata alla valutazione e studio dei parametri dell’occhio, per individuare la strategia chirurgica migliore che oggi deve essere personalizzata come un abito di sartoria. © Copyright Università Niccolò Cusano



sport e disabilità

martedì 13 giugno 2017

Alla ricerca del linguaggio universale del corpo. Si potrebbe riassumere in questo modo un’interessante iniziativa che, giunta ormai al suo secondo anno, sfrutta lo sport in tutte le sue sfaccettature per favorire l’inclusione. Si chiama “Con il corpo conosco” ed è nato ormai due anni fa dalla collaborazione tra l’associazione sportiva Sportdipiù e l’istituto superiore Oscar Romero di Rivoli. LE DUE REALTÀ. La Sportdipiù è un’associazione sportiva per disabili fondata a Torino nel 2000 su iniziativa di Fabrizio Benintendi. Oggi è una realtà che opera fortemente sul territorio e che si fa notare per l’impegno nell’avviamento allo sport paralimpico. Lo spirito che ne caratterizza le attività è nobile: utilizzare lo sport come strumento di integrazio-

UNICUSANO FOCUS XIII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

scoprire se stessi attraverso lo sport Ecco il progetto “Con il corpo conosco” che coinvolge studenti disabili e non in nome di inclusione e solidarietà L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra la Sportdipiù e l’Istituto Superiore Romero di Rivoli

ne e riabilitazione, fisica e psicologica, incoraggiando a fare nuove esperienze o a riprendere attività che si ritenevano non più praticabili. Le discipline in cui l’associazione è coinvolta sono le più disparate: dal tennis allo snowboard, dallo sci alpino al canottaggio passando per lo sledge hockey. I suoi corsi di avviamento – annuali o stagionali sono tenuti

da istruttori abilitati dalle rispettive federazioni nazionali coadiuvati da assistenti e accompagnatori formati per lo scopo. La sua controparte, l’istituto superiore Romero, già nel 2013 aveva iniziato un percorso di sensibilizzazione sul tema insieme al CIP Piemonte, e che si è concretizzato nel progetto “Con il corpo conosco”.

di sensibilizzare il mondo scolastico sui temi della disabilità e dello sport paralimpico, coinvolgendo appunto gli alunni disabili nelle attività sportive scolastiche ed extrascolastiche secondo le possibilità offerte dal territorio, potenziando così l’offerta formativa rivolta agli alunni stessi ma anche a docenti e famiglie. ULTIMO APPUNTAMENTO. Le

Alcune immagini della seconda edizione del progetto

L’INIZIATIVA. Il pro-

getto ha come destinatari gli studenti disabili e i loro compagni, che diventano insieme protagonisti di un’avventura culturale e sportiva da vivere dentro e fuori dalla scuola, e che li porta tutti a parlare il linguaggio universale del corpo, a esprimere con i loro gesti e i loro movimenti emozioni e sentimenti e soprattutto comportamenti corretti, per dimostrare che amicizia, lealtà, solidarietà, impegno e coraggio sono valori universali, validi per tutti e in ogni tempo. Grazie a queste due edizioni di “Con il corpo conosco” Sportdipiù e il Romero sono riusciti nella difficile operazione

scuole sono ormai chiuse per l’estate e “Con il corpo conosco” ha chiuso i battenti e ha già dato appuntamento al prossimo anno. In ordine di tempo, l’ultima attività proposta dal progetto ha visto protagonista il tennis. Grazie, infatti, al circolo sportivo Tennis Rivoli 2000 – che ha messo a disposizione gratuitamente i propri campi – Pietro Mazzei, istruttore di tennis e impegnato da anni con Sportdipiù, ha guidato i ragazzi del Romero alla scoperta Di uno degli sport più amati al mondo.

L’AUGURIO. L’iniziativa ora

è legata solo al comune della provincia torinese ma l’augurio è che sempre più scuole e più territorialità possano unirsi a questo progetto di inclusione che può far solo bene agli studenti italiani. che siano disabili o no – non ci dovrebbe essere la necessità di rimarcarlo - non fa alcuna differenza. © Copyright Università Niccolò Cusano

dalla russia

Petersburg Cup, quando il calcio annulla le distanze Una festa del calcio per bambini, ragazzi e rispettivi familiari. È la Petersburg Cup che quest’anno giungerà alla quinta edizione nella splendida cornice della Venezia del Baltico, nonché della capitale russa, dove in particolare avrà luogo un maxi-torneo tra numerose squadre di cate-

gna e Turchia. Al momento non è ancora annunciata la partecipazione di realtà italiane, ma la promozione dell’evento nella penisola è appena cominciata, anche grazie al supporto di Visit Russia, la rappresentanza di Rosturism in Italia. COLLABORAZIONE. Patru-

Dal 21 agosto oltre tremila ragazzi provenienti da tutto il mondo in campo nel torneo giovanile goria Junior provenienti sia dalle più diverse città della Federazione che da altri Paesi di Asia e Africa. Più in generale, saranno oltre tremila i giovani calciatori che dal 21 agosto daranno vita a una manifestazione che vuole coniugare alla crescita calcistica anche la possibilità di visitare alcuni

dei luoghi più suggestivi e carichi di storia del pianeta. IL PROGRAMMA. L’evento prevede un fitto programma di stage tecnici, ma-

tch tra le formazioni partecipanti nonché una serie d’incontri con diversi campioni dello sport più amato del mondo. La direttrice dell’evento, Svetla-

na Patrusheva, a capo della “Lega della Scuola” della Federazione Russa, racconta di aver ideato nel 2013 la manifestazione dopo un incontro con i dirigenti del

Benfica, anch’essi impegnati a promuovere i valori di un calcio non solo puntato sull’agonismo esasperato. Fin dalla prima edizione la Petersburg Cup ha quindi

riscosso un clamoroso successo. Quest’anno, in particolare, per quanto riguarda l’Europa si segnalano le presenze massicce di partecipanti provenienti da Spa-

sheva: «Lo scopo del mio viaggio in Italia – spiega – è quello di visitare i campi delle più famose squadre di calcio. La visita delle principali infrastrutture nonché il confronto con il management dei club potrebbero dare impulso a una serie d’iniziative congiunte volte a sviluppare il calcio giovanile. Per le prossime edizioni vorrei invitare i giovani calciatori italiani a prendere parte alla Petersburg Cup. Mi auguro che si avvii al più presto un’attiva collaborazione per il massimo profitto dei giovani calciatori russi e italiani». © Copyright Università Niccolò Cusano


XIV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano e lo sport

LO SPORT NON AMA LE DONNE? Lo sport ‒ sia esso professionistico o dilettantistico ‒ è un fenomeno che coinvolge, per lo meno in tutto il mondo occidentale, uomini e donne. Tuttavia, la storia dello sport è stata a lungo caratterizzata da una netta predominanza maschile e il campo delle attività sportive è, a tutt’oggi, segnato da profonde differenze di genere: gli uomini partecipano più delle donne alla pratica sportiva e, al contempo, gli sport maschili sono più rilevanti sia economicamente sia culturalmente. Le donne vogliono diventare professioniste dello sport ma questo sembra un desiderio lontano dall’essere realizzato. Oggi, infatti, le atlete italiane che fanno dello sport il loro lavoro sono costrette a gareggiare da dilettanti, senza eccezioni, perché nessuna Federazione permette loro di accedere all’attività professionistica. Si tratta di una discriminazione che alla questione economica aggiunge che la maggior parte degli sport femminili, in Italia, hanno meno pubblico e quindi meno mercato di quelli maschili. A questo si deve associare che tutte le sportive in media guadagnano il 30% dei loro equivalenti uomini. RICONOSCIMENTO. Al di là

dell’attrattiva economica dei vari sport, il riconoscimento di professionismo, permetterebbe di ottene-

Tania Cagnotto è stata la prima donna italiana a vincere una medaglia mondiale nei tuffi e l’unica ad aver vinto una medaglia d’oro. Al centro, Flavia Pennetta

Il 16 giugno al Palazzo di Giustizia di Bari si terrà un convegno sul tema del netto predominio delle discipline maschili in campo professionistico

re alcune garanzie previste dagli inquadramenti contrattuali. In Italia, le discipline considerate professionistiche sono sei su sessanta: calcio, golf, pallacanestro, pugilato, motociclismo e ciclismo. Di questi sei sport, però, nessuna Federazione ha chiesto il riconoscimento del professionismo per le donne. Questa mancanza costa caro alle

atlete. Oltre la questione di titoli, che rende ridicolo definire “dilettanti” sportive come Federica Pellegrini, Tania Cagnotto o Francesca Schiavone è doveroso soffermarsi sulle tutele. Essere professioniste permetterebbe di accedere alle garanzie previdenziali, sanitarie, contrattuali previste per i lavoratori del settore. Diversamen-

te da quanto accade ora, le atlete avrebbero diritto al Tfr a fine contratto. Purtroppo, a oggi, per le donne non è così. LE DOMANDE. Distraendo l’attenzione dal panorama atlete e concentrandoci sul mondo della dirigenza, è palese evidenziare che in nessuna delle 45 federazioni del Coni, e neppure all’in-

Tra i relatori c’è l’avvocato Valentina Porzia della Cusano

Introduce e Modera: Avv. Feliciana Bitetto Presidente ADGI Sezione di Bari Saluti: Avv. Antonio Giorgino Commissario Straordinario COA Bari Avv. Livia Veneziano Presidente Nazionale ADGI (che chiuderà poi il convegno)

martedì 13 giugno 2017

Dr.ssa Patrizia Del Giudice Presidente della Commissione Pari Opportunità Regione Puglia Relatori: Avv. Valentina Porzia, Cultore della materia per la cattedra di Diritto sportivo Università di Roma Tre Università Niccolò Cusano

Avv. Paola Fasciano, Avvocato del Foro di Bari specializzata in Diritto d’immagine

Lucia Abruzzese Assistente arbitro in Lega Pro e Assistente arbitro Internazionale

Avv Roberta De Siati Commissione Pari opportunità Regione Puglia

Organizzazione: A.D.G.I. – Associazioni Donne Giuriste Italiane www.adgi.eu

Dott.ssa Giovanna Boda Presidente del Comitato Pari opportunità - CONI

Associazione Genitori in Campo – www. genitoriincampo.com

terno degli enti di promozione sportiva, esiste una donna al comando. Sporadici sono i casi di presenze femminili all’interno delle associazioni. Alla luce delle premesse, le domande sono tante ed eterogenee: come vivono le atlete oggi? Che diritti hanno? Quali sono i loro doveri? Possono vivere di “lavoro sportivo”? L’immagine della donna sportiva vale quanto quella di un uomo sportivo? Ci sono margini di modifica della situazione attuale? Cosa si potrebbe fare per modificare la situazione? Cosa si chiede al Coni? Cosa si chiede alle F.S.N.? Cosa stanno facendo le istituzioni? L’APPUNTAMENTO. Di questi temi si parlerà al convegno “Lo sport non ama le donne”, che si terrà il 16 giugno al Palazzo di Giustizia di Bari, nella Sala del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bari. L’appuntamento si avvarrà dell’esperienza professionale diretta di chi opera in prima persona e da anni all’interno della rete sportiva nazionale, intende confrontare e approfondire l’origine e gli sviluppi normativi e attuativi della collaborazione a rete fra le istituzioni sportive e statali e cercare di valutare le opportunità innovative, verificando le conseguenze che potrebbero si potrebbero produrre sulla concezione che da anni caratterizza l’attività sportiva delle donne. © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 13 giugno 2017

la cusano e il calcio

UNICUSANO FOCUS XV CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

per il vivaio rossoblù il futuro è a buon punto

La Berretti, terza in campionato, si è aggiudicata i Memorial Riccardo Caporuscio e Cesidio Fabrizio Per i Giovanissimi successo nel torneo di Sezze. Così l’UnicusanoFondi alleva i propri talenti in casa Se la stagione ufficiale del settore giovanile dell’UnicusanoFondi ha saputo dare gioie e soddisfazioni, anche e soprattutto pratiche, a tutto l’ambiente, lo stesso può dirsi per la cosiddetta post-season. La Berretti ha portato a casa la vittoria nei due tornei disputati, realizzando una brillante doppietta, e non da meno sono stati i Giovanissimi, che nell’ultimo impegno stagionale hanno saputo vincere il torneo giocato in quel di Sezze. Un tris di affermazioni importanti, che hanno rappresentato il giusto corollario a una stagione che va in archivio con il segno ampiamente positivo. LA BERRETTI. In ordine cro-

nologico, le prime gioie sono arrivate dalla Berretti. Dopo aver concluso la propria annata con il terzo posto in campionato e la disputa del primo turno dei play off, la squadra allenata da Alessandro Parisella ha dapprima centrato il successo nel Memorial Riccardo Caporuscio, giocato a Pontinia, per poi concedere il bis a Priverno, in occasione della competizione intitolata all’ex calciatore Cesidio Fabrizio. Primo posto netto ed evidente quello portato a casa nel corso del primo torneo, iniziato in maniera più che positiva e poi terminato con una finale vinta a spese del S. S. Michele e Donato con baldanza e voglia di far bene. Più sudata l’affermazione arrivata dal torneo giocato in terra lepina, ottenuta nella scorsa settimana. Atto conclusivo giocato contro il Falasche, che si è arreso solamente ai calci di rigore dopo una lunga e intensa battaglia. Alla fine i rossoblù hanno portato a casa il trofeo, chiudendo al primo posto dopo le due finali giocate nelle scorse stagioni ed entrambe perdute. E i premi speciali assegnati a due calciatori fondani (come accaduto anche a Pontinia) sono la conferma indiretta di una superiorità che la squadra rossoblù ha saputo esprimere sotto ogni aspetto. «Importante era giocare e magari vedere all’opera qualche ragazzo di prospettiva - ha affermato mister Parisella a Radio Cusano Campus - Andiamo in vacanza, soddisfatti di quanto fatto».

GIOVANISSIMI 2003. A chiudere in bellezza ci hanno pensato i Giovanissimi 2003: quattro vittorie su altrettante partite disputate in terra lepina, con 23 reti fatte e due sole subite, dimostrando nei numeri

La formazione dei Giovanissimi Regionali dell’UnicusanoFondi

Il corso L’Università Niccolò Cusano lancia il corso di preparazione al concorso per allievi agenti della Polizia di Stato. La didattica include video-lezioni e approfondimenti, nonché la simulazione di prove concorsuali. Per ulteriori informazioni 06.45678363, infomaster@unicusano.it e www.unicusano.it

I Giovanissimi esultano per l’affermazione nel torneo di Sezze

Un’altra immagine dei festeggiamenti dei ragazzi del 2003

di essere stati i migliori. In campionato, nel torneo regionale Fascia B, è arrivato un secondo posto che non è diventato primo per un nonnulla, ma che ha costituito grande motivo di soddisfazione, «anche e soprattutto per come abbiamo saputo giocare, cosa che a questa età viene prima del risultato», ha affermato Piero Parisella, tecnico degli scatenati boys fondani. Forse il modo migliore per crescere.

La Berretti nazionale si è aggiudicata due tornei post-season

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