motosprint#34

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Lettere

di Stefano Saragoni posta@motosprint.it

Era veloce come lui. E anche lui sparì... IL CASO Stoner mi porta indietro nel tempo, e mi riporta alla mente il grande Freddie Spencer, che dopo la fantastica stagione 1985 diede il via a una sequela di misteriosi malanni, misteriosi ritiri e false ripartenze. Così accade per Stoner. Nessuno sa di preciso quale sia il suo malanno, se sia fisico o mentale, e il suo modo di comunicare alla squadra la sua assenza ricorda in pieno il grande campione americano. Per non parlare del suo comportamento nel paddock, sempre schivo e riservato. E anche Spencer, come Stoner, nelle prove era velocissimo sin dai primi giri, poi in gara la sua tattica preferita era la fuga. Eh sì, Casey ricorda proprio “Fast Freddie”. Speriamo che rientri in fretta perché in questa MotoGP così “ricca”, la griglia di partenza è sempre più povera. Alessandro FREDDIE SPENCER CON ANDREA DOVIZIOSO AL GP GIAPPONE A MOTEGI. DAVANTI A LORO LA PRIMA HONDA NSR 500 4 CILINDRI. SPENCER È STATO TRE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO. NEL 1985 VINSE SIA IN 500 CHE IN 250.

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CHE personaggio, quel Freddie Spencer. Enigmatico, indecifrabile, perfino impalpabile. E quante leggende sono nate intorno a lui. Si diceva che vivesse con il fuso orario americano, e che Erv Kanemoto andasse al motor home a svegliarlo quando era ora di scendere in pista. Faceva la spola tra il mondiale e la sua Schreveport, in Louisiana. Volava in prima classe e senza bagaglio. Aveva un talento smisurato. Imparava le piste in un batter d’occhio. Pochi giri ed era già su tempi record. E quando toglieva il casco a fine gara non aveva un capello fuoriposto. Non sudava! Tutto questo fino al 1985, anno dei due titoli in 500 e 250. Unico nella storia a conquistarli insieme. Al primo GP del 1986, dopo avere disertato praticamente in toto i test invernali per le complicazioni di una sinusite (così disse), fece sua la pole e dominò la gara, ma solo per tredici giri.

Dopodiché imbocco a sorpresa la corsia box, sparendo dietro una serranda chiusa in fretta e furia dai tecnici HRC. Si parlò di tendinite al braccio destro (Freddie, abbandonando la moto nella mani dei meccanici non lo toccò nemmeno) e si raccontano ancora oggi strane leggende su quell’episodio mai chiarito. Fatto sta che il vero “Fast” Freddie, quello che aveva fatto ammattire Lucchinelli, messo in ginocchio Kenny Roberts e ridicolizzato Eddie Lawson, scomparve dietro quella serranda chiusa alle sue spalle. Dopo ci fu solo la lunga quanto vana attesa di rivedere lo Spencer che non esisteva più. Non lo recuperò Kanemoto, volle provarci dopo di lui Agostini, invano. E ogni altro tentativo fu un fallimento. Poco tempo fa sono tornato alla carica con uno dei tecnici che è stato al fianco di Spencer quan-

PERCHÉ NON BAYLISS AL POSTO DI STONER? Alla notizia dell’assenza di Stoner dai prossimi GP mi è venuta in mente un’idea suggestiva per la sua sostituzione: perché non far correre Troy Bayliss? Potrebbe essere l’occasione per la famosa sfida con Rossi. Nessuno può dire che il grande Bayliss sia sfavorito a sfidare Rossi con la MotoGP invece che con la SBK, Valencia 2006 insegna. E poi, con tutto il rispetto per Kallio, non penso possa andare più forte di Bayliss. Stefano Riccio

Idea suggestiva, che la Ducati ha accarezzato. Ma Troy ha chiuso troppo bene con i GP nel 2006 per riprovarci...

ASSUMETE ROSSI. E FATEGLI PROVARE LA DESMOSEDICI Perché non assumete Valentino Rossi come tester per un giorno per fargli provare la Desmosedici a fine stagione? Massimo

Perché le Case non fanno più provare le loro MotoGP ai giornalisti. Purtroppo.

IN BREVE

STONER RICORDA MOLTO SPENCER

INEQUIVOCABILMENTE PIÙ FORTE DI ROSSI... Dov’è il lettore che, alla quinta gara, ha detto che Lorenzo era “inequivocabilmente” più forte di Rossi? Claudio Lazzarini

do correva con la Honda. Non mi ha fornito dettagli, su quel GP Spagna del 1986, ma una risposta secca. Che potrei tradurre in “non c’era più con la testa”. Se è questo che è successo a Stoner, se “non c’è più con la testa”, gli auguro di cuore di riuscire là dove Spencer ha fallito. Ovvero tornare a vincere. Dimenticavo: Spencer, che oggi ha 47 anni, sta benone, si è fatto rivedere al Mondiale GP in più di un’occasione e si guarda bene dallo svelarci i segreti che hanno accompagnato la sua parabola discendente. Pazienza. È bello saperlo felice.

IL RICORDO UNA DEDICA PER BEATRICE IL MOTOCLUB Conselice si stringe idealmente attorno alla famiglia Bossini per la tragica morte di Beatrice, avvenuta sul tracciato di Rijeka mercoledì 12 agosto. Beatrice, diciottenne, era tesserata al nostro motoclub da questa stagione ed è forse inutile ripercorrerne la carriera, se non per sottolineare che correre in moto per lei non era un capriccio, ma una vera passione, fondata e radicata. Beatrice sapeva trasmetterla con una determinazione unica. I primi passi nel minicross, poi le minimoto e quindi il salto tra le ruote alte con il trofeo Junior GP; poi Coppa Italia, Mototemporada e Campionato italiano motocicliste, dove quest’anno stava facendo faville. No, le parole non vengono più e sarebbe inutile adesso sciorinare belle frasi. Buon viaggio, Bea, e che quella maledetta curva 4 di Rijeka possa prendere il tuo nome, per ricordare a tutti noi che il tuo sacrificio non deve rimanere vano e soprattutto dimenticato, dopo che le fioche luci della retorica si spegneranno. Motoclub Conselice

LA FRASE ROSSI È IL SOLE.. SE TOCCHI BRUCI TRA le tante frasi celebrative dello straordinario trionfo di Valentino Rossi nel GP Repubblica Ceca, quella di Carlo Pernat, che opera nel Motomondiale da quando esiste la ruota, è essenziale quanto meravigliosamente descrittiva: “Valentino è il sole, e chi cerca di toccarlo si brucia”. Il pensiero di Pernat è un sincero omaggio, una celebrazione di quello che probabilmente considera (come milioni e milioni di appassionati nel mondo) il pilota più grande di tutti i tempi. Poche parole che racchiudono la meravigliosa storia di otto anni di MotoGP. Proprio a Brno sono caduti tutti i più grandi avversari di Rossi, a cominciare da Biaggi (andato a terra e sconfitto nella sua pista preferita al termine di un duello memorabile) fino a Lorenzo, passando per Gibernau e Stoner. Valentino ha di nuovo colpito con l’arma più spietata: la psicologia. Ha capito sin dall’inizio che questo Mondiale sarebbe stato una lunga partita scacchi, densa di tensione: ha capito che una mossa giusta a metà della partita gli avrebbe spianato la strada per la vittoria finale. E la mossa è stata spietata. Il sorpasso all’ultima curva a Barcellona, l’immagine della Yamaha numero 46 che si torceva sfidando le leggi della fisica è entrata nella mente di Lorenzo e non se n’è più andata. Jorge ha accusato il colpo. Ha cercato di dimenticare ma, quella sconfitta ha contribuito non poco a generare i due errori macroscopici che ne sono seguiti. La frenata sulla riga bianca bagnata a Donington, quei freni mollati in curva a Brno, pur essendo lontanissimo dalla traiettoria ideale. Cose che un aspirante campione del mondo non può fare. Paradossalmente la presunzione sta danneggiando Lorenzo,

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QUELLE MANI SPORCHE D’OLIO L’ILLUSTRISSIMO ex sindaco della mia città, Gabriele Albertini, peraltro personaggio divertente, abbastanza fuori dagli schemi ed appassionato di due ruote (che ha sempre utilizzato per muoversi in città) avrebbe bisogno di una bella rinfrescata su come si sono evolute le moto nel corso degli anni. In un’intervista sulle pagine milanesi di Repubblica del 4 agosto elogia lo scooter rispetto alla moto, perché, dice lui, “non ci si sporca con l’olio”… che le moto notoriamente perdono a litri… Che ne dite? Una dispensa del nostro Massimo Clarke potrebbe essergli utile per capire che le moto di oggi sono leggermente diverse da quelle d’epoca? Poi, alla luce di un paio di cadute fatte sull’asfalto insidioso di Milano (rotaie, pavé, strade dissestate, e qui ha perfettamente ragione) dice che si comprerà il tre ruote Piaggio MP3 al posto della sua fedele Vespa. E se di ruote ne aggiungesse una quarta, con un volante al posto del manubrio, quattro porte ed un tetto, eviterebbe, con un veicolo che si chiama automobile, gli spruzzi di olio da parte delle altre moto… Roberto - Milano

LO SCOOTER è da tempo strumento ideale per muoversi nelle grandi città, e il concetto di “tre ruote” sviluppato dalla Piaggio ha contribuito a dare sicurezza a quanti soffrono le molteplici insidie del fondo stradale dei centri urbani. Quindi niente da dire, sulla scelta dell’ex sindaco Albertini. Tantopiù se la sua Vespa risale ai tempi in cui lo scooter era “pulito” e le moto perdevano olio...


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