Unicusano Focus 29 agosto

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

Emigrazione Studio e sport Origini, cause e soluzioni Corpo allenato facciamo chiarezza e mente super > A PAGINA IV

claudia andreatti

> A PAGINA II

martedì 29 agosto 2017 www.corrieredellosport.it

Special Olympics Eleonora, la ginnastica e la serenità ritrovata > A pagina IX

> A PAGINA VII

L’inviata di Mezzogiorno in Famiglia si racconta: «Sono una persona molto esigente. E mi piace viaggiare»

il lavoro è movimento unicusano ternana

Il segreto tecnico? è l’unità del gruppo > A PAGINA X-XI

il punto

I

Yellen, Draghi e l’economia globale

l 24 e 25 agosto, come ormai avviene dal 1978, a Jackson Hole si è svolta la riunione annuale dei banchieri centrali; si tratta di un evento che, col trascorrere degli anni, ha assunto un’importanza sempre maggiore, costituendo momento di confronto tra coloro che hanno il timone di istituzioni che hanno pienamente dimostrato la rilevanza delle loro funzioni, garantendo la possibilità di far fronte alla profonda crisi degli ultimi dieci anni. Spesso dalle relazioni interpersonali e dagli interventi ufficiali non traspaiono vere e proprie decisioni ma emergono gli orientamenti che poi le determinano successivamente; così è andata anche la scorsa settimana. I momenti più significativi si sono vissuti nella giornata di venerdì alle 16 e alle 21 quando hanno parlato Janet Yellen e Mario Draghi, presidenti della FED e della BCE. Queste banche centrali per noi rappresentano, per motivi di differente natura, le istituzioni di maggior peso nel contesto internazionale. La prima decide le manovre di politica monetaria degli Stati Uniti che, nonostante l’incalzante pressione cinese degli ultimi decenni, continuano ad essere la potenza economico-finanziaria per eccellenza nel contesto mondiale, in grado di condizionare notevolmente l’evoluzione dell’economia globale. La BCE non ha forza equivalente ma è stata ed è determinante per delineare le scelte di politica monetaria che hanno consentito di fronteggiare la crisi e consentono di garantire crescita e stabilità dei prezzi nel contesto europeo. Prof. Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università Niccolò Cusano SEGUE A PAGINA III


cultura

II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

su rai due

LA CARRIERA

Una squadra molto affiatata

Quella vittoria con i capelli corti

Nella stagione televisiva 2016-2017 Claudia è stata inviata della trasmissione Mezzogiorno in famiglia, in onda ogni sabato e domenica mattina su Rai 2. Tornerà nelle stesse vesti il prossimo 23 settembre.

Claudia è stata Miss Italia nel 2006. La sua vittoria ha colpito parecchi poiché è stata la prima degli ultimi anni a conquistare il titolo portando i capelli molto corti. In seguito, Alice Sabatini ha vinto nel 2015, con un taglio simile.

martedì 29 agosto 2017

CLAUDIA ANDREATTI «viaggio e lavoro le mie scelte» Inviata di Mezzogiorno in Famiglia, è pronta a ripartire per una nuova stagione dal 23/09

Trent’anni, originaria di Pergine Valsugana in Trentino, Claudia Andreatti è una ragazza che ha conosciuto presto il successo: ha conquistato l’ambita fascia di Miss Italia nel 2006, entrando nella storia per essere stata una delle rarissime vincitrici del noto concorso di bellezza ad avere i capelli corti. Un anno dopo questo fantastico trampolino di lancio, Claudia è diventata annunciatrice Rai, portando avanti anche il ruolo di conduttrice e inviata tv. Nel suo curriculum sono comprese anche le partecipazioni a diversi programmi televisivi, come Aspettando Miss Italia, X Factor, Sette Note e Unomattina. La Andreatti è stata anche “signorina buonasera” di Rai 1 dal 2007 al 2016 (è stata lei l’ultima annunciatrice della storia della Rai). Ma i successi professionali della bella Claudia non finiscono qui: lo scorso anno ha rappresentato l’Italia all’Eurovision Song Contest, dove ha annunciato i voti assegnati dalla giuria italiana in occasione della finale della manifestazione e, in precedenza nel 2012, è stata anche una delle concorrenti di Ballando con le Stelle, il popolare programma di Rai 1 condotto da Milly Carlucci. Nell’ultima stagione televisiva, infine, Claudia è stata una delle inviate nel programma Mezzogiorno in Famiglia, sulla Rai. Claudia, sei un po’ la ragazza dei record: una del-

le pochissime ad aver vinto il titolo di Miss Italia portando i capelli corti e l’ultima “signorina buonasera” della Rai: insomma, due bei primati… «Ma no, niente ragazza dei record. Diciamo che essere stata l’ultima annunciatrice Rai è una pura casualità. Per quanto riguarda il successo a Miss Italia con i capelli corti, sono stata semplicemente me stessa. Quello era il mio look nella vita di tutti i giorni e così mi sono proposta. Insomma, massima naturalezza e trasparenza». Non possiamo non iniziare proprio dal successo a Miss Italia nel 2006: te lo aspettavi? Ha cambiato la tua vita? «Non posso certo dire che me lo aspettassi, anche se essere una ragazza semplice, spontanea e con una immagine gradevole, mi ha aiutato molto. Sono alta 1,80 e non passo di certo inosservata. Devo molto a Miss Italia, perché mi ha aperto ad esperienze professionali davvero gratificanti». Poi sei diventata annunciatrice Rai. Un ruolo dove occorrono anche doti di grande attenzione, misura e professionalità «Un ruolo che ho trovato molto impegnativo, anche perché ricoperto in passato da grandi professioniste. Un ruolo istituzionale che sentivo un po’ stretto, perché solo in parte consentiva alla mia personalità di emergere. Ma è una cosa che ho fatto con piacere, perché mi ha anche aiutata ad avere quel senso della misura in più che mi è utile nella conduzione o quando faccio l’inviata». Hai anche condotto numerose trasmissioni che avevano come sfondo lo sport (Sport Up) e la musica. Quali sono le tue passioni?

«Lo sport mi piace praticarlo, anche se non sono una fanatica della palestra o del fitness, come le mie amiche! Lo vivo come hobby: corsa, nuoto, bici. Ma la verità sapete qual è?». Dicci pure, siamo curiosi. «Che non sono molto costante nelle cose che faccio. Ho sempre bisogno di provare nuove esperienze, soprattutto quando vedo che le pile si stanno scaricando! La musica invece è bellissima e rappresenta senza dubbio la colonna sonora della mia vita: amo spaziare dalla classica al rock, adoro tutti i generi». Qual è il tuo approccio al lavoro? Sei una persona professionale, scrupolosa, severa con te stessa? Oppure pensi che per affrontare questo lavoro ci voglia anche un po’ di leggerezza? «Sono tanto impulsiva nella vita privata quanto esageratamente professionale sul lavoro. A volte sono troppo severa con me stessa. Ma il contatto con la gente, men-

tre lavoro, mi aiuta molto a sentirmi meno esigente». Hai anche partecipato come inviata a Telethon, la kermesse benefica trasmessa sulla Rai che mira alla raccolta di donazioni. In Italia c’è l’Università Niccolò Cusano, che da sempre si occupa di ricerca scientifica. Due realtà lodevoli. Cosa ne pensi? «Tutto il bene possibile. È da quando ho 18 anni che faccio beneficenza. Ma la beneficenza si fa e poi si tace. Questo è il modo migliore per farla». Claudia, i tuoi fan sono in fibrillazione: ti rivedremo presto in tv? «Certo. Proseguirò il mio lavoro a Mezzogiorno in Famiglia su Rai 2. Non vedo l’ora di ricominciare. Torneremo il 23 settembre e le vacanze già mi pesano: voglio tornare a viaggiare come inviata per questo bellissimo programma che mi è entrato nel cuore. Insomma, la ragazza con la valigia è pronta a ripartire!». © Copyright Università Niccolò Cusano

Claudia Andreatti, volto di Mezzogiorno in Famiglia su Rai Due

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it


economia

martedì 29 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

da jackson hole risposte per l’economia mondiale Il rettore Fabio Fortuna analizza le tematiche dell’annuale riunione dei banchieri centrali SEGUE DA PAGINA I

La Yellen ha posto l’accento sulla fondamentale importanza delle riforme di Wall Street - realizzate con una serie di provvedimenti culminati nella legge Dodd-Frank - di cui la FED è stata promotrice e attraverso le quali, in un periodo di crisi così profonda, è riuscita a garantire stabilità al sistema finanziario e a determinare condizioni favorevoli alla crescita dell’economia. In sostanza, ha voluto sottolineare l’esigenza di non orientarsi verso una deregolamentazione finanziaria - peraltro gradita da Wall Street - che, invece, Trump vorrebbe portare avanti ad ampio spettro a livello sia interno che internazionale; così facendo si è implicitamente contrapposta alle idee del Presidente, in vista della scadenza del suo mandato (febbraio 2018) e delle scarse possibilità di rinnovo dell’incarico. Certamente l’eventuale sostituzione della Yellen al vertice della FED non è semplice in virtù del buon lavoro da lei svolto negli ultimi anni e dei risultati ottenuti; Trump potrebbe a sorpresa confermarla per evitare pericolosi avvicendamenti dovuti anche alla difficoltà d’individuazione dell’eventuale successore. La Yellen, dal canto suo, con grande determinazione ha evidenziato i meriti della FED da lei guidata e i fatti le danno ragione, vista la positività di molti dati macroeconomici - crescita soddisfacente con una previ-

Il presidente della Fed Janet Yellen. A destra, Mario Draghi, presidente della Bce

sione del +2,3% prevista nel 2017, inflazione risalita dallo 0,1% del 2015 al 2,6% atteso per il 2017, tasso di disoccupazione stimato al 4,7% - e l’andamento di Wall Street che continua a veleggiare sui massimi storici. Credo proprio che

Unità di vedute tra Draghi (Bce) e la Yellen (Fed) su atteggiamenti non protezionistici se maturassero le condizioni per la sua conferma non si tirerebbe indietro, visto l’attaccamento all’istituzione che prevarrebbe sulle perplessità originate da una certa lontananza dalle idee di Trump; a sua volta, quest’ultimo, dovrebbe sacrificare alcuni

punti del suo programma elettorale che, comunque, è già oggetto di continua rivisitazione. LE IDEE DI DRAGHI E BCE. Mario Draghi ha affermato con grande vigore che «la crescita globale ha bisogno di economie aperte», di mercati efficienti governati dal multilateralismo, di atteggiamenti non protezionistici, di regolamentazione che assicuri stabilità ai sistemi finanziari. Nel suo intervento, in piena armonia con idee e temi sviluppati dalla Yellen - soprattutto in merito alla preoccupazione per un’eventuale deregolamentazione finanziaria - ha posto l’accento sul fatto che la ripresa si sta rafforzando grazie al miglioramento del contesto macroeconomico e all’operato delle banche centrali. Analoga-

mente alla Yellen che non ha espresso valutazioni sulle prossime mosse in tema di rialzo dei tassi - non è entrato specificamente su tematiche di politica monetaria, con il preciso intento di evitare che dalle sue parole si potessero generare interpretazioni sulle prossime decisioni della BCE sulla conclusione del Quantitative Easing che, ad oggi, dovrebbe terminare il 31 dicembre 2017. INFLAZIONE ED EURO. La ral-

lentata crescita dell’inflazione unita al rafforzamento dell’euro che, dopo le parole di Draghi, ha superato quota 1,19 contro dollaro - cosa che non succedeva dal 2015 - rendono ancora difficile la scelta che ormai sembrava scontata per le pressioni tedesche, an-

che alla luce del rinnovato invito di We i d m a n , Presidente della Bundesbank, di non prolungare ulteriormente il QE. Preoccupa da qualche mese la lenta risalita dell’inflazione che all’inizio dell’anno sembrava potesse raggiungere in pochi

mesi il limite ritenuto adeguato del 2%. Poi l’euro così forte spinge a tenere alto il livello di guardia; la valuta beneficia dall’inizio del 2017 della crescita europea superiore alle aspettative e rappresenta un elemento di imprevedibile complicazione per l’adozione del Tapering, cioè dell’uscita dal Quantitative Easing o di un suo graduale ridimensionamento. La legittima domanda è del tipo: come va giudicato in termini di ricadute sull’economia europea il notevole rafforzamento dell’euro quantificabile nel 2017 in una media del 5% (13,5% nei confronti del dollaro)? Da una parte il rafforzamento della valuta deriva dall’andamento del sistema economico di riferimento e ne testimonia lo stato di salute evidentemente positivo, dall’altra, se eccessivo, può apportare pregiudizi sul fronte delle esportazioni; è necessario contemperare questi due aspetti attraverso scelte adeguate di politica economica e monetaria. E’ evidente poi che esistono elementi naturali di riequilibrio, sinteticamente individuabili nella ripresa economica e nell’incremento della domanda interna.

LA SITUAZIONE ITALIANA. E il nostro bel Paese? L’estate ci ha portato qualche elemento di ottimismo basato su dati significativamente positivi, visti il +5,3% della produzione industriale, il +1,5% del PIL del 2° trimestre superiore a tutte le aspettative di fonte nazionale e internazionale (+1,3% del FMI, +1,4% della Banca D’Italia, +1,2% dell’Istat e di Standard & Poor, +1,1% del Governo) e il boom del turismo che ci fa pensare cose buone per il 3° trimestre. Certamente rimangono in piedi i problemi dell’occupazione con il tasso di disoccupazione all’11,1% contro la media europea del 9,1%, la piaga della disoccupazione giovanile pari al 35,4% contro una media europea intorno al 18,7%, l’elevatezza del debito pubblico al massimo storico di circa 2291 miliardi di euro, la lenta crescita dell’inflazione pari all’1,2%, la lotta alla povertà, la necessità di velocizzazione dell’attuazione dei processi riformatori già varati e di porne in essere altri ancora necessari. Ci avviciniamo a settembre con la speranza che i miglioramenti di quest’ultimo periodo possano incrementarsi ed essere di notevole ausilio per l’attenuazione delle problematiche sinteticamente richiamate, per la predisposizione della Nota di Aggiornamento del DEF e, soprattutto, per l’elaborazione della legge di bilancio per il 2018.

Fabio Fortuna Magnifico Rettore Università degli Studi Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

CULTURA E UNIVERSITà

martedì 29 agosto 2017

emigrazione cause e rimedi L’analisi del professor Ferri della Cusano: «L’Africa non si aiuta con parole e proclami» Sull’attuale situazione dei flussi migratori, sulle cause e le possibili politiche per contenere e governare il fenomeno abbiamo rivolto una serie di domande al professor Enrico Ferri, che insegna Filosofia del diritto e Storia dei Paesi Islamici all’Unicusano. Cosa si intende con la formula “migranti politici”? Quando nasce l’emigrazione politica? «Gli emigrati politici sono in genere persone che abbandonano la propria comunità di origine in seguito ad eventi (o a mancati eventi) politici contrari alle loro aspettative, per sfuggire a persecuzioni o perché si sono create condizioni politiche e sociali che renderebbero problematica la loro vita. In Italia, ad esempio, l’emigrazione all’inizio del Novecento fu determinata non solo dalla miseria, ma pure dalla delusione per la mancata riforma agraria».

dizioni economiche. Per determinare una scelta così drastica e sconvolgente, cioè abbandonare la propria terra e i legami culturali, familiari e sociali, ci sono spesso motivi diversi e convergenti, di natura sociale, economica, politica, religiosa. Questo appare evidente se si considera che una parte considerevole dei migranti da contesti come il Medio-Oriente, l’Africa sub-sahariana e alcuni Paesi latini, proviene da zone dove sono in corso guerre civili e situazioni di estrema precarietà economica e politica. Ci sono altri due fattori essenziali e di segno diverso perché si avvii un processo migratorio: quando non si intravede nessuna possibilità di migliorare nel breve e medio periodo la situazione socio-economica in cui si vive. Una seconda condizione necessaria è confidare che in altri contesti geopolitici sarà possibile trovare accoglienza e lavoro».

Quali sono le principali differenze tra migrante economico e politico? «È una questione di motivazioni. Con “migrante economico” si intende chi è spinto a lasciare il proprio Paese soprattutto per sfuggire a precarie o difficili con-

Il fenomeno dell’emigrazione, soprattutto quella proveniente dall’Africa sub-sahariana, è almeno parzialmente fuori controllo: gran parte dell’opinione pubblica la pensa così. Per un altro verso, a livello nazionale ed europeo non sono state

promosse politiche capaci di controllare, se non governare il fenomeno. L’attuale dibattito sull’emigrazione sembra rispecchiare questa confusione e mancanza di prospettive. «Sembrerebbe quasi che il fenomeno di centinaia di migliaia di persone che provengono dall’Africa sub-sahariana e che cercano in Europa nuove chance di vita sia determinato da qualche centinaio di scafisti, confondendo effetti e cause del fenomeno. Senza considerare il contenzioso politico e verbale tra Europa e Italia e di quest’ultima con la Libia. Gran parte dell’Europa considera l’emigrazione dall’Africa verso l’Europa come una questione di esclusiva pertinenza dell’Italia, che dovrebbe accogliere o comunque gestire questo flusso. Nel nostro Paese non sono pochi quelli che vorrebbero che fosse la Libia, una terra povera e divisa, a gestire il fenomeno, impedendo alle migliaia di migranti che ogni giorno arrivano nel suo territorio, varcando 4000 km di frontiere, di lasciare la Libia attraverso il Mediterraneo e verso l’Italia. È comprensibile che i libici, che riescono con difficoltà e con esiti incerti a controllare i loro confini, per un verso cerchi-

no aiuti consistenti per gestire le presenze di migranti in transito e per un altro di favorire, seppure da dietro le quinte, i flussi verso l’Europa per alleggerire la pressione dei migranti sul loro Paese. Le varie milizie che controllano il territorio, inoltre, cercano anche di guadagnare una percentuale sul traffico di questi sventurati».

po avvertita dalla popolazione come una migliore possibilità di vita potrà ridimensionare l’esigenza di fuga, come è sempre avvenuto nel corso della storia, a partire dall’emigrazione italiana. Una forma di controllo e di ge-

Dalla sua analisi emerge una situazione quasi senza sbocco. Hanno ragione quelli che vorrebbero innalzare muri a difesa dei nostri confini? «Il deserto libico è un muro assai difficile da superare, che fa ogni mese decine se non centinaia di vittime; non pochi di quanti arrivano finiscono, a volte per anni, dietro le mura di campi di detenzione, cioè in carceri dove avviene di tutto. Il Mediterraneo, a sua volta, è un muro d’acqua che ha sul suo fondo una città di morti, un cimitero di diverse decine di migliaia di persone: 25, 30, 35 mila? Per chi è disperato, perdere la vita non è un impedimento ma fa parte dei rischi da correre per guadagnare un futuro diverso per sé e i propri figli».

stione del fenomeno migratorio, per altri versi, deve avvenire sul posto (ad esempio attraverso un programma di informazione) e non può iniziare al largo dell’isola di Lampedusa». Perché finora è stato fatto poco o nulla in tal senso? «Perché un continente come l’Africa non si aiuta con le chiacchere, i proclami e le dichiarazioni. Servono investimenti considerevoli in termini di energie, di intelligenze, di risorse e parecchie centinaia di miliardi, per iniziare. Non per sei mesi o un anno, ma per tempi medio- lunghi. Tutto questo è necessario per favorire uno sviluppo economico, ma insieme culturale e sociale, che migliori la vita delle persone e le motivi a cercare risposte non attraverso l’esodo ma con il lavoro sulla propria terra. Di un programma di questo tipo, però, sinora non si è vista neanche l’ombra». © Copyright Università Niccolò Cusano

Pensa che ci siano politiche praticabili in tema di immigrazione, in particolare di quella che proviene dall’Africa? «Bisogna operare in direzioni diverse ma collegate. È necessaria una presenza reale dell’Europa e dei paesi ricchi del pianeta in Africa, per promuovere e gestire politiche di sviluppo a partire dalle infrastrutture, spesso carenti se non assenti. Solo una crescita dello svilup-

la didattica della cusano

Impariamo a insegnare la geografia: il master L’Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma attiva per l’Anno Accademico 2017/2018, il Master in I livello in “Strumenti didattici per l’insegnamento della geografia” afferente alla Facoltà di Scienze Politiche, di durata pari a 1500 h di impegno complessivo. Agli iscritti che avranno superato la prova finale verrà rilasciato l’attestato del Master in I livello in “Strumenti didattici per l’insegnamento della geografia”. Il Master ha la finalità di trasmettere, in particolare agli insegnanti di materie geografiche, le capacità necessarie per una didattica attenta alle problematiche dei nostri tempi e supportata da strumenti e metodi adeguati e innovativi. I CORSI. Nello specifico, il Master

intende fornire gli strumenti teorici e le conoscenze pratiche necessarie per agevolare l’insegnante nella predisposizione dei corsi fornendo le basi metodologiche e conoscitive di una vasta gamma di argomenti che vanno dalla cartografia, alla geografia economica, alla geografia del turismo, alla geografia urbana, alla

geografia culturale, alla geopolitica senza trascurare la cartografia, i rapporti tra uomo e ambiente e l’analisi della popolazione con particolare riguardo ai flussi migratori. Particolare cura è dedicata a materie di carattere pedagogico che incrementano le capacità di interazione specifiche degli insegnanti. Pertanto, il Master mira ad affinare la professionalità dei docenti di materie geografiche dotandoli di metodi e strumenti spendibili nell’ambito specifico dell’insegnamento scolastico. ISCRIZIONE. L’iscrizione al Master è incompatibile con altre iscrizio-

ni a Corsi di laurea, master, Scuole di specializzazione e Dottorati. Il Master ha durata annuale pari a 1500 ore di impegno complessivo per il corsista, corrispondenti a 60 CFU; si svolgerà in modalità e-learning con piattaforma accessibile 24 h/24 ed è articolato in: lezioni video e materiali per la formazione a distanza (FAD) appositamente predisposto; eventuali test di verifica di autoapprendimento. Tutti coloro che risulteranno regolarmente iscritti al Master dovranno presentare una tesina finale che accerti il conseguimento degli obiettivi proposti presso la sede della Cusano. © Copyright Università Niccolò Cusano


cultura e ricerca

martedì 29 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

scopriamo posada tra cultura e natura Sulla costa orientale della Sardegna l’incantevole borgo si distingue per il mare cristallino, la sabbia bianca e l’accoglienza riservata ai turisti che arrivano da ogni parte del mondo Pasada. Così è scritto sul cartello stradale che puoi incontrare dopo una lunga strada dritta e stretta che dall’autostrada ti porta in questo piccolo gioiello della Sardegna. Un paese che si affaccia sul mare più bello d’Italia. Posada come lo chiamano quelli del “continente”, una parola usata nella lingua spagnola per indicare una locanda. Accogliente lo è sicuramente questo centro composto da circa 3 mila anime gentili e orgogliose della loro terra. Un’accoglienza che riesce a “sopportare”, con serenità e senza stravolgere le proprie abitudini, la presenza turistica, quella che sceglie Posada per la tranquillità e che durante il giorno si trasforma in una gioiosa festa di mare cristallino e natura. Il mare della Sardegna non devo presentarlo io, ma ogni volta è una commovente sorpresa composta di colori e sfumature su una tavolozza di sabbia bianca. La spiaggia di Posada merita una menzione a parte, perché non è un corpo balneare distaccato ma si armonizza in senso paesaggistico e antropologico al paese stesso; nel senso, ovvero, che è un luogo di ritrovo degli stessi abitanti. Il chiosco alla fine della pedana che ti porta nel mare, ti accompagna con semplicità e musica durante la vacan-

Mare, cultura e turismo: alcune immagini dello splendido borgo di Posada

za. Il paese vecchio è come una nonna che si affaccia dalla finestra per controllare i nipotini, quelli che abitano con lei e quelli che arrivano da ogni parte del mondo. Si trova arroccato su una piccola altura e potrebbe ri-

cordare un borgo della Toscana. Al tramonto i colori delle case fissano una fotografia che non ha bisogno di ritocchi. In basso il paese “nuovo”,un divertente agglomerato di case date in affitto e negozi: qui puoi trova-

re un tabaccaio senza insegna, ristoranti, mini market e ben sette bar nel raggio di 500 metri. Vi posso assicurare che sono ognuno diverso dall’altro. Quello istituzionale del paese, quello moderno, quello specializzato

nella pasticceria, quello che fa la musica dal vivo, quello dove puoi guardare la partita di campionato. In fondo non sono tanti perché ognuno assolve a una funzione, a una porzione di socialità. Come quella silenziosa

che arriva dalle case al piano terra dove trovi tante persone anziane - la Sardegna è la terra della longevità - che sedute sulle loro poltrone o con la sedia davanti alla porta di casa osservano il tempo che passa e ti regalano un saluto anche se non ti conoscono. Poi c’è la via di carta… non in senso poetico, ma nel senso che quasi tutti i negozi di quella strada nell’insegna presentano questo cognome. Il panificio, la ferramenta e il bar. Tutti di Car-

ta. Quando si lascia Posada, prima di immettersi in autostrada per raggiungere i malinconici e costosi traghetti, trovi due indicazioni per Olbia: la prima ti dice che dovrai percorre 42 chilometri, dopo un centinaio di metri ne trovi un’altra che ti indica Olbia a 38 chilometri di distanza. L’ennesima magia di Posada. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus

la parola all’esperto

Dalla scelta dell’olio alla temperatura tutti i segreti per una frittura sana Scegliere le corrette materie prime è solo il primo passo per salvaguardare la nostra salute. È infatti attraverso la cottura dei cibi che è possibile trasformare un alimento salutare in un potenziale cancerogeno. Ne ha parlato la dott.ssa Elga Baviera, biologa esperta in igiene e sicurezza degli alimenti, intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso della diretta del programma Genetica Oggi condotto da Andrea Lupoli. In particolare la dottoressa ha raccontato i segreti di una frittura senza rischi. Friggere è meno banale di ciò che può sembrare. Quali accorgimenti vanno seguiti? «Tutti a casa friggiamo ma

la cosa importante, oltre la scelta dell’olio, è verificare se si sviluppa fumo dalla padella o sostanze scure o schiume. Sono tutte spie di un processo di degradazione dell’olio. L’olio si deteriora producendo sostanza potenzialmente tossiche. A volte la frittura domestica è legata proprio a sbagliate abitudini. Nella frittura industriale ci sono invece parametri che vengono seguiti con più attenzione come la temperatura dell’olio che viene rispettata grazie a friggitrici che hanno un termostato che viene impostato e mantiene stabile la temperatura. La temperatura dell’olio ideale è intorno ai 180 C° per una frittura sana». Cosa accade agli alimen-

ti durante una frittura a temperature troppo alte? «Uno dei problemi principali è legato alla formazione di acrilammide, ossia quella molecola che normalmente si forma a seguito di processi di riscaldamento ad alte temperature. È una sostanza che nella sua forma polimerica viene impiegata però per vari utilizzi. Si pensi che fu scoperto negli anni ’90 e già allora se ne capì la sua potenziale cancerogenicità. Tra i principali prodotti alimentari coinvolti nel rischio di formazione di acrilamide troviamo: le patate fritte a bastoncino pronte al consumo; le patatine fritte chips a base di patate; il caffè; I biscotti e pasticcini; il pane bianco, panini e crostini e alcuni altri

alimenti vari. Per le patatine fritte il discorso è proprio la cottura e le temperature elevate che sviluppano acrilammide. Le abbiamo scelte poi perché è un alimento molto trasversale che abbraccia una larga fetta di popolazione». Ogni quanto invece va cambiato l’olio di frittura nelle friggitrici? «Se non indicato sulla macchina, l’olio va cambiato indicativamente dopo un paio di cicli di frittura. Dipende però da diversi fattori come il tipo di cibo fritto oppure se l’olio, osservandolo, presenta alterazione di colore, un vero e proprio imbrunimento. In linea molto generale possiamo dire di cambiarlo il più spesso possibile per pro-

teggere la salute da rischi». Per ciò che riguarda invece la scelta dell’olio? «Leggere sempre l’etichetta e verificare che sia “per fritture” con relativa temperatura (il punto di fumo). L’olio di girasole per esempio si degrada velocemente e non è così tanto consigliato o comunque ha una resa minore. La scelta dovrebbe orientarsi verso l’olio di oliva perché ricco di antiossidanti che conferiscono stabilità allo stesso. Fra gli oli di semi invece l’olio di semi di arachide è il più stabile con punto di fumo intorno ai 200 gradi ed è ideale per friggere». © Copyright Università Niccolò Cusano

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria

martedì 29 agosto 2017

università

martedì 29 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e studio? si può fare, eccome

I nostri partner:

Quale attività scegliere, quanto tempo dedicare e quale alimentazione seguire: i benefici del movimento si fanno sentire anche in campo universitario

RAMBAUDI & BENVENUTO SNC

L’Angolo dei Fiori di Sardone Paola

Per informazioni contattare: fundraising@unicusano.it

Grandi opere, appartamenti di lusso, campus universitari: tutto nelle mani sapienti della squadra di Mirko Calvaresi, che porta avanti con competenza e impegno l’attività avviata dal padre Gianbattista 40 anni fa. Calvaresi Impianti Elettrici è entrata a far parte della grande rete Amici Unicusano, il network di imprese che, attraverso la sinergia con l’Ateneo romano, si pone l’obiettivo di favorire gli scambi fra il mondo della formazione e della ricerca e quello delle imprese e dell’economia. Le aziende che decidono di far parte di questo progetto investono nella ricerca. E l’Ateneo dà la possibilità ai suoi “amici” di entrare in contatto con gli stu-

amici unicusano una “casa” sicura

Calvaresi Impianti Elettrici fa parte della rete di imprese legate all’Ateneo: «Avviate interessanti prospettive di collaborazione»

Mirko Calvaresi porta avanti con la sua squadra l’azienda fondata dal padre 40 anni fa

lo internazionale, già parte integrante dell’attività dell’Ateneo. Amici Unicusano è anche una rete di scambio: le imprese che ne fanno parte sono al centro di un grande scambio di idee, per lo sviluppo sinergico di scelte commerciali tra realtà imprenditoriali diverse.

denti con stage pre e post laurea, perché l’elemento primario per la crescita di un’impresa è proprio il capitale umano. A tutti gli amici dell’Unicusano vengono inoltre proposte diverse iniziative per entrare in contatto con molteplici settori economici a livel-

Signor Calvaresi, di cosa si occupa la sua società? «Facciamo impianti elettrici e speciali per grandi opere. In questo periodo, per esempio, siamo al lavoro nell’edificio che ospiterà la nuova sede dell’Atac all’Eur: un palazzo-

ne di dodici piani lunghi 150 metri. Ci occupiamo di tutto: impianti elettrici, antincendio, evacuazione, cablaggio dati, telefonia, impianti fotovoltaici e cabine di media. Lavoriamo anche fuori Roma: stiamo c o mp l e t a n do degli appartamenti di lusso in Corso Como e via Gian Battista Vico a Milano, tutti dotati dei più moderni sistemi di domotica, così come

una clinica di Genova. Qual è stata l’evoluzione dell’ azienda? «Oggi siamo circa 60 persone, ma tutto è nato da mio padre che la fondò 40 anni fa. Da circa 18 sono io a mandarla avanti». Come ha conosciuto la realtà dell’Università Niccolò Cusano? «Il contatto è stato diretto. Stiamo lavorando nel cantiere della nuova ala del campus. L’Università Niccolò Cusano una bella realtà e credo che questa sinergia apra buone prospettive su entrambi i fronti». © Copyright Università Niccolò Cusano

Conciliare sport e studio universitario è più importante di quanto a volte si possa pensare. Attività fisica e sistema nervoso, infatti, possono camminare di pari passo. Ecco perché saper gestire il tempo da dedicare allo studio è fondamentale, ma farlo prendendosi cura del proprio corpo è ancora meglio per resistere allo stress e a far rilassare la tua mente. Inoltre, presentarsi in forma ad un esame può aiutare a ricordare meglio quanto studiato e a trasmettere fiducia in chi ti ascolta. Insomma, lo sport in generale non fa mai male: alcune discipline però aiutano più di altre lo sviluppo cognitivo.

IL TEMPO. Oltre a decidere quali sport fare quando si studia, è necessario capire quanto tempo dedicare all’attività motoria. Una ricerca dell’Università di Montreal dimostra che il 48% dei giovani che svolgono attività fisica studiano tre ore in più alla settimana rispetto alla media degli altri studenti. Secondo questo studio, già con cinque minuti al giorno di allenamento si ottengono risultati migliori. Tuttavia, possiamo affermare che l’ideale è impegnarsi ad affrontare tre sedute a settimana della durata di circa un’ora. Una dieta sana e bilanciata consente di affronta-

LA SCELTA. Se si è impegna-

ti nello studio, meglio prediligere attività non troppo faticose, che possano comunque stimolare tutto il corpo in maniera non ripetitiva. Gli sport di squadra sono una soluzione ideale, anche perché richiedono una continua interazione con gli altri (compagni di squadra, avversari). Ancora meglio se prevedono l’utilizzo della palla. Pollice alzato, dunque, per basket, calcio, pallavolo, pallamano e rugby. Non vanno dimenticate aerobica e stretching, attività che se svolte bene aiutano a sciogliere e rilassare i muscoli. Questo aumenta la concentrazione e, di conseguenza, aiuta ad elevare il rendimento nello studio. In alternativa, bene anche gli sport che prevedono una competizione a due, come karate, judo e scherma. Sport individuali come corsa e nuoto sono invece molto utili per migliorare la concentrazione e staccare la spina, ma poco funzionali per allenare la parte cognitiva del cervello.

re al meglio l’attività fisica e di mantenere il più a lungo possibile in funzione il cervello. Le sostanze nutritive più importanti in quest’ottica sono certamente i minerali, poiché influiscono positivamente sulle funzioni celebrali. Ferro, calcio, magnesio, vitamine antiossidanti (o anti invecchiamento), non possono mai mancare in una dieta equilibrata per chi deve affrontare sport e studio. Il ferro fornisce ossigeno ai tessuti, il calcio e il magnesio aiutano i meccanismi psicomotori, mentre le vitamine anti ossidanti proteggono le nostre cellule neurali. © Copyright Università Niccolò Cusano

il progetto FILIPPIDE diventa internazionale Il prossimo 9 settembre, alla Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, si potrà conoscere meglio il Progetto Filippide, laboratorio di ricerca e sviluppo di modalità innovative rivolte al trattamento della sindrome autistica e centro sportivo d’eccellenza per le disabilità intellettive e relazionali. Quest’anno l’evento supera infatti i confini

nazionali. Il progetto Filippide ha partecipato al Bando Erasmus Plus per i Not-for profit sport event e ha vinto con il progetto European Competition for Autistic People - ECAP. Alla cerimonia protocollare di apertura all’Auditorium, saranno presenti, oltre alle Associazioni Filippide Italiane, le delegazioni provenienti da 12 paesi europei che hanno aderito al progetto

ECAP, atleti e accompagnatori che, per la prima volta, si ritroveranno tutti insieme. Attraverso la musica, la danza, i colori e i suoni dello spettacolo originale, realizzato dal Molinari Art Center, con la partecipazione delle atlete del Nuoto Sincronizzato del Progetto Filippide, si potranno superare le barriere linguistiche vivendo e condividendo emozioni speciali.


Senza Ricerca

non esistono

cure

Nel campo medico-scientifico, la Fondazione Università Niccolò Cusano per la Ricerca medico-scientifica si dedica alla Ricerca biomedica e diagnostica per la cura delle malattie rare. Nella foto:

i ricercatori dell’Università Niccolò Cusano nei laboratori dell’Ateneo INFO@FONDAZIONENICCOLOCUSANO.IT

WWW.FONDAZIONENICCOLOCUSANO.IT


sport e disabilità

martedì 29 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

Eleonora, una nuova prospettiva di vittoria

Attraverso lo sport ha trovato il coraggio di affrontare le sue difficoltà ritrovando serenità e fiducia: un’altra storia di umanità e inclusione di uno degli Atleti di Special Olympics

Da una parte le difficoltà a comunicare, dall’altra la volontà di provarci, di riuscire a farlo. Parlava poco e male, ma Eleonora Traverso, classe 1986, non ha mai mollato. In più, avendo sempre avuto un fisico importante - 75 kg per 1,80 m - il suo avvicinarsi, al coetaneo o al bambino più piccolo, e quindi più vicino alle sue capacità intellettive, era vissuto dai genitori come pericolo. Pur avendo iniziato prestissimo nuoto nei corsi con persone senza disabilità intellettiva, nelle gare finali, anche se molto applaudita, era sempre l’ultima. Questo non le andava bene, le sue reazioni potevano risultare problematiche.

Eleonora Traverso, Atleta Special Olympice

te da quando Eleonora ha conosciuto Special Olympics, entrando a far parte del gruppo sportivo “Special Team Genova”. L’ambiente è risultato immediatamente coinvolgente ed accogliente, Eleonora si è sentita accettata, capita. I suoi com-

portamenti aggressivi si sono progressivamente attenuati e rapidamente dissolti. La sua voglia di partecipare alle trasferte l’ha spinta ad imparare autonomie che in famiglia, pur stimolata, non riusciva a raggiungere. Si è sentita parte di un gruppo.

OLTRE LA VITTORIA. Ha vissuto anche l’esperienza dei Giochi Nazionali di ginnastica a Roma, nel 2006. L’emozione è stata immensa, l’aver partecipato alle gare ed essere salita sul podio ha dato ad Eleonora la certezza che anche lei ha un posto nel mondo, sportivo e non solo. E questo non perché avesse vinto la medaglia, ma perché aveva finalmente trovato una sua dimensione. La sua unicità confluisce insieme ad altre unicità che si capiscono, si riconoscono, si stringono la mano, si abbracciano e gioiscono insieme. Ai Giochi Nazionali Estivi si sono alternati quelli invernali in un crescendo di emozioni, di entusiasmo, di aspettative; intanto Eleonora è cresciuta, ha imparato a gestire le sue emozioni a non farsi travolgere da loro. L’ansia sta perdendo progressivamente la valenza di disagio per trasformarsi sempre più in gioia pura, gioia di esserci e di condividere, gioia di comunicare, sia anche solo con gli occhi, le braccia alzate sul podio, il suo bel sorriso. © Copyright Università Niccolò Cusano

inclusione

Equal Game, la Uefa annulla le distanze Messi: «Il calcio può cambiare il mondo»

LA SVOLTA. Senso di frustrazione ed inadeguatezza che si sono profondamente attenua-

La Uefa ha lanciato a Montecarlo #EqualGame, una nuova campagna di Uefa Respect sulla responsabilità sociale che promuoverà in maniera positiva valori come inclusione, diversità e accessibilità nel calcio in tutta Europa. Stelle del calcio come Ada Hegerberg, Cristiano Ronaldo, Lionel Messi e Paul Pogba sono i volti della campagna #EqualGame, che è in linea con la visione del presidente Uefa, Aleksander Ceferin, per un calcio sempre più inclusivo e accessibile in tutta Europa. Come una campagna digitale e social che coinvolge le stelle mondiali del calcio, i giocatori di calcio di base e i tifosi, #EqualGame genererà una consapevolezza positiva condivisa su tutti i diversi modi nei quali le persone possono giocare e divertirsi col calcio come ad esempio il calcio camminato per i giocatori più anziani, il calcio di base femminile e il calcio per persone con disabili-

tà fisiche. La campagna può essere consultata online su www. equalgame.com. INIZIATIVE. Uno spot televisivo verrà trasmesso in TV durante le partite di Champions e Europa League - cominciando già dalla prima partita della fase a gironi di Champions del 12 settembre. La trasmissione sarà inoltre supportata da un programma completo di sensibilizzazione a livello europeo su più canali di comunicazione. #EqualGame è inoltre supportato dalla rete Football Against Racism in Europe (FARE), un’organizzazione che ha come scopo la lotta alla disuguaglianza e che usa lo sport come mezzo per il cambiamento sociale. Piara Powar, direttore esecutivo rete FARE, ha detto: «Promuovendo l’inclusione e aumentando la consapevolezza di tutti i tipi di calcio esistenti, la Uefa sta diffondendo un messaggio positivo che il cal-

cio è per tutti indipendentemente da genere, razza o religione». «Nel corso della mia carriera – è stato il commento del fuoriclasse del Barcellona, Leo Messi - il nostro amato sport mi ha insegnato molte cose. Il fatto che il calcio agisca nella nostra società come qualcosa che appiana le diversità è una fonte di grande orgoglio per tutti noi coinvolti nel gioco. Ciascuno è diverso - aggiunge la stella argentina - ma siamo tutti uniti da una passione comune per uno sport che appartiene davvero ad ognuno di noi. Sostengo completamente la campagna Uefa #EqualGame perché credo nell’immenso potere dello sport e nella sua capacità di cambiare la nostra prospettiva sul mondo». Il principio centrale di #EqualGame è espresso dalla frase “Tutti hanno il diritto di giocare a calcio, indipendentemente da chi sei, da dove ti trovi e da come giochi”. © Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano e il calcio

martedì 29 agosto 2017

Terni e ast, una storia lunga oltre un secolo

La Acciai Speciali Terni, nata nel 1884, rappresenta un punto di riferimento per l’economia e lo sviluppo della Città. Ecco le tappe principali del gruppo tra i leader mondiali del settore Allo Stadio Libero Liberati nasce la Tribuna AST. Per la stagione 2017-18 Acciai Speciali Terni e Ternana Unicusano hanno infatti avviato una partnership per offrire a tutti i dipendenti particolari condizioni di abbonamento. L’azienda da sempre rappresenta un importante volano per l’economia del territorio ternano. Dal 1884 al 2017: 133 anni di storia per

l’AST, un importante traguardo raggiunto che riviviamo attraverso le tappe più significative (come si legge sul sito internet istituzionale acciaiterni.it). la storia. L’impresa siderurgi-

ca viene fondata nel 1884 con il nome di Società degli Alti Forni, Fonderie ed Acciaierie di Terni e nel tempo ha visto più volte mutare la propria denomi-

nazione sociale, fino all’attuale Acciai Speciali Terni. è il 10 marzo 1884 quando l’imprenditore veneto Vincenzo Stefano Breda fonda la società SAFFAT, la prima grande industria siderurgica del nostro paese che, fin dai primi anni, si avvale di tecnologie molto avanzate per la produzione di acciaio, destinato prevalentemente al mercato bellico. Tra le macchine più

sofisticate, ecco entrare in funzione quindi il Grande Maglio, una struttura da 108 tonnellate (la più grande del mondo) per la forgiatura. Arrivano ben presto i primi riconoscimenti per l’acciaieria, come la partecipazione, nel 1900, all’Esposizione Universale di Parigi, manifestazione nella quale la SAFFAT si aggiudica anche importanti premi. Dopo la scomparsa del fondatore Breda, l’azienda diventa proprietà dei costruttori navali Attilio Odero e Giuseppe Orlando. Un periodo, questo, contraddistinto da significativi ammodernamenti ed ampliamenti degli impianti. Nel 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale e l’Azienda vede triplicare la propria produzione. Nel 1922 avviene il cambio di denominazione in Terni Società per l’Industria e l’Elettricità e l’anno dopo il Re Vittorio Emanuele III visita lo stabilimento. Nel 1927 poi, la società istituisce il dopolavoro aziendale. Nel 1933 l’Istituto di Ricostru-

zione Industriale (Iri), assume il controllo finanziario della società. Sono questi anni di ulteriori migliorie tecnologiche, con l’installazione di una nuova pressa da 12mila tonnellate, la

più grande dell’epoca. Nel 1940 l’Italia entra di nuovo in guerra e per l’acciaieria sono questi anni molto intensi a livello di produzione. Ma si vivono anche momenti drammatici, come il bombardamento che l’11 agosto del 1944 causa ingenti danni agli stabilimenti. Negli anni successivi si verifica una poderosa rinascita, grazie all’opera encomiabile delle maestranze che riparano gli impianti. Nel 1948, la svolta: l’acciaieria abbandona la produzione di tipo militare e si dedica agli acciai per usi civili. Dopo la costituzione di varie diverse società, che occupa lo spazio di quasi 50 anni, ecco che l’azienda viene definitivamente privatizzata nel 1994: Krupp, Falck, Agarini e Riva ne detengono la proprietà fino al 2001, quando la Thyssenkrupp assume il controllo dell’intero pacchetto azionario. Il resto è storia recente: nel 2012 l’Azienda muta la sua ragione sociale nell’attuale Acciai Speciali Terni. Oggi l’AST, dopo otto anni di bilanci negativi, chiude l’esercizio con 3,3 milioni di euro di attivo. © Copyright Università Niccolò Cusano


la cusano e il calcio

martedì 29 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

unicusano ternana l’unione fa la forza

L’esperto Stefano Furlan è tra i collaboratori tecnici di Sandro Pochesci per la stagione: «Sono qui per sviluppare le idee dell’allenatore. Il nostro staff? Affiatato e di prim’ordine» Tra i collaboratori tecnici di mister Sandro Pochesci alla Ternana Unicusano c’è Stefano Furlan, 51 anni, padovano di Monselice, autentica garanzia di esperienza e affidabilità. E con alle spalle un buon passato di calciatore con le maglie di Modena (Serie B), Pistoiese, Fano, Carrarese, Castelfranco, Teramo e Maceratese, solo per citarne alcune. Ma non è tutto: prima di accettare il ruolo di collaboratore tecnico delle Fere, Furlan è stato anche apprezzato allenatore di Cagliese, Monselice, Castel di Lama e in seconda di Teramo, Fermana, Perugia, Taranto, Sambenedettese, Salernitana, Barletta, Torres, Rimini e Martinafranca. Una figura prestigiosa per la Ternana Unicusano, un professionista che ha subito stabilito un rapporto ottimo con tutto l’ambiente rossoverde. Mister Furlan, per lei tanti anni di esperienza come allenatore in tutte le categorie: cosa pensa di poter dare alla Ternana Unicusano? «Semplice: penso di poter dare quello che mister Pochesci vuole. Mi spiego meglio. Il mio principale compito è quello di sviluppare le idee e il credo del nostro allenatore e di supportarlo in molte situazioni».

stefano principi

In alto, lo staff tecnico della Unicusano Ternana al lavoro sul campo. Sotto, Stefano Furlan, 51 anni stefano principi

lità. È una persona molto preparata. E poi lo apprezzo anche per un’altra cosa». Cosa? «Ama il bel gioco e dispone le sue squadre sempre in modo da sviluppare un calcio di tipo propositivo. Penso che miglior allenatore la Ternana non avrebbe potuto proprio averlo».

Ci sono altri aspetti che lei cura in modo particolare? «Certamente. Con l’allenatore in seconda Emilio Coraggio offriamo il nostro supporto al mister nella definizione della fase difensiva, cercando di stare attenti ai minimi particolari. Ma, d’altronde, la Ternana Unicusano dispone di uno staff tecnico di prim’ordine, con il quale lavoriamo in sinergia e con ottimi risultati».

Quali sono, durante la settimana, i compiti di un collaboratore tecnico come lei? «Confrontarmi

Ce ne parli, di questo staff. «Siamo molto affiatati. Di Emilio Coraggio ho già parlato. Lui è un grande professionista. Poi c’è Fabrizio Durante, collaboratore tecnico tra i migliori in circolazione. Daniele Persico è il nostro match analyst, uno che “vede” le partite come pochi». E veniamo al vostro allenatore. Che rapporto ha con Sandro Pochesci? «Il mister l’ho conosciuto quest’anno, anche se ne avevo spesso sentito parlare. Con lui ho subito stabilito una certa sintonia. Mi piace molto la sua meticolosità nel lavoro, la menta-

stefano principi

con la sfera tecnica e proporre varie esercitazioni di tipo tattico, sempre seguendo le indicazioni di Pochesci. E poi è anche molto importante lavorare in sinergia con lo staff dei preparatori atletici. In questo, collaboro fattivamente con il nostro preparatore Matteo Basile e con il responsabile per il recupero infortunati Francesco Guicciardini. Per noi una figura importante è anche quella di Paolo Gobattoni, il preparatore dei nostri portieri». Qual è il motto al quale si rifà il vostro staff tecnico? «Io spesso amo dire che alla Ternana ci sono tante teste, di cui quella più grande è rappresentata dalle idee di mister Pochesci, al quale tutti noi ci rapportiamo. Quindi il motto potrebbe essere: tante teste, una sola testa. O, se preferite, tutti per uno e uno per tutti». Furlan, dopo un mese abbondante di lavoro, che sensazioni ha? Dove può arrivare, secondo lei, la Ternana Unicusano? «Secondo me possiamo essere la mina vagante del campionato, la sorpresa che pochi si aspettano. Sto notando in questi giorni un’ottima crescita di tutti i ragazzi sul piano fisico e tattico. Ho delle buone sensazioni». © Copyright Università Niccolò Cusano



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