Focus 24 ottobre

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

martedì 24 ottobre 2017 www.corrieredellosport.it

Serie B Special Olympics Infortuni La piattaforma digitale Chirurgia non invasiva Change the game vittoria per tutti che fa sognare i tifosi per le lussazioni La PSICOLOGIA dello SPORT ha assunto un ruolo fondamentale nella gestione degli atleti Ecco perché è importante capire cosa pensano i campioni

mente dello sportivo nella

solidarietà

Per la Ternana Marathon Club il traguardo è l’inclusione PROGETTO DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO PER LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA. DISEGNI E TESTI DI TONINO RISULEO.

Senza Ricerca non esistono cure fondazioneniccolocusano.it

Ricercatore dell’Università Niccolò Cusano nel laboratorio dell’Ateneo.


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport academy

martedì 24 ottobre 2017

Il professor Grauso spiega gli obiettivi del master della Cusano partendo dall’esperienza con le Nazionali di calcio giovanili: «Il nostro compito è salvaguardare il benessere dei ragazzi dalle pressioni»

sport academy on air ogni giorno alle 19 Sport Academy, lo sport come non lo avete mai sentito. Dal lunedì al venerdì, dalle 19 alle 20 su Radio Cusano Campus (89.100 in Fm a Roma e nel Lazio e in streaming su radiocusanocampus. it), Daniel Moretti e il direttore di Radio Cusano Campus Gianluca Fabi vi raccontano i retroscena politici, economici, sociali dello sport fuori dalla cronaca agonistica.

la psicologia dello sport mette la palla al centro I risultati sportivi nascono dall’allenamento, ma anche dalla testa. Ed è per questo che lo sport non può prescindere dalla psicologia. Lo psicologo dello sport è una figura chiave a tutti i livelli: dai primi passi, quando bisogna “tenere a bada” genitori esigenti ed evitare che atleti in tenera età subiscano pressioni immotivate, fino ai

«Ai genitori diciamo sempre: quando assistete alle partite dei vostri figli dovete rimanere ai margini» vertici dello sport mondiale, quando la pressione di sponsor e tifosi è tanta e anche gli atleti più esperti possono risentirne. Per parlarne il professor Aldo Grauso, psicologo delle nazionali giovanili di calcio della Figc e della Lega nazionale dilettanti, nonché coordinatore del master di I livello in Psicologia dello sport dell’Università Niccolò Cusano, è intervenuto a Radio Cusano Campus durante la trasmissione Sport Academy. Professore, chi è lo psicologo dello sport? «È un laureato in psicolo-

gia, iscritto all’albo e con un master in Psicologia dello sport: è una figura professionale riconosciuta e certificata dall’ordine e dalle istituzioni sportive. Il Coni, da diversi anni, in quasi tutte le discipline olimpiche, ha previsto all’interno dello staff sanitario la figura dello psicologo dello sport. Il calcio è leggermente in ritardo, ma ora sta comprendendo l’importanza dello psicologo nello spogliatoio». Che tipo di consulenza svolge? «Quando si parla degli atleti più giovani, lo psicologo lavora anche sugli istruttori e sul rapporto tra genitori e ragazzi in un’ottica di relazione e comunicazione. Il suo focus riguarda il miglioramento dello stato di salute psicofisico dei ragazzi. Spesso è necessaria anche una sorta di terapia familiare: dietro a un atleta c’è un sistema altamente patologico che è quello dei genitori; spesso, infatti, proiettano nel ragazzo i fallimenti che loro hanno avuto in età antecedente. Quando incontriamo le famiglie cerchiamo di far capire che lo sport è

le per la pressione che i genitori trasmettevano». Che cosa si può fare per gestire le situazioni più complesse? «La Figc ha intrapreso un progetto con le scuole calcio garantendo la presenza di figure professionali: le società che hanno nel proprio organigramma uno psicologo dello sport godono del riconoscimento di scuole calcio d’élite, una certificazione di alto livello».

un momento in cui i genitori devono restare metaforicamente fuori dal cancello. Mi è capitato di avere

ragazzi con abilità sportive rilevanti che erano soggetti a vomito o avevano sintomi a livello gastrointestina-

Lei lavora con le nazionali giovanili: con atleti già affermati o in via di affermazione. È un passaggio molto delicato. «Competizioni come il Torneo di Viar e g g i o, p e r esempio, rappresentano il massimo della vetrina che un ragazzo di 18-19 anni può raggiungere per mettersi in mostra. A volte le speranze che ogni ragazzo ripone nella manifestazione creano eccessi di ansia e di stress che non permettono di esprimere le proprie potenzialità. È come se i ragazzi fossero su un ascensore pronto a raggiungere

i piani più alti: noi psicologi lavoriamo alla manutenzione di questo ascensore». Quali opportunità professionali e quali strumenti si propone di dare il master della Cusano? «È importante far capire che non esiste solo la clinica, non esiste solo il lavoro con i pazienti psichiatrici. Lo psicologo dello sport lavora con basi umanistiche, di impostazione sistemica e infantile, per andare a prendersi una fetta di mercato che è ancora vergine. Ci sono realtà che non sanno dove andare a trovare questa figura, che ne sentono la necessità. La domanda è in crescita». Sta diventando una professione interessante anche nelle scuole calcio. «È sempre importante partire dai bambini di 5-6 anni per insegnare che il calcio è soprattutto un’attività ludica. Ma anche ad alti livelli la psicologia è un fattore molto importante: basti pensare che per ottenere il patentino Uefa gli allenatori devono affrontare molte ore di psicologia. Una delle prime cose che vengono dette a un aspirante allenatore è di intraprendere questa car-

la disciplina

gli albori

Il primo riconoscimento fu di De Coubertin

Nel 1965 a Roma il congresso mondiale

Già nel 1913 Pierre De Coubertin, inventore delle moderne Olimpiadi, organizzò a Losanna un convegno internazionale dedicato agli aspetti psicologici e psicofisiologici della pratica sportiva. Nonostante queste radici lontane, la psicologia dello sport ha faticato non poco per trovare un riconoscimento da parte delle istituzioni sportive.

Nel 1965 a Roma Ferruccio Antonelli, il francese Michel Bouet e gli spagnoli José-Maria Cagigal e José Ferrer-Hombravella, durante un congresso di medicina della sport, decisero di organizzare il primo congresso mondiale di psicologia dello sport. Quasi 500 psicologi portarono oltre 200 lavori.

riera soltanto quando la testa ha deciso di essere davvero allenatore: se ci si sente ancora un po’ calciatori o non si ha ancora chiaro il proprio futuro è meglio aspettare». Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

sport academy

martedì 24 ottobre 2017

campioni E biografie rivelatorie Da Agassi a Tyson passando per Maradona e Ibra ecco cosa c’è nella mente dei fuoriclasse dello sport «Prima che Andre nascesse, progettai un attrezzo speciale per la sua culla: una palla da tennis appesa a una racchetta di legno. Ogni volta che qualcuno passava vicino alla culla, toccava la racchetta. E ogni volta gli occhi di Andre seguivano la palla. La mia teoria era che per lui sarebbe divenuto naturale, crescendo, vedere una palla da tennis che gli veniva incontro». Questo racconta Mike Agassi, che a nome di tutti i padri-padroni del mondo ha messo nero su bianco in un’autobiografia titolata “Indoor” (Piemme) antefatti e fatti di un processo educativo il cui unico obiettivo era trasformare il pargolo in una macchina da soldi. Impresa riuscita, essendo stato Agassi junior il primo e unico tennista ad aver vinto i quattro tornei dello Slam, la medaglia d’oro del singolare olimpico, il torneo ATP World Championship e la Coppa Davis. La versione di Andre – affidata anch’essa a un libro di memorie, intitolato “Open” (Einudi) – ha un sapore leggermente diverso perché è una vera e propria invettiva contro il mondo dello sport scritta da un campione che – scopriamo ora – odiava il tennis, perché costretto ad allenamenti massacranti dal padre e segregato nel collegio diretto con pugno di ferro da un allevatore di talenti. Le memorie di Agassi padre e figlio sono tra gli esempi di maggior successo in un genere letterario – le autobiografie – che sta facendo le fortune dell’editoria sportiva, cresciuta negli ultimi dieci anni in Italia del 107% . CALCIATORI. Lo sport, come nella letteratura anglosassone o latino-americana, ha iniziato a guadagnare anche da noi dignità di materia narra-

morie di un giocatore tra i più pagati della storia del football. Zlatan Ibrahimovic le ha dettate al noto giornalista svedese David Lagercrantz. Tra i più gettonati, in Italia, c’è Alex Del Piero – 344 gol, 21 trofei, 58.031 minuti giocati – la cui passione infinta per il calcio ben si rispecchia in “Giochiamo ancora”, pubblicato anch’esso da Mondadori così come il piccolo capolavoro “Dura solo un attimo, la gloria” che ha mandato in libreria il portierone Dino Zoff: concreto, mai banale, anti-retorico. Dobbiamo invece all’editore Fandango “Io sono El Diego”, autobiografia del più amato, più discusso e più forte giocatore di tutti i tempi. Maradona racconta una straordinaria parabola, dalla favela di Villa Fiorito fino alla vittoria della Coppa del Mondo in Messico, nel 1986, passando per i problemi di droga e i trionfi di un uomo sempre capace di risorgere. VITE AL MASSIMO. Ma naturalmente in

Andre Agassi

tiva. Attraverso il racconto di storie e vite esemplari, si è venuto costruendo un catalogo che fonde narrativa e sport, satira e saggistica. Sono opere spesso scritte a quattro mani, o comunque affidate ad abili ghostwreiter. cosa che non ne pregiudica il grado di autenticità. Tra le autobiografie dei campioni, naturalmente spiccano quelle dei calciatori. Ha venduto oltre un milione di copie il super bestseller “Io sono Zlatan” (Mondadori), me-

libreria si cimentano con le proprie gesta non solo i calciatori. Tra le autobiografie più vendute ci sono quella del pugile Mike Tyson (“True. La mia storia”- Edizioni Piemme), del pilota Max Biaggi (“Oltre. Nelle pieghe della mia vita – Rizzoli), di Tania Cagnotto (“Che tuffo, la vita!” – Limina) e Federica Pellegrini (“Io nuoto per amore” – Mondadori), di Alex Zanardi (“... Però, Zanardi da Castel Maggiore” – Baldini & Castoldi). E ci sono naturalmente i numerosi libri – tradotti in tutto il mondo – dell’alpinista e scrittore Reinhold Messner. Noi leggiamo e, scoprendo cosa si cela nella mente dei campioni, impariamo ad apprezzare e conoscere lo sport. © Copyright Università Niccolò Cusano

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

l’esordio dei bambini nelle competizioni Discipline che aiutano a crescere Già dai quattro anni si può cominciare, in forma di gioco, un’attività fisica organizzata che insegni a correre, saltare e a “usare” il proprio corpo nello spazio. Atletica leggera, nuoto, arti marziali, ginnastica e danza sono in quest’ottica delle buone basi di partenza. Dai 5-6 anni, poi, quando il fisico è più strutturato, si può cominciare a intraprendere con maggiore rigore una disciplina, che sia di squadra o individuale. Ecco le peculiarità degli sport più diffusi nel nostro paese.

sport INDIVIDUALI Nuoto

Uno sport completo: a furia di definirlo così, il nuoto è finito di diritto nell’elenco dei nuovi luoghi comuni. Nulla di più vero, però, soprattutto per i più piccoli, che possono cominciare a prendere confidenza con l’acqua fin dai primi mesi di vita. Più avanti, emergono gli obiettivi formativi: innanzitutto la socializzazione e l’appartenenza al gruppo, pur essendo il nuoto uno sport prettamente individuale. Poi, la crescita dell’autostima (che coincide con il superamento della paura dell’acqua e con il galleggiamento), la coscienza dei propri limiti e il superamento delle difficoltà. Fondamentali sono anche il rilassamento e l’educazione respiratoria.

Tennis

È un’avventura esaltante per i bambini, in grado di cambiarne la capacità di attenzione e la determinazione. Si è da soli in campo contro l’avversario ed è prioritaria l’educazione. È bene sapere che nei programmi delle scuole accreditate è sempre prevista una parte di preparazione fisica prodromica all’attività tennistica. Per i più piccoli non si parla di tennis, ma di minitennis, che utilizza materiali idonei all’età, rendendolo una pratica consigliata e benefica per la salute dei bambini di età scolare. Decisivo il miglioramento da un punto di vista dello sviluppo psichico, perché si accrescono le capacità coordinative e l’equilibrio.

Arti marziali

Il tatami è una palestra di conoscenza. Le arti marziali consentono al piccolo un rapporto più che corretto con le regole: queste vengono comprese e rispettate, senza protestare, il che riduce la rabbia e l’ansia. Dal punto di vista fisico, il discorso si può considerare completo: per arrivare a imparare le prime tecniche si passa per una preparazione fisica molto accurata, che accompagna judoka e karateka per tutta la loro attività. C’è da sottolineare l’aspetto culturale in chi si avvicina alle arti marziali. Praticando uno di questi sport, non si ha solo una crescita muscolare ma anche mentale, di apertura verso una cultura e una filosofia diversa da quella occidentale.

sport DI SQUADRA Calcio

I calci a un pallone si danno da quando si è in grado di stare in piedi. Non c’è bambino che non sia attratto da una palla, non c’è genitore che non abbia voglia di giocare con lui. Per passare dal gioco allo sport, però, ci vuole pazienza, perché il calcio è indicato dai sei anni. Un consiglio, specie i papà: si tratta di un gioco e il fine è lo sviluppo delle capacità psicomotorie del piccolo. Il genitore deve essere una figura positiva, mai un tifoso sfegatato: caricare di ansie, stress o attese di risultati il proprio bambino o assistere alle sue gare comportandosi in modo incivile sono gli errori più gravi, in grado di vanificare tutto ciò che di buono offre il calcio.

Pallavolo

È la seconda disciplina in Italia per numero di atleti e società e ciò si deve soprattutto alla presenza dello sport nelle scuole, dove risulta tra i più diffusi. La scelta della pallavolo è consigliata anche perché si tratta di uno sport senza contatto fisico, il che fa calare notevolmente il rischio di traumi (riducendoli a cadute o lussazioni). Si può cominciare con il minivolley intorno ai cinque anni, quando il bambino ha già acquisito una sua personale capacità motoria e può iniziare a gestire i colpi al pallone. La disciplina è completa e sviluppa in modo armonioso sia il torace che la parte inferiore del corpo.

Basket

Anche in questo caso i numeri di diffusione sono da podio, essendo la pallacanestro il terzo sport nazionale in termini numerici. Il minibasket consente ai bambini di cominciare a giocare dall’età di sei anni. Tra le principali caratteristiche di crescita, è d’obbligo citare l’allungamento della colonna vertebrale, che deriva dal tipo di attività fisica per acquisire le capacità di tiro a canestro. Sorprende anche quanto vengano allenati i riflessi, forse maggiormente rispetto alla pallavolo. In entrambi i casi vale la pena visitare i siti ufficiali delle due Federazioni per capire quali programmi esistono per i vivai e quali sono le scuole accreditate.


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport academy

martedì 24 ottobre 2017

lega b start accende la passione dei tifosi Il responsabile della piattaforma digitale Federico Smanio: «Come un luogo di aggregazione» Si chiama Lega B Start ed è la nuova piattaforma digitale, un network di 23 pagine dove i tifosi dei club di B (o semplici appassionati) possono trovare le immagini più belle, le news e i contenuti social relativi alla propria squadra del cuore, un match centre aggiornato con gli ultimi risultati e le classifiche, la mappa nazionale e mondiale dei tifosi e nuove forme di coinvolgimento e competizioni divertenti raccolte nel Game Centre con pronostici, votazioni, quiz e molto altro ancora. Qui i tifosi possono dimostrare la loro passione per il calcio e il sostegno alla propria squadra del cuore conquistando punti e scalando le classifiche della League of Fans, il primo campionato digitale ufficiale dedicato ai tifosi della B.

pagina web Start e navigare sul web a tema del club di appartenenza. Per chi ama il calcio ed è interessato alla serie B, c’è possibilità di seguire la pagina della Lega che racconta il torneo: ecco perché è aperto a tutti». Una sfida digitale decisamente innovativa: «Era una delle esigenze della B, farsi conoscere attraverso i canali digitali e aggregare in un unico luogo tutti gli appassionai di questo campionato. Vogliamo offrire luogo di divertimento dove potersi confrontare insieme agli altri tifosi». La cosa più speciale, prosegue Smanio, «è poter contribuire al successo della propria squadra in un campionato digitale in parallelo, a colpi di engagement dei fans. Con risultati, frutto di un algoritmo, che mettono insieme le azioni e determinano una classifica parallela». Le aspettative nel coinvolgimento dei tifosi sono lecitamente alte: «Ci aspettiamo che i tifosi stessi parlino ai loro amici della League of fans, anche perché la condivisione dei contenuti comporta un aumento dei punti. Speriamo che questo porti una risonanza mediatica all’iniziativa per attirare sempre più tifosi».

PROGETTO. L’idea nasce dall’esi-

genza delle società e dei tifosi di avvicinare i due mondi. Durante la trasmissione Sport Academy in onda su Radio Cusano Campus, Federico Smanio (responsabile Digital Serie B) ha spiegato lo spirito dell’iniziativa, chiarendo che «la League of Fans è aperta a tutti, non solo a chi tifa le squadre di B. Tutti hanno la possibilità di leggere la propria

© Copyright Università Niccolò Cusano

biciclette e mobilità urbana

La sfida metropolitana corre sulle due ruote Ci sono regioni come Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Veneto, dove l’uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto è in linea con la media europea (8% dei cittadini). In Sicilia, invece, la bici come mezzo di trasporto coinvolge neanche dell’1% dei lavoratori e degli studenti. La fotografia dell’Italia che pedala è contenuta nel rapporto di Legambiente “A BI CI”, sull’economia della bici in Italia e sulla ciclabilità nelle città - realizzato in collaborazione con Velolove e Grab+. In Sicilia appena lo 0,6% della popolazione usa la bici per coprire il tragitto casa-lavoro, mentre una percentuale pari a zero (0,1%) di bambini e studenti pedala per andare a scuola o all’università. In Trentino Alto Adige gira in bicicletta quasi lo stesso numero di persone di quattro regioni del Mezzogiorno (Campania, Sicilia, Calabria, Puglia), nonostante tutte insieme abbiano una popolazione 16 volte più ampia. MISSIONE. A Radio Cusano Cam-

pus, durante la trasmissione di politica sportiva Sport Academy, è intervenuto nei giorni scorsi l’avvocato Gianluca Santilli, per parlare della Granfondo Campagnolo Roma, di cui è presidente, ormai

una classica che porta sulle strade della capitale e ai Castelli migliaia di ciclisti. Anche quest’anno (la gara si è svolta lo scorso 8 ottobre), la manifestazione si è rivelata un successo, in una città che è invece “difficile” per gli amanti delle due ruote, visto il livello di pericolosità del traffico urbano. La sfida che Santilli porta avanti è quella di una mobilità smart, in linea con quanto accade in tutte le grandi metropoli e che Roma «non può non vincere». Rendere dunque la bicicletta meno “ostile” nella Capitale e lanciare il cicloturismo tramite i percorsi dei Castelli, che nulla hanno da invidiare a più blasonati tracciati continentali. «La Granfondo è un’idea innovativa, che Roma ha ormai adottato ed è un evento che va oltre la

politica e oltre le logiche di partito, visto che le amministrazioni che si sono succedute negli anni l’hanno sempre sostenuta». Il futuro è dunque una «mobilità dolce» dice Santilli, che pone anche l’accento sul valore urbano delle biciclette a pedalata assistita, perfette per sostituire altri mezzi di trasporto privato». «Va sfruttata comunque l’intermodalità, fatta non solo di bici ma anche di mezzi pubblici, auto e moto ma il futuro rimane la vivibilità delle metropoli e Roma non sarà un’eccezione» spiega Santilli. «Più crescono i ciclisti, più la mobilità arriverà in cima alle priorità di chi amministra Roma, che grazie ai suoi parchi è anche una delle metropoli più verdi del mondo». © Copyright Università Niccolò Cusano


ricerca e università

martedì 24 ottobre 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

una nuova soluzione se la spalla va ko Il professor Marco Maiotti dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma ha messo a punto una tecnica chirurgica per trattare la lussazione in modo non invasivo anche nei più giovani La lussazione rappresenta uno dei principali infortuni degli sportivi, in particolar modo negli sport da contatto. Atleti come il calciatore Giuseppe Rossi, il quattro volte campione italiano di judo Walter Facente e il motociclista Marc Marquez sono campioni che, purtroppo, condividono problemi d’instabilità alla spalla, l’articolazione più mobile del corpo umano e, proprio per la sua struttura anatomica, la più instabile. Le sue lesioni sono spesso di natura traumatica, con una maggiore incidenza tra i giovani, soprattutto sportivi. La lussazione della spalla può rappresentare un problema anche per chi non partica sport ma si trova a dover affrontare questa condizione a causa di un trauma. Di lussazione della spalla ha parlato a Radio Cusano Campus il professor Marco Maiotti, primario di Medicina e traumatologia dello sport all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Professore, cos’è la lussazione della spalla? «La lussazione della spalla è la fuoriuscita della testa dell’omero dalla cavità glenoidea della spalla. Quando la testa omerale esce dalla sua sede naturale, quasi sempre lacera delle strutture legamentose e capsulari che avvolgono i capi articolari e, in alcuni casi, si verificano an-

mente rinforzata mediante l’utilizzo del tendine del sottoscapolare che si trova nella parte anteriore della spalla e viene fissato a supporto della riparazione del tessuto capsulare. L’intervento viene eseguito in artroscopia e in anestesia locale, addormentando solo il braccio e la spalla da operare, e mediante una procedura eco-guidata». © Copyright Università Niccolò Cusano

Il professor Marco Maiotti, primario di Medicina e traumatologia dello sport all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma

che delle lesioni ai segmenti ossei. Se queste lesioni non vengono riparate chirurgicamente, è molto probabile che si vada incontro a delle lussazioni ripetute, cosiddette lussazioni recidivanti, determinate non più da una caduta o da un evento traumatico acuto, ma dai semplici movimenti quotidiani, ad esempio mentre si praticano attività sportive o durante il sonno. In questi casi, le strut-

ture capsulo-legamentose possono risultare così danneggiate da non poter ricorrere al semplice intervento di stabilizzazione». Come intervenire dunque? «In primis la lussazione va ridotta, ossia si dovrà riportare la testa dell’omero nella cavità glenoidea. Per far questo ci si deve recare in pronto soccorso e far sì che il personale riduca la lussa-

la didattica della cusano

zione stessa. Di solito, si applica un tutore ma questo non è curativo. C’è bisogno di approfondire con degli accertamenti. Non basta la radiografia, bisogna fare una risonanza magnetica. Eseguendo una risonanza magnetica con mezzo di contrasto intra-articolare, chiamata Artro-RM, si osserverà l’eccessiva diffusione del mezzo di contrasto nella porzione anteriore dell’articolazione,

segno di un’importante lesione capsulo-legamentosa e di un tessuto degenerato. Inoltre, è indicato eseguire una tomografia computerizzata della spalla per quantificare la perdita ossea a livello glenoideo e/o omerale e pianificare al meglio l’intervento». Lei ha messo a punto una tecnica chirurgica innovativa per trattare

Il Master per conoscere al meglio i diritti della famiglia e dei minori L’Università degli Studi Niccolò Cusano, in partnership con Studiodonne M&R dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia, ha attivato il Master di I livello in “Diritto della famiglia e delle persone di età minore”, afferente alla facoltà di Giurisprudenza per l’Anno Accademico 2017-18, di durata pari a 1.500 ore. OBIETTIVI. L’obiettivo del

Master è fornire ai partecipanti le basi teorico-pratiche con casi di separazioni, divorzi, mediazioni e negoziazioni assistite associa-

la spalla in via artroscopica. In cosa consiste? «Questa tecnica permette di trattare pazienti anche molto giovani (dai 15 anni in su), soprattutto quando il tradizionale intervento di riparazione artroscopica espone a un’elevata percentuale di recidive. La tecnica si chiama Arthroscopic Subscapularis Augmentation o tecnica A.S.A, in cui si esegue la riparazione che viene ulterior-

ti alla giurisprudenza aggiornata per approcciarsi al settore. Il Master proposto è strutturato in due parti, una prima, prettamente teorica che vuole fornire un’adeguata conoscenza della materia del diritto di famiglia da un punto di vista prettamente civilistico. La seconda parte, invece, fornisce le conoscenze specifiche ed i mezzi tecnici dal punto di vista giudiziale e stragiudiziale per affrontare le controversie endofamiliari. È prevista la presenza di relatori di comprovata esperienza, specificamente competenti per materia, quali avvocati specializzati nel settore, magistrati e professori universitari i qua-

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www. radiocusanocampus. it) dalle ore 12 alle 13.

li, anche attraverso le proprie esperienze e casistiche, daranno un importante apporto cognitivo al corso in oggetto. DIDATTICA. Il Master ha durata annuale pari a 1.500 ore di impegno complessivo per il corsista, corrispondenti a 60 crediti formativi; si svolgerà in modalità e-learning con piattaforma accessibile 24 h\24 ed è articolato in lezioni video e materiale fad appositamente predisposto, oltre a eventuali test di verifica di autoapprendimento. Tutti coloro che risulteranno regolarmente iscritti al Master dovranno sostenere un esame finale che accerti il conseguimento degli obiettivi proposti presso la sede dell’Università Niccolò Cusano in via Don Carlo Gnocchi 3 a Roma. INFO. infomaster@unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

industria

martedì 24 ottobre 2017

martedì 24 ottobre 2017

università

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

un ateneo al servizio degli enti pubblici

L’Università Niccolò Cusano è stata selezionata dal Miur per organizzare corsi di formazione professionale per i dipendenti della PA. Scopriamo il progetto L‘Università Niccolò Cusano si conferma sempre più leader tra gli atenei italiani: Unicusano, infatti, è tra gli atenei riconosciuti e selezionati dal Miur per orga-

Il responsabile dell’Ufficio Master dottor Paolucci: «Abbiamo preparato sette percorsi» nizzare corsi, sovvenzionati da Inps, rivolti ai dipendenti della Pubblica Amministrazione. L’ateneo di via Don Carlo Gnocchi ha quindi organizzato sette corsi (da 60 ore ciascuno) con l’obiettivo di sviluppare conoscenze e di affinare l’utilizzo di strumenti

sport e studenti sempre più vicini

L’Aurelio Fiamme Azzurre è un nuovo partner del progetto Amici Unicusano Il dg Paparella: «Con l’Ateneo vogliamo portare la cultura sui campi di calcio» Lo sport come veicolo di integrazione, come collante sociale e motore per la cultura sportiva. Nella rete di Amici Unicusano, il progetto dell’ateneo che mira a creare un network di realtà imprenditoriali e non intorno all’Università Niccolò Cusano, figura la società Aurelio Fiamme Azzurre, di cui è presidente Giorgio Calisti. Il direttore generale Alessandro Paparella, intervenuto a Radio Cusano Campus, ha spiegato le difficoltà e le soddisfazioni legate al lavoro con i giovani nonché i motivi per cui è importan-

te poter godere del sostegno della Cusano.

za di cose una grande organizzazione».

Direttore, quando si parla di sport sembra tutto facile. In realtà, dal punto di vista organizzativo, portare avanti una società come la vostra non è così semplice. «Sembra tutto semplice perché lo sport deve essere soprattutto divertimento, ma quando c’è di mezzo il calcio, con tutte le sue “esagerazioni”, ci sono 19 squadre in diverse categorie e 600 partite l’anno da gestire, dietro ci deve essere per for-

Dietro alla pratica non bisogna mai dimenticare la “filosofia”. Qual è il percorso che si deve tracciare per esaltare i valori dello sport? «All’interno della nostra società vogliamo che i ragazzi crescano a immagine e somiglianza nostra. Basiamo la preparazione sull’educazione sportiva. Nel calcio, come nella vita, bisogna saper vincere e saper perdere, rispettare gli avversari e gli arbitri. Prepariamo i ragazzi non solo

dal punto di vista tecnico ma anche dal punto di vista comportamentale. Se sentiamo una parolaccia uscire dalla bocca di un bambino lo rimproveriamo, sapendo che stiamo facendo qualcosa di importante per lui». Questo lavoro di educazione si fa con i ragazzi, ma anche con i genitori… «Esatto. Ogni mese organizziamo una riunione con tutti i gruppi squadra per informare i genitori. Alla lunga, questo lavoro paga: io faccio sempre l’esempio del genitore che ha

due figli. Il secondogenito ha sempre un comportamento diverso dal primo: significa che la cultura e l’informazione aiutano. Informando i genitori pensiamo di diffondere la cultura sportiva». Con l’Università Niccolò Cusano c’è una vicinanza non solo geografica: c’è il coinvolgimento diretto nel calcio e c’è la voglia di far capire l’importanza di un percorso parallelo fra studio e sport. Come nasce la vostra adesione al progetto Amici Unicusano?

«Ho scoperto l’ateneo grazie a mia figlia che è una studentessa della Cusano. Ho sentito parlare il fondatore Stefano Bandecchi e sono rimasto sempre ben impressionato. È una collaborazione che pensiamo sia utile per portare la cultura sui campi di calcio, perché crediamo fermamente nello sport come veicolo di integrazione sociale. Abbiamo aderito con piacere al progetto Amici Unicusano perché vogliamo continuare ad avere appeal tra i giovani del nostro territorio». © Copyright Università Niccolò Cusano

e comportamenti professionali da parte dei dipendenti pubblici. A parlare di questa importante iniziativa è il responsabile dell’Ufficio Master dell’Università Niccolò Cusano, Matteo Paolucci. Dottor Paolucci, ci può spiegare nel dettaglio gli elementi centrali di questo grande progetto targato Unicusano nel campo della formazione professionale? «È un progetto al quale il nostro ateneo tiene molto. L’Inps ha stanziato dei fondi per la formazione di tutti i dipendenti che operano nella la Pubblica Amministrazione. Le stesse PA sono state dunque chiamate a indicare il nome di una

struttura (nella fattispecie, di un ateneo) nella quale desiderino che i propri dipendenti possano svolgere un’attività di formazione. L’Unicusano è stata scelta, dunque, per svolgere questo importante ruolo di ente formativo. Ciò rappresenta senza dubbio un grande successo e un vanto per la nostra università». Nello specifico, quali saranno le caratteristiche dei vari Master? «Abbiamo presentato sette percorsi formativi con differenti tematiche e metodologie, in funzione delle diverse tipologie di formazione che la PA esige per i propri dipendenti. L’attività dei corsi ha ricevuto impulso dal costante impegno

del preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Niccolò Cusano, il professor Giovanni Puoti, al quale tutti noi dobbiamo essere grati per l’interessamento dimostrato». Ci può indicare alcune tra le tematiche più significative che verranno trattate nei corsi? «Tutti i nostri corsi presentano aspetti di significativo interesse e utilità. Potrei qui citare, a mero titolo esemplificativo, il “Corso di alta formazione su metodologie didattiche per i disturbi dell’apprendimento”. Un corso davvero utile, soprattutto per figure centrali nella PA, come docenti, professori o impiegati scolastici. Poi vi è il Master sul

public speaking, per imparare a parlare con successo in pubblico, che tratterà tematiche molto interessanti e che sta riscuotendo un grande successo». Tutte le categorie della Pubblica Amministrazione, ci pare di capire, potranno dunque trarre giovamento da questo progetto di formazione. «Senza dubbio. Penso inoltre al “Corso su leadership e management”, per i dirigenti e gli alti funzionari. La data entro la quale tutti

i corsi dovranno essere attivati è il 31 dicembre 2017». Tali corsi saranno attivati una volta raggiunti almeno i 20 iscritti, fino a un massimo di 50 partecipanti. Nella didattica saranno assicurate attività sul campo e prove pratiche mirate a verificare l’applicazione degli strumenti e dei comportamenti professionali in situazioni reali, anche con la trattazione diretta di specifici casi aziendali. I docenti garantiranno la consulenza ai partecipanti al corso fino ai tre mesi successivi dalla conclusione del percorso formativo. Insomma, per le Pubbliche Amministrazioni, una possibilità davvero da non lasciarsi sfuggire. © Copyright Università Niccolò Cusano



sport, disabilità e ricerca

martedì 24 ottobre 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la giusta rivoluzione di special olympics

A Roma si è appena concluso il torneo di calcio a 5 unificato dal titolo “Change the game” Grazie al lavoro dell’organizzazione nata nel 1968 le regole dello sport stanno cambiando

Si è concluso domenica 15 ottobre scorso, presso il campo Pio XI dei Cavalieri di Colombo, in via Santa Maria Mediatrice a Roma, lo Special Olympics Unified Football Tournament, il torneo di calcio a 5 unificato denominato “Change the Game“, un claim che incarna un invito all’azione che nasce dal campo di gioco per lanciare un messaggio, oltre lo sport, di gioia e di speranza. Centoventi atleti con e senza disabilità intellettive, venuti da ogni parte d’Europa, sono stati protagonisti di un evento sportivo di caratura internazionale. Ma non solo: sono stati anche promotori di un cambiamento culturale: le persone con disabilità intellettive oggi non sono più chiuse in casa o negli istituti, non sono più esonerate dall’attività fisica, anzi

Tim Shriver, presidente SO

scendono in campo perché meritano di vivere pienamente così come chiunque altro. SOGNI. Tanto è stato fatto, e

Special Olympics, con oltre 5.350.000 atleti e partner coinvolti nel mondo lo dimostra. Ma ogni qual volta si presentano stereotipi e pregiudizi, purtroppo ancora all’ordine del giorno, si compiono, tra frustrazioni e sofferenze, centinaia di passi indietro nel percorso che si sta compiendo con lo sport da 50 anni a questa parte. Quale può essere allora la soluzione? «L’unica cosa da fare in fondo – ha detto ripetutamente Tim Shriver, presidente mondiale di Special Olympics e figlio di Eunice Kennedy, che nel 1968 fondò l’organizzazione – è uscire di casa e andare a giocare; questo è l’unico modo per realizzare i nostri sogni». E il sogno di Special Olympics è vivere in una società totalmente inclusiva dove non ci sia

«più nulla di speciale» nel praticare sport unificato, nel condividere la propria vita, dentro e fuori il campo sportivo. LE STORIE. Ed è proprio “fuori campo”, contestualmente al torneo, che si è realizzato, sabato 14 ottobre presso il teatro del Pio XI, il primo Forum nazionale di Special Olympics Italia “We #ChangetheGame with #PlayUnified”, uno “spettacolo” di grande umanità e condivisione. At-

leti e familiari si sono cimentati in una vera e propria rappresentazione teatrale raccontando le proprie storie di vita in un’atmosfera che ha riprodotto il calore di una casa: quella di Special Olympics che apre la porta al resto del mondo. Ciò che è emerso è un urgente bisogno di normalità. Le persone con disabilità intellettive vivono maturando bisogni per nulla speciali, quali, ad esempio, essere accettati nel gruppo di amici, vivere in autonomia senza genitori, lavorare, innamorarsi e, ancora, fare sport e migliorare quando nessuno lo credeva possibile. Quello di cui hanno realmente bisogno, forse, è solo un’opportunità, una soltanto, e il risultato potrebbe essere straordinario. GEMMA. Un’inaspettata quanto straordinaria dimostrazione di ciò è avvenuta, venerdì 13 ottobre, quando Papa Francesco ha accolto in udienza privata le delegazioni del torneo. La piccola Gemma di soli 4 anni, atleta del programma Young Athletes, dopo aver consegnato in dono al Santo Padre un paio di scarpe rosse con il logo del Movimento si è arrampicata sulla sedia

del vescovo, proprio accanto a Lui e li è rimasta per tutto il tempo restituendo al mondo un’immagine rivoluzionaria. Gemma, incoscientemente, è diventata il simbolo del senso profondo del “Change the Game”: avere il coraggio di cambiare prospettiva per cambiare la società. Una call to action rivolta a tutti, nessuno escluso. POTERE. Se è vero che Special Olympics è nato, nel 1968 come un programma sportivo esclusivo, pensato per le persone con disabilità intellettive, oggi, coinvolgendo un numero sempre crescente di giovani senza disabilità, è diventato un movimento sportivo e culturale inclusivo. Si fa sport insieme e con il medesimo obiettivo: migliorare il proprio benessere fisico certo, ma anche allenare la mente all’abbattimento delle paure, degli stereotipi e dei pregiudizi, propri e altrui. Passarsi un pallone può sembrare un gesto banale, invece crea una connessione potente tale da generare e sedimentare nel tempo atteggiamenti e comportamenti positivi di apertura al mondo. Un punto di partenza per un futuro migliore, dove ognuno vince la propria partita con la vita perché ha l’opportunità di mettere in campo tutte le sue potenzialità. Allora, solo allora, alla domanda «Chi ha vinto lo Special Olympics Unified Football Tournament 2017?» è facile rispondere. © Copyright Università Niccolò Cusano

incontro nella capitale

I nuovi strumenti nella terapia medica per sfidare il glaucoma Negli ultimi anni, la ricerca scientifica ha evidenziato un interessante parallelismo fisiopatologico tra il glaucoma e alcune patologie degenerative del sistema nervoso centrale, a partire da Alzheimer e Parkinson. Il glaucoma, non per nulla definito “il ladro silente della vista”, è oggi la seconda causa di cecità nei Paesi industrializzati e soltanto in Italia annovera un milione di pazienti: il 20 per cento di loro è esposto al rischio concreto di perdere completamente la vista. Studi istologici e di imaging in vivo, nell’uomo, hanno dimostrato che in presenza di glaucoma non viene danneggiato il solo nervo ottico, ma l’intera via ottica viene coinvolta da un processo neurodegenerativo: sono quindi riscontrabili danni a carico di strutture cerebrali, quali il Nucleo Genicolato e la corteccia visiva, sede dell’area visiva primaria. Più recentemente ancora, è stato osservato che in alcuni pazienti glaucomatosi si

assisterebbe anche a una progressiva compromissione strutturale e funzionale di zone cerebrali non propriamente deputate alla visione. L’INCONTRO. Questo fenomeno

nel suo insieme, denominato degenerazione transinaptica, è il processo che pare determinare l’estensione del danno glaucomatoso; a partire, infatti, dall’insulto pressorio a livello delle cellule ganglionari della

retina, si propagherebbe centralmente sino alla corteccia visiva. Di tutto questo si parlerà giovedì 26 ottobre, a partire dalle 11.30, in un incontro stampa presso la sala conferenze di Palazzo Theodoli, a Roma (in via del Parlamento, 9 A). Il tema dell’incontro, organizzato con il patrocinio dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma - Aisg, sarà “Nuove armi nella Terapia Medica del Glaucoma”. © Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la cusano e lo sport

martedì 24 ottobre 2017

cresce il gemellaggio per la solidarietà

Ternana Marathon Club e Special Olympics hanno unito le forze per l’inclusione sportiva Tommaso Moroni, presidente dell’associazione umbra, traccia un primo bilancio della sinergia Ternana Marathon Club e Special Olympics: un binomio che si rafforza all’insegna della solidarietà. Tra le due realtà c’è sempre stato un rapporto molto profondo, che si è recentemente rafforzato grazie a una raccolta fondi promossa da Ternana Marathon proprio a favore di Special Olympics, la famosa realtà che rappresenta un programma internazionale di allenamento e competizioni sportive per persone, ragazzi e adulti, con disabilità intellettiva. Nel mondo sono oltre 170 i Paesi che hanno aderito al programma Special Olympics. Mentre il Comitato Paralimpico si occupa dei Giochi Olimpici con gare competitive, Special Olympics ovunque nel mondo e a ogni livello è un programma che propone e organizza allenamenti ed eventi solo per persone con disabilità intellettiva e per ogni livello di abilità. A parlare di questo vero e proprio “gemellaggio” nel campo della solidarietà è Tommaso Moroni, presidente di Ternana Marathon Club: «Il rapporto tra la nostra associazione e Special Olympics – afferma il presidente Moroni a Radio Cusano Campus – va avanti da circa un anno e ci sta regalando, giorno dopo giorno, delle soddisfazioni incredibili, tanto che tutti i nostri iscritti ormai sono letteralmente innamorati di Special Olympics e ne seguono le attività con molto affetto e partecipazione». Presidente, cosa può raccontarci dell’esperienza di Ternana Marathon Club con Spe-

cial Olympics? Quali sono i valori insiti nella vostra associazione? «Guardi, pensare oggi a un’associazione sportiva che progetti solo attività di tipo agonistico, a noi è sempre sembrata una cosa assolutamente riduttiva, quasi mortificante, direi. Noi pensiamo infatti che lo sport debba anche essere un veicolo per la solidarietà». Cosa significa, per Ternana Marathon, impegnarsi nel

campo della solidarietà? «Significa innanzitutto unire gli intenti per intervenire fattivamente sul territorio e per aiutare chi ne ha bisogno. Penso al nostro recente impegno a favore delle popolazioni colpite dal terremoto e alle numerose attività di beneficenza che abbiamo condotto». Come si svolge la vostra attività di beneficenza? «Io amo utilizzare questo paragone: Ternana Marathon è come se fosse una grande piazza. Un grande spazio all’interno del quale noi parliamo dei

problemi, dei fatti gravi e terribili che accadono nel mondo. Ed è proprio da questo confronto condiviso su ciò che accade, che partono poi le forme di intervento che realizziamo per renderci utili alla comunità». Tommaso, lo sport è sempre più un veicolo in grado di intervenire nel sociale in modo davvero vincente. È così? «Senza dubbio. L’esempio della squadra di calcio dell’Unicusano Ternana che ha deciso questa estate di effettuare il ritiro precampionato a Norcia, nei luoghi più direttamente colpi-

ti dal terremoto, è una conferma reale di quanto lo sport possa fare per il sociale». Ternana Marathon e Unicusano Ternana sono due realtà che viaggiano in perfetta simbiosi. «Certamente. Tra la nostra associazione e la squadra di calcio della nostra città, anche grazie alla nuova proprietà targata Unicusano, c’è un’intesa perfetta, tanto che possiamo affermare di andare di pari passo. Tanto noi che loro ci impegniamo per difendere e portare in alto nello sport il nome della città

di Terni». Presidente, quali saranno le vostre prossime iniziative di beneficenza? «Il 29 ottobre saremo proprio a Norcia per partecipare all’evento Norcia Run 2017, una corsa podistica non competitiva, per sensibilizzare tutti a un anno esatto dal sisma che ha colpito la cittadina umbra. Saremo al fianco della popolazione locale e, come sempre, cercheremo di renderci utili, per la rinascita di questa importantissima parte del nostro territorio». © Copyright Università Niccolò Cusano

Unicusano ternana

Colpo esterno delle Ferelle a Cagliari Le Ferelle espugnano Cagliari con le reti di Neka, Renatinha e Presto: 3-2 il finale a favore delle ragazze rossoverdi. Al PalaConi, mister Shindler schiera il suo quintetto base, formato da Mascia, Renata, Coppari, Presto e Brandolini. Fischio d’inizio e il match prende subito forma, con un’occasione gol per le ternane. Partita equilibrata che viene sbloccata dal gol spettacolo di capitan Neka dopo sei minuti, al quale segue l’immediato pareggio sardo. Tutto da rifare per le Ferelle: trascorrono i minuti, la partita mantiene un ottimo livello e Renata porta in vantaggio l’Unicusano Ternana con un tiro lanciato dallo spazio ed esploso nella porta cagliaritana. A trenta secondi dalla fine, lancio magia di Mascia e gol di Presto. Si va al riposo sull’1-3.

Un’esultanza delle giocatrici dell’Unicusano Ternana luca pagliaricci LA RIPRESA. Nel secondo tempo

le isolane riescono ad accorciare. Le umbre non ci stanno e cercano di rafforzare il loro vantaggio, senza cedere il passo alle avversarie. La partita termina con la vittoria delle Ferelle che sconfiggono un Cagliari finora imbattuto, raggiungendo la parte alta

della classifica. Un plauso doveroso a Marika Mascia per la sua prestazione sublime, che con due assist e tre parate stratosferiche ha contribuito pesantemente a questa vittoria. Domenica prossima al Di Vittorio arriverà il Real Grisignano. © Copyright Università Niccolò Cusano


martedì 24 ottobre 2017

la cusano e lo sport

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

Il presidente dell’Unicusano Ternana Stefano Ranucci in visita al Villaggio di Babbo Natale

per i bambini di terni c’è già aria di festa

Inaugurato presso lo Spazio Verde di Strada Maratta Bassa il tradizionale Villaggio di Babbo Natale Il titolare Gubbiotti: «Siamo grandi tifosi rossoverdi, un piacere incontrare il presidente Ranucci» Babbo Natale ha il suo villaggio a Terni, dove è pronto ad accogliere tutti i bambini in vista delle feste. È stato inaugurato domenica scorsa in Strada Maratta Bassa 91, presso il Garden Center di Spazio Verde, il tradizionale mercatino natalizio, giunto alla 19esima edizione, come spiega a Radio Cusano Campus Marco Gubbiotti, titolare di Spazio Verde, che ha incontrato il presidente dell’Unicusano Ternana Stefano Ranucci. «Sono di Terni e tifoso rossoverde da sempre

In circa 2.000 mq il mercatino offre idee regalo, addobbi e animazione per i più piccoli – racconta Gubbiotti – Penso che la nuova proprietà abbia portato una ventata di aria nuova. Credo in questo progetto, mi ha affascinato particolarmente la figura del patron Bandecchi e mi ha fatto particolarmente piacere la presenza del presidente Ranucci all’inaugurazione. Così come mi fa piacere la sua presenza costante a Terni». LA MANIFESTAZIONE. Il Villaggio di Babbo Natale è aperto tutti i giorni: dalle 9 alle 13 e dalle 15.30-19.30 durante la settimana, con orario continuato il sabato e la domenica. A partire dal 5 novembre si aprirà il

programma per i bambini con l’animazione e gli incontri con Babbo Natale. Nel Villaggio sarà presente anche un trenino guidato da un personaggio della Foresta Verde che aspetta tutti i bambini presso la Stazione della foresta. Ad ognuna delle varie soste i bambini potranno vivere bellissime emozioni ascoltando i racconti dei personaggi misteriosi della foresta. Si arriverà fino alla splendida casa di Babbo Natale, che accoglierà i bambini nel suo studio, prenderà le loro letterine, sarà disponibile a farsi fotografare, a parlare con loro e donerà a ciascun bambino un simpa-

tico gadget. Al termine della sosta, Babbo Natale accompagnerà i bambini al trenino, che li riporterà nel punto da cui sono partiti. «Il Villaggio è un grande mercati- no di Natale – spiega ancora Gubbiotti - si trova a pochissimi metri dal raccordo Terni-Orte e quindi è ben collegato anche per chi viene da

fuori. Sono oltre 2.000 mq dedicati al Natale, dagli addobbi alle luci, dai presepi agli articoli da regalo. È un enorme mercatino allestito a tema, diviso in stanze e anche per colori». Il Villaggio è molto conosciuto in città e in tutto il centro Italia, gode di un parcheggio molto grande, pronto ad accogliere i visitatori: «Ogni anno – conclude Gubbiotti – arrivano famiglie da Roma, dalle province di Viterbo, Rieti e Perugia. C’è anche la possibilità di mangiare nel biobar. In generale, è il luogo ideale per trascorrere insieme una giornata di relax». © Copyright Università Niccolò Cusano



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