Unicusano Focus 22 agosto

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITà NICCOLò CUSANO e di SpoRTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

martedì 22 agosto 2017 www.corrieredellosport.it

Amici Unicusano Special Olympics Speciale Barcellona Cusano, analisi e riflessioni Scopriamo la teoria Educare al rispetto sulla strage del 17 agosto del secondo cervello senza differenze > ALLE PAGINE IV-V

angelica preziosi

> A pagina IX

> A PAGINA VI

Domenica a Jesolo saranno scelte le trenta finaliste di Miss Italia: «Per me è un “gioco” che va affrontato con serietà»

un’estate da miss Riccardo Piva

> A PAGINA II

ternana unicusano

Viaggio tra i segreti del vivaio rossoverde > A PAGINA XI

il punto

La favola di Giulio

Q

uesta è la favola di Giulio, un ragazzo che amava studiare, curiosare, insomma ricercare le cose nascoste nel mondo. Lui diceva sempre: io voglio trovare la verità, perché la verità renderà il mondo migliore. Un giorno disse al padre e alla madre che voleva partire per raggiungere la terra del Faraone. I genitori gli chiesero il motivo di quella scelta e lui rispose che in quella terra antica potevi farti raccontare molte storie misteriose e interessanti. Giulio cominciò il suo viaggio e la sua ricerca: Giulio faceva tante domande e un giorno gli dissero che, se non voleva far arrabbiare il Faraone, doveva smettere e, in particolar modo, non chiedere mai cosa ci fosse nel pozzo del Faraone e mai fare domande su di lui. Ma Giulio sorrideva e continuava a fare le sue domande; tanti punti interrogativi che suonavano come note alle orecchie del Faraone, che un giorno disse basta e lanciò una maledizione su Giulio, che non riuscì più a fare domande, anzi non riuscì a fare più nulla. Ma quei punti interrogativi continuavano a suonare come note e arrivarono fino alle orecchie di chi ama la musica della verità. Tutti coloro che la ascoltarono scoprirono grazie a Giulio che nel pozzo c’era il petrolio e che il Faraone non aveva mai sentito la musica della verità. Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus


II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

cultura

VERSO Il 9 SETTEMBRE

basketartisti unicusano

Già eletta Miss Equilibra Lazio

Nel 2015 vinse la “nostra” Alice

Angelica accede alla semifinale di Jesolo del 27 agosto con il titolo di Miss Equilibra Lazio. A partecipare alla finalissima di Miss Italia, in programma il 9 settembre, saranno 30 ragazze.

Nel mondo Unicusano c’è una Miss Italia: Alice Sabatini, “incoronata” nel 2015, fa parte di Basketartisti Unicusano, la squadra di pallacanestro impegnata in incontri di beneficenza.

angelica preziosi essere una miss non è solo rivalità La modella romana partecipa alla selezione per la finale di Miss Italia: «Con le altre ragazze momenti di complicità» Bellissima, elegante e umile perché sa che il sogno di Miss Italia va affrontato con serietà, ma sempre per quello che è: un gioco. Si chiama Angelica Preziosi una delle nuove stelle della moda italiana che il prossimo 27 agosto parteciperà all’ultima selezione in vista della diretta televisiva dello storico concorso di bellezza. Nata nel 1992 a Roma, la nuova Reginetta Equilibra Lazio 2017 si è raccontata a Radio Cusano Campus intervenendo ai microfoni di “ECG”, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Angelica, sei bionda con gli occhi azzurri, alta e bellissima. Ti capita mai che gli uomini siano intimiditi dal tuo aspetto da principessa? «Mi capita che mi facciano i complimenti, ma sono una persona molto sempli-

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

ce quindi direi che non c’è nessuna soggezione». Raccontaci qualcosa di questa esperienza. «Tutto è nato dall’incoraggiamento del mio ragazzo. È stato lui a spingermi a iniziare le selezioni per Miss Italia. E, al di là di come andrà a finire la semifinale di Jesolo, devo dire che finora ho vissuto un sacco di emozioni. Sono felice, quando hai l’adrenalina addosso e non sai se passi o non passi, ne vale la pena. È bello anche fare le prove durante la giornata, prima della serata con la giuria. Con alcune ragazze nascono anche dei rapporti di amicizia, si ride, si scherza, ci si conosce. Si cerca di sdrammatizzare nei momenti di tensione. Perché si tratta pur sempre di una competizione: alla fine ne passa una, è normale che sia così».

Alcune immagini della 25enne romana Angelica Preziosi Riccardo Piva

Come prosegue il tuo percorso? «Il 27 agosto a Jesolo ci sarà un’ulteriore selezione tra le circa 200 ragazze qualificate e soltanto 30 saranno scelte per la diretta tv di Miss Italia, quando a votare sarà anche il pubblico da casa».

cevo pattinaggio da piccola, devo ricominciare perché non c’è Miss che non faccia sport».

Che cosa ti spaventa di un’eventuale finale? «Sarà tutto più grande. Immagino la centrifuga che abbiamo vissuto finora ancora più concentrata» Che fai nella vita? «Ho fatto il liceo linguistico, ora faccio volontariato per i bambini di Sant’Egidio, me ne occupo da un po’ di tempo. Ho scoperto questa attività che mi piace e mi fa sentire partecipe di una cosa bella, di sostegno. Amo lavorare con i bambini, sono puri, buoni, magnifici. Nel tempo libero amo cucinare, uscire, adoro il mare. Fa-

dalle 8 alle 11 appuntamento con ecg Ecg Regione Lazio è l’appuntamento radiofonico con la cronaca, l’attualità e la politica al cardiopalma: dalle 8 alle 11, tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, su Radio Cusano Campus, Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio presentano inchieste esclusive e interviste pungenti con irriverenza e ironia.

I concorsi di bellezza sono un gioco o un lavoro? «Da una parte è un gioco, dall’altra, quando si è lì, bisogna affrontare la cosa con molta serietà: io cerco sempre di migliorarmi. Vista dall’esterno sembrerà una stupidaggine ma, per fare un esempio, io sono alta un metro e settantasette e nella vita quotidiana non porto mai i tacchi. Lì vanno indossati e bisogna imparare a farlo». © Copyright Università Niccolò Cusano

martedì 22 agosto 2017

Angelica Preziosi, 25 anni, è stata eletta “Miss Equilibra Lazio” Riccardo Piva


ricerca

martedì 22 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

ecco come difendersi dalle infezioni estive Il professor Andreoni: «Contro gli insetti copritevi al tramonto, attenzione anche agli alimenti» Anche le piccole accortezze possono scongiurare brutte sorprese in vacanza. La stagione estiva non è ancora finita e il tema delle infezioni è sempre presente quando si frequentano spiagge, aeroporti, stazioni, discoteche e, in generale, luoghi affollati e presi d’assalto dai turisti. Il professor Massimo Andreoni, responsabile dell’Unità operativa complessa di Malattie Infettive al Policlinico di Roma Tor Vergata e past president della Società italiana malattie infettive e tropicali ci aiuta a destreggiarci tra zanzare, zecche, alimenti (e comportamenti) a rischio, intervistato da Andrea Lupoli durante la trasmissione di Radio Cusano Campus “Genetica oggi”.

al tramonto, usare le zanzariere». L’estate è il periodo in cui aumentano anche le infezioni sessuali? «Sì, perché oltre a essere un periodo caratterizzato dai cambiamenti climatici, si viaggia di più e si va incontro a un maggior rischio di incontri promiscui. Un dato di fatto è che nei mesi successivi a quelli estivi c’è una recrudescenza delle infezioni a carattere sessuale. Le vacanze sono il momento di maggior rischio». Un altro fattore di rischio è rappresentato dagli alimenti. «Non mangiare a casa propria, magari consumare alimenti o bere liquidi non controllati, in altre parti del mondo, apre un grande capitolo sulle malattie che si trasmettono in questo modo. Il consiglio è di essere sempre sicuri dei liquidi che beviamo, rigorosamente da bottiglie chiuse, e di mangiare alimenti cucinati, cotti o accuratamente sbucciati, meglio ancora se sbucciati da noi stessi».

Pericolo “liquido”: «In viaggio è bene assicurarsi di bere bevande che arrivino da bottiglie sigillate» Professore, partiamo dagli insetti: quali sono i rischi legati alle zanzare? «Oltre a essere fastidiose, le zanzare possono provocare malattie molto pericolose. Conosciamo la malaria, ma negli ultimi anni abbiamo imparato a conoscere dengue, zika, chikungunya. Sono insetti che possono portare diverse malattie. Ovviamente bisogna fare una distinzione tra i Paesi dove queste malattie sono endemiche e altri dove sono, per così dire, da importazione. Per noi è più facile vedere malati provenien-

ti da altre parti del mondo ma non dobbiamo dimenticare che alcuni di questi insetti sono presenti anche in Italia. Qualche anno fa, tutti lo ricordano, ci furono centinaia di casi di chikungunya».

Come si trasmettono queste malattie? «La maggior parte si trasferisce attraverso punture di insetto. Ma in alcuni casi, come il virus zika, ci può essere anche la trasmissione per via sessuale».

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

Un altro pericolo tipicamente estivo riguarda le punture di zecca. «La zecca è un animaletto che può trasmettere sia malattie batteriche sia virali, fino a provocare encefaliti gravi. Nel periodo estivo camminare per i campi con una parte scoperta del corpo comporta dei rischi. In caso di puntura, sarebbe opportuno che la zecca venisse estratta da una persona esperta, perché facendolo noi con una pinzetta rischiamo di romperla e di lasciare la testa che si è inoculata nel nostro corpo, con conseguen-

ze poco piacevoli. Per la puntura di zecca non c’è indicazione a fare una profilassi ma è indicato ricordarsi di essere stati punti da una zecca. Se dopo qualche giorno, o qualche settimana, abbiamo delle manifesta-

zioni di dolori articolari bisogna riferire al proprio medico di essere stati punti». Quali sono le forme di prevenzione indicate. «Si possono usare dei repellenti cutanei, coprirsi di più

E che dire del ghiaccio? «Il congelamento dell’acqua non uccide tutti batteri e tutti i virus. Quando si scioglie il ghiaccio può liberare i batteri che erano presenti nell’acqua prima del congelamento. E infatti le gastroenteriti sono un altro fenomeno molto comune e molto frequente nel periodo estivo. Ma questo è un problema che può affliggerci anche a casa nostra». © Copyright Università Niccolò Cusano


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

speciale barcellona

martedì 22 agosto 2017

Todos somos Barcelona Lo scenario e la ricostruzione dei fatti di Maria Paola Pagnini, docente di Geopolitica Barcellona è la capitale della Catalogna, una comunità autonoma spagnola, situata tra il Mar Mediterraneo e i Pirenei. Con forte spirito nazionale, marcato dalla lingua catalana e dalla sua cultura, la Catalogna rivendica con forza la sua indipendenza dalla Spagna. Con più di un milione e mezzo di abitanti, Barcellona è una città antica mediterranea e cosmopolita con rovine romane, quartieri medievali, chiese e palazzi in stile gotico e splendidi esempi del modernismo e delle avanguardie del XX secolo. La famosa basilica della Sagrada Familia, da sempre in costruzione, non è il solo edificio patrimonio dell’UNESCO. È una città con cinque chilometri di strade pedonali sulle quali si allineano negozi, centri commerciali, botteghe artigianali, bancherelle e chioschi. La vita culturale è intensa tutto l’anno con le sue Università, i bellissimi Musei di arte moderna e contemporanea e non solo, i festival musicali, di cinema e di teatro e la festa della Mercè che raccoglie i migliori spettacoli internazionali. La sua vita notturna è vivace e la movida si estende a tutta la città con le discoteche, la musica dal

vivo, i locali notturni e i tantissimi ristoranti. La città sembra non dormire mai. La rambla (ramla significa arenile in arabo) è una larga via che porta dalla zona storica al mare ed è costellata da edifici rinascimentali e barocchi e da infiniti negozi, ambulanti, mimi, ballerini, suonatori ambulanti. Più che di rambla si dovrebbe parlare di ramblas perché si tratta di cinque viali alberati con nomi distinti. La passeggiata, il paseo spagnolo, sulle ramblas consente l’incontro con gente che viene da ogni dove e che parla tante lingue diverse. Questo è uno breve quadro della città fino a giovedì 17 agosto alle ore 16.50 quando un furgone si lancia a grande velocita per 600 metri sulla Rambla de Canaletes e piomba sulla folla falciando i passanti. I morti sono, ad oggi, quindici e un centinaio i feriti, alcuni gravi. Si tratta di persone di 35 nazionalità. Gli italiani sono tre: Bruno Gullotta, Luca Russo e Carmen Lopardo, che aveva anche passaporto argentino. Il giorno prima, 16 agosto, nel paese di Alcanar, 200 km a sud di Barcellona, una casa era saltata in aria causando anche la

morte di due persone. Ma il giorno dopo non si era trovata una connessione con il furgone della Rambla. Solo in un secondo momento gli inquirenti si sono resi conto del collegamento: nel covo con 120 bombole si preparavano altri e più spettacolari attentati a Barcellona. Nell’esplosione sembra siano morti Youssef Aallaa e l’Imam di Ripol Abdel Baqi Essaty, quest’ultimo sospettato di essere l’indottrinatore dei giovani terroristi nello jihaidismo militante. Sono in corso le analisi del dna. Maneggiava incautamente le bombole Mohamed Houli Chemial che, arrestato a Alcanar e ferito

in modo grave, sta collaborando ed è la fonte di preziose informazioni. Nelle prime ore del mattino del 18 agosto a Cambrils, un centinaio di chilometri da Barcellona, terroristi con cinture esplosive, risultate poi false, sono scesi da una Audi A3 e si sono scagliati contro la polizia e i passanti con coltelli e asce. Il bilancio delle vittime è di un morto e di sei feriti tra i quali alcuni poliziotti. Un poliziotto ha sparato uccidendo quattro terroristi, anche il quinto terrorista è stato ucciso. Quattro terroristi erano dei ricercati. Tutta la dinamica è ancora da chiarire. Degli attentati di Cambrils e di Barcellona lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco. La cellula terroristica costituita da almeno 12 persone è cresciuta nel tranquillo paese catalano di Ripoll, diecimila abitanti e una famosa abbazia benedettina del IX secolo. I componenti della cellula, di origine marocchina, erano compagni di scuola, avevano studiato nello stesso istituto professionale catalano. Un terrorista è addirittura minorenne, il più anziano, è Sahel el Karib, di 34 anni. Sono stati uccisi Moussa Oukabir, Said Aallaa, i fratelli Mohamed e Omar Hychami, Hussein Abouyaaqoub. Infine, è stato trovato e colpito ieri a Subirats, a 50 chilometri da Barcellona, Younes Abouyaaqoub, fratello di Hussein che si ritiene guidasse il furgone della Rambla. è sfuggito ad un posto di blocco dopo il furto di un’auto e dopo averne ucciso il proprietario. La polizia della Catalogna ritiene di aver identificato tutti i componenti della cellula, quella spagnola è di diverso avviso, ma sono distanze politiche che avvelenano la collaborazione indispensabile alle indagini. Fin qui la cronaca. Ormai la catena di attentati non si ferma, da Parigi a Bruxelles e persino

dalla Finlandia la televisione e i giornali lanciano immagini di lacrime e partecipazione ma anche di dignitose reazioni e della forza di voler vivere comunque liberi. Candele, fiori, peluche e bigliettini formano cerchi circondati dalla folla commossa e piangente, dalle autorità strette tra loro dalla comune volontà di non cedere alla paura. Dove avverrà il prossimo attentato? Sembra non ci siano possibili difese in questa guerra asimmetrica dove tutti i mezzi militari schierati non sembrano in grado di fermare l’attentatore solitario. Eppure la capacità delle forze di polizia, dei carabinieri, dell’intelligence e dell’esercito stendono reti protettive di grande efficacia. Qualcosa sta cambiando: sono un piccolo segnale le finte cinture esplosive. L’indottrinamento che spinge verso il sacrificio personale e verso gli eccidi in nome di una religione che non ha queste finalità può trovare dei limiti culturali nei tanti musulmani che non condividono e non sanno spiegarsi tanta ferocia. Ma anche nelle stesse famiglie dei “bravi ragazzi” che rimangono senza parole scoprendo che l’attentatore è il loro “bravo” figlio o fratello. Ma la più grande barriera, più dei blocchi di cemento e più dei picchetti armati, è la forza della liberta che ci farà continuare ad andare a visitare Barcellona e a camminare nelle ramblas godendo della straordinaria forza della città. Barcellona non potrà mai dimenticare, noi non potremo mai dimenticare, ma la città era e sarà quella brevemente descritta all’inizio di questo articolo. Una città da visitare e da vivere con le sue magnifiche strade pedonali, la sua cultura, i suoi monumenti, la sua allegria, la sua movida, le sue spiagge, le sue bellissime montagne. Todos somos Barcelona. Maria Paola Pagnini Docente di Geopolitica Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geoeconomia Università Niccolò Cusano

il pensiero di stefano ranucci

La città resta capitale di fratellanza e rispetto «Non so quante volte ho percor- rato e vissuto, torna sempre voso la Rambla, sia per motivi turi- lentieri nella capitale catalana e stici sia per motivi professiona- giura che ritornerà anche dopo li. Lungo questa fantastica stra- i fatti di giovedì scorso: «Avendo da, che corre verso il mare lavorato molti anni per una e che vive giorno e notte, compagnia aerea spale attrazioni sono angnola e avendo avuto che le varie etnie che la fortuna di veder nasi incontrano e non sascere l’ufficio dell’Unirebbe giusto “chiuderla” versità Niccolò Cusano con dei blocchi di cemensul Passeig de Gracia posto, perché la sua bellezso affermare che BarcelStefano za, la sua voglia di vivelona è la città di tutti, una Ranucci re e divertirsi, sta proprio Capitale del mondo per in questa mancanza di comunità, fratellanza e ostacoli, che è anche un’apertu- rispetto reciproco. Questo rende ra al mondo». Stefano Ranucci, ancora più vile l’attacco da parpresidente della Ternana Unicu- te di questi pseudoterroristi che sano, che a Barcellona ha lavo- hanno lasciato a terra un sacco

di gente che aveva come unica colpa quella di vivere». La reazione, nelle ore successive all’attentato, è stata secondo Ranucci significativa: «Le forze dell’ordine spagnole sono riuscita a individuare un’automobile di terroristi che volevano duplicare l’attentato e questo è un segnale di grande efficienza. E positiva è stata anche la reazione della gente, che la mattina dopo l’attentato faceva footing sulla Rambla. Ora mi aspetto che anche l’Europa si decida a combattere questa guerra, che si può combattere solo con le armi dell’intelligence». © Copyright Università Niccolò Cusano


speciale barcellona

martedì 22 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

il messaggio di stefano bandecchi

«Cultura e studio per battere il terrore» «Il terrorismo ha scelto di colpire una città giovane e piena di gioia di vivere dove la nostra università è stata accolta con grande entusiasmo. Questa vitalità e questa passione per la vita dei

cittadini di Barcellona non sarà certo spenta dalla follia di questi criminali, che stanno rendendo la situazione nel mondo sempre più tesa. La nostra attività accademica in Spagna continuerà a dare

il suo contributo affinché la cultura e lo studio si trasformino in strumenti per combattere il terrore». Stefano Bandecchi Fondatore Università Niccolò Cusano

«colpito l’occidente ora serve coesione»

Il rettore della Cusano Fabio Fortuna: «Con l’attentato compiuto a Barcellona hanno voluto destabilizzare tutta la nostra civiltà». La sua analisi sul compito delle istituzioni universitarie L’attacco a una delle strade simbolo dell’Europa, senza distinzioni di nazionalità, età, ceto sociale, in uno dei momenti di massimo afflusso del turismo non può avere altri obiettivi, se non quello di «destabilizzare», come afferma il Magnifico Rettore dell’Università Niccolò Cusano, Fabio Fortuna, ricorrendo a un termine che rievoca in tutti gli italiani gli anni bui del terrorismo di casa nostra. Lo scorso 17 agosto, a Barcellona, si è assistito a un attentato all’occidente, non a una città o a una nazione. Rettore, l’attentato di Barcellona ha coinvolto 34 nazionalità. Pensa che fosse questo il reale obiettivo dei terroristi? «L’obiettivo è sicuramente colpire l’Occidente: organizzare un attentato simile a Barcellona, in questo momento dell’anno, con un flusso turistico notevole, può avere l’unico intento di destabilizzare la civiltà occidentale, colpendo, come già avvenuto nel recente passato, una città europea tra le più importanti».

Che reazione si aspetta ora dal punto di vista politico? «Mi aspetterei che la coesione, in primo luogo a livello europeo, almeno su questi temi migliorasse tempestivamente e in modo significativo. Soltanto attraverso una più intensa e armoniosa collaborazione, si può

che quest’abitudine venga meno quanto prima possibile. Del resto, lo dimostra anche la reazione composta dei mercati finanziari che il giorno dopo l’attentato hanno avuto perdite soltanto marginali».

sviluppare un’attività preventiva di contrasto al terrorismo adeguata ed efficace. La Francia è stata colpita più volte, così come la Germania e il Regno Unito. Ora è toccato alla Spagna ma è evidente che il pericolo incombe anche su altre nazioni tra cui, purtroppo, l’Italia. Sicuramente, l’efficien-

za dei nostri servizi di intelligence finora ci ha protetto da questi eventi, ma non è detto che in questo non sia stato frutto in parte anche della buona sorte». Cosa succederà al turismo in Europa, dopo Barcellona? «Credo che gli effetti sul tu-

rismo -peraltro circoscritti alle zone interessate - non saranno rilevanti, se non nell’immediato. Per cercare di debellare questi atti, è importante che la vita continui regolarmente: sarebbe ancora più pericoloso se la quotidianità e i nostri viaggi ne risentissero. Il turismo subirà delle perdi-

te in Spagna nelle prossime settimane ma poi credo che recupererà e tornerà ai suoi livelli, proprio come è successo in Francia, nonostante la ripetitività degli eventi. Purtroppo, questo significa che ci stiamo in qualche modo “abituando” a convivere con il terrorismo, ma speriamo

Barcellona è diventata un simbolo dell’Europa unita anche grazie al programma Erasmus. Le istituzioni universitarie come devono rispondere a questo attentato? «Sono fermamente convinto che il compito delle istituzioni universitarie e della società in generale sia quello di cercare di attenuare le divergenze e le contrapposizioni che esistono tra questi mondi. Le università devono portare avanti il loro ruolo aggregante che va al di là di qualsiasi nazionalità e fede religiosa. Solo così permetteremo agli studenti, anche negli anni a venire, di continuare a viaggiare tranquillamente per il mondo, sfruttando adeguatamente le potenzialità offerte dal programma Erasmus plus». © Copyright Università Niccolò Cusano

la riflessione del professor giovanni puoti

«Il mondo crei un fronte comune e simmetrico» Barcellona non è Parigi, la Rambla non è paragonabile a nessuna altra strada d’Europa perché lì, in poche centinaia di metri, sai che puoi incontrare – o colpire – tutto il mondo. La riflessione del professor Giovanni Puoti, preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Niccolò e docente di Diritto amministrativo, parte

dal parallelo con gli eventi che sconvolsero la capitale francese il 13 novembre 2015: «Barcellona è una città che conosco molto bene, anche per i legami che abbiamo con l’università. La prima sensazione è stata di assoluto dolore per le vittime. Poi ho fatto una riflessione: dopo i fatti del Bataclan, scrissi su questo stes-

so giornale che Parigi era stata colpita in quanto emblema della civiltà europea. Oggi la riflessione è diversa: da un lato, sembra che l’organizzazione dell’attentato sia meno strutturata rispetto a quanto avvenne a Parigi, dall’altro è come se fosse salito il livello degli obiettivi. Un attacco a Barcellona, sulla Rambla, in agosto, è un

attacco finalizzato a colpire tutto il mondo, come dimostrano le nazionalità delle vittime. È come se rispetto a un deficit organizzativo dell’Isis corrispondesse ora un salto di qualità nell’individuazione del bersaglio». Secondo il professor Puoti, anche la risposta dovrebbe salire di livello: «Dovremmo rispondere in modo simme-

Una veduta della Rambla a Barcellona

trico. Se veniamo attaccati a 360 gradi, senza distinzione di Paesi, è necessario creare un fronte comune di civiltà che unisca tutti i Pae-

si». E anche il mondo accademico deve fare la sua parte: «L’università ha un ruolo importante nel salvaguardare i valori essenziali della ci-

viltà: la trasmissione di valori, prima ancora dell’insegnamento, è uno dei compiti principali dell’università». © Copyright Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

La psicologia del secondo cervello, il “cervello” del tratto gastro-enterico, introduce una visione allargata della psiche e del comportamento che riveste un ruolo importante nel determinare aspetti salienti del carattere, dell’approccio alla vita, del comportamento e del modo di entrare in relazione con gli altri. Il secondo cervello gestisce i processi emotivi e le pulsioni andando a determinare il temperamento innato dell’individuo, ossia l’approccio psicologico, emotivo e comportamentale alla base per lo sviluppo psichico-comportamentale globale. Portavoce di questo orientamento è l’istituto di psicologia IC – Ingegneri della Comunicazione, entrato a far parte del network Amici Unicusano, creato per consentire alle imprese di entrare in contatto tra di loro e con l’Ateneo romano, nonché per favorire l’inserimento dei neolaureati negli organici delle aziende stesse. Tra le realtà legate alla Cusano figura Ingegneri della comunicazione, come spiega Sarah Todd, responsabile della formazione e della comunicazione dell’istituto. Dottoressa, di cosa si occupa Ingegneri della Comunicazione? «è portavoce di una psicologia all’avanguardia detta “psicologia del secondo cervello”, Second Brain Psychology, sviluppata dal fondatore e presidente dell’IC Armando Ingegnieri: questo orientamento è ormai da diversi anni un metodo di cura consolidato che viene utilizzato anche a livello di formazione». Come funziona la psicologia del secondo cervello? «La psicologia del secondo cervello rappresenta un’espressione della psiche umana, dove i processi psicologici e il comportamento, che sono strettamente legati, sono il frutto dell’interazione costante e continua tra due menti, il cervello della testa e il secondo cervello, così come

industria

martedì 22 agosto 2017

università

martedì 22 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

la carta docenti anche alla cusano Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha accreditato l’ateneo nel progetto dedicato all’aggiornamento e la formazione dei docenti a ruolo L’Università Niccolò Cusano ha ricevuto l’accreditamento dal Miur alla Carta Docenti che permette l’acquisto di master e corsi da parte degli insegnanti in possesso della stessa. COME FUNZIONA. La Carta è

amici unicusano “apre” la mente

L’Istituto Ingegneri della Comunicazione spiega la psicologia del secondo cervello: «Da lì passano emozioni e motivazioni»

è stato denominato negli anni ’90 da un neuroscienziato della Columbia University che aveva scoperto come il sistema nervoso autonomo del tratto gastroenterico avesse dei neuroni con capacità di elaborare dati in autonomia, di memorizzare e di scegliere: fosse in pratica un’entità pensante autonoma». Quali sono le funzioni del secondo cervello? «Sotto il profilo biologico è deputato a tutte le funzioni inerenti alla digestione: in autonomia coordina quello che avviene una volta che ingeriamo il cibo e beviamo, dal transito inte-

stinale all’eliminazione delle scorie. Ma il contributo della psicologia non è stato tanto capire come funziona questo secondo cer-

La responsabile della formazione Sarah Todd: «Questa partnership per aiutare la ricerca» vello a livello di nutrimento corporeo, ma come questa mente sia alla base dei processi cognitivi e conativi dell’individuo. La motivazione, ciò che ci spinge a compiere un’azione, nasce proprio da lì».

Si spiegano così anche le gastriti di origine nervosa? «Si capiscono tanti aspetti dei disturbi psicologici, psichiatrici e psicosomatici. Spesso, la radice si trova nella memoria emotiva del secondo cervello, l’insieme di tutti i nostri vissuti emotivi che però non è stata memorizzata nella stessa chiave con la quale ricordiamo a livello logico. Il secondo cervello memorizza le emozioni vissute e il simbolismo, a livello inconscio. La psicologia del secondo cervello ci spiega, per esempio, che i due generi sessuali rappresentano per la nostra mente in-

conscia dei simboli: quando mi relaziono con una figura maschile o femminile non solo mi sto relazionando con l’aspetto strettamente biologico, sociale e culturale; mi sto rapportando, dal punto di vista profondo inconscio, con un simbolo. Questo simbolismo che io proietto fa sì che abbia delle aspettative nei confronti delle persone. Molto spesso, nella comunicazione, si creano incomprensioni che partono dal fatto che si parlano linguaggi diversi a livello profondo e inconscio». Come mai la scelta di entrare a fare parte della realtà di Amici Unicusano?

«È stato un desiderio del dottor Ingegnieri: per la sua ricerca, per sviluppare le sue teorie, ha dovuto sobbarcarsi un grosso investimento, faticando e andando controcorrente. Oggi può dire di aver curato diverse centinaia di casi grazie a questa tenacia. Quando ha saputo che esisteva un’apertura dell’Università Niccolò Cusano verso il nuovo, si è sentito di dare un contributo alla ricerca scientifica per arricchire le conoscenze, tanto più se poi c’è la possibilità di mantenere una mentalità aperta e di scambio con il mondo universitario». © Copyright Università Niccolò Cusano

conferita ai docenti di ruolo a tempo indeterminato delle istituzioni scolastiche statali, sia a tempo pieno che a tempo parziale, compresi i docenti che sono in periodo di formazione e prova, i docenti considerati non idonei per motivi di salute di cui all’art. 514 del Dlgs.16/04/94, n.297, e successive modificazioni, i docenti in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o altrimenti utilizzati, i docenti nelle scuole all’estero, delle scuole militari. I docenti avranno la possibilità di usufruire dei master riservati all’area scolastica per l’aggiornamento, così come ratificato dalla legge 107 del 13 luglio 2016 (Buona Scuola), art. 1 comma 121, che ha

dato vita alla Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione dei docenti di ruolo delle istituzioni scolastiche. DOVE SI ACQUISTA. Con la Carta Docenti si possono ottenere degli sconti per l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali, svolti da enti accreditati presso il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca così come l’iscrizione a corsi di laurea, di laurea magistrale, specialistica o a ciclo unico, inerenti al profilo professionale, ovvero a corsi post lauream o a master universitari inerenti al profilo professionale. L’offerta dei master e corsi universitari della Cusano è ampia e consultabile su www. unicusano.it © Copyright Università Niccolò Cusano

Start Cup lazio 2017

Si riparte nel segno dell’innovazione Insieme ad altri atenei e centri di ricerca, l’Università Niccolò Cusano è tra i promotori dell’edizione 2017 di Start Cup Lazio 2017, la business plan competition che premia le migliori idee imprenditoriali all’interno di quattro ambiti di intervento: Premio life sciences, per i prodotti o servizi innovativi che migliorino la salu-

te delle persone; Premio ICT, per i prodotti o servizi innovativi nell’ambito delle tecnologie dell’informazione; Premio Cleantech & Energy, per i prodotti o servizi orientati al miglioramento della sostenibilità ambientale; Premio Industrial, per i prodotti o servizi innovativi nell’ambito della produzione industriale.

LE FASI. Il primo step prevede la valutazione delle idee da parte di un Comitato di esperti, con l’obiettivo di verificare l’effettivo valore innovativo dell’idea proposta e la sua spendibilità sul mercato. Successivamente, i team selezionati riceveranno un supporto nella stesura del business plan e un periodo di af-

fiancamento presso uno degli incubatori del Lazio. Infine, i tre migliori business plan vinceranno dei premi in denaro e avranno la possibilità di partecipare al Premio Nazionale dell’Innovazione 2017, che si svolgerà presso la Città della Scienza il 30 novembre e 1 dicembre 2017. © Copyright Università Niccolò Cusano


Scopri l’infografica sulla Violenza Contro Le Donne su:

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sport, disabilità e ricerca

martedì 22 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

rispettare le diversità partendo dal gioco

L’esperienza di Maura Debernardi, referente dei Volontari Special Olympics del Piemonte: «Condividere significa arricchirsi. E l’educazione all’inclusione deve partire dalla scuola» Maura Debernardi, di Nole Canavese in provincia di Torino, è da un anno referente dei Volontari, Team Piemonte, di Special Olympics Italia. Una lunga esperienza che l’ha portata a incontrare, in occasione degli eventi, tanti ragazzi delle scuole, adolescenti e rappresentanti delle Associazioni locali di volontariato per condividere i contenuti sul tema dell’inclusione sociale attraverso lo sport: un’opportunità, per ognuno, di crescita personale e culturale. CON OCCHI DIVERSI. «La mia

esperienza con Special Olympics – racconta l’educatrice – inizia nel 2002 quando, recandomi come ogni martedì, all’Istituto di istruzione Tommaso D’Oria di Ciriè, per svolgere gli allenamenti pomeridiani di pallavolo, mi fermai a vedere un gruppo di atleti Special Olympics che si stavano allenando prima di me. Tornando a casa, quel giorno, mi venivano in mente, in successione, le immagini e le sensazioni vissute poche ore prima; quell’incontro “non previsto” mi aveva colpito nel profondo. Per due anni almeno avevo avuto intorno a me questo gruppo sportivo costituito da ragazzi e ragazze con disabilità intellettive, i loro tecnici e in realtà non li avevo mai visti prima, presa dai miei impegni, con tanta attenzione. Da quel giorno molto, se non tutto, è cambiato e posso dire che di strada con passione, impegno e il supporto delle persone giuste ne ho fatta tanta».

L’ESPERIENZA. È grazie a

quella “scoperta” se oggi Maura Debernardi insegna alla Scuola dell’Infanzia di Ciriè a bambini dai 3 ai 6 anni. «Insieme – prosegue la sua testimonianza – condividiamo e viviamo nel gioco e nell’apprendimento, giorno dopo giorno, il significato profondo del termine inclusione, una parola che condensa rispetto delle diversità e arricchimento nella condivisione. In questo mio percorso devo ringraziare soprattutto due insegnanti di sostegno, Maria Gallardo e Silvia Rolando, molto attente e sensibili al tema dell’inclusione. Grazie ai loro insegnamenti e partecipando ai tanti laboratori e attività di Sport Unificato, proposto da Special Olympics, a scuola così come nel Team Special Olympics locale, “Muoversi Allegramente”, ho finalmente trovato la mia strada, vivendo a contatto con persone uniche e maturando una sempre maggiore consapevolezza di come l’educazione al rispetto di ogni persona e capacità affondi le proprie radici proprio in ambito scolastico».

LA SCUOLA. Maura ha sempre avuto la passione per i bambini

Maura Debernardi con i bambini del programma Young Athletes

difficoltà. «Un percorso – sottolinea Maura – che ha portato Alessandro a essere parte integrante della classe, a essere incluso in tutte le attività extra scolastiche come uscite o feste di compleanno. Alessandro segue con successo il metodo ABA e anche se ancora piccolino, grazie all’attività motoria, sono emersi aspetti del suo carattere e capacità sino a poco tempo fa nascoste». simone castrovillari

simone castrovillari

più piccoli e oggi allenarli la riempie di soddisfazione. Lo sport unisce, crea legami, amicizie, è stato il mezzo principale che ha permesso ad Alessandro, un bambino con autismo di 4 anni, di interagire con i compagni. Alessandro è un bambino socievole e i suoi compagni di classe hanno imparato, anche grazie all’impegno delle famiglie, a rispettare i suoi tempi, le sue

simone castrovillari

YOUNG ATHLETES. Il programma di gioco e attività motoria per bambini, con e senza disabilità intellettive, dai 2 ai 7 anni promosso da Special Olympics nelle scuole, ha garantito una maggiore diffusione del messaggio di rispetto e inclusione sul territorio piemontese, accrescendo il numero degli Atleti. A settembre, a inizio anno scolastico, Alessandro non riusciva a rotolare, a correre né a strisciare a terra durante i percorsi e le esercitazioni in palestra. A giugno, dopo allenamenti e tanta passione, ha partecipato, insieme ad alcuni suoi compagni di classe, ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics di Biella. «Solo l’inizio di un meraviglioso percorso di crescita accanto ai suoi primi grandi tifosi, la mamma ed il papà – sottolinea Maura – che lo seguono con amore incoraggiandolo in tutti i progressi fatti, le sue abilità e la sua voglia di emergere per diventare un campione di volontà, tanto nello sport quanto nella vita». © Copyright Università Niccolò Cusano

tecnologia

In arrivo BlindPAD, la tavoletta tattile che fa “vedere” le forme agli ipovedenti Nasce dal progetto europeo BlindPAD, coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia il primo prototipo di un dispositivo che potrà migliorare la qualità di vita delle persone non vedenti e ipovedenti: una tavoletta tattile che contiene serious games in grado di far percepire con le dita mappe, disegni e forme geometriche in modo più semplice e versatile rispetto alle tecnologie attuali. Il prototipo può essere usato come ausilio nei centri di riabilitazione visiva e in futuro la tecnologia BlindPAD potrà trasformarsi in prodotto da utilizzare come piattaforma riabilitativa portatile anche in ambienti scolastici e domestici a un costo più basso rispetto alle soluzioni esistenti.

INFORMAZIONI. In tre anni di durata del progetto, il dispositivo è stato realizzato con l’interazione con persone con disabilità visive e specialisti della riabilitazione per un totale di circa 250 prove sperimentali in partnership con l’Istituto Chiossone di Genova e con l’istituto Firr di Cracovia (Polonia). L’utilizzo di BlindPAD permette di trasmettere sotto forma di stimolazioni tattili le informazioni grafiche necessarie a comprendere concetti astratti come per esempio le figure geometriche e mappe di luoghi facilitando l’apprendimento di informazioni visive da parte di persone non vedenti. CARATTERISTICHE. La tavoletta ha le dimensioni di circa 15x12 cm ed è costituita da una griglia di qua-

si 200 “taxel” stampati in 3D e distanti l’uno dall’altro meno di un centimetro che si sollevano e abbassano a comando tramite l’interazione con una griglia di piccoli magneti sottostanti. Le mani della persona non vedente possono quindi esplorare la tavoletta che offre un’immagine in rilievo del contenuto visivo che si vuole imparare tradotto dalla tavoletta dal mondo visivo a quello tattile. Le dimensioni del pad sono state pensate per l’utilizzo da parte di persone adolescenti con una o due mani. Il gruppo di ricerca guidato da Luca Brayda, ricercatore team-leader all’IiT, ha dimostrato che l’uso di serious games migliora le capacità spaziali delle persone con disabilità visiva. © Copyright Università Niccolò Cusano


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

sport e solidarietà

martedì 22 agosto 2017

Podisti e camminatori insieme per la ricerca

Il 31 agosto si terrà la quarta “Run & Walk by Night”, una notte di corsa per le vie di Terni Il presidente della Amatori Podistica Fabio Laoreti: «Il ricavato devoluto in beneficenza» Run & Walk by Night, il conto bra crescere di anno in anno. alla rovescia è iniziato. Patroci- È soddisfatto? nata dal Comune di Terni e or- «Assolutamente sì. In questo ganizzata dall’Amatori Podistica nostro appuntamento divenuTerni, la corsa di beneficenza che to ormai abituale, direi, la cosa si terrà il prossimo 31 agosto alle più bella è che non ci sarà spaore 21, giunta ormai alla quarta zio per l’agonismo che di solito edizione, quest’anno potrà van- si respira nelle manifestazioni tare numeri da record: obietti- podistiche tradizionali: al cenvo degli organizzatori è infatti tro del nostro progetto, anche quello di superare i circa mille per l’appuntamento del 31 agoiscritti della scorsa edizione. Ma sto, metteremo invece la solidail progetto più bello sarà quel- rietà e la beneficenza. Saranno lo di devolvere l’intero ricavato questi, ancora una volta, i valodella manifestazione (l’iscrizio- ri dai quali prenderemo spunto ne costa 5 euro) a favore di asso- per una serata all’insegna della ciazioni che operano tutto l’an- gioia e del divertimento per tutti, no per la comunità ternana sul giovani e meno giovani». fronte della beneficenza, come I Pagliacci, Aucc Umbria, Ala- Sarà anche una bella occasiodino Onlus, Mone per ammiranica De Carlo Asre da vicino Tersociazione, Terni è organizzata ni in una chiave per Terni Anch’io, dal gruppo sportivo diversa. Ambulife, Miseri- del capoluogo umbro «Senza dubbio. cordia Terni, CroLa corsa, o camcon il patrocinio ce Rossa Comiminata, prenderà tato di Terni. La del Comune il via dal campotradizionale sescuola Casagranrata annuale di solidarietà è in- de, per poi attraversare un sugsomma pronta a “illuminare” la gestivo percorso e concludersi notte ternana di fine agosto, annel centro della che grazie alla fattiva collaboracittà. Penso dunzione organizzativa della Fiasp que che questa sia (Federazione Italiana Amatoanche l’occasione ri Sport per tutti). L’iniziagiusta per far cotiva benefica rappresennoscere anche ai ta solo uno dei tanti lodenon ternani la belvoli progetti dell’Amatolezza di questa città ri Podistica Terni, una così operosa». realtà nata nel 1976 e che da anni favoriPresidente, come sta risponsce e promuove il dendo Terni a questa iniziaticorretto sviluppo va di beneficenza? del binomio sport «Guardi, noi a Terni abbiamo e solidarietà nel territanti problemi e la recente crisi torio ternano. A parlarcene è il economica certo non ha aiutato presidente dell’Amatori Podisti- le famiglie locali. Ma su una cosa ca, Fabio Laoreti. siamo sempre stati forti: l’associazionismo qui ha radici molto Presidente Laoreti, siamo solide ed è sempre stato rivolto giunti alla quarta edizione alla solidarietà. Quindi la rispodella Run and Walk by Night: sta è stata ottima e di questo vouna manifestazione che sem- glio ringraziare tutti, dai comuni

cittadini fino alle istituzioni, passando ovviamente per le varie associazioni e per i nostri soci». Da quest’anno c’è l’Unicusano che ha abbracciato un progetto sportivo molto importante per Terni. Quali sono i vostri rapporti con la nuova proprietà rossoverde? «Rapporti molto cordiali. Come Amatori Podistica Terni stiamo osservando con grande simpatia il progetto dell’Unicusano. Anzi, posso dire che siamo grati per l’interessamento manifestato per la città e per la squadra. Io poi, sono il presidente di una realtà che conta 300 soci, dei quali molti vanno sempre allo stadio». Pensa che sport e solidarietà come fate voi, unite a istruzione e ricerca scientifica, da

sempre capisaldi della filosofia dell’Università Niccolò Cusano, possano essere un binomio vincente? «Sì, lo credo fortemente. E mi auguro che nell’immediato futuro si possano anche sposare progetti in comune. Per il bene di Terni e non solo. Questo loro impegno con la Ternana Calcio è un punto di partenza davvero molto significativo». Presidente, anche lei tifoso della Ternana Unicusano, quindi? «Certo, ci mancherebbe altro. Forza Fere e forza Unicusano! Non seguivo più da qualche anno il calcio, ma questa nuova proprietà ha scatenato un nuovo entusiasmo in città. E per questo merita tutto il nostro incoraggiamento». © Copyright Università Niccolò Cusano

Ecco tutti i destinatari del progetto La somma ricavata dalla “Run & Walk by Night” sarà destinata alle seguenti associazioni di volontariato e solidarietà che operano nel territorio: Ass. I Pagliacci: ha come scopo primario quello di portare un sorriso ai Bambini ricoverati nella Clinica Pediatrica, nel reparto di Otorino e presso i servizi cardiologici dell’Azienda Ospedaliera di Terni; AUCC Ass. Umbra per la lotta contro il cancro: sono medici, psicologi, infermieri, fisioterapisti e tanti tanti volontari capaci di assistere con amore e professionalità le persone colpite da patologia oncologica e le loro famiglie. Prerogativa dei servizi socio-sanitari è la gratuità; Aladino Ass. Onlus: per la tutela dei diritti delle persone con disabilità; Ass. Monica De Carlo: vogliono proseguire l’opera d’amore, fratellanza e solidarietà espressa da Monica nei confronti della sua città e, più in generale, di quanti nel mondo sono

vittime di ingiustizie o sofferenze; Terni per Terni anch’io-Ass. Aiutiamoli a Vivere: è un’iniziativa promossa dalla Fondazione Aiutiamoli a Vivere nel 1994 per aiutare l’Azienda Ospedaliera “S. Maria” di Terni nell’acquisto di un acceleratore lineare; Ambulife: è un’associazione di volontariato di pubblica assistenza; Misericordia Terni: è un’associazione di volontariato di pubblica assistenza; Croce Rossa comitato di Terni: sempre impegnata con le sue opere umanitarie e di pubblica assistenza. Il costo della partecipazione è di 5 euro a persona e i biglietti potranno essere acquistati presso la Amatori Podistica Ternana (Via Cesare Battisti, 131), negozio Intersport (strada di maratta), e presso le sedi delle associazioni di volontariato, oppure direttamente il giorno della manifestazione presentandosi con congruo anticipo.


la cusano e il calcio

martedì 22 agosto 2017

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

dentro la cantera dei talenti rossoverdi

Il professor De Luca è il responsabile dei preparatori del vivaio della Ternana Unicusano: «Il nostro sistema di lavoro? Tutte le formazioni utilizzano una metodologia comune» La figura del preparatore atletico sta assumendo sempre maggiore importanza all’interno di una squadra di calcio. Questa accresciuta rilevanza si giustifica proprio in virtù del costante lavoro di collaborazione che un preparatore atletico sviluppa con l’allenatore e per il diretto contatto che questa figura stabilisce con i calciatori che scendono in campo. Il ruolo acquista ancora maggiore rilevanza se si è a capo di un intero settore, per giunta all’interno di una società molto ben strutturata come la Ternana Unicusano. È il caso del professor Corrado De Luca, responsabile dei preparatori atletici della Scuola calcio e del settore giovanile del club rossoverde. Professore, da quanti anni lavora nella Ternana? «Da circa dieci anni complessivi. La Ternana fa parte ormai della mia vita. In questi anni ho toccato un po’ tutti i settori: preparatore atletico della Primavera e anche bellissime esperienze in seno alla prima squadra. Ora sono il coordinatore dei preparatori fisici all’interno del settore giovanile e della Scuola calcio, un ruolo di grande responsabilità che sto svolgendo con passione».

viamente i ragazzi, rispetto ai professionisti, conoscono meno bene il loro fisico e dunque il nostro principale lavoro deve essere quello di monitorarli con maggiore attenzione per conoscere tutte le loro peculiarità fisiche e osservare le eventuali carenze da correggere». Professore, oggi la preparazione atletica svolge un ruolo fondamentale. Un buon preparatore deve essere in grado di avere anche delle conoscenze di tipo tecnico-tattico per supportare al meglio l’allenatore? «Certo. E questo è un aspetto al quale credo fortemente. Pensi, infatti, che a tutti i preparatori atletici che coordino qui alla Ternana Unicusano, io consiglio di frequentare il corso per allenatori. Noi abbiamo dunque pro-

nere buoni risultati. Qual è la sua posizione in merito? «Guardi, se c’è sintonia tra allenatore e preparatore, è difficile che una squadra non ottenga risultati per colpa della preparazione fisica. E poi dico un’altra cosa: non basta correre bene per vincere le partite. L’aspetto tecnico è sempre più importante di quello fisico o atletico. Noi possiamo solo fornire un supporto dinamico in questo senso».

fessionisti che conoscono bene anche le nozioni tecnico-tattiche. Un buon modo per relazionarsi e collaborare fattivamente con gli allenatori». Spesso, tra i tifosi e gli addetti ai lavori, c’è anche chi addebita al preparatore atletico alcune responsabilità per gli infortuni dei calciatori o perché la squadra non riesce a otte-

stefano principi

stefano principi

Professore, qual è la fase più delicata nella preparazione di calciatori così giovani? «Senza dubbio la preparazione preagonistica. Quella che, per intenderci, si fa in estate. Per i ragazzi del settore giovanile e della Scuola calcio il precampionato è importantissimo. Anche per un discorso di prevenzione degli infortuni».

Ci può spiegare, nel dettaglio, qual è il suo ruolo e in che cosa consiste specificamente il suo lavoro? «Ho una funzione di coordinamento: cerco, in base alle direttive generali che la società mi dà, di organizzare al meglio il lavoro dei nostri preparatori atletici. Utilizziamo in questo senso una metodologia comune di lavoro per tutte le squadre del settore giovanile, tenendo ovviamente conto dell’età e delle situazioni specifiche». Lei è anche preparatore atletico della Ternana Unicusano Under 17: c’è diversità di approccio e disponibilità al lavoro fisico-atletico tra calciatori professionisti e quelli che militano nel settore giovanile? «Non direi, o comunque la differenza di approccio è minima. Qui alla Ternana Unicusano i nostri giovani calciatori sono già molto professionali e ci seguono con grande attenzione. Ov-

Si possono prevenire gli infortuni di un giovane calciatore? In che modo? «Sì, gli infortuni si possono prevenire e conoscere. Alla Ternana Unicusano e nell’ambito del settore giovanile, noi stiamo svolgendo proprio questo tipo di lavoro, attraverso un’analisi individuale delle caratteristiche fisiche di ciascun giovane atleta, con particolare attenzione nella cura della postura, nel lavoro in acqua e attraverso test che individuino eventuali carenze».

© Copyright Università Niccolò Cusano

Il professor De Luca, responsabile dei preparatori atletici della Scuola calcio e del settore giovanile della Ternana Unicusano

un voucher da sette gare Al fine di agevolare la presenza dei sostenitori rossoverdi al Libero Liberati per la stagione calcistica 2017-18, la Ternana Unicusano ha comunicato che dallo scorso 24 luglio è possibile sottoscrivere, oltre al classico abbonamento da 21 partite, anche un voucher da sette gare. La “Voucher Card” permetterà

ai tifosi delle Fere di acquistare le gare della stagione in corso in tre tranche da sette partite ciascuna, ma non consentirà l’acquisto dei biglietti per le gare in trasferta. Per sottoscrivere la prima tranche sarà necessario presentare copia di un documento d’identità e una fototessera.

Settori e prezzi • Curve: intero 55 euro, • ridotto 30 euro • Curve tribune: intero 62 euro, ridotto 40 euro • Distinti: intero 80 euro, • ridotto 55 euro • Tribuna B centrale: intero 135 euro, ridotto 80 euro • Donne: 20 euro

stefano principi



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