Focus 8 agosto 2017

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Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma I.P. A CURA DELL’UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO E DI SPORTNETWORK

ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DEL

Settimanale di Scienza, Industria e Sport a cura della Cusano

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017 www.corrieredellosport.it

Amici Unicusano Psicologia Paintball Tra moda e università Raccontare i fatti Al Campus le strategie un binomio che funziona per renderli reali dei Gladiatori Unicusano > A PAGINA VI

ELENA BALLERINI

> A PAGINA IV

> A PAGINA IX

IL PUNTO

> A PAGINA II

Vivere di lavoro sognare con il calcio

Dai panni di Melania Trump a “Mezzogiorno in famiglia”: «In tutto quello che faccio cerco di far prevalere la spontaneità»

L

a prima volta che ho “incontrato” la Ternana non è stato durante una partita di calcio, ma grazie alla maglia che indossava il mio caro amico Alessio Vittori. Una scritta la caratterizzava: “Ternana working class”. Terni è una città operaia, dove il lavoro in acciaieria è centrale per l’economia territoriale. La nascita della Tribuna Ast presso lo stadio Liberati, grazie all’accordo tra l’Unicusano e l’azienda metalmeccanica, esalta il significato dello storico connubio tra lavoro, calcio e città, che da sempre contraddistingue la storia di Terni. I dipendenti dell’impresa di viale Brin avranno la possibilità di seguire la squadra con un abbonamento speciale. Il calcio non può permettersi di trascurare i tifosi. Recentemente l’allenatore del Lille Bielsa ha sottolineato, nella sua prima conferenza stampa, che i professionisti del gioco più popolare del mondo non debbono mai dimenticarsi che «lavorano per il popolo, per farlo divertire, per portarlo allo stadio, perché i tifosi vivono e soffrono per le loro squadre». Terni vive di calcio e di lavoro. Una comunità che entra in simbiosi con i colori rossoverdi e che ora allo stadio avrà una rappresentanza che sarà anche simbolica di queste Fere che lottano e sudano dentro e fuori dal campo.

TALENTO DA IMITARE

Gianluca Fabi Direttore Radio Cusano Campus

TERNANA UNICUSANO

Il calendario completo per i tifosi rossoverdi > A PAGINA XI


CULTURA

II UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

ALESSANDRO GIMELLI

VITA PRIVATA

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

LA CARRIERA

È sposata da un anno

Il suo esordio su Rai Gulp

Nata a Genova, ma cresciuta a Loano, Elena Ballerini è legata a Luca Ghini. I due si sono sposati a Portofino nel giugno del 2016. La coppia condivide anche una grande passione per i cani.

Gli inizi televisivi di Elena risalgono al 2011, nei panni di inviata della trasmissione “La tv ribelle”, magazine quotidiano dedicato ai ragazzi in onda su Rai Gulp.

PIETRO PIACENTI

ELENA BALLERINI LA SPONTANEITÀ PRIMA DI TUTTO

Presenta, imita (Melania Trump) e ha un grande sogno letterario: «L’importante è fare tutto divertendosi, ho avuto grandi maestri» Una carriera già lunga e prestigiosa. Inizia presto la parabola artistica di Elena Ballerini, classe ’84, genovese con adolescenza vissuta tra Roma e Loano. Fin da bambina studia canto e recitazione, esperienze che la vedono finalista in numerosi concorsi letterari. Cantautrice, presentatrice televisiva, attrice e imitatrice: ecco chi è oggi la simpatica Elena, protagonista di “Mezzogiorno in Famiglia” su Rai 2. Un vulcano in continua eruzione, una verve travolgente, un’ecletticità che poche donne di spettacolo possono vantare. E un curriculum già di tutto rispetto. Nel maggio 2017, Elena Ballerini è stata anche la “Melania Trump” nel programma “Matrix Chiambretti” di Canale 5. Elena, iniziamo proprio da questa tua ultima esperienza: l’imitazione della

Per segnalazioni, commenti, informazioni, domande alla redazione dei contenuti del settimanale Unicusano Focus – Sport & Ricerca, potete scrivere all’indirizzo: gianluca.fabi@ unicusano.it

«Personaggi grandiosi. La mia esperienza nel cinema è stata limitata, ma Avati è un vero mostro sacro. Piero Chiambretti lo stimo molto perché dà spazio ai personaggi e li fa emergere. Vi racconto un episodio: cercavano una persona che imitasse Melania Trump e ho inviato il mio materiale. Mi hanno chiamata a fare il provino senza che sapessero neppure chi fossi, perché io non lo avevo specificato. Un esempio di grande serietà, perché per Piero contano solo le qualità artistiche».

L’attrice e conduttrice Elena Ballerini CRISTIAN DOSSENA

Trump. Un successo incredibile. Te lo aspettavi? «Ci speravo, perché era da mesi che stavo studiando il personaggio. Uno studio attento delle pose, della voce. Ma non finisce qui: conto di tirar fuori ancora molto dall’imitazione di Melania. Insomma, ne vedrete delle belle!». Come studi il personaggio da imitare? Hai una particolare tecnica? «Sì, ho una tecnica infallibile tutta mia: prendo il cellulare in mano e sto ore a guardarmi tutti i video del personaggio da imitare. Poi provo l’imitazione senza però mai guardarmi allo specchio, perché altrimenti farei me stessa. Poi chiedo consiglio a mio marito, che è un po’ il mio giudice. E, soprattutto, mi scrivo i testi. Con Melania Trump è andata così. E direi che è andata bene». Sei un’artista eclettica. Cinema, tv, musica: qual è il settore nel quale riesci a divertirti di più? «Hai detto bene, eclettica. Un’artista deve saper fare tutto e anche farlo con molto piacere. Su una cosa però

Elena Ballerini nei panni di Melania Trump

vi sorprenderò: a me piace molto la musica pop e quella lirica. Avrei sempre voglia di tirarle fuori dal cassetto. E poi vorrei fare del cinema, ma cimentandomi nel ruolo di sceneggiatrice». Pupi Avati, Michele Guardì, Piero Chiambretti: hai già lavorato con dei “mostri sacri” della tv e del cinema. Cosa ritieni di aver imparato da ciascuno di loro?

Elena Ballerini, confermatissima a “Mezzogiorno in famiglia” CRISTIAN DOSSENA

E di Michele Guardì, cosa ci dici? «Il maestro Guardì è la persona alla quale devo dire grazie in modo particolare, quella forse che è più importante per me. Mi insegna ogni giorno tante cose: non strafare, fare solo il giusto, essere spontanea. Insomma, essere solo Elena. Lui è davvero un personaggio eccezionale che sono orgogliosa di avere accanto nella mia vita professionale». C’è anche qualcun altro al quale vuoi dire grazie? «Sì, al compianto Gianni Boncompagni. Nel 2010 fu lui a consigliarmi di fare la tv. E che risate quando facevamo insieme gli scherzi con le voci a qualche suo amico! Lui, in queste cose, era un vero maestro». In Mezzogiorno in Famiglia piaci soprattutto per la tua spontaneità: è una delle tue miglior caratteristiche? «Sono felice che questa cosa si veda. La spontaneità e l’essere poliedrica, penso, sono le mie doti migliori». Quali sono i prossimi appuntamenti nei quali ti vedremo impegnata? «Innanzitutto mi vedrete ancora su Rai 2 in “Mezzo-

giorno in Famiglia”. E poi sono a disposizione di Piero Chiambretti, quando lui mi chiamerà. Per farvi fare altre risate, con Melania Trump e non solo». Altri progetti? «Sì, un grande progetto letterario da sviluppare nel mese di settembre. Ma per ora non posso dire di più. Sarà comunque una delle cose più importanti della mia carriera. Incrociamo le dita e vediamo cosa succede». © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO


CULTURA

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNICUSANO FOCUS III CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

BERGAMINI, 28 ANNI DOPO LA SOLUZIONE DEL CASO? Nel 1989 la morte misteriosa dell’ex calciatore del Cosenza: tramonta l’ipotesi del suicidio con la Procura di Castrovillari che indaga tra pista passionale e criminalità organizzata II 19 novembre 1989, l’ex calciatore del Cosenza Donato Bergamini, detto Denis, fu trovato morto sotto un camion sulla SS 106 Jonica. Dopo 28 anni viene esclusa l’ipotesi del suicidio e si indaga per omicidio. Indagati: l’ex fidanzata di Denis, Isabella Internò, e il camionista Raffaele Pisano. Già in passato i due erano finiti al centro di due distinti procedimenti, poi archiviati. Si tratterebbe di un delitto passionale a causa del rifiuto di Bergamini di sposare Isabella rimasta incinta a 16 anni? La Procura di Castrovillari ritiene che Bergamini sia stato ucciso in concorso e con l’aggravante della crudeltà, anzi tortura. Finalmente, il muro di gomma comincia a sgretolarsi. Dopo gli avvisi di garanzia alla fidanzata dell’epoca Isabella Internò e al camionista Raffaele Pisano e la riesumazione dei resti di Denis del 10 luglio scorso, emergono i primi riscontri agghiaccianti sul presunto movente e le modalità dell’omicidio, e sui 28 anni di depistaggio. Per il ciclo “Storia del crimine e della criminologia”, l’argomento è stato approfondito su Radio Cusano Campus, a “La Storia Oscura”, trasmissione curata e condotta da Fabio Camillacci. Tra gli altri è intervenuta la dott.ssa Mary Petrillo, sociologa, criminologa e docente di materie di criminologia anche ai Master dell’Università Niccolò Cusano. Dott.ssa Mary Petrillo, nel caso di Denis Berga-

suicidarsi ci sono tante modalità e quindi non vedo perché Bergamini si sarebbe dovuto suicidare proprio in quel momento e in quel modo».

tutto lascia pensare che l’ex giocatore sia stato messo sotto le ruote del camion dopo che era già morto o comunque agonizzante».

Si ipotizza soprattutto un movente passionale, sentimentale dietro l’omicidio di Denis Bergamini. «Sì, perché Isabella Internò, ovvero l’ex fidanzata di Bergamini, fu indagata nel corso della prima inchiesta e oggi è nuovamente sotto indagine da parte della Procura di Castrovillari; oltretutto, è indagata per un’ipotesi di reato in concorso. E questo è un aspetto che dovrebbe farci ragionare molto, perché quando l’ipotesi di reato è in concorso significa che c’è anche premeditazione: e dietro questo aspetto poi c’è tutto un mondo da scoprire, un mondo che potrebbe acclarare il movente passionale, sentimentale, dietro l’omicidio di Bergamini».

Suicidio da escludere anche perché da quanto esternava prima di morire, Bergamini amava la vita e la sua professione di calciatore. «Ma certo, il solo fatto che era così appassionato del suo lavoro e che aveva tanta voglia di fare carriera, lo escludono. Lui si era posto l’obiettivo, cioè giocare in serie A. Una persona che pensa al suicidio invece dà dei segnali molto diversi nel corso della sua esistenza prima di commettere un atto del genere. Tra l’altro teniamo presente che per

Ma si è parlato anche di un delitto legato alla criminalità organizzata calabrese dell’epoca. Cioè si è detto e scritto che Denis Bergamini sarebbe stato ucciso perché era venuto a conoscenza di un traffico di droga. «È chiaro che anche in questo caso saranno molto di aiuto i nuovi esami effettuati sulla salma di Bergamini dopo la riesumazione del corpo. Perché anche attraverso l’esame tossicologico si può appurare se il povero ragazzo era sotto l’effetto di qualche sostan-

Denis Bergamini festeggiato dai tifosi del Cosenza in una foto d’archivio

mini ci troviamo davanti all’ennesimo omicidio mascherato da suicidio? «Purtroppo sembrerebbe proprio così. D’altronde, noi dovremmo effettivamente avere tutti i dati che si possono riscontrare ad esempio in un’autopsia perché attraverso quella come si dice in gergo tecnico, “il corpo parla”. Quindi, la riesumazione della salma sarà di grande aiuto a chi sta indagando adesso e dirà molto sulla morte del povero Bergamini. In passato, ad esempio, un noto professore fece una serie di accertamenti di tipo autoptico, ricavandone delle informazioni molto interessanti che non portavano verso la tesi del suicidio. Questi esami autoptici

fatti in passato peraltro evidenziarono anche tracce di presunte sevizie sul corpo di Bergamini. Cioè, secondo alcuni esami, l’ex calciatore del Cosenza prima di essere ucciso e gettato sotto al camion, sarebbe stato seviziato. Si è parlato anche di una morte per dissanguamento a causa di un’evirazione. Una cosa terribile. Complessivamente, però, da quello che emerge, anche dai primi nuovi riscontri dopo la riesumazione del corpo, le lesioni e le fratture riscontrate sul corpo della vittima non sono compatibili con un investimento a opera di un camion. E poi le scarpe, la collanina e l’orologio intatti, mentre i vestiti non furono mai ritrovati. Quindi,

za stupefacente che magari gli fu somministrata proprio dai suoi stessi carnefici per stordirlo. Aggiungo poi che attraverso una buona attività investigativa si può cercare di arrivare al cuore del problema, ovvero appurare se ci troviamo davanti a un omicidio passionale o se si tratta di un delitto legato ad altre situazioni. Una cosa è certa: non si trattò di suicidio, ci sono troppi elementi che escludono questa ipotesi». Le indagini furono fatte male fin dall’inizio, oppure si cercò di coprire qualcosa o qualcuno? «Molto probabilmente c’è qualcosa di importante sotto. Perché attraverso una buona indagine, sentendo magari le persone che all’epoca conoscevano Bergamini, cioè ricostruendo bene un po’ tutta la vicenda è molto probabile che si sarebbe potuti arrivare alla verità. C’è tempo e modo per farlo ancora oggi nonostante siano passati quasi 30 anni. Le nuove tecnologie possono permettere di far luce e chiarire i troppi lati oscuri di questa brutta storia. In-

tanto, dopo gli avvisi di garanzia alla fidanzata dell’epoca Isabella Internò e al camionista Raffaele Pisano e la riesumazione dei resti di Denis, starebbero emergendo i primi riscontri agghiaccianti su movente e modalità dell’omicidio, e sui 28 anni di depistaggio che ne sono seguiti. L’ultima pista riguarda il calcioscommesse. Gli investigatori, anche grazie ad alcuni super testimoni mai sentiti in anni di omissioni, ritengono che potrebbe essere esclusa la pista passionale. Emergerebbe, secondo quanto fonti della Procura hanno affermato, un vero sistema di partite oggetto di un vasto meccanismo illecito finalizzato al calcioscommesse che gli inquirenti ritengono gestito in campo da un gruppo del Cosenza di quegli anni, con la benedizione in qualche modo di clan dominanti. Al povero Denis Bergamini fu tappata la bocca perché aveva scoperto qualcosa di scottante o perché magari si oppose a qualche combine? Le verità nascoste potrebbero venire a galla presto». © Copyright Università niCColò CUsano

RaccontaRe la stoRia peR capiRe l’attualità La “Storia Oscura” in onda dal lunedi al venerdi dalle 13.00 alle 15.00 di Fabio Camillacci. Un programma nato per raccontare, analizzare e approfondire i fatti del passato: dalle origini ai giorni nostri. Obiettivo: far luce su fatti ed eventi storici avvolti nel mistero. D’altronde, la ricerca della verità è sempre stato il desiderio principale di Niccolò Cusano.


IV UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

CULTURA, SPORT E UNIVERSITÀ

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

LIBRI, LE VERDI PRATERIE DI UNA GENERAZIONE RIBELLE

La biografia di Pippo Gurrieri tra il comunismo in Sicilia e le ferrovie del Piemonte Nel recente libro di Pippo Gurrieri, “Le verdi praterie. Passato presente”, Sicilia Punto L, le verdi praterie sono una metafora che ritorna continuamente: sono i luoghi dell’immaginazione di un bambino appassionato di film western, di un giovane ribelle che vive per un mondo più verde e pulito, di un uomo maturo che nelle verdi praterie della memoria ritrova un mondo complesso e vitale che non esiste più. Si tratta di una biografia, «raccolta di ricordi, discontinui, incompleti, spesso intimi, a volte frutto di esperienze collettive, di vite condivise, di momenti personali inseriti in contesti sociali», un modo per mettere ordine nel passato, ma pure per evidenziare le tante storie che possono diramarsi da un’esistenza vissuta fino in fondo. Classe 1955, famiglia proletaria, padre bracciante prima e funzionario del PCI poi, infanzia e gran parte della vita a Ragusa, scelte libertarie nella gioventù conservate negli anni a seguire, ferroviere a Bardonecchia a vent’anni, poi ritorno in Sicilia, altre storie, altre lotte… LE STRADE DI RAGUSA. La vivida rappresentazione che l’Autore ci dà della sua infanzia, trascorsa in buona parte nelle strade dei quartieri popolari e popolosi di

Ragusa, ci permette di ritornare in un mondo che non esiste più, una realtà fatta di vite collettive, di incroci di esperienze, di partecipazione e condivisione. Il centro di queste esistenze, soprattutto per i bambini, era la strada: «La strada era il luogo del commercio, dei giochi, delle relazioni, delle serate con le famiglie in estate riunite in gruppi

Le vicende personali del protagonista si intersecano con la storia recente del nostro Paese a godersi il fresco discorrendo e scherzando, prima che arrivasse la televisione». Sacchetti di plastica e televisione, segni evidenti della modernizzazione che ebbero anche risvolti sociali perché la seconda portò nelle case nuovi stili di vita che si diffondevano nella società italiana degli anni Sessanta e, tra l’altro, fece in modo che «le donne che fumavano e portavano i pantaloni non venissero più considerate bottane». Negli anni Sessanta le strade erano piazza e mercato, luogo di lavoro, d’incontro e di giochi, di convivialità e di chiacchiere, dove transitava una varia umanità, fatta spesso di venditori ambulanti, come

si ricorda nel libro, venditori di uova, ricotta, biancheria, semi di zucca, ceci abbrustoliti e mirto, prodotti questi in buona parte destinati ai bambini, occupati a rincorrersi o a giocare con i tappi di alluminio. IL PCI FRA PRIVATO E POLITICO. Negli anni della guerra

fredda e delle contrapposizioni radicali, essere figlio di un padre comunista, come nel caso di Pippo Gurrieri, significava non solo essere additati come “Pippu u cumunista”, ma pure vivere una realtà relazionale particolare, dove accanto all’appartenenza politica c’era quella umana: «Il partito era una dimensione di vita totale: compagno era il medico curante, compagno il bottegaio, il calzolaio, il negoziante di fiducia, l’elettricista , il muratore, il netturbino, i parenti…». Questo emisfero umano dava il senso di un’appartenenza nella quale la sfera politica e quella privata si confondevano: una condizione fatta di riunioni, incontri, viaggi, mobilitazioni nelle quali anche un bambino in via diretta o indiretta veniva coinvolto, come quando Angelo, il padre dell’autore per una malattia agli occhi fu inviato, con il sostegno finanziario e logistico del PCI locale, in una clinica di Varsavia, una del-

le realtà del paradiso comunista alla quale i comunisti italiani si ispiravano. Ne seguirono i racconti riportati in famiglia dei due mesi di soggiorno a Varsavia, di cui naturalmente si elogiarono l’organizzazione e la bellezza. Ma il vento della rivolta che attraversava in quegli anni l’Europa e gli Usa era arrivato anche in Sicilia e aveva coinvolto persino il nostro Pippo, sconvolgendo i precedenti equilibri pure nell’ambito della sinistra. “Pippu u cumunista” si lasciò conquistare dagli ideali di una dottrina che si riconosce nella libertà e nella negazione dell’autoritarismo e da allora diventò “Pippu l’anarchicu”. FERROVIERE A BARDONECCHIA. Gli anni Settanta fu-

rono quelli delle rivolte e delle scelte politiche, ma pure del lavoro organico e strutturato per il Nostro, che vince un concorso alle Ferrovie dello Stato, finendo a 1300 km di distanza, a Bardonecchia. Nel momento di scegliere la destinazione era innamorato di una ragazza che abitava a Torino e aveva indicato il Piemonte come posto di lavoro, finendo a Bardonecchia, dove restò per dieci

anni, fino all’86, partecipando pure al matrimonio della ragazza di cui si era invaghito, come invitato però… Fare il ferroviere non è un lavoro come un altro: il coinvolgimento e l’emozione che si provano nel rapporto con i treni, il territorio e i colleghi

nelle 24 ore della giornata e nel mutare delle stagioni, si colgono appieno nelle pagine del libro. Momenti belli, caratteristici, impegnativi, drammatici, momenti di condivisione, ma pure di scontri: «Le nostre lotte per i buoni mensa, gli alloggi, l’indennità di frontiera, la sicurez-

za, contro il licenziamento di Bruno, non tutte vinte, non tutte perse». L’Autore ricorda anche i compagni morti sul lavoro, come Giovanni Bassi (agosto 1977), «il primo morto della mia carriera», Giuseppe Zago (marzo ’79), Luciano Pugnart (aprile ’79), Gigi Tougnourd (agosto ’80), Luciano Gally (novembre ’83). Poi il ritorno in Sicilia, mai del tutto abbandonata però, rievocata e rivissuta negli anni di Bardonecchia anche attraverso un giornale di periodicità mensile, “Sicilia libertaria” che nel 2016 ha raggiunto il quarantesimo anno di vita, un periodico autogestito ed autofinanziato. Una storia che si incrocia con altre storie e che insieme rappresentano le trasformazioni che negli ultimi decenni hanno radicalmente cambiato il nostro paese, tanto che la biografia di un uomo maturo diventa anche un libro della nostra storia recente, un libro che si lascia scorrere con piacere lasciando nel lettore, soprattutto in chi è vicino alle esperienze dell’Autore, allo stesso tempo un senso di nostalgia ed emozione. Prof. Enrico Ferri, docente di Filosofia del diritto e Storia dei Paesi islamici Università Niccolò Cusano

GLADIATORI UNICUSANO

Paintball, al Campus con il campione russo Si sono allenati al campus dell’Università Niccolò Cusano a Roma per preparare le prossime sfide autunnali. E tra di loro era presente una guest star di fama internazionale: il campione del mondo di paintball Konstantin Fedorov. I Gladiatori Unicusano sono stai ospiti di Radio Cusano Campus e, durante la trasmissione Open Day, hanno spiegato i fondamentali di uno sport che va oltre l’aspetto puramente ludico. IL MOVIMENTO. Manolo Cristofori, presidente e fondatore di Gladiatori Unicusano, ha ricordato il “ritardo” con cui il paintball è sbarcato in Italia 6-7 anni fa, quando la squadra, nata nel 2010, ha iniziato a partecipare ai primi campionati nazionali. «Da tre anni a questa parte riusciamo a partecipare a tornei un po’ più professionali». Come per esem-

perché i materiali, le paintball stesse, sono beni a consumo. Di conseguenza, diventa molto oneroso, anche perché le aziende fornitrici si contano sulle dita di una mano». Il consiglio del presidente di Gladiatori Unicusano è di trovare una associazione che dia la possibilità di sperimentare questo sport: «Non comprare nulla se non si è provato prima il paintball oltre la classica partitella da addio al celibato. Soltanto nel momento in cui si pratica un’attività costante di allenamento si può

considerare di investire nei materiali, magari acquistandoli usati perché il solo marcatore ha prezzi che oscillano dai 600 ai 1.200 euro». LA TECNICA. Il paintball, infatti, non è un gioco. C’è sì una parte ludica che ricorda giochi come “rubabandiera” o “la scorta del presidente”, ma a livello agonistico si usano geometrie e tecniche di copertura che si avvicinano alle tattiche del basket, come conferma anche il direttore sportivo di Gladiatori Unicusano Slava: «Nel-

la nostra scuola gli allenamenti sono molto seri, ma è importante anche la mentalità. Psicologia, resistenza alla fatica, lavorare sulla precisione e per la squadra, non avere paura sono elementi importanti per salire di livello». Esempio vivente di questo impegno è il 32enne russo Konstantin Fedorov, che oggi gioca con i migliori giocatori del mondo di paintball negli Stati Uniti. Chissà che un giorno non possa diventare anche lui uno dei Gladiatori Unicusano. © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO

OPEN DAY È ON AIR DALLE 18 ALLE 20 I Gladiatori Unicusano si sono allenati al Campus di via Don Carlo Gocchi 3 a Roma

pio il campionato europeo, che avrà la sua penultima tappa a settembre in Belgio e l’ultima proprio a

Roma in ottobre, o il prestigioso NXL americano, nella patria del paintball. «In Italia – ha spiegato

ancora Cristofori – non si vive di questa disciplina. Uno dei grossi limiti del paintball riguarda i costi

Di università e ricerca si parla a “Open Day”, il programma di Radio Cusano Campus condotto da Misa Urbano e Alessio Moriggi, in diretta dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 18-20 sull’emittente dell’Ateneo (89.1 Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it). Open Day tratta le tematiche principali dell’istituzione universitaria: l’offerta formativa, i servizi, le convenzioni, l’orientamento e gli eventi, accademici e non, organizzati dall’ateneo di via Don Carlo Gnocchi.


RICERCA E CULTURA

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNICUSANO FOCUS V CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

L’EVOLUZIONE DEL GLAUCOMA

Spesso i pazienti si accorgono troppo tardi della malattia In Italia un milione di persone sono affette da glaucoma ma la metà di questi non è diagnosticata. È l’allarme lanciato dalla SIGLA, la Società Italiana Glaucoma. Ne ha parlato nel corso del programma Genetica Oggi, condotto da Andrea Lupoli su Radio Cusano Campus, il professor Carlo Nucci, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oculistica presso il Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata. Professore, che cos’è il glaucoma? «Il glaucoma è una malattia caratterizzata dalla progressiva morte delle cellule nervose della retina che si associa alla perdita delle fibre nervose che costituiscono il nervo ottico. Questo danno evolve molto lentamente ma è progressivo e si manifesta nel paziente con la riduzione del campo visivo. Questo significa che il paziente se guarda dritto davanti a sé continua a

vedere nitidamente le immagini ma progressivamente si restringe l’area che riesce a percepire. Il problema di questa malattia è proprio legato al fatto che il danno comincia nelle parti più periferiche e quindi la persona non si accorge di avere questa malattia. Solo nelle fasi più avanzate, quan-

do il danno interessa le aree centrali del campo visivo, il paziente si rivolge all’oculista. Il messaggio è che ogni persona a una certa età deve eseguire un esame di controllo della vista per individuare la patologia. Nel 50% dei casi il paziente non sa di averla e la malattia evolve silen-

ziosamente danneggiando la vista. Il fattore di rischio principale è l’aumento della pressione dell’occhio. I pazienti che hanno la pressione dell’occhio elevata hanno un rischio maggiore di sviluppare questa malattia. La pressione dell’occhio alta però non deve essere considerata come l’unico elemento di diagnosi, occorre che venga evidenziato, oltre a questo, l’alterazione del campo visivo e l’alterazione dell’aspetto della papilla ottica». Chi soffre di pressione alta in generale e prende dei farmaci antiipertensivi deve fare attenzione in questo periodo dell’anno? «Se la pressione del sangue è troppo bassa arriva poco sangue al nervo ottico e lo stesso può andare in sofferenza.

E’ stato visto che nei pazienti che assumono una terapia importante per la pressione alta in questo periodo dell’anno, in cui le temperature elevate già di per sè portano a un abbassamento della pressione sistemica stessa, c’è il rischio che il nervo ottico possa soffrire di questa “mancanza di sangue”. Nel paziente con glaucoma va valutata dunque, oltre che la pressione dell’occhio, anche quella sistemica affinché non sia eccessivamente bassa o non vada in contro ad abbassamenti improvvisi».

In spiaggia invece? Ci sono delle particolari attenzioni da seguire? «Non ci sono condizioni specifiche da sofferenza da sole e glaucoma. Sicuramente un paziente con glaucoma avanzato può maggiormente soffrire con l’esposizione molto forte al sole ma in questo caso è l’estensione del danno al campo visivo a creare principalmente problemi. L’uso degli occhiali da sole rimane una indicazione sempre valida per proteggere in generale la propria vista». © Copyright Università niCColò CUsano

genetica oggi, in onda su radio cusano campus La trasmissione “Genetica Oggi”, condotta da Andrea Lupoli, va in onda dal lunedì al venerdì su Radio Cusano Campus (89.1 in Fm a Roma e nel Lazio, in streaming su www.radiocusanocampus.it) dalle ore 12 alle 13.

l’ESEmPIO dI aSSISI

Docenti ”in marcia“ con responsabilità

Si è conclusa venerdì scorso la 37esima edizione della marcia francescana del Perdono, organizzata dal Coordinamento Nazionale degli Animatori Vocazionali dei Frati Minori. L’evento ha visto la straordinaria partecipazione di circa 1300 giovani che dall’Italia e dall’Europa hanno raggiunto a piedi la città di Assisi, invadendola per ben tre giorni. Dopo aver percorso a piedi tanti km in varie regioni d’Italia, tanti giovani sono arrivati ad Assisi, precisamente davanti al sagrato della Basilica di Santa Maria degli Angeli, per vivere il Perdono nella Porziuncola, la piccola chiesa tanto amata da San Francesco. CORPO E CUORE. La marcia ha rap-

presentato una importante occasione durante la quale i giovani hanno riscoperto la fattibilità e

l’importanza di questo doppio e unico cammino: si allena il corpo durante l’anno, ma il cuore, l’anima e la coscienza vengono sempre più messi da parte, ardendo così nei giovani quel desiderio di vita piena e d’infinito. Lo slogan che ha animato questa edizione è stato “Un passo oltre”: la marcia vuole essere uno strumento di aiuto per i tanti giovani a tornare a guardare la purezza dei propri desideri, stimolandoli a fare “un passo oltre” i propri limiti, le proprie debolezze e gli ostacoli, per affrontare la realtà e trovare le risposte giuste alla propria esistenza. SENSO CIVICO. La marcia francesca-

na ha soprattutto un valore educativo di senso civico oltre che spirituale: durante la manifestazione i giovani hanno sperimenta-

to come ci si possa divertire con i propri coetanei senza far uso di sostanze stupefacenti o alcol ma con la semplicità. Come si legge dalla pagina FB dell’animatore dei marciatori del gruppo Salerno-Basilicata, Fra Pasquale Parisi, «la marcia francescana non si conclude mai, anzi continua come marcia della vita». Pertanto anche noi docenti universitari siamo chiamati a fare sempre “un passo oltre” i nostri limiti e le nostre aspettative non dimenticando mai che abbiamo la grande responsabilità di formare i nostri studenti che in futuro si confronteranno con il mondo del lavoro. Marco Valeri Docente di Economia e Management Università Niccolò Cusano


VI UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

INDUSTRIA

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNIVERSITÀ

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNICUSANO FOCUS VII CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

STUDIARE LAVORANDO LA SCELTA DI RICCARDO Dopo la laurea in Ingegneria meccanica e aver trovato un posto nel settore energia si è iscritto alla Cusano per continuare gli studi: «Qui ho trovato gli stimoli giusti»

STILE MADE IN ITALY CON IDEE INNOVATIVE

Fra le brillanti realtà imprenditoriali di Amici Unicusano figura Tipe e Tacchi fondata da Gianni Attimonelli: «Gli universitari ci danno una marcia in più» Un lavoro di squadra con la forza di un presidio accademico e culturale. La rete di Amici Unicusano unisce e consolida i legami fra l’Ateneo romano, che ha nell’attività di ricerca scientifica uno dei suoi fiori all’occhiello, e gli imprenditori italiani che cercano all’interno dell’università giovani talenti con il profilo giusto per primeggiare nel mercato. Di questo progetto, che sta contribuendo a dare una scossa alle imprese, fa parte Tipe e Tacchi, giovane brand della moda fondato da Gianni Attimonelli. Ci racconti la storia della sua azienda. «Premetto che sono sempre

stato un accanito osservatore delle nuove tendenze. La nostra azienda nasce nel 2013 nel mondo delle calzature ed è oggi un brand dedicato soprattutto ai giovani: loro sono il nostro futuro in generale e lo sono anche nella moda. Le attenzioni vanno quindi poste su di loro, investendo molto nella ricerca perché per stare al loro passo bisogna proporsi con un prodotto fresco e con idee nuove». Molto spesso, nel campo della moda, si dà per scontato che l’Italia non risenta della crisi. È così? «Oggi purtroppo l’Italia non è più in assoluto al numero uno nel campo della moda,

ma lo sono ancora i nostri creativi. Sono nati fondi di investimento che acquistano piccole realtà per farle esplodere e creare un business. La nostra forza sta nello stile made in Italy e nei nostri creativi. Ci sono marchi storici francesi che ci stanno facendo “pagare dazio” ma i loro creativi sono quasi sempre italiani».

Qual è la cosa più importante per un brand come il vostro? «In primis lo stile. Poi la strategia: offrire un prodotto made Italy tentando di tenere bassi i costi per rendere il pro-

dotto accessibile al pubblico finale. Questa è una strategia che paga anche a livello internazionale e ci permette di posizionarci nelle boutique più importanti del mondo». Cosa significa per un brand come Tipi e Tacchi far parte della rete Amici Unicusano e avere un contatto con l’università? «Questo progetto mi è piaciuto subito. Un’iniziativa come questa ci dà la possibilità di avvicinarci ai giovani. Rispetto a vent’anni fa, il loro ruolo nella moda

è cresciuto e non possiamo fare moda senza avere attenzione per i giovani. Gli universitari possono senz’altro darci qualcosa in più». C’è ancora fiducia nei confronti dei giovani? «Si sente dire frequentemente che bisogna essere positivi. La realtà ci sta facendo vedere una crisi durissima: occorre non fermarsi né piangersi addosso ma trovare le soluzioni che il mercato ci consente di ricercare, se necessario anche oltre casa nostra. Ci sono realtà in forte espansione, come la Russia e il mondo asiatico». © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO

Conciliare studio e lavoro e farlo nel modo più efficace possibile. È stata questa la molla che ha spinto Riccardo Tonelli, ingegnere meccanico, a iscriversi all’Università Niccolò Cusano dopo la laurea triennale in Ingegneria Meccanica ottenuta nel 2011, manifestando già da allora un forte interesse verso l’energetica in generale, frutto anche di un tirocinio curriculare presso una grande azienda che opera nel territorio in cui vive. «Ho acquisito successivamente competenze nellìingegneria industriale lavorando presso un’azienda di semiconduttori, in cui mi sono concentrato maggiormente sugli aspetti di ottimizzazione della produttività industriale e di Lean manufacturing», racconta lui stesso. «Dopo cinque anni di esperienza in questo campo – prosegue – ho iniziato a lavorare in ambito di contenimento energetico degli edifici e sulla progettazione di impianti, sia civili che industriali, decisamente più in linea con le mie aspettative e con il percorso formativo accademico scelto». IL BIVIO. La scelta

di Unicusano nasce per Riccardo

Riccardo Tonelli, laureato in ingegneria meccanica

dall’esigenza di dover conciliare studio e lavoro e di farlo nel modo più efficace possibile, come lui stesso racconta: «Al giorno d’oggi il mondo del lavoro richiede esperienza e anche lo studente deve in qualche modo, come futuro lavoratore, an-

dare incontro alle esigenze del momento facendo qualche sacrificio in più. Appena dopo la triennale, a 21 anni, ho scelto di cogliere un’occasione lavorativa che mi

ha portato lontano da casa e che inevitabilmente mi ha sottratto del tempo prezioso da dedicare agli studi. Dopo qualche anno di stallo in termini universitari ho conosciuto Unicusano, che mi ha dato l’opportunità e lo stimolo giusto per proseguire il percorso di studi già iniziato, seguire le lezioni e contare su materiali didattici validi, oltre che sul supporto dei docenti e dei colleghi di corso». PASSIONE. Il suo interesse

verso il mondo dell’energetica può essere sintetizzato così: «Il mondo dell’energetica mi affascina perché permette di abbracciare tematiche che vanno dal tecnico-economico al sociale, alla ricerca e allo sviluppo di nuove tecnologie, sempre più efficienti e pulite». Que-

sti sono i consigli di Riccardo per coloro che vogliono intraprendere un percorso simile al suo: «Secondo me bisogna avere curiosità e voglia di aggiornarsi. Ovviamente le basi teoriche sono importanti ma è fondamentale continuare a “studiare” anche durante l’esercizio della professione e confrontarsi costantemente con i colleghi, con le nuove tecnologie e con le opportunità che si presentano». CREDERCI SEMPRE. Proprio

per questo, secondo Ric-

cardo, è importante «credere fino in fondo al percorso intrapreso e non mollare, anche se la facoltà è dura e il tempo per studiare è poco». «Mi auguro conclude – di crescere e di arricchire le mie competenze in ambito di energetica e impiantistica e di diventare magari un giorno un punto di riferimento, almeno locale, in questo settore». L’Università Niccolò Cusano augura a Riccardo di realizzare le sue ambizioni e lo ringrazia per la disponibilità. © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO



CULTURA

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNICUSANO FOCUS IX CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

RACCONTAMI UNA STORIA

13 d

i 13

Le complesse vicende della serie “13 Reasons Why” evidenziano l’importanza della narrazione 13 Reasons Why è una serie che ha permesso di parlare, nelle ultime 13 settimane, di temi che ruotano intorno all’adolescenza. Il racconto dalla protagonista, lasciato su delle cassette, ha progressivamente portato lo spettatore a conoscere una vicenda complessa e, a tratti, sconcertante, nella sua banalità e nel suo essere comune ma che, in questo caso, si conclude con una scelta terribile ovvero il suicidio di Hannah Baker. Hannah Baker si uccide tagliandosi le vene nella vasca da bagno ma solo dopo aver deciso di registrare i nastri in cui racconta i 13 motivi per cui ha deciso di togliersi la vita.

scuola che sono talmente spaventati da decidere di fare finta di niente e di non raccontare a nessuno, appunto, quello che è accaduto. Insomma, quella di Hannah sembra proprio «una storia da dimenticare, una storia da non raccontare, una storia un po’ complicata, una storia sbagliata» (De Andrè).

confondendo. Una delle protagoniste, tornando da una festa, fa cadere il segnale di stop con la macchina ma deciderà di non avvertire nessuno perché preoccupata delle conse-

M O ST R I I N T E R N I .

Tutto questo ha un prezzo però, perché il non detto diventa un mostro interno che si nutre dell’ansia e della paura facendo perdere di vista le priorità e

M O T I VA Z I O N I .

Una delle pri- Riferire i fatti per me riflessioni farli diventare reali: che animano lo per la protagonista spettatore è che molti di questi e per gli adolescenti motivi siano di è una necessità poco conto e che sia poco credibile che la protagonista li consideri come una, o più di una, delle cause del proprio gesto. In realtà, il punto non è questo. La serie non chiede allo spettatore un giudizio su quanto sia plausibile e credibile la storia di Hannah. La serie mostra, probabilmente più agli adulti che agli adolescenti, alcune criticità del crescere e come queste possano evolvere se non comprese e affrontate nei tempi e nei modi necessari. 13 Reasons Why è sostanzialmente incentrata sul concetto di “raccontare”. La protagonista sente la necessità di raccontare la sua storia e, viceversa, coloro che chiama in causa fanno di tutto per non raccontare quanto accaduto. CONCRETEZZA. La narrazione

diventa fondamentale perché permette di dare una concretezza agli avvenimenti e farli diventare reali. Questo lo ha compreso molto bene Hannah ma, allo stesso tempo, lo hanno compreso altrettanto bene tutti gli altri compagni di

guenze a cui andrebbe incontro per aver rovinato la macchina. Poco dopo, proprio per l’assenza del segnale di stop, a quell’incrocio morirà un ragazzo in un incidente. Un altro ragazzo decide di ignorare che il suo amico è solito avere comportamenti poco rispettosi, fino alla violenza, nei confronti delle donne perché sembra quasi in debito nei suoi confronti. L’amico sentendosi invincibile compirà ancora violenza, anche verso Hannah. PUZZLE. Il problema, sia per Hannah che per gli altri, è che anche quando si decide di vo-

ler raccontare non è facile capire a chi. Gli adulti sono spesso distanti, distratti e poco accoglienti e allora la cosa migliore è usare delle cassette oppure decidere che in fondo nulla è accaduto e non c’è niente da dire. Alla fine gli altri protagonisti decidono di raccontare di fronte ad adulti, avvocati, consulenti e di provare a fare luce su quanto accaduto e cercare di mettere insieme i pezzi di un puzzle complicato che ha portato alla morte di una loro compagna di scuola. La serie non si sofferma sull’aspetto legale della questione, su chi sia il colpevole e se ne esista uno, o più di uno. La se-

rie si sofferma, e sembra ripeterlo puntata dopo puntata, su come ogni avvenimento, per quanto apparentemente banale, possa assumere un’importanza enorme per chi lo vive e di questo si deve tenere conto. Prof.ssa Caterina D’Ardia Neuropsichiatra infantile Docente di Psicologia dello Sviluppo Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano Dott.ssa Nicoletta Vegni Psicologa Psicoterapeuta Docente di Psicologia Clinica Facoltà di Psicologia Università Niccolò Cusano

ROMA

L’iniziativa sostenibile del Bosco Temporaneo Si potrebbe definire “un piccolo cuore verde a Roma”. E in più, mobile. Si chiama “Bosco Temporaneo” ed è un progetto che – al momento, e presto spiegheremo il perché – trova spazio all’Ex Dogana della capitale, nello storico quartiere di San Lorenzo. Nato da una ricerca multidisciplinare della Sapienza, dal titolo esplicativo “Rome: II Municipio Green Network”, costituisce a tutti gli effetti la prima iniziativa sostenibile realizzata a Roma in un contesto urbano per combattere l’inquinamento e migliorare la qualità ambientale, la biodiversità e il benessere degli abitanti. LO SPAZIO. Per chi non avesse avuto l’opportuni-

tà di visitare lo spazio dell’Ex Dogana – lacuna da colmare quanto prima – si tratta di una zona con dna fortemente urbano, collocata nei pressi della tangenziale di Roma, e in un quartiere ad alta densità e popolato da molti studenti. Al suo interno, sono state collocate cento tra piante e alberi, in parte acquistati proprio dall’Ex Dogana (che ospita eventi culturali) e in parte provenienti dalla tenuta presidenziale di Castelporziano.

PROGETTO EUROPEO. L’impatto visivo con questo bosco non tradizionale è suggestivo e trasforma l’ambiente in luogo che porta alla memoria città del nord Europa. Il riferimento ad alcuni progetti di “bosco mobile” tipici della Germania è evidente. Le grandi piante in vaso dell’Ex Dogana, infatti, potranno essere spostate e ricollocate in altri luoghi, nel caso in cui ce ne sia la necessità. Tra loro, sughere, lecci, betulle, querce, solo per citare alcune delle tante piante che fanno parte della “collezione”. BANCA DEGLI ALBERI. Il bosco sarà monitorato costantemente per garantirne la crescita, il mantenimento e la possibilità di replicare l’esperienza in altre aree. C’è in cantiere, infatti, lo sviluppo di una vera e propria “banca degli alberi”, con relativa anagrafe e possibilità di geolocalizzare le piante, in modo da poter effettuare interventi green estemporanei, muovendo quelle in esubero e raccogliendo donazioni per rispondere alla “richiesta verde” proveniente dai cittadini ma anche dalle istituzioni. © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO


X UNICUSANO FOCUS CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

LA CUSANO E IL CALCIO

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

SOTTO LA LENTE DI PERSICO

Il match analyst della Ternana Unicusano: «Studio i punti di forza e le debolezze degli avversari» Sono tanti i professionisti che lavorano per la Ternana Unicusano. L’allenatore Sandro Pochesci può contare su uno staff di primo piano, con il vice allenatore Emilio Coraggio, il preparatore atletico professor Matteo Basile, l’osteopata e addetto al recupero infortunati Francesco Guicciardini, l’allenatore dei portieri Paolo Gobattoni e i collaboratori tecnici Stefano Furlan e Fabrizio Durante. Al fianco di queste figure, è sempre presente un altro professionista d’eccezione, il match analyst Daniele Persico, uno dei “fedelissimi” di mister Pochesci e uomo importantissimo per lo sviluppo tattico della squadra in campo. Ed è proprio Persico a guidarci alla scoperta del suo lavoro, così delicato e fondamentale.

I giocatori della Ternana Unicusano

Daniele Persico, in che cosa consiste, nello specifico, il suo ruolo? «Sono il match analyst della squadra. Svolgo un’analisi qualitativa e quantitativa in riferimento al modello di gioco che mister Pochesci intende adottare. In più, svolgo analisi tattica sulle caratteristiche delle squadre avversarie che

UN VOUCHER DA SETTE GARE Al fine di agevolare la presenza dei sostenitori rossoverdi al Libero Liberati per la stagione calcistica 2017-18, l’Unicusano Ternana ha comunicato che dalo scorso 24 luglio è possibile sottoscrivere, oltre al classico abbonamento da 21 partite, anche un voucher da sette gare. La “Voucher

Card” permetterà ai tifosi Settori e prezzi delle Fere di acquistare • Curve: intero 55 euro, le gare della stagione in ridotto 30 euro corso in tre tranche da sette partite ciascuna, ma • Curve tribune: intero 62 euro, ridotto 40 euro non consentirà l’acquisto dei biglietti per le gare in • Distinti: intero 80 euro, trasferta. Per sottoscrivere ridotto 55 euro la prima tranche sarà necessario presentare copia • Tribuna B centrale: intero 135 euro, ridotto 80 euro di un documento d’identità e una fototessera. • Donne: 20 euro

Daniele Persico con i giocatori durante una seduta del ritiro pre-campionato

andremo ad affrontare. In questo senso, analizzo l’avversario di turno durante più incontri, individuandone le caratteristiche salienti, i punti di forza e le eventuali debolezze nella fase difensiva e offensiva e anche nelle altre situazioni di gioco. Il mio lavoro prosegue poi con la presentazione di alcune immagini che sottopongo al mister, allo staff e ai calciatori». Quella del match analyst è una professionalità che però, nella maggior parte dei casi, non è mai molto visibile al grande pubblico dei tifosi. Questo la disturba? «Per nulla. Quello che muove il mio lavoro è la passione e non certo la volontà di essere più o meno visibile. Quindi trovo il mio lavoro molto gratificante, anche perché la nostra altro non è che una chiave di interpretazione, un mezzo di comprensione della materia calcistica, tecnico-tattica in particolare».

collaborato con lui in modo continuativo. Credo che conoscere l’allenatore con il quale si lavora sia fondamentale. E poi noi lavoriamo come staff, facciamo tante riunioni, ci confrontiamo molto spesso». Che tipo è Sandro Pochesci? «Posso solo dire che è un piacere lavorare con lui. Il mister è un decisionista. Ma ascolta sempre tutti i suoi collaboratori con molta attenzione. Sta a noi metterci a sua disposizione per supportarlo a dovere». Da un punto di vista tattico,

la Ternana Unicusano utilizzerà sempre uno stesso modulo o nelle vostre intenzioni c’è anche quella di instaurare una certa duttilità tattica? «Senza dubbio utilizzeremo una certa duttilità e flessibilità. Pochesci usa diversi sistemi di gioco. Sarà come un abito sempre diverso che i giocatori dovranno imparare a indossare. Non ci sarà dunque nessuna rigidità. Svilupperemo il nostro credo tattico anche in base alle caratteristiche dei giocatori che abbiamo a disposizione». © COPYRIGHT UNIVERSITÀ NICCOLÒ CUSANO

Dottor Persico, la sua è una figura in grado di unire conoscenze tecnologiche e calcistiche. Quanto è importante oggi la tecnologia nel calcio? «La tecnologia nel calcio, soprattutto ai livelli raggiunti dalla Ternana Unicusano, rappresenta ovviamente un aspetto di supporto molto importante. Ma è pur sempre uno strumento. E mai un fine. L’aspetto tecnico e motivazionale dei calciatori è invece il valore preponderante». È vero che voi analisti riuscite a rimanere più freddi di un allenatore nel valutare le varie situazioni di gioco? «Non credo che si possa fare un confronto tra il ruolo dell’allenatore e quello del match analyst. Noi infatti interveniamo in un momento differente rispetto all’allenatore e supportiamo il tecnico solo prima o dopo una gara». Come nasce la sua passione per la tattica? «La passione è una cosa che ti nasce dentro e che non si può spiegare. A tal proposito, una figura importante per me è stata quella di Antonio Gagliardi, responsabile match analysis della Nazionale italiana. È stato lui a introdurmi nel mondo del calcio». Qual è il suo rapporto con mister Pochesci? Vi conoscevate già? «Con Pochesci ci conosciamo da tempo, negli ultimi anni ho

CAMPAGNA ABBONAMENTI • Prosegue la campagna abbonamenti dell’Unicusano Ternana per la stagione 2017-18, con lo slogan “Unico Amore”. Esaurita lo scorso 21 luglio la possibilità di esercitare il diritto di prelazione senza cambio posto, ha preso il via da lunedì 24 luglio la vendita libera con chiusura al 22 agosto (in attesa dell’uscita del calendario ufficiale della serie B 2017-18). • I prezzi sono rimasti invariati rispetto alla passata stagione e anzi, nel pacchetto totale, è stato di nuovo inserito il derby. L’abbonamento “Feramascotte” (sempre a 30 euro) passa da 5 a 16 anni non compiuti. Sono attivi anche l’abbonamento donna a 60 euro per tutti i settori. Un altro elemento di novità è rappresentato dalla possibilità di rateizzare l’acquisto attraverso il “Pagodil” della “Cofidis” per importi superiori ai 300 euro, a tasso zero. • È possibile sottoscrivere gli abbonamenti presso l’ufficio biglietteria sotto la Curva Sud dello stadio Liberati nei seguenti orari: lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19; mercoledì dalle 16 alle 19. Le informazioni complete sono disponibili anche sulle pagine Facebook (Ternana Calcio S.p.A.) e Twitter (@ TernanaOfficial).


LA CUSANO E IL CALCIO

MARTEDÌ 8 AGOSTO 2017

UNICUSANO FOCUS XI CORRIERE DELLO SPORT / STADIO

IL CALENDARIO 2017/2018 1A GIORNATA

26 agosto 2017

2A GIORNATA

3 settembre 2017

3A GIORNATA

9 settembre 2017

4A GIORNATA

16 settembre 2017

TERNANA UNICUSANO EMPOLI

SALERNITANA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO CESENA

VIRTUS ENTELLA TERNANA UNICUSANO

5A GIORNATA

6A GIORNATA

7A GIORNATA

8A GIORNATA

19 settembre 2017

23 settembre 2017

30 settembre 2017

8 ottobre 2017

TERNANA UNICUSANO BRESCIA

BARI TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO VENEZIA

CREMONESE TERNANA UNICUSANO

9A GIORNATA

10A GIORNATA

11A GIORNATA

12A GIORNATA

14 ottobre 2017

21 ottobre 2017

24 ottobre 2017

28 ottobre 2017

TERNANA UNICUSANO SPEZIA

TERNANA UNICUSANO ASCOLI

FROSINONE TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO CARPI

13A GIORNATA

14A GIORNATA

15A GIORNATA

16A GIORNATA

4 novembre 2017

CITTADELLA TERNANA UNICUSANO 17A GIORNATA

12 novembre 2017

TERNANA UNICUSANO NOVARA

18 novembre 2017

FOGGIA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO PERUGIA 18A GIORNATA

2 dicembre 2017

25 novembre 2017

9 dicembre 2017

PESCARA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO PARMA

19A GIORNATA

20A GIORNATA

16 dicembre 2017

24 dicembre 2017

PALERMO TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO PRO VERCELLI

21A GIORNATA

22A GIORNATA

31 dicembre 2017

20 gennaio 2018

AVELLINO TERNANA UNICUSANO

EMPOLI TERNANA UNICUSANO

23A GIORNATA

24A GIORNATA

27 gennaio 2018

3 febbraio 2018

TERNANA UNICUSANO SALERNITANA

CESENA TERNANA UNICUSANO

25A GIORNATA

26A GIORNATA

10 febbraio 2018

TERNANA UNICUSANO VIRTUS ENTELLA 27A GIORNATA

24 febbraio 2018

17 febbraio 2018

BRESCIA TERNANA UNICUSANO 28A GIORNATA

27 febbraio 2018

29A GIORNATA

3 marzo 2018

30A GIORNATA

10 marzo 2018

TERNANA UNICUSANO BARI

VENEZIA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO CREMONESE

SPEZIA TERNANA UNICUSANO

31A GIORNATA

32A GIORNATA

33A GIORNATA

34A GIORNATA

17 marzo 2018

25 marzo 2018

29 marzo 2018

7 aprile 2018

ASCOLI TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO FROSINONE

CARPI TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO CITTADELLA

35A GIORNATA

36A GIORNATA

37A GIORNATA

38A GIORNATA

14 aprile 2018

17 aprile 2018

21 aprile 2018

28 aprile 2018

NOVARA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO FOGGIA

PERUGIA TERNANA UNICUSANO

TERNANA UNICUSANO PESCARA

39A GIORNATA

40A GIORNATA

41A GIORNATA

42A GIORNATA

1 maggio 2018

PARMA TERNANA UNICUSANO

5 maggio 2018

TERNANA UNICUSANO PALERMO

12 maggio 2018

PRO VERCELLI TERNANA UNICUSANO

18 maggio 2018

TERNANA UNICUSANO AVELLINO



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