Insegnare judo quindi non è semplicemente fare apprendere agli allievi una serie di tecniche che dovranno essere utilizzate nella pratica sportiva del combattimento, ma anche e soprattutto trasmettere una serie di insegnamenti e valori che l’allievo dovrà interiorizzare nel tempo e con la pratica ai fini di un progressivo ed armonico sviluppo sia del fisico che della mente. A questo punto ci si domanda quali siano le qualità che un insegnante di Judo, un Maestro, deve possedere per essere considerato all’altezza di tale compito; il judo è fatto perchè lo si pratichi e non può essere imparato, se non, appunto, attraverso l’esercizio pratico. Quindi solo chi ha già percorso questa strada, la strada del Judo, è in grado di indicarla agli altri (in giapponese il Maestro è detto Sensei “colui che è nato prima”); ma per insegnarlo occorre padroneggiare l’arte e la tecnica, averle approfondite nel tempo e saperle eseguire negli esercizi più difficili con ottimi risultati per poi riuscire a trasmetterle ai propri allievi. E questo è il bagaglio che contraddistingue il Maestro Gianni Dalla Costa, attuale insegnante del “Judo Club Valdagno” A.S.D. Egli ha iniziato la pratica nel 1977 presso la Società sportiva “Sugiyama Dojo” di Moncalieri, città che ha visto i suoi natali, sotto la guida del M° Cappelli, allora insegnante tecnico della nazionale femminile di judo, affinando al tempo stesso e per parecchi anni la pro-
continuando nel contempo ad approfondire lo studio della tecnica e dei kata presso altre Società sportive di spicco della Regione Piemonte e seguendo stages internazionali. Trasferitosi in terra veneta, nel 1991 a Lugo di Vicenza, ha continuato la sua attività judoistica presso varie palestre della Provincia ( J.C.Jigoro Kano Vicenza, Bushido Vicenza, J.C. Zugliano, J.C. Caldogno) prima di approdare all’insegnamento presso il J.C. “Robur Thiene”, sodalizio ove ha insegnato dal 1997 al 2004, con ottimi risultati sia dal punto di vista agonistico che promozionale, rivestendo, in questo stesso periodo, l’attività di Responsabile provinciale di insegnamento dei Kata. Nel 2005 gli è stata conferita la qualifica di Maestro e nel 2006 ha conseguito il 5°dan a Roma. Dal 2008 è diventato insegnante tecnico presso il “J.C. Valdagno” dove continua l’attività divulgatrice di quest’arte marziale che è il Judo, con la particolare passione che lo contraddistingue ottenendo, tra i vari traguardi raggiunti in questo breve periodo di tempo, la soddisfazione di “laureare” un suo allievo al terzo posto assoluto nei Campionati Mondiali Master 2011 svoltisi recentemente a Francoforte. Il campione master è un vecchio e glorioso nome del Judo Valdagnese, Marco Civieri, campionissimo in gioventù e oggi ancora uno tra i più forti campioni di Judo al mondo della sua
pria preparazione presso la palestra torinese del M° Sugiyama Shoji, 8°dan Kodokan di Tokio, Arbitro internazionale ed attuale Responsabile tecnico europeo di insegnamento di Kata. Ha praticato agonismo per parecchi anni con risultati lusinghieri in ambito regionale,
categoria. Come dicevo, Civieri è riuscito nell’impresa di salire sul podio negli ultimi Mondiali Master a cui hanno partecipato ben 1200 gli atleti giunti a Francoforte un po’ da tutto il mondo. Civieri ha affrontato già al primo incontro il campione tedesco in carica e nel finale di girone gli è toccato il campione del mondo
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ed europeo in carica, un russo di 160 chili, che, purtroppo, lo ha battuto e quindi è stato costretto a disputare la finalina per il terzo e quarto posto. Mach durissimo e inteso con un altro tedesco. Civeri, però, è riuscito ad avere la meglio vincendo per ippon la sua medaglia di bronzo. L’ottima organizzazione tedesca aveva predisposto un podio, si fa per dire, rinforzato per ospitare i tre vincitori: 160 kg il russo sul gradino più alto, 145 kg il secondo e il nostro Civeri, terzo, con i suoi 110 chili. Totale? Poco meno di mezza tonnellata! Ho incontrato l’amico Civieri per un veloce scambio di battute e mi ha confessato di temere un po’ questa categoria over 100 kg, perché è sempre difficile riuscire a smuovere questi colossi umani che in genere sono per decine di chili sopra il quintale. La differenza quindi è rilevante tra chi può contare su 40 o, come nel caso del russo vincitore, 60 kg sopra il limite della categoria. Tuttavia riuscire a scendere sotto i 100 kg, senza perdere la forza è altrettanto difficile quando si è master. Da giovani bastava allenarsi e si perdeva peso, adesso
bisogna fare le diete e queste tolgono forza ed energia. Marco si è allenato con la solita sua tenacia: due volte la settimana sul tatami e corsa tre volte alla settimana sempre seguito dal suo Maestro Gianni Dalla Costa. Per chi insegna con passione le soddisfazioni arrivano sempre.