Repubblica 07 ottobre 214

PD-1F

Direttore Ezio Mauro

Fondatore Eugenio Scalfari

NZ

ANNO 39 - N. 236

ALVOHXEBbahaajA CSDFDEDODL

9 770390 107009

www.repubblica.it

IN ITALIA € 1,40

(PROV. VE CON LA NUOVA DI VENEZIA E MESTRE

R2/ LA SCIENZA

ALLE 19 RSERA SUL TABLET TUTTE LE NOTIZIE IN UN CLIC CON REPUBBLICA+ L’INFORMAZIONE RADDOPPIA

Lui e lei, coppia Nobel della medicina che ha scoperto il Gps del cervello SILVIA BENCIVELLI

€ 1,30)

41007

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2/ GLI SPETTACOLI

Fincher, il regista record d’incassi “L’amore è solo sangue e bugie” ARIANNA FINOS

La sfida del governo “Fiducia sul Jobs Act” Scatta la rivolta nel Pd

R2/ LA COPERTINA

È IL PRIMO CASO, 30 SOTTO CONTROLLO

La rivincita della provincia L’Italia torna alle origini Il controesodo dettato dalla crisi e dalla voglia di ritrovare le proprie radici

> La minoranza: “Conseguenze politiche”. Rischio scissione > Renzi vede sindacati e imprese. Camusso: dialogo impossibile GOFFREDO DE MARCHIS

L’ANALISI

LA POLEMICA

A PAURA dei franchi tiratori, la necessità di un’approvazione in tempi rapidi. «Non possiamo sbrodolare», dice Matteo Renzi nel Consiglio dei ministri chiedendo l’autorizzazione a usare la fiducia sul Jobs Act in Senato. «Ma soprattutto — spiega il premier — il mio obiettivo è dare un senso unitario alla riforma, senza troppi strappi. Con i voti segreti e la battaglia sugli emendamenti questo obiettivo non sarebbe possibile. È un messaggio fondamentale non solo per l’Europa. Gli italiani devono capire dove vogliamo andare». È un rischio, certo.

La frontiera del trasformismo

Il nuovo rito del vertice breve

GAD LERNER

FILIPPO CECCARELLI

incontrarsi e a scontrarsi oggi a Palazzo Chigi. Renzi si cimenta in un tentativo di rottamazione delle vigenti relazioni sindacali. Rimette tutto in gioco, dalle tutele legislative, ai contratti di lavoro, fino ai minimi salariali. E non a caso delinea in parallelo una metamorfosi politica del Pd. Da partito dei lavoratori a partito della nazione.

ancora di più nel mondo del potere — i tempi e le forme fanno la sostanza di un problema. Con il che il fatto che Renzi abbia convocato per oggi i sindacati alle 8 di mattina, e che la durata dell’incontro non dovrà superare le 9, dicono tutto sulle intenzioni del giovane premier in materia di lavoro e articolo 18: prendere o lasciare.

A PAGINA 2

SEGUE A PAGINA 33

A PAGINA 4

L

OLITICA e società tornano a

P

ILVO DIAMANTI

A CHE mondo è mondo — e

D

L’

ENI, PARLA IL GRANDE ACCUSATORE: CINQUANTA MILIONI DI TANGENTI

“Descalzi agli ordini dei nigeriani” LA BATTAGLIA DI KOBANE

CARLO BONINI EMILIO RANDACIO

La bandiera nera dell’Is sulla roccaforte dei curdi

CHI dovevano essere “retrocessi” i 200 milioni di dollari caricati a titolo di mediazione sul prezzo dell’acquisizione da parte di Eni del giacimento nigeriano OPL245?

Chi, ai vertici del colosso petrolifero, manovrò perché quel fiume di contanti venisse riconosciuto a un “facilitatore” dall’ignoto pedigree?

A

ALLE PAGINE 16 E 17

Ora Ebola fa paura all’Europa Infermiera contagiata a Madrid ALESSANDRO OPPES MADRID UN’INFERMIERA di

Madrid la prima contagiata da Ebola fuori dal continente africano. E adesso la psicosi del contagio arriva anche in Europa. La donna — 44 anni, di origine galiziana — aveva fatto parte dell’équipe che aveva assistito il missionario spagnolo morto dopo essere stato rimpatriato dalla Sierra Leone.

È

ALLE PAGINE 10 E 11

LA STORIA

IL PRESIDENTE FS

ALLE PAGINE 12 E 13 CON UN ARTICOLO DI MICHELE BOCCI

Juve-Roma la partita infinita dell’isteria

VALERIO MAGRELLI

GABRIELE ROMAGNOLI

A DUNQUE è vero! Le desolate luci delle nostre città, con il loro atroce giallo fluorescente, saranno sostituite da led bianchi! Ho accolto la notizia con gioia incontenibile, pari solo al ribrezzo con cui, tanti anni fa, ho assistito all’arrivo di quel neon da snodo autostradale.

ricordiamo più da quanto tempo è cominciata e non sappiamo quando finirà: JuventusRoma è la partita infinita, il duello di due presunte Italie che diventano un fronte unico di manicheismo, esagerazione, perdita di ogni logica e senso.

M

N

ON

Messori: “Non solo Alta Velocità Basta passeggeri di serie B” FEDERICO FUBINI A PAGINA 28

ALLE PAGINE 34 E 35 CON UN ARTICOLO DI PAOLO GRISERI

LO SPORT

La rivoluzione delle luci led così la notte cambia colore

A PAGINA 25 CON UN ARTICOLO DI LUCA DE VITO

ESODO dalle città verso la provincia non è un fenomeno solo italiano. Riflette il deterioramento della qualità della vita e dell’ambiente soprattutto nelle periferie urbane. Dove si addensano i flussi migratori. Dove, al tempo stesso, il sistema residenziale e il paesaggio si sono degradati. Così, quelli che possono, se ne vanno. Per echeggiare il linguaggio dell’ecologia sociale: “evadono” dalle città e si “rifugiano” nei paesi più piccoli. Possibilmente, non lontano dai centri urbani, perché, comunque, le città restano il principale luogo di offerta di servizi. L’Italia, d’altronde, è un Paese di compaesani (come ha osservato il sociologo Paolo Segatti). La “provincia”, il mondo dei piccoli paesi e delle piccole città, d’altronde, è, ancora, fonte di soddisfazione, personale e sociale. Anzitutto, perché offre una rete di relazioni più fitta.

Tra coloro che risiedono in comuni con meno di 10 mila abitanti, 7 persone su 10 affermano di avere legami e conoscenze con i vicini di casa.

Luca Crippa - Maurizio Onnis

L’ARCHIVISTA HA PERSO I GENITORI AD AUSCHWITZ ORA DEVE INCHIODARE I MEDICI NAZISTI

L’ULTIMA SOPRAVVISSUTA AL PROCESSO DI NORIMBERGA

SEGUE A PAGINA 33 SERVIZI NELLO SPORT

SEDE: 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821, FAX 06/49822923. SPED. ABB. POST., ART. 1, LEGGE 46/04 DEL 27 FEBBRAIO 2004 - ROMA. ■ CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ: A. MANZONI & C. MILANO - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/574941. ■ PREZZI DI VENDITA: AUSTRIA ■ BELGIO ■ FRANCIA ■ GERMANIA ■ IRLANDA ■ LUSSEMBURGO ■ MONACO P. ■ OLANDA ■ PORTOGALLO ■ SLOVENIA ■ SPAGNA € 2,00 ■ MALTA € 2,20 ■ GRECIA € 2,50 ■ CROAZIA KN 15 ■ REGNO UNITO LST 1,80 ■ REPUBBLICA CECA CZK 64 ■ SLOVACCHIA SKK 80/€ 2,66 ■ SVIZZERA FR 3,00 ■ UNGHERIA FT 650 ■ U.S.A $ 1,50

2

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

IL GOVERNO ALLA PROVA

La riforma

Renzi blinda con la fiducia le modifiche dell’articolo 18 “Casa, tassa unica nel 2015”

“

SECCA E CHIARA

Dal 2015 un’unica tassa nei Comuni, secca e chiara.

Il Comune decide l’aliquota e ne risponde ai cittadini FREGHEREMO I GUFI

Sulla legge di stabilità stanno tutti lì a tifare perché le cose vadano male ma vedrete che noi li fregheremo DIFFIDENTI DEL PD

Una parte del Pd è preoccupata, non si fida di me. Devono ricordarsi che se hanno vinto gli altri, un motivo ci sarà MATTEO RENZI IERI A “QUINTA COLONNA”

”

Nell’emendamento sul lavoro niente reintegro per i casi disciplinari. Fassina: parli il Colle. Cuperlo: più confronto ROMA. Verso la fiducia sul Jobs Act. Il consiglio dei ministri l’ha autorizzata e oggi in Senato sarà depositato il maxi emendamento del governo sulla riforma del mercato del lavoro e l’articolo 18. Non ci sarebbe però il reintegro nei licenziamenti illegittimi per cause disciplinari. È il punto di compromesso votato dalla direzione dem, ma rientrerebbe solo nei decreti attuativi, dopo un impegno solenne in aula di Renzi o del ministro Poletti.

Intanto il premier annuncia che dal 2015 nei LA comuni ci sarà «una tassa unica, chiara e secca» al GIOR posto di quelle attuali e sarà il comune a decidere NA l’aliquota. sul Jobs Act nel Pd è braccio di ferro. Renzi non TA Ma intende indietreggiare: «Teniamo botta. Faremo le riforme. Siamo bloccati da vent’anni, chiaro che si scontenta sempre qualcuno. L’articolo 18 è un totem ideologico e fonte di incertezza». E sulla legge di Stabilità: «Stanno tutti lì a tifare perché le cose vadano male, ma noi li freghiamo». Ai sindacati che incontrerà stamani il premier chiederà «che ci diano una mano».

Tutta la minoranza chiede di evitare la tagliola della fiducia. Fassina

in un tweet minaccia: «Se la delega resta in bianco è invotabile e ci saranno conseguenze politiche». A sera, quando la fiducia sul Jobs Act è decisa, parla di «problema istituzionale molto grave che merita l’attenzione del presidente della Repubblica». Toni tesissimi.

Colloqui e riunioni per evitare che la fiducia blindi l’abolizione dell’articolo 18 e del reintegro. Cuperlo, leader di Sinistradem, si appella a Renzi perché eviti la fiducia. Civati la ritiene un segnale di «profonda rottura». I numeri al Senato sono sul filo. Il senatore bersaniano Gotor la giudica un «cedimento a Ncd». Torna a circolare lo spettro di una scissione. Anche se nessun esponente del Pd, in pubblico, lo ammette. La battaglia continua, ma bersaniani e lettiani affermano che la loro lealtà non verrà meno. Insistono perché il confronto vada avanti e si possano ottenere modifiche.

Boccia giudica un «abbaglio colossale» pensare che l’abolizione dell’articolo 18 attrarrà investimenti in Italia. Ma assicura: «Alla fine voterò con il partito». Enzo Bianco, leader dei liberal, denuncia invece l’ancoraggio a «vecchie culture politiche» di Civati e Fassina. (g.c.)

LA FIDUCIA Nel Consiglio dei ministri di ieri, il governo ha autorizzato il premier a porre la fiducia sulla riforma del mercato del lavoro al Senato

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per la sinistra il solco si allarga: “Ormai IL RETROSCENA GOFFREDO DE MARCHIS ROMA. La paura dei franchi tiratori, la necessità di un’approvazione in tempi rapidi. «Non possiamo sbrodolare», dice Matteo Renzi nel consiglio dei ministri chiedendo l’autorizzazione a usare la fiducia sul Jobs Act in Senato. «Ma soprattutto — spiega il premier — il mio obiettivo è dare un senso unitario alla riforma, senza troppi strappi. Con i voti segreti e la battaglia sugli emendamenti questo obiettivo non sarebbe possibile. È un messaggio fondamentale non solo per l’Europa. Gli italiani devono capire dove vogliamo andare». È un rischio, certo. Non per la tenuta del governo visto che i senatori dissidenti (tranne 4 o

5 casi) rientreranno nei ranghi e non faranno cadere il governo. Ma perché rimane il solco con la sinistra su un tema sensibilissimo come l’articolo 18.

Per questo motivo, al di là dell’atteggiamento di facciata che è sempre un po’ irridente, Renzi assicura che stamattina farà sul serio con i sindacati: «Non rinuncio al confronto. Anzi, lo allargherò ad altre materie molto delicate: la rappresentanza sindacale e la contrattazione decentrata. Vediamo se si può lavorare insieme». Subito dopo, oggi stesso, continuerà il dialogo con gli imprenditori «sviluppando la questione del Tfr». Dice il premier, sicuro: «Li convincerò. E so che la piccola impresa avrà delle difficoltà.

Perciò il provvedimento sul Tfr sarà affiancato da uno strumento in più che dobbiamo creare immediatamente. Uno

NUOVO QUATTRORUOTE

In Consiglio dei ministri il premier spiega: “La riforma deve essere chiara, senza strappi”

ELLEKAPPA

Gotor: “Voterò la fiducia, ma è segno di debolezza” I senatori civatiani pronti a uscire dall’aula

strumento dedicato alle Pmi in grado di coprire il vuoto economico della liquidazione che finisce in busta paga. Chiederemo un aiuto alla Cassa depositi

e prestiti e alle banche». Un discorso lungo e appassionato, quello del premier ai ministri.

Alla fine arriva il via libera all’eventuale fiducia, con la posi-

zione ancora più determinata di Angelino Alfano e Dario Franceschini. «Dobbiamo mettere la fiducia non solo autorizzarla. Il provvedimento è trop-

TANTE NOVITA’ PER LA PASSIONE DI SEMPRE. Dal ‘56 Quattroruote nutre la nostra passione per l’automobile. Oggi Quattroruote cambia e, dal numero di ottobre, diventa ancora più inimitabile. Con una nuova grafica.

Prove, test e rilevazioni ancora più complete. Listini di nuovo e usato rinnovati. E con solo 5 € in più, lo straordinario volume “L’automobile dalla A alla Z”: 600 pagine di tecnica, storia e personaggi dell’auto.

Quattroruote di ottobre ti aspetta in edicola con un numero da collezione.

NUMERO SPECIALE DI OLTRE PAGINE

450

QUATTRORUOTE.IT/DIGITALEDITION

, L EVOLUZIONE DELLA SPECIE

A SOLO 5 € IN PIÙ

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

3

PER SAPERNE DI PIÙ www.repubblica.it www.partitodemocratico.it

L’INTERVISTA/PISAPIA, SINDACO DI MILANO

“Difendo i diritti ma ai sindacati dico non potete perdere la fiducia della gente” ALESSIA GALLIONE

litico. Sposetti risponde a tutti: «Dove andiamo? Siamo quattro gatti». Pippo Civati però ha già imboccato una strada diversa. «Semmai è il Pd di Renzi ad aver cambiato la natura del Pd. Non c’è più niente di democratico nel partito. E mi chiedo: come si fa stare in un gruppo di cui non si condivide nemmeno l’atteggiamento, non solo le leggi?». È la domanda finale prima dell’uscita. L’ex sfidante delle primarie spiega che lui «nel Pd crede ciecamente», che ne ha fatto «una ragione di vita» da quando è in politica. Tuttavia il disagio è tanto, «la situazione deprimente» e il voto di fiducia avviene «sul nulla perchè dentro l’emendamento non ci saranno nemmeno le cose approvate in direzione». I suoi 6 senatori sono i principali “indiziati” dello strappo, domani in Senato. Usciranno dall’aula per non votare contro il governo. Ma non diranno “sì”. Stefano Fassina spinge anche gli altri dissidenti a ribellarsi, senza curarsi delle conseguenze del governo. «Questa riforma del lavoro parla a un altro mondo che non è il nostro». Due mondi diversi, quindi. Due pianeti lontani. «Abbiamo la pistola alla tempia, che dobbiamo fare?», osserva Federico Fornaro, uno dei firmatari degli emendamenti in difesa dell’articolo 18. Fassina e Civati la fanno troppo facile perché stanno alla Camera. Se pure votassero contro l’esecutivo non se ne accorgerebbe nessuno. A Palazzo Madama invece bastano 7 voti per mandare a casa Renzi. «Voterò la fiducia — dice rassegnato Gotor — ma è un segno di debolezza di Renzi. Non ascolta il suo partito e subisce il diktat di Sacconi». Questo è il Pd alla vigilia del voto sul lavoro, che è la radice della sinistra.

MILANO. Da una parte difende l’articolo 18: «Cancellarlo vorrebbe dire cancellare uno strumento fondamentale per evitare licenziamenti ingiustificati, una base della democrazia».

Dall’altra, però, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia chiede ai sindacati di cambiare: «Si possono anche fare grandi manifestazioni, ma perdere la fiducia conquistata con anni di impegno e lotte è una sconfitta. E la sconfitta del sindacato per me è sempre negativa».

Anche lei come Renzi attacca i sindacati?

«Io li difendo, ma denuncio in maniera costruttiva comportamenti che ritengo sbagliati. Con loro ho sempre avuto un rapporto positivo, il Comune ha fatto molti accordi importanti. Il mondo è cambiato, però, e sento il dovere di contrastare difese corporative o veri e propri privilegi. Negli ultimi anni c’è stata scarsa attenzione a chi non ha garanzie; ci sono state resistenze che in un momento di crisi vanno superate. Non capisco poi come ci si possa opporre a una legge sulla rappresentanza sindacale. Non è possibile, come è accaduto, che decisioni prese da una minoranza portino a crisi aziendali con conseguenze devastanti per tutti. È su questo, non sui diritti, che si deve cambiare».

La convince il Jobs Act? «Malgrado i tagli, il Comune ha assunto oltre 600 persone e stabilizzato oltre 200 precari. Bisogna tutelare anche chi non ha un contratto a tempo indeterminato o chi non ha un lavoro, tenendo conto della situazione del Paese e evitando, come spesso accade anche a sinistra, di fare proposte demagogiche irrealizzabili. Con gli 80 euro, ad esempio, Renzi ha fatto una scelta coraggiosa».

Sindaco, lei difende l’articolo 18: perché? «È uno scalpo che il centrodestra vuole per dimostrare che ha sconfitto un simbolo. Ma non è un simbolo, è una tutela doverosa in uno stato di diritto, peraltro molto ridimensionata rispetto al passato visto che riguarda solo i licenziamenti discriminatori, ingiusti e ingiustificati. Renzi dice che non è un problema e che quindi si può cambiare. Se non è un perché cambiare?». prospettiva per il futuro problema Il suo, quindi, non è un giudizio negativo sul governo?

GIULIANO PISAPIA «Non sono né renziano né antiSINDACO DI MILANO renziano, ma vorrei credere ancora in un centrosinistra non arroccato al passato, capace di fare scelte coraggiose e realistiche. Era necessaria una svolta e Renzi ci sta provando, come ha fatto per i costi della politica di cui si parlava da decenni: prendiamo atto, senza timore di criticare le scelte che si ritengono sbagliate».

Renzi fa bene a tirare dritto? «È positivo il cambio generazionale, ma senza disprezzare l’esperienza di tanti. Bisogna avere la forza di decidere, ma anche la volontà di confrontarsi con chi, a sinistra, la pensa diversamente e di correggere eventuali errori. Più in generale, il Pd deve chiarire se questa maggioranza anomala è una prospettiva anche per il futuro o se è dovuta solo alla situazione dei numeri in parlamento».

Sul lavoro, però, il governo chiede la fiducia.

«Se la fiducia fosse sull’abolizione dell’articolo 18 sarebbe un grave errore con il rischio di una rottura irreversibile; se fosse su un testo che tiene conto del dibattito dentro il Pd sarebbe ragionevole».

Crede che da parte di Renzi ci sia un eccesso di annunci?

«Forse all’inizio ha promesso un po’ troppo. Adesso, per non perdere la credibilità e la fiducia che ha dimostrato di avere, dica cosa è davvero possibile fare e con quali tempi. Altrimenti le promesse diventano un boomerang».

Spera che si torni a votare presto?

«L’Italia ha bisogno di riforme: se si riescono a fare bene, se in parlamento vincono i veti incrociati, forse è meglio votare.

Nonostante questa maggioranza non mi piaccia, però, serve un segnale di stabilità».

Renzi sta tradendo la sinistra?

«Renzi non dialoga con la sinistra, che però deve fare proposte realizzabili. Nella sinistra del sempre “no” non mi riconosco. Per fermare la rissa continua faccio un appello: ognuno faccia un passo indietro per farne due avanti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

po importante», dicono quasi in coro i due ministri.

L’incontro con i sindacati nella sala Verde di Palazzo Chigi, il suo esito finale, condizionerà le scelte della minoranza del Pd. Così come il nuovo emendamento che sta scrivendo Giuliano Poletti per recepire le correzioni indicate dal Partito democratico nella sua direzione.

Acqua fresca, ribattono alcuni oppositori prima ancora di conoscere il testo governativo.

Quella che si vede oggi è dunque la continuazione di un dialogo tra sordi. Entrambi i fronti sembrano decisi ad aggravare la frattura. Spingere Renzi a destra nell’immaginario collettivo, insistere nei paragoni con Margaret Tatcher, accusarlo di cedere ai «ricatti di Sacconi» mettendo la fiducia sulla legge delega, come fa il senatore bersaniano Miguel Gotor, ha un significato politico che va oltre il Jobs Act. Significa liberare e marcare un territorio politico diverso, quello della sinistra, e se non è questa la premessa di una scissione poco ci manca.

Qualcuno nei giorni scorsi ha sentito pronunciare allo storico tesoriere dei Ds Ugo Sposetti due paroline tedesche: “Die Linke». È il partito fondato in Germania da Oskar Lafontaine in contrapposizione con il socialismo “di centro” di Schroeder, del quale rimane nella storia la riforma del lavoro, appunto. Linke vuole dire sinistra e ancora oggi il movimento ha il 7 per cento dei voti (Europee 2014).

A Sposetti chiedono tutti giorni “ma allora ve ne andate?” perché il tesoriere è notoriamente seduto, come Paperone, su un patrimonio (immobiliare) di circa 2 miliardi di euro.

I soldi della Quercia vengono visti come una precondizione della nascita di nuovo soggetto po-

I numeri a Palazzo Madama 168 Maggioranza del Governo Renzi

161

108

Quorum

Pd

32 Ncd

11 Autonomie

320 totale

7 Scelta Civica

10 Per l’Italia

Le anime del gruppo Pd

58

28

8

14

Renziani e Areadem (Franceschini)

Bersaniani e Dalemiani

Giovani Turchi

Civatiani

Voti sicuri per riforma art. 18

132 161

72*

Quorum

Pd

32 Ncd

11 Autonomie

7

320 totale

Scelta Civica

10 Per l’Italia

* Renziani- Areadem- Giovani Turchi

Al Senato il governo Renzi conta su 7 voti di margine rispetto al quorum dei 161 della maggioranza assoluta. Sulla riforma del lavoro 38 esponenti del Pd hanno firmato emendamenti per modificare la legge delega. Ma quasi tutti i “dissidenti” hanno manifestato l’intenzione di votare sì alla mozione di fiducia

“

siamo due mondi diversi”

Sento il dovere di contrastare difese corporative e veri e propri privilegi

Il Pd chiarisca se questa maggioranza anomala è una

“

4

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

IL GOVERNO ALLA PROVA

PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.cgil.it

La polemica

Governo-sindacati, sarà incontro lampo Renzi convoca Cgil, Cisl e Uil dalle 8 alle 9 “Pronti a sbloccare gli scatti per la polizia”

LA GIOR NA TA

TOMMASO CIRIACO

ROMA. Tutto in un’ora, di buon mattino. Oggi, alle 8, i sindacati sono attesi a Palazzo Chigi per discutere di Jobs act e articolo 18. Con una dead line, però: il colloquio non durerà oltre sessanta minuti, visto che alle 9 l’agenda del premier prevede colloqui con Confindustria e le altre sigle imprenditoriali. Una scaletta così serrata che il segretario generale della Cigl Susanna Camusso proprio non apprezza: «Mi viene in mente il titolo di una canzone, “un’ora

sola ti vorrei”. Comunque ci vestiremo bene, saremo puntuali e avremo già bevuto il caffè... ». Raffaele Bonanni (Cisl), invece, non si avvilisce: «Il mattino ha l’oro in bocca. In un’ora, se ci si capisce, si fanno tante cose».

La riforma del lavoro approderà sul tavolo del confronto dopo settimane di scontro frontale. Poco importa, perché alla vigilia Camusso non è disposta ad arretrare. Anzi, poco prima della lettera di convocazione ribadisce il parallelo tra il premier italiano e la “lady di ferro”: «L’assenza di dialogo sociale si era vista in Europa una sola volta, con la Thatcher». Tocca alla Cisl tentare di distendere gli animi: «È un buon segno». E non è escluso che

Palazzo Chigi decida di trasmettere il colloquio in streaming. Il Presidente del Consiglio, intanto, ironizza: «Ci vediamo alle 8 così almeno si fa alla svelta... A me dà un po’ noia questa immagine del tavolone della sala verde, ma li incontrerò lì, non è che ne abbiamo altri di tavoloni...».

Dopo a Palazzo Chigi sarà la volta dei sindacati della polizia e dei militari. In agenda c’è il tanto atteso scongelamento dei tetti salariali. «Noi siamo disponibili a sbloccare gli scatti — ammette Renzi — ma bisogna smetterla con certi atteggiamenti discutibili». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il racconto Nella Sala Verde molti governi hanno negoziato per giornate e notti intere Ora vengono concessi tempi ridottissimi al confronto e la Camusso ironizza evocando una famosa canzone

“Un’ora sola ti vorrei” addio trattative fiume il contentino del premier dura solo 60 minuti FILIPPO CECCARELLI

LA STORIA

CODICE ANNIBALDI Dal direttore di Confindustria il nome del ”manuale di negoziazione”

FANFANI IN LACRIME Del Turco ricorda Fanfani in lacrime per una dura trattativa

DONAT CATTIN Da ministro iniziava le trattative così: “Siamo sull’orlo di un colpo di Stato”

A CHE mondo è mondo — e ancora di più nel mondo del potere — i tempi e le forme fanno la sostanza di un problema. Con il che il fatto che Renzi abbia convocato per oggi i sindacati alle 8 di mattina, e che la durata dell’incontro non dovrà superare le 9, dicono tutto sulle intenzioni del giovane premier in materia di lavoro e articolo 18: prendere o lasciare.

Data l’ampiezza del contenzioso, si tratta di una frettolosa informativa. Una formalità, una scappatoia, un contentino, una specie di recita per togliersi di torno ogni residuo scrupolo.

Tutto è infatti deciso. In un accesso pop Camusso ha ironizzato sulla prevista brevità richiamando il titolo di una canzone della sua adolescenza, «Un’ora sola ti vorrei» (1968). Ma nell’annunciare la riapertura della «Sala verde» di Palazzo Chigi, sede di ogni storica concertazione, Renzi era parso perfino dispiaciuto: «Si vede che sto invecchiando».

Questo accade comunque.

Ma forse gli farà piacere apprendere che in quel luogo si svolge da tempo la Conferenza Stato-Regioni e da qualche anno, a Natale e a Pasqua, anche la santa messa per i dipendenti della Presidenza. E tuttavia, se si vuole raggiungere un’intesa, «un’ora sola» è niente.

C’è ovviamente tutta una letteratura e anche una leggenda sul tempo che i vari governi concedevano alle trattative, spesso assumendo un ruolo di mediazione — parola invero disconosciuta nel lessico renziano. Tanto fu praticata, l’arte del negoziato a Palazzo Chigi, da generare una vera e propria manualistica, dal codice Annibaldi (Paolo, direttore generale di

D

SALA VERDE Luglio ’93, il premier Ciampi riceve le parti sociali per stipulare il “patto”.

Si riconoscono Giugni, Manzella e D’Antoni

Confindustria) al prontuario Cattaneo (Giovanni, ex responsabile Intersind del Piemonte).

Mentre per la controparte sindacale, la tradizione ha consegnò agli annali un canone, attribuito allo studioso e dirigente della Cisl Bruno Manghi, per cui proprio la dilatazione del tempo, tra sospensioni, sfinimenti e

la favolistica repubblicana che quando nel 1969, vertenza metalmeccanici, il ministro Donat Cattin, già sindacalista, esordì: «Siamo alla vigilia del colpo di Stato».

E tuttavia, nella Sala Verde, Ciampi e Prodi qualcosa di buono combinarono. Anche Berlusconi, d’altra parte, detestava

perdere tempo. Al punto che quando era ancora in Fininvest s’era persino inventato le riunioni senza sedie, con gli interlocutori tenuti in piedi, per fare prima. Un po’ come fa oggi Renzi, conquistato il potere per la terza volta, il Cavaliere si vantò di aver approvato la Finanziaria in nove minuti e la manovra eco-

La durata del vertice fa presagire un prendere o lasciare e accredita un leader rapido e deciso

>

ALESSANDRA LONGO

bivacchi notturni, finiva per assumere un fondamento filosofico e per certi versi addirittura rituale.

«Mi annoia — così s’è espresso ieri Renzi in tv — quel lungo tavolone e quelli dentro che chiacchierano, chiacchierano...». Applausi. L’argomento «chiacchiere», in realtà, non è nuovissimo, e come ogni semplificazione anche un po’ rischioso per chi come lui è svelto di lingua. Però è vero che a lungo i governanti hanno assecondato le lentezze negoziali, a volte pure ondeggiando fra il melodramma e minacce. Per cui una sera Del Turco vide Fanfani piangere, così come tramanda

BELPAESE

L’orologio di Storace A DATA si avvicina: è il 21 ottobre. A meno di qualche colpo di scena, Francesco Storace sarà processato per vilipendio del presidente della Repubblica sulla base dell’articolo 278 del codice penale. Reato di «lesa maestà» sopravvissuto al regime fascista. Ironia della sorte colpisce proprio lui: Storace, colpevole di aver pronunciato nel 2007 la parola «indegno» riferita al capo dello Stato. Adesso rischia da uno a cinque anni di carcere e, se dovesse superare i due anni di condanna, finirebbe privato dei diritti politici come Berlusconi. In molti trasversalmente si sono attivati, vecchi colleghi missini come Gasparri e La Russa, ma anche Cicchitto, Capezzone e Giachetti. Il tempo scorre e non succede nulla. L’hashtag dei simpatizzanti si chiama: «Fermiamo l’orologio». Lui, Storace, è parecchio nervoso e annuncia: «Spero nell’assoluzione ma se sarò condannato mi presenterò in carcere».

L

nomica in dieci. Era il 2008, ma poi tra una barzelletta e l’altra, arrivò la crisi, le trattative conobbero inevitabili indugi, dilazioni, rinvii, differimenti, prolungamenti, ritardi, proroghe, pastrocchi ed eccoci così a Renzi.

Al quale di sicuro non dispiace, rivolgendosi all’Europa e a un pubblico assai più ampio del Pd, di accreditarsi come un leader anti-sindacale che finalmente fa piazza pulita della Triplice.

Ma soprattutto gli fa gioco riproporsi come il presidente ultrarapido che decide in corsa, non guarda in faccia nessuno e accorcia il tempo del comando.

Va così dal momento in cui Renzi è arrivato su una Smart a Palazzo Chigi. Oltras a una indubbia volontà ed energia l’accompagna e lo sostiene un’intensa auto-narrazione a base di blitz, sprint, scatti, anticipi, sorpassi e tappe da bruciare. Ma come spesso accade nella vita, prima che in politica, è sempre tutto più complicato e difficile e faticoso. Questo costringe il premier ad accelerare di nuovo contro ciò che due mesi fa ha designato: «discussionismo».

Termine inedito, di efficace ed equivoca risonanza. Ma resta pur sempre l’estremo rimedio: «In un’ora — dice il proverbio — Dio lavora». Amen.

© RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA

FRAMESOFLIFE.COM MOD. AR5026 + Clip on

6

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

ECONOMIA

Le misure

Liquidazione in busta paga i dubbi delle banche su garanzia e rendimenti Oggi vertice tra l’Abi e i tecnici del governo Anche i Fondi pensione attendono chiarimenti ETTORE LIVINI

I PUNTI

1

I LAVORATORI I lavoratori che lo vorranno potranno volontariamente chiedere l’anticipo del Tfr. Si potrà ottenere in un’unica tranche a inizio anno, nel mese di febbraio

2

LE IMPRESE Per le imprese non cambierà nulla Non ci sarà una perdita di risorse per il proprio autofinanziamento.

Continueranno ad accantonare il Tfr dei dipendenti

3

LE BANCHE Le banche avranno un ruolo decisivo Anticiperanno il Tfr Poi le imprese, al termine del rapporto di lavoro, lo verseranno agli istituti di credito, non al lavoratore

MILANO. Le banche vogliono chiarimenti dal governo sul fronte Tfr prima di dare il via libera all’operazione. L’Associazione bancaria italiana (Abi) ha incontrato ieri i tecnici dell’esecutivo e oggi ci sarà il vertice ufficiale tra banche e governo per provare a sciogliere i dubbi sul provvedimento che porterà in busta paga la liquidazione dei lavoratori dipendenti. Un’iniziativa «volontaria», assicura la politica, che impegnerebbe però il credito ad anticipare solo nel 2014 fino a un massimo di 11 miliardi alle piccole e medie imprese tricolori.

E che senza l’ok dell’Abi ben difficilmente potrebbe decollare.

Le bocche, come ovvio, sono cucite. Anche perché gli istituti aspettano di leggere un testo ufficiale. I testi circolati in questi giorni prevedono che a restituire il Tfr in busta paga ai dipendenti delle aziende con meno di 50 dipendenti — le uniche che lo trattengono in tesoreria — sia o un fondo compartecipato da Cassa depositi e dalle banche o gli istituti in prima persona.

Un’intermediazione chiesta da Confindustria e necessaria per non creare problemi a realtà che utilizzano i soldi accantonati per il Tfr come riserva di liquidità a basso costo in un momento in cui il credito arriva

Gli istituti di credito sarebbero chiamati ad anticipare fino a un massimo di 11 miliardi nel solo 2014 con il contagocce.

La formula prevista della bozze del governo non toccherebbe questo tesoretto.

Le banche anticiperebbero i soldi in busta paga e solo al momento delle dimissioni del dipendente le aziende restituirebbero la liquidità accumulata agli istituti o al Fondo.

I nodi per l’Abi sono chiari: che ritorno garantiranno questi prestiti alle pmi? La liquidazione oggi ha un rendimento “automatico” (1,5% + il 175% dell’inflazione, in questo momento circa il 2,3%). Un tasso molto inferiore a quello medio praticato sui crediti alle imprese, il 2,89% a fine agosto, e molto basso soprattutto rispetto ai valori praticati a quelle più inaffidabili o a rischio.

Il governo ha messo sul piatto la garanzia pubblica dell’Inps su questi fondi. E il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha in sostanza dato luce verde («le banche sono libere») all’utilizzo dei fondi raccolti con l’ultimo finanziamento Tltro della Bce — 23 miliardi chiesti dagli istituti ita-

liani a un tasso agevolato dello 0,15% — per il finanziamento dell’operazione Tfr. Il mondo del credito però vorrebbe rendimenti adeguati sui soldi girati alle aziende più fragili e chiede certezze su modi e tempi di rimborso in caso di fallimenti societari tra i debitori.

Un altro nodo da chiarire è cosa dovranno fare i lavoratori che hanno già deciso di girare parte della loro liquidazione alla previdenza complementare. Potranno fare marcia indietro pretendendo di farsi depositare la cifra direttamente nello stipendio? L’ipotesi ha creato già qualche mal di pancia tra i fondi pensione, alle prese con il faticoso decollo di questo “terzo pilastro” della previdenza integrativa sponsorizzato negli anni passati dalla politica. Nel 2013 «su 12,3 miliardi di flussi contributivi complessivi in questi strumenti, circa 5,2 miliardi sono stati rappresentati da quote di Tfr», ha detto con un filo di preoccupazione Rino Tarelli, l’Authority di settore. «È chiaro che, prima di esprimere una valutazione dell’effettivo impatto di tale eventuale misura, è necessario conoscere le modalità in cui tale soluzione verrebbe articolata — ha aggiunto — come la quota del Tfr presa in considerazione, durata e destinatari dell’iniziativa e la sua volontarietà». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Confindustria ritira le barricate “Può dare una spinta ai consumi” ma Pmi e artigiani restano in trincea IL RETROSCENA ROBERTO MANIA ROMA. Se non è una marcia indietro, poco ci manca. Confindustria potrebbe dare il suo via libera al piano del governo di anticipare in busta paga il Tfr. «Se non tocca le imprese ben venga un’ipotesi che può dare una spinta ai consumi», dice Alberto Baban, presidente della Piccola Industria e vicepresidente di Confindustria. «Mi pare che la partita, con la proposta dei tecnici di Palazzo Chigi, si sia spostata sul campo di gioco delle banche». Ed è questa la linea che il presidente di Viale dell’Astronomia, Giorgio Squinzi, sosterrà oggi nell’incontro con il governo a Palazzo Chigi, dopo che ieri sera il documento dei tecnici dell’esecutivo è stato esaminato con attenzione dai vertici confindustriali.

L’appoggio delle imprese potrebbe essere determinante per realizzare l’operazione sul Tfr. In un primo tempo gli industriali avevano alzato le barricate di fronte all’eventualità di un anticipo del trattamento di fine

GLI INDUSTRIALI Il presidente Giorgio Squinzi. In alto a destra, Palazzo Chigi a Roma

rapporto ai lavoratori. Il rischio — sosteneva Confindustria — è che vengano tolte risorse indispensabili all’auto-finanziamento delle piccole imprese, tanto più in questa stagione di difficoltà di accesso al credito. Il piano del governo, però, lascia nei fatti immutate le cose e questo spiega quello che si profila come un dietrofront della Confindustria. Resistono, invece, le associazioni delle piccole imprese, artigiani, commercianti e cooperative convinte che l’anticipo del Tfr avrà comunque conseguenze sui meccanismi di finanziamento delle aziende. I “piccoli” parlano di un possibile salasso

per i propri bilanci. Si vedrà oggi se è soltanto una posizione di tattica negoziale.

Il progetto che hanno preparato i tecnici di Palazzo Chigi anche in vista dell’appuntamento di questa mattina quando il governo incontrerà per la prima volta separatamente i sindacati e gli imprenditori, non comporta almeno a prima vista alcuna perdita di risorse per le imprese.

Non ci saranno cambiamenti. In pillole: le aziende continueranno ad accantonare le quote di Tfr dei propri dipendenti ma al termine del rapporto di lavoro con i lavoratori che hanno optato per l’anticipo della liquidazione, an-

ziché versare l’ammontare al dipendente lo verseranno alla banca (o all’apposito Fondo che potrebbe essere costituito) che nel frattempo lo ha anticipato. Il campo delle banche, appunto, come ha detto Baban.

C’è solo un nuovo adempimento che, nel caso, spetterà ai datori di lavoro, sia quelli sotto i 50 dipendenti che continuano ad accantonare in bilancio il Tfr, sia quelle con più di 50 dipendenti che lo versano al fondo presso l’Inps: raccogliere i moduli con le scelte dei propri dipendenti e indirizzarli alle banche (o al Fondo) alle quali si rivolgerà il lavoratore per ottene-

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

7

PER SAPERNE DI PIÙ www.palazzochigi.it www.confindustria.it

Bocciatura vicina per Parigi e Roma La Ue potrebbe chiedere la modifica delle leggi di bilancio. Gozi: “Noi non siamo inadempienti” ROSARIA AMATO ROMA. Francia e Italia molto probabilmente “rimandate”, la Grecia promossa, con un attivo primario di bilancio del 2% già quest’anno, oltre il target dell’1,5% previsto nel piano di salvataggio internazionale. Il termine per la notifica dei piani di bilancio a Bruxelles scade il 15 ottobre, ma diversi funzionari dell’Eurozona si sono lasciati sfuggire indiscrezioni. E nonostante ufficialmente ci siano solo smentite («Per ora circolano solo bozze e quindi sarebbe estremamente prematuro prestarsi a speculazioni sui contenuti delle opinioni che daremo», ha precisato il portavoce del commissario agli Affari Economici, Simon O’Connor), la posizione della Ue sembra deli-

Sempre contrarie le associazioni delle piccole imprese, degli artigiani e commercianti Il governo sosterrà la richiesta della Cgil per una legge sulla rappresentanza re l’anticipo.

Il premier Matteo Renzi non ama i sindacati e nemmeno la Confindustria, soprattutto nelle rispettive versioni nazionali, di certo però il sostegno degli industriali anche all’operazione Tfr finirà per creare nei fatti un asse tra il governo e gli industriali. C’è l’intesa sull’articolo 18 (il presidente Giorgio Squinzi l’aveva sempre considerato un non-problema ma ora appoggia la linea Renzi); c’è una non-belligeranza sul resto del Jobs Act anche perché le soluzioni sono tutte rinviate alle leggi di attuazione e la Confindustria si prepara a fare lobby; c’è stato il “decreto Polet-

ti” che ha liberalizzato, venendo incontro alle richieste delle imprese, i contratti a tempo determinato. E da oggi si apre il capitolo contrattazione e rappresentanza sindacale. L’impostazione del governo non è affatto distante dalle proposte avanzate dalla Confindustria. La tesi di fondo è che per le imprese sia sempre più difficile sostenere i costi di due livelli contrattuali, quello nazionale e quello aziendale. Il governo chiederà alle parti sociali di scommettere sulla contrattazione di secondo livello per provare ad accrescere la produttività e recuperare quote di competitività sui mercati internazionali.

In cambio il governo è pronto a sostenere una legge per la rappresentanza in azienda, come chiedono la Cgil e la Fiom. Non è quest’ultima proposta esattamente ciò che chiedono gli industriali. Che, però, sanno di ritrovarsi sulla stessa posizione della Cisl e della Uil e di avere in Parlamento il sostegno del Nuovo centro destra di Angelino Alfano che fa pure sempre parte del governo. Alleanze, insomma, a geometrie variabili. © RIPRODUZIONE RISERVATA

nearsi con una certa precisione.

La Francia è in una situazione più grave dell’Italia sotto il profilo del deficit/Pil: sforerà di parecchio il tetto del 3%, fermandosi al 4,3% e rinviando il risanamento al 2017. L’Italia dovrebbe rimanere sotto il 3% o rientrare nel tetto, ma il debito è ben oltre i limiti consentiti. Pertanto la richiesta di rinvio per il raggiungi-

STAMPA ESTERA

WSJ: SCONTRO IN ARRIVO Francia e Italia rischiano anche secondo le anticipazioni del Wall Street Journal

mento del pareggio di bilancio potrebbe essere respinta. Anche per Parigi si profila un rinvio della legge di bilancio 2015 con richiesta di modifiche.

La Commissione potrebbe anche portare la procedura disciplinare verso la Francia all’ultimo livello prima delle sanzioni, ma al tempo stesso accordare a Parigi altri due anni per ridurre il deficit al di sotto dei limiti Ue. Bruxelles non può permettersi di far passare il principio che le regole valgano solo per i Paesi minori come la Grecia e il Portogallo: anche Francia e Italia devono rispettarle, fa notare il Wall Street Journal.

Roma e Parigi al momento ostentano tranquillità. «Il governo non si sente affatto in situazione di grave inadempienza, siamo fiduciosi», dice il sottosegre-

tario agli Affari Europei Sandro Gozi. Anche il premier francese Manuel Valls sprizza ottimismo: «L’Europa deve ritrovare la crescita. Sono molto deciso a convincere i miei omologhi europei e non ho dubbi che saremo capiti da tutti». In effetti la crescita sembra rallentare decisamente anche nella locomotiva Germania: gli ordini dell’industria in agosto calano del 5,7% rispetto al mese precedente: si tratta della flessione maggiore dall’inizio del 2009. E la Germania è sempre meno convinta del piano di acquisti di Abs da parte della Bce: il presidente Jens Weidmann in un’intervista ha ribadito il rischio che vengano acquistate cartolarizzazioni «di scarsa qualità». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

ECONOMIA

9

PER SAPERNE DI PIÙ http://cafuil.serviziuil.it www.fiscooggi.it

Il dossier Ecco cosa succederà alla busta paga degli italiani con l’anticipo della liquidazione Più soldi per i consumi insieme a un possibile aumento del reddito imponibile Isee

Con il Tfr bonus di 1200 euro all’anno ma meno detrazioni e agevolazioni Per i conteggi bisognerà attendere la scelta tra 100% e 50% del trattamento Possibili svantaggi su Tasi, tasse universitarie, asili nido e mense scolastiche

L’anticipo del Tfr in busta paga FONTE ELABORAZIONE CAF UIL ROMA

Ipotesi

VALENTINA CONTE ROMA. Più Tfr in busta paga, meno agevolazioni per asili nido, mense scolastiche, tasse universitarie. E anche minori detrazioni Tasi. Esiste un rischio, insito nell’operazione cara al governo Renzi, fin qui trascurato o neanche ipotizzato dai tecnici. Ed è quello di perdere gli sconti legati al reddito Isee, destinato con certezza a lievitare nel caso in cui il dipendente optasse per l’anticipo della liquidazione nel cedolino del prossimo anno. Non una faccenda di poco conto. Assicurata la liquidità alle piccole e medie imprese grazie al circuito bancario, l’ostacolo più grande all’idea del Tfr subito - in un’unica soluzione a febbraio oppure in rate mensili - ora diventa proprio questo. Il pericolo cioè che il lavoratore ci perda. E che ci guadagni, alla fine, solo lo Stato. Il Tfr in busta paga non è difatti solo “salario differito” che il dipendente può scegliere di consumare ora. Ma anche tasse di domani che il governo incassa oggi. Dai 4 ai 6 miliardi, a seconda dell’ipotesi. Di fatto, una mini-manovra, buona per tagliare l’Irap alle aziende. O finanziare i “nuovi” ammortizzatori sociali. O entrambi. Non male, in tempi di impegnative coperture alla legge di Stabi-

100 %

lità.

Di quanti soldi parliamo? In media, 100 euro al mese, 1.200 euro l’anno, netti. Un dipendente che viaggia attorno ai 23 mila euro lordi annui (l’imponibile medio dei lavoratori italia-

2.418 €

ni nel privato), se scegliesse l’anticipo del suo Tfr, vedrebbe salire la busta paga di 106 euro in più (netti) da gennaio in poi.

Oppure di 1.269 euro tutti in una volta. E questo nell’ipotesi, che ora va per la maggiore a Palazzo Chigi, di concedere nel 2015 il 100% della liquidazione accumulata nel 2014. Il vantaggio mensile di fatto oscillerebbe tra gli 85 e i 153 euro, a seconda dei redditi (dai 18 mila ai 35 mila euro annui), calcola il Caf Uil. Molto meno, se l’anticipo fosse del 50% del Tfr, dunque non una mensilità in più, ma solo mezzo stipendio extra: in busta paga si vedrebbero dai 43 ai 76 euro. Poca cosa.

Tutto ciò nel caso in cui (logi-

co e favorevole) l’anticipo del Tfr sia tassato non come cumulo di reddito e dunque con un’aliquota Irpef più alta (sarebbe una stangata fiscale in piena regola). Ma in modo separato e agevolato, come avviene ora alla fine del rapporto di lavoro, con un’aliquota media pari a quella Irpef degli ultimi cinque anni (più un 11% della rivalutazione), dunque tra il 23 e il 25%. Ebbene, anche in quest’ultimo caso di tasse ridotte, salirebbe il reddito. Non quello imponibile ai fini Irpef, ma quello Isee. Che proprio dal 2015 ricomprende nel suo calcolo, giustappunto, anche tutti i redditi a tassazione separata, come appunto il Tfr, oggi esclusi.

Ma più Tfr significa maggiore reddito Isee, dunque minori sconti, specie per redditi medio-bassi. Vediamo qualche esempio. Un reddito Isee di 12.500 euro a Milano paga una tariffa di asilo nido pari a 103 euro mensili. Ma se quel reddito si alzasse anche solo di un euro per effetto del Tfr anticipato - la retta passerebbe a 232 euro: 129 euro in più al mese. Conviene? Il costo della mensa scolastica a Roma è di 50 euro mensili per redditi Isee non superiori, anche qui, a 12.500 euro. Limite che un anticipo di liquidazione potrebbe violare, portando così la mensa a 54 euro.

L’iscrizione all’università La Sapienza di Roma costa 549 euro l’anno, per i redditi Isee di 12 mila euro. Si passerebbe a 600 euro con un reddito poco sopra.

A Bari chi ha un reddito Isee di 10 mila euro non paga la Tasi.

Sarebbe rischioso accettare il Tfr nello stipendio, se poi questo comportasse l’obbligo di versare la tassa sulla casa e per giunta con aliquota massima, al 3,3 per mille.

«Sarà una scelta volontaria», rassicurava ieri il ministro dell’Interno Alfano. «E se si fa, non costerà neanche un euro in più di tasse», rincarava il viceministro all’Economia Morando. Dipende, verrebbe da dire. © RIPRODUZIONE RISERVATA

1.727 € 1.589 €

Tfr lordo

1.243 €

1.209 € Ipotesi

50 %

864 € 795 €

1.830 € Tfr lordo

622 €

Tfr mensile 153€

1.269 € TFR netto annuo

1.020 € Tfr mensile 85€

Irpef da trattenere

Tfr mensile 106€

320 €

1.368 €

587 €

915 €

Tfr mensile 114€

359 €

510 €

223 €

REDDITO Aliquota Irpef sul Tfr

18.000 €

23.000 €

23.500 €

35.000 €

23%

23,9%

24,1%

25,3%

REDDITO Aliquota Irpef sul Tfr

Tfr mensile 53€

684 €

Tfr mensile 76€

294 €

Tfr mensile 57€

160 €

180 €

18.000 €

23.000 €

23.500 €

35.000 €

23%

23,9%

24,1%

25,3%

Tfr mensile 43€ Irpef da trattenere

635 €

112 €

10

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

LO SCANDALO ENI

L’inchiesta Armanna sentito dai pm di Milano “L’intermediario era legato a Scaroni tramite un legale vicino al finanziere Micheli. Ad Abuja si diceva che i soldi erano per Paolo”

Il grande accusatore Eni “Il rais nigeriano mi disse: Descalzi è ai miei ordini” Maxitangente sui pozzi, parla il manager che gestì l’affare “In Italia imposero il mediatore, 50 milioni tornarono in mazzette” CARLO BONINI EMILIO RANDACIO

“

ROMA. A chi dovevano essere “retrocessi” i 200 milioni di dollari caricati a titolo di mediazione sul prezzo dell’acquisizione da parte di Eni del giacimento nigeriano OPL245? Chi, ai vertici del colosso petrolifero, manovrò al di là di ogni ragionevole azzardo perché quel fiume di contanti venisse riconosciuto a un “facilitatore” dall’ignoto pedigree e sprovvisto di un valido mandato a vendere? E ancora: perché Eni dovette ricorrere a un mediatore pur avendo un rapporto diretto con il proprietario del giacimento? Chi, insomma, ha sin qui mentito sull’acquisizione per 1 miliardo e 300 milioni di dollari di OPL245 da parte di Eni e Shell? L’uomo che ha deciso di ricostruire con “Repubblica” l’intera storia, di dare delle ri-

L’UOMO DEL PETROLIO

L’ex ministro Etete indicò il facilitatore e fece: “Perché voi di Eni avete bisogno di lui?”. Poi rivolto a Obi aggiunse: “Non ti do il mandato, vuoi solo il mio denaro”

”

sposte (naturalmente le sue) a quelle domande, è un siciliano di 42 anni, un ex dirigente dell’Eni. E il suo nome è Vincenzo Armanna. Il 30 luglio scorso, accompagnato dall’avvocato Fabrizio Siggia, ha infilato spontaneamente un ufficio del palazzo di Giustizia di Milano. E, per undici ore, ha risposto alle domande dei pm Fabio De Pasquale, Eugenio Fusco e Sergio Spadaro, i tre magistrati che lo indagano per corruzione internazionale insieme a Paolo Scaroni (ex ad di Eni), Claudio Descalzi (attuale ad di Eni), Roberto Casula (ex vicepresidente Eni per l’Africa e oggi capo dello sviluppo e delle operazioni), Luigi Bisignani, il finanziere Gianluca Di Nardo, il mediatore Emeka Obi, l’ex ministro del petrolio nigeriano Dan Etete. Da quel giorno, Armanna si è inabissato, insieme al segreto del suo verbale di interrogatorio. E da quel giorno, il suo nome, la sua “verità” sono diventate un incubo per i vecchi e i nuovi vertici di Eni. Ora, seduto ai tavolini deserti di un bar, Armanna dice: «In Eni hanno tentato e stanno tentando di distruggere la mia reputazione, la mia storia professionale. E ho letto con incredulità quello che è stato capace di raccontare Descalzi al vostro Gad Lerner. Eppure, in Eni sono stato membro di numerosi cda di società controllate. In Congo, Uganda, Qatar,

Arabia Saudita. Per non parlare del mio lavoro in Iran. Ma io non ho paura. Non sono un vinto. Né, come vedete, ho intenzione di nascondermi. Ognuno è libero di credermi o meno, ma come ho detto la verità ai magistrati, così la dirò a voi». Una “verità”, naturalmente, che solo il tempo e le verifiche delle indagini diranno se è tale.

LA MISSIONE IN NIGERIA

Armanna arriva in Nigeria nel 2009, quale “senior advisor” della “Nigerian Agip Oil Company”, consigliere di amministrazione della “Nigerian LNG” e vice presidente delle attività upstream subsahariane di Eni. Lo precede una fama di professionista preparato. Ma, anche, dicono di lui gli amici rimasti in Eni, di «uomo allergico all’appeasement con la catena gerarchica se qualcosa non lo convince». È arrivato nel palazzo del cane a sei zampe nel 2006, dopo essere stato in Fiat e quindi in Ferrovie con Moretti. In Eni ha cominciato agli approvvigionamenti, dove gli viene riconosciuta la qualità del suo lavoro, salvo trasferirlo all’improvviso.

«Nel mio ufficio di Abuja mi misero a esaminare le lettere anonime». Finché — è il dicembre del 2009 — Chief Akinmade, un nigeriano ex dirigente della “Nigerian Agip Oil Company” ed ex assistente del già ministro del petrolio Dan Etete, si presenta con una proposta di vendita del 40 per cento del giacimento OPL245 per 1 miliardo di dollari. Akinmade sostiene di trattare la cessione del giacimento in nome e per conto proprio di Etete, uomo di straordinaria ferocia e altrettanto straordinaria corruzione. Un vecchio “amico” di Eni, che con lui, già nel 2007, aveva avviato trattative proprio per l’OPL245.

L’offerta di Akinmade viene girata in Italia al dirigente con cui Armanna lavora in staff:

Roberto Casula, uomo di Descalzi, vicepresidente esecutivo di Eni, chairman della “Nigerian Agip Exploration” e dunque tra le figure chiave della divisione E&P (Exploration and Production). Del resto, OPL245 è un boccone ghiotto. Un giacimento stimato tra i 3 e i 4 miliardi di barili. Ma qui, ecco la prima stranezza.

Dopo quattro giorni dalla prima offerta, arriva via mail una proposta economicamente identica a quella di Akinmade, ma di cui, stavolta, si dice procuratore tale Emeka Obi. Il tipo sostiene di operare attraverso la società “Eleda Partners” e aggiunge di avere un mandato in esclusiva sia da Dan Etete, sia dalla società “Malabu” che, formalmente, era la concessionaria del giacimento. Il 24 dicembre del 2009, Roberto Casula, vicepresidente esecutivo di Eni, invia una lettera con cui manifesta l’interesse della società per la proposta di Obi e lo investe formalmente della mediazione.

Un lavoro da 200 milioni di dollari. «È una procedura singolare — chiosa Armanna — che espone e impegna direttamente i vertici dell’Azienda». C’è un’unica condizione: la prova che Obi agisca effettivamente in nome e per conto di Dan Etete.

LA GABBIA DEI LEONI DI LAGOS

L’ultima settimana di dicembre 2009, Armanna la cerca a Lagos, nella villa lungo il fiume dove vive Etete. «Arrivai su una macchina blindata — ricorda Armanna — scortato da un pick-up con tre dei nostri uomini armati della sicurezza Eni». L’ex ministro del petrolio è con Emeka Obi. «Etete mi condusse nel giardino della villa, facendomi passare sotto un arco formato da due mastodontiche zanne di elefante intarsiate. Sfilammo di fronte a un tempio in marmo, finché non raggiungemmo una gabbia con due leoni. A quel punto, l’ex mini-

stro si rivolse verso di me con un sorriso e, indicandomi le due bestie, mi disse: “Qui è dove finiscono i miei nemici”. Confesso che mi apparve insieme ridicolo e minaccioso, non fosse altro perché quell’uomo viene accusato di aver sterminato le minoranze etniche che rivendicavano la proprietà di alcuni giacimenti. Poi, finalmente, entrammo nel suo studio».

Etete è su di giri. Apre due bottiglie di champagne. Parla in inglese e, a tratti, si rivolge in nigeriano a Emeka Obi. «Cominciò a dire che l’OPL245 non valeva meno di 4-5 miliardi di dollari. Obiettai che il giacimento non era suo,

I PERSONAGGI SCARONI Paolo Scaroni, 68 anni, è stato ad di Eni fino al 9 maggio 2014. È indagato dalla procura di Milano in due inchieste, una delle quali per corruzione per una tangente da 198 milioni pagata a esponenti del governo algerino per favorire Saipem

DESCALZI Claudio Descalzi, l’attuale ad, è sotto inchiesta per una presunta maxi tangente da 200 milioni di dollari pagata dall’Eni per il giacimento nigeriano Opl-245 nel 2011, quando lui era a capo della divisione Exploration & Production

CASULA Tra gli indagati della stessa inchiesta c’è anche Roberto Casula che nel 2009, in qualità di vicepresidente esecutivo di Eni e chairman della Nigerian Agip Exploration, investe Emeka Obi della mediazione per l’acquisto del giacimento

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

11

PER SAPERNE DI PIÙ www.eni.it www.repubblica.it

1 2 L’OFFERTA

LE TAPPE

Nel 2009 l’Eni riceve la proposta di vendita del giacimento Opl245 da parte di un intermediario, Emeka Obi, che si presenta a nome dell’ex ministro del petrolio Dan Etete

miei soldi!”. «Chiamai gli uomini della sicurezza e ci allontanammo velocemente. Telefonai a Casula. Gli raccontai lo sgradevole spettacolo e gli riferii le parole di Etete su Descalzi. Gli spiegai che Obi non aveva nessun mandato da Etete. Pensai che la storia fosse finita lì. Ma mi sbagliavo».

LA CONVOCAZIONE DA DESCALZI

A inizio 2010, Armanna viene infatti convocato a Milano da Descalzi. Questa è la sua ricostruzione, ribadita ai magistrati di Milano.

«Gli spiegai tutte le mie perplessità e gli dissi che Etete non era un soggetto con cui era opportuno parlare. Gli riferii anche quello che diceva di lui Etete, che ne parlava come del suo maggiordomo, alludendo ai loro rapporti di fine anni ‘90, quando Descalzi era stato a capo della Nigerian Agip Oil Company. Ebbene, Descalzi mi fissò senza muovere un muscolo.

Quindi, mi liquidò avvisandomi che la faccenda era seguita direttamente da Milano. Che, insomma, non avrei più dovuto fare ostruzionismo».

Casula e Descalzi, ora, sono padroni della trattativa. E, nel febbraio del 2010, firmano con Obi il “confidentiality agreement” che obbliga Eni a trattare in esclusiva con lui, per 12 mesi, l’acquisizione del giacimento. «Di fatto, con quell’accordo, l’Eni si consegnava a uno sconosciuto che era un “one man company”, visto che le società attraverso le quali sosteneva di operare — Eleda Partners, Energy venture Partners — erano scatole vuote».

“C’E’ DI MEZZO SCARONI”

Armanna prova a convincere ancora una volta Casula a liberarsi del mediatore nigeriano. Inutilmente, a suo dire. «Mi disse che Obi era legato a Gianluca Di Nardo e che questo Di Nardo era stato partner del noto finanziere Francesco Micheli, il quale, a sua volta, era vicino a Scaroni. Per convincermi di quanto l’amicizia tra Scaroni e Di Nardo fosse solida, mi mostrò anche una lettera anonima che era finita in un cassetto, senza alcuna indagine interna. L’anonimo accusava Di Nardo di insider trading petrolifero insieme a Marco Alverà, altro manager di Eni gradito a Scaroni.

Insomma, Casula mi fece capire che dovevo farmi gli affari miei se non volevo entrare in rotta di collisione oltre che con Descalzi anche con Scaroni».

I SOLDI PER GLI ITALIANI

perché non ne aveva ancora pagato la licenza visto che mancavano circa 200 milioni di dollari. E che non esisteva alcuna evidenza di un suo rapporto con la società Malabu, titolare della concessione. Cominciò ad urlare. “Voi bianchi siete i soliti. Tutti uguali!”. Quindi, puntandomi il dito contro mi disse: “Stammi bene a sentire: quando Descalzi non era nessuno prendeva ordini da me”. E poi, indicando Obi: “Perché voi di Eni avete bisogno di lui?”».

Armanna prende la porta, ma non prima di assistere a una sfuriata dell’ex ministro a Emeka Obi: “Io non ti do il mandato! Tu vuoi i

BISIGNANI Il lobbista Luigi Bisignani entra anche nell’ ”affare Nigeria”, per il quale risulta indagato a Milano. È lui che convoca Vincenzo Armanna per informarsi sui motivi del suo ostruzionismo nell’acquisto del giacimento nigeriano Opl-245

Ad Armanna appare ormai evidente che «Obi è uomo sicuramente di Descalzi. Lo chiamava “il Ragazzo”, e gli aveva dato un accesso agli uffici di san Donato neanche fosse un manager del gruppo». Ma c’è qualcos’altro che lo inquieta. In quel 2010, ad Abuja, diventa vox populi che i 200 milioni di dollari riconosciuti ad Obi per la mediazione siano «tangenti per gli italiani». «Il primo a parlarmi di “kickbacks” agli italiani, fu uno dei legali di Shell. Mi disse: “Non potete prendervi così 200 milioni. Se proprio volete, trovate un altro sistema. E comunque toglietevi dalla testa che paghiamo anche noi”». Armanna avrebbe insomma a quel punto «la certezza che Obi avrebbe retrocesso parte della somma della sua mediazione agli italiani». E a rafforzarla sostiene contribuisca l’Attorney general nigeriano che, nell’autunno 2010, quando la trattativa per l’acquisizione del giacimento sembra arenarsi, decide di fare la faccia feroce. «Minacciò di arrestarci tutti. E mi disse che sapeva che i 200 milioni di dollari di mediazione di Obi erano insieme “bribes”, tangenti, e un ricatto ad Etete».

Armanna non ha tuttavia prove per dire se quei soldi siano stati o meno retrocessi agli “italiani”. Piuttosto, ha un’informazione confidenziale da una fonte di cui non intende rivelare l’identità. «Rischierebbe la vita. Posso solo dire che mi confidò che della tranche di 400 milioni di dollari trasferiti da Eni ai venditori al momento dell’acquisizione di OPL245, 50 milioni finirono agli italiani. Ma se poi fossero uomini dell’Eni o persone vicine

L’ACCORDO

Nel febbraio 2010 l’Eni firma un accordo confidenziale con Obi. Per un affare da 1.300 milioni di dollari è prevista una provvigione per il mediatore di 200 milioni

ad Eni, questo non ha saputo dirmelo».

L’INCONTRO CON BISIGNANI

Del resto, ronzano in molti intorno alla faccenda nigeriana. E Armanna ne ha una prova nel novembre del 2010, quando la segretaria di Luigi Bisignani lo convoca in piazza Mignanelli. Armanna e Bisignani non sono esattamente amici. Ma Armanna deve a Bisignani l’aiuto per risolvere al Bambin Gesù un problema di salute del suo secondogenito. «Pensavo mi volesse solo salutare e poi, all’improvviso, mi chiese: “Mi spieghi che stai facendo?”. Capii solo dopo un po’ che si riferiva alla Nigeria, a Obi e al giacimento OPL245.

Provai dunque a spiegargli che in Nigeria si diceva che i “soldi” di Obi li avrebbe presi Scaroni». I legami di Bisignani con Paolo Scaroni sono di amicizia fraterna. E per questo, Armanna capisce che le domande che si sente rivolgere hanno in realtà un altro destinatario. Il numero uno di Eni. Il che diventa chiaro quando Bisignani lo congeda con una richiesta: «Paolo deve sapere questa roba. Scrivimi quello che mi ha detto in una nota». Ed è quello che fa Armanna. «Consegnai l’appunto alla segretaria di Bisignani».

LA VENDETTA

LE INDAGINI

3

Per la procura di Milano la provvigione nasconde in realtà una maxitangente: risultano indagati Scaroni, Descalzi, Casula e lo stesso Armanna

Ad aprile 2011, Eni e Shell chiudono l’affare. Un miliardo e 300 milioni. Quaranta in più dell’ultima offerta rifiutata qualche mese prima da Etete. «Un altro controsenso, che avrebbe dato adito ad altre chiacchiere». Armanna non lo sa, ma i suoi giorni in Eni stanno per finire. A fine 2011, viene spedito prima in Qatar e poi, nel 2013, ad Abu Dhabi dove de-

“

IL PREZZO DELLA CORRUZIONE

I primi a parlare di tangenti furono gli avvocati della Shell. Mi dissero: “Non potete prendere 200 milioni così. E se lo fate scordatevi che paghiamo anche noi” ve partecipare a una gara per l’acquisizione del giacimento Adco, 1 milione e mezzo di barili al giorno, il 50 per cento della produzione locale. Eni vuole che lo “sponsor” locale sia uno studio legale di un giordano. Armanna si mette di traverso ancora una volta. Ed è l’ultima.

L’Eni concorda una “interruzione remunerata del suo rapporto di lavoro”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

”

12

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

IL DRAMMA EBOLA

L’allarme

Madrid, curò un missionario infermiera malata di Ebola è il primo contagio in Europa Faceva parte dell’équipe che ha assistito padre Viejo La protesta dei sanitari spagnoli: “Non siamo protetti” ALESSANDRO OPPES

IL PUNTO

PIÙ CONTROLLI Gli Stati Uniti aumenteranno gli screening nei principali aeroporti Ma il numero dei voli dall’Africa resterà immutato

LA TURISTA Una turista di 27 anni giapponese sospettata di avere contratto Ebola è stata ricoverata in India. Arrivava dalla Birmania

IL PICCOLO BUDDHA Ashoka Mukpo, il cameramen che si è ammalato di Ebola in Liberia, da bambino era stato riconosciuto come Lama reincarnato

MADRID. È un’infermiera di Madrid la prima contagiata da Ebola fuori dal continente africano.

E adesso la psicosi del contagio arriva anche in Europa. Appena due settimane fa, la donna — 44 anni, di origine galiziana, il nome non è stato ancora rivelato — aveva fatto parte dell’équipe di sanitari chiamati ad assistere il missionario spagnolo Manuel García Viejo, rimpatriato con un volo speciale dalla Sierra Leone dove aveva contratto il virus, ma deceduto quattro giorni più tardi. A quanto ha rivelato il responsabile della sanità regionale, Antonio Alemany, in due occasioni l’infermiera era entrata nella zona di massimo isolamento dell’ospedale Carlos III, nella stanza in cui era ricoverato il religioso: la prima per prendere la temperatura al paziente, la seconda già dopo il decesso, per la raccolta del materiale da distruggere. Il virus avrebbe agito con grande celerità, anche prima dei 21 giorni indicati come il periodo normale di incubazione.

García Viejo — che nella Sierra Leone era direttore medico dell’ospedale San Juan de Dios, a Lunsar — arrivò a Madrid in gravissime condizioni (anche con serie disfunzioni epatiche e renali) il 21 settembre e morì il 25. Dal giorno successivo l’infermiera cominciò il suo periodo di ferie, e da allora non è più rientrata al lavoro. Ha cominciato ad

Obama: “I grandi paesi occidentali non fanno abbastanza per aiutare l’Africa nell’emergenza” avvertire i primi sintomi, nella sua casa di Alcorcón, periferia sud di Madrid, dove vive con il marito (non hanno figli) pochi giorni più tardi. Dunque poco più di una settimana dopo essere entrata in contatto con il religioso infettato. Qualche linea di febbre, che è andata rapidamente in aumento. Tanto che ha deciso di presentarsi, protetta da una mascherina, all’ospedale di Alcorcón, uno dei centri principali della cintura della capitale. In poco tempo, con una doppia analisi, è stato accertato il contagio. E a quel punto è stato deciso il trasferimento all’ospedale Carlos III, nella zona di Madrid, vicino alle quattro torri della Business Area e non distante dallo stadio Santiago Bernabeu: è il centro specializzato per il trattamento dell’Ebola, in cui la stessa infermiera lavora e dove sono stati trattati sia García Viejo sia, all’inizio di agosto, padre Miguel Pajares, il religioso rimpatriato dalla Liberia e anche lui deceduto poco dopo il ri-

Il contagio STATI UNITI

NORVEGIA

5 gli statunitensi che hanno contratto il virus in Africa: il medico K. Brantly, la missionaria N. Writebol, il medico R.Sacra, il “paziente zero” T.E. Duncan e il cameraman A.Mukpo

Sulla via di ritorno una dottoressa di Medici senza frontiere contagiata in Sierra Leone

GERMANIA In cura un medico ugandese infettato in Sierra Leone e un cittadino senegalese

FRANCIA Rimpatriata il 19 settembre dalla Liberia un’infermiera francese

Duncan è ricoverato a Dallas: le sue condizioni sono definite “critiche” Sotto controllo un centinaio di persone che sono entrate in contatto con lui

SPAGNA Positiva al test Ebola un’infermiera di un ospedale di Madrid Aveva curato un paziente proveniente dall’Africa

Nigeria Guinea S. Leone Liberia

Mukpo, che lavora per la Nbc, è stato contagiato in Liberia ed è in cura in Nebraska

Rep. Dem. del Congo

covero.

Mentre dagli Stati Uniti il presidente Obama tuona contro «i grandi paesi che non fanno abbastanza per aiutare gli Stati africani colpiti» ed evoca «un’azione veloce», resta, per ora, il

mistero su come sia potuto avvenire il contagio. Dopo aver riunito d’urgenza un gabinetto di crisi, il ministro della Sanità Ana Mato si è limitata ad assicurare che si sta facendo «tutto il possibile per garantire la sicurezza

del personale sanitario e di tutta la popolazione». Ma ha dovuto ammettere che si sta valutando se «sono stati seguiti scrupolosamente tutti i protocolli d’attuazione» stabiliti dall’Oms e adottati dalle autorità sanitarie

IL TRASFERIMENTO Medici in tute protettive seguirono il trasferimento del prete Manuel Garcia Viejo, rimpatriato in Spagna dalla Sierra Leone lo scorso 22 settembre, dall’aeroporto all’ospedale

spagnole. Evidentemente, qualcosa non ha funzionato. E già cominciano a levarsi le prime voci critiche. A cominciare proprio dai diretti interessati: secondo quanto riporta El País, è il personale sanitario del Carlos III a de-

L’INTERVISTA/GIOVANNI REZZA, ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ

“Fatale anche un solo errore di procedura” MICHELE BOCCI «È successo quello che non doveva succedere». Il dottor Giovanni Rezza è il responsabile del dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità e accoglie con preoccupazione le notizie arrivate da Madrid. «Bisogna essere molto rigidi sulle misure di protezione».

Dottore, cosa è successo in Spagna?

«C’è stato un errore e con l’Ebola gli errori si pagano. Abbiamo avuto vari casi di persone rientrate in Occidente con la malattia ma mai avevamo visto una falla nel sistema di protezione individuale degli operatori sanitari. Le procedure da seguire per avvicinarsi a questi pazienti sono lunghe e complesse. Non bisogna solo vestirsi nel modo giusto ma anche usare precauzioni nelle fasi dell’assistenza. E bisogna passare molto tempo a spogliarsi. Ecco, se tutto questo è eseguito bene non ci sono rischi».

Si era detto che negli Usa e in Europa, visto il livello degli ospedali, i contagi in ambiente sanitario non ci sarebbero stati. «È così, da noi le procedure vengono applicate meglio. Nei paesi colpiti in Africa negli ospedali il virus si trasmette frequentemente, la situazione non è assolutamente

“ La persona colpita va messa in quarantena subito dopo la prima manifestazione dei sintomi

”

paragonabile. A Madrid c’è stato un incidente di percorso, ma non va minimizzato».

Adesso può scoppiare un focolaio in Spagna?

«Un piccolo focolaio può anche esserci ma escludo che inizi una situazione di allarme. Del resto anche in paesi africani come Nigeria e Senegal ci sono stati alcuni casi, ma l’epidemia non è esplosa. Ora vanno valutati vari fattori. Intanto bisogna ricordare che l’Ebola non si trasmette se non ci sono i sintomi della malattia: chi lo sta incubando non è contagioso. Se quella operatrice sanitaria è andata su mezzi pubblici o in locali quando stava bene non ha attaccato niente a nessuno. Mi auguro però che, visto che era stata a contatto con il malato, si misurasse la febbre un paio di volte al giorno.

E soprattutto spero sia andata in ospedale ai primi sintomi. Faranno un’indagine epidemiologica per rintracciare tutti i suoi contatti».

Una cosa del genere deve far ripensare alle misure prese nel nostro paese?

«No, qui siamo pronti ma quell’episodio ci dice che dobbiamo essere molto rigidi sulle procedure di protezione individuale e vigilare sulle misure per controllare l’infezione. Ad esempio non va commesso neanche l’errore fatto negli Usa, dove hanno rimandato a casa una persona di rientro dalla Liberia con sintomi influenzali. Da mesi il ministero ha allertato tutte le Regioni, le autorità portuali e aeroportuali. Sono stati individuati i centri clinici di riferimento e i laboratori di massima sicurezza, il Sacco di Milano e lo Spallanzani di Roma. La rete è predisposta, anche se speriamo di non doverla usare».

E se arriverà un caso, cosa succederà?

«La cosa più importante è fare un isolamento precoce. Cioè bisogna intercettare il malato tra le persone a rischio, perché ha la febbre ed è stato in uno dei paesi dove c’è l’epidemia. Se la persona viene messa in quarantena poco dopo che il virus ha iniziato a manifestarsi non ci sono rischi di contagio». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

13

PER SAPERNE DI PIÙ www.elpais.com www.who.int

FOTO:REUTERS

nunciare che le tute fornite loro per assistere i due missionari colpiti da Ebola non avevano i requisiti di sicurezza previsti. In casi di una simile gravità, bisognerebbe infatti indossare indumenti di “livello 4”, cioè completamente impermeabili e con respirazione autonoma. I sanitari denunciano invece di aver ricevuto tute di “livello 2”, senza ventilazione e con guanti di lattice fissati con nastro adesivo. Il presidente del Consiglio generale d’infermeria, Máximo González Jurado, ha segnalato con preoccupazione il rapporto ricevuto appena pochi giorni fa da un medico, in cui si spiegava che le misure seguite negli ospedali spagnoli per il trattamento dei possibili casi di Ebola «sono

Il personale del Carlos III denuncia: “Servono tute di livello 4, noi abbiamo quelle di livello 2” molto sicure dal punto di vista della salute pubblica, ma presentano molti problemi dal punto di vista dei lavoratori del settore». E il presidente del sindacato medico Amyts, Daniel Bernabéu, dice con «un misto di costernazione e indignazione» che «qualunque contatto comportava un rischio di cui il governo avrebbe dovuto farsi carico».

Ora la paziente «è in condizioni stabili, con la febbre intorno a 38,6». Ma sulla possibilità che, negli ultimi giorni, abbia potuto trasmettere il virus ad altre persone, il ministro e i dirigenti della sanità madrilena sono stati vaghi. Sotto controllo il marito, che al momento non presenta sintomi, è stato attivato il «protocollo di vigilanza epidemiologica» anche per i 30 fra medici e infermieri del Carlos III che hanno assistito i due religiosi deceduti e per il personale dell’ospedale di Alcorcón dove è stato accertato il contagio. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LE CIFRE

3.400 LE VITTIME Sono almeno 3.400 le persone morte finora per l’epidemia

7.500 I CONTAGIATI Sono almeno 7.500 le persone che hanno contratto il virus in Africa e nel mondo

21 L’INCUBAZIONE Il virus ha una durata d’incubazione che va dai 2 ai 21 giorni

70% LA MORTALITÀ L’attuale tasso di mortalità è del 70% ma potrebbe arrivare al 90%

14

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

MAGISTRATURA E CASO MILANO

PER SAPERNE DI PIÙ www.csm.it www.procura.milano.giustizia.it

Lo scontro

Robledo si difende “I soldi sequestrati dati alle Casse rurali per i tassi migliori”

FRONTI OPPOSTI Alfredo Robledo, procuratore aggiunto, e Edmondo Bruti Liberati, procuratore capo: il secondo ha estromesso il primo dal pool anticorruzione

Il pm “estromesso” da Bruti Liberati chiede un’audizione urgente al Csm “Mai rapporti personali con quegli istituti” SANDRO DE RICCARDIS MILANO. Nessun rapporto con le banche dove sono stati depositati i 172 milioni del sequestro dell’inchiesta sui derivati, ma una scelta che ha portato nelle casse dello Stato, in interessi, un milione e mezzo di euro. Il triplo di quello che si sarebbe incassato con il deposito all’agenzia Bnl del Tribunale.

Il sostituto procuratore Alfredo Robledo replica punto su punto al procuratore Edmondo Bruti Liberati, che venerdì lo ha sollevato dalla guida del pool anticorruzione della procura.

«Con le banche presso cui ho depositato quei 172 milioni non ho nessun rapporto personale — ha ribadito ieri ai suoi collaboratori — . Fino al 1995 ho ri-

cevuto lo stipendio presso il Credito Cooperativo di Carate. Il sequestro dei soldi è del 2009, 14 anni dopo. Ho scelto questa banca perché non ha scopo di lucro e investe in progetti economici per gli imprenditori, non fa finanza. Inoltre, i depositi sono garantiti dalla Federazione nazionale delle banche di credito cooperativo. In caso di fallimento, vi è la restituzione del denaro. Era un’operazione blindata».

Al Csm Robledo porterà anche la stima degli interessi che lo Stato avrebbe incassato depositando i 172 milioni sul conto dell’agenzia della Bnl di Palazzo di Giustizia: la procura avrebbe goduto in quegli anni di un tasso dello 0,5%, con un guadagno di 500mila euro. Il

LE MOTIVAZIONI

L’assoluzione di Berlusconi jr per Mediatrade “Essere figlio di Silvio non prova la frode” MILANO. Essere figlio di Silvio Berlusconi non implica che Pier Silvio Berlusconi sapesse dei meccanismi della frode fiscale contestata al processo sul caso Mediatrade. È la sintesi di un passaggio delle motivazioni della sentenza con cui il Tribunale di Milano, in luglio, ha assolto tutti i dieci imputati, tra cui appunto il figlio dell’ex premier nella sua veste di vicepresidente di Mediaset. Assolto nello stesso processo anche il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri.

tasso delle due banche brianzole, la Banca di Credito Cooperativo di Carate Brianza e la Bcc di Barlassina, era invece di 1,5%, con un incasso di 1,5 milioni.

Tre volte superiore.

Nel suo atto d’accusa, Bruti contesta al suo sostituto il fatto che «non è stato dato corso al versamento delle somme se-

questrate al Fondo Unico Giustizia (Fug)». E che, al contrario, quei milioni «sono stati depositati senza che sia stata data motivazione delle scelte». Bruti contesta a Robledo anche di non essere stato informato di queste «rilevanti scelte discrezionali». Robledo spiegherà al Csm che il Fug non ha conti su cui viene incassato il denaro sequestrato, che resta invece depositato in banche e uffici postali. Sono questi ultimi ad avere l’obbligo di comunicare al Fug la presenza dei soldi sui loro conti. Se questa comunicazione salta, il Ministero dell’Economia può sanzionare con una multa l’ente a cui i capitali sono stati affidati. «Nella gestione del denaro la Procura non c’entra nulla», ha ripetuto

ieri Robledo ai collaboratori che hanno raccolto la documentazione su quella pratica.

Nel caso dell’inchiesta sui derivati — è un altro punto che Robledo porterà all’attenzione del Csm — fu il gip Giuseppe Vanore a disporre, il 23 aprile 2009, il sequestro della somma e a imporre a Robledo di «nominare il custode che poi deve concorrere alla determinazione delle modalità di conservazione e gestione dei beni oggetto del sequestro». E Robledo porterà al Csm anche la lettera di tre pagine che, nel luglio 2012, scrisse a Bruti Liberati (il quale afferma in verità di non averla mai ricevuta) e al Fug quando ci furono le richieste di chiarimento sulla gestione di quei 172 milioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

LE SCELTE DEI PARTITI

PER SAPERNE DI PIÙ www.beppegrillo.com www.comune.parma.it

Il Movimento 5 Stelle L’intervista Il sindaco di Parma osteggiato dai vertici Cinquestelle si difende: mai boicottato Beppe, strano che mi si attacchi adesso

SINDACI ALLA CAMERA Si è svolto ieri alla Camera un incontro di sindaci sul tema “Idee per il futuro del Paese”. La presidente Laura Boldrini ha introdotto i lavori. Seicento i sindaci presenti. In foto, una fascia tricolore sui banchi

Pizzarotti, sfida a Grillo “Ormai la leadership è diventata un problema” ANNALISA CUZZOCREA

“

PASSERELLA

Il Circo Massimo è lungo, grande, dispersivo, non era così che immaginavo la nostra festa IL DELFINO

Di Maio è un ragazzo competente, ma al Movimento servono i temi, serve una squadra

”

GIANLUCA LUZI

>

BREVIARIO

“Candiderei la Pascale.

Ha dato serenità a Berlusconi” Ignazio Abrignani, Fi

ROMA.«C’è un problema di leadership nel Movimento. Un problema che va affrontato».

Federico Pizzarotti depone la corazza. Dopo il suo intervento all’assemblea dei sindaci d’Italia nell’aula di Montecitorio, dopo aver dribblato i cronisti con frasi di circostanza sulla sua esclusione dal palco del Circo Massimo, il sindaco di Parma si rifugia in un ristorante poco distante dalla Camera. È a tavola con altri 3 sindaci a 5 stelle: Antonio Cozzolino di Civitavecchia, Fabio Fucci di Pomezia, Marco Fabbri di Comacchio (l’unico che ha partecipato alle scorse elezioni provinciali contravvenendo alla decisione dei capi). Con loro, i deputati emiliani Mara Mucci e Matteo Dall’Osso (non c’è invece l’astro nascente Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno che ha già conquistato le simpatie di Grillo e Casaleggio). Si parla di lavoro: spoil system, partecipate statali, problemi di bilancio. Si cerca di fare rete: «Non ci vediamo mai», lamenta Pizzarotti mentre corre all’appuntamento. Ogni tanto guarda lo smart watch (rigorosamente Android) che gli dice chi lo sta chiamando («Lo so, lo so, sembro Kitt di Supercar»). Dopo pranzo - finalmente, in mezzo ai tavoli - si ferma a rispondere alle domande.

Ha mandato degli sms ai dissidenti di Camera e Senato invitandoli a mollare Grillo? Ha scritto che il Movimento si sta sgretolando?

«Lo provino. Guardi, trovo singolare che si millanti di questi messaggini - che chi ne scrive racconta essere vecchi - proprio in questo momento. È una strana coincidenza, che se ne parli nel giorno in cui finisco sui giornali per la mia esclusione dal palco del Circo Massimo».

Sta dicendo che è una manovra dei vertici del Movimento?

«Sto dicendo che è strano.

Non ho ben capito chi avrebbe rivelato che ho scritto una cosa del genere, e poi anch’io posso dire: Napolitano mi ha detto che...questo non vuol dire che sia vero».

L’ha rattristata essere estromesso dalla lista degli interventi?

«No. E dico sul serio. Sarò lì due giorni, sabato e domenica.

Sarò al gazebo del comune di Parma a confrontarmi con chi vorrà farlo. Il Circo Massimo è lungo, grande, dispersivo, non era così che immaginavo la nostra festa. Ma avevo capito che si stava andando in questa direzione».

Aveva chiesto che non fosse un’inutile passerella.

(Sorride)«Appunto. Non è di questo che abbiamo bisogno».

Cosa serve?

«Serve parlare parlare parlare. Che non vuol dire raccontare cose da un palco. Vuol dire confrontarsi, scambiarsi esperienze, approfondire temi».

Eppure, scorrendo quella scaletta, tutti si sono meravigliati: ci sono il sindaco di Li-

15

vorno, quello di Bagheria. Lei no.

«Sono contento che la gente si stupisca. Questo è un bene.

Io vado lì proprio per stare in mezzo alla gente».

Ha detto di recente che nel Movimento oggi ci sono le

persone e non le idee, che si assiste a un ribaltamento rispetto agli inizi. Con Grillo non candidabile - come ha sempre detto di ritenersi avete un problema di leadership?

«Questo è esattamente il

punto. Di questo bisognerebbe parlare. È una questione che va affrontata».

L’ultimo a prendere la parola domenica sarà Luigi Di Maio.

Sarà lui a passare il microfono a Beppe Grillo, e il tema del suo discorso è «Il governo del M5s». Crede che sia un’incoronazione?

«Voglio aspettare il finale prima di dirlo, voglio vedere come finisce questa storia».

Cosa pensa di Di Maio?

«Penso che sia un ragazzo competente, ma al Movimento servono i temi, serve una squadra. Una persona non è sufficiente. Semplicemente non basta». © RIPRODUZIONE RISERVATA

16

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

ALLARME TERRORISMO

Il conflitto

Bandiera nera su Kobane i miliziani dell’Is piegano i peshmerga Gli estremisti vicini al cuore della città simbolo Disperata la resistenza: armi anche alle anziane ALBERTO STABILE BEIRUT. La bandiera nera dello Stato Islamico sventola su un edificio di quattro piani alla periferia di Kobane, ma i difensori, asserragliati nel centro, negano che la città simbolo della resistenza curda contro gli uomini del Califfato sia caduta nelle mani degli jihadisti. «Hanno soltanto issato una bandiera su un palazzo — è stato il telegrafico resoconto del giornalista curdo Ismail Eskin, presente a Kobane tra i combattenti — ma non sono entrati in città. Gli scontri continuano e lì ci sono i cadaveri di 25 miliziani».

Ma per quanto tempo ancora potrà resistere Kobane, circondata da tre lati, senza luce, senza acqua, sottoposta ad un assedio che dura da tre settimane e a continui bombardamenti d’artiglieria? Un’altra fonte dei difensori, citata dalla Bbc sostiene che la città potrebbe cadere presto. Dopo una notte di intensi bombardamenti, la propaganda jihadista s’è premurata ieri di mostrare un video in cui miliziani dello Stato Islamico vengono ripresi a maneggiare una stazione radio sulla sommità della collina di Mistanur, una postazione strategica che domina la città. Anche lì è stata issata la bandiera del Califfato.

I messaggi che arrivano dalla trincea curda sono improntati a quel misto di combattività e di amarezza tipico di chi percepisce la sconfitta imminente. Gli sporadici bombardamenti della coalizione guidata dagli Stati Uniti non sono riusciti fermare l’avanzata delle forze jihadiste. La richiesta dei curdi di poter ricevere armi e munizioni per rafforzare le loro difese, richiesta che contiene implicito l’invito alla Turchia di lasciar passare gli aiuti, è stata lasciata cadere.

Così, paradossalmente, la battaglia di Kobane si sviluppa sotto gli occhi di centinaia di spettatori assiepati in territorio turco e degli stessi militari turchi che non muovono un dito.

«Se entreranno in centro, sarà una tomba per noi e per loro — dice al telefono il capo delle forze di autodifesa (YPD) schierate a Kobane, Esmat al Sheik — . Noi non li lasceremo entrare. Resisteremo fino alla fine». E pare che mitra e bombe a mano siano state distribuite anche alle donne più anziane che non facevano parte delle unità femminili di difesa a cui apparteneva anche la soldatessa che due giorni fa si è fatta saltare in mezzo ai jihadisti pur di non essere presa prigioniera.

La disperata resistenza di

Kobane chiama in causa l’efficacia e la coerenza della coalizione voluta da Obama per combattere lo Stato Islamico.

La Turchia non ha evidentemente interesse ad intervenire a favore dei curdi (di cui teme le rivendicazioni d’indipendenza) e si limita a fornire soltanto un aiuto umanitario.

I curdi di contro affermano, polemicamente, che Ankara preferisce avere ai propri confini lo Stato Islamico, piuttosto che la regione semi-autonoma curda che il Patito dell’Unione Democratica (PYD) aveva strappato a Bashar el Assad in cambio del non in-

100 km

tervento dei curdi nella rivolta contro il regime.

Così, mentre l’Occidente assiste impotente al sacrificio di Kobane, gli uomini del Califfato lanciano un altra offensiva poco lontano, contro la città curda di Hasakah, alla loro maniera, con un doppio attacco suicida contro due posti di blocco all’ingresso della città, uccidendo 30 persone, tra peshmerga e poliziotti. Di solito, come è successo altrove, a queste autobomba segue un attacco in piena regola e con tutti i mezzi a disposizione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aleppo

Hasakah

IL CONFINE La conquista di Kobane permetterebbe all'Is di controllare interamente una fascia continua lungo il confine turco fino a Raqqa

Raqqa Deir-al Zor

Hama

Mayadin

Al-Quriyah

LIBANO

SIRIA IRAQ

Beirut Damasco Zone di supporto dell’Is

Zone sotto il controllo Is

NONNE COL KALASHNIKOV Sul britannico “Daily Mail”, la foto delle donne di Kobane armate per difendersi dall’Is che è stata ritwittata in tutto il mondo KOBANE Terza città curda della Siria, è abitata da 50mila persone in gran parte fuggite all'inizio dell'assedio

TURCHIA

Kobane

SUL “DAILY MAIL”

RAQQA La capitale del Califfato dell'Is è lontana 140 chilometri a Sudest: da lì lo Stato Islamico ha spostato l'artiglieria per conquistare Kobane L'ASSEDIO Il tentativo dell'esercito islamista di conquistare Raqqa va avanti da settimane: si calcola che 190mila persone siano fuggite dalla regione

Zone sotto attacco dell’Is

LA LETTERA. È STATA DIFFUSA DALLA FAMIGLIA DELL’OSTAGGIO

“Cari mamma e papà, ho tanta paura ma non mi pento di essere venuto qui” PETER KASSIG È DATATA 2 giugno ed è firmata AbdulRahman Kassig, il suo nome da convertito, la lettera inviata ai genitori dall’ostaggio dell’Is. Ne pubblichiamo un estratto.

CONVERTITO Peter Kassig l’ostaggio Usa convertito all’Islam

“ Se dovessi morire sappiate che volevo solo alleviare le sofferenze di tanti che patiscono

”

A PRIMA cosa che voglio dirvi è grazie. A entrambi, a te papà e a te mamma, per tutto quello che avete fatto per me come genitori. Per tutto quello che mi avete insegnato, tutto quello che mi avete mostrato, tutto quello di cui abbiamo fatto esperienza insieme. Non arrivo nemmeno immaginare la forza e l’impegno che vi sono serviti per crescere un figlio come me: del vostro amore e della vostra pazienza vi sono profondamente grato.

Ovviamente sono molto spaventato all’idea di morire ma la parte più difficile è semmai non sapere, sperare, interrogarsi e chiedersi se addirittura valga anche solo la pena

L

di sperare. Sono molto triste che questa cosa sia successa e per tutto quello che voi state passando a casa.

Se dovessi morire, immagino che noi, voi e io, potremo trovare rifugio e conforto nel sapere che me ne sono andato come risultato del mio tentativo di aiutare, di alleviare le sofferenze di tanti che soffrono.

Per quel che riguarda la mia fede, prego tutti i giorni e non sono arrabbiato per la mia situazione in quanto tale. Qui sono in una situazione dogmaticamente complicata, ma sono in pace con le mie convinzioni. Vorrei che questa lettera potesse continuare per sempre senza finire mai e io potessi semplicemente continuare a parlarvi. Sappiate solo che io sarò sempre con voi. Sarò in ogni corso d’acqua, ogni lago, in ogni campo e fiume. Nei boschi e nelle colline e in tutti i luoghi che mi avete mostrato.

Vi voglio bene. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

17

PER SAPERNE DI PIÙ www.indystar.com www.nytimes.com

L’intervista Lo scrittore anglo-indiano perseguitato da una fatwa per i suoi scritti “Bisogna dimostrare che lo Stato islamico non rappresenta i sunniti”

Rushdie: “Usare la forza non basta per battere quest’esercito di fanatici”

IL VESSILLO Dall’alto, la bandiera nera issata sulla collina che sovrasta Kobane; una colonna di fumo sulla città siriana e carri armati turchi nei pressi della città turca Suruc, al confine con la Siria

XALAPA (VERACRUZ).Lo scrittore angloindiano Salman Rushdie ha vissuto gli Anni ‘90 spostandosi da un nascondiglio all’altro, sempre con guardie del corpo al seguito, a causa della sentenza di morte emessa dall’ayatollah Khomeini per il suo libro I versetti satanici. Negli Anni 2000 la pressione è venuta meno e Rushdie ha potuto ricominciare a condurre una vita normale. Sabato scorso, è intervenuto all’Hay Festival della città messicana di Xalapa, dove ha riflettuto sulla forza del romanzo e passato in rassegna i classici latinoamericani del XX secolo. Seduto in una saletta dell’area riservata agli incontri d’affari, nel suo albergo, Rushdie ha invece voluto parlare dell’irruzione nel mondo dello Stato islamico e del significato all’interno dell’Islam di questa organizzazione che ha fatto dell’omicidio efferato di ostaggi occidentali il proprio emblema militare.

Che cosa ha pensato quando ha saputo che l’uomo sospettato dell’assassinio del giornalista James Foley in Siria era un rapper londinese? «È stato un orrore, ma non mi ha sorpreso. Questo fenomeno di gruppuscoli della comunità islamica britannica che si radicalizzano va avanti da parecchio tempo. In questo momento ha semplicemente toccato un livello nuovo, il livello dell’atrocità».

Perché tanti giovani occidentali partono per fare la jihad?

«Non è una domanda a cui si possa rispondere con una sola frase. Esiste una rabbia enorme, che deriva in parte dal periodo di difficoltà sociali ed economiche che stiamo vivendo, ci sono molte persone che non hanno un lavoro e nemmeno speranze di averlo. Questo elemento si combina con le cose che sentono nelle moschee, che permettono loro di scaricare su altri la colpa di quella che succede. Messe insieme, queste due cose possono spingere qualcuno agli estremi. È un peccato, perché par la maggioranza delle persone dei vari gruppi etnici le cose sono migliorate dagli Anni ‘80. Ma al tempo stesso c’è stata una radicalizzazione progressiva di alcuni gruppi. Io credo che uno dei problemi sia l’arrivo indiscriminato di religiosi estremisti in Inghilterra, finanziati dall’Arabia Saudita e dall’Iran, che vengono a parlare ai ragazzi usando un linguaggio molto bellicoso».

Perché le decapitazioni?

«Per me è un’azione che mostra un allontanamento assoluto da qualsiasi cosa possa essere definita civiltà. Naturalmente lo fanno per scioccare l’opinione pubblica e conquistare la prima pagina. Questa gente sta dimostrando di saper gestire egre-

giamente i mezzi di informazione. Usano le reti sociali come strumento di reclutamento e usano queste immagini perché sanno che è il modo per ottenere un’attenzione globale e creare una paura estrema. E funziona, dal loro punto di vista. Spesso, negli scontri con l’esercito iracheno, i soldati iracheni era-

no talmente spaventati che se la sono data a gambe».

Che cos’è lo Stato islamico nell’evoluzione del fondamentalismo?

«La novità è il potere organizzativo. Al Qaeda, nel suo momento di massimo sviluppo, era composta da un numero di militanti relativamente piccolo:

non potevano uscire allo scoperto, vivevano dentro covi clandestini, grotte. Ora abbiamo di fronte un esercito molto organizzato e ben armato, con grandi risorse finanziarie che derivano in parte dal mercato nero del petrolio e in parte dal fatto che qualcuno evidentemente li rifornisce di denaro.

“

PABLO DE LLANO

Le decapitazioni servono a scioccare l’opinione pubblica e a conquistare la prima pagina Questa gente sa gestire egregiamente i media: per reclutare e per ottenere attenzione globale È necessario un governo multietnico in Iraq che abbia la fiducia delle diverse comunità

“

SALMAN RUSHDIE SCRITTORE

AVVISO AGGIUDICAZIONE APPALTO Aggiudicazione dell’appalto per l’acquisizione di apparati di calcolo e storage distribuito e relativi servizi di assistenza specialistica e manutenzione CIG 570756714A (rif. Gara 1403) Il CONSORTIUM GARR, con sede legale in Roma - via dei Tizii, 6 (tel. 06-4962.2000, fax 06-4962.2044) C.F. 97284570583 - sede operativa in Bari – via Orabona, 4, unico soggetto attuatore del Progetto “GARR-X Progress – Infrastruttura Digitale per promuovere Ricerca, Istruzione e Competitività nel Sud” (CUP B92F13000030001) finanziato dal MIUR nell’ambito del Piano di Azione Coesione (PAC) per attivare interventi di adeguamento e rafforzamento strutturale riferiti a centri di elevata qualificazione in ambiti e discipline di rilevanza strategica per lo sviluppo del sistema produttivo delle aree "Convergenza", COMUNICA che, in data 28/7/2014, ha aggiudicato, mediante procedura aperta con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’acquisizione di apparati di calcolo e storage distribuito e relativi servizi di assistenza specialistica e manutenzione. Importo a base di gara: 3.800.000,00. Aggiudicatario: DELL SpA – Milano. Importo di aggiudicazione: _2.962.509,45.

L’avviso integrale è stato pubblicato sulla GUUE in data 17/9/2014 con numero 2014/S 178-314493 e sul sito internet http://www.garr.it/a/garr/bandi-di-gara/bandi-di-garaattivi.

Per eventuali informazioni rivolgersi alla Direzione del Consortium GARR – via dei Tizii, 6 – 00185 Roma – tel. n. 06.4962.2000 – fax n. 06.4962.2044 – e-mail: gara1403@garr.it.

Possiamo fare congetture su questo o quel Paese, ma la realtà è che non sappiamo da dove vengono questi soldi. Quello che sappiamo è che hanno tanti soldi e sono estremamente organizzati. È questa la novità: il fanatismo ormai è un esercito».

Ci sono alternative per combatterli che non siano militari?

«No. O meglio, non è possibile combatterli solo con la forza. È necessario un governo multietnico in Iraq, che si conquisti la fiducia delle diverse comunità. E una cosa molto interessante adesso è che ci sono Paesi sunniti che si stanno unendo alla battaglia contro lo Stato islamico.

Se si riesce a dimostrare che non sono i rappresentanti dei sunniti nella regione, può essere l’embrione di una soluzione non militare. Però è necessario contenerli militarmente, perché questo è quello che sono, un esercito. Un esercito di invasione».

Nei Paesi islamici si profila qualche via alternativa all’integralismo o alle dittature laiche?

«Che cosa intende con dittatura laica? Gente come Mubarak, Assad? Sì, forse sono laici.

Però il fatto drammatico è che questi Paesi non hanno avuto l’opportunità reale di cercare di sviluppare le istituzioni della società civile. Che era quello che chiedeva la gente all’inizio della cosiddetta “Primavera Araba”.

Volevano farla finita con i Mubarak e gli Assad, non volevano l’instaurazione di uno Stato islamico».

Il risultato è stato controproducente?

«Il fatto è che questi movimenti sono stati sequestrati.

Non è molto diverso da quello che avvenne con la rivoluzione iraniana, che fu un movimento di massa autentico contro lo scià, un movimento che includeva tutti i settori della società, dal Partito comunista al movimento femminista, passando dai sindacati, i socialisti o i religiosi. Poi Khomeini si ingoiò la rivoluzione, ma questo non è colpa della rivoluzione. Qui è lo stesso, io sono del parere che questi ragazzi abbiano dato voce a una volontà molto diffusa in tutti i settori di questo mondo, perché tutti vogliono la stessa cosa. Vogliono pace, vogliono libertà, vogliono poter uscire con le ragazze, vogliono poter uscire con i ragazzi. Vogliono avere la possibilità di dire quello che pensano senza finire in carcere.

Sono desideri universali. Purtroppo in Egitto non è successo questo. Ma io sono convinto che la volontà di fondo in generale rimanga questa. Quando ci arriveremo? Non ne ho la più pallida idea». (© 2014 Pablo de Llano.

Ediciones El Pais, SL Traduzione di Fabio Galimberti) © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

MONDO

19

PER SAPERNE DI PIÙ www.europarl.europa.eu www.esteri.it

L’Europa

Bocciato l’ungherese primo colpo per Juncker applausi alla Mogherini

I NOMI LA BOCCIATURA Salta la designazione del deputato ungherese Tibor Navracsics a Commissario per la Cittadinanza: bocciato con 12 sì e 14 no L’ALTOLÀ A BUDAPEST Motivo del “siluramento” di Navracsics il fatto di essere stato il numero due del governo ungherese guidato da Viktor Orban, che ha varato politiche considerate “liberticide”

Si spacca la maggioranza che sostiene l’esecutivo ma a Navracsics potrebbe andare un altro portafoglio ANDREA BONANNI BRUXELLES. Nel giorno in cui Federica Mogherini supera tra applausi bipartisan l’audizione davanti al Parlamento europeo per la poltrona di “ministro degli esteri” della Ue, si aprono le prime crepe nella grande coalizione che sostiene il presidente designato della Commissione Jean Claude Juncker e il suo collegio di commissari. La commissione cultura del Parlamento ha infatti bocciato il commissario ungherese designato, Tibor Navracsics, giudicandolo inadatto a occuparsi del portafoglio di Educazione, cultura e cittadinanza.

Non si tratta di una bocciatura piena, in quanto gli eurodeputati sostanzialmente potrebbero accontentarsi di un rimpasto, assegnando a Navracsics un altro portafoglio o modificando le competenze di quello che gli è stato affidato. Il motivo del rifiuto non tocca infatti la competenza del candidato, ma piuttosto il fatto che Navracsics sia stato il numero due del governo ungherese guidato da Viktor Orbán, cha ha varato politiche liberticide ed è stato ripetutamente e severamente criticato da Bruxelles.

Ma il fatto politicamente rilevante è che nel voto in commissione parlamentare l’ampia maggioranza, composta da popolari, socialisti e

convocato un incontro tra Juncker, il suo primo vice presidente, Timmermans, il presidente del Parlamento europeo Schulz e i capigruppo del Ppe, Webber, e del Pse, Pittella. Toccherà a loro cercare di trovare una soluzione che ricomponga la maggioranza politica social-popolare ed eviti nuove sfiducie ad altri commissari. Cosa non facile, perché alcuni candidati, co-

me lo spagnolo, il britannico e la ceca, hanno contro una larga maggioranza delle commissioni parlamentari chiamate a giudicarli.

Nessuna ombra, invece, per Federica Mogherini, designata dai governi europei Alto rappresentante per la Politica estera e la sicurezza della Ue. Ieri l’italiana ha affrontato brillantemente tre ore e mezza di audizione, rispon-

dendo a oltre quaranta domande degli europarlamentari senza mai tradire la minima esitazione e dimostrando di conoscere alla perfezione i grandi dossier della politica internazionale.

Rispetto al suo predecessore Catherine Ashton, Mogherini ha dato l’impressione di non limitarsi a fare il rappresentante designato dei governi nazionali, ma di voler

veramente cercare di costruire una politica estera europea partendo dalla necessità «di costruire una visione comune». «Se arriviamo all’ultimo minuto a firmare un testo congiunto di fronte a una crisi aperta, non abbiamo una politica comune ma solo un minimo comun denominatore tra ventotto politiche diverse», ha spiegato agli eurodeputati. «Io non chiedo

Il rifiuto dovuto alle politiche liberticide del governo Orbán più volte criticato da Bruxelles

Sono appese al filo anche le nomine dello spagnolo Canete e del socialista Moscovici

liberali, che sostiene Juncker si è spaccata. Contro Navracsics hanno votato infatti socialisti, liberali, verdi ed estrema sinistra, mentre solo i popolari lo hanno sostenuto per onor di bandiera, visto che il partito di Orbán fa comunque parte dell’internazionale democristiana.

Il problema che ora si pone è di evitare che la bocciatura dell’ungherese inneschi una reazione a catena che potrebbe portare al siluramento di altri commissari. Lo spagnolo Canete, anche lui del Ppe, il conservatore britannico Hill, e il socialista Moscovici, ma anche le commissarie ceca e slovena sono infatti ancora appesi al filo del voto parlamentare. Se saltasse qualche altra testa, difficilmente la maggioranza parlamentare, che il 22 ottobre dovrà votare la fiducia alla commissione Juncker, potrebbe tenere.

Per cercare di mettere una pezza alla crisi, oggi è stato

agli Stati membri di rinunciare alla loro politica estera, perché comunque non lo farebbero. Ma chiedo a tutti di cercare di costruire insieme una visione comune sui vari problemi».

Il ministro degli Esteri italiano è riuscita anche a dissipare in modo efficace i dubbi, sollevati dai Paesi dell’Est, di un suo atteggiamento eccessivamente filo-russo. « La Russia non è più un partner in questo momento, ma resta un Paese vicino e strategicamente importante». E a una domanda di come ci si debba relazionare con “l’orso russo”, ha risposto con brio: «Non ho molta esperienza di orsi, ma verso la Russia dobbiamo usare un mix di fermezza e di persuasione. Come dosare questo mix, dipenderà dall’atteggiamento dell’orso». La sua audizione si è conclusa con un lungo applauso che, per una volta, ha unito socialisti, popolari e liberali. © RIPRODUZIONE RISERVATA

L’AUDIZIONE L’Alto rappresentante designato Federica Mogherini davanti alla Commissione Esteri del Parlamento Ue

IL CASO

Il manifesto di Putin “Ercole”

Putin come Ercole compleanno da star per il presidente russo MOSCA. Per festeggiare i 62 anni di Putin, un gruppo di fan ha inaugurato a Mosca una mostra ispirata alle 12 fatiche di Ercole: protagonista il presidente che nei quadri è alle prese con corruzione e guerre. In alto, la tela in cui è stretto dalle sanzioni dei “draghi” Europa, Usa e Giappone. © RIPRODUZIONE RISERVATA

20

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

CRONACA

Il Vaticano

I riformisti del Sinodo subito all’attacco “I divorziati risposati parte della Chiesa”

L’ASSEMBLEA Papa Francesco durante l’apertura dei lavori del Sinodo straordinario sulla famiglia

Il Papa: esprimetevi in libertà, garantisco io per tutti Il relatore Erdö: non escludiamo di toccare la dottrina E una coppia apre il fronte dell’accoglienza ai gay MARCO ANSALDO CITTÀ DEL VATICANO. Escono alla spicciolata in Vaticano dall’aula del Sinodo. I cardinali, i collaboratori, gli auditores, le coppie laiche.

Sotto le volte intonacate le 253 persone che partecipano alla Grande assemblea straordinaria sulla famiglia appaiono sorridenti. Eppure la discussione del primo giorno è stata intensa. Carica di confronti accesi. Come la Chiesa non era abituata da tempo.

Subito al centro il tema dei sa-

cramenti ai divorziati risposati. E subito i riformisti all’attacco. Non sarà come al Concilio Vaticano II, fa capire il cardinale André VingtTrois, presidente delegato del Sinodo: quando, nelle prime sessioni la Curia romana cercò di chiudere velocemente la decisione secondo uno schema conservatore.

«Non ero membro allora — spiega l’arcivescovo di Parigi ai giornalisti — ma la situazione non è assolutamente la stessa: gli esponenti della Curia allora tentarono di determinare il programma e i conte-

GLI INTERVENTI ERDÖ Il cardinale Peter Erdö ha aperto i lavori: “Gli omosessuali non devono essere discriminati.

Ma no ai matrimoni gay”

VINGT-TROIS Il cardinale di Parigi: “Il Papa ci ha detto che non bisogna evitare di dire ciò che si pensa per timore di dispiacergli, o per piacergli”

nuti della discussione. Come vedete, invece, seduto a questo tavolo non c’è nessun rappresentante della Curia romana». È un messaggio chiarissimo che arriva alla sponda dei conservatori, il cui capofila, il tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, ascolta le tesi aperturiste senza muovere un muscolo del volto. Ma è un fuoco di fila che si apre.

Dice il cardinale Peter Erdö, relatore del Sinodo, all’avvio: «I di-

vorziati risposati appartengono alla Chiesa». E in conferenza stampa aggiunge un dettaglio fondamentale, non escludendo addirittura che l’assemblea possa toccare questioni di dottrina. «Proprio i problemi pastorali — afferma Erdö — coinvolgono gli aspetti dottrinali. Nessuno vuole escludere gli aspetti dottrinali. Qui non basta guardare soltanto le statistiche, ma affrontare anche questioni di dottrina». Se accadrà davvero, si parlerà di una rivoluzione. È la volta di monsignor Bruno

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

21

PER SAPERNE DI PIÙ www.vatican.va www.familiam.org

L’INTERVISTA / JOSÉ SARAIVA MARTINS

Il cardinale della Curia “Ci sono ferite da curare ma senza tradire se stessi” EMINENZA Il cardinale José Saraiva Martins, portoghese, prefetto emerito della Congregazione per le cause dei santi

Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, teologo riconosciuto e segretario speciale del Sinodo: «Occorre guardare ai divorziati risposati con tenerezza». Poi puntualizza: « La dottrina non ha valore astratto in sé — quasi che debba essere ribadita come una clava in ogni momento — ma la dottrina è un messaggio di salvezza. Al centro della dottrina c’è la carità di Dio e c’è la misericordia. Io credo che questo sia il punto veramente fondamentale».

Lo schieramento conservatore

Baldisseri, segretario dell’assemblea: per favore, non twittate durante i lavori osserva sgomento. Nessuno fra i cardinali del fronte Müller, come Scola, De Paolis, Burke, Brandumüller, si aspettava un’offensiva così bruciante. È il solo Raymond Burke, prefetto del Supremo Tribunale della segnatura apostolica, a replicare. «È irrealistico pensare che il Sinodo possa cambiare l’insegnamento della Chiesa in materia di indissolubilità del matrimonio, e permettere a coloro che sono alle seconde o terze nozze, e che per questo sono dunque in unioni irregolari, l’accesso ai sacramenti. Questo tipo di aspettative non tengono conto della realtà». È la prima reazione.

Ma i conservatori si preparano adesso a rispondere punto su punto.

Al mattino Papa Francesco aveva dato alcune indicazioni: «Parlare chiaro e con franchezza». Ascoltare «con umiltà». Perché «la presenza del Papa è garanzia per tutti». Entrando nell’aula, il segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri, aveva raccomandato ai Padri sinodali di «non usare Twitter durante il dibattito per mantenere la dovuta riservatezza». Alle 13, un tweet del Papa: «Vieni, Spirito Santo. Fa’ scendere su di noi i tuoi doni durante il Sinodo».

Nel pomeriggio tocca a una coppia di coniugi australiani, Romano e Mavis Pirola. Al centro del loro discorso, la sessualità nel matrimonio, e l’accoglienza dei gay: «Abbiamo capito che l’unica caratteristica che contraddistingue il nostro rapporto sacramentale da quello di qualsiasi altro buon rapporto entrato in crisi è l’intimità sessuale e che il matrimonio è un sacramento sessuale con la sua massima espressione nel rapporto sessuale». Oggi, secondo round. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PAOLO RODARI CITTÀ DEL VATICANO. «Sono contento che il cardinale arcivescovo di Budapest Peter Erdö abbia detto che i divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa. Essi, come del resto tutti i battezzati, ne fanno parte a prescindere dalle ferite della loro esistenza. E ribadirlo è un gesto utile per tutti».

Il cardinale portoghese José Saraiva Martins, prefetto emerito della Congregazione per le cause dei santi, appartiene alla vecchia guardia del-

la curia romana. Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2001, è stato un esponente di punta del Vaticano anche nel pontificato di Benedetto XVI. Con Francesco sta iniziando nella Chiesa un tempo nuovo, di maggiore misericordia e accoglienza verso tutti?

«Francesco insiste molto sulla misericordia e sulla necessità che la Chiesa si pieghi sulle ferite dell’umanità e ciò è davvero positivo. La Chiesa è madre e deve accogliere tutti i suoi figli, che sono tali, lo ripeto, in virtù del battesimo e a prescindere dai loro peccati».

Giusto andare incontro al mondo, sapendo però che certi principi non possono cambiare

Cosa si aspetta dal Sinodo? Il tema delle ultime settimane si è focalizzato sulla possibilità di concedere la comunione ai divorziati risposati.

«Non spetta a me entrare in questo dibattito. Non voglio essere incasellato nei pro o contro la posizione espressa dal cardinale Walter Kasper.

Voglio soltanto dire che è da un confronto sereno che, nel tempo, si potrà arrivare a comprendere come e se le norme giuridiche della Chiesa potranno essere cambiate. Ogni cristiano vive un percorso diverso. Le situazioni più delicate ritengo sia giusto affrontarle caso per caso piuttosto che in generale. Perché le storie delle singole persone sono tutte differenti, eterogenee.

Poi, certo, occorre tenere presente che certi princìpi non si possono cambiare, ma questo il Papa e i padri sinodali lo sanno bene».

Già il Concilio Vaticano II rifletté circa il rapporto della Chiesa con il mondo. Un rapporto sempre aperto. Il Sinodo a suo avviso riuscirà a ridurre una certa distanza che ancora c’è fra ciò che la Chiesa pensa e dice e la contemporaneità?

«Rispondere non è facile.

Penso però che è uno sforzo che tutta la Chiesa deve provare a fare. Una dottrina sganciata da un vissuto è inutile, oltre che sterile. Andare incontro al mondo senza tradire se stessi è la grande sfida dal Concilio a oggi. Una sfida però oggi ancora aperta».

Francesco ha convocato intorno a sé alcuni cardinali per coadiuvarlo nel governo della Chiesa. Ora convoca un Sinodo di due anni. È l’inizio di una vera collegialità?

«Questo è l’auspicio. Iniziare ad ascoltare le voci di tutti e far sì che le intuizioni del popolo siano utili alle soluzioni finali. Serve un confronto schietto e sereno. Nessuno deve sentirsi escluso». © RIPRODUZIONE RISERVATA

22

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ palermo.repubblica.it

“Manomesse le telecamere di Scarpinato” Palermo, sparite le immagini dagli impianti di sorveglianza: l’ombra di una talpa in tribunale Il pg all’Antimafia: puzza di servizi deviati. Indaga la procura di Caltanissetta, che esclude la pista mafiosa SALVO PALAZZOLO

LE TAPPE

IL VIDEO Sono scomparse due settimane di registrazioni effettuate dalle telecamere piazzate negli uffici del procuratore generale Scarpinato LA SCRITTA Il 24 settembre i carabinieri della scorta di Scarpinato hanno scoperto la scritta “Accura” (stai attento) su una porta dell’ufficio LA LETTERA Il 2 settembre il procuratore generale di Palermo Scarpinato trova sulla sua scrivania una lettera di minacce

PALERMO. Un altro mistero attraversa le stanze e i corridoi della procura generale diretta da Roberto Scarpinato. Alcune immagini delle telecamere di sorveglianza sono sparite. All’improvviso. Sull’hard disk non ci sono più. Ed è un vero giallo, perché in quelle immagini erano impressi i quattordici giorni in cui qualcuno ha fatto irruzione al primo piano del palazzo di giustizia, lasciando una scritta minacciosa su una porta: «Accura», stai attento.

Ora, quelle registrazioni risultano cancellate. E nel palazzo un tempo dei veleni, ora dei misteri, torna l’ombra di una talpa, che potrebbe

Cancellate le sequenze dei quattordici giorni durante i quali si sono consumate le intimidazioni FOTO:IMAGOECONOMICA

aver manomesso il sistema di videosorveglianza. È questa l’ipotesi inquietante su cui adesso indagano i magistrati della procura di Caltanissetta, che hanno iscritto il fascicolo dell’inchiesta non solo per «minacce», ma anche per «accesso abusivo a un sistema informatico». È un’inchiesta, al momento, «contro ignoti». E senza l’aggravante di mafia. Una scelta molto significativa quella del procuratore Sergio Lari e del suo pool: per i magistrati nisseni non ci sarebbe Cosa nostra dietro le minacce al procuratore generale di Palermo che sta indagando sui servizi deviati. E se non è la mafia, chi si è mosso allora? Argomento scottante, la procura nazionale antimafia ha dato ai pm

Ci ha lasciato

Francalisa Loup Mastrogiacomo donna, madre e nonna straordinaria. Per la dolcezza e la saggezza che ha accompagnato la sua vita e che ci ha trasmesso con positività. La ricordano i figli Maria Laura, Daniele, Alessandro e Chantal, i 15 nipoti e i 7 pronipoti, le nuore e i generi.

Roma, 7 ottobre 2014 Il Presidente del Gruppo Editoriale L’Espresso Carlo De Benedetti e l’Amministratore Delegato Monica Mondardini sono vicini a Daniele Mastrogiacomo per la scomparsa della mamma

Francalisa Loup e partecipano al cordoglio della famiglia.

Roma, 7 ottobre 2014 Ezio Mauro abbraccia con affetto Daniele per la scomparsa della madre

Francalisa Loup Mastrogiacomo Roma, 7 ottobre 2014 Eugenio Scalfari è vicino con profondo dolore all’amico Daniele Mastrogiacomo per la perdita della mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Caro Daniele, siamo accanto a te con amicizia in questi giorni di grande dolore per la scomparsa della tua mamma

Francalisa Loup I vicedirettori e gli amici dell’Ufficio centrale.

Roma, 7 ottobre 2014 Corrado Corradi, Stefano Mignanego e Roberto Moro sono vicini a Daniele Mastrogiacomo ed esprimono le loro più sentite condoglianze per la scomparsa della cara madre

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Bruno Manfellotto e la redazione dell’Espresso sono vicini a Daniele Mastrogiacomo nel triste momento della perdita della mamma

Francalisa Roma, 7 ottobre 2014

di Caltanissetta la propria disponibilità a scendere in campo per collaborare nelle indagini.

Mercoledì scorso, Scarpinato non ha utilizzato mezzi termini nella sua audizione davanti alla commissione parlamentare Antimafia: «La lettera che mi è stata recapitata sulla scrivania puzza di apparati deviati». Gli hanno scritto, al computer: «Possiamo raggiungerti ovunque». E ancora: «Noi non facciamo eroi». Come dire, possiamo colpire con una calunnia, una terribile bugia, un’altra lettera piena di fango. Se non è la mafia, chi c’è dietro queste minacce?

Mentre le indagini proseguono, il comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto di Palermo Francesca Cannizzo ha deciso un ul-

Bruno Manfellotto partecipa al grande dolore di Daniele Mastrogiacomo per la morte della mamma

Francalisa e lo abbraccia con tanto affetto.

Roma, 7 ottobre 2014 Leopoldo Fabiani e Gigi Riva abbracciano Daniele nel ricordo della madre

Francalisa Roma, 7 ottobre 2014 Attilio Giordano e tutti gli amici del Venerdì partecipano al dolore di Daniele per la perdita della mamma

Francalisa Loup Mastrogiacomo Roma, 7 ottobre 2014 Un forte abbraccio a Daniele Mastrogiacomo dalle colleghe di Repubblica Tv per la perdita della mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Daniela Hamaui e la redazione di D abbracciano con affetto Daniele Mastrogiacomo e i familiari nel momento triste della scomparsa della madre

Francalisa Loup Milano, 7 ottobre 2014 Gli amici di Repubblica.it abbracciano forte Daniele Mastrogiacomo per la perdita della mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Un grande abbraccio a Daniele Mastrogiacomo dagli amici di RNews per la perdita della mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Gli amici della redazione Interni abbracciano Daniele nel dolore per la scomparsa della mamma

Francalisa Roma, 7 ottobre 2014 Silvia Fumarola e Luisa Grion sono vicine con affetto a Daniele per la scomparsa della cara mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Gli amici degli Spettacoli abbracciano Daniele con affetto in questo momento di dolore per la perdita della mamma

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014

I colleghi del Visual Desk abbracciano con forza e affetto l’amico Daniele Mastrogiacomo per la scomparsa della madre

Francalisa Loup Roma, 7 ottobre 2014 Caro Daniele, ti abbracciamo e ti siamo vicini nel dolore per la perdita della tua mamma

Francalisa Loup Marco, Alessandra, Paolo, Roberto, Giampaolo, Francesca, Rosalba, Omero, Pietro, Stefania, Anna, Lucio, Francesco, Margit, Alberto, Francesco, Vincenzo, Alix, Alessandro, Enrico, Anais, Nicola, Federico, Fabio, Andrea e Giampaolo.

Roma, 7 ottobre 2014 Gli amici della Cultura abbracciano Daniele per la perdita della mamma

Francalisa Roma, 7 ottobre 2014 Gli amici della redazione Economia di Repubblica sono vicini a Daniele nel dolore per la perdita della madre

teriore rafforzamento della vigilanza attorno al procuratore generale.

Ma al presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, non ba-

Rafforzata la vigilanza per il magistrato Un’inchiesta anche da Palazzo San Macuto

NEL MIRINO Sopra, dall’alto, Scarpinato con la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi e la Procura di Palermo

sta: «Occorre fare rapidamente luce sulle minacce a Scarpinato. È inquietante e gravissimo che siano sparite delle immagini registrate».

Il vice presidente Claudio Fava avrebbe voluto a Palazzo San Macuto il presidente del Consiglio Renzi e

Elsa Agalbato e Fabio Sargentini ricordano commossi

Anna Gherardi raffinata e sensibile attrice che ha dedicato al teatro la vita.

Roma, 7 ottobre 2014 Milly Marchini, con grande affetto, è vicina ad Alessandra e famiglia, ricordando uno straordinario amico Prof.

Giampaolo Cantore Roma, 7 ottobre 2014 Nora e Antonio Fontana, con commozione e dolore, sono fraternamente vicini a Hilde, moglie del carissimo amico

Franco Curreri Roma, 7 ottobre 2014 07-10-2003

07-10-2014

Antonio Jerkov La famiglia lo ricorda con amore.

Roma, 7 ottobre 2014 Gaetano e Gabriella piangono la scomparsa di

Francalisa Loup

Igor Mitoraj

Roma, 7 ottobre 2014 I colleghi della Cronaca nazionale abbracciano con molto affetto Daniele e gli sono vicini in questo momento di dolore.

Roma, 7 ottobre 2014 Bruno Cagli, l’Orchestra e il Coro, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia tutta, ricordano con stima e affetto

Milano, 7 ottobre 2014 La Federazione del Partito Democratico di Bologna si unisce al dolore della famiglia per la prematura scomparsa di

Angelo Stefanato illustre solista, straordinario musicista e Accademico effettivo di Santa Cecilia dal 1983, ha ricoperto per venticinque anni il ruolo di Primo Violino dell’Orchestra.

Roma, 7 ottobre 2014 Ciao

Anna Gherardi rimarrai sempre nei nostri cuori.

Patrizia e Brizio, Renato e Franco, Antonio, Pino, Magda, Giorgio Roma, 7 ottobre 2014

Giacomo Venturi La tua vita al servizio delle istituzioni, del Partito e delle nostre comunità cittadine e del territorio. Non ti dimenticheremo mai.

Bologna, 7 ottobre 2014 Il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane esprime le più sentite condoglianze per la prematura scomparsa del Vice Presidente della Provincia di Bologna

Giacomo Venturi limpido esempio di alta professionalità e cultura.

Il Presidente Marcello Messori, l’Amministratore Delegato Michele Mario Elia e tutti i ferrovieri si uniscono al dolore della famiglia.

Roma, 7 ottobre 2014

Lisetta con i figli Vanni e Francesco, i nipoti Filippo, Margherita, Camilla, Tommaso e Chiara insieme a Rita e Dominique annuncia con grande dolore la scomparsa del Dott. Ing.

il sottosegretario Minniti. Dice: «Si garantisce davvero sicurezza ai magistrati e alle loro indagini se abbiamo trasparenza sul ruolo dei Servizi». Ma le due audizioni sono state bocciate dai capigruppo della Camera. «Punti controversi — prosegue Fava — restano il protocollo Farfalla, con cui il vecchio Sisde gestiva alcuni confidenti al 41 bis. E i rapporti fra l’attuale Aisi e il boss Sergio Flamia». Sono i due capitoli dell’indagine di Scarpinato. E, intanto, uno dei capimafia citati nel protocollo Farfalla, Cristofaro Cannella (condannato per la strage Borsellino), fa sapere tramite il suo legale: «Mai ricevuto proposte o avuto contatti con i servizi segreti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL CASO

New Livingstone stop ai voli “Battuti dalla crisi”

Mario Gori Marito padre e nonno amatissimo e indimenticabile.

La messa commemorativa sarà celebrata martedì 7 ottobre alle ore 16 nella chiesa di S. Felicita.

Firenze, 7 ottobre 2014 Il Presidente e i Magistrati tutti del Tribunale di Firenze, unitamente al personale amministrativo, sono vicini alla collega Elisabetta Improta per la prematura scomparsa del caro

Fernando Firenze, 7 ottobre 2014 La moglie Elisabetta annuncia con immenso dolore l’improvvisa scomparsa dell’ Avv.

Giuseppe Chianelli Il rito funebre sarà celebrato il 7 ottobre alle ore 9.30 nella chiesa dei Pallottini in piazza Europa - Napoli.

Napoli, 7 ottobre 2014 Improvvisamente si è spento l’ Avv.

Giuseppe Chianelli Straziati ed increduli ne danno il triste annuncio i figli Giovanni con Elisabetta, Ester con Marco e la loro mamma Paola.

Napoli, 7 ottobre 2014 07-10-2008

07-10-2014

Aniello ed Emilia ricordano con rimpianto

Sandra Vianello Lamonica Pieve di Cadore, 7 ottobre 2014

ROMA. Niente più voli da oggi per la New Livingstone. La sospensione delle attività della compagnia di charter è stata annunciata ieri all’Enac con una nota dell’azienda, che ha parlato di «una decisione difficile e sofferta». Sulla crisi del vettore charter avrebbero pesato il «crollo del turismo» nel bacino del Mediterraneo e «la drastica riduzione» di flussi verso la Russia. L’Enac ha ottenuto che New Livingstone si faccia carico della riprotezione dei viaggiatori già in possesso di biglietti. «È una scelta di responsabilità chiudere la compagnia aerea senza debiti nei confronti dei dipendenti», ha spiegato Riccardo Toto (figlio dell'ex patron di AirOne, Carlo), che nel 2011 aveva rilevato la compagnia aerea dall'amministrazione straordinaria. «La decisione che prendiamo è conseguenza del fatto che non esiste oggi un mercato per poter andare avanti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

È morta la mamma di Daniele Mastrogiacomo Èmorta Francalisa Loup, mamma del nostro collega Daniele Mastrogiacomo. A Daniele l’abbraccio di tutta Repubblica.

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

CRONACA

23

PER SAPERNE DI PIÙ sentinelleinpiedi.it www.repubblica.it/politica/2014

Omofobia. Viaggio nel movimento che occupa silenziosamente le piazze “Non chiamateci bigotti e reazionari” “A Bologna ci hanno aggredito con lanci di uova e di bottiglie Eppure vogliamo solo risvegliare le coscienze addormentate”

“Noi, Sentinelle difendiamo la famiglia da una lobby gay che vuole distruggerla”

LA MANIFESTAZIONE Le sentinelle in piedi domenica scorsa hanno manifestato contro le unioni gay in un centinaio di piazze

JENNER MELETTI

FOTO: SENTINELLEINPIEDI.IT

ROVERETO (TRENTO). Antagoni-

I PUNTI

CHI SONO “Sentinelle in piedi” Ritti, silenti e fermi “vegliano per la libertà di espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione di uomo e donna” QUANTI SONO Alcune migliaia.

Domenica erano in 100 piazze.

“La nostra è una rete apartitica e aconfessionale.

Accolto qualunque orientamento sessuale”

sti e anarchici sono arrivati in piazza Loreto prima delle “Sentinelle in Piedi”. «Ci hanno distrutto i pannelli, rubato il microfono.

Non abbiamo nemmeno avuto il tempo — racconta Roberto Buffi, coordinatore delle Sentinelle a Rovereto — di aprire i nostri libri.

Un sacerdote, don Matteo Graziola, è stato spintonato e ha preso una gran botta. A un ragazzo di 22 anni hanno spaccato il setto nasale. Tutto doveva ancora iniziare. Noi eravamo ancora in quattro, loro in venti».

Le Sentinelle hanno regole precise. «Vegliamo in piedi nelle piazze, per un’ora, in silenzio.

Non rispondiamo alle domande e non reagiamo ad eventuali provocazioni». Domenica non sono arrivate domande ma solo insulti e botte. Lanci di uova, fumogeni e anche bottiglie in città piccole e grandi, da Rovereto ad Aosta, da Napoli a Bologna. «L’istigazione all’odio — ha sentenziato Camillo Villagran, responsabile nazionale Igbt della Rete di Conoscenza — non è libertà d’espressione. Le Sentinelle rivendicano il diritto di discriminare e opprimere gay, lesbiche e tran-

“Siamo per la tradizione, dalla parte dei bambini C’è invece chi dice che la sessualità è una scelta”

LE REGOLE Vegliano in piedi nelle piazze per un’ora, in silenzio, a due metri l’uno dall’altro, leggendo un libro.

Non reagiscono alle provocazioni

sgender».

«Nemmeno per sogno», replica Valentina Castaldini, consigliere comunale Ncd sotto le Due Torri. «Io faccio la Sentinella da un anno, anche se fa freddo o nevica. Questi incontri non sono una protesta ma un modo intelligente e silenzioso per svegliare cervelli un po’ addormentati. Ero in piazza con il mio libro, “Il padrone del mondo” di Robert Benson, assieme ad altre 80 persone.

Poi sono arrivate le urla, le uova e una bottiglia che è caduta a trenta centimetri da una bambina di sei anni. Forza Nuova? Erano in quattro. Si sono messi in un angolo, senza che nessuno li avesse invitati. Con queste persone non abbiamo nulla da spartire. Ma è difficile dialogare anche con chi è venuto a contestarci. Non sanno che noi lottiamo per la libertà di tutti, gay compresi».

La conferma arriva anche dal coordinamento nazionale delle Sentinelle. «Siamo in piazza per la libertà di tutti. Ma noi riteniamo che ci sia una minoranza debole e silente che non può esprimersi e che va tutelata: i bambi-

ni. Hanno il diritto di avere un papà e una mamma e soprattutto a nascere da un atto di amore gratuito, senza essere fabbricati come oggetti pronti al consumo». Secondo le Sentinelle «il grandissimo inganno delle politiche Igbt, portato avanti da una lobby piccola ma potente, alimenta la presunta contrapposizione fra omosessuali ed eterosessuali. Non esistono un “voi” e un “noi” che si combattono. Questa lobby si arroga il diritto di parlare a nome di tutte le persone omosessuali o transessuali. Non sanno che molte di loro vegliano nelle piazze e sono Sentinelle».

Ultrà cattolici, catto-reazionari, tradizionalisti, violenti, omofobi, bigotti… Non mancano le etichette, nei confronti delle Sentinelle. «Io sono cattolico — dice Roberto Buffi, il coordinatore di Rovereto — come quasi tutti gli italiani ma non praticante.

Noi non siamo contro nessuno.

Difendiamo però qualcosa: la famiglia. Ho un figlio e spero che cresca secondo le sue naturali inclinazioni. L’unione civile secondo il modello tedesco mi va bene.

Ma i diritti degli omosessuali non debbono negare i diritti degli al-

tri. Per questo non accetto che a insegnare l’educazione sessuale nelle scuole siano i rappresentanti delle lobby gay e lesbiche.

Noi difendiamo la tradizione e c’è invece chi dice che la sessualità è una scelta, come fosse un’opinione. Papà e mamma per loro non esistono più, ci sono soltanto il genitore 1 e il genitore 2. Se diciamo queste cose potremmo —

Don Matteo, insegnante di religione: “C’è una consonanza con l’antropologia cattolica” con un ddl Scalfarotto diventato legge — pagarne serie conseguenze. Ma noi, sia pure in silenzio, ci appelliamo all’articolo 21 della Costituzione: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”».

Don Matteo Graziola, insegnante di religione al liceo Rosmini, è appena tornato dal pronto soccorso di Rovereto. «Pochi giorni di prognosi, per fortuna.

Ero in piazza con le Sentinelle — ho partecipato anche agli altri incontri — perché sono una realtà sorprendente: sono cresciute in modo spontaneo e serio. Sono persone che hanno sentito l’esigenza di difendere verità profonde sulla persona umana. Conservatori? Credo che il termine sia inadeguato. Non sono quelli che dicono “si è sempre fatto così e bisogna continuare così”. In maggioranza sono laureati che hanno maturato una convinzione personale, profonda, direi filosofica, sulle verità della natura umana: la famiglia, il padre, la madre, la vita delle persone…È un gruppo che punta al futuro non al passato».

Il sacerdote si dichiara «non dirigente ma parte del gruppo più stabile delle Sentinelle». «Non c’è un legame diretto con la Chiesa cattolica ma la stessa Chiesa si riconosce nei valori espressi da queste persone. Più che di religione, parlerei di consonanza profonda con quella che è sempre stata l’antropologia cattolica». Fra pochi giorni, via Facebook, l’annuncio delle prossime veglie. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA POLEMICA

“L’ironia è un diritto” La Rete tifa per lui ma il finto nazista rischia la denuncia

Il ragazzo vestito da nazista ROMA. Non c’è diritto neanche all’ironia. È questo l’umore della polemica scoppiata ieri sui social network dopo l’identificazione e il rischio di denuncia per apologia del fascismo costati al giovane che domenica, a Bergamo, si è travestito da “nazista dell’Illinois” (citazione dal film “Blues Brothers”) e così è comparso in piazza accanto alle “Sentinelle in Piedi”. Giampietro Belotti, 30 anni e studi artistici alle spalle, si è presentato alla manifestazione con al braccio il simbolo del “Grande dittatore” di Charlie Chaplin e sul petto una spilla arcobaleno, il “Mein Kampf” di Hitler e ai piedi la scritta “I nazisti dell’Illinois stanno con le Sentinelle”. Ma un quarto d’ora dopo l’inizio della sua protesta è stato portato dalla Digos in questura, dove ha spiegato che sua intenzione era diffondere un messaggio di pace universale, nulla a che fare con il nazismo.

Fatto sta che la vicenda ha scatenato in rete un dibattito acceso. «Finto Hitler arrestato per apologia di fascismo, ok ci sta. Parliamo anche di CasaPound e della polizia sempre connivente?» scrive su twitter un utente.

«Ora la Digos indaghi su Benigni per “La vita è bella”» dice un altro. E c’è chi difende il diritto di ognuno a manifestare: «L’intolleranza verso le sentinelle denota una mancanza di argomenti: difficile cosa la democrazia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

CRONACA

PER SAPERNE DI PIÙ www.enel.it milano.repubblica.it

Il caso Illuminazione nelle strade

42mila Brescia (verranno trasformati a led entro il 2016)

LE CITTÀ punti luce

IN ITALIA

10 milioni di punti luce per un consumo di 6,3 TWh/anno

107

2,1 milioni

kWh/abitante

51mila

Milano (verranno trasformati a led entro il 2016)

Venezia (trasformazione già effettuata)

gestiti da Enel (190mila quelli trasformati a led)

80-90

51

45mila

lampade al sodio

Bologna (80% verrà trasformato a led)

140

kWh/abitante la media europea

142mila

i punti luce

Vantaggi lumen/watt

il consumo annuo per l’illuminazione pubblica

25

lampade a Led

Durata ore

40

mila lampade a Led

9mila

12mila

Cagliari (8.700 già trasformati)

lampade al sodio

Via alla rivoluzione led così nelle nostre città la notte cambia colore

10mila Trapani (8.600 già trasformati)

33mila Catania (26mila in corso di trasformazione)

I nuovi dispositivi elettronici, che dimezzano i consumi e durano di più sostituiscono ovunque (da Milano a Cagliari) le vecchie lampade al sodio RISPARMI LUCA DE VITO OETI,

giallisti e narratori si aggiornino: il colore delle nostre città sta cambiando.

Addio vecchi lampioni giallastri che popolano letteratura e cinematografia, addio strade e piazze avvolte nella calda luce dei vapori di sodio ad alta pressione o in quella delle lampade al mercurio.

L’era dei led — più neutri e rispettosi dei colori — è cominciata. «Oggi il nostro occhio è regolato con gli schermi video — spiega Italo Rota, architetto e artista che lavora spesso con le luci artificiali —, si tratta di un’evoluzione che va di pari passo con la percezione.

E poi i led restituiscono colori più autentici perché hanno una gamma molto più ampia del sodio».

Economici, durevoli ed efficienti, i led stanno conquistando sempre più amministratori cittadini in tutta Italia: da Catanzaro a Venezia, passando per Bologna, Milano, Cagliari. Il primato italiano — ma sarebbe meglio dire «mondiale» — spetta a Torraca, piccolo comune del Cilento che nel 2008 è stato il primo a convertirsi ai led. Con un investimento da 180 mila euro, ha rinnovato 600 lampioni e la bolletta è passata di colpo da 45mila a 18mila euro all’anno. «Dopo sei anni — racconta Daniele Filizola, ex sindaco — è stato un grande successo, abbiamo raggiunto tutti gli obbiettivi. Per non parlare del turismo: sono venuti da tutto il mondo a vedere Torraca illuminata dai led».

Da allora è stato un crescendo.

Comuni medi, piccoli e piccolissimi, hanno dato il via alle più svariate sperimentazioni. Fino a Milano. «È un pallino che ho da tempo — sorride Giuseppe Tomarchio, city manager del capoluogo

P

lombardo — ma sono i numeri a darmi ragione: abbiamo 142mila punti luce, con il passaggio ai led spenderemo in bolletta 29 milioni di euro all’anno, contro i 42 attuali. Un risparmio netto del 31 per cento». Se la sostituzione delle lampade venisse estesa a tutto il paese, farebbe la gioia di qualsiasi commissario alla spending review, considerato che l’illuminazione pubblica (come spiegato dallo stesso Cottarelli) ci costa 2 miliardi all’anno.

Un’altra città pronta alla trasformazione è Bologna, dove l’Enel — che detiene oltre il 20 per

cento del mercato nazionale dell’illuminazione pubblica — sostituirà 32mila dei suoi 45mila lampioni. «Su un totale di 2,1 milioni di punti luce che gestiamo in tutta Italia — spiega Emanuele Sguazzi di Enel Sole — quelli a led oggi sono 190 mila». E se persino Venezia — dove l’arredo urbano è materia spinosa — ha fatto arrivare i led in piazza San Marco, la trasformazione estetica sembra ormai accettata di buon grado.

Questa tecnologia mette d’accordo artisti e amministratori dei conti pubblici, ma non si può dire che sia totalmente esente da di-

fetti. Gianni Forcolini, ricercatore in Lighting Design al Politecnico di Milano, è uno dei maggiori esperti in materia, oltre a essere un entusiasta dei led. «L’unico aspetto da tenere in considerazione è che si tratta di componenti elettronici e come tutti gli apparecchi di questa natura, devono essere di buona fattura. Inoltre, quando c’è da cambiarli non è come svitare delle lampadine, ma serve almeno un elettricista».

Quindi, se rivoluzione dev’essere, che rivoluzione sia. Ma con un occhio alla qualità.

51,8% La riduzione dei consumi prevista a Milano

31% La riduzione della bolletta

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’ATTESO ADDIO A QUELLE LUCI GIALLASTRE VALERIO MAGRELLI A DUNQUE è vero! Le desolate luci delle nostre città, con il loro atroce giallo fluorescente, saranno sostituite da led bianchi! Ho accolto la notizia con gioia incontenibile, pari solo al ribrezzo con cui, tanti anni fa, ho assistito esterrefatto all’arrivo di quel neon da snodo autostradale.

Esistono cose più importanti, certo, e tuttavia non posso dimenticare la gravità e la gratuità di quell’insulto. Non ricordo quando andò in porto lo scellerato disegno, so però che un bel giorno le lampade a incandescenza dell’illuminazione pubblica furono sostituite da grotteschi fari giallastri. Come già allora scrissi citando non so chi, eravamo passati dal saggio di filosofia di Jean-Paul Sartre, L’être et le néant (“L’essere e il nulla”), al saggio di idiozia di qualche oscuro amministratore pubblico, L’être et le néon (“L’essere e il neon”).

Con questa miserabile piaga, sugli scenari medievali, rinascimentali, barocchi, calò una luce da tunnel, obitorio, garage. Fu una mossa perversa: invece di distruggere l’oggetto architettonico, si minavano le sue condizioni di visibilità. Forse nessuna capitale europea subì un simile scempio. La cosa più sorprendente, fu che tale attentato allo sguardo rimase invi-

M

LAVORI IN CORSO Milano: la sostituzione delle luci al sodio dei lampioni con i nuovi led verrà completata entro il 2016

Fu Torraca, nel 2008, il primo Comune italiano a riconvertire tutta l’illuminazione pubblica

sibile. Mentre il restauro della Cappella Sistina provocò infinite polemiche, la criminale padanizzazione di mezza Italia con fari anti-nebbia fu perpetrata nell’indifferenza, e si compì il famoso arredo urbano, fatto da esperti capaci di scambiare le città per frigo-bar.

Nessuno si curò di dosare il rapporto tra nuovi strumenti di illuminotecnica e vecchia tradizione espressiva, tra l’odierno concetto di luce e l’antico panorama da illuminare. Così fu come se il buio dei caravaggeschi venisse rischiarato dalla luce di Edward Hopper, portando una scena sacra al centro del caffé Phillies.

Già due secoli fa Goethe notava l’influenza delle variazioni cromatiche sulla psiche. Ora, senza ignorare certe necessità (dal risparmio elettrico, all’incremento dei valori di luminanza), rimane insensato modificare l’illuminazione di un’intera metropoli con la stessa disinvoltura con cui si arreda la propria tavernetta. L’abbandono del patrimonio culturale passa anche attraverso la luce: anche attraverso la luce si realizza la sistematica spoliazione del paesaggio perseguita a partire dal dopoguerra. Siano perciò benedetti i nuovi led, che cacciano da noi la febbre gialla. © RIPRODUZIONE RISERVATA

VANTAGGIO AMBIENTALE è quantificabile in 11.033 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) risparmiate e in 23.650 tonnellate di CO2 in meno ogni anno nell’atmosfera

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

28

Economia

CONTATTI SEGRETERIA_ECONOMIA@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

FINANZA&MERCATI

FTSE MIB - 0,40% ▼ DOW JONES - 0,10% ▼ EURO DOLLARO 1,2565 ▼ PETROLIO BRENT 91,25 $ AL BARILE ▼ TASSI ITALIANI A 10 ANNI 2,34% ▲

L’intervista

IL PUNTO LUCA PAGNI

Nome nuovo spazio ai giovani e metà dirigenti Moretti ridisegna Finmeccanica Il neo ad studia i prossimi passi dopo l’eliminazione delle controllate “C’è ancora troppo grasso, va ridotto” MILANO. Prende corpo la nuova Finmeccanica sotto la guida dell’ex numero uno di ferrovie, Mauro Moretti. Sarà più “agile”, più giovane e avrà, con tutta probabilità, un nome nuovo. “C’è ancora troppo grasso e bisogna ridurlo”, ha detto senza troppo giri di parole il manager romagnolo che ha riunito ieri a Roma tutta la prima fila dei dirigenti della società controllata dal Tesoro. L’occasione era spiegare a che punto è la riorganizzazione aziendale: passa per la cancellazione delle società controllate che verranno tutte trasformate in divisioni, lasciando solo il marchio, e accentrando tutte le decisioni al vertice. Ma passa anche per un cura dimagrante dei dirigenti: Moretti ha dato incarico per una revisione dell’intera pianta organica, a caccia di doppioni, ma anche per una valutazione dell’efficienza di ogni singolo dipendente. Secondo indiscrezioni, Moretti ritiene che duemila dirigenti (il 3 per cento dell’intera forza lavoro) siano anche troppi e vorrebbe ridurli di almeno la metà.

Ma si tratta ancora di

Parla il neo presidente di Fs: “Ho trovato un’azienda forte e più coesa. C’è troppo squilibrio tra l’Alta Velocità e il resto del servizio Aumenti sugli Eurocity? Sul mercato servono prezzi adeguati ai costi Ntv ci ha giovato, collaboreremo con l’Autorità dei Trasporti”

Messori: “Ferrovie ai privati sì ma solo a piccoli passi Basta viaggiatori di serie B La concorrenza? Ci aiuta” FEDERICO FUBINI

NUMERO UNO Mauro Moretti, nuovo amministratore delegato del gruppo Finmeccanica

“

valutazioni, fanno sapere dall’azienda controllata dal Tesoro. Dalla quale, però, filtrano le motivazioni su cui si sta muovendo il neo amministratore delegato: la vecchia Finmeccanica è finita avrebbe detto Moretti ai dirigenti riuniti - e per assicurarle un nuovo futuro occorre puntare su efficienza e merito, per dare spazio ai più giovani e a chi in questi anni è stato sopravanzato da che aveva raccomandazioni o conoscenze.

Come ha sintetizzato un suo stretto collaboratore: ci sono troppe persone che non lavorano come dovrebbero e che ciò allo stato attuale impedisce di premiare chi merita davvero. Fino a ora, Moretti ha “licenziato” o convinto a dare le dimissioni una decina di dirigenti di primo livello.

Ma la cura dimagrante, quella più consistente, si vedrà nel prossimo anno e mezzo, mano a mano che si procederà con il piano di riorganizzazione. In questo contesto si inserisce anche l’ipotesi del cambio del nome, dettata dal fatto che all’estero così come si è reso conto lo stesso Moretti nell’ultimo road show con gli investitori internazionali - si conoscono molto di più i singoli marchi del gruppo (da Ansaldo ad Alenia, da AgustaWestland a Aermacchi) e molto meno la capogruppo.

Dobbiamo fare meglio soprattutto nelle aree povere del Mezzogiorno Il percorso verso la Borsa qui è più difficile che alle Poste MARCELLO MESSORI PRESIDENTE DI FS

“

MARCELLO Messori, economista della Luiss, è entrato da tre mesi e mezzo in Ferrovie dello Stato come nuovo presidente. A lui il governo ha affidato una missione tutt’altro che semplice: preparare almeno parti del gruppo per una privatizzazione già nel 2015. Dopo i rinvii su Poste e Enav e il flop di Fincantieri, il punto è capire se la compagnia dei treni è davvero pronta ad affrontare il giudizio del mercato in pochi mesi. O anche quello dei passeggeri.

Che azienda ha trovato al suo arrivo in Ferrovie?

«Un gruppo con un forte spirito di corpo, ma con una necessità altrettanto forte di aprirsi all’esterno per migliorare la propria organizzazione. L’attuale Ferrovie è caratterizzata dall’innovazione straordinaria dell’Alta Velocità, uno dei risultati più importanti nel panorama industriale del Paese. Ma l’alta velocità non può esaurire il servizio da fornire agli utenti».

Che intende dire?

«Per esempio, nell’area di mercato, bisogna migliorare le tratte passeggeri a medio-lunga percorrenza ma non ad alta velocità, specie nel Mezzogiorno. Nell’area del servizio pubblico, bisogna far fare un salto di qualità al trasporto pubblico locale. E bisogna riorganizzare il trasporto merci».

Gli italiani ormai sono di serie A o B secondo i treni su cui viaggiano. E la serie B è su livelli inaccettabili.

«L’attuale divario nella qualità del servizio non è accettabile. Aldilà dell’alta velocità, dev’essere possibile assicurare ai passeggeri un servizio adeguato, rendendo più efficienti ed efficaci le tratte tradizionali».

Significa biglietti più cari per treni come gli Eurocity?

«Per i servizi di mercato, il prezzo dei biglietti deve essere commisurato ai costi unitari che chi li offre sopporta in condizioni di efficienza. Per i servizi pubblici o universali, che riguardano il servizio locale ma anche tratte medio-lunghe volte a collegare zone altrimenti non coperte, deve esserci invece un adeguato e trasparente contributo di Stato o regioni. Ciò

impone di tenere separati i servizi per il mercato da quelli per il servizio pubblico; il che spinge verso una societarizzazione delle attività di Trenitalia, in modo da rendere incontrovertibile chi fa cosa.

In ogni caso, i criteri nell’erogazione di tutti i servizi devono essere efficienza e qualità».

Le tratte locali e regionali sono di qualità abissalmente diversa a seconda del luogo d’Italia in cui si è.

«La qualità può essere migliorata ovunque; ma è vero che ciò vale soprattutto per le aree più povere, ossia per gran parte del Mezzogiorno. I diversi servizi di trasporto pubblico locale devono essere messi a gara. Le Regioni devono essere poste in condizione di disegnare contratti efficienti; e un requisito è che si crei un mercato secondario del materiale rotabile».

Che significa?

«Chi vince una gara per una tratta locale ma non operava già su quel tipo di mercato deve poter utilizzare i vagoni e le locomotive di proprietà del vecchio offerente, cioè di solito Ferrovie dello Stato, grazie a una transazione efficace.

Ciò richiede un mercato con un for-

te coordinamento che garantisca l’accesso al materiale rotabile a prezzi regolamentati. Bisogna anche accentrare l’acquisto dei nuovi treni. Oggi le singole regioni fanno acquisti in modo indipendente e con scarsa standardizzazione, finendo per pagare prezzi molto alti. Centralizzare e standardizzare i costi: è così che si può ridurre il divario Nord-Sud».

Il governo vi chiede di preparare la privatizzazione già nel 2015. Quoterete in Borsa e venderete parte del Frecciarossa?

«Se si cedesse ai privati solo la polpa, si depaupererebbero il gruppo e le sue altre attività. Penso invece che i processi di riorganizzazione di Ferrovie e la quotazione e la dismissione parziale debbano procedere di pari passo.

Si tratta di evitare le soluzioni estreme: non solo la cessione della sola polpa, ma anche la quotazione in Borsa di tutto il gruppo senza una parallela riorganizzazione.

Con ciò non voglio escludere la possibilità di dismettere quote proprietarie della holding, ma solo come esito del modello di riorganizzazione».

HA SCRITTO 14 LIBRI Marcello Messori, presidente delle Fs, ha all’attivo come docente 14 libri e 150 saggi

Difficile dunque privatizzare nel 2015, come dice il Tesoro.

«Occorre essere realistici e trovare un punto di equilibrio fra diverse esigenze. Si può disegnare un processo a stadi: dentro FS non ci sono solo le attività di trasporto ferroviario, ma anche una parte immobiliare e vari altri servizi».

Sembra di rivedere il film di Poste. Il governo nomina nuovi manager competenti, dice loro di vendere, ma questi arrivano, guardano dentro l’azienda e chiedono tempo.

«Vi sono forti analogie, anche se la complessità organizzativa di Ferrovie è, per certi versi, maggiore. Ma se non si perde tempo, nel 2015 si possono realizzare stadi rilevanti del processo di dismissione».

Separerete la rete? «È un problema che non si pone all’inizio del processo delineato.

Prima, è necessario ‘ripulire’ la società della rete (RFI) che detiene anche molti immobili e reti complementari ai binari (rete elettrica, rete di telecomunicazione) e che eroga servizi di manutenzione in senso lato».

Ntv, quella dei treni Italo, vi accusa di abuso di posizione dominante, e di negarle l’uso delle stazioni. Che ne dice?

«Sono convinto che, nel medio periodo, più concorrenza giovi anche all’ex monopolista, cioè a noi.

L’alta velocità non sarebbe stata così di successo senza Ntv. Date le caratteristiche del settore, abbiamo bisogno di concorrenza regolata e di una forte autorità settoriale. Sarebbe un gravissimo errore se FS non cooperasse a raggiungere questi obiettivi». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014 I PEGGIORI

IERI

FTSE MIB..........................20119,73 FTSE IT ALL .....................21271,43 FTSE IT STAR..................17941,65 FTSE IT MID ....................25637,01 COMIT .................................1093,43 FUTURE ............................20112

(-0,40%) (-0,34%) (+0,31%) (+0,20%) (+0,72%) (-0,31%)

FTSE MIB Var.% WORLD DUTY FREE .......................................-2,32 UNIPOLSAI .......................................................-2,01 TELECOM IT......................................................-1,53 ENEL ...................................................................-1,47 PRYSMIAN ........................................................-1,13

TITOLI DI STATO RENDIMENTO BTP (10 ANNI) ........................................2,34% SPREAD SUL BUND ...............................143 I MIGLIORI

FTSE MIB Var.% CNH INDUSTRIAL.............................................3,88 RCS MEDIAGROUP..........................................3,32 MONCLER ..........................................................3,25 FERRAGAMO.....................................................2,63 YOOX...................................................................1,36

PRINCIPALI TITOLI DEL MERCATO AZIONARIO TITOLO A2A.....................................................................0,763 ATLANTIA......................................................18,910 AUTOGRILL......................................................6,050 AZIMUT ..........................................................19,000 BANCA GENERALI.......................................20,950 BANCO POPOLARE.....................................11,210 BCA POP.MILANO..........................................0,640 BUZZI UNICEM.............................................10,580 CAMPARI ..........................................................5,530 CNH INDUSTRIAL...........................................6,430 ENEL...................................................................4,012 ENEL GREEN PW .............................................1,953 ENI....................................................................17,710 EXOR ...............................................................29,620 FERRAGAMO ................................................21,470 FIAT ....................................................................7,400 FINMECCANICA .............................................7,235 GENERALI ......................................................16,180 GTECH ............................................................18,600 INTESA SANPAOLO.......................................2,332 LUXOTTICA ...................................................41,000 MEDIASET ........................................................2,926

PR. RIF € 0,66 0,27 -0,58 -0,16 -0,48 -0,36 0,87 0,28 -0,72 3,88 -1,47 0,36 -0,95 0,03 2,63 -0,60 -1,09 -0,06 0,70 0,76 -0,61

TITOLO MEDIOBANCA ................................................6,810 MEDIOLANUM................................................5,415 MONCLER......................................................11,450 MONTE PASCHI SI..........................................1,001 PIRELLI & C.....................................................10,560 POP.EMILIA ROMAGNA...............................6,180 PRYSMIAN.....................................................14,060 RCS MEDIAGROUP ........................................1,027 SAIPEM...........................................................15,700 SNAM.................................................................4,220 STMICROELECTR............................................6,140 TELECOM IT .....................................................0,868 TENARIS .........................................................16,710 TERNA ...............................................................3,872 TOD'S..............................................................76,350 UBI BANCA.......................................................6,500 UNICREDIT.......................................................6,105 UNIPOLSAI.......................................................2,148 WORLD DUTY FREE.......................................7,790 YOOX ..............................................................17,090

BORSE EUROPEE

PR. RIF € 0,22 -0,18 3,25 -0,40 -0,47 0,65 -1,13 3,32 -0,32 -1,08 0,16 -1,53 -0,65 -0,92 1,13 0,23 -0,65 -2,01 -2,32 1,36

PAESE/INDICE

06-10

VAR.%

AMSTERDAM (AEX)....................................412,24 BRUXELLES-BEL 20 ..................................3170,65 FRANCOFORTE (XET DAX) ....................9209,51 FTSE EUROTRACK 100 ............................2744,00 LONDRA (FTSE 100).................................6563,65 MADRID IBEX35 .....................................10645,70 OSLO TOP 25 ................................................534,76 PARIGI (CAC 40) ........................................4286,52 VIENNA (ATX) ............................................2171,71 ZURIGO (SMI).............................................8723,04

+0,26 +0,03 +0,15 +0,22 +0,55 +0,74 +0,05 +0,11 +0,70 +0,45

BORSE INTERNAZIONALI

PAESE/INDICE

06-10

VAR.%

DJ STOXX EURO...........................................314,15 HONG KONG HS.....................................23315,04 JOHANNESBURG...................................45901,81 NEW YORK (S&P 500) ..............................1964,82 NEW YORK (DJ IND.) .............................16991,91 NASDAQ COMP. .......................................4454,80 SINGAPORE ST ..........................................3253,24 SYDNEY (ALL ORDS)................................5292,63 TOKIO (NIKKEI) .......................................15890,95

+0,25 +1,09 +1,80 -0,16 -0,10 -0,47 -0,43 +1,16

VALUTE CORONA DK ...................................................7,4439 CORONA N......................................................8,1575 CORONA S.......................................................9,0773 DOLLARO AUS...............................................1,4381 DOLLARO CDN ..............................................1,4078 DOLLARO USA...............................................1,2565 FRANCO CH ....................................................1,2120 STERLINA UK ..................................................0,7857 YEN J ............................................................137,2500

ORO E MONETE AUREE 06 OTTOBRE ORO MILANO (EURO/GR.) ORO LONDRA (USD/ONCIA) ARGENTO MILANO (EURO/KG.) PLATINO MILANO (EURO/GR.) PALLADIO MILANO (EURO/GR.) 06 OTTOBRE STERLINA (V.C) STERLINA (N.C) STERLINA (POST.74) KRUGERRAND MARENGO ITALIANO

-0,003 -0,257 -0,383 -0,236 -0,213 -0,404 +0,256 +0,064 -0,153

MATTINO SERA 30,95 30,91 1.193,25 1.195,75 459,93 33,07 20,35 DENARO LETTERA 217,27 239,53 219,03 245,38 219,03 245,38 923,31 1.011,55 174,84 197,41

Contratti, esuberi e sindacato alla Thyssen di Terni si gioca il futuro dell’industria italiana L’acciaieria si sta trasformando nel laboratorio di tutte le crisi aziendali del Paese Governo in campo, ma il gruppo tedesco chiede 290 tagli e il blocco del salario LUISA GRION

LE TAPPE

IL MAGNETICO Dieci anni fa la prima grande crisi a Terni: la ThyssenKrupp chiude il reparto dell’acciaio magnetico, eccellenza dello stabilimento

L’OPERAZIONE

Club Med, sì del cda all’Opa dei cinesi PARIGI. Il cda del Club Med ha raccomandato «all’unanimità» l’opa proposta da Gaillon II, il consorzio guidato dalla cinese Fosun con altri partner (il 2,5% fa capo al management del Club). Il consiglio, in cui non hanno votato gli amministratori associati all’operazione, «ha constatato che questo progetto è il migliore dal punto di vista finanziario, associa l’interesse degli azionisti, della società dando sostegno alla sua strategia e dei dipendenti». La conclusione è che «gli amministratori hanno tutti l’intenzione di apportare i loro titoli all’offerta». La proposta di Gaillon II, a 22 euro per azione, è concorrente a quella da 21 euro lanciata dal consorzio Global Resorts guidato da Andrea Bonomi. Adesso l’offerta dei cinesi deve incassare l’ok dell’Amf (la Consob francese) e poi sbarcare in Borsa. A quel punto Bonomi se crede potrà rilanciare. Ma ieri c’è stata anche un’altra presa di posizione, da parte dei sindacati. Il loro organo rappresentativo, il Comitato d’impresa, ha votato nettamente contro l’opa Gallion II. Intanto in Borsa il titolo viaggia intorno a 22,45 euro: il mercato evidentemente punta su altri rilanci.

IL NO DI BRUXELLES Nel 2012 Thyssen cede Terni ai finlandesi della Outokumpu, ma la Ue dice no per raggiunta posizione dominante

IL PIAN0 Il piano per Ast prevede 290 esuberi, salari fermi 3 anni, tagli alla indennità di turno e domenicale. Il governo tenta la mediazione

ROMA.Quattro giorni fa, il tavolo non è saltato solo grazie ad una telefonata fatta in piena notte da Renzi all’amministratore delegato dell’azienda. Oggi il governo ci riprova, cercando una mediazione in quello che già si profila come un caso da manuale per la crisi industriale italiana, con ripercussioni sui contratti e sui salari che verranno. Al ministero dello Sviluppo economico c’è un nuovo incontro sul futuro dell’Ast di Terni, e sul piano industriale e gli esuberi che la ThyssenKrupp, proprietaria dello stabilimento, intende mettere in atto. Un piano lacrime e sangue che i sindacati riassumono nel concetto «meno lavoro, meno salario, meno diritti» e sul quale Maurizio Landini, leader della Fiom, ha già detto a Repubblica di essere pronto «a occupare la fabbrica».

Questi i fatti: Thyssen dice di voler rilanciare lo stabilimento — vi si produce il 50 per cento degli acciai speciali italiani e il 12 per cento di quelli europei — ma per farlo vuole chiudere (entro il 2016) uno dei due forni, ridurre i costi di cento milioni l’anno, tagliare più del 10 per cento dei 2.600 dipendenti e incidere drasticamente sulla parte variabile del salario. Secondo quanto previsto dall’ultimo piano gli

UNA FABBRICA CHE HA 130 ANNI La società siderurgica viene fondata nel 1884 In basso, una manifestazione del luglio 2014

L’azienda vuole chiudere uno dei due forni, ridurre i costi di 100 milioni l’anno, tagliare più del 10% dei 2.600 dipendenti e incidere molto sulla parte variabile della busta paga esuberi — dice la proprietà — sono 290 (in quello precedente erano 550). Tetto da raggiungere prevedendo un incentivo all’uscita volontaria (dai 50 agli 80 mila euro lordi) e — nel caso in cui non si arrivi al numero preventivato — con licenziamenti da effettuare senza ulteriore trattativa.

Meno lavoro, quindi, ma anche meno salario: la Thyssen propone di bloccare la busta paga per tre anni e azzerare la maggiorazione di turno e l’indennità domenicale nella parte eccedente alla contrattazione nazionale. Tagli quindi a quel salario aziendale di cui tanto si parla, e tagli pesanti: semplificando i calcoli, secondo il sindacato, ciò vuol dire che se un dipendente turnista a ciclo continuo (nella siderurgia non è un optional perché il forno non si può spegnere) oggi guadagna più o meno 1700 euro al mese, con la nuova politica salariale potrebbe perdere uno o due stipendi l’anno.

Cgil, Cisl e Uil non ci stanno: sulla vertenza — vista la gravità dei fatti — l’unità sindacale fino ad ora non ha traballato. Dicono che il mercato c’è, che gli esuberi sono riassorbibili da un possibile rilancio della produzione e che l’azienda

nasconda la volontà di andarsene altrove. Sostengono che con i contratti di solidarietà (rifiutati a Terni, ma applicati dall’Ilva di Taranto) l’azienda avrebbe tagliato il costo del lavoro non del 5, ma dell’8 per cento e che molto ci sarebbe da risparmiare anche dal reperimento delle materie prime e sul rottame. «Stiamo parlando di una generazione di lavoratori quarantenni che rischia di perdere il posto, in una terra che non ha altro lavoro da offrire — dice Salvatore Barone, responsabile settori produttivi della Cgil — e non si dica che il sindacato non fa la sua parte: abbiamo proposto di non toccare l’indennità di turno e domenicale, fondamentali in questo lavoro, ma siamo disponibili a legare ai risultati tutte le altre voci del salario aziendale». I metalmeccanici chiedono che il governo faccia la sua parte: «Il ministro Guidi ha promesso ad Ast tagli alla spesa energetica — dice Rosario Rappa, segretario nazionale Fiom — non abbia paura di una multinazionale e ponga condizioni vere su occupazione e investimenti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

30

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

ECONOMIA

PER SAPERNE DI PIÙ www.disneylandparis.fr www.otbfoundation.org

Il caso

IN BORSA GIÙ QUASI DEL 10 PER CENTO La notizia della ricapitalizzazione era attesa. Ma il titolo perde comunque il 9,54 per cento del suo valore di Borsa

Ecco il crollo di Euro Disney a Parigi VALORI IN EURO

4,27 3,65 3,50 3,49

3,10 10 mar

8 ago

2 set

17 set

ieri

FOTO:AFP

La recessione affonda anche Euro Disney Il gruppo americano ricapitalizza (per un miliardo di euro) il parco giochi francese che ha inaugurato nel 1992 L’anno scorso la struttura ha perso un milione di visitatori, nel 2014 altri 700 mila. Crollano le presenze dall’Italia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANAIS GINORI PARIGI. Il Topolino europeo chiede aiuto allo Zio Paperone americano. La crisi nel Vecchio Continente colpisce anche Euro Disney. Il grande parco di divertimenti vicino Parigi ha subìto un calo di visitatori di 700mila persone nel 2014, dopo la diminuzione di un milione dell'anno scorso. Una brusca frenata per il gruppo che ieri ha annunciato una ricapitalizzazione pari a un miliardo di euro. Una notizia attesa, accolta però da un tonfo in Borsa. Il titolo ha perso fino al 20% del suo valore, chiudendo in negativo a meno 9,54%.

Dalla creazione nel 1992, la storia del parco di Marne-la-Vallée non è stata proprio una favola. Nonostante il successo di pubblico, la società ha cumulato un forte indebitamento (1,7 miliardi) e costi operativi troppo elevati: il rosso dell'esercizio 2013 è stato pari a 110 milioni di euro. In oltre vent'anni di storia, Euro Disney ha chiuso in attivo solo sette esercizi e ha visto il suo valore di Borsa scendere dai 10 euro circa della sua prima quotazione a poco più di 3 euro. L'aumento di capitale annunciato ieri è la terza ristrutturazione dopo la prima nel 1994, con l'ingresso tra gli azionisti del principe saudita al-Waleed, e quella del 2004, con una ristrutturazione finanziaria concordata con le banche creditrici. Nei

primi sei mesi dell'anno la compagnia ha registrato una perdita netta di 103,6 milioni, un peggioramento del 16% rispetto all'anno precedente. Dal punto di vista degli ingressi, Disneyland Paris si attesta su oltre 14 milioni di persone ogni anno, meno che il record del 2012 (16 milioni) ma pur sempre in testa a tutti i parchi di divertimento del Vecchio Continente.

«Siamo la principale destinazione turistica europea ma le attuali difficoltà economiche in Europa e il carico di debito hanno fatto

diminuire in modo significativo i ricavi operativi e la liquidità», sottolinea il nuovo presidente della struttura, il tedesco Tom Wolber, arrivato alla guida del gruppo francese qualche mese fa. A diminuire fortemente sono stati i turisti francesi, che rappresentano ancora la maggioranza della clientela. Ma sono calati anche i turisti provenienti da Belgio, Spagna, Italia, Paesi colpiti dalla crisi economica. A nulla è servito il lancio della nuova attrazione a tema dedicata al personaggio Ratatouille, con un investimento di 200 milioni.

L’OPERAZIONE

Il Waldorf-Astoria ai cinesi per quasi 2 miliardi di dollari E’ FINITO ai cinesi il Waldorf-Astoria, l’albergo nel cuore di Manhattan, considerato uno dei gioielli architettonici e simbolo di New York. La catena alberghiera Hilton, (il fondatore Conrad, bisnonno della più nota Paris che ci ha abitato, lo acquistò nel 1949) lo ha venduto, riservandosene la gestione per i prossimi 100 anni, al gruppo assicurativo cinese Anbang Insurance per 1,95 miliardi di dollari.

E così sarà la casa madre, che detiene poco meno del 40% del capitale, a dover ancora una volta soccorrere la filiale europea. Il nuovo piano di ricapitalizzazione, spiega una nota della società americana, prevede un contributo diretto di 420 milioni per offrire a Disneyland Paris nuova liquidità, più una conversione di 600 milioni di crediti detenuti da Disney nel quadro di operazioni di finanziamento precedenti, e un consolidamento delle linee di credito esistenti in un solo credito rinnovabile da 350 milioni con scadenza nel 2023. Nonostante questi continui interventi finanziari, la società americana non ha intenzione di disinvestire su questa sede strategica.

Dal primo parco di divertimenti, creato in California oltre 60 anni fa, The Walt Disney Company ha aperto altre quattro sedi: in Florida, a Parigi, Hong Kong e Tokyo. Mentre la frequentazione della sede francese è in declino, le altre nel mondo sono in forte aumento: un giro d'affari pari a 14 miliardi di dollari (di cui l'80% negli Usa), con un aumento del 9% e un utile operativo di 2,2 miliardi (+17%). Il gruppo americano ha investito altri 5,5 miliardi per l'apertura di un nuovo parco Disney a Shangai. Se l’Europa piange, altrove nel mondo ancora si ride e c’è voglia di divertirsi.

I PARCHI

LOS ANGELES Inaugurato nel 1955 ad Anaheim Per realizzarlo, Walt Disney raccolse 17 milioni e ipotecò la sua casa

© RIPRODUZIONE RISERVATA

MODA/ LA NOMINA

Renzo Rosso ingaggia Galliano per il marchio Martin Margiela già a gennaio la prima sfilata

IL TANDEM John Galliano (in alto) ricomincia dalla Maison Martin Margiela di Renzo Rosso (in basso)

DOPO i rumors, la conferma. John Galliano torna a lavorare nel mondo della moda come direttore creativo di Martin Margiela, il marchio che fa capo al gruppo Otb, Only the Brave, di Renzo Rosso. Galliano, 53 anni, stilista di fama, che ha avuto problemi di droga e alcol, era stato licenziato nel 2011 da Dior, dopo che era stato ripreso con un video in un bar parigino mentre pronunciava insulti anti semiti. Per questo brutto incidente è rimasto escluso dal mondo delle sfilate per tre anni mezzo. Ora riparte con Renzo Rosso. «Galliano è uno stilista visionario e anticonformista — spiega il patron di Diesel — con lui si apre una nuova era nella storia di Martin Margiela. Non vedo l’ora che John Galliano torni a dare forma al “fashion dream” che lui solo può creare» Rosso considera Galliano «uno dei più grandi e indiscussi talenti di tutti i tempi, un eccezionale stilista per Margiela che ha sempre innovato il mondo della moda». Gallinao torna in scena (prima sfilata a gennaio) dopo essere stato in purgatorio per tre anni e mezzo ed aver subito un processo, concluso con una multa di 6 mila euro. In questi anni, Galliano ha fatto cure per disintossicarsi, nel 2013, ha collaborato Oscar de la Renta e di recente è stato direttore artistico de L’Etoile, la più grande catena di cosmetici russa. (l.a.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

TOKIO Si compone di due strutture: Disneyland e Disney Sea Ha 6 hotel al suo interno

HONG KONG È sull’isola di Lantau, a 20 minuti dall’aeroporto internazionale, occupa 126 ettari ed ha due hotel

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

IMPRESE&MERCATI TITOLO

Chiu € ieri

A A.S. ROMA 0,663 A2A 0,763 ACEA 9,380 ACOTEL GROUP 15,170 ACQUE POTABILI 1,089 ACSM-AGAM 1,264 ADF-AEROP.FIRENZE 13,510 AEDES 0,023 AEFFE 1,900 AIÒN RENEWABLES 0,621 ALBA PRIVATE EQ. 2,310 ALERION 3,120 AMBIENTHESIS 0,459 AMPLIFON 4,560 ANIMA HOLDING 4,280 ANSALDO STS 9,100 ARENA 0,005 ASCOPIAVE 1,811 ASTALDI 6,080 ASTM 10,340 ATLANTIA 18,910 AUTOGRILL 6,050 AUTOSTRADE MER. 15,500 AZIMUT 19,000 B B&C SPEAKERS 5,900 BANCA GENERALI 20,950 BANCA IFIS 15,650 BASICNET 2,080 BASTOGI 2,202 BB BIOTECH 152,400 BCA CARIGE 0,109 BCA CARIGE R 1,196 BCA FINNAT 0,457 BCA INTERMOBILIARE 3,500 BCA P.ETRURIA E LAZIO 0,629 BCA P.MILANO 0,640 BCA P.SPOLETO 1,794 BCA PROFILO 0,327 BCO DESIO-BRIANZA 2,618 BCO DESIO-BRIANZA RNC 2,394 BCO POPOLARE 11,210 BCO SANTANDER 7,420 BCO SARDEGNA RNC 11,250 BE 0,487 BEGHELLI 0,421 BENI STABILI 0,535 BEST UNION CO. 1,860 BIALETTI INDUSTRIE 0,502 BIANCAMANO 0,562 BIESSE 7,805 BIOERA 0,299 BOERO BART. 21,300 BOLZONI 3,150 BON.FERRARESI 28,860 BORGOSESIA 0,810 BORGOSESIA RNC 0,920 BREMBO 25,690 BRIOSCHI 0,107 BRUNELLO CUCINELLI 16,230 BUZZI UNICEM 10,580 BUZZI UNICEM RNC 6,620 C CAD IT 3,990 CAIRO COMM. 5,820 CALEFFI 1,444 CALTAGIRONE 2,120 CALTAGIRONE ED. 1,020 CAMPARI 5,530 CARRARO 1,964 CATTOLICA AS 13,360 CEMBRE 10,250 CEMENTIR HOLD 4,920 CENT. LATTE TORINO 2,860 CERAM. RICCHETTI 0,286 CERVED 4,840 CHL 0,044 CIA 0,270 CICCOLELLA 0,277 CIR 0,916 CLASS EDITORI 0,319 CNH INDUSTRIAL 6,430 COFIDE 0,416 COGEME SET 0,048 CONAFI PRESTITO' 0,332 CRED. ARTIGIANO -

Var % inizio ieri anno

Cap. in mil. di €

2013- 2014 min € max €

-2,00 0,66 -1,78 -0,07 1,12 0,15 2,70 -0,26 -0,95 1,32 2,10 -1,11 2,25 -1,74 3,40 -1,90 0,27 -0,58 1,31 -0,16

-2,69 -8,73 13,15 -24,04 44,05 20,38 40,29 -42,25 137,50 28,91 -6,59 -7,46 12,04 5,68 30,38 -7,27 1,68 -20,68 -10,09 14,47 -1,14 -1,90 -1,09

0,266 0,392 4,095 13,774 0,734 0,618 8,880 0,023 0,524 0,521 1,491 2,879 0,244 3,595 3,681 5,336 0,003 1,101 5,088 7,820 12,028 3,826 14,681 10,219

1,005 1,016 11,171 27,564 1,447 1,369 13,859 0,071 1,895 0,795 2,644 4,069 0,687 4,890 4,592 9,073 0,007 2,331 8,372 12,839 21,298 7,666 17,266 25,586

259 2396 2022 63 39 96 119 25 203 11 23 136 43 1023 1291 1815 9 427 609 922 15710 1551 67 2721

-0,84 -0,48 1,43 -2,62 -1,61 -0,72 1,78 -1,40 0,53 -0,11 0,08 0,87 -1,06 0,31 0,67 -0,36 -0,93 0,90 -0,67 0,33 -0,47 -2,62 -0,99 -1,40 -1,20 -0,33 -0,32 0,03 -0,73 -0,75 1,44 0,28 -0,23

-9,09 -7,95 22,65 -10,27 167,56 31,95 -40,79 21,42 14,35 12,47 23,33 60,55 62,28 19,00 17,47 -15,49 15,04 13,98 86,12 -1,03 11,04 24,92 124,13 12,75 44,14 -21,00 6,50 6,78 -18,38 -9,90 -4,12 26,68 36,54 -38,17 -19,30 -7,28

3,005 12,856 5,515 1,342 0,750 72,897 0,105 0,904 0,242 1,763 0,481 0,274 1,623 0,200 1,823 1,731 6,642 4,865 3,768 0,165 0,315 0,435 0,870 0,187 0,429 2,394 0,142 18,618 2,017 28,169 0,727 0,869 9,689 0,075 13,408 10,259 5,109

8,612 25,136 16,383 2,586 3,718 153,508 0,361 1,975 0,585 3,675 1,809 0,723 3,017 0,479 3,395 3,135 15,631 7,889 11,914 0,647 0,619 0,666 2,241 0,845 0,837 9,609 0,468 23,750 4,081 40,841 0,972 1,291 29,592 0,147 26,279 15,134 7,987

65 2436 841 129 39 1117 3 166 548 137 2839 53 223 306 31 4121 73 66 84 1025 18 37 19 215 11 92 80 161 30 1 1736 83 1105 1763 271

-1,72 1,93 -0,28 0,09 -0,72 0,72 -1,04 -0,49 0,45 -0,69 -0,04 3,57 -0,07 1,91 1,05 -0,59 3,88 0,10 -1,78 -

-14,38 -1,36 1,05 4,33 -2,86 -8,82 -37,05 -31,35 14,08 15,76 65,12 53,83 -3,20 -1,14 5,81 -8,13 -19,79 77,00 -21,49 -24,88 -45,57 -

3,883 2,465 1,274 1,144 0,706 5,470 1,877 11,638 6,306 1,630 1,247 0,163 4,413 0,037 0,201 0,264 0,743 0,150 5,998 0,367 0,049 0,297 -

5,299 7,745 1,674 2,996 1,359 6,622 3,385 20,471 12,298 7,237 5,897 0,389 5,011 0,072 0,311 0,436 1,256 0,402 9,658 0,606 0,049 0,750 -

36 452 18 255 128 3240 91 729 175 780 29 23 942 11 25 51 723 91 8643 300 3 15 -

www.finanza.repubblica.it >

TITOLO

IL PUNTO

Ancora giù Wdf, male UnipolSai. In volo Cnh e il lusso MILANO.L’Ftse Mib ha concluso in calo dello 0,40%.

Tra i gruppi a elevata capitalizzazione il peggiore è stato World duty free, giù del 2,32% (nelle ultime tre sedute ha perso il 15%). Deboli anche UnipolSai (-2%), Telecom (-1,53%), Enel (-1,47%), Prysmian

TITOLO CRED. EMILIANO CRED. VALTELLINESE CRESPI CSP CTI BIOPHARMA D D'AMICO DADA DAMIANI DANIELI DANIELI RNC DATALOGIC DE'LONGHI DEA CAPITAL DELCLIMA DIASORIN DIGITAL BROS DMAIL GROUP E EDISON R EEMS EI TOWERS EL.EN. ELICA EMAK ENEL ENEL GREEN PW ENERVIT ENGINEERING ENI ERG ERGY CAPITAL ESPRINET EUKEDOS EUROTECH EXOR EXPRIVIA F FALCK RENEWABLES FERRAGAMO FIAT FIDIA FIERA MILANO FINCANTIERI FINECOBANK FINMECCANICA FNM FULLSIX G GABETTI PRO.SOL. GAS PLUS GEFRAN GENERALI GEOX GRUPPO ED.L'ESPRESSO GTECH H HERA I I GRANDI VIAGGI IGD IL SOLE 24 ORE IMA IMMSI INDESIT

Chiu € ieri

ieri

Var % inizio anno

6,300 0,860 0,026 1,516 1,901

-0,63 -1,32 1,27 -1,91

8,90 -7,46 15,73 -8,87

3,497 0,590 0,025 0,957 0,783

7,670 1,225 0,044 2,021 3,101

2096 970 4 50 -

0,426 2,966 1,235 20,510 15,030 8,450 15,400 1,455 1,531 29,800 3,158 2,650

0,59 1,23 -1,12 0,98 0,87 1,38 1,58 0,69 -0,13 0,13 1,22 -2,50

-33,64 -13,78 -0,32 -17,53 -6,53 1,81 29,30 16,87 20,55 -14,88 42,90 -33,08

0,319 2,976 0,934 17,803 11,585 5,601 10,845 1,204 0,659 26,472 1,071 2,009

0,733 4,221 1,780 26,687 17,992 9,964 16,933 1,504 1,580 35,923 3,740 5,465

180 50 102 830 606 493 2289 446 228 1662 45 4

0,886 0,216 42,280 22,370 1,560 0,731 4,012 1,953 4,136 39,850 17,710 9,460 0,111 6,200 1,030 1,712 29,620 0,720

0,17 -2,88 -0,54 -1,02 -1,27 -3,82 -1,47 0,36 -0,48 -0,95 -0,84 -2,81 0,73 -1,90 0,88 0,03 0,35

-9,32 -29,82 24,02 40,43 -7,64 -11,18 28,02 5,85 28,53 -9,23 2,25 -0,48 -36,49 17,76 62,85 -7,16 -1,92 -13,98

0,842 0,171 20,487 14,016 0,999 0,526 2,305 1,369 1,856 25,474 15,380 6,484 0,106 3,172 0,457 1,088 19,001 0,612

1,435 0,539 43,537 25,139 2,033 1,058 4,454 2,154 5,848 53,806 20,365 12,045 0,331 8,712 1,132 2,639 33,070 0,998

98 9 1202 108 99 121 38155 9822 72 496 64694 1430 19 323 19 61 7305 38

1,044 21,470 7,400 3,030 6,250 0,673 4,200 7,235 0,650 1,936

0,48 2,63 -0,60 0,53 1,63 -2,18 0,29 -1,09 1,72 -1,22

-21,86 -22,27 6,94 25,21 -13,79 -13,78 5,00 32,87 32,93 -26,22

0,795 16,749 3,826 2,260 3,916 0,638 3,788 3,569 0,169 1,678

1,487 29,614 8,969 3,579 8,759 0,780 4,268 7,766 0,690 3,158

306 3590 9321 16 261 1144 2541 4223 281 21

1,101 4,354 3,534 16,180 2,606 1,010 18,600

-1,70 1,26 0,45 -0,06 -0,76 3,06 0,70

-31,19 -7,05 26,21 -4,37 -3,98 -25,35 -16,44

0,953 4,086 2,327 11,941 1,837 0,697 15,605

2,716 5,061 4,228 17,523 3,408 1,962 24,030

48 193 50 25275 683 416 3268

2,028

0,50

24,42

1,208

2,167

3017

0,600 0,623 0,693 28,750 0,508 10,680

2,56 -2,73 1,61 0,98 -3,97 -

57,77 -2,56 13,70 0,88 9,67 7,50

0,327 0,549 0,475 13,760 0,402 5,334

0,858 1,085 1,307 39,275 0,793 11,386

27 226 30 1068 174 1222

2013- 2014 min € max €

Cap. in mil. di €

(-1,13%), Finmeccanica (-1,09%), Snam (-1,08%) ed Eni (-0,95%). Tra le banche, Unicredit ha perso lo 0,65% e Mps lo 0,40%. Molto bene invece Cnh (+3,88%) e il settore moda: Moncler +3,25%, Ferragamo +2,63%, Yoox +1,36% e Tod’s +1,13%.

TITOLO INDUSTRIA E INN INTEK GROUP INTEK GROUP RNC INTERPUMP INTESA SANPAOLO INTESA SANPAOLO RNC INVEST E SVILUPPO IRCE IREN ISAGRO ISAGRO AZIONI SVILUPPO IT WAY ITALCEMENTI ITALMOBILIARE ITALMOBILIARE RNC IVS GROUP J JUVENTUS FC K K.R.ENERGY KINEXIA L LA DORIA LANDI RENZO LAZIO LUXOTTICA LVENTURE GROUP M M&C MAIRE TECNIMONT MARR MEDIACONTECH MEDIASET MEDIOBANCA MEDIOLANUM MERIDIE MID INDUSTRY CAP MITTEL MOLESKINE MOLMED MONCLER MONDADORI MONDO TV MONRIF MONTE PASCHI SI. MOVIEMAX MUTUIONLINE N NICE NOEMALIFE NOVARE O OLIDATA P PANARIAGROUP PARMALAT PIAGGIO PIERREL PININFARINA PIQUADRO PIRELLI & C. PIRELLI & C. RNC POLIGR. S.FAUSTINO POLIGRAFICI EDITORIALE POP.EMILIA ROMAGNA

ieri

Var % inizio anno

0,516 0,377 0,615 9,800 2,332 2,096 0,510 1,890 0,973 1,700 1,418 1,550 5,100 25,400 15,610 8,000

3,97 -1,41 -0,73 -3,16 0,67 -3,50 -0,47 2,15 -0,58 -2,14 -0,64 0,59 -2,31 -7,03 -

-22,41 17,06 49,11 11,74 30,79 43,86 -24,11 12,50 -11,43 -1,07 -23,76 4,10 -7,27 1,20 6,34 10,34

0,453 0,267 0,310 5,585 1,118 0,975 0,473 1,358 0,457 1,429 1,263 1,186 3,656 12,776 7,973 6,272

1,650 0,490 0,661 11,196 2,626 2,234 1,004 2,248 1,343 2,312 1,789 2,094 8,618 34,475 22,828 9,341

12 131 30 1080 36492 1960 3 53 1154 42 20 12 1797 567 259 313

0,228

-0,09

1,83

0,188

0,343

231

0,996 1,449

-6,48 1,33

-47,39 -32,98

0,838 1,000

2,441 2,525

34 82

5,700 1,064 0,550 41,000 0,744

1,79 -0,65 1,48 0,76 -1,39

45,26 -15,69 12,89 5,07 -30,67

1,673 0,896 0,401 31,098 0,341

6,770 1,646 0,941 43,036 3,049

176 121 37 19696 13

0,099 1,910 12,840 1,058 2,926 6,810 5,415 0,118 1,485 1,130 0,496 11,450 0,837 1,710 0,353 1,001 0,043 4,902

-2,17 2,88 -0,84 -0,61 0,22 -0,18 0,61 -0,09 0,81 3,25 2,26 1,18 -0,98 -0,40 1,43 -0,24

-37,35 15,06 6,03 -37,33 -15,53 7,92 -14,12 49,24 -12,03 -28,07 -33,16 -28,97 -39,78 238,28 -20,07 -35,20 -32,38 19,21

0,095 0,577 7,857 1,001 1,490 3,825 3,841 0,073 1,290 1,134 0,400 11,064 0,804 0,382 0,252 0,974 0,033 0,162

0,182 2,884 14,403 4,562 4,363 8,394 7,128 0,183 2,042 2,302 0,849 16,314 1,600 2,225 0,605 2,558 0,100 5,319

47 584 848 19 3487 5927 4018 6 129 241 117 2848 217 46 54 5167 3 193

2,820 4,898 0,850

-1,05 -0,04 -2,30

2,40 36,21 18,06

2,352 2,911 0,695

3,599 6,054 0,998

329 37 11

Chiu € ieri

2013- 2014 min € max €

Cap. in mil. di €

0,393

1,92

-0,18

0,239

0,534

13

1,293 2,506 2,100 0,703 3,214 1,775 10,560 9,810 6,540 0,280 6,180

-3,07 0,24 1,45 0,43 0,63 0,74 -0,47 -3,82 -0,91 0,32 0,65

-1,30 1,21 -12,72 35,98 -0,62 -1,39 -15,32 2,72 7,65 -5,15 -0,77

1,028 1,735 1,849 0,491 2,648 1,343 7,175 5,669 3,854 0,199 3,845

1,606 2,612 2,969 0,853 5,043 2,355 12,717 10,927 8,131 0,456 8,726

59 4577 766 33 97 89 5067 122 56 37 2995

POP.SONDRIO PRELIOS PREMUDA PRIMA INDUSTRIE PRYSMIAN R R. DE MEDICI RATTI RCS MEDIAGROUP RECORDATI REPLY RETELIT RISANAMENTO ROSSS S SABAF S.P.A. SAES SAES RNC SAFILO GROUP SAIPEM SAIPEM RISP SALINI IMPREGILO SALINI IMPREGILO RNC SARAS SAT SAVE SCREEN SERVICE BT SEAT PG SEAT PG R SERVIZI ITALIA SESA SIAS SINTESI SNAI SNAM SOGEFI SOL SORIN SPACE STEFANEL STEFANEL RISP STMICROELECTR. T TAMBURI TAS TELECOM IT TELECOM IT MEDIA TELECOM IT MEDIA RNC TELECOM IT RNC TENARIS TERNA TERNIENERGIA TESMEC TISCALI TOD'S TREVI FIN.IND. TXT E-SOLUTION U UBI BANCA UNICREDIT UNICREDIT RISP UNIPOL UNIPOL PR UNIPOLSAI UNIPOLSAI RISP UNIPOLSAI RISP B V VALSOIA VIANINI INDUSTRIA VIANINI LAVORI VITTORIA ASS. W WORLD DUTY FREE Y YOOX Z ZIGNAGO VETRO ZUCCHI ZUCCHI RNC

31 Var % inizio ieri anno

2013- 2014 min € max €

3,324 0,355 0,278 14,100 14,060

0,61 1,26 2,58 -0,49 -1,13

-3,16 -38,08 -3,10 50,72 -24,45

3,042 0,351 0,205 8,518 14,013

4,484 0,931 0,413 15,715 19,565

1523 183 51 148 3061

0,294 2,682 1,027 12,730 62,450 0,678 0,143 1,400

-1,31 0,90 3,32 -1,32 -0,32 1,73 0,70 -

9,53 22,24 -20,39 23,23 6,57 22,49 -32,55 5,34

0,105 1,915 0,997 6,904 20,971 0,432 0,140 0,966

0,361 2,721 4,428 13,196 66,064 0,781 0,253 1,604

112 74 541 2695 584 113 256 16

13,500 6,300 5,300 10,780 15,700 18,200 2,960 11,360 0,859 12,570 13,020 0,038 0,001 1,120 4,094 12,340 8,220 0,086 1,576 4,220 2,984 6,015 1,911 9,900 0,294 146,000 6,140

0,07 0,16 -1,76 2,67 -0,32 4,45 2,90 8,73 -2,91 -2,52 -0,48 -0,24 -0,88 -1,08 8,12 1,09 -1,75 1,38 0,16

5,22 -10,00 -21,25 -39,37 1,68 6,43 -38,59 -10,13 3,18 16,28 5,43 -37,19 -22,22 21,74 0,34 3,78 13,38 -20,00 15,97 4,35 -30,25 4,88 -10,70 0,61 -19,45 7,25

8,726 6,231 5,319 6,615 12,595 16,000 2,367 10,322 0,773 8,148 6,964 0,034 0,001 0,480 3,199 11,397 6,080 0,080 0,542 3,394 1,929 4,010 1,686 9,643 0,223 146,000 5,312

15,496 8,844 7,824 19,075 32,181 35,000 5,065 15,330 1,290 14,256 14,276 0,180 0,006 1,295 5,649 14,123 9,753 0,136 2,277 4,554 4,961 7,194 2,300 11,056 0,457 167,500 7,570

156 91 39 675 6957 2 1460 17 797 129 726 5 22 1 113 193 1888 4 185 14335 350 545 927 129 24 -

2,392 0,495 0,868 1,199 0,636 0,682 16,710 3,872 1,648 0,673 0,050 76,350 5,445 8,000

1,18 -1,53 0,33 -0,39 -1,52 -0,65 -0,92 -0,72 -0,30 0,81 1,13 -0,64 -

6,22 1,04 22,44 -27,33 234,65 20,83 6,23 7,08 -24,75 -14,76 16,98 -36,06 -12,88 -12,04

1,482 0,401 0,475 1,036 0,150 0,378 14,759 3,010 1,635 0,457 0,036 75,458 4,034 3,144

2,810 0,626 1,000 2,514 0,921 0,784 18,328 4,124 2,372 0,904 0,080 144,651 8,434 11,972

342 20 11855 123 3 4159 7830 62 73 93 2340 383 94

6,500 6,105 7,880 3,660 3,448 2,148 222,900 2,110

0,23 -0,65 -1,19 0,22 -0,81 -2,01 -1,50 -2,04

34,30 13,37 0,32 -15,86 -6,00 -6,41 22,55 6,11

2,676 3,241 7,290 1,511 1,333 0,897 79,089 0,635

7,420 6,834 9,435 5,700 5,043 2,701 279,317 2,645

5916 36110 19 1630 943 4941 284 807

13,990 1,290 5,390 9,655

0,43 0,47 0,31

30,75 7,50 4,36 10,72

3,703 0,857 3,042 4,835

15,526 1,541 6,440 10,749

146 39 236 646

Chiu € ieri

Cap. in mil. di €

7,790

-2,32

-16,24

7,400

10,905

2006

17,090

1,36

-49,26

11,880

34,569

1022

5,380 0,060 0,177

-1,37 0,67 -

6,96 -16,46 -4,32

4,184 0,053 0,165

6,389 0,143 0,294

477 23 1

FONDI COMUNI APERTI - SICAV ITALIANI E LUSSEMBURGHESI DEL 3 OTTOBRE 2014 TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

tel.02-72206431(EX L)/800-893989 ACOMEA AMERICA A1 .........................17,946 ACOMEA AMERICA A2 .........................18,593 ACOMEA ASIA PAC. A2 ...........................4,655 ACOMEA ASIA PACIFICO A1..................4,510 ACOMEA BREVE TERM. A1...................14,702 ACOMEA BREVE TERM. A2...................14,878 ACOMEA ETF ATTIVO A1........................4,540 ACOMEA ETF ATTIVO A2........................4,666 ACOMEA EUROBB. A1 ..........................17,310 ACOMEA EUROBB. A2 ..........................17,535 ACOMEA EUROPA A1...........................12,950 ACOMEA EUROPA A2...........................13,337 ACOMEA GLOBALE A1.........................11,682 ACOMEA GLOBALE A2.........................12,166 ACOMEA ITALIA A1...............................19,133 ACOMEA ITALIA A2...............................19,725 ACOMEA LIQUIDITA' A1 .........................8,938 ACOMEA LIQUIDITA' A2 .........................8,939 ACOMEA PAESI EM. A1 ...........................6,780 ACOMEA PAESI EM. A2 ...........................6,999 ACOMEA PATR. AGGR. A2......................4,107 ACOMEA PATR. AGGR.A1.......................3,971 ACOMEA PATR. DINAM.A1....................5,303 ACOMEA PATR. DINAM.A2....................5,427 ACOMEA PATR. PRUD. A1 ......................6,292 ACOMEA PATR. PRUD. A2 ......................6,447 ACOMEA PERFORM. A1 .......................22,094 ACOMEA PERFORM. A2 .......................22,467

17,713 18,351 4,633 4,488 14,696 14,873 4,469 4,593 17,303 17,527 12,783 13,164 11,585 12,064 18,847 19,429 8,938 8,939 6,714 6,931 4,093 3,958 5,290 5,413 6,284 6,438 22,062 22,433

20,35 21,68 11,26 10,08 5,60 5,92 7,02 7,88 7,42 7,85 12,86 13,92 13,55 14,63 18,05 19,25 1,56 1,56 6,27 7,35 8,74 7,56 6,92 7,76 7,48 8,12 7,85 8,40

(*) Valori al 03/07/2014 tel.800-388876 ACTIVE DISCOVERY FLEX .......................5,058 ACTIVE GLOBAL FLEX..............................5,058 ACTIVE INCOME FLEX .............................5,273 ACTIVE OPPORT. FLEX ............................5,058 ANIMA CED. AL.POT. 2021 .....................9,931 ANIMA CED.AL.POT.2021 II....................9,935 ANIMA EVOLUZIONE 2017 I ..................4,996 ANIMA EVOLUZIONE 2017 II(*).............5,000 ANIMA EVOLUZIONE 2019 II .................5,037 ANIMA EVOLUZIONE 2019 III ................5,008 ANIMA EVOLUZIONE 2019 IV................5,000 ANIMA FIX EMERGENTI A ....................15,028 ANIMA FIX EMERGENTI Y.....................16,012 ANIMA FIX EURO A...................................8,745 ANIMA FIX EURO Y...................................8,938 ANIMA FIX HIGH YELD Y ......................11,386 ANIMA FIX HIGH YIELD A.....................10,708 ANIMA FIX IMPRESE A.............................8,215 ANIMA FIX IMPRESE Y .............................8,553 ANIMA FIX MONETARIO I .......................8,931 ANIMA FIX OBBL. BT..............................10,808 ANIMA FIX OBBL. BT Y...........................11,031 ANIMA FIX OBBL. GLOB........................10,066 ANIMA FIX OBBL. GLOB. Y....................10,438 ANIMA FIX OBBL. MLT.............................6,934 ANIMA FIX OBBL. MLT Y..........................7,125 ANIMA FORZA 1 A....................................5,639 ANIMA FORZA 1 B ....................................5,640 ANIMA FORZA 1 BOND Y........................5,761 ANIMA FORZA 2 A....................................5,429 ANIMA FORZA 2 B ....................................5,432 ANIMA FORZA 2 Y ....................................5,578 ANIMA FORZA 3 B ....................................5,909 ANIMA FORZA 3 CL.A..............................5,908 ANIMA FORZA 3 CL.Y ..............................6,150 ANIMA FORZA 4 B ....................................5,677 ANIMA FORZA 4 CL.A..............................5,677 ANIMA FORZA 4 CL.Y ..............................5,948 ANIMA FORZA 5 B ....................................5,167 ANIMA FORZA 5 CL.A..............................5,170 ANIMA FORZA 5 CL.Y ..............................5,462 ANIMA GEO AMERICA A .........................7,161 ANIMA GEO AMERICA Y .........................7,855 ANIMA GEO ASIA A..................................7,448 ANIMA GEO ASIA Y ..................................8,209 ANIMA GEO EURO PMI A......................30,552 ANIMA GEO EURO PMI Y......................33,541 ANIMA GEO EUROPA A ........................15,181 ANIMA GEO EUROPA Y ........................16,680 ANIMA GEO GLOBALE A ......................37,827 ANIMA GEO GLOBALE Y.......................41,570 ANIMA GEO ITALIA A ............................16,650 ANIMA GEO ITALIA Y ............................18,237 ANIMA GEO PAESIEM. A .........................5,667 ANIMA GEO PAESIEM. Y..........................6,238 ANIMA PROG.EUROPA 21 CED .............5,000 ANIMA REND.ASS. MODERATO A ........5,722 ANIMA REND.ASS. MODERATO Y.........5,884 ANIMA RISERVA DOLLARO A ................5,000 ANIMA RISERVA DOLLARO F.................5,000 ANIMA RISERVA DOLLARO I ..................5,000 ANIMA RISPARMIO A...............................7,410 ANIMA RUSSELL MULTI-ASSET.............5,127 ANIMA SELECTION ..................................5,101 ANIMA STAR IT ALTOPOT YD ................6,226 ANIMA STRAT.EUR. ALTO POT A...........2,705 ANIMA STRAT.EUR. ALTO POT Y...........2,832 ANIMA STRAT.ITA ALTO POT A .............5,997 ANIMA STRAT.ITA ALTO POT Y .............6,238

5,059 5,059 5,274 5,059 10,029 9,975 5,000 5,000 5,041 5,015 n.p.

15,030 16,014 8,745 8,938 11,381 10,703 8,211 8,549 8,931 10,808 11,031 10,026 10,396 6,937 7,127 5,639 5,641 5,761 5,429 5,431 5,577 5,917 5,916 6,159 5,665 5,666 5,936 5,158 5,161 5,452 7,013 7,693 7,386 8,140 30,284 33,245 15,040 16,524 37,259 40,945 16,454 18,022 5,577 6,139 5,000 5,715 5,878 5,000 5,000 5,000 7,407 5,122 5,136 6,213 2,692 2,818 5,985 6,224

4,46 4,46 4,56 4,46 1,72 2,75 0,14 0,37 9,57 8,47 8,36 9,07 0,37 1,78 2,23 9,10 9,97 9,66 10,11 3,18 3,16 3,52 5,83 5,85 6,21 6,16 6,16 6,73 9,89 9,87 10,58 10,52 10,59 11,54 27,40 29,28 6,86 8,47 7,00 8,61 9,09 10,73 17,37 19,13 14,00 15,72 4,83 6,40 6,46 7,24 3,28 4,27 7,20 8,15

TITOLI

Val. € oggi

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

ANIMA TR. 18 IT.AL.POT.II.......................5,332 5,341 7,62 ANIMA TR. 21 GLOBALE..........................5,085 5,095 ANIMA TR.18 EU.AL.POT.II .....................5,260 5,269 7,01 ANIMA TR.18 EU.AL.POT.III ....................5,322 5,331 7,31 ANIMA TR.18 IT.AL.POT.III ......................5,319 5,329 7,69 ANIMA TR.19 CRE.SOST. II.......................5,511 5,521 10,07 ANIMA TR.19 CRES.SOST........................5,521 5,532 9,81 ANIMA TR.19 GLOBALE ..........................5,248 5,262 ANIMA TRAG 18 ALTO POT....................5,228 5,242 7,43 ANIMA TRAG 18 EU.AL.POT...................5,223 5,232 7,02 ANIMA TRAG 18 ITA.AL.POT. .................5,351 5,360 7,75 ANIMA TRAG 2019 GLOB II.....................5,091 5,104 ANIMA TRAG CED. AMERICA.................5,159 5,172 ANIMA TRAG. 19 FLEX II..........................5,307 5,322 ANIMA TRAG. 19 PLUS II .........................5,422 5,437 8,09 ANIMA TRAG. 2019 FLEX........................5,373 5,388 7,65 ANIMA TRAG. CRESCITA ITA..................5,010 5,035 ANIMA TRAG. DINAMICO.......................5,312 5,328 ANIMA TRAG.19 PLUS.............................5,429 5,443 7,83 ANM ACTIVE CURRENCY FLEX..............5,055 5,056 ANM ANIMA ALTO POT.GLOB. F........15,906 15,815 5,08 ANM ANIMA ALTO POTENZIALE GLOBALE CL.A15,756 15,667 4,04 ANM ANIMA AMERICA CL.A................15,418 15,092 27,79 ANM ANIMA AMERICA F......................15,647 15,316 28,82 ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 F......................5,989 6,013 5,05 ANM ANIMA CAP.PIÙ 15 N.....................5,897 5,920 3,99 ANM ANIMA CAP.PIÙ 30 F......................5,863 5,900 6,16 ANM ANIMA CAP.PIÙ 30 N.....................5,754 5,790 4,92 ANM ANIMA CAPIT. PIÙ 70N..................6,236 6,251 10,20 ANM ANIMA CAPIT.70 PIÙ F ..................6,379 6,394 11,81 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 15 CL.A......5,901 5,925 4,07 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 30 CL.A......5,756 5,793 5,00 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ 70 CL.A......6,243 6,258 10,30 ANM ANIMA CAPITALEPIÙ OBB. CL.A .6,012 6,016 4,74 ANM ANIMA EMERGENTI CL.A...........10,268 10,102 5,65 ANM ANIMA EMERGENTI F .................10,446 10,276 6,81 ANM ANIMA EUROPA CL.A....................5,218 5,159 9,05 ANM ANIMA EUROPA F ..........................5,292 5,233 10,00 ANM ANIMA FONDO TRADING CL.A 14,964 14,869 2,70 ANM ANIMA FONDO TRADING F.......15,265 15,167 4,14 ANM ANIMA INIZIATIVA EU F ................9,563 9,465 9,32 ANM ANIMA INIZIATIVA EUROPA CL.A9,413 9,331 8,10 ANM ANIMA ITALIA CL.A .....................17,712 17,509 13,71 ANM ANIMA ITALIA F............................17,930 17,724 14,55 ANM ANIMA LIQ. EURO CL.A .................6,926 6,926 0,28 ANM ANIMA LIQ. EURO F........................6,959 6,959 0,58 ANM ANIMA LIQUIDITÀ EURO CL.I ......6,951 6,951 0,48 ANM ANIMA OB HIGH YIELD AD........20,196 20,180 8,13 ANM ANIMA OB HIGH YIELD F............21,473 21,455 9,38 ANM ANIMA OBB. CORP. AD .................8,919 8,914 ANM ANIMA OBB. CORPOR. F ...............9,124 9,119 12,00 ANM ANIMA OBB. EMERG AD ...............7,149 7,144 ANM ANIMA OBB. EMERG. F..................7,293 7,288 2,89 ANM ANIMA OBBL.EURO CL.A..............7,681 7,682 5,31 ANM ANIMA OBBL.EURO F ....................7,717 7,717 5,57 ANM ANIMA OBBLIGAZ. HY CL.A.......21,084 21,067 8,11 ANM ANIMA OBBLIGAZIONARIO CORPORATE CL.A9,029 9,024 9,11 ANM ANIMA OBBLIGAZIONARIO EMERGENTE CL.A7,234 7,229 2,39 ANM ANIMA PACIFICO CL.A..................6,031 5,982 7,24 ANM ANIMA PACIFICO F ........................6,130 6,080 8,11 ANM ANIMA PIANETA CL.A.................10,950 10,905 8,63 ANM ANIMA PIANETA F.......................11,047 11,002 9,24 ANM ANIMA RISERVA EMER. CL.A........5,202 5,178 7,55 ANM ANIMA RISERVA EMER. F ..............5,237 5,213 8,00 ANM ANIMA RISERVA GLOB. CL.A........4,990 4,981 2,36 ANM ANIMA RISERVA GLOB. F..............5,014 5,005 2,58 ANM ANIMA RISPARMIO CL.A ..............7,412 7,409 2,60 ANM ANIMA RISPARMIO F.....................7,408 7,404 2,66 ANM ANIMA SALVADANAIO CL.A.....12,215 12,216 1,19 ANM ANIMA SALVADANAIO F...........12,283 12,283 1,56 ANM ANIMA SFORZESCO CL.A ..........11,785 11,754 6,27 ANM ANIMA SFORZESCO F.................11,920 11,888 7,08 ANM ANIMA TR. 18 M.CEDII...................5,267 5,267 8,42 ANM ANIMA TRAG 17 CED4 3 ...............5,447 5,451 7,25 ANM ANIMA TRAG 19 MUL-ASS...........5,214 5,223 ANM ANIMA TRAG 2016 CED3..............5,904 5,907 0,89 ANM ANIMA TRAG 2017 CED4..............5,331 5,336 4,78 ANM ANIMA TRAG 2017 CED4 II...........5,705 5,709 6,13 ANM ANIMA TRAG 2017 M.CED ...........5,417 5,421 7,27 ANM ANIMA TRAG 2018 CED6..............5,201 5,201 8,51 ANM ANIMA TRAG 2018 T.CED.............5,437 5,438 8,08 ANM ANIMA TRAG CED.EUROPA.........5,187 5,216 ANM ANIMA TRAG EVOL 19 I.................5,105 5,112 ANM ANIMA TRAG II 2016......................5,825 5,821 4,57 ANM ANIMA TRAGUARDO 2016..........5,571 5,568 3,54 ANM ANIMA TRAGUARDO 2018..........5,988 5,991 7,55 ANM ANIMA TRICOLORE CL.A ..............6,211 6,210 14,44 ANM ANIMA TRICOLORE F.....................6,241 6,240 14,77 ANM ANIMA VALORE GLOB. F............31,341 30,846 19,74 ANM ANIMA VALORE GLOBALE CL.A31,105 30,614 18,93 ANM ANIMA VISCONTEO CL.A...........41,394 41,239 6,78 ANM ANIMA VISCONTEO F .................41,778 41,621 7,45 ANM CAPITALE PIÙ OBBL. F...................6,086 6,090 5,57 ANM CAPITALE PIÙ OBBL. N ..................6,005 6,009 4,63

tel.02-88981 AZIMUT DINAMICO ..............................26,458 AZIMUT GARANZIA ..............................12,864 AZIMUT REDDITO EURO......................17,691 AZIMUT REDDITO USA ...........................6,555 AZIMUT SCUDO .......................................8,973 AZIMUT SOLIDITY....................................9,142 AZIMUT STR. TREND................................6,463 AZIMUT TREND......................................29,910 AZIMUT TREND AMERICA ...................13,733 AZIMUT TREND EUROPA.....................13,333 AZIMUT TREND ITALIA.........................17,482

26,301 12,865 17,691 6,484 8,990 9,134 6,438 29,687 13,492 13,224 17,254

3,51 0,13 4,75 8,71 7,31 8,65 6,18 16,56 17,61 7,23 14,13

Val. € ieri

Diff.% 12 mesi

AZIMUT TREND PACIFICO......................7,388 7,368 AZIMUT TREND TASSI ..........................10,278 10,275 FORMULA 1 ABSOLUTE..........................7,045 6,984 FORMULA 1 CONSERVATIVE.................6,953 6,921 FORMULA 1 TARGET 2013 .....................7,043 7,022 FORMULA 1 TARGET 2014 .....................6,780 6,769

5,50 3,35 3,65 2,46 2,38 2,00

TITOLI

Val. € oggi

tel.800-551-552 PION. EUR GOV BT (EX MON.) CL.A ....14,068 PION. EUR GOV BT B.................................5,138 PIONEER AZ. CRESCITA CL.A ..............14,155 PIONEER AZ AREA PACIFICO CL.A........3,860 PIONEER AZ VALORE EUR DIS CL.A ......8,984 PIONEER AZ. AM. B...................................7,409 PIONEER AZ. AM. CL.A..........................11,837 PIONEER AZ. AREA PACIF B....................5,723 PIONEER AZ. CRESCITA B........................7,460 PIONEER AZ. EUROPA B..........................6,292 PIONEER AZ. EUROPA CL.A .................17,669 PIONEER AZ. PAESI EM. B........................5,528 PIONEER AZ. PAESI EM. CL.A...............11,288 PIONEER AZ. VAL. EUROPA DIS B..........6,809 PIONEER CIM EUROFIXINCOME.........19,916 PIONEER CIM GLOBALEQUITY ...........48,875 PIONEER EU GOV MT DIS A ....................5,604 PIONEER EU GOV MT DIS B.....................5,581 PIONEER LIQUIDITA' EURO ....................5,236 PIONEER O.EURO C.ET. DIS B .................5,675 PIONEER O.EURO C.ET. DIS CL.A ...........5,275 PIONEER OB CO AM DIS A ......................5,392 PIONEER OB CO AM DIS B.......................5,378 PIONEER OB. PIU' A DISTRIB. B...............5,454 PIONEER OB. SIST. ITALIA CL.A ..............6,112 PIONEER OB.SIST.ITA.DIS B ....................6,072 PIONEER OBB GLO HY DIS A ..................5,728 PIONEER OBB GLO HY DIS B...................5,731 PIONEER OBB. EURO DIS CL.A ...............7,441 PIONEER OBB. PAESI E. DIS B..................5,574 PIONEER OBB. PAESI E. DIS CL.A.........11,236 PIONEER OBB. PIÙ DIS CL.A....................9,136 PIONEER OBB.EURO DISTR B .................5,705 PIONEER TARGET CONTROLLO B.........5,342 PIONEER TARGET CONTROLLO CL.A...5,415 UNICREDIT ECO REALE A........................5,362 UNICREDIT ECO REALE B ........................5,329 UNICREDIT REDDITO A ...........................5,291 UNICREDIT REDDITO B............................5,265 UNICREDIT SOL. PA. EM. A......................5,112 UNICREDIT SOL. PA. EM. B......................5,040 UNICREDIT SOLUZIONE 20A .................5,481 UNICREDIT SOLUZIONE 20B .................5,397 UNICREDIT SOLUZIONE 40A .................5,726 UNICREDIT SOLUZIONE 40B .................5,628 UNICREDIT SOLUZIONE 70A .................5,991 UNICREDIT SOLUZIONE 70B .................5,880 UNICREDIT SOLUZIONE BTA .................5,130 UNICREDIT SOLUZIONE BTB .................5,044 UNICREDIT TREND A ...............................5,355 UNICREDIT TREND B................................5,322

14,068 5,138 13,987 3,832 8,919 7,235 11,557 5,681 7,371 6,247 17,543 5,461 11,151 6,754 19,912 48,103 5,608 5,584 5,236 5,674 5,274 5,326 5,313 5,442 6,117 6,077 5,655 5,659 7,444 5,548 11,179 9,114 5,707 5,334 5,408 5,333 5,299 5,271 5,245 5,087 5,017 5,471 5,387 5,708 5,611 5,949 5,839 5,130 5,044 5,364 5,331

0,41 0,31 9,49 6,19 10,40 28,16 28,04 6,18 9,22 8,05 8,33 16,65 15,60 10,73 8,11 18,24 10,19 10,02 0,11 6,63 6,80 15,29 16,34 5,37 12,79 12,64 15,63 15,54 8,36 14,18 14,22 5,44 8,22 4,58 4,73 9,38 8,96 10,42 9,97 4,65 4,05 4,46 3,99 6,10 5,55 9,07 8,47 0,33 -0,16 8,05 7,62

COMUNE DI GOLFO ARANCI BANDO DI GARA PROCEDURA APERTA

STAZIONE APPALTANTE: COMUNE DI GOLFO ARANCI – Provincia di Olbia Tempio – Via Libertà n.74 – 07020 GOLFO ARANCI – Tel.: 0789/612900 – Fax: 0789/612914 PROCEDURA DI GARA E DESCRIZIONE: Procedura aperta per la concessione di lavori pubblici ai sensi degli artt.

142 e seguenti del D.Lgs. 163/2006 per la costruzione e gestione economico funzionale di un punto d’ormeggio nel lungomare di Golfo Aranci; LUOGO DI ESECUZIONE: Lungomare Golfo Aranci; NATURA ED ENTITA’ DEI LAVORI: importo complessivo dell’investimento: Euro 2.450.000,00 I.V.A. compresa; importo complessivo dei lavori: Euro 1.881.405,27 al netto dell’I.V.A. comprensivo degli oneri per l’attuazione dei piani di sicurezza di Euro 66.257,34 – Categorie: OG7 Classe IV (Prevalente) - OG11 Classe III (Scorporabile).

DOCUMENTAZIONE: Il bando ed il disciplinare di gara sono reperibili sul sito www.comune.golfoaranci.ot.it..

DATA SCADENZA PRESENTAZIONE OFFERTA: giorno 13.11.2014, ore 12.00; RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Geom. Francesco Chighini c/o Comune di Golfo Aranci - Via Libertà n.74 - tel.

0789/612911.

Golfo Aranci, lì 07/10/2014 IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO LL.PP. E MANUTENZIONI Ing. Diego CICERI

CAFC S.P.A.

VIALE PALMANOVA 192 - UDINE ESTRATTO DI BANDO DI GARA Ente Appaltante: CAFC s.p.a. Viale Palmanova 192 33100 UDINE Procedura aperta per il servizio di recupero fanghi in agricoltura; lotto unico.

CIG: 590932948E. Luogo di esecuzione: comune di Udine.

Importo stimato indicativo dell’appalto: Euro 862.500,00 (IVA esclusa) Durata: la fornitura dovrà essere eseguita sino al 31.12.2016.

Criterio di aggiudicazione: prezzo più basso Termine per il ricevimento delle offerte: ore 12.00 del giorno 05/11/2014. Informazioni complementari: le informazioni sono reperibili nel bando di gara, nel relativo disciplinare, nelle specifiche tecniche.

Il bando di gara nonché tutti i documenti correlati sono disponibili e liberamente scaricabili dal sito internet dell’Azienda www.cafcspa.com L’Azienda si riserva la facoltà di apportare eventuali chiarimenti, integrazioni e rettifiche alla documentazione di gara con semplice comunicazione sul sito internet. Il bando di gara è stato inviato alla G.U.C.E. in data 24 settembre 2014.

Il Responsabile del Procedimento dott. ing. Mion Michele

U.O. 5.4 – Patrimonio e Espropri

MINISTERO DELLA DIFESA ESERCITO ITALIANO 184° REGGIMENTO SOSTEGNO TLC “CANSIGLIO”

via Lungo Fiume Cerca, 10 - 31100 TREVISO

AVVISO PER ESTRATTO tel.800-614614 SYMP. OBBLIG. CORPORATE .................6,697 6,697 SYMP. OBBLIG. RENDITA ........................8,405 8,404 SYMPHONIA ASIA FLESSIBILE...............8,258 8,157 SYMPHONIA AZIONARIO EURO ...........6,877 6,815 SYMPHONIA AZIONARIO USA..............9,983 9,884 SYMPHONIA FORTISSIMO .....................3,325 3,276 SYMPHONIA MULTIMAN.EMER.FLESS.13,540 13,436 SYMPHONIA OBB. ALTO POT. ...............5,449 5,440 SYMPHONIA OBB.BREVE TERM. ...........7,115 7,115 SYMPHONIA OBB.DINAMICO VALUTE6,262 6,230 SYMPHONIA OBB.EURO.........................8,244 8,247 SYMPHONIA PATRIMONIO ATTIVO..25,626 25,398 SYMPHONIA PATRIONIO REDDITO .....8,404 8,386 SYMPHONIA SELEZIONE ITALIA...........8,027 7,912 SYMPHONIA TEMATICO.........................4,015 4,006 SYNERGIA AZ. EUROPA ..........................6,978 6,933 SYNERGIA AZ. GLOBALE.........................7,764 7,646 SYNERGIA AZ. ITALIA ..............................6,476 6,386 SYNERGIA AZ. SM.CAP IT........................6,699 6,618 SYNERGIA AZIONARIO USA...................9,873 9,662 SYNERGIA BILANCIATO 15.....................6,017 6,013 SYNERGIA BILANCIATO 30.....................6,303 6,293 SYNERGIA BILANCIATO 50.....................6,637 6,615 SYNERGIA BOND FLESSIB. .....................5,312 5,310 SYNERGIA OBBL CORPORATE...............6,511 6,512 SYNERGIA OBBL. EURO BT .....................5,441 5,441 SYNERGIA OBBL. EURO MT ....................6,162 6,164 SYNERGIA OBBLIGAZ.RENDITA............5,737 5,737 SYNERGIA TESORERIA.............................5,229 5,229 SYNERGIA TOTAL RETURN.....................5,979 5,958

6,12 2,28 15,53 12,83 23,77 16,87 8,40 3,83 1,90 3,78 7,01 7,15 5,94 5,55 -2,95 11,86 18,08 5,96 9,32 26,45 5,32 6,29 7,39 2,45 5,46 1,57 6,46 3,82 0,36 6,14

Si rende noto che questo comando ha indetto una procedura aperta per l’ammodernamento in proprio di shelter in dotazione alla forza armata - Fondi delle Prenotazioni - Importo complessivo Euro 2.000.000,00. Importo a base d’asta: Euro 1.638.999,34. Costo per rischi da interferenza: Euro 344,92. Profilo di cassa così ripartito: E.F. 2014: Euro 100.000,00; E.F. 2015: Euro 1.500.000,00; E.F. 2016: Euro 400.000,00. GURI nr. 113 in data 03/10/2014. Scadenza ricezione offerte il 23/10/2014 alle ore 23:59.

Bando integrale consultabile sui seguenti siti: www.serviziocontrattipubblici.it, www.avcp.it, e www.esercito.difesa.it ed è stato presentato alla GUUE in data 26/09/2014. CIG 5939840F04 Info: tel.0422-625538 – fax 0422-264169 – Email caufamm@rgttlc184.esercito.difesa.it (rif. Fascicolo 143 pre).

IL CAPO SERVIZIO AMMINISTRATIVO Cap. com. Luca DEL DEO

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

32

Lettere Commenti &Idee

Un mondo senza bambini aro Augias, un’indagine del Censis ci colloca all’ultimo posto d’Europa per tasso di natalità. Si è registrato un ulteriore calo del 3,7% delle nascite: siamo secondi solo ai giapponesi. Per il futuro si prevedono altri bambini in meno. Unica nota positiva: la considerevole porzione dei nuovi nati legata ai genitori immigrati. Tra le cause di questo problema le notevoli difficoltà economiche sufficienti, oltre che un reddito fisso e certo. Il resto lo fa la mancanza di politiche familiari adeguate, che invece ci sono nei Paesi scandinavi e oltralpe, dove le neo-genitrici possono godere di enormi vantaggi fiscali: incentivi importanti per aumentare la media dei figli. Ci ritroveremo con un invecchiamento demografico smisurato che determinerà anche un invecchiamento economico, psicologico, culturale e politico. Un mondo senza bambini è un mondo senza avvenire.

C

Franco Petraglia — petraglia. franco@libero. it

CORRADO AUGIAS c.augias@repubblica.it Twitter @corradoaugias

Lettere: Via Cristoforo Colombo, 90 00147 Roma

Fax: 06/49822923

Internet: rubrica.lettere @repubblica.it

Gentile Augias, è di ieri la notizia che in Italia — dal 2008 al 2013 — sono nati 62 mila bambini in meno. La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, ha annunciato un piano nazionale per la fertilità. Gioverebbe copiare dalla Francia e dalle nazioni europee con leggi e strutture che tutelano maternità e infanzia. Ma noi, di quale Europa facciamo parte?

Tonina Santi— Carate Urio (Como) li aspetti rilevanti del rapporto Censis sono almeno due. Il primo è una natalità depressa che si somma agli altri sintomi di sfiducia di questa fase critica. Il secondo è il crescente numero di bambini figli di immigrati. È già successo altre volte in certe zone della penisola che il fenomeno accadesse nel corso della storia. Dobbiamo anche a questo il carattere composito della popolazione italiana. È bene essere consapevoli di quanto sta accadendo, chissà che tra un paio di generazioni questo apporto, mescolamento, di geni non si riveli un bene. Restano gli aspetti pra-

G

tici che vengono citati in entrambe le lettere e nelle altre che sono arrivate. Precarietà (o mancanza) del lavoro e scarsità di strutture per maternità e infanzia. I veri ostacoli forti sono qui. Supplisce spesso l’aiuto familiare: i genitori lavorano, i nonni badano ai piccoli. Dove questo manca, però, si evita perfino di porselo, il problema: si rinuncia in partenza. Nei giorni scorsi c’è stata una discussione su chi un figlio lo vuole a costo di ricorrere a un “estraneo”. Oggi si discute dell’opposto. Passano anche attraverso questi estremi i nostri difficili anni.

Se copiate la nostra riforma occhio ai dati sui disoccupati

Quanto sarebbero utili le note di merito a scuola

Le mie critiche da iscritto Pd a chi non vuole rassegnarsi

Filippo Contarini Lugano

Mario Ginanneschi mario.ginanneschi@email.it

Roberto Cesari cesari. roberto@libero. it

LA riforma del lavoro di Renzi e Ichino è una rivoluzione, prima di tutto filosofica. Ma attenzione a parlare di realtà lontana, i manuali di diritto del lavoro e le sentenze su questa riforma già ci sono. Basta venire in Ticino, Svizzera, per sapere come sarà, tutto in italiano! Da noi non esiste il posto fisso, e nemmeno la reintegra, se non in pochissime eccezioni. Abbiamo l’assicurazione disoccupazione. Non abbiamo il Tfr, eccetera. Il problema: molto probabilmente il nostro sistema con una disoccupazione anche solo sopra l’8% imploderebbe.

HO partecipato venerdì al Maker Faire con i miei alunni dell’istituto Leonardo da Vinci di Acquapendente (Viterbo) al parco della musica di Roma. È stata un’eccezionale giornata sotto ogni punto di vista. Nella mia relazione alla dirigente ho esaltato l’ottimo comportamento dei ragazzi e la gioia manifestata per «l’innovazione e la creatività». Volevo aggiungere (glielo dirò a voce) che anche nella scuola bisognerebbe esaltare, dare voce alle cose buone dei ragazzi mettendo sul registro anche note di merito, per possibili emulazioni.

COME iscritto al Pd (circolo di Borgo Venezia, a Verona), non condivido il comportamento della minoranza del partito che, pur avendo perso il congresso, cerca con ogni pretesto di ritardare/ostacolare le importanti riforme economiche ed istituzionali proposte da Renzi che potrebbero aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi. E mi sembra addirittura paradossale che, mentre il presidente del Consiglio sta girando il mondo per comunicare a tutti gli imprenditori che l’Italia sta tornando ad essere un Paese af-

fidabile nel quale è conveniente investire, si pensi da parte di alcuni esponenti della minoranza di imputare proprio a lui gli scarsi risultati del tesseramento del 2014.

Secondo me, invece, i simpatizzanti ed i tanti votanti del Pd, prima di pensare ad iscriversi, aspettano che finisca l’assurdo braccio di ferro tra il segretario che vuole cambiare l’Italia e la vecchia guardia del partito che vorrebbe mantenere il nostro Paese nel vicolo cieco degli inconcludenti scontri ideologici tra Destra e Sinistra.

Ma che vita difficile per noi anziani sugli autobus Federica Caracciolo f. banoun@libero. it SONO un’anziana signora di 84 anni che si è sempre impegnata a comportarsi da cittadina modella, lasciando a casa la macchina, com’è stato raccomandato, e prendendo invece l’autobus per gli spostamenti in città. Purtroppo, col passare degli anni, ho sempre maggiore difficoltà a salire negli autobus. Il gradino è troppo alto, inoltre, mentre i vecchi autobus erano muniti di una sbarra verticale che permetteva di issarsi a bordo con l’aiuto delle braccia, nei nuovi è stata soppressa e sostituita da maniglie orizzontali fissate alle porte e troppo basse per permettere a una persona anziana di tirarsi su. Nei paesi sensibili al benessere della loro popolazione che invecchia, alla fermata dell’autobus esce un predellino che dimezza lo sforzo necessario per salire. Non potendo più usufruire dell’autobus sono costretta a ricorrere a taxi costosissimi. Inoltre recentemente sono state soppresse numerose linee di autobus, probabilmente per incitare la gente a servirsi della metropolitana. Che cosa dovrebbe fare chi “non ha l’età” per prendere l’autobus?

LE TRE RAGIONI CHE HANNO FATTO DEL PD UN PARTITO VUOTO di decidere la leadership. E lo statuto lo conferma. Il primo articolo recita così: “Il Partito Democratico è un partito federale costituito da elettori ed iscritti”. Costituito non da chi ha una determinata idea politica, ma da chi ha diritto di voto, cioè potenzialmente da tutti gli italiani. Potrebbe sembrare che questa visione inclusiva sia in sintonia con la sua natura democratica: non chiudere le paratie con la società, rendere il partito permeabile e aperto. Ma l’apparenza inganna. Questo ecumenismo è un problema non un pregio, perché disegna un partito

NADIA URBINATI

I “

I militanti non hanno potere neanche di decidere la leadership La figura più importante è quella dell’elettore (delle primarie) non dell’iscritto

DUE maggiori partiti politici sono in rosso, di soldi e di iscritti. Del Pdl Berlusconi deve ripagare i debiti, del Pd Renzi non può far fronte al deficit di militanti. La situazione del Pd è in effetti la più paradossale perché in questo caso si tratta di un partito che è un vero asso pigliatutto. Come ha detto Renzi, esso ha portato a casa risultati elettorali strabilianti a partire dalle elezioni europee. E resta nei sondaggi intorno al 40%. E intanto gli iscritti crollano, crolla l’affluenza alle primarie di fine settembre in Emilia-Romagna.

L’assenteismo dilaga sia nelle sezioni che sotto i gazebo. Il Pd “governa il vuoto”, per parafrasare il titolo di un bel libro sulla fine del partito-partecipazione di Peter Mair (Ruling the Void). Perché quel che ancora chiamiamo “partito” ha subito una così radicale metamorfosi da assomigliare a una casta di notabili.

Come spiegare questo “partito vuoto”? Forse cercando di mettersi nei panni di un potenziale militante. Perché un cittadino o una cittadina dovrebbe decidere di tesserarsi? Almeno tre sono le ragioni che lo scoraggiano. Prima di tutto per la pessima reputazione che ha il partito politico, anche MICHELE SERRA secondo la leadership del Pd. E se il partito è un carrozzone e esserne parte equivale a meritarsi la rottamazione o la disistima, MESTI integralisti cattolici che si fanno chiamare “sentinelle in piedi” e manifestano perché iscriversi? contro diritti altrui (in specie, le unioni omosessuali), hanno come nemico fondaLa seconda ragione sta nell’irrilevanza mentale il papato di Francesco, la sua svolta antidogmatica, la sua fede che volta le del ruolo dei militanti. È vero quel che dice Renzi, che è meglio produrre buone idee spalle al truce obbligo in favore della generosa comprensione. Vadano dunque a maniche tessere fasulle. E se le tessere non fos- festare in piazza San Pietro senza dare disturbo a chi, con i loro problemi intestini, c’ensero fasulle? Ovvero, perché presumere tra nulla, e chiede solo di vivere liberamente e pacificamente in una comunità nazional’alternativa tra avere tessere fasulle e buo- le che prenda atto della pluralità delle scelte etiche e delle pratiche di vita. ne idee? È chiaro che per diventare una fu- Al loro seguito, magari, vada il codazzo di eroici schiaffeggiatori che ieri a Bologna ha cina di idee un partito deve essere aperto al inteso “punire” i fasciocattolici dando vita a una poderosa gazzarra. A modo loro, sono dialogo, al dibattito, ad una partecipazione “defensores fidei” di altre parrocchie, così mentalmente irrigiditi da non rendersi conche conta: ma i settemila e duecento circoli to che violare una manifestazione di violatori rimette in pareggio uno score che sarebesistenti in Italia e all’estero sono presso- be, altrimenti, rovinoso per le “sentinelle”. Le sentinelle basta lasciarle parlare, basta ché inattivi. Ancora più triste il destino del- lasciarle fare i loro picchetti di contrizione per capire che si puniscono da sole. Hanno le sezioni. Sembra che si sia persa l’abitudi- un risalto umano, mediatico, politico pari a meno di zero: tranne ieri, che il loro “stand ne al discorso pubblico e che parli o abbia vo- in” bolognese ha avuto una eco dieci volte superiore al normale proprio grazie all’irruce solo chi decide, cioè chi sta dentro le isti- zione della Squadra Speciale Sganassoni, corpo speciale di un’ultrasinistra che incanutisce ma non matura mai. tuzioni.

La terza ragione completa questo qua© RIPRODUZIONE RISERVATA dro: i militanti non hanno potere neanche

> L’amaca

I

“

Direzione Ezio Mauro DIRETTORE RESPONSABILE FONDATORE EUGENIO SCALFARI

VICEDIRETTORI Angelo Aquaro, Gregorio Botta Dario Cresto-Dina Angelo Rinaldi (ART DIRECTOR) CAPOREDATTORE CENTRALE Fabio Bogo CAPOREDATTORE VICARIO Enzo D’Antona CAPOREDATTORE INTERNET Giuseppe Smorto

Gruppo Editoriale L’Espresso Spa CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE: Carlo De Benedetti AMMINISTRATORE DELEGATO: Monica Mondardini CONSIGLIERI: Agar Brugiavini, Rodolfo De Benedetti

Giorgio Di Giorgio, Francesco Dini, Maurizio Martinetti, Silvia Merlo Elisabetta Oliveri, Michael Zaoui, Tiziano Onesti, Luca Paravicini Crespi

Direttori centrali Pierangelo Calegari (PRODUZIONE E SISTEMI INFORMATIVI) Stefano Mignanego (RELAZIONI ESTERNE) Roberto Moro (RISORSE UMANE) Divisione Stampa Nazionale VIA CRISTOFORO COLOMBO, 98 - 00147 ROMA DIRETTORE GENERALE: Corrado Corradi VICEDIRETTORE: Giorgio Martelli

che non vuole avere militanti ma solo votanti. E infatti in questa sua forma post-partitica, la figura più importante è quella dell’elettore (delle primarie), non dell’iscritto, che dovrebbe essere invece il vero protagonista del partito perché ha rinunciato alla segretezza del voto dicendo a tutto il mondo da quale “parte” sta. È per questa ragione che sarebbe ovvio supporre che le cariche di partito fossero oggetto di decisione solo da parte degli iscritti. A questa condizione diventare un militante avrebbe un senso. Ma se basta essere elettore, allora perché iscriversi? Apertura a tutti implica togliere potere a chi è militante. È evidente che lo statuto del Partito democratico ha un’impronta plebiscitaria, per cui il collettivo degli iscritti ha meno importanza del numero dei votanti. Anche per questa ragione la sua vita politica interna è nulla e il numero dei suoi iscritti crolla.

La forma del partito è per tanto il problema più importante da affrontare. Ma per farlo occorrerebbe riuscire a trovare risposte convincenti almeno a queste tre ragioni che spiegano la fuga dei militanti. E quindi superare la forma plebiscitaria. Discutere delle politiche del partito, delle scelte da prendere o non prendere, in sostanza dei valori e dei principi che uniscono i militanti: questo significa dare a chi si schiera un senso di reale appartenenza e rilevanza. Significa anche concepire il partito come un luogo e un veicolo di educazione alla vita pubblica, alla deliberazione critica, alla leadership democratica. L’opposto, come si intuisce, di un partito plebiscitario e personalistico. Ma anche l’opposto di un partito vuoto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Certificato ADS n. 7745 del 18-12-2013

RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DATI (D. LGS. 30-6-2003 N. 196): EZIO MAURO REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA N. 16064 DEL 13-10-1975 La tiratura de “la Repubblica” di lunedì 6 ottobre 2014 è stata di 384.152 copie

REDAZIONE CENTRALE ROMA 00147 - VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 - TEL. 06/49821 ■ REDAZIONE MILANO 20139 - VIA NERVESA, 21 - TEL. 02/480981 ■ REDAZIONE TORINO 10123 - VIA BRUNO BUOZZI, 10 - TEL. 011/5169611 ■ REDAZIONE BOLOGNA 40122 - VIALE SILVANI, 2 - TEL. 051/6580111 ■ REDAZIONE FIRENZE 50121 - VIA ALFONSO LAMARMORA, 45 - TEL. 055/506871 ■ REDAZIONE NAPOLI 80121 - RIVIERA DI CHIAIA, 215 - TEL. 081/498111 ■ REDAZIONE GENOVA 16121 - VIA ROCCATAGLIATA CECCARDI, 1 INT.2 - TEL. 010/57421 ■ REDAZIONE PALERMO 90139 - VIA PRINCIPE DI BELMONTE, 103/C - TEL. 091/7434911 ■ REDAZIONE BARI 70122 - CORSO VITTORIO EMANUELE II, 52 - TEL. 080/5279111. PUBBLICITÀ. A. MANZONI & C. - VIA NERVESA, 21 - 20139 MILANO TIPOGRAFIA. ROTOCOLOR SPA - 00147 ROMA, VIA CRISTOFORO COLOMBO, 90 STAMPA - EDIZIONI TELETRASMESSE: ■ BARI DEDALO LITOSTAMPA SRL - VIA SAVERIO MILELLA, 2 ■ CATANIA ETIS 2000 SPA - ZONA INDUSTRIALE VIII STRADA ■ LIVORNO FINEGIL EDITORIALE - VIA DELL’ARTIGIANATO ■ MANTOVA FINEGIL EDITORIALE PRESSO CITEM SOC. COOP. ARL - VIA G. F. LUCCHINI ■ PADERNO DUGNANO (MI) ROTOCOLOR SPA - VIA NAZARIO SAURO, 15 ■ PADOVA FINEGIL EDITORIALE - VIALE DELLA NAVIGAZIONE INTERNA, 40 ■ ROMA ROTOCOLOR SPA - VIA DEL CASAL CAVALLARI, 186/192 ■ SASSARI “LA NUOVA SARDEGNA” SPA - ZONA INDUSTRIALE PREDDA NIEDDA NORD STRADA N. 30 S.N.C. ■ GOSSELIES (BELGIO) EUROPRINTER S.A. - AVENUE JEAN MERMOZ ■ NORWOOD (NEW JERSEY) 07648-1318 USA - “GRUPPO EDITORIALE OGGI INC.”, 475 WALNUT STREET ■ MALTA MILLER NEWSPRINT LIMITED - MILLER HOUSE, AIRPORT WAY - TARXIEN ROAD - LUQA LQA 1814 ■ GRECIA MILKRO DIGITAL HELLAS LTD - 51 HEPHAESTOU STREET - 19400 KOROPI - GREECE ■ ABBONAMENTI ITALIA (C.C.P. N. 11200003 - ROMA): ANNO (CONS. DECEN. POSTA) EURO 403,00 (SETTE NUMERI), EURO 357,00 (SEI NUMERI), EURO 279,00 (CINQUE NUMERI). TEL. 199 787 278 (0864.256266 DA TELEFONI PUBBLICI O CELLULARI). E-MAIL: ABBONAMENTI@REPUBBLICA.IT ARRETRATI E SERVIZIO CLIENTI: WWW.SERVIZIOCLIENTI.REPUBBLICA.IT, E-MAIL: SERVIZIOCLIENTI@REPUBBLICA.IT, TEL. 199 787 278 (0864.256266 DA TELEFONI PUBBLICI O CELLULARI) GLI ORARI SONO 9-18 DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ, IL COSTO MASSIMO DELLA TELEFONATA DA RETE FISSA È DI 14,26 CENT. AL MINUTO + 6,19 CENT. DI EURO ALLA RISPOSTA, IVA INCLUSA.

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

Lettere Commenti &Idee

PER SAPERNE DI PIÙ www.governo.it www.partitodemocratico.it

LA PARTITA INFINITA DELL’ISTERIA

BUCCHI

<SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

GABRIELE ROMAGNOLI L CALCIO italiano ha celebrato la sua notte degli orrori all’Olimpico durante la finale di Coppa Italia, mentre un tifoso napoletano moriva, i romanisti si medicavano e l’ultrà Genny la carogna dettava tempi e condizioni a una tribuna dove sedevano il premier e la seconda autorità dello Stato. Domenica sera allo Juventus Stadium, rispettando la profezia di Karl Marx, la tragedia è tornata nelle vesti di farsa. Si affrontavano le uniche due squadre in lizza per la vittoria del campionato. In assenza di ogni altra plausibile sfida, questo è il derby italiano. E come ogni dualismo dimostra l’impossibilità del Paese di vivere un qualunque bipolarismo civile. La storia diventa un’opinione, la legalità un optional: il gol di Turone era valido, gli scudetti sono 32.

Da una parte e dall’altra si arriva al fischio d’avvio con un carico di recriminazioni, sospetti e sfottò che avvelenano l’aria prima ancora di cominciare a respirarla.

L’arbitro Rocchi è il simbolo di una giustizia in cui il pubblico non crede più e, come molti chiamati a giudicare, finisce per non rispettare neppure le proprie sentenze,

I

LA FRONTIERA DEL TRASFORMISMO <SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

GAD LERNER A PARTITO degli iscritti a partito degli elettori.

Forse addirittura da partito di sinistra a partito trasversale.

La premessa di Renzi, invisa alla Confindustria ma guardata con sospetto anche dai sindacati, è come sempre pop: rimettere in circolo dei soldi grazie al pagamento del Tfr in busta paga dal 2015. Vuole essere di nuovo una manovra ridistributiva in favore dei bassi redditi, come già gli 80 euro; anche se stavolta si tratta di un anticipo, non di un aumento. Rimedio parziale e difensivo, prova di buona volontà in una fase di generalizzato abbassamento delle retribuzioni.

La successiva proposta renziana di un minimo salariale stabilito per legge, in effetti non è altro che un tappeto di sicurezza sottostante alla deregulation dei contratti nazionali di lavoro.

Precede cioè l’autorizzazione di deroghe al ribasso nelle trattative aziendali e territoriali. Dubito che lo faccia in streaming, ma oggi Renzi esporrà, di fronte ai sindacati un ragionamento amaro: meglio consentire alle imprese meno produttive di diminuire i salari anche sotto i minimi contrattuali, pur di scongiurare licenziamenti e cassa integrazione.

Gli economisti spiegheranno che le aziende non reggono più il disallineamento fra dinamiche retributive e produttività. I politici indoreranno la pillola spiegando che dove il mercato tira si potrà aumentare la paga.

Ma sappiamo tutti benissimo che nella maggioranza dei luoghi di lavoro sarà da mettere in conto uno scivolamento verso il basso, con la motivazione vera o falsa di salvare il posto.

La stessa legge sulla rappresentanza sindacale proposta da Renzi, sembra destinata a fronteggiare — insieme allo strapotere delle burocrazie — anche l’eventualità di contratti aziendali rifiutati da una o più sigle, ma votati a maggioranza.

Non sono affatto convinto che un professionista della politica come Renzi intenda vincolarsi al “modello Marchionne”, cioè a una contrapposizione frontale con la Cgil che resta pur sempre il sindacato più rappresentativo nel Paese. Ma, certo, sancire per legge che i contratti nazionali non sono più vincolanti sgombrerebbe il campo dalle sentenze che l’anno scorso diedero ragione alla Fiom e torto alla Fiat.

Se queste sono le verità scomode di una fase recessiva ben lungi dall’essere conclusa — malvolentieri ammesse da un governo specializzatosi nel comunicare per iniezioni di otti-

D

33

mismo forzato — allora è chiaro perché Renzi considera il sindacato un ostacolo, piuttosto che uno strumento di coesione sociale. Approfittare dell’impopolarità del sindacato gli conviene, è un ottimo strumento di propaganda.

Qui diviene centrale il ruolo della politica, e del Pd. A dispetto della sua minoranza interna, Renzi assegna una funzione dirompente al partito di cui è segretario. Un partito che con lui ha già dimostrato la capacità di sconfinare a prescindere dai suoi riferimenti d’origine (sebbene Scalfari ricordi giustamente come il 40,8% conseguito alle europee resti, in cifre assolute, al di sotto dell’elettorato storico del centrosinistra italiano).

In sintesi, per gestire senza esserne travolto questa fase di impoverimento forse inevitabile del lavoro dipendente, Renzi necessita di un partito della nazione piuttosto che di un partito della sinistra. Ovvero di un partito del leader capace di riunire gli italiani contro un nemico comune, da individuarsi nella tecnocrazia europea fautrice dell’austerità. Il Pd degli iscritti e delle primarie non può bastargli in questa operazione — politica a tutto tondo — di deregulation interna ed esterna.

Senza voler dare a questo termine alcun significato morale negativo, Giovanni Orsina definisce tecnicamente «trasformistica» l’operazione completata da Renzi, con diretto riferimento alla conquista del Parlamento del Regno d’Italia riuscita un secolo prima a Giovanni Giolitti.

Scrive Orsina che il premier «ha colmato parte del fossato che divide destra da sinistra, preparando il terreno per una grande confluenza al centro» (La Stampa, 18/09/14). Così, profittando anche dell’evanescenza delle opposizioni, si è affermato come leader “inevitabile”.

Con la frettolosa convocazione mattutina di sindacati e imprenditori — un’ora per ciascuno — Renzi accelera la sua rivendicazione del primato della politica. La intende come extrema ratio di fronte alle storture di una società da correggere. Forse gli appare inerte il corpo sociale di fronte a cui si presenta quale unica soluzione possibile, oserei dire come una sorta di difensore dell’Italia ritornata “grande proletaria” (Giovanni Pascoli), bisognosa di riscossa, o quanto meno di consolazione, ma non certo di ulteriori conflitti interni. Se il trasformismo renziano possa rappresentare la chance di un nuovo inizio, sul terreno decisivo dei rapporti di lavoro, è un azzardo che si svelerà ben presto. © RIPRODUZIONE RISERVATA

contraddire se stesso, scambiare punizioni con rigori, fiaschi con fischi. Intorno, niente è come dovrebbe. I tifosi juventini, invece di godersela, se la prendono con le riserve della Roma sedute sugli spalti. L’allenatore Garcia, strapunito per uso ironico del violino, abbandona la leggerezza e impugna clave verbali. Due novizi del campionato italiano (Morata da un lato e Manolas dall’altro) si adeguano in fretta e danno di testa e di gamba. Che l’incontro termini (con un risultato accettabile nella sostanza ma assurdo nella forma che lo genera) è un’impressione. Lo spogliatoio è un rito di passaggio. Se nel rugby il terzo tempo è una bicchierata tra ex avversari che se le sono suonate nel fango, nel calcio italiano è una procrastinazione isterica del duello, una macchina del fango su cui tutti saltano in corsa.

Il talk show è il modello, Twitter il mezzo. I picchi d’attenzione e traffico si ottengono con le battute più feroci, specialità in cui da due stagioni eccellono le “mogli di”: calciatori, allenatori, ora anche presidenti.

Quando la misura sembra colma, alè, se ne perde il senso. Parte, da un deputato pd, un’interrogazione parlamentare al ministro dell’economia, come se non avesse al

momento altri problemi, tipo la disoccupazione giovanile al 44%. Dal fronte leghista si invoca l’intervento della commissione Ue. Dal fronte leghista, quello il cui segretario dichiarò, appena eletto: “Riprendiamoci la sovranità calpestata da Bruxelles.

La Ue è un gulag come l’Unione sovietica”.

Si adombrano manovre intorno ai titoli in Borsa: ma chi avesse razziato azioni della Juventus puntando sull’arbitraggio se le sarebbe trovate invariate.

Se un marziano, o un educato islandese, osservasse gli highlights del campionato italiano la domenica sera vedrebbe un paio di gol decenti e: un presidente tarantolato con un fazzoletto in bocca che inserisce l’occhio spiritato in una cornice di corna, due ex allenatori del Milan che si beccano a puntate come scolari immaturi, giocatori che s’inseguono senza palla.

Juventus-Roma è appena finita e già ricominciata. In questo bipolarismo “piuccheimperfetto” schierarsi con la logica è impossibile quanto nella politica. Non resta che scuotere la testa come farebbe, alla sesta giornata, un mister che nasconde le carte e dire: “Il campionato è ancora lungo”.

Purtroppo, e benché abbia una sola partita. © RIPRODUZIONE RISERVATA

34

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

L’AMBIENTE

LA CULTURA

GLI SPETTACOLI

Luoghi ignorati e da salvare la maratona Fai tra i tesori d’Italia

Quando la crisi genera mostri le vite difficili scritte da Fubini

Con il duo inglese Royal Blood il rock riconquista le classifiche

ANTONIO CIANCIULLO

BENEDETTA TOBAGI

ANDREA MORANDI

IL CASO

Anticonformismo ironia e bestseller il senso di Helsinki per la letteratura RAFFAELLA DE SANTIS

Lontano dalle metropoli, sempre di più, da Nord a Sud: i dati dei censimenti confermano il controesodo Vita più semplice, costi minori, rapporti umani che si rinsaldano.Una strada obbligata con la crisi, che diventa però una scelta. Il fenomeno non è solo italiano, da noi si trasforma spesso in un ritorno alle origini con cui si sono mantenuti vivi i legami.Ma anche lì non tutto è perfetto

PAOLO GRISERI INO a non molti anni fa

F

era il «bastardo posto» da cui fuggire a gambe levate, non appena l’età e l’autonomia finanziaria lo avessero consentito. Oggi la piccola città torna di gran moda. E, contemporaneamente, declina il fascino della metropoli: il 54 per cento dei romani, potendo, andrebbe a vivere altrove. Effetto della crisi? «Certamente — risponde Giuseppe De Rita — ma non solo. Anche voglia di tornare alle radici».

I dati dei censimenti confermano il controesodo generazionale degli italiani. «La maggior parte degli abitanti delle nostre città sono immigrati da una o due generazioni. A Roma, ad esempio, vivono tra i 150 e i 200 mila abruzzesi che hanno mantenuto la casa nei luoghi di origine», conferma il direttore del Censis. Per questo una parte del controeso-

do, è solo apparente: «La tassazione sulla casa — spiega de Rita — è fatta in modo che conviene affittare l’appartamento a Roma ed avere la residenza principale al paese d’origine».

Ma nella maggior parte dei casi il ritorno alle piccole città, ai centri dove la vita è più semplice e meno costosa, è un fatto reale, una scelta di vita quando non una vera e propria strada obbligata.

«Una delle caratteristiche della crisi — spiega il sociologo torinese Roberto Cardaci — è stata quella di invertire il flusso del Novecento dai piccoli centri alla metropoli industriale». La crisi dell’industria manifatturiera ha fatto il resto: oggi per un giovane disoccupato, è più facile trovare lavoro in un agriturismo che in un’azienda metalmeccanica costretta a sopravvivere con la cassa integrazione. Il rapporto Ires Piemonte sulla Green economy nel 2013 sottolinea che anche nell’agricoltura c’è un ritorno dei giovani alle campagne e alle atti-

Residenti dalle grandi città alla Provincia VARIAZIONE 1991-2011, DATI IN %

Comune

Torino

-10,4

Venezia Bologna

-6,0

+11,6 +21,7

-7,9

+11,1 +1,0

Roma Napoli

+13,2 +1,0

-6,3

Firenze

+9,5

-3,3

Milano Genova

Resto della Provincia

-5,7

-10,1

Bari

-6,4

Palermo

-6,1

+39,5 +8,9 +9,0 +12,8

FONTE ELABORAZIONE CENSIS SU DATI ISTAT

Vadoavivere in

provincia

vità che i nonni avevano abbandonato cent’anni fa per andare a lavorare in fabbrica. Spiega Cardaci: «Colpisce assistere alla rivincita di quello che Nuto Revelli, parlando delle campagne del cuneese, definiva il mondo dei vinti. Oggi è più vitale una piccola città della Langa di molte periferie di una metropoli».

Le ricerche del Censis spiegano che nel ventennio tra il 1991 e il 2011, a due censimenti di distanza, la popolazione delle città capoluogo è diminuita a tutto vantaggio delle località delle loro province. «Questo — sottolinea de Rita — è un fenomeno non solo italiano. In Italia è più marcato perché gran parte degli abitanti delle nostre metropoli non hanno mai perso completamente, nel corso delle generazioni, il legame con i territori d’origine. Così quando i vantaggi della grandi città hanno cominciato a declinare, è iniziato il controesodo». La crisi ha costretto i sindaci delle metropoli a tagliare pesante-

Internet e social network hanno annullato lo svantaggio storico dei luoghi periferici mente servizi anche essenziali. Il 65 per cento dei romani individua nella «scarsa manutenzione e pulizia delle strade» il secondo indicatore della crisi, subito dopo la chiusura di un gran numero di negozi. E il 64,4 per cento degli abitanti della Capitale ritiene che, in generale, siano stati ridotti i servizi pubblici. Un fenomeno che è segnalato solo dal 51 per cento della media nazionale. Uno dei vantaggi originari della grande città, la possibilità di vivere in un mondo protetto, con tutti i servizi essenziali a disposizione e a poca distanza da casa, è così venuto meno. «Resiste — sottolinea

De Rita — il welfare strutturato.

Le grandi città sono ancora appetibili per l’assistenza sanitaria, la rete di cliniche e ospedali che sono in grado di far funzionare. Per questo la fuga dalla metropoli dei pensionati, uno dei fattori che caratterizzano il controesodo generazionale, porta, in genere, a spostamenti limitati, spesso a ventitrenta chilometri dai grandi centri». Ma è sul welfare destrutturato, su quella che definiamo normalmente qualità della vita, che la piccola città prende la sua rivincita: «La facilità di tenere i rapporti tra le persone, la bellezza del paesaggio italiano, il senso della comunità sono la carta vincente dei piccoli centri», dice De Rita. E aggiunge che la crisi ha fatto venire meno uno dei valori forti della metropoli, la capacità di soddisfare la propensione al consumo. Quando si fatica ad arrivare alla terza settimana del mese, il fatto di vivere a poca distanza da un grande centro commerciale smette di essere un vantaggio e diventa quasi una tortura. «La crisi — dicono al Censis — ha fatto crescere una fortissima istanza di sobrietà». La vita senza sprechi non è solo una necessità ma diventa anche un valore che la provincia e i piccoli centri sono in grado di soddisfare meglio.

La globalizzazione delle comunicazioni ha fatto il resto annullando uno degli svantaggi storici dei luoghi piccoli: la distanza dai centri di socializzazione. Oggi si può vivere in un piccolo paese senza cinema e guardarsi il film preferito su internet, rimanere collegati con gli amici attraverso i social network. «Ma la vera dimensione ideale — conclude de Rita — non è quella dei piccoli paesi. È piuttosto quella delle piccole città, dei centri di media dimensione, che uniscono i vantaggi della vita di provincia alle sicurezze di un sistema di protezione sanitaria e ospedaliera paragonabili a quelli di una metropoli».

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

Ecco la provincia «bastardo posto» cantata da Francesco Guccini, il luogo da cui sono scappate generazioni di futuri abitanti metropolitani, la piccola città che oggi si prende la rivincita. Quella da cui fuggì Guccini era la Modena del dopoguerra. Oggi sta recuperando terreno. Giancarlo Muzzarelli, 59 anni, è diventato sindaco da pochi mesi: «Non si deve credere che da noi si viva nel paradiso terrestre», premette il primo cittadino di Modena. Che aggiunge subito: «Rispetto alle grandi città possiamo dire che il nostro welfare regge ancora. Non sono più i periodi d’oro, quando avevamo una disoccupazione sotto il 3 per cento e il Comune poteva investire tra i 60 e gli 80 milioni all’anno». Le vacche magre di Modena sono comunque più grasse di quelle delle metropoli: «Riusciamo ancora a destinare più del 50 per cento delle risorse al welfare cittadino, anche se gli inve-

stimenti si sono ridotti a 10-15 milioni, la disoccupazione è salita all’8 per cento e abbiamo dovuto fare i conti con gli effetti del terremoto». Il sindaco ammette che «la dimensione della città è quella ideale per far crescere una comunità. Gli amministratori possono immaginare di andare nelle piazze a incontrare direttamente i cittadini, guardali in faccia per capire quali sono i problemi».

LA CANZONE

La Modena di Francesco Guccini: “bastardo posto”

35

Nella crisi, le associazioni di volontariato hanno fatto nascere Portobello, un supermercato realizzato con merce offerta dai centri commerciali e destinata a chi non può pagarsi la spesa. Per i più abbienti la città offre comunque un habitat interessante se anche gli amministratori delegati dei grandi marchi del lusso automobilistico hanno scelto di comperare casa a Modena.

Tutto oro quel che luccica nella piccola città di un tempo? «Dice così il sindaco? Mah, io non posso parlare perché a Modena non vado da tropi anni. Ho qui a cena a casa gli amici che mi stavano proprio raccontando come Modena stia diventando un po’ spenta se non morta». Francesco Guccini risponde divertito alle domande sulla metamorfosi del «bastardo posto» piazzato tra la via Emilia e il West. Fuggirebbe ancora oggi verso la metropoli? «Per la verità la canzone non era un elogio della metropoli. Era il racconto di un periodo triste, cupo, delle prime traversie con le ragazze. Un periodo negativo soprattutto perché si era poveri, si era appena usciti dalla guerra». Ma quando si è trasferito a Bologna, si è aperto il mondo... «Beh, certo, quando ci siamo trasferiti negli anni Sessanta, ci pareva finalmente di respirare». In realtà non ha mai sognato di andare in una città più grande: «A Milano e a Roma sono stato per lavoro. Ma per me la dimensione di Bologna era più che sufficiente. L’idea di dover trascorrere ore per spostarmi da una parte all’altra della stessa città non mi è mai andata a genio. Diciamo la verità: io sono pigro. E poi il mio sogno è sempre stato quello di vivere in montagna. Così ho lasciato Bologna e sono finito nel paese di 900 abitanti sull’Appennino, dove vivo ormai da molti anni. E posso dire di aver trovato la mia dimensione». Un precursore.

E in quel piccolo mondo siamo cittadini e compaesani

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

ILVO DIAMANTI ESODO dalle città verso la provincia non è un fenomeno solo italiano. Riflette il deterioramento della qualità della vita e dell’ambiente soprattutto nelle periferie urbane. Dove si addensano i flussi migratori. Dove, al tempo stesso, il sistema residenziale e il paesaggio si sono degradati. Così, quelli che possono, se ne vanno. Per echeggiare il linguaggio dell’ecologia sociale: “evadono” dalle città e si “rifugiano” nei paesi più piccoli.

Possibilmente, non lontano dai centri urbani, IL COM perché, comunque, le MEN città restano il principaTO le luogo di offerta di servizi. L’Italia, d’altronde, è un Paese di compaesani (come ha osservato il sociologo Paolo Segatti). La “provincia”, il mondo dei piccoli paesi e delle piccole città, d’altronde, è, ancora, fonte di soddisfazione, personale e sociale. Anzitutto, perché offre una rete di relazioni più fitta.

Tra coloro che risiedono in comuni con meno di 10 mila abitanti, 7 persone su 10 affermano di avere legami e conoscenze con i vicini di casa. Oltre i 30 mila abitanti, la quota scende a poco più del 50% e negli agglomerati metropolitani, con più di 500 mila abitanti, al 40% (Indagini Demos). Di conseguenza, al crescere della dimensione urbana cresce anche il senso di solitudine. Che affligge il 26% di coloro che vivono nelle metropoli, ma solo il 18% nelle località più piccole. Nei piccoli centri, inoltre, risultano più elevate la soddisfazione economica e la fiducia nel futuro. Perché stare in mezzo agli altri, considerarsi parte di una “comunità”, abbassa il sentimento di vulnerabilità sociale. Proprio la provincia italiana, soprattutto nel

L’

Centro-Nord, peraltro, negli ultimi trent’anni, ha espresso il maggior grado di crescita economica, grazie allo sviluppo della piccola e piccolissima impresa, sostenuta dal ruolo della famiglia e dell’associazionismo. E dall’importanza del lavoro come valore. Anche per questo, la “provincia italiana” è divenuta, in effetti, “capitale”. Del benessere sociale e dello sviluppo economico. Tuttavia, i vantaggi del piccolo mondo locale, negli ultimi anni, si sono ridimensionati. Mentre emergono problemi, sempre più evidenti.

Anzitutto, l’ambiente e il paesaggio si stanno degradando. Lo sviluppo economico impetuoso del passato recente oggi è in declino. Ma ha ridotto molte aree di provincia in agglomerati di aziende e capannoni. Altrove, in micro-quartieri dormitorio. La diffusione urbanistica, spesso, è avvenuta senza regole. All’italiana. Così, la provincia ha smesso di essere accogliente come un tempo. Mentre il “localismo”, come sentimento e identità, si è tradotto in “spaesamento”. Tanto più di fronte all’impatto con la globalizzazione — economica, sociale e cognitiva. Ben testimoniata dall’immigrazione. Così, proprio in provincia, nei paesi più piccoli, oggi incontriamo indici di insicurezza crescenti. Che si traducono in reazioni sociali e (anti) politiche di autodifesa.

Intercettate da “imprenditori politici” dello spaesamento, come la Lega. Per questo, occorre evitare che la spinta verso la provincia si traduca in “provincialismo”. E riduca le città in periferie. Abbiamo, invece, bisogno di riqualificare le città, ma anche la provincia. Per fare degli italiani un popolo di compaesani e, al tempo stesso, di cittadini.

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

36

Domenica l’iniziativa in 120 città per difendere la bellezza

R2 Il caso

Fai, una maratona per riscoprire i tesori dimenticati ANTONIO CIANCIULLO ROMA

N

EL 2012 le città che

avevano aderito al debutto della Fai Marathon, la corsa più lenta del mondo, veloce solo negli sguardi e nelle emozioni, erano 70. L’anno dopo erano arrivate a 90. Domenica prossima saranno 120.

L’Italia della bellezza allarga i suoi confini e prova a definire la sua capacità attrattiva con un sondaggio di Human Highway sulle emozioni legate a un paesaggio incontaminato o a un’opera d’arte: si va dalla libertà e felicità, sottolineate dai più giovani, al senso di partecipazione e di pienezza citato dagli over 54.

«Queste risposte evidenzia-

no l’importanza anche psicologica, oltre che economica, della stabilità dei nostri grandi paesaggi e monumenti», ha dichiarato il presidente del Fondo ambiente italiano Andrea Carandini. «Purtroppo con il decreto Sblocca Italia proprio la solidità del patrimonio storico e artistico è messa a dura prova. La deroga tende a diventare regola. Il ruolo delle soprintendenze viene mortificato perfino per le richieste edilizie in aree sottoposte a vincolo.

I gasdotti potranno essere costruiti in zone di alto valore paesaggistico escludendo il ministero dei Beni culturali dalle procedure di autorizzazione. È anche per ricordare la necessità di fermare questa minaccia che invitiamo tutti a partecipare alla Fai Marathon

GLI ITINERARI In alto da sinistra, il complesso monumentale di San Michele a Roma e la Basilica di San Luca a Bologna. A sinistra, la salina di Margherita di Savoia

Il presidente Carandini: “Il decreto Sblocca Italia mette a rischio la tutela del patrimonio” e a mandare un sms o fare una telefonata al 45506 per donare 2 euro e sostenere così la difesa della bellezza».

La maratona lenta, più una degustazione culturale che una corsa, coinvolgerà tutte le regioni. A Torino sarà una caccia ai set di film come La donna

della domenica (balconata della Galleria sabauda), Profondo rosso (piazza C.L.N.) e Il divo (piazzetta Reale). A Milano si passerà da una delle istituzioni culturali della città, il vecchio teatro della Cannobiana, il Lirico: ha ospitato le esibizioni di Donizetti, Leonca-

vallo, Mina e dal 1999 è abbandonato. A Bologna si visiterà il portico più lungo del mondo, quello di San Luca: 3.796 metri e 658 arcate, che collega il centro della città con la cima del Colle della Guardia, dove si trova il santuario della Madonna di San Luca con l’immagine più venerata della città, portata in pellegrinaggio per la prima volta nel 1433 dopo un periodo di disastroso maltempo.

A Roma il fil rouge della manifestazione sarà il rapporto tra la città e il fiume: il percorso muoverà dall’isola Tiberina, passerà dal complesso monumentale del San Michele, al vecchio porto di Ripa Grande cancellato dalla costruzione degli argini, per concludersi alla piccola chiesa medioevale di San Benedetto in Piscinula. A

Napoli si apriranno le porte del palazzo Serra di Cassano, con lo scalone monumentale realizzato da Ferdinando Sanfelice. In Puglia si seguirà il sentiero che passa all’interno della più grande salina d’Europa, a Margherita di Savoia: 4.500 ettari.

«L’assieme di queste proposte delinea le dimensioni dell’offerta paesaggistica e culturale del nostro paese», ha concluso il sottosegretario ai beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni. «È una ricchezza che sarebbe suicida mettere in discussione. Anche la maratona di domenica ci darà forza: sono convinta che in Parlamento, attraverso gli emendamenti, si riuscirà a trovare il modo di correggere lo Sblocca Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2 La scienza

37

Ecco la “cellula che ci orienta”: il premio per la medicina va ai coniugi Moser e a John O’ Keefe

NEUROBIOLOGI Edvard e May Britt Moser, vincitori con John O’ Keefe del Nobel per la Medicina

SILVIA BENCIVELLI nel cervello.

Anche la compassata Assemblea per il Nobel del Karolisnka Institutet di Stoccolma ha definito così l’oggetto del premio per la “fisiologia o la medicina” di quest’anno. Cioè un sistema che ci dice dove siamo e come ci stiamo muovendo nello spazio, che è stato scoperto in più di trent’anni di ricerche dai tre scienziati premiati ieri: l’angloamericano John O’Keefe, e i coniugi norvegesi May-Britt e Edvard Moser.

La storia comincia nel 1971, quando O’Keefe, allora poco più che trentenne, scopre come fanno i ratti a sapere dove si trovino esattamente, per esempio in una gabbietta. La risposta è in un gruppo di cellule di una zona particolare del cervello (chiamata ippocampo) capaci di disegnare una vera e propria mappa dello spazio man mano che l’animale lo esplora.

O’Keefe chiama queste cellule place cells, cioè «cellule di posizionamento», e capisce che sono loro a conservare l’atlante completo dei luoghi della nostra vita.

U

N GPS

na dello spazio esterno. Per di più costituisce «un cambio di paradigma nella nostra comprensione di come le cellule lavorino insieme per permetterci di realizzare le funzioni cognitive superiori». Ossia dà una base biologica a cose come la memoria spaziale, quindi a facoltà alte e complicate che solo con grandi difficoltà abbiamo finora attribuito a parti precise del nostro cervello.

LE ALTRE COPPIE

sua rottura a causare molti dei sintomi delle malattie neurodegenerative, prima fra tutte la malattia di Alzheimer.

Infine, si deve ammettere che questo Nobel ha stuzzicato anche una certa prurigine da gossip scientifico. I coniugi Moser sono una coppia nella scienza e nella vita, e come pochissime altre hanno ricevuto insieme il premio più ambito per un ricercatore. Prima di loro è successo solo ai coniugi

Pierre e Marie Curie (per la fisica, nel 1903), alla loro figlia Irène col marito Frédéric Joliot (per la chimica, nel 1935), e a Carl Ferdinand e Gerty Theresa Cori (per la fisiologia o la medicina, nel 1947).

I due Moser sono nati su due isole del nord Atlantico e oggi lavorano a Trondheim, a 350 chilometri dal Circolo Polare Artico. Sono stati allievi di O’Keefe e, da quando si sono conosciuti all’università di

Oslo, hanno lavorato sempre insieme, alla pari. Ma ieri, al momento della fatidica telefonata, lui era in aereo. Così May-Britt ha ricevuto l’annuncio da sola, mentre stava all’Università. «Ha pianto per un minuto», racconta chi c’era. Nell’emozione si è trovata ad ammettere: «Per noi è facile fare scienza insieme, facciamo un breakfast meeting quasi ogni giorno». © RIPRODUZIONE RISERVATA

Le “cellule griglia” John O’Keefe negli anni ‘70 scoprì nel cervello le “cellule di posizione”, che indicano la nostra collocazione nell’ambiente

I CURIE

Marie e Pierre Curie ricevettero insieme il premio Nobel per la fisica nel 1903 (nel 1911 Marie ebbe anche quello per la chimica) I coniugi Moser hanno poi individuato, in un’altra parte di cervello, le “cellule griglia” che indicano la direzione in cui ci stiamo muovendo

I tre studiosi hanno individuato il “sistema di coordinate” in base al quale ci muoviamo Ma manca un pezzo, che arriverà trent’anni dopo. Nel 2005 i coniugi Moser scoprono infatti l’elemento del sistema di posizionamento del cervello in grado di dirci come ci stiamo muovendo. I due identificano cioè un altro tipo di cellule, in un’altra parte del cervello (questa si chiama corteccia entorinale), capaci di dividere lo spazio in maniera regolare e di inserirlo in un vero e proprio sistema di coordinate. Le chiamano perciò “cellule griglia”. Il sistema Gps è così completo: le cellule di posizionamento ci dicono «tu sei già stato qui» e quelle griglia ci dicono «sei esattamente qui e stai andando lì».

La scoperta, sottolinea la Nobel Foundation, è di quelle che cambiano la storia. Perché «risolve un problema che per secoli ha tenuto impegnati filosofi e scienziati»: quello della rappresentazione inter-

Tutto questo spiega il perché del premio e delle reazioni soddisfatte del mondo della ricerca. Non solo: a dispetto di quanto potrebbe sembrare a sentir parlare di filosofi e di paradigmi della scienza, le ricerche sul Gps interno hanno risvolti concreti. Perché le scoperte iniziali sono avvenute nei ratti, ma negli anni sono arrivate le prove che il sistema esista anche nell’uomo. E oggi sappiamo che è proprio la

CURIE - JOLIOT

Irène Joliot Curie (figlia dei coniugi Pierre e Marie Curie) ricevette il Nobel per la chimica insieme al marito Frédéric Joliot nel 1935

Le loro scoperte sono avvenute sui ratti: i loro studi hanno dimostrato che entrambi tipi di cellula esistono anche nell'uomo

CARL E GERTY CORI

Carl Ferdinand Cori e Gerty Theresa Cori divisero il Nobel per la fisiologia o la medicina nel 1947, con Bernardo Alberto Houssay

FOTO AFP

Nel cervello di uomini e topi c’è un Gps che vale il Nobel

I due sistemi sono collegati e insieme costituiscono il nostro “Gps interno” Oggi sappiamo che in molte malattie neurodegenerative (anche l’Alzheimer) questi tipi di cellula sono danneggiati

RSalute LA REPUBBLICA

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014/NUMERO 848

ILLUSTRAZIONE DI COPERTINA DI GETTYIMAGES

L’influenza. Alla ricerca del vaccino universale: primi step Le lettere. Maculopatia, cisti, stipsi, sambuco: gli esperti rispondono

Dentisti dell’Est e italiani la sfida delle offerte Campagne di prevenzione

Il prezzo del sorriso

Longevità. Megastudio europeo sulla fragilità degli anziani: sotto osservazione stile di vita e marcatori nel sangue ■ Obesity day. Una epidemia sottovalutata ■ Maternità. Ginecologi e ostetrici, un monito alle donne contro gli errori di alimentazione durante la gravidanza. I rischi per la salute del nascituro ■ Sessualità. Gelosia e infedeltà, un conflitto tra voglia di autonomia e paura di separarsi ■ A tavola. Le calorie di pizza e birra? Una nuotata non ci assolverà ■ > NOI & VOI

GUGLIELMO PEPE

Ebola tra paure e speranze INCHÉ era confinata in Africa, preoccupava solo i governi locali e le autorità sanitarie, come l’Oms, che l’aveva definita la più grave epidemia moderna. Ora che tocca anche gli Stati Uniti, Ebola semina paura nell’opinione pubblica mondiale. Ma quanto è pericolosa? Secondo l’epidemiologo belga Peter Piot, che nel 1976 isolò il virus, rischia di dilagare in Africa e quindi di non essere più controllabile al di fuori del Continente. E se questo avverrà, sarà proprio per responsabilità di chi avendo mezzi, uomini e cultura sanitaria per fermarla, si è mosso con grave ritardo: l’Occidente. Ma c’è una buona notizia che ci riguarda: una piccola azienda italiana, acquistata da poco da una multinazionale, ha venduto all’Oms il vaccino antiEbola che sarà diffuso in un milione di dosi in tutto il Pianeta. Sperando che non sia il solito business, per ora sembra una pennellata di luce su un quadro dai tratti davvero inquietanti. guglielmpepe@gmail.com

F

© RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica

RSALUTE/ IN PRIMO PIANO

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

40

Denti. Sempre più aggressive le offerte dall’Est europeo; adesso aprono succursali “acchiappa-clienti” in Italia. Controffensiva dell’Andi con il mese della prevenzione. E anche offerte di turismo medico italiano

PER SAPER NE DI PIÙ

“Guerra” dei prezzi dall’otturazione alle visite

Resine

ANNAMARIA MESSA

Sigillature dei denti permanenti: sono delle resine bianche che vengono incollate sui molari e il dente diventa più facile da pulire. Una procedura indolore ed efficace per prevenire la carie nei denti dei bambini. I costi variano tra le diverse città e i diversi dentisti: da 20 a 70 euro a dente. (a. mes.)

N PO’ la crisi, un po’ i tempi d’attesa, oltre 8 milioni di cittadini oggi fanno a meno di curarsi denti e bocca (Rapporto Istat 2014). Circa 2 milioni gli anziani over 65. Sempre di più gli italiani che arrivano negli ambulatori sociali per gli immigrati, segno tangibile di una povertà sanitaria che avanza, denuncia la Fipac, Federazione italiana pensionati attività commerciali di Confesercenti, nel dossier “Nonni in fuga”. E per oltre un milione di connazionali il bonus di 80 euro se ne andrà in cure odontoiatriche, secondo la rilevazione Nielsen per Conad, partner di Osserva Italia, il sito di Affari&FinanzaLa Repubblica. In questo desolante scenario proliferano le offerte di viaggi e cure low cost verso Romania, Croazia, Slovenia, Polonia. Con miraggi di forti risparmi e piacevoli soggiorni. «Circa 1 miliardo di euro finisce dall’Italia nelle casse dei dentisti stranieri, sottraendo denaro al fisco e all’economia italiana», stima l’Andi, Associazione Nazionale Dentisti Italiani.

Ora dentisti e società croate e slovene aprono anche sedi in Italia. Tipo sportelli per agenzie di viaggi dentali: ultima strategia dell’Est Europa in chiave di turismo odontoiatrico. Prima visita gratis e preventivo qui da noi (tra Milano, Torino, Udine, Padova) ma terapie in cliniche e studi di Zagabria, Belgrado, Budapest, con viaggio low cost, soggiorno gratuito e prezzi scontati fino all’80% rispetto a quelli praticati in Italia.

Gli impianti, interventi costosi, sono i più “convenienti”. A Forlì c’è una sede del Policlinico Kustec di Zagabria. Si avvale di un dentista e due igieniste dentali italiane per igiene orale, possibili controlli successivi, eventuali trattamenti da fare in Italia ma, precisa la segretaria al telefono, in questi casi “con prezzi italiani”. Prime avvisaglie di contrattacco a questa guerra dei prezzi per accaparrarsi i pazienti erano già partite anni fa con reti/network di dentisti italiani all’insegna del “giusto prezzo”. Da 34 anni l’Andi, Associazione Nazionale Dentisti Italiani, offre a ottobre mese della Prevenzione Dentale, una visita gratuita di controllo della bocca (info 800800121). Quest’anno anche un test gratuito del pH salivare per misurare l’acidità della saliva, indicatore del rischio di demineralizzazione dei denti, quindi di carie. Se necessario, nella stessa visita il dentista suggerisce trattamenti preventivi a tariffe calmierate: igiene orale con ablazione tartaro (70 euro), sigillatura dei solchi (30 euro a elemento), fluoroprofilassi professionale (80 euro).

«Prevenire costa meno. È l’impegno concreto di ANDI per andare incontro alle esigenze di salute e di portafoglio dei cittadini italiani», spiega il presidente Gianfranco Prada. Dal 13 al 15 novembre, visite gra-

Test Test del pH salivare: si fa con una semplice cartina tornasole che, a contatto con la saliva, cambia la sua colorazione per indicare il valore del pH. La saliva ha un pH neutro (valori da 6.5 a 7.5), che varia a seconda di cibo e bevande e si ripristina in un paio d’ore. Se le variazioni in senso acido o basico sono persistenti denti e gengive possono ammalarsi più facilmente. Il pH basso, acido, può indicare una più intensa attività della placca batterica e il rischio di carie. Con il pH salivare a livelli basici (valore pH alto), il calcio contenuto nella saliva tende a cristallizzarsi sui denti, formando il tartaro, nocivo per le gengive. (a. mes.)

Fluoro La fluoroprofilassi consiste nella prevenzione della carie dentaria attraverso l’utilizzo del fluoro, minerale che rende lo smalto più resistente all’attacco acido della placca batterica.

Prima di assumere il fluoro in compresse, si dovrebbe controllare la quantità presente nell’acqua minerale bevuta, per evitare l’eccesso. Una seduta di fluoro profilassi costa in media sui 40 euro. 10 applicazioni fluoro profilassi + istruzione di igiene anche a 250 euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

U

In video Dentisti e costi anche a Rnews (ore 13,45 e 19,45) su Repubblica.it, su Canale 50 digitale terrestre e 139 di Sky.

tis per la prima volta anche nelle strutture pubbliche, ospedali odontoiatrici e militari, con Open day “La salute in bocca”: iniziativa dei primari ospedalieri di odontoiatria e maxillo facciali, patrocinio del ministero della Salute. «La bocca è lo specchio della salute, bisogna fare prevenzione del cavo orale anche per capire se c’è qualcosa che non va nella salute in genere», precisa Francesco Riva, direttore Chirurgia Ospedale odontoiatrico Eastman, Roma.

E c’è chi punta a ribaltare verso l’Italia il flusso turistico sanitario e dentale, puntando su terapia, arte e cultura, promuovendo l’eccellenza medico-scientifica nazionale insieme a quella turistica. «Invece di piangerci addosso promuoviamo il brand Italia all’estero, cerchiamo di portare in Italia gli europei di-

sposti a viaggiare per cure e terapie di vario genere, un business da 100 miliardi l’anno», precisa Francesco Martelli, università di Genova, fondatore dell’Istituto di Ricerca Microdentistry, promotore della neonata IAMT, Italian Association for Medical Tourism, presentata nei giorni scorsi a Washington, dove a promuovere il loro sistema paese in chiave di turismo sanitario c’erano anche Corea, Costarica, paesi latino-americani, Polonia, Croazia....

«Speriamo di avere un numero sufficiente di iscritti, tra realtà mediche (pubbliche e private) e turistiche, per un tavolo al ministero. Non vogliamo soldi ma neanche difficoltà istituzionali e burocratiche», conclude Martelli. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

41 PER SAPERNE DI PIÙ www.andi.it www.aiditalia.it

CARIE.

Igiene orale, esami di acidità sulla saliva e alimentazione A CARIE, una delle malattie croniche più diffuse al mondo, colpisce oltre l’80% della popolazione e torna ad essere un pericolo. È in aumento del 15% rispetto agli anni 90. Causa principale sarebbe l’alimentazione scorretta, troppo ricca di dolci, snack e bevande zuccherate, povera di frutta e verdura. Incide però pesantemente anche la scarsa educazione all’igiene orale.

«Svariati i fattori, non ultimi la crisi in atto e i sopraggiunti fenomeni dovuti ai flussi migratori che determinano la continua variazione dei dati socio-

INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI

L

economici a cui segue quella dei dati socio-sanitari e di quelli odontoiatrici», aggiunge Giampietro Farronato, università Milano. «La prevenzione dalla carie si attua con molti accorgimenti: con una corretta igiene alimentare fin da bambini, evitando cibi molto acidi o che possono generare un ambiente acido (succhi di frutta, dolciumi, carne rossa, ecc.), preferendo frutta e verdura fresche, pasta, riso, latticini, uova, che consentono di mantenere un buon livello di acidità della saliva. Essenziale la buona igiene orale a casa (20/30 minuti dopo la fine di ogni pasto) spazzolando i denti con movimenti che vanno dal “rosa al bianco”, evitare fumo, droghe, limitare le bevande alcoliche; sottoporsi a una o più sedute di igiene professionale all’anno», sottolinea Marialice Boldi, presidente AIDI, Associazione Igienisti Dentali Italiani.

Un bambino su 5, secondo i dati forniti dai dentisti, sviluppa lesioni traumatiche dei den-

ti permanenti prima di finire la scuola primaria e il 40% circa dei bambini soffre di demineralizzazione dei denti. «Indispensabile cercare ogni opportunità di coinvolgere la popolazione su questi concetti con consulenze gratuite, test semplici e immediati per valutare la saliva. Oggi ci sono prodotti in grado di neutralizzare gli acidi degli zuccheri e favorire la remineralizzazione dello smalto dei denti», incalza Farronato.

Le aziende dei dentifrici sono, ovvaimente, in prima fila per sponsorizzare iniziative.

Con “Tutti in piazza sorridenti” - fino al 12 ottobre (nelle piazze di Torino, Milano, Roma, Bari, Napoli, Cagliari e Verona, dalle ore 9 alle 18 secondo i programmi) i professionisti dell’Associazione spiegheranno il corretto spazzolamento dei denti e, al desk Colgate, Obiettivo Zero Carie, i cosiddetti “Specialisti del Sorriso” faranno un test di acidità della saliva. (a. mes.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Apparecchi Il costo medio per un apparecchio ortodontico e una terapia tra i sei anni e i quattordici può raggiungere anche i 6000 euro.

Rinuncia Mezzo milione di famiglie italiane, dal 2007 al 2012, ha rinunciato al dentista, anche in presenza di patologie serie. (fonte: Andi)

RSALUTE/ LA RICERCA

la Repubblica

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

42 PER SAPERNE DI PIÙ www.mysprintt.eu www.italialongeva.it

Invecchiamento. Studio europeo su stile di vita e marcatori del sangue Coinvolti 11 Paesi, 1500 over 75. Capofila l’Italia FLASH

Fibrosi Fino al 26 ottobre Sms solidale (45502) per la ricerca sulla fibrosi cistica. Ciclamini in piazza per la ricerca dall’11 al 26 nei weekend. www.fibrosicisticari cerca.it

Trapianti La Giornata europea per la donazione di organi si celebra a Roma sabato 11 con varie iniziative. 61 mila le persone in Europa in attesa di un organo, 12 ogni giorno muoiono in attesa di trapianto.

Incoraggiare il dibattito su tali aspetti è l’obiettivo della Giornata. (www.eodd2014.it)

Anziani fragili le strategie della longevità ROBERTO BERNABEI * OME ci si accorge che si invecchia? Dal rallentamento del passo accompagnato da una facile stancabilità e da un equilibrio precario. Con la massa muscolare che si riduce. Questo insieme di caratteristiche si chiama fragilità ed è l’anticamera di disabilità e non autosufficienza. Allora, la scommessa della ricerca oggi è di combattere questa fragilità o almeno di ritardarla. Non ci sono ancora farmaci, ma l’Innovative Medicine Initiative (IMI, consorzio pubblicoprivato) da Brussells ha lanciato una sfida alla comunità scientifica, finanziando (oltre 48 milioni di euro, 5 anni di studio) chi proponesse un progetto che contrastasse la fragilità e aprisse quindi una prima porta a concrete strategie anti invecchiamento.

Molti ricercatori europei ed extra

C

EU hanno raccolto il guanto della sfida ed è risultato vincitore il progetto SPRINTT, (acronimo legato a Sarcopenia, fragilità e trattamento). Il Consorzio che ha proposto SPRINTT è di oltre 80 ricercatori di 11 paesi europei ed è guidato dal gruppo italiano dell’Università Cattolica da me diretto in collaborazione con Susanna Del Signore, di Sanofi Aventis che insieme a GSK, Novartis, Ely-Lilly e Servier costituisce il pilastro internazionale privato di questa impresa. SPRINTT è un attacco alla fragilità basato su un intervento “multicomponente”: 1) esercizio fisico, 2) adeguata nutrizione, 3) aiuto tecnologico. In concreto 1500 ultrasettantacinquenni di tutta Europa “contrassegnati” dalla fragilità perché rallentati come misurato da appositi test, vengono divisi in due gruppi.

Il primo gruppo di 750 viene seguito con 45 minuti di esercizio fisico specifico fatto di camminata aerobica e di

sforzo contro resistenza tre volte la settimana; una volta al mese viene valutato lo stato nutrizionale di ognuno esaminando cosa hanno mangiato nei tre giorni precedenti e assicurando che l’apporto proteico sia di almeno 1.2 grammi pro chilo di peso al giorno; il terzo intervento del gruppo è quello di portare al polso uno speciale orologio che registri la quantità di metri percorsi al giorno e le eventuali cadute. A registrare ed eventualmente aumentare un non soddisfacente grado di attività fisica adeguata. Questo gruppo è quello dove si effettua l’intervento mentre un secondo gruppo, sempre di 750 ultrasettantacinquenni, viene seguito con consigli ripetuti sullo stile di vita migliore e un semplice, ma non determinante, movimento degli arti superiori. È il cosiddetto gruppo di controllo. Dopo due anni si misurano i risultati in termini di capacità di mantenere un cammino adeguato, ma anche di non ricovero in una residenza per anziani.

SPRINTT studia anche i possibili marcatori nel sangue di fragilità e quindi invecchiamento. I partecipanti vengono sottoposti a un prelievo di sangue che verifica cosa accade a vari

LIBRI

Fumetti

Personaggi RITA LEVI MONTALCINI Cristiana Pulcinelli Tina Simoniello 132 pagine 14 euro L’Asino d’Oro

Prevenzione CON IL NATRO ROSA Aldo Forbice Francesco Schittulli 168 pagine 15 euro Piemme

Facile stancabilità, passo rallentato, equilibrio precario: l’anticamera di disabilità e non autosufficienza componenti nel caso la fragilità sia manifesta. È un altro modo per capire la nostra vera età e il rischio di invecchiamento. Informazioni diverse –dalla velocità del cammino ai test del sangue- che ci dicono sulle nostre aspettative di longevità. * Univ. Cattolica – Pol. Gemelli, Roma; presidente Italia Longeva © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA VITA INATTESA Micol Beltramini Tito Faraci Alessandro Ferrari 128 pagine 15 euro Rizzoli-Lizard

Medicina LA STANCHEZZA QUANDO DIVENTA MALATTIA Umberto Tirelli 150 pagine 14 euro SBC edizioni

la Repubblica

RSALUTE/ LA RICERCA

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

43 PER SAPERNE DI PIÙ www.bergamoscienza.it www.scripps.edu

Immunologia.Come difendersi da influenza, Hiv, epatite C causati da sottotipi diversi?

Un’anticipazione da Bergamo Scienza, domenica12

Oncologia

Magica Rm che scova mini-tumori Una “scatola magica” per intercettare i tumori al loro stadio primordiale, con lesioni di 3-4 millimetri.

L’Istituto Europeo di Oncologia, fondato da Umberto Veronesi, con l’équipe di Radiologia guidata da Massimo Bellomi, lancia una nuova sfida ai tumori utilizzando una sofistica e avanzata risonanza magnetica, in grado di scoprire la maggior parte dei tumori, anche i più difficili come quelli che aggrediscono il pancreas, i reni, il fegato, le ossa e i linfomi. Non emette radiazioni e non richiede l’uso di mezzi di contrasto, consente di fare una panoramica, in 3D, del corpo umano e visualizzare, nel giro di 20-40 minuti, la presenza di anomalie. È stata utilizzata già su più di 600 pazienti.

«Cinque anni fa ricorda Bellomi abbiamo avviato uno studio pionieristico, un sogno che ora è diventato una concreta ipotesi scientifica. I nostri studi dimostrano che in futuro potremo fare uno screening su tutto il corpo con un solo esame di risonanza magnetica». La “Diffusion WholeBody” è usata in tre centri al mondo e uno di questi è l’Ieo ma per ricerca (al 10% prevenzione).

La campagna fondi Sms è per acquisire una nuova “scatola magica” che sarà usata al 50% per intercettare sul nascere i tumori.

Costa 2 milioni e mezzo di euro: per tre settimane via alla raccolta con Sms solidale (1 euro) al 45597. (laura asnaghi) © RIPRODUZIONE RISERVATA

IAN A. WILSON * VIRUS dell’Aids, dell’influenza e dell’epatite C sono gravi minacce per la salute del pianeta.

Facilmente sfuggono al riconoscimento da parte del sistema immunitario perché mutano costantemente le proteine dell’involucro del virus.

Questi patogeni sono anche composti da diversi ceppi virali riconducibili a vari sottotipi; per esempio, esistono ben 18 sottotipi del virus dell’influenza A (H1-H18), 3 dei quali (H1, H2 e H3) sono già stati responsabili di pandemie umane. Tutti questi sottotipi di virus dell’influenza A sono anche presenti in alcune specie animali (uccelli acquatici selvatici, suini e pipistrelli) che fungono da serbatoi d’infezione. Questi virus sono quindi costanti minacce per l’uomo se un nuovo sottotipo, come è successo all’H5N1 dell’influenza aviaria, acquisisce la capacità di attraversare la barriera fra specie e si diffonde fra la popolazione umana. Anche altri virus influenzali, come l’H7 e l’H9, hanno recentemente provocato una serie di infezioni sporadiche fra gli esseri umani.

Per Hiv-1 (Aids) e Hcv (epatite C), il discorso si fa più complesso a causa di una diversità ancora maggiore dei virus nella popolazione umana. Questa ipervariabilità e diversità pongono delle sfide impegnative al nostro sistema immunitario. Altri virus, come morbillo e polio, non mutano con altrettanta disinvoltura, perciò non presentano un egual numero di sottotipi e ceppi; ciò significa che i relativi vaccini possono intervenire prontamente di fronte all’esigua diversità presente nel pool di virus circolanti. È invece molto più difficile progettare un vaccino in grado di produrre una risposta immunitaria efficace contro virus ipervariabili.

Normalmente, al momento dell’infezione o della vaccinazione si produce una risposta immunitaria altamente specifica contro quel virus infettivo o contro i ceppi virali contenuti nel vaccino, conferendo invece poca o nessuna protezione contro altri ceppi o sottotipi virali che causano la stessa malattia. Ecco perché, nel caso dell’influenza, è necessario formulare ogni anno un vaccino nuovo per combattere i virus influenzali A e B che circolano quell’anno fra la popolazione umana. Un vaccino stagionale non protegge quindi da eventuali infezioni future causate da altri virus, come l’H5N1 dell’aviaria, né da virus che differiscano in maniera significativa dai ceppi in circolazione, come l’H1N1 dell’influenza suina del 2009 allorché un’alta percentuale della popolazione non possedeva un’immunità acquisita in precedenza.

Questi virus presentano tuttavia un tallone d’Achille: le aree di vulnerabilità (detti “siti”) comuni a tutti i sottotipi e ceppi di un certo patogeno.

Questi siti molto stabili sono anch’es-

I

INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI

IL CASO

Virus che mutano e vaccino unico blocca-infezione

se proteine della superficie virale ma fondamentali per la contagiosità del virus in quanto gli consentono di legarsi e penetrare nelle nostre cellule: se un vaccino riuscisse a indurre una risposta immunitaria contro quei siti vitali, il virus non riuscirebbe più a entrare nelle nostre cellule, e l’infezione verrebbe evitata.

Una maggiore conoscenza del modo in cui il sistema immunitario umano reagisce all’infezione diffusa da questi virus può contribuire a mettere a punto nuovi vaccini. Negli ultimi tempi sono stati compiuti notevoli sforzi per ricercare nella popolazione umana anticorpi protettivi generati da un’infezione spontanea o, nel caso dell’influenza, dalla vaccinazione.

Con l’ausilio di nuove tecnologie di punta sono stati recentemente identificati un gran numero di anticorpi umani di questo genere. Queste tipologie di anticorpi possono sostanzial-

mente neutralizzare l’Hiv-1, l’Hcv e i virus influenzali legandosi a siti funzionalmente conservati come il sito di legame al recettore o il dominio fusogeno. Il mio laboratorio ha scoperto e studiato le strutture atomiche di numerosi di questi potenti anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro che si legano alle proteine involucro dei tre virus. Le informazioni derivanti da questi studi potranno essere ora utilizzate per progettare vaccini contro l’Hiv1/Hcv, nonché per produrre un vaccino antinfluenzale universale. Il lavoro del mio laboratorio è sovvenzionato dai fondi federali (National Institute of Allergy and Infectious Diseases), dall’International Aids Vaccine Initiative, dalla Bill and Melinda Gates Foundation e dal Crucell Vaccine Institute. * The Scripps Research Institute, La Jolla (Usa) © RIPRODUZIONE RISERVATA

Il festival Sino a domenica 19 a Bergamo Scienza 170 eventi gratuiti (conferenze, dibattiti, mostre, laboratori, film) per raccontare il progresso delle conoscenze. Il 12 la lezione sui vaccini (Teatro Sociale, ore 17).

la Repubblica

RSALUTE/ LA PREVENZIONE

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

44 PER SAPERNE DI PIÙ www.obesityday.org www.adiitalia.net

CA LEN DA RIO Vista

I check-up Il 9 ottobre giornata mondiale della vista: check up oculistici in 70 città (www.iapb.it e tel 800068506); truck-ambulatorio in 29 città a cura della Commissione Difesa Vista. www.c-d-v.it

Seno

Nastro Rosa Mese prevenzione seno: la campagna Nastro Rosa con Lilt (800998877 e www.lilt.it). Ad ottobre iniziative Trenitalia Frecciarosa su alcuni treni e stazioni: FSNews.it

Psiche

Il disagio Fino al 31 ottobre mese del benessere psicologico (www.sipap.it) e il 10, Giornata Salute mentale, iniziativa Onda, osservatorio donna, in 60 ospedali per i disagi femminili 0229015286. www.bollinirosa.it

I numeri

Il diabete

I centri

I costi

Quasi cinque milioni gli obesi e oltre 17 milioni le persone in sovrappeso.

Quasi l’80 per cento dei casi di persone obese ha il diabete.

Esiste una forte correlazione.

Duecento centri di Dietologia aperti venerdì per consulenze gratuite e informazioni.

Non sono soltanto quelli diretti ma quelli correlati.

La stima è di circa 32miliardi annui.

Obesità.Aumentano i malati e i costi sanitari. Una epidemia sottovalutata e spesso neppure riconosciuta. Difficoltà a gestire la cronicità: le demonizzazioni e i rimproveri non servono. Venerdì 200 centri di dietologia aperti per visite gratis

Tanti proclami, poca azione ELVIRA NASELLI prossimo è la quattordicesima edizione di obesity day, giornata di sensibilizzazione sull’obesità. Quest’anno saranno aperti circa 200 centri di Die-

V

ENERDÌ

tologia sparsi per l’Italia (per sapere dove sono www.obesityday.org) anche se fa un po’ effetto che nelle regioni con maggiori percentuali di obesi, come la Campania, i centri siano solo tre e in Lombardia venti di più. Differenza che vale per tutto il Sud, in Calabria e Sicilia infatti i centri sono soltanto due.

«Come si può affrontare l’obesità se le strutture pubbliche sono poche e in contrazione - si chiede Lucio Lucchin, presidente dell’Adi, l’associazione italiana di Dietetica e nutrizione clinica, che promuove l’iniziativa - e se l’insegnamento è addirittura scomparso dalle università? I servizi pubblici ven-

gono depotenziati e, per giunta, nascono nuove figure, come il nutrition consultant, con l’avallo del Miur e del ministero della Ricerca scientifica, che non si capisce dove possano essere inserite e per fare cosa. Come cittadino e come medico mi sento un po’ preso in giro. E che dall’incontro dei ministri della Salute europei, che si è svolto a Roma qualche giorno fa, sia venuta fuori la raccomandazione di adottare stili di vita più sani, beh, mi pare un proclama e niente di più».

In Italia il numero degli obesi è di quasi cinque milioni, oltre 17 milioni quelli in sovrappeso. L’aumento esponenziale va di pari passo con il diabete, considerato che l’80 per cento dei casi di diabete negli obesi, secondo le stime dell’Idf (international diabetes federation), è attribuibile proprio a quest’ultima. Secondo l’Oms (organizzazione mondiale della Sanità) il sovrappeso è dannoso quanto il fumo: ogni 15 chili di peso in eccesso si perdono tra gli 8 e i 10 anni di vita e il rischio di morte prematura aumenta del 30 per cento. Un obeso inoltre - secondo la Società italiana dell’obesità - costa al sistema sanitario il 25% in più di una persona normopeso, soprattutto per le complicanze.

«Nonostante l’obesità costi 32 miliardi di euro l’anno - ragiona Lucchin - non è neanche considerata una malattia e persino gli Stati

Down Domenica 12 la Giornata persone con sindrome Down: iniziative in 200 piazze e Sms solidale fino al 14 ottobre (45593). www.coordown.it

INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI

La giornata

Risvegli

Casa Luca Oggi 7 ottobre Giornata dei Risvegli: iniziative e festa dei 10 anni di Casa Luca De Nigris:0516494570. www.amicidiluca.it

Terapia

Chiropratici Dal 13 al 18 ottobre settimana della chiropratica con consulti gratis: 0105500306. www.chiropratica.it

Sclerosi

Mele Aism Sabato 11 e domenica 12 in tremila piazze l’iniziativa Aism “Le mele in piazza” sulla Sclerosi multipla. www.aism.it

Uniti l’hanno riconosciuta come tale soltanto nel 2013. Inoltre non mi pare rientri neanche tra le priorità sanitarie, che vengono scelte sulla base di emozioni viscerali. Si è parlato per settimane di fecondazione eterologa, che riguarda meno di diecimila coppie, e non si parla di obesità, che tocca invece 5 milioni di malati. Mi pare un bel paradosso. E continuo a vedere tante parole e pochi progetti concreti e reali, pochi interventi razionali e pianificati».

Un altro elemento di criticità è l’attitudine dei medici a fronteggiare la malattia acuta mentre gestiscono male quella cronica.

Vale per l’obesità, come per il diabete e molte altre. «Molti colleghi hanno difficoltà a trattare con i pazienti - conclude Lucchin, che fa il medico da oltre trent’anni e dirige l’unità operativa complessa di Dietetica e nutrizione clinica del comprensorio sanitario di Bolzano - e non sono in grado di contrastare la cronicità, che riguarda in genere molti aspetti della salute del malato. E l’obeso è malato cronico e con molte patologie concomitanti. Un malato che va curato e non demonizzato, come se avesse delle colpe. Così come l’obesità va affrontata per quello che è: un’epidemia da arginare e da affrontare da un punto di vista sociale e culturale e da uno clinico e biologico». © RIPRODUZIONE RISERVATA

RSALUTE/ LA MEDICINA

la Repubblica

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

45 PER SAPERNE DI PIÙ www.sceglitu.it www.sigo.it

Maternità. Da ginecologi e ostetrici riuniti a Cagliari un monito alle donne sull’alimentazione “Correggere gli errori: a rischio la salute anche del bimbo”

ROBERTA GIOMMI

INFEDELTÀ GELOSIA E PAURE

INFOGRAFICA PAULA SIMONETTI

> LUI & LEI

Evitare carenze di vitamine e sali Mai cibo per due CECILIA RANZA CAGLIARI ITALIA è il paese europeo con il più alto tas-

L’

so di gravidanze oltre il 35 anni. Siamo al 35%, e il picco si è raggiunto tra il 2004 e il 2010. Non solo: siamo il paese con una percentuale crescente di prima gravidanza dopo i 40 anni, età a partire dalla quale i rischi per la madre e per il nascituro aumentano linearmente. I dati, presentati a Cagliari durante il Congresso nazionale della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), sollecitano una più stringente attenzione a fare sì che la gravidanza si svolga nelle migliori condizioni possibili. «La nutrizione corretta è una pietra angolare» afferma Irene Cetin, direttore della clinica Ostetrica e Ginecologica, ospedale Sacco, università di Milano. «I ginecologi (e le ostetriche) devono essere i referenti della donna anche in questo campo, per non lasciare spazio a dubbi e a ricerche senza guida sul web». Ecco perché a Cagliari si è parlato di programmazione nutrizionale, come «approccio semplice e comprensibile a tutti per una riproduzione complessivamente migliore per madre e feto, dalla facilità di concepire fino a un’ottimale espressione dei geni dopo la nascita: quest’ultima sfida, lanciata dall’epigenetica, sarebbe facile da vincere, seguendo proprio i criteri della nutrizione programmata in gravidanza».

C’è un ombrello alimentare di partenza sotto cui affollarsi tutti e ancor più se si vuole avere un figlio: è la piramide alimentare mediterranea, stilata nel 2010: «È un’alimentazione nella quale possiamo riconoscerci e che sarebbe facile seguire» prosegue Cetin. «Ma bisogna educare: ricerche italiane dicono che, tra i 18 e i 35 anni (età ottimali per una gravidanza), le donne non arrivano alle 2 porzioni al giorno di frutta e verdura, quando ne occorrerebbero 5-7. Si preferiscono le proteine (ma poco pesce), si eliminano i carboidrati, si trascurano latte e latticini. Eppure, persino i surgelati offrono combinazioni ottimali: pasta e verdure, pasta e legumi e basta scegliere un frutto come snack o merenda, bere una spremuta a colazione e consumare frutta e verdura a pranzo e cena per soddisfare le esigenze».

E c’è un concetto che deve assolutamente passare: «In gravidanza, non sono le calorie totali a dover aumenta-

Gelosia e infedeltà si prestano a definizioni molto diverse, riconducibili al conflitto tra desiderio di autonomia e paura di separarsi. Ecco così nella coppia un crudele impatto, stimolato dal pensiero che uno dei due è geloso perché l’altro è infedele, mentre la/il partner sostiene di essere spinto a tradire proprio dalla persecuzione di controllo. Spesso precedono episodi che attivano il sospetto del geloso, mentre il partner sostiene di aver nascosto cose inoffensive per proteggersi dalla persecuzione. Ma il teatro che ognuno dei due attiva davanti all’altro è che separarsi è un pensiero temuto e desiderato. In genere si verifica tra partner che esprimono il conflitto tra forze regressive/ conservatrici e progressive/ di evoluzione.

Sembrano essere espresse nella diade gelosia/ infedeltà, ma in realtà sono presenti anche in altre aree della relazione. Il/la partner conservatrice teme ogni modificazione delle regole del rapporto, tende a bloccare anche i cambiamenti richiesti dal ciclo vitale, come la nascita dei figli. L’altro, anche solo per difendere il cambiamento, può scegliere il diritto a tradire. Nella consultazione di coppia l’elemento di sorpresa è che possono cambiare i ruoli: se il partner conservativo mostra la voglia di indipendenza costringe l’altro a spostarsi nella posizione del geloso.

Tradimento e infedeltà spesso dimostrano che la coppia ha bisogno di scosse che la costringano a rimettersi in gioco. www.irf-sessuologia.it

re, quanto l’apporto di vitamine e minerali: ferro, folati, vitamina D, calcio, vitamina B6» ammonisce Cetin. «Il fabbisogno di calorie totali aumenta in 9 mesi del 10%: poco, se consideriamo che già la maggior parte di noi mangia il 10% in più di quel che dovrebbe. Per il ferro si parla del doppio ogni giorno, per l’acido folico dell’80% in più, poi la vitamina B6, il calcio (1200 mg al giorno).

La vitamina D è carente nel 15% della popolazione totale, ma a maggior rischio sono le immigrate di religione musulmana: coperte come sono e private dei cortili nascosti e soleggiati dei loro paesi, non hanno possibilità di “fabbricare” vitamina D». Le correlazioni con rischi materno-fetali sono dimostrati oltre ogni ragionevole dubbio: «Colpisce il rapporto tra anemia e mortalità materna, ma anche basso peso alla nascita, prematurità e, in età adulta, schizofrenia e sindrome metabolica. La vitamina D protegge l’immunità della madre, ma anche quella del bambino». Un cenno doveroso va agli omega3, i grassi del pesce e delle noci: «Proteggono dal parto pre-termine, favoriscono lo sviluppo cerebrale corretto e riducono il rischio di asma del nuovo nato». E le bevande? «In gravidanza, l’acqua dev’essere regina» conclude Cetin senza esitazione. Non è un caso che il prossimo anno, il congresso Sigo si svolgerà a Milano durante Expo, con un titolo significativo: Nutrizione, Stili di vita e Salute della donna.

Positivo il bilancio di 5 anni di uso della pillola contraccettiva a base di estrogeno naturale (estradiolo) e dienogest. Alessandra Graziottin, direttore del Centro San Raffaele-Resnati, lo riassume così: «Usata in modo continuativo, è sicura in tutta la vita fertile, riduce il volume mestruale (grazie a dienogest), riduce la durata delle mestruazioni (grazie a due giorni soli di intervallo), abbattendo perciò l’anemia. Meno anemia vuol dire più ossigenazione a tutti gli organi e più energia». (c. r.)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Abbiamo il 35% di gestazioni dopo i 35 anni, record europeo e aumentano quelle delle over40

PER SAPER NE DI PIÙ Cistiti È uno zucchero inerte, l’arma che previene vaginiti e cistiti recidivanti, il Dmannosio. Estratto vegetale, agisce per bocca e per via vaginale, sia in fase acuta sia come profilassi a lungo termine (6 mesi). Aiuta a eliminare i batteri che formano un biofilm patogeno, la riserva silente che gli antibiotici non riescono a debellare, pronta a riaccendere la patologia.

Pillola

la Repubblica

RSALUTE/ LETTERE & RUBRICHE

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

46 MANDATE LE VOSTRE DOMANDE A: rsalute@repubblica.it RSalute, via C. Colombo 90, Roma

A CURA DI ELVIRA NASELLI

■ Urologia Cisti all’epididimo devo operarmi?

Gianluigi e-mail

L’esame ecografico scrotale ha rivelato una cisti di 41x26 mm, alla testa dell’epididimo sinistro e una cisti di circa 5 mm al destro.

Non mi danno grande fastidio ma un po’ di dolore saltuario. Devo operarmi?

■ PROF. ALDO F. DE ROSE

Urologo e andrologo osp. univ.

San Martino, Genova

Le cisti della testa dell’epididimo sono molto frequenti, non hanno alcun significato patologico e, per rispondere ai dubbi più frequenti, non rappresentano alcun pericolo di degenerazione tumorale. Infatti le cisti al loro interno contengono del liquido chiaro e per questo all’ecografia risultano ipoecogene in quanto prive di echi e quindi più scure rispetto ai tessuti circostanti. Le dimensioni delle cisti, uniche o multiple, possono raggiungere anche i 4 — 5 cm ma generalmente rimangono stabili nel tempo e devono essere rimosse chirurgicamente solo in casi di dolori o fastidi. Quando invece l’intera formazione visualizzata con l’ecografia risulta occupata da materiale corpuscolato, allora si è in presenza di uno spermatocele; questo è caratterizzato da una dilatazione aneurismatica della porzione iniziale della via seminale (rete testis — tubulo epididimario) e contiene spermatozoi. Lo spermatocele all’ecografia, al contrario della cisti, risulterà iperecogeno e quindi di colore più chiaro rispetto al tessuto circostante; raramente però causa dolori e quasi mai ostruisce il tubulo epididimario dal quale origina, mentre l’asportazione chirurgica di uno spermatocele, specialmente nei giovani, quando non effettuata da mani esperte e con l’aiuto dei mezzi di ingrandimento, può causare ostruzione dell’epididimo e quindi riduzione della fertilità.

■ Gatroenterologia Dolicomegacolon che soluzione c’è?

Marina Ceccarelli e-mail

Mio figlio ha 44 anni e da circa 15 soffre di coliche addominali, con crampi e dolori. Nelle colonscopie che ha eseguito i medici hanno riscontrato un dolicomegacolon, nel trasverso. Il colon di grandi dimensioni che ha può essere congenito? Ha coliche 2-3 volte al mese. Il gastroenterologo gli ha consigliato movicol al bisogno. Che cosa può fare?

■ PROF. GIOVANNI CAMMAROTA

Il medico risponde ricchi di fibre vegetali, una adeguata assunzione di liquidi) e una buona attività fisica, insieme all’eventuale prescrizione dei lassativi ritenuti più idonei al caso.

■ Oculistica Ho una maculopatia potrò vedere meglio?

Alessandro Martelli Lodi

A ottobre scorso anno mi è comparsa improvvisamente, al centro dell’occhio sinistro, una macchia nera. La diagnosi è di maculopatia essudativa. Sono stato sottoposto, in ritardo, ad un ciclo di 3 iniezioni intravi-treali (Lucentis). La situazione è leggermente migliorata poi-ché la macchia nera è diventa-ta grigia ma la visione è sem-pre zero decimi. Riuscirò a gua-rire?

■ PROF. CESARE BISANTIS

Oculista, presidente Fondazione IRIS per l’Oftalmologia Padova

Un fatto emorragico al polo posteriore dell’occhio, in area maculare, per intenderci la sede della visione centrale, è tipico della degenera-zione

maculare senile che all’età di 70 anni sta diventando un feno-meno sempre più frequente. Que-sta patologia comincia per un’insufficienza di ossigenazione della retina in un punto dove i vasi retinici mancano. Questo punto si chiama fovea e riceve ossigeno dai vasi che si trovano in una membra-na oculare più esterna detta corio-capillare. Le cause vere di questa ipossia (mancanza di ossigeno) e i meccanismi scatenanti della stessa non sono del tutto chiariti, sappia-mo tuttavia che l’ipossia favorisce sempre, in qualsiasi tessuto avven-ga, meccanismi difensivi consisten-ti nella nuova formazione di vasi (neovascolarizzazione). Purtroppo questo processo a livello di un tes-suto così particolare come l’area foveale causa conseguenze molto negative dal punto di vista funzio-nale. Questi neovasi, infatti, essen-do molto fragili e avendo una pare-te molto poco consistente provo-cano, con facilità, fenomeni emor-ragici. I farmaci in uso, quali quello utilizzato dal nostro lettore, non servono a far riassorbire l’emorragia ma a bloccare il vaso neoformato e la formazione di altri vasi evitando, così, che l’emorragia si alimenti e cresca. In tal modo i processi naturali di riassorbimento del sangue agiscono in maniera più efficace con conseguente miglio-ramento

funzionale. Questo è ciò che si sta verificando nel caso in oggetto. I controlli periodici con esami tipo l’OCT servono a poter evidenziare precocemente un pos-sibile secondo episodio di neo-formazione vascolare che, se bloc-cato in fase iniziale, sarà, certamen-te, molto meno penalizzante.

■ Med. naturale Come si utilizza il sambuco? lettera firmata e-mail

Ho letto che il sambuco è ricchissimo di antociani e quindi un potente antiossidante e antiinfiammatorio. Ma come va consumato?

Si utilizzano le foglie, i fiori, i frutti, le radici e come, tisana o spremuta dei frutti, foglie crude a insalata?

> CAMICI & PIGIAMI

PAOLO CORNAGLIA FERRARIS

PSICOLOGI IN OSPEDALE UNA SOLUZIONE ECONOMICA LA SOFFERENZA che s’accompagna alla malattia del ricoverato in ospedale s’affronta con la consapevolezza che si tratta del modo migliore per eliminar gli sprechi.

L’ansia di chi soffre, infatti, rimbalza sull’incertezza di chi cura e provoca un aumento di esami inutili, controlli superflui, rischi evitabili, complicazioni costose. Un libro (A. Clerici La Psicologia Clinica in Ospedale, Il Mulino) affronta il problema alla luce di casi reali. Occasione di approfondimento per i professionisti della salute che caricano di esami i pazienti, ma anche per chi, amministrando un ospedale, non ha capito che lo psicologo aiuta ad eliminare costi inutili.

Dovrebbero leggerlo gli assessori alla sanità. Facile per loro obbedire a sollecitazioni di chi vende, facilissimo partecipare a convegni e fiere, banchetti e cene. Difficile, invece, capire che comprimere persone e competenze, rendendole precarie per decenni, aumenta le pratiche mercantili e rende insostenibile il servizio pubblico. camici.pigiami@gmail.com

■ DOTT. ROBERTO SUOZZI

farmacologo, presidente Accademia di Fitomedicina e Scienze Naturali, Roma

I frutti del sambuco si possono utilizzare in succhi, biscotti, conserve, confetture e i getti terminali, senza le foglie, si possono mangiare dopo averli lessati a lungo. Il sambuco è bechico ed è adoperato nei disturbi delle vie respiratorie alte e ha attività antivirale (inibisce la replicazione dei virus influenzali) e antinfiammatorie e può ridurre l’eccessiva secrezione nasale in caso di sinusite. I fiori freschi possono provocare sulla pelle eritemi e bolle, i frutti soprattutto se immaturi possono dare disturbi gastrointestinali.

> L’ALTRA MEDICINA

ELIO ROSSI

CONTRO IL DECADIMENTO MENTALE AIUTANO AMBRA, COCCULUS E BARYTA ESISTONO nella tradizione omeopatica rimedi da tempo utilizzati in funzione anti-aging, cioè per rallentare l’invecchiamento e il declino cognitivo. I presidi fondamentali in questo campo sono dieta sana, riduzione del consumo di alcolici, esercizio fisico e mentale. A tutto ciò si può aggiungere un trattamento omeopatico. Ambra grisea, quando l’invecchiamento avanza precocemente, con problemi di memoria, sensazione di vivere in uno stato onirico, difficoltà a mantenere l’attenzione e le frasi che si ripetono frequentemente. Coccolus indicus corrisponde a persone dal carattere ansioso e melanconico, che rispondono con lentezza alle domande perché fanno fatica a trovare le parole. A livello fisico lamentano rigidità muscolare, debolezza. Infine Baryta carbonica è indicato quando si manifesta un lento procedere del deterioramento cognitivo, con deficit della memoria e dell’apprendimento e la presenza di un comportamento sempre più infantile. omeopatia@usl2.toscana.it

> L’ERBA VOGLIO

ROBERTO SUOZZI

ELOGIO DEL CIPRESSO (E DEL GIARDINO DI BOBOLI) UN MUSEO all’aperto, così si può dire del Giardino di Boboli a Firenze; Cosimo I de’ Medici ne fu il fondatore, come del Giardino dei Semplici. Il Giardino di Boboli, offeso dal maltempo, ha avuto danni ingenti agli alberi antichi e, per farlo tornare al suo splendore ci vorrà tempo, purtroppo. Tra gli alberi di questo giardino vi è il cipresso, le parti utilizzate in medicina sono i galbuli (frutti), le foglie da cui si estrae l’olio essenziale. Si utilizza per combattere i disturbi circolatori venosi (emorroidi, varici, flebiti); possiede, infatti, un’azione vasocostrittrice e protettiva, e si può usare in infuso, decotto, tintura e anche in pomata su varici ed emorroidi. L’olio essenziale ha attività antiossidante e può trovare (sono necessari ulteriori studi) un impiego nella prevenzione di diabete e complicazioni cardiovascolari. Alcune ricerche suggeriscono capacità antimicrobiche e proprietà antibiofilm (comunità di batteri del cavo orale) dell’olio essenziale e dei suoi estratti in genere. rmsuozzi@mclink.it

Gastroenterologo, Policlinico univ.

Gemelli, Roma

Mi sembra di capire che il problema principale di suo figlio consista sostanzialmente nella stipsi cronica, dalla quale poi derivano alcuni disturbi quali coliche addominali (presumo saltuarie). Il dolicomegacolon, inteso come un colon atonico e un po’ più lungo del normale, che quindi accentua la fisiologica tortuosità del viscere, potrebbe in teoria essere alla base di dolori addominali fugaci e saltuari, legati ad una possibile difficoltà di transito di feci e gas al suo interno. È una condizione congenita e nella maggior parte dei casi è collegabile a patologia cosiddetta «funzionale» della motilità del viscere. Penso che il medico di riferimento debba essere un gastroenterologo. Egli dovrà prima di tutto escludere altre possibili cause di dolore addominale e quindi consigliare il corretto comportamento alimentare (a base di cereali, alimenti

> A TAVOLA

EUGENIO DEL TOMA

QUANTE CALORIE DA PIZZA E BIRRA? NEANCHE UNA NUOTATA LE SMALTISCE ALCUNI lettori chiedono precisazioni su una cena rapida, a base di pizza. Impossibile rispondere con esattezza, perché la pizza ha le dimensioni che il produttore le dà. Inoltre, la pizza può diventare il supporto di salumi, verdure e altro, senza che si possa precisarne le calorie potenziali o la digeribilità. Secondo le Tabelle di composizione degli alimenti, cento grammi di pizza, con pomodoro e mozzarella, forniscono 271 calorie, con 58 gr. di carboidrati (la pasta o il riso ne contengono mediamente 70-80 g per 100 g di porzione). Precisiamo, però, che una pizza margherita all’uscita dal forno non pesa meno di 200-220 g con un presumibile bagaglio calorico di 560 calorie, 12 g di proteine, 11 g di grassi e 110 g di carboidrati. Dovremo tener conto anche della classica lattina da 330 g di birra per concludere che neppure una passeggiata o una nuotata basteranno a riequilibrare il bilancio energetico della giornata. edeltoma@gmail.com

la Repubblica

MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

51

R2Cultura

CONTATTI CULT@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

Nel libro di Fubini storie di vite difficili tra passato e presente

Le crisi economiche generano mostri BENEDETTA TOBAGI

STRANEO a niente»: così Federico Fubini

«E

definisce se stesso nelle prime pagine di La via di fuga (Mondadori), per poi rivelare, dietro il volto noto al pubblico del giornalista economico, un passato di studi umanistici. E il noto adagio di Terenzio, Homo sum, humaninihil a me alienum puto («sono un uomo, nulla di ciò che è umano mi è estraneo») sarebbe un’epigrafe perfetta per questo libro originale e spaesante che col linguaggio del new journalism racconta come la crisi economica si manifesti nella concretezza del vissuto degli uomini e, in particolare, «lo stato mentale delle persone che si trovano davanti a una crisi».

Il sottotitolo recita Storia di Renzo Fubini, che è il prozio dell’autore.

Nato nel 1904, economista, allievo di Luigi Einaudi, ebreo torinese morto nei campi di sterminio, ha vissuto il crollo del 1929 e la Grande Depressione, di cui fu testimone in presa diretta come giovane borsista della Rockefeller Foundation; un uomo schivo eppure costantemente attratto, volente o nolente, nel campo magnetico della grande storia. Ma nel libro c’è molto di più.

La narrazione muove in costante montaggio alternato tra storie di famiglia, teorie economiche e smottamenti globali dei primi decenni del XX secolo e il tempo presente, dove assume il passo del reportage da due punti d’osservazione molto particolari: la Grecia del collasso economico e la Calabria, terra d’origine del nonno materno e cattiva coscienza d’Italia. La vita, il mondo interiore e i dilemmi di Renzo sono il punto di partenza per raccontare

di Keynes e prendere in moglie una donna anticonvenzionale, lontana anni luce da rigidità e conformismi della famiglia d’origine.

L’attenzione meticolosa con cui il pronipote scruta i dettagli delle poche foto rimaste e persino i mutamenti della sua grafia è la stessa che dedica a ciascuno dei personaggi di quella che definisce un’umile «ricerca di laboratorio sulla vita di poche persone». Estraneo a niente, Fubini coinvolge il proprio io narrante nel racconto e ci conduce con sé a Nicea, dove lui, discendente di piccoli banchieri ebrei, ascolta le farneticazioni contro la plutocrazia giudaica del predicatore di Alba Dorata che, dettaglio agghiacciante, è un pittore fallito come Hitler e si assicura pubblico regalando un trancio di tonno ai capifamiglia alla fine del comizio domenicale. Oppure nella periferia desolata di viale Isonzo 222 a Catanzaro, per osservare da vicino il mercato del voto di scambio e il «fascismo

PAUL KRUGMAN

Tra la Depressione di adesso e quella degli anni Trenta la differenza non è poi così sostanziale THOMAS PIKETTY

Se segmenti interi di popolazione vengono esclusi cedono a populismi ed estremismi

Quando il tessuto sociale crolla, avanza sempre l’intolleranza: da Hitler fino ad Alba Dorata quelli di altri uomini oggi.

L’autore accosta la storia famigliare con grande pudore, tratto distintivo dei fubinorum (ossia “di quelli di Fubine”, nel Monferrato, il paesino dove alla fine del Cinquecento un avo cercò fortuna aprendo un banco di prestito a interesse).

Con partecipazione e garbata ironia scopre gradualmente i vari volti del prozio economista, uomo taciturno, modesto all’eccesso, prudente nell’esprimere il proprio antifascismo, pieno di timori e al tempo stesso capace di contestare, giovanissimo, le teorie del maestro Einaudi in favore

della corruzione» che abusa del debito pubblico per sedare i cittadini. Il piccolo permette di accedere al grande: come il prozio, Fubini si preoccupa di come la situazione economica stia agendo sulle persone, descriva «i vari stadi mentali di una collettività colpita dallo choc». Negli appunti di Renzo trova analisi degli anni Trenta che sembrano scritte per la Grecia, la Germania e l’Italia di oggi, ma soprattutto scopre che «sono i contraccolpi sulla psiche umana che a distanza di decenni si somigliano più degli eventi che li producono».

Accanto al riproporsi dell’intolleran-

IL LIBRO

*

La via di fuga di Federico Fubini (Mondadori pagg. 240, euro 17,50)

za registra il mutare e raffinarsi dei meccanismi di controllo del potere.

Nelle storie che incontra, Fubini vede ricorrere alcune costanti, come il disinteresse per i problemi pubblici generali troppo grandi, la diffusione epidemica di teorie del complotto di cui i governi sono alternativamente protagonisti o vittime, il deflagrare delle angosce interiori nel collasso della vita pubblica, il circolo vizioso per cui l’assenza di fiducia determina la paralisi, il vittimismo e il sentimento d’impotenza (leggendo

da carriera negli Usa per mettersi a servizio della patria al collasso, e vede i suoi sforzi di trasparenza ripagati con ostracismo, campagne denigratorie e accuse infondate, come se fosse lui l’autore dello sfacelo, e non chi per anni ha scavato il baratro del deficit, tenendolo nascosto.

Quanto alla “via di fuga”, esplicito e frequente è il richiamo al saggio più noto di Albert. O. Hirschmann, illustre allievo del prozio Renzo, Exit, Voice and Loyalty, ancora attuale.

Andarsene, restare leali al proprio

Il racconto inizia col prozio deportato dell’autore e arriva al voto di scambio nella Calabria di oggi torna alla mente più volte L’io minimo. La mentalità della sopravvivenza in un’epoca di turbamenti di Christopher Larsch).

A partire dai casi concreti, l’autore riflette su due temi fondamentali: come gli uomini percepiscono, o rifiutano, la realtà traumatica di una crisi e come vi reagiscono, o non riescono a farlo. «Quando hai capito che sarebbe finita così?» chiede a tutti i greci che incontra nei suoi ripetuti viaggi. Fubini mette in guardia dal rischio enorme insito nella tentazione di negare la realtà, e illumina i meccanismi psicologici alla base del rifiuto e dell’incapacità a prendere atto delle condizioni fattuali, complice la paura e la pigrizia: perché riconoscere l’esistenza di un problema implica un (fastidioso) richiamo a farci qualcosa. La tendenza a negare un’evidenza spaventosa o traumatica è così profonda da degenerare spesso in aggressività nei confronti di chi porta alla luce il vero: accade al direttore dell’Istituto di statistica greco che rinuncia a una flori-

ambiente, dare voce alla protesta?

Mai moralista, l’autore ci rende partecipi degli angosciosi dilemmi di chi si dibatte tra queste opzioni, dal prozio Renzo, al geometra mezzosangue rom, al giovane talento che abbandona l’agone politico e torna all’estero dopo l’ennesima elezione amministrativa truccata. Anche quando racconta una success story come quella dell’impresa di informatica e nanotecnologie Connexa, fiore solitario nel deserto calabro, non indulge nell’ottimismo consolatorio, ma ne esplora limiti e contraddizioni. Sempre a occhi bene aperti, teso a comprendere prima di giudicare, Fubini cerca di riordinare la storia propria e altrui e parametrarla all’oggi, per renderla utile a questo tempo in cui è facile sentirsi smarriti. Nel cuore di una crisi economica e morale che accentua i meccanismi deumanizzanti della società, invita al ripiegamento, fomenta l’intolleranza e il diniego, La via di fuga è una lettura preziosa. © RIPRODUZIONE RISERVATA

52

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2 CULTURA

Il caso Humour, anticonformismo, neve e bestseller. Da Paasilinna alla Oksanen: viaggio tra gli autori del paese ospite alla Fiera di Francoforte che apre domani

Il sesto senso della Finlandia per la letteratura RAFFAELLA DE SANTIS

D

A UN po’ di anni nella letteratura spira un vento nord europeo. Dopo aver fatto indigestione di gialli svedesi, iniziamo a fare incetta di scrittori finlandesi dai nomi impronunciabili ma abili ad affrontare grandi temi (solitudine, immigrazione, guerra, ecologia) con ironia e qualche stravaganza surreale. E insuperabili nel descrivere la natura selvaggia, popolando i loro romanzi di foreste, lande innevate e fiordi, per noi più esotici delle palme e delle notti arabe. Quest’anno la Finlandia sarà ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte (da domani al 12 ottobre), con 60 scrittori e 37 editori pronti a promuovere i loro libri scommettendo sulla Finlandia fredda ma figa, come recita lo slogan: Finnland Cool. Tra gli autori ci saranno Katja Kettu, Sofi Oksanen, Tuomas Kyrö, Kari Hotakainen, Matti Rönkä, Rosa Liksom e l’esordiente Pasi Ilmari Jääskeläinen.

Ogni anno vengono tradotti trecento libri finlandesi, in almeno 40 lingue. In Italia gran parte della letteratura finlandese è edita da Iperborea, editore specializzato nel mondo culturale nordico. Un longseller come L’anno della lepre di Arto Paasilinna, uscito in Italia venti anni fa, ha venduto 130 mila copie ed è alla ventiseiesima edizione.

«Al momento abbiamo quaranta titoli finlandesi in catalogo, tutti tradotti dalla lingua originale», spiega Pietro Biancardi di Iperborea, editore appassionato che ha preso le redini della casa editrice fondata nel 1987 da sua madre Emilia Lodigiani scoprendo nuovi scrittori come Tuomas Kyrö e riscoprendo classici come Tove Jansson (di cui a Francoforte L’APPUNTAMENTO sarà celebrato il centenario dalla nascita) e Mika Waltari, in libreria con un’ediDOMANI apre la sessantaseiesima zione integrale Fiera del libro di Francoforte. La de Gli amanti di Buchmesse resterà aperta fino a Bisanzio, amdomenica 12 con i suoi 7100 bientato a Coespositori, divisi per 103 paesi, con stantinopoli nei giorni della cala Finlandia ospite d’onore di duta dell’impequest’anno. Oltre 200 gli editori ro romano d’Oitaliani presenti. Il Punto Italia di 274 metri quadrati (Halle 5.1 B5) è riente.

Ma è l’umorirealizzato dalla Associazione Italiana Editori (Aie), dall’Ice – smo paradossaAgenzia per la Promozione le, sottile, non all’estero e l’internazionalizzazione incline alla batdelle imprese italiane e dal tuta esplicita — Ministero per lo Sviluppo lo stesso del Economico. Qui saranno presentati grande regista ed esposti circa 1300 titoli di 47 Aki Kaurieditori del nostro paese. smäki, amato in tutto il mondo — a marcare in modo riconoscibile lo stile finlandese. Uno humour discreto e assai poco mediterraneo. Come quello di Kari Hotakainen, implacabile nel mettere alla berlina i mali dei nostri giorni: in Colpi al cuore il sistema dei media, in Via della Trincea e Un pezzo di uomo la falsa illusione capitali-

La Buchmesse fino a domenica

sta che la felicità sia comprabile sborsando denaro. Con Piccoli suicidi tra amici Paasilinna però fa un passo ulteriore: prende un argomento tabù e lo trasforma in commedia nera. Atto coraggioso, visto che la Finlandia è la tredicesima nazione al mondo per tasso di suicidi. Oggi Paasilinna è talmente cult da meritarsi una parodia (in uscita a novembre Professione angelo custode, Iperborea). Tuomas Kyrö, classe 1974, amante delle serie tv, del cinema e dei fumetti, ha scritto L’anno del coniglio (Iperborea), ribaltamento giocoso dell’Anno

della lepre: qui il protagonista è l’immigrato Vatanescu, rumeno braccato da polizia e mafia russa. Kyrö ironizza sull’idea romantica che lega libertà e natura: «Nella nostra letteratura i laghi, le foreste, i fiordi della Lapponia hanno un grande ruolo. Ma la natura sta cambiando. Tagliamo le foreste e costruiamo centri abitati. I fiordi sono diventati centri sciistici».

Ci sono poi gli scrittori che mescolano realtà e fiabesco. Una tradizione che risale al Kalevala, grande poema nazionale in versi che raccoglie canti e miti della tradizione

REPTVLAEFFE Alle 13.45 su RNews (canale 50 dtt e 139 di Sky)

popolare (il libro finlandese più tradotto all’estero, in oltre sessanta lingue). Pasi Ilmari Jääskeläinen, ospite alla Fiera, è in uscita in Italia per Salani con Società letteraria di Sella di Lepre, un po’ thriller e un po’ fiaba, un condensato di atmosfere nordiche, popolato di miti, fantasmi e folletti. È l’onda stravagante di Jääskeläinen, amante di Michail Bulgakov, Isabelle Allende e Italo Calvino: «La maggior parte degli scrittori del mio paese è ancorata al genere realista, io preferisco le storie fantastiche, radicate nel vecchio folclore. Una volta, da bambino al risveglio ho visto un fantasma.

Una vecchia signora stava in piedi accanto al mio letto. Il tempo di sbattere gli occhi ed era scomparsa. In quel momento ho capito che tra sogno e realtà il confine è molto sottile». Particolare curioso: anche nel libro di Jääskeläinen torna la lepre, confermando una passione degli scrittori finlandesi.

Ma al di là delle derive fantastiche, resta numeroso il gruppo di scrittori ancorato alla tradizione del romanzo storico. Katja Kettu, trentaseienne con un passato punk, in L’amore nel vento (Salani) racconta un momento GLI AUTORI difficile della storia na- Dall’alto zionale: durante la se- Katja Kettu conda guerra mondiale e Arto una levatrice s’innamo- Paasilinna ra di un ufficiale delle SS. Allo stesso serbatoio di storia nazionale attinge Quando i colombi scomparvero di Sofi Oksanen (Feltrinelli), ambientato in un’Estonia lacerata dalle occupazioni tedesche e sovietiche. Mentre in Scompartimento n. 6 di Rosa Liksom, candidato quest’anno al Premio Strega Europeo, il carattere russo è incarnato nella figura di un uomo chiassoso e sgradevole ma a suo modo molto passionale incontrato sul treno della Transiberiana da una giovane e timida studentessa finlandese. Liksom, che è anche un’artista, presenterà alla Buchmesse le fo-

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

53

PER SAPERNE DI PIÙ www.beniculturali.it www.mondadorilibri.it

SHO RT STO RIES

Le opere d’arte?

Si potranno usare per pagare le tasse

AVEVA 70 ANNI

Addio allo scultore Igor Mitoraj che raffigurava la classicità mutilata ADDIO allo scultore Igor Mitoraj, morto nella notte tra domenica e lunedì in ospedale a Parigi. Nato in Germania ma cresciuto a Cracovia, l’artista aveva 70 anni. Famoso per i suoi grandi volti e particolari di corpi classici, mutilati e danneggiati per simboleggiare fratture e sofferenze della società, Mitoraj dopo un viaggio a Carrara aveva deciso di aprire nel 1983 uno studio a Pietrasanta, di cui era cittadino onorario.

L’amministrazione comunale della città toscana si è offerta di ospitare le ceneri dell’artista come sarebbe stato nelle sue volontà. Dello scultore, che realizzò anche i portali della Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri di Roma, è in corso la mostra “Angeli” a Pisa, nel complesso monumentale di Piazza dei Miracoli.

NEL 2015

Due autori spagnoli all’ombra di Pratt il ritorno ufficiale di Corto Maltese

tografie di donne col burqa scattate nel verde della campagna finlandese.

Leggendo molti di questi libri scorrono davanti le immagini del cinema di Ali Kaurismäki, la sua vena leggera, il suo amore per gli ultimi, per i folli di ogni tipo. La scuderia dei finlandesi riuscirà ad eguagliare il successo dello svedese Stieg Larsson o del norvegese Jo Nesbø? Non che i thriller in Finlandia non piacciano ma in genere hanno un carattere diverso, sono più di atmosfera, meno concentrati sul plot: dai libri di Matti Rönka (L’uomo con la faccia da assassino e Fratello buono, fratello cattivo) al noir di sapore francese Chi ha ucciso la signora Skrof? di Waltari (tutti Iperborea).

La Finlandia sta vivendo un grande fermento culturale: si pubblicano tra i 13 e i 14 mila libri l’anno, tra cui 4500 novità (tante per un paese di 5 milioni di abitanti). Insomma oggi nessuno ne parlerebbe più come di «una piccola patata sperduta lassù, nel lontano nord» (l’espressione è di Rosa Liksom). © RIPRODUZIONE RISERVATA

CORTO Maltese tornerà a solcare i mari. Una nuova avventura del famoso personaggio creato da Hugo Pratt è stata annunciata infatti per ottobre del 2015, vent’anni dopo la scomparsa del suo autore. A riportare in vita il marinaio e avventuriero nato nel 1967 saranno due autori di fumetti spagnoli, lo sceneggiatore Juan Díaz Canales, padre dell’investigatore privato “Blacksad”, e il disegnatore Rubén Pellejero, noto per la serie “Dieter Lumpen”. La storia, ancora senza titolo, dovrebbe essere ambientata in un freddo 1915. L’ultima avventura di Corto Maltese, Mu, terminò le pubblicazioni nel 1991 ma il suo autore aveva in mente altri episodi quando morì nel 1995 a 68 anni: nel 2005 furono ritrovate infatti tredici strisce che avrebbero dovuto far parte di un nuovo albo. «Non sono per niente scioccato all’idea che un giorno qualcuno possa riprendere Corto Maltese», aveva detto lo stesso Pratt in un’intervista a Dominique Petitfaux nel libro di conversazioni All’ombra di Corto (Rizzoli).

Ad annunciare l’avventura numero trenta del personaggio è stata la casa editrice franco-belga Casterman, mentre in Italia il volume sarà pubblicato contemporaneamente da Rizzoli-Lizard.

IN 42 PUNTATE

Sermonti legge “Ad alta voce” su Radio3 le “Metamorfosi” di Ovidio DA APOLLO e Dafne fino a Medea e Giasone e poi ancora Narciso, Aracne, Mirra, le storie e i miti raccontati nei quindici libri delle Metamorfosi di Ovidio tornano a vivere grazie alla voce di Vittorio Sermonti. Debutta oggi alle 17 su Radio3 la nuova edizione del programma “Ad alta voce”, una lunga maratona che fino al 5 dicembre in 42 puntate dal lunedì al venerdì affida allo scrittore, attore e regista il classico poema epico, proprio nella nuova traduzione che lo stesso Sermonti, che in passato si era confrontato con le opere di Dante e Virgilio, ha dato alle stampe per Rizzoli lo scorso maggio (pagg.

846, euro 21). Un totale di 12500 esametri per più di 250 miti. L’evento è stato presentato ieri in occasione del novantesimo compleanno della radio italiana.

Franceschini: riattiveremo la norma mai applicata Biennale, corsa contro il tempo per il curatore del Padiglione Italia: la nomina a novembre DARIO PAPPALARDO E TASSE? Si potranno pagare anche in opere d’arte. Ieri, a margine della presentazione della decima giornata dell’Amaci (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiana: sabato prossimo 800 spazi saranno aperti gratuitamente), il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha detto: «Lo Stato deve riprendere ad acquistare il contemporaneo: sto lavorando su una norma che esiste già e che permette di pagare tasse e contributi con le opere d’arte».

La norma, sconosciuta ai più, è la legge n. 512 del 2 agosto 1982: dà la possibilità ai contribuenti italiani di onorare imposte dirette e imposta di successione, cedendo allo Stato beni culturali vincolati e non. Questi devono essere prima sottoposti a una commissione formata da tre membri del Mibac e da tre rappresentanti del ministero dell’Economia e delle finanze. In passato, a questa misura si è fatto ricorso pochissimo. L’ultima riunione della fantomatica commissione risale al 10 novembre 2010, quando si decise di acquistare una pittura su tela di Alberto Burri: Bianco e Nero, per 100mila euro. Poi più nulla. Richieste di cessione di opere d’arte, archivi, ville e siti archeologici si sono affastellate sui tavoli del ministero fino a diradarsi.

Almeno quindici sono in sospeso da anni, se non da decenni. Perché, nel frattempo, la commissione non è stata più rinnovata e della legge n. 512 si era persa la me-

L

L’OPERA

Bianco/Nero di Alberto Burri

moria. Disinnescando così, di fatto, la possibilità di acquisire nuovi beni culturali da parte dello Stato attraverso una norma che in paesi come la Gran Bretagna (vedi l’Acceptance in Lieu) è attiva da più di un secolo. Lo scorso 6 giugno Franceschini ha firmato un decreto ministeriale che riattiva la commissione come organo consultivo. Si attendono i nuovi membri, che valuteranno una serie di nuove proposte già arrivate.

E dal Mibac si aspetta anche la scelta del prossimo curatore del Padiglione Italia della Biennale d’arte. Si lavora con procedura d’urgenza: la Biennale apre a Venezia il 9 maggio prossimo. E il successore di Bartolomeo Pietromarchi, curatore del 2013, avrà sei mesi scarsi per lavorare. Al Collegio Romano stanno stilando una lista di dieci nomi a cui spedire l’invito di presentazione di un progetto da approvare in pochi giorni. Ai primi di novembre si conoscerà la decisione che Franceschini prenderà con la PaBaac, la direzione generale che valuterà le idee dei candidati. L’identikit è quello di un esperto del settore under 45 – ma «con anche meno di quarant’anni, anche se l’anagrafe non è l’aspetto più importante», dicono dal ministero – che abbia una buona esperienza internazionale e uno sguardo allenato alle sperimentazioni.

Sembrerebbero poter rispondere bene a questa descrizione Francesco Manacorda, direttore della Tate di Liverpool o Andrea Viliani, passato dalla Civica di Trento con incursioni a Documenta Kassel e ora a capo del Madre di Napoli. Ma anche Chiara Parisi, curatrice della Monnaie di Parigi, e Lorenzo Benedetti, direttore del De Appel Arts Centre di Amsterdam. Senza tralasciare Alessandro Rabottini, curatore alla Gamec di Bergamo, o Andrea Bellini, ex direttore del Castello di Rivoli. Chiunque sia a essere chiamato a partire per Venezia deve avere le idee chiare. E, soprattutto, velocità di realizzazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

54

Le Guide

CONTATTI GUIDE@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

DI REPUBBLICA

Grande Guerra, il turismo della memoria

Èil centenario del primo conflitto mondiale e il 24 ottobre la ricorrenza della sconfitta di Caporetto.

Il Friuli Venezia Giulia offre visite nei luoghi dello scontro e itinerari sulle tracce dei personaggi che hanno combattuto, anche su fronti opposti.

Per non dimenticare. E perché non accada mai più

Ungaretti&Rommel

I due sentieri ANDREA SELVA l tenente Erwin Rommel e il fante Giuseppe Ungaretti. Avevano 26 e 29 anni nel 1917, quando furono protagonisti senza mai incontrarsi - delle battaglie sul fronte italo-austriaco della Grande Guerra.

Rommel cercava la gloria, Ungaretti la patria a cui - nato in Egitto - voleva dimostrare di appartenere. Quella di Rommel è una storia di azione: 150 chilometri in due settimane, combattendo dai confini italiani fino a Longarone, attraverso il Friuli. Quella di Ungaretti fu una lunga attesa nelle trincee del Carso.

Era l’autunno di Caporetto. In Germania lo chiamano “il miracolo” e lo studiano sui libri di scuola, in Italia si chiama “la disfatta” e per anni nessuno ne ha parlato volentieri.

Ci ha pensato Alessandro Baricco a raccontare nel Memoriale di Caporetto questa storia che dice molto dell’Italia e degli italiani. È la storia di migliaia di soldati come Ungaretti che fronteggiarono il nemico per anni e quando lo videro arrivare alle spalle (Rommel) gettarono il fucile pensando che la guerra fosse finita. Può capitare - di gettare il fucile - quando combatti una guerra che non senti tua, perché sei nato in Sicilia (e l’Austria nemmeno sai dov’è) e sei agli ordini di superiori a cui non riconosci (più) autorità.

Una storia che si può leggere sul territorio, paesi, corsi d’acqua, strade e sentieri.

Oppure partecipando alle iniziative del Friuli per i cent’anni e scoprire l’archeologia di guerra a Redipuglia, la galleria dei cannoni nel monte Brestovec, le trincee di Monfalcone e sul monte San Michele. In inverno partiranno le escursioni storiche notturne. Oppure si possono utilizzare le memorie di Rommel come guida. Si parte dalla Slovenia, dove Caporetto si chiama Kobarid. Si sale sul monte Mrzli Vrh, vicino al

NICOLA REVELANT

I

Il poeta e il tenente Sopra, soldati italiani sul Carso, dove il fante-poeta Ungaretti fu di stanza tra il 1915 e il 1917.

A sinistra, il tenente Erwin Rommel: nell’ottobre del 1917 attraversò il Friuli Venezia Giulia al comando di un battaglione da montagna. Oggi si può ripercorrere il tragitto, lungo circa 200 chilometri

IN TRINCEA

IN NOTTURNA

Monfalcone, parco tematico fra grotte, vette e postazioni

Quei mercoledì sotto le stelle per scoprire i disagi dei militari

i trincea in trincea nel parco tematico di Monfalcone.

D Alle spalle della città dei cantieri navali si snodano infatti i sentieri che costeggiano le trincee restaurate e ora percorribili

a provare l’esperienza di passeggiare di notte prenotando D gli itinerari storici sui resti della Grande Guerra e scoprire così le condizioni di vita dei soldati durante l’inverno. Sono

del parco. Il primo sito che si raggiunge è la trincea Joffre, così chiamata in ricordo di una visita fatta dal Capo di Stato Maggiore francese; visibile l’accesso alla Grotta Vergine e la bella lapide che la caratterizza. Si raggiunge poi la sella Quota 85, ribattezzata Quota Toti, resa oggi zona monumentale con postazioni d’artiglieria, in ricordo dei reparti che vi combatterono. Date: 11 ottobre, 2-3 novembre (alle ore 14).

percorsi guidati di circa due ore con accompagnatore storico.

Il ritrovo è alle17 davanti Saisera Hütte (parcheggio 1) in Val Saisera. La prenotazione deve essere effettuata entro le ore 18 del giorno prima all’ufficio turistico di Tarvisio, tel. 0428.2135.

Per ogni adulto pagante (8,50 euro) due bambini fino a 12 anni hanno accesso gratuito. Prossime date: martedì 23 e 30 dicembre; ogni mercoledì dal 7 gennaio all’1 aprile 2015.

Di seguito alcuni link utili collegati ai percorsi descritti in queste pagine: www.itinerarigrandeguerra.it/it/12227/Museo-all-aperto-del-KolovratLa-terza-linea-di-difesa-italiana; www.itinerarigrandeguerra.it/ it/41921/Itinerario-a-piedi-Udine-capitale-della-guerra; www.parcodolomitifriulane.it/linea58/download/Strada_degli_Alpini.

{

Accanto, l’altopiano di Kolovrat, sul confine sloveno, punto di partenza del percorso di Rommel.

Qui si può visitare il museo all’aperto con le fortificazioni e le trincee italiane.

L’itinerario sulle tracce di Rommel termina a Longarone

Erwin Rommel: “I soldati italiani si precipitano verso di me trascinando gli ufficiali che vorrebbero opporsi. Gettano quasi tutti le armi. ‘Viva la Germania!’, gridano” Giuseppe Ungaretti: “Arrivato al mio 19° Fanteria m’accorsi che non c’era coesione: tra i diversi gradi della gerarchia e soprattutto fra truppa e ufficiali c’era un abisso”

mento. E poi Ragogna, il Ponte di Cornino, Travesio e Meduno. Di nuovo in montagna in quello che ora è il parco naturale delle Dolomiti friulane, lungo la strada costruita dagli alpini attraverso forcella Clautana, Erto e infine giù in discesa, correndo sulle biciclette pieghevoli abbandonate dai bersaglieri, fino a Longarone.

Nella gola del Vajont c’era il ponte più alto d’Italia: 134 metri d’altezza, il ponte di Colomber. Ora non c’è più, venne sommerso dall’acqua del grande bacino che il 9 ottobre del 1963 precipitò a valle seminando la morte. Ma questa è un’altra storia. Rommel passò su quel ponte con i suoi uomini per scendere a Longarone e fermare le truppe italiane che scendevano dal Cadore: “Pochi soldati”, si legge nel suo diario, “si sono

visti offrire durante la Guerra mondiale quanto ora a noi si offre nella valle del Piave: migliaia di nemici che si ritirano in una valle non troppo larga, ignari del pericolo che li minaccia sul fianco. I nostri fucilieri non stanno nella pelle”. Ecco la guerra.

La stessa che Ungaretti, stanziale nelle trincee del Monte di San Michele, nel Carso, più a sud, descriveva così: “Un’intera nottata / buttato vicino / a un compagno / massacrato / con la sua bocca / digrignata / volta al plenilunio / con la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio / ho scritto / lettere piene d’amore / non sono mai stato / tanto /attaccato alla vita”.

Ecco cosa pensava il fante-poeta dell’esercito italiano: “Arrivato al mio 19° Fanteria m’accorsi che nell’esercito non c’era coesione: tra i diversi gradi della gerarchia e soprattutto fra truppa e ufficiali c’era un abisso”. Arriverà la riscossa del Piave a restituire l’onore agli italiani.

I luoghi. Udine, dove nel 1916 fu stampato Il porto sepolto: 80 copie di una raccolta dei versi di Ungaretti, oggi rarissima. Il Carso, questo altopiano roccioso spazzato dalla Bora d’inverno e arso dal sole in estate. Il poeta ci tornò una volta sola, nel 1966. Aveva 78 anni e scrisse: “Ho ripercorso qualche luogo del Carso, quella pietraia a quei tempi resa, dalle spalmature bavose di fanga colore del sangue già spento, infida a chi, tra l’incrocio fitto delle pallottole, l’attraversa smarrito nella notte. Oggi il rigoglio dei fogliami la riveste. È incredibile, oggi il Carso appare quasi ridente. Pensavo: il Carso non è più un inferno, è il verde della speranza”.

IN MARCIA

Sulle orme di Ungaretti tre ore di poesia e storia

L’archeologia dei nonni tra doline, graffiti e scavi ul monte Sei Busi, vicino Sda oltre al Sacrario di Redipuglia, è attivo dieci anni un sito storico recuperato secondo i dettami dell’archeologia della Grande Guerra. Detta anche archeologia dei nonni, ricostruisce le vicende belliche minori, rovesciando l’indagine archeologica fondata su rigorose metodologie di scavo di centinaia di anni per conoscere il passato recente, quello, appunto, dei nostri nonni. Si può così vivere un’esperienza particolare entrando nella dolina, già sede di un primo soccorso, attraverso camminamenti scavati dai soldati e resi nuovamente percorribili con il lavoro dei volontari di Sentieri di Pace. Terminata la visita alla dolina dei 500 o dolina dei Bersaglieri si raggiunge la zona del monte Sei Busi, con la vicina trincea Mazzoldi, rielaborata durante il conflitto dalle truppe italiane, sugli scavi delle trincee austriache abbandonate, dove sono ancora visibili i graffiti lasciati dai soldati. Date previste: 12 ottobre, 2-3-4 e 9 novembre, 14 dicembre.

Un anello di emozioni nelle gallerie cannoniere Una passeggiata di notevole interesse storico conduce con un facile percorso ad anello dal paese di San Michele del Carso al monte Brestovec, nella cui roccia furono scavate da parte italiana delle gallerie cannoniere. Sono testimonianze importanti recentemente oggetto di un lavoro di recupero e allestimento, per cui visitarle oggi provoca emozioni inattese. Accolti da sagome di soldati e cannoni, l’ombra delle gallerie ci riporta ai lontani momenti del conflitto.

Il materiale ferroso usato e le dimensioni degli ambienti sotterranei aiutano il visitatore a capire quanto quella guerra sia stata “grande” in tutte le sue manifestazioni. La cima del monte, quota 208, offre un notevole panorama verso i campi di battaglia del Carso di Comeno. Il sentiero al ritorno attraversa un interessante campo trincerato dal quale è possibile accedere a un sistema sotterraneo che si apre poi in una dolina.

Data prevista: 13 dicembre. Info: tel. 0481.385260

© RIPRODUZIONE RISERVATA

STUDIO SCLAUZERO

Matajur, dove il tenente tedesco ricorda: “Dal nemico ci separano ormai solo centocinquanta metri. I soldati (italiani) si precipitano verso di me sul pendio trascinando con loro gli ufficiali che vorrebbero opporsi.

Gettano quasi tutti le armi. In un baleno sono circondato e issato sulle spalle italiane.

“Viva la Germania”, gridano mille bocche.

Un ufficiale italiano che esita ad arrendersi viene ucciso a fucilate dalla propria truppa.

Per gli italiani la guerra è finita”.

Dai monti, il percorso di Rommel scende in pianura, lungo la valle del Natisone fino a Cividale, quindi attraverso i torrenti friulani che visti d’estate sembrano larghissime pietraie, ma in quell’autunno piovoso erano ribollenti d’acqua e difficili da attraversare. Il torrente Torre e il fiume Taglia-

55

Da Kolovrat a Longarone

GABRIELE MENIS (3)

{

PER SAPERNE DI PIÙ I luoghi della Prima guerra mondiale e i musei all’aperto offrono molte possibilità di compiere escursioni naturalistiche e visite culturali.

Per tutte le informazioni turistiche, storiche e pratiche si può consultare il sito del Friuli Venezia Giulia www.turismofgv.it; oppurechiamare il numero verde 800.016044.

IN MOSTRA

Vestivamo Belle Époque le divise degli eserciti europei

l percorso nei luoghi che videro la guerra del “soldato ma poeta” IProssima Giuseppe Ungaretti (nella foto), è facile e dura circa tre ore. data, con un accompagnatore esperto, è l’8 novembre.

na mostra, organizzata dai musei provinciali di Gorizia U con l’associazione Isonzo (gruppo di ricerca storica), espone al museo della Grande Guerra 30 uniformi di cui 29 relative agli

Punto d’incontro: ufficio informazioni di Fogliano Redipuglia, in via III Armata 54. Gli spostamenti dal punto d’incontro verso i vari luoghi del percorso verranno effettuati con proprio mezzo. Si consiglia un abbigliamento comodo e caldo, pedule o scarpe da ginnastica, acqua al seguito e pila. Bambini fino a 12 anni gratuito; adulti 8 euro. Consorzio Gorizia e l’Isontino: tel. 0481.385269; informazioni turistiche: tel. 0432.200371.

eserciti europei destinati a fronteggiarsi nel primo conflitto mondiale e una della Marina statunitense. Sono divise prebelliche (periodo tra il 1890 e il 1914) di grande interesse storico e, in alcuni casi, rarità da collezione. Le uniformi, complete di accessori, sono affiancate da illustrazioni e documentazione dell’epoca. Fino al 25 gennaio. www.itinerarigrandeguerra.it/ it/14279/Museo-della-Grande-Guerra-di-Gorizia .

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

56

R2Spettacoli

CONTATTI SEGRETERIA_SPETTACOLI @REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

& TELEVISIONE

Uscirà in Italia a dicembre “L’amore bugiardo” che il regista Usa ha tratto da “Gone girl” il bestseller di Gillian Flynn. Al primo weekend di uscita domina gli incassi in America

Mr. thriller Fincher: “La coppia? Sangue e bugie”

“

Non faccio un cinema misogino, ho raccontato donne che reagiscono agli abusi Faccio tv perché oggi è il posto in cui si può provare qualcosa di nuovo

”

ARIANNA FINOS ROMA ALLIEVO migliore di

L’

Hitchcock, l’ossessivo e meticoloso David Fincher, con L’amore bugiardo-Gone girl consegna un thriller torbido e una testa bionda sul piatto degli spettatori. Nel film tratto dal best seller di Gillian Flynn, di cui tutta l’America discute, il protagonista Ben Affleck dice che sogna di aprire il teschio della moglie e sfilarne il cervello.

La graziosa testa appartiene alla 35enne inglese Rosamund Pike. Il ruolo di Amy, la scrittrice che scompare nel quinto anniversario di matrimonio lasciando il marito ai sospetti dell’opinione pubblica, le regala un posto nella storia del cinema accanto alle femmine estreme incarnate da Barbara Stanwick e Sharon Stone. Ottimo esordio in Usa nel weekend scorso (38 milioni di dollari), il passaggio al Festival di Roma il 20 ottobre, L’amore bugiardo-Gone girl arriverà in sala il 18 dicembre. E fino ad allora, s’accora Fincher, 52 anni, «è fondamentale salvaguardare il piacere del pubblico».

Lei è sommerso dai copioni di thriller dai tempi di Seven e Fight club. Perché ha scelto questo?

«La Fox mi ha spedito il libro di Gillian Flynn, l’ho letto d’un fiato. Affronta una questione disturbante: quanto e cosa fingiamo di essere nel tentativo di attrarre una persona? Marito e moglie possono ritrovarsi a dover proseguire la stessa finzione fino ad esserne esausti. Ma fare un film da quelle 500 pagine significava buttare molto. In più il libro era strutturato a doppia versione, di lui e di lei. L’ho detto a Gillian e lei è tornata con una sceneggiatura perfetta». È nata una stella: Rosamund Pike, moglie ferita con retrogusto dark.

«Il marito la definisce “complicata”, una sorta di codice con cui intende dire “bitch”, “stronza”. Lì s’inizia a capire chi fosse e quale ruolo giocasse questa donna nel matrimonio. È divertente scoprire le tante facce di lei quando inizi a sospettare la buona fede di lui.

Lui diventa una presenza molto sinistra nel film, poi scopri che anche lei non è ciò che sembra».

Ha detto che voleva fare un film che generasse almeno quindici milioni di divorzi...

«L’idea era raccontare i lati oscuri del matrimonio in una coppia di trentenni. Ma anche la pressione vampiresca dei media. Quando qualcuno scompare negli Usa c’è l’attenzione spasmodica alla ricerca di un colpevole, la curiosità sugli aspetti più personali e morbosi, l’implacabile bisogno di ag-

giornamento del pubblico. Le telecamere sono addosso ai protagonisti, le coppie, le famiglie, si ritrovano a mettersi continuamente in scena. Gillian è una scrittrice che ha il dono di interessarsi a cosa succede invece dietro le porte chiuse».

Il libro è stato accusato di miso-

SUL SET David Fincher con Ben Affleck sul set di “L’amore bugiardo” Sopra, l’attore in un momento del film che ha incassato 38 milioni di dollari negli Usa

Tribunale di Treviso - FALLIMENTO N. 164/2012 Si rende noto che il giorno è fissata presso l’ufficio del Giudice Delegato, piano 5°, del Tribunale di Treviso la del complesso immobiliare denominato “HOTEL CARLETTO” sito a Treviso in via Bibano n. 42. Nel caso la vendita senza incanto abbia esito negativo, per qualsiasi ragione o causa (artt. 571 e 572 c.p.c.), è fissata per il giorno , sempre presso l’ufficio del Giudice Delegato, piano 5°, del Tribunale di Treviso, la del medesimo immobile. Trattasi di un edificio disposto su sette livelli fuori terra e un piano interrato, l’immobile è composto al piano terreno da hall, sala soggiorno, angolo colazioni e american bar mentre i sei piani superiori sono utilizzati per le camere da letto. Al piano interrato sono presenti i servizi di cantina, lavanderia, magazzini e spogliatoi. Completa la proprietà un corpo esterno composto da n. 23 box e da un area scoperta adibita a parcheggio.

L’immobile sorge su un lotto di terreno di superficie pari a 5.139 mq composto da due mappali del foglio 7, il mappale 202 di 5.074 mq e il mappale 1212 di 65 mq. L’immobile è inserito in una sottozona specifica che prevede il mantenimento della destinazione d’uso a ricettivo con una volumetria massima pari a 24.000 mc ovvero pari a 8.000 mq ca. Tale superficie rappresenta quasi il doppio di quella attualmente esistente. oltre oneri e imposte di trasferimento. Rilancio minimo in aumento di Euro 10.000,00 E’ disponibile copia della perizia di stima del complesso immobiliare corredata di fotografie, consultando il portale dei fallimenti del Tribunale di Treviso - sezione Data Room - collegandosi al seguente indirizzo: www.fallimentitreviso.com e www.entietribunali.it. e per la visione dell’avviso di vendita completo di tutte le informazione per la partecipazione all’asta, rivolgersi al

ginia. Appunto fatto spesso anche al suo cinema, pur costellato da eroine forti.

«In questo film non si fanno sconti a nessuno, uomini e donne. Ma sono alcuni personaggi femminili, la poliziotta, la sorella gemella, la ragione per cui posponiamo il giudizio sul marito: perché le donne che lo conoscono continuano a dirci che è una persona perbene. Quanto al mio cinema, non capisco come possono coesistere le due definizioni che mi riguardano, lo trovo buffo.

Ho raccontato personaggi come la Sigourney Weaver di Alien, la Jodie Foster di Panic Room, la Rooney Mara di Millennium-uomini che odiano le donne. Film in cui le donne mettevano un limite e reagivano agli abusi subiti a volte senza pietà e in un modo che non sempre io giustifico. Capisco la sensibilità verso la materia, credo sia necessaria. Ma questo film ha uno sviluppo così impensabile che penso il pubblico capisca che non stiamo crocifiggendo Amy o le donne del Midwest».

Lei fa film per adulti in un panorama di blockbuster.

«Amo il cinema da quando ho 13 anni, ma ora ne ho 52. Ogni progetto è una sfida difficile che porta via anni.

Devi avere una motivazione forte. Mi interessava il progetto, cancellato, di 20 mila leghe sotto i mari, perché era molto diverso da un popcorn movie, anche se con budget alto e in 3D. C’è un aspetto più profondo della storia, legato al terrorismo. Volevo affrontare l’idea di quanto sia stratificata nella storia la rabbia contro l’imperialismo bianco, un tema su cui far riflettere i ragazzi».

Dopo House of cards lei è lanciato nelle serie tv?

«Amo la tv. Al cinema incassano solo i film per ragazzi, stessa narrativa, stessi personaggi. La tv de facto oggi è il posto in cui puoi sperimentare. Se non si esagera con le puntate in stile soap opera, la serie resta un modo per esplorare i contenuti di un film. E io ho sempre messo il contenuto davanti al contenitore». © RIPRODUZIONE RISERVATA

SERIE TV CULT

MUSICA

“TWIN PEAKS”: LYNCH PENSA A NUOVI EPISODI Torna la serie tv di culto Twin Peaks (foto), che quasi venticinque anni fa rivoluzionò la fiction. I nuovi nove episodi verranno girati l’anno prossimo e andranno in onda nel 2016 sul canale Showtime diretti dal creatore delle due prime e uniche stagioni, David Lynch.

SERIE TV

Sotto scorta la scena hot del “Trono” UNA scena di nudo di Lena Headey sarà la più dispendiosa della quinta stagione di Il trono di spade. È stata girata in Croazia e prevede che Cersei, in segno di in pillole umiliazione, esca da una chiesa completamente nuda. Sono stati ingaggiati oltre 200 bodyguard per 40.000 euro al giorno, i commercianti hanno dovuto chiudere le loro attività, vietato l’utilizzo dei cellulari.

News

90 ANNI

Tre secondi di nero per la radio TRE secondi di schermo nero durante i tg e i programmi di ieri. Poi, non annunciato, lo spezzone di un programma radiofonico entrato nella storia: dal Discorso alla Luna di Giovanni XIII del 1962 alla vittoria italiana dei Mondiali del 2006. Così la Rai ha reso omaggio ieri, in tv, ai 90 anni della radio.

DANIELE GATTI AL CONCERTGEBOUW Non solo scioperi e crisi per la musica italiana. Il direttore d’orchestra Daniele Gatti è il nuovo “chief conductor” della Royal Concertgebouw Orchestra, la più importante compagine olandese. Un altro italiano, Riccardo Chailly, aveva ricoperto quel ruolo tra l’88 e il 2004.

57

Con i Royal Blood il rock riconquista le classifiche La rapida ascesa del duo inglese Thatcher-Kerr con basso, batteria e musica d’altri tempi ANDREA MORANDI MILANO RENDETE i Black Keys, mescolateci un po’ di Stooges, miscelateli con i White Stripes e quello che otterrete è, più o meno, i Royal Blood, ovvero il nuovo fenomeno rock del momento, un duo capace di debuttare al primo posto delle classifiche inglesi vendendo oltre 70mila copie in meno di cinque giorni.

«Se ce lo aspettavamo? Ma certo che no» ride Ben Thatcher, il batterista. «E non lo abbiamo nemmeno mai sognato perché non credevamo di riuscire ad ar-

P

rivare tanto lontano. Quando abbiamo messo in piedi i Royal Blood, due anni fa, l’obbiettivo era suonare, divertirci. E magari riuscire a fare qualche data nei club del Sussex». Le cose però non sono andate così: Thatcher e il bassista e cantante Mike Kerr infatti, una volta usciti dalla loro cantina di Worthing, nel West Sussex, hanno avuto la fortuna di finire nelle grazie degli Arctic Monkeys che prima hanno iniziato a supportarli indossando le loro magliette sul palco, poi li hanno voluti ad aprire i loro concerti a Finsury Park, a Londra, davanti a 45mila persone.

«Mai suonato davanti a tanta gente, un’esperienza impressionante» continua Thatcher.

«La soddisfazione maggiore però è stata essere stati chiamati dagli Arctic Monkeys: siamo cresciuti ascoltando Whatever people say I am, That’s what I’m not (disco di debutto della band di Sheffield, uscito nel 2006, ndr) e ritrovarci con Alex Turner e gli altri è stato un privilegio. Ancora però non ci siamo abituati a questa nostra nuova vita da rockstar: passare da completi sconosciuti a organizzare un tour negli Stati Uniti e avere dei fan è un salto notevole».

Oltre alla rapida ascesa, l’a-

spetto decisamente più rilevante della vicenda dei Royal Blood è un altro, visto che, in tempi di predominio assoluto di pop, boyband e hip-hop, i due sono riusciti a riportare il rock in cima alla Top10 inglese firmando un contratto con una major come la Warner e lanciando l’ennesima riscossa di un genere dato per morto ormai troppe volte. Il loro disco, omonimo, uscito anche in Italia, giustifica l’attenzione attorno al duo, costruito solo su basso e batteria, senza chitarra, in un mix che guarda tanto all’esperienza di Josh Homme con i suoi Queens of the Stone Age quanto a Jack White e ai primi dischi dei White Stripes, senza dimenticare i padri fondatori MC5, Stooges e, perfino, Fuzztones. «Sono tra i nostri riferimenti, senza dubbio, e ci metterei anche i Nirvana» ammette Thatcher, che assieme a Kerr il 18 novembre al Tunnel di Milano farà la prima data italiana in carriera dei Royal Blood «anche se non abbiamo una sola band o un suono di riferimento, siamo cresciuti ascoltando blues, garage e molto altro e abbiamo cercato di riportare tutto dentro nel nostro suono. Il nome? Abbiamo cominciato a chiamarci Royal Blood (sangue reale) per scherzo, poi ci è rimasto addosso e così ce lo siamo tenuto». Chissà non sia un presagio.

IN COPPIA Il bassista Mike Kerr (a destra) e il batterista Ben Thatcher, entrambi di Wothing, formano i Royal Blood

L’exploit del loro album d’esordio. E il 18 novembre si esibiranno al Tunnel di Milano REPTV-LAEFFE Alle 13.45 su RNews (canale 50 del digitale terrestre e 139 di Sky) il servizio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

>

FOTOGRAMMI

GIUSEPPE VIDETTI

Aretha canta Adele e ci mette l’anima E RIVALI le ha sempre mortificate. Umiliate anche.

Quando Aretha Franklin scippava una canzone, alla collega, poveretta, non restava che abbandonare il campo. Sono arrossite in tante al confronto: Dusty Springfield e Carole King, Diana Ross e Dionne Warwick — tutte sconfitte con perdite ingenti. Paul Simon confessò: «Per anni, dopo aver ascoltato la versione di Aretha, non sono più riuscito a cantare Bridge over troubled water». L’America si è scatenata come ai tempi di Respect, quando la regina del soul ha cantato Rolling in the deep nel talk show di David Letterman. Deve aver tremato invece Adele, autrice e interprete della canzone. Che Lady Soul, insolitamente, ha rispettato, sublimandola in un crescendo gospel. La cover, già disponibile su iTunes, è inclusa nell’album Sings the great diva classics (accanto a evergreen di Etta James, Gladys Knight, Chaka Khan, Alicia Keys, Sinéad O’Connor, Gloria Gaynor, Barbra Streisand e le Supremes), in vendita dal 21 ottobre. Adele è l’unica che in mezzo secolo non è stata costretta a chinare il capo di fronte a sua maestà. La sua era una canzone tutto cuore; Aretha ci ha soffiato dentro l’anima. E ha designato una giovane diva (bianca) come erede al trono.

L

PROTESTE

Pappano “Solidale con l’Opera” “HO trovato l’orchestra molto triste per solidarietà con i colleghi e il coro dell’Opera di Roma. Spero che si trovi l’accordo per una soluzione dignitosa e per far vivere il teatro”.

Così il direttore Antonio Pappano ieri sul podio di Santa Cecilia prima del concerto. Sempre ieri la riunione unitaria di Cgil, Cisl, Ul e Fials ha deciso una manifestazione nazionale contro i licenziamenti all’Opera.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

58

R2Sport

CONTATTI SEGRETERIA_SPORT@REPUBBLICA.IT WWW.REPUBBLICA.IT

Calcio La Juve dovrebbe fare un campionato a parte, ogni anno è così. Arriveremo ancora secondi

“Spero che Totti se ne vada e che giochi nel suo campionato”

FRANCESCO TOTTI, CAPITANO DELLA ROMA

EMMA WINTER, MOGLIE DI ANDREA AGNELLI

“

Juve-Roma, rissa all’italiana tweet, politici e tanto odio Tavecchio invoca la moviola OMA-Juventus è finita di sera tardi con gli insulti ai giallorossi che stavano per decollare dall’aeroporto di Caselle ed è ricominciata di mattina presto con il tweet (in inglese, ma non troppo british) di Emma Winter, la moglie di Andrea Agnelli: «Vorrei che Totti se ne andasse a giocare nel suo campionato», ha scritto ribaltando il desiderio del Pupone di esiliare i bianconeri in un mondo tutto loro, «tanto con le buone o con le cattive vincono sempre». Il lunedì è stato nervoso quasi quanto la domenica, e mentre alcuni politici sfidavano il senso del ridicolo preannunciando interrogazioni parlamentari (Miccoli, Pd, e Rampelli, Fdi), la tensione tra i due club è rimasta molto alta, racchiusa nella forbice tra il cinguettio mattutino di Garcia («A mente fredda, questa partita fa male al calcio italiano») e le apparizioni serali in televisione di Marotta e Nedved, impegnati a difendere l’onorabilità e il buon nome della Juventus, che ha giudicato legittimi i giudizi post partita di Sabatini e Garcia ma non lo sconfinamento di Totti nel campo del sospetto, del vecchio sospetto. Discutiamo pure degli errori di Rocchi ma non fateci passare per ladri, è stato il concetto bianconero.

La sortita di Totti, che rischia il deferimento per la frase «A Torino un dubbio per loro è sempre rigore mentre per gli altri resta un dubbio», ha incendiato i rapporti tra le due società, alleate in estate nell’opposizione a Tavecchio ma oggi decisamente meno in sintonia. Il capitano romanista ha deciso di metterci la faccia in diretta televisiva, però, anche per tutelare la squadra: tanti, a fine partita, erano pronti a impugnare il telefono e twittare rabbia contro Rocchi e la Juve, così Totti ha scelto di parlare una volta sola e a nome di tutti, evitando che il veleno si disperdesse in troppi rivoli incontrollabili. E mentre il capitano parlava, lo Stadium continuava a ribollire: a fine partita, due dirigenti della Roma hanno incrociato Rocchi uscendo dallo spogliatoio e, a loro, l’arbitro avrebbe ammesso di aver commesso degli errori, riconoscendo però che si sarebbero notati «soltanto con la moviola»: questione di centimetri se non di millimetri, appunto. «Ma a me, nell’intervallo, aveva detto che i rigori c’erano al mille per mille», ha aggiunto

R

Ora è gelo tra i club, fin qui alleati in Lega e Figc Rocchi, errori ammessi coi dirigenti romanisti

Totti ha parlato su mandato dei compagni Caos allo Stadium e in aeroporto: sputi e insulti

Totti. Ieri, poi, la Roma ha chiesto ulteriori spiegazioni al telefono al presidente dell’Aia Nicchi. Mentre Tavecchio apre alla tecnologia in campo: «Ho incontrato Blatter, saremmo disposti a fare da cavia».

Ma gli errori di Rocchi non sono l’unico motivo di rammarico da cui la Roma s’è fatta accompagnare nel viaggio di ritorno da Torino.

Sotto accusa soprattutto l’ospitalità dello Stadium e degli spettatori seduti vicino alla panchina della Roma: ci sarebbero stati insulti razzisti a Ljajic («zingaro»), una li-

te con De Rossi “colpevole” di aver esultato eccessivamente, sputi vari e un battibecco con Strootman, che ha reagito facendo il gesto dell’ombrello al pubblico. Ma soprattutto c’è stato uno schiaffo al preparatore dei portieri Guido Nanni, sanzionato soltanto con una multa dal giudice sportivo. Come non bastasse, in aeroporto i calciatori, sfottuti dai tifosi bianconeri («Non vincete mai»), hanno dovuto anche ascoltare gli altoparlanti urlare «Forza Juve» e «La Juve ha vinto!». A Trigoria ha fatto

“

EMANUELE GAMBA MATTEO PINCI

A mente fredda: questa partita fa veramente del male al calcio italiano RUDI GARCIA TECNICO DELLA ROMA

Ho visto Blatter, sulla tecnologia saremmo disposti a fare da cavia CARLO TAVECCHIO PRESIDENTE DELLA FEDERCALCIO

Ciò che ha detto Totti è lesivo dell’immagine della Juve: parole gravi GIUSEPPE MAROTTA DIRETTORE GENERALE DELLA JUVE

Se il capitano del mio club dice ciò che ha detto Totti, non so se resta capitano PAVEL NEDVED MEMBRO DEL CDA DELLA JUVE

“

discutere anche la squalifica di Manolas, due turni, contro quella per una sola gara di Morata: anche se il giudice ha applicato la tariffa prevista per i falli di reazione (il greco) e il gioco violento (lo spagnolo), Sabatini e Garcia, che hanno rivisto il match insieme, sono pronti a presentare ricorso.

Non che serva a riavvicinare la Juve in fuga, ma in ogni caso alle prese lei pure con dei problemi: Vidal domenica non ha giocato per punizione, dopo essere stato coinvolto in una rissa notturna fuori da un locale giovedì notte ed essere arrivato in ritardo all’allenamento di venerdì pomeriggio. Incerte le cause (notte, botte, donne, bevute) il cileno è recidivo: gli verrà appioppata una multa record da centomila euro.

SQUALIFICATI Per la rissa in campo un turno a Morata e due a Manolas: la Roma presenterà ricorso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il day after di Rocchi l’arbitro che cominciò fischiando con Renzi

Primo rigore dubbio Juventus- Roma 0-0

Maicon

26' pt Sulla punizione di Pirlo Rocchi vede l'impatto del pallone sul gomito di Maicon.

Il contatto è fuori area ma l'arbitro assegna il rigore

schiuma dello spray di posizione barriera FIRENZE. All’Aia fiorentina, l’associazione degli arbitri locali, di quei due ragazzi si ricordano bene. Negli anni Novanta Matteo Renzi e Gianluca Rocchi erano aspiranti fischietti, separati da soli due anni di età e dalla diversa predisposizione al ruolo: non a caso fu solo il più anziano a fare carriera, mentre il più giovane si buttò in politica. Ma ieri l’antica amicizia col presidente del consiglio – con lui si ritrovava spesso al bar a discutere di pallone e in particolare di Fiorentina e Juventus, raccontano i testimoni dell’epoca - non ha potuto confortare il reprobo della domenica calcistica.

Protetto dal cordone sanitario degli amici e della famiglia, che depistavano giornalisti e potenziali provocatori, il quarantunenne Rocchi votato al mutismo dalle regole non ha cambiato le sue abitudini. Dalla casa tra Soffiano e Scandicci è sceso di mattina fino all’edi-

Pirlo

L’arbitro Gianluca Rocchi

cola del suo scontento. La lettura dei giornali non lo ha aiutato a ritrovare il buon umore, che secondo gli intimi aveva già perso ripercorrendo i fatti salienti della partita incriminata. Il tormento personale nascerebbe da un solo episodio: il rigore fischiato a Pjanic per l’intervento su Pogba. Per il resto le questioni di centimetri chiamano in causa il mancato aiuto degli assistenti Faverani e Banti, sia sul fallo di mano di Maicon sia sulla posizione di Vidal nel 3-2 di Bonucci. Nel calcio, però, non vige mai l’assolu-

linea dell'area di rigore

zione per gli arbitri e il giorno dopo del fiorentino più discusso della domenica non è stato tranquillo nemmeno nella sua città.

A Coverciano, a pochi chilometri di distanza dall’insonne fischietto, il ct Conte gli è venuto in soccorso, vietando agli azzurri qualunque commento sulle vicende di Juventus-Roma e astenendosene per primo. «Io devo essere un elemento di unione, non di divisione. E la Nazionale deve fare dimenticare gli screzi del campionato per uno scopo superiore. Rappresentiamo il paese». Invece a

SUPERCOPPA ITALIANA

MONDIALE DI VOLLEY

JUVE-NAPOLI IL 22 DICEMBRE A DOHA Juventus e Napoli si contenderanno la Supercoppa Italiana a Doha, nel Qatar, il 22 dicembre. Ad annunciarlo, da Parigi, dove è impegnato in un congresso sportivo, il presidente della Lega di A Maurizio Beretta. Già in altre sei occasioni il trofeo è stato assegnato lontano dall’Italia.

URNA SFORTUNATA PER LE AZZURRE: USA E RUSSIA Saranno Stati Uniti e Russia le avversarie abbinate dal sorteggio alle azzurre di Marco Bonitta nella terza fase dei Mondiali. Domani (ore 20) Italia al Forum di Assago contro gli Usa, venerdì (ore 20) contro le russe.

Prime due alle semifinali. Brasile, Cina e Dominicana l’altro gruppo.

59

Pirlo, l’azzurro continua Conte lo richiama Ma gli stranieri dilagano Verratti e Bonaventura infortunati, il ct anticipa il ritorno Nel week end 11 dei 26 convocati non erano titolari in serie A ENRICO CURRÒ FIRENZE

fulgida carriera azzurra di Pirlo perfino i numeri e le casualità non sono banali. Festeggiò la centesima presenza al Maracanà, segnando su punizione, e adesso comincia la sua seconda vita in Nazionale alla vigilia del duello contro lo stesso avversario che inaugurò la prima: accadde 12 anni e 1 mese fa, il 7 settembre 2002 a Baku, sotto il regno di Trapattoni. Non è statisticamente molto semplice incrociare l’Azerbaigian, eppure come allora anche oggi — 7 ottobre 2014, nell’era Conte — è proprio questa avversaria un po’ esotica che l’Italia si prepara ad affrontare per le qualificazioni all’Europeo, venerdì prossimo a Palermo. In verità il ritorno di Pirlo si presta a un raffronto più ravvicinato e per molti versi ancora più simbolico.

L’11 giugno a Mangaratiba, cioè 4 mesi fa in pieno approccio all’infelice Mondiale brasiliano, il solo fuoriclasse riconosciuto universalmente come tale, tra i giocatori di movimento a disposizione di Prandelli (l’altro era il portiere e capitano Buffon), annunciò infatti l’addio alla maglia con la quale da sempre si identifica, avendola vestita dall’Under 15 in poi. «Dopo il Mondiale lascio», disse dissimulando la malinconia. Due settimane più tardi certificò la scelta col discorso ai compagni negli spogliatoi dell’Arena das Dunas, dove era appena avvenuta la frana di Natal: sconfitta con l’Uruguay, seconda eliminazione consecutiva al primo turno, dimissioni del ct e del presidente federale Abete. «Ricordatevi che questa è la maglia più bella», spiegò lui commosso ai più giovani, non tutti esattamente partecipi del momento, vedi Balotelli ripescato sul pullman. Non fu tuttavia la scarsa sacralità della scena a indurlo alla marcia indietro, quanto la consapevolezza che poteva esserci ancora molto bisogno dei suoi lanci e degli annessi colpi di genio: sull’aereo dell’inglorioso rimpatrio si dichiarò dunque pronto all’eventuale rientro in Nazionale, se il nuovo ct lo avesse richiamato.

Preparata dal colloquio agostano

N

ELLA

Il gol contestato Juventus- Roma 3-2 41' st

Bonucci

Sul tiro al volo di Bonucci Vidal chiude la visuale a Skorupski, il fuorigioco è attivo

25 Vidal

GLI EPISODI DISCUSSI A sinistra, la punizione di Pirlo si infrange sul braccio di Maicon, per qualche centimetro fuori dell’area di rigore: Rocchi dà il penalty. A destra il gol di Bonucci, viziato da un fuorigioco di Vidal, che con la sua posizione ostacola la visuale a Skorupski

1

Skorupski

Soffiano nessuno ha fatto finta di niente, di fronte ai titoli dei giornali e alle immagini dei calciatori che assediavano sul campo Rocchi. Così, accanto al bar dove lui fa colazione ogni mattina prima di raggiungere la ditta di lampadari di proprietà del padre a Lastra a Signa, l’assoluzione gliel’ha infine impartita il titolare del Viola Point, dove la moglie compra gadget della Fiorentina ai figli tifosissimi: «Sì, dicono che Gianluca l’è gobbo. Ma per noi è solamente un amico». (e.cu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

2

paolo samarelli

linea ultimo difensore

LA DECISIONE DEL DESIGNATORE

Non dirigerà più giallorossi e bianconeri ROMA — L’arbitro fiorentino Gianluca Rocchi, classe ‘73, non arbitrerà più Roma e Juve. Almeno per quest’anno. Lo ha deciso il nuovo designatore della A, Domenico Messina. Rocchi è recidivo. Gli era già capitato in un Inter-Napoli (0-3, 2 ottobre 2011) di andare nel pallone. La partita è stata esaminata dalla commissione Can-A. Designazione sbagliata? Messina avrebbe potuto mandare Tagliavento a Torino, ma non Rocchi a Fiorentina-Inter. Ora Rocchi sarà utilizzato, con attenzione, nelle altre partite. Messina gli imputa un solo grave errore: la gestione del “rigore” di Maicon. Rocchi ha sbagliato, secondo il suo capo, nel dare prima la punizione e poi, su pressione di Marchisio e c., un penalty inesistente. I rigori su Totti e Pogba, invece, c’erano. E il gol-partita di Bonucci? Vidal ostruisce la linea di visione di Skorupski, ma la regola è stata cambiata da Blatter. (f.bi.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

con Conte e, rinviata dall’infortunio di inizio stagione, la circostanza si è concretizzata appunto ieri, con modalità anticipate dal caso. Pirlo era appena guarito e tornato in campo domenica con la Juventus, in occasione della famigerata battaglia contro la Roma. E il commissario tecnico intendeva rimandarne a novembre la chiamata, dopo congruo rodaggio. Due imprevi-

Un solo italiano in campo dall’inizio per Roma, Fiorentina e Udinese sti hanno però accelerato il programma. Prima l’erede Verratti, che in assenza di De Rossi si sarebbe dovuto appropriare del ruolo di regista, si è fatto male al piede destro col Psg ed è rimasto a Coverciano da convalescente.

Poi la recluta Bonaventura si è arresa a un lieve guaio muscolare durante l’allenamento ed è tornato a Milano. Così, con buona pace della Juventus («Andrea ha giocato in campionato,

quindi è convocabile dal ct»), Pirlo riprenderà subito l’assalto al terzo posto della classifica degli azzurri di ogni tempo (Maldini, 126 presenze), lui che ora è quarto con Zoff (112). Si capirà oggi se Conte intende rischiarlo a Palermo. Per ora si è già capita un’altra cosa: che il ricorso alla vecchia guardia — è tornato anche Thiago Motta — è una necessità.

A un mese dall’allarme del ct sull’invasione degli stranieri i club non hanno certo raccolto il suo grido di dolore. Anzi, nell’ultima giornata c’è chi, come Roma (Totti), Udinese (Di Natale) e Fiorentina (Aquilani) ne ha schierato uno solo nella formazione di partenza. Tra i 26 convocati ben 11 non erano titolari in serie A: i 5 “stranieri” (Immobile, Verratti, Motta, Sirigu e Pellè) e le 6 riserve nelle rispettive squadre (Ogbonna, Destro, Florenzi, Poli, Pasqual e Giovinco, gli ultimi 2 rimasti in panchina). «Non parlate di esclusioni, ma di convocazioni: è qui chi lo merita», ha puntualizzato Conte circa l’assenza di Balotelli. Poi si è consolato con Pirlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LA SQUADRA

Rugani e Pellè “Doppio messaggio ai ragazzi dell’U.21 e a chi è all’estero”

112

PRESENZE AZZURRE Con 112 presenze, Andrea Pirlo è 4° nella classifica all time delle presenze azzurre

FIRENZE. Mentre Conte medita il consolidamento della coppia d’attacco ImmobileZaza («Zaza non segna? Si dà troppa importanza al gol, io sono tranquillo»), Rugani e Pellé, i due debuttanti del gruppo, aprono la strada a nuovi, futuri innesti. «La loro presenza è un doppio messaggio: per i ragazzi dell’Under 21 e per chi anche all’estero gioca bene con continuità. Il nostro obiettivo resta la qualificazione. Poi, nel mese dell’Europeo, dobbiamo creare una piccola macchina da guerra». Dalle due partite contro Azerbiagian (venerdì a Palermo) e Malta (tre giorni dopo) il ct si aspetta altri segnali di progresso, dopo quelli incoraggianti del debutto in amichevole con l’Olanda e nelle qualificazioni con la Norvegia. È congelata la questione Stephan El Shaarawy, il talento del calcio italiano escluso dalla formazione titolare del Milan nelle ultime tre giornate. (e.cu.) © RIPRODUZIONE RISERVATA

60

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2 SPORT

IL NAPOLI DOPO LA SOSTA Domenica 19 l’Inter di Mazzarri giocherà contro il suo passato

Calcio

Crisi Inter, tutti contro Mazzarri ma Thohir lo difende: “Ci fidiamo” ANDREA SORRENTINO MILANO

Walter Mazzarri è proprio un bel problema, di questi tempi. Lo impallinano i tifosi, common people o vip, mai così unanimi nell’esprimergli i sensi della più profonda disistima: ieri, tra gli hashtag di tendenza alla #mazzarrivatte-

E

SSERE

che i risultati sono sovrani, e se le sconfitte proseguissero allora si correrebbe ai ripari. Ma la sgradevole sensazione di un Mazzarri in estrema difficoltà, e di una squadra che non sembra affatto una sua creatura, rimane. Come quella di una tifoseria che per vari motivi ha iniziato a detestare l’allenatore, che della cosa soffre moltissimo, perché

poi, al di là di tutto, non merita affatto di essere offeso o considerato un incapace, dato che non lo è. Però la situazione è questa, e ci si devono fare i conti. Come col fatto che la tenuta atletica appare risibile, mentre l’allenatore non sembra avere enorme fiducia in alcuni suoi giocatori-chiave: la sfiducia è stata percepita dallo spogliatoio e

Offese e ironia sul web per il tecnico. E scricchiola il rapporto con lo spogliatoio ne e il profluvio di offese e gag su tutto il web, c’era da disperarsi.

Lo inchiodano le prestazioni dell’Inter: il vuoto pneumatico di idee, le gambe che non rispondono, la personalità come minimo incerta della squadra, simile a un adolescente già di suo ombroso e per giunta marchiato dall’acne che si nasconde dal mondo. I risultati, non parliamone: il decimo posto è già un incubo, i gol segnati a ben guardare sono pochissimi (a parte i 7 tutti insieme col Sassuolo, appena 4 nelle restanti 5 partite), le due sconfitte consecutive contro Cagliari e Fiorentina (e 1-7 nei gol) una tragedia sportiva, i punti in classifica (8) il secondo peggior bottino degli ultimi anni dopo i 4 punti nella stagione 2011-2012, quella dell’esonero di Gasperini già il 21 settembre. Del resto il volto del tecnico e del suo staff, domenica notte a Firenze, raccontavano il disagio per le ultime figuracce, lo smarrimento, la rabbia. In dieci giorni la buona Inter che dopo il 2-0 all’Atalanta sembrava lanciata verso magnifiche sorti e con una difesa quasi imbattuta, s’è sbriciolata. Mazzarri ieri ha trascorso la giornata in famiglia, a macerarsi e a cuocere come solo lui sa fare.

Ma mentre tutto intorno precipita, gli arriva in soccorso Thohir. Prima con una telefonata di sostegno, poi con dichiarazioni da Jakarta, filtrate dalla nebbiolina di fusi orari e traduzioni dall’indonesiano che possono ingenerare equivoci, ma alla fine pare che il pensiero sia questo: «Le sconfitte con Cagliari e Fiorentina ci hanno scosso, ma ci sono la volontà e la possibilità di migliorare. Il campionato si sta rivelando molto competitivo, ci vorrà più tempo per noi. Speriamo possa essere utile la pausa. Mazzarri continua ad avere la nostra fiducia, adesso i giocatori devono fare un’introspezione per preparare la prossima partita. Mercato? Naturalmente valuteremo di cosa ci sarà bisogno a gennaio. Forse abbiamo bisogno di un centrocampista creativo e di un attaccante bravo di testa. Valuteremo». Quindi fiducia in Mazzarri e frustatina ai giocatori, cioè esattamente quello che si aspettava il tecnico. Ma la proprietà seguirà attentamente le prossime settimane, a cominciare da Inter-Napoli del 19 ottobre. Per ora Walterone è blindato dalla fiducia del presidente nel progetto-Mazzarri, ribadita in estate con il prolungamento del contratto fino al 2016 (14 milioni lordi il costo dell’operazione). Poi è chiaro

IL GIORNALISTA SU FACEBOOK

qualcosa si riverbera nelle prestazioni. Anche se è bene ricordare che questo gruppo, ora, non somiglia a quelli che affossano un allenatore: certe cose all’Inter accadevano in passato, ora siamo in una nuova fase. Ma allora perché questo retrogusto birichino di déjà vu non se ne vuole andare? © RIPRODUZIONE RISERVATA

Arrigo Sacchi e (a destra) Rudi Garcia

7

LA LITE IN TV / DA MOU A CAPELLO, QUANTI SCONTRI

I GOL SUBITI IN DUE GARE Contro Cagliari e Fiorentina l’Inter ha subito 7 reti. A sinistra, Mazzarri

Tanto rancore per nulla Allegri e Sacchi nel club degli allenatori nemici ANGELO CAROTENUTO I SONO serate in cui davanti

Mentana, tifoso esagerato “Ora svuota l’armadietto” IL PARTITO degli anti-Mazzarri ha da ieri un verboso capolista. È Enrico Mentana, che sulla sua pagina Facebook, all’indomani della pessima esibizione di Firenze, attacca duramente l’allenatore dell’Inter invitandolo con un lungo post gonfio di delusione e di veleno a farsi da parte.

«Ci vuole una scossa — scrive il direttore del Tg di La7, tifoso nerazzurro “sin da bambino” — e dopo l’ennesima incolore Enrico Mentana partita credo che Mazzarri quella scossa la possa dare in un solo modo: svuotando il suo armadietto». L’affondo si fa durissimo e qua e là trapela in controluce l’ovvia nostalgia per l’irripetibile era Mourinho, «la passione ti esalta quando vinci e ti forgia quando le cose vanno male, ma tutto ha un limite: il signor Mazzarri ha sfigurato la mia povera Inter in una brodaglia di gioco che allontana gli appassionati». Duro, come Fiorello, che durante il match di Firenze postava su Twitter una sua foto allucinata col commento «Questa è la mia faccia quando guardo l’Inter». © RIPRODUZIONE RISERVATA

C

alla telecamera ti fanno sentire Udo Lattek. Quanto sei bravo, ma no sei bravo tu, hai detto tutto benissimo, macché tu più di me. E poi arrivano le serate in cui Max Allegri incrocia Arrigo Sacchi. Allora chiude gli occhi e gli passa la vita davanti, i quattro anni da milanista, pieni pieni di consigli che Berlusconi gli somministrava prima e dopo i pasti. Ora, sarà che le due sagome gli si confondono tra i pensieri, sarà che gli salgono alle labbra quelle parole che a Milanello non ha detto, ma succede che un fruscio dallo studio, un distinguo, passa per il rumore dei nemici e oplà, ci scappa il litigio. Addirittura due in una settimana, il primo in Coppa e il secondo in campionato, roba che ci sarebbe da invocare il turnover e poi puntare dritti al Triplete. È il fascino della diretta, così si diceva quando il bisticcio era un’eccezione. Gli allenatori andavano in campo con la tuta, al massimo con un cappotto di cammello, mentre in tv Ugo Zatterin dava la parola ai politici uno alla volta. Quei tempi lì. Poi in tv sono arrivati i talk show e sulle panchine, dentro gli stadi, i gestori di risorse umane, i comunicatori, gli psicologi. Corto circuito. Soprattutto quando a fare le domande sono colleghi, vecchi amici, amici degli amici, e da loro ti aspetti un trattamento di favore. Invece no, invece ti tocca Arrigo. Con la sua idea rigorosa di calcio che è pure un’idea della vita, un’idea dell’Italia e della sua storia, con la sua convinzione che un Paese giochi proprio come è abituato ad amministrarsi. Chi ha parlato ancora ieri con Sacchi, amareggiato, ha colto la sua delusione, si direbbe la consapevolezza di una resa, la coscienza di aver vissuto una parabola unica dal seme sterile. Se fa un bilancio del nostro calcio, finisce spesso per parlare delle guerre d’Italia condotte in retroguardia, dalla trincea, cita Churchill, sottolinea che in inglese non c’è una parola analoga per il nostro aggettivo “furbo”. Di questo vorrebbe discutere in tv, dei perversi meccanismi per cui conta solo la vittoria.

E invece. «Arrigo, io e te non siamo mai d’accordo», gli fa Max, e nella sua voce Sacchi avverte l’eco dell’intero calcio italiano. Battibecchi ne abbiamo vi-

sti, ma questo è uno scontro di ideologie. Cominciò Agroppi, prima con Lippi («Alla Carrarese correva per farsi intervistare») e dopo con Mancini che gli diede del professorino invidioso: «Fallito io perché non ho vinto due scudetti di cartone? Meglio fallito che raccomandato». Mancini del resto non è tipo che si nasconda: «Io e Capello ci stiamo antipatici». Con Capello, a sua volta, s’è beccato parecchio pure Conte, toccando fili scoperti di casa Juve: «Dei suoi anni ricordo poco gioco e due scudetti revocati». Ciro Ferrara perse la pazienza («Stai zitto, fenomeno») con Gigi Maifredi, l’allenatore che prometteva una Juve champagne e si accontentò dell’idrolitina. Non sempre si litiga per il pallone. Da allenatore della Ter-

Colleghi ? Herrera trattò Oronzo da cameriere, Agroppi diede del raccomandato a Mancini

ASSOLTO Nessuna sanzione per Wenger, che domenica, durante Chelsea-Arsenal, aveva spintonato Mourinho nana, Cuccureddu raccontò di invidiare al più anziano Ulivieri la sua esperienza. E Ulivieri gli mandò a dire che così era troppo comodo, che nella vita non si può avere tutto, o hai l’esperienza o la virilità. Suppergiù. Helenio Herrera stuzzicava Oronzo Pugliese. Una volta all’hotel Gallia fece finta di scambiarlo per un cameriere. Ma tra tutti il re resta Mourinho. Ha una galleria fitta di litigi. Guardiola: «Se ami quello che fai, non perdi i capelli». Zeman: «Chi è? Non lo conosco. Lo cerco su Google». Spalletti: «Parla sempre». Ranieri: «Si annoia con me? Non conosco la noia di Ranieri, conosco la nausea di Sartre». Fino al dito nell’occhio di Vilanova e agli spintoni di ieri con Wenger. E se José non vi piace, pazienza. Vi dirà che «neanche Gesù piaceva a tutti». Figuriamoci Sacchi. © RIPRODUZIONE RISERVATA

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2 SPORT

61

DOMENICA SI CORRE A SOCHI Il Mondiale riparte nel weekend sull’inedito circuito russo di Sochi

Gli altri sport

A 213 all’ora nel tifone F1 costretta a cambiare dal dramma Bianchi

SPORT IN BREVE

SERIE B

PARI A TERNI PER L’AVELLINO Ternana-Avellino, posticipo della 7ª di B, finisce 2-2 (2 Castaldo, Avenatti, Viola).

Spunta il video sull’incidente contro la gru, la Fia sotto accusa I medici: “Situazione grave”. Todt sconvolto, sicurezza da rivedere MARCO MENSURATI ROMA

le bandiere gialle sventolate dai commissari, Jules Bianchi non ha rallentato la corsa della sua Marussia, domenica pomeriggio alla curva 7 del 42esimo giro del gran premio del Giappone, a Suzuka. E questo avrebbe determinato tutta la successiva catena di eventi: la perdita del controllo della macchina, l’aquaplaning, l’impatto terrificante contro la gru che stava lavorando a bordo pista sulla macchina di Sutil.

Questo è tutto quanto è stato possibile appurare il giorno dopo il più terribile incidente degli ultimi vent’anni di Formula 1,

N

ONOSTANTE

mandato, sembra intenzionato a cogliere la tragica opportunità per revisionare tutto l’apparato di sicurezza della Formula 1 che negli ultimi vent’anni ha funzionato in maniera eccellente ma che recentemente ha cominciato a dare segnali di stanchezza - una rivoluzione che dovrebbe partire dagli uomini e dalle procedure. Chi rischia di più è ovviamente Charlie Whiting, uomo di Ecclestone (il grande nemico di Todt), da sempre tra i più discussi del paddock.

Chi lo conosce bene parla di un Todt sconvolto e addolorato.

Bianchi, che come manager ha proprio Nicolas Todt, figlio di Jean, è uno di famiglia che a Parigi frequenta l’intera famiglia.

Le notizie in arrivo dall’ospedale di Yokkachi non sono incoraggianti. Dopo l’intervento di riduzione dell’ematoma al cervello, le condizioni del pilota sono definite dai medici «critiche ma stabili» nell’ambito di una situazione «molto molto grave».

In grande apprensione anche l’ormai ex presidente della Ferrari Luca Montezemolo: «Siamo molto tristi per un ragazzo che era nato con noi e al quale pensavamo come pilota per il futuro», ha detto. Parole che certamente farebbero molto piacere a Jules: «Lavoro per andare in Ferrari da quando ho cominciato a guidare», ha dichiarato giovedì nella sua ultima intervista prima dell’incidente.

DUE TURNI A 2 GRANATA Oltre agli squalificati di Juventus-Roma, 2 turni a El Kaddouri (foto) e Glik (Torino).

Una giornata a Cana (Lazio), Peluso (Sassuolo), Roncaglia (Genoa), De Jong (Milan), Lucchini (Cesena) e Rossettini (Cagliari).

CESENA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

INGAGGIATO HUGO ALMEIDA

LA MALEDETTA CURVA 7 La sequenza dell’incidente: Bianchi esce alla curva 7 e sulla via di fuga trova la gru che sta rimuovendo la Sauber di Sutil, colpisce la parte posteriore (foto al centro) che ne distrugge il roll bar, infine solleva e sposta il pesante mezzo (accanto)

Rischia Whiting, direttore di corsa. Montezemolo: “A Jules pensavamo come pilota per il futuro” attraverso l’analisi dei dati della telemetria e attraverso le prime immagini dello schianto rese pubbliche da uno spettatore canadese che, presente domenica sul circuito, stava riprendendo con il suo smartphone le operazioni di rimozione della Sauber di Sutil finita fuori pista nello stesso punto del circuito un paio di giri prima.

La telemetria racconta di un Bianchi che arriva alla staccata a 213 chilometri all’ora salvo poi lanciarsi sui freni, quando ormai però è troppo tardi, la macchina ha già cominciato a galleggiare sulla pista bagnata e lo sterzo non garantiva più alcun controllo della vettura. Che è schizzata via. Il resto lo racconta il terribile video: nell’inquadratura si vede la gru circondata dai commissari al lavoro sulla macchina di Sutil e una freccia rossa e nera irrompere da sinistra verso destra a tutta velocità e infilarsi proprio sotto il carro attrezzi giallo, in un’esplosione di carbonio e scintille, seminando il panico tra i commissari che miracolosamente si traggono in salvo gettandosi a terra.

Questa prima ricostruzione, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non solleva affatto la Fia, la federazione internazionale dell’automobilismo, dalle proprie responsabilità.

Anzi. Sempre secondo l’analisi delle telemetrie, tutti i piloti, e dunque non solo Bianchi, in quel tratto, andavano a tutta velocità. E questo conferma che la misura delle doppie bandiere gialle in quel momento, con quella visibilità, era insufficiente oltreché inefficace. Ci voleva quanto meno la safety car. Una considerazione che a posteriori appare scontata ma che inevitabilmente aprirà la porta a una piccola rivoluzione.

Il presidente della Fia, Jean Todt, che sulla sicurezza nelle strade ha impostato l’intero suo

GIUDICE SPORTIVO

Il Cesena ha messo sotto contratto fino a fine stagione il 30enne attaccante portoghese Hugo Almeida.

UNDER 21

CICLISMO/PRESENTATA L’EDIZIONE 2015, DIMINUTI TRASFERIMENTI E TAPPE MASSACRANTI

Meno fatica, più star: il Giro tenta Nibali francese. Però mi piacerebbe. Certo. Molto dipenderà anche dalle condizioni del tempo al Giro». Già, il tempo pazzo di quest’anno può essere più determinante del tracciato proposto da Vegni & C. Sarà forse un’edizione meno “eroica” rispetto alle massacranti del passato, anche se alla fine i metri di dislivello da coprire saranno 44.000, ma comunque equilibrata e con tutte le caratteristiche per fare da sfondo eccellente alle grandi sfide che propone.

EUGENIO CAPODACQUA MILANO A FRESCA voce di Jasmine Thom-

L

pson, la tredicenne-fenomeno del mondo della canzone (700.000 followers su twitter, 80 milioni di visualizzazioni per la sua ultima canzone), risuona nel parterre del palazzo del ghiaccio milanese come un simbolo, un segnale preciso. Il Giro d’Italia, la più popolare manifestazione ciclistica nostrana vuole svecchiare, ringiovanire, trovare nuovi spunti e nuove strade. Senza dimenticare la tradizione. Se ci riuscirà o meno lo diranno le quattro settimane che vanno dal 9 al 31 maggio prossimo, intanto la corsa rosa si ripropone con una nuova veste. Partenza con una cronosquadre a Sanremo e arrivo (per celebrare l'Expo) a Milano dopo 3481 chilometri e 21 frazioni. Tappe equilibrate e nervose, spazio per sprinter (7 frazioni dedicate) e scalatori: 5 arrivi in salita con l’Abetone di Coppi già alla quinta, Campiglio e il ritorno di mitiche vette come il Colle delle Finestre (sterrato) e il Mortirolo. Rispetto anche per gli specialisti del tic-tac cui è dedicata la lunga tappa di Treviso (59,2km). E soprattutto minori trasferimenti.

«Nel rispetto dei corridori. In particolare di quelli che volessero doppiare l’impegno del Giro con quello del Tour», dice Maurio Vegni, “patron” della corsa rosa.

Il più determinato verso questo obiettivo è lo spagnolo Contador. Potrà contare sull’aiuto di uno specialista di eccellenza, quell’Ivan Basso che di Giri ne ha collezionati ben due (2006-2010). Il madrileno però non si sbilancia del tutto: «Vedremo anche dopo aver valutato il percorso

Corsa costruita pensando all’accoppiata col Tour: un messaggio anche per Contador (“Vorrei esserci”)

IL PERCORSO

Arrivo a Milano per l’Expo, c’è il Mortirolo Il prossimo Giro d’Italia si correrà dal 9 al 31 maggio, sarà lungo 3481 chilometri distribuiti in 21 tappe. Partenza con la cronosquadre di Sanremo, arrivo a Milano. Sette tappe per sprinter, per i cronomen la tappa di Treviso (59,2km). Cinque gli arrivi in salita, tra le montagne del mito Abetone, Campiglio, Mortirolo.

Penultimo giorno con Colle delle Finestre (la Cima Coppi, a quota 2178) con i suoi terribili 8 km di sterrato, seguiti da una picchiata e dall’ascesa verso il Sestriere: il Giro si deciderà lì. © RIPRODUZIONE RISERVATA

La prima? Spagna contro Italia.

Contador, plurivincitore di Tour e Vuelta, contro Nibali. È il cartello principale. Ma ci saranno anche altre battaglie. Tolti gli inglesi Froome e Wiggins dovrebbero esserci tutti gli specialisti delle grandi corse a tappe. Con gli spagnoli a reclamare in massa il proscenio. Dal murciano Valverde, al suo connazionale Rodriguez, al colombiano Uran (ieri elegantisimo con un farfallino rosa al collo: «Mi porterà fortuna»), a Fabio Aru rivelazione della stagione (3° al Giro, 5° alla Vuelta). Per lo scalatore di Villacidro il passo in avanti auspicato è la conquista della maglia rosa. E potrebbe entrare in conflitto con Nibali, suo compagno nell’Astana. Ma nulla è ancora sicuro.

«Sarà la squadra a decidere, per quanto mi riguarda non ci saranno problemi in ogni caso», dice il sardo con molta diplomazia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

STURARO LASCIA IL RITIRO Il centrocampista del Genoa Stefano Sturaro lascia il ritiro dell’Under 21 a causa dei postumi di una distorsione al ginocchio.

CICLISMO

L’ASTANA SI SOSPENDE In seguito alla rinuncia alle controanalisi di Maxim Inglinskiy, trovato positivo all'Epo, l'Astana, la squadra di Nibali e Aru, ha deciso di autosospendersi per otto giorni a partire dal Giro di Pechino. Secondo il presidente dell’Uci Cookson “la licenza del team per la prossima stagione potrebbe essere a rischio”.

TENNIS

SHANGHAI, CILIC ELIMINATO Atp Shanghai, 1° turno, Karlovic (Cro) b.

Cilic (Cro, foto) 7-5 2-6 7-6(2). Nella classifica mondiale, Fognini guadagna una posizione: è 17°.

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

R2 PROGRAMMI

62

ANTONIO DIPOLLINA

CANAL GRANDE

DA NON PERDERE

Una pizza aspettando Schettino...

GIUDICARE dalle reazioni sui social stavolta il bersaglio era grosso, e quindi il consenso non era di quelli generalizzati e facili da ottenere. Stavolta era la pizza e la pizza è più o meno come la mamma. E alla ripresa di Report, Milena Gabanelli ha mirato dritto il disco impastato, scoprendo — come per ogni bene di consumo esteso e a prezzi modici — magagne a non finire. Il giorno dopo non succede nulla come da slogan, anche perché il lunedì la pizza non è un bene primario — per il

A

ITALIANI Paolo Mieli conduce la serie sui personaggi che hanno dato lustro al Paese. Alcide De Gasperi il primo: vita, idee e visione politica dello statista vengono ripercorse con immagini delle Teche Rai e interviste inedite.

Rai Storia — 21.30

6.15 7.00 7.40 9.05 9.50 10.00 10.30 11.00 13.00 13.30 13.50 14.00 16.15 17.00 17.45 17.55 18.00 18.20 18.50 19.40 20.30 21.00 21.10 23.45 0.00 1.00 1.50 1.55 2.00 3.40 4.10

CANALE 5

SuperMax Tv Heartland - Tf Le sorelle McLeod - Tf Pasión Prohibida- Tf Spaziolibero Tg2 Insieme Meteo2 I fatti vostri Tg2 Giorno Tg2 Costume e Società Tg2 Medicina 33 Detto fatto Castle - Tf SuperMax Tv Rai Parlamento Telegiornale Tg2 Flash L.I.S. Meteo2 Rai Tg Sport Tg2 N.C.I.S. Los Angeles - Tf N.C.I.S. - Tf Tg2 20.30 LOL :-) Made in Sud Tg2 2Next Economia e futuro Party People Ibiza Meteo2 Appuntamento al cinema Amiche - con B. De Rossi, C. Koll Videocomic Università Telematica Internazionale UniNettuno

6.00 6.30 7.00 7.30 8.00 10.00 11.00 11.55 12.00 12.25 12.45 13.10 14.00 14.20 14.50 15.00 15.05 15.10 15.55 16.40 18.10 19.00 19.30 20.00 20.15 20.35 21.05 23.50 0.00 0.10 1.00 1.05 1.15 1.45 2.00

RaiNew Morning New Rassegna stampa Tgr Buongiorno Italia Tgr Buongiorno Regione Agorà Mi manda RaiTre Elisir. All’interno: 11.10 Tg2 Minuti Meteo3 Tg3 Tg3 Fuori Tg Pane quotidiano Il tempo e la Storia. La caccia alle streghe Tg Regione / Tg Reg. Meteo Tg3 / Meteo3 Tgr Leonardo Tg3 Lis Tgr Piazza Affari Terra nostra 2 - Tf Aspettando Geo Geo Meteo3 Tg3 Tg Regione / Tg Reg.Meteo Blob Sconosciuti Un poste al sole Ballarò - con M. Giannini Il candidato - Zucca Presidente: “La cipria” Tg3 Linea notte Tg Regione Meteo3 Rai Parlamento Telegiornale Speciale Gap Fuori Orario. Cose (mai) viste Rainews

GABANELLI Milena Gabanelli conduce “Report” su RaiTre

ITALIA 1

6.00 Prima pagina 7.55 Traffico / Meteo5 /Borse e Monete 8.00 Tg5 Mattina 8.45 Mattino Cinque 11.00 Forum 13.00 Tg5 / Meteo5 13.40 Beautiful - Soap 14.15 Centovetrine 14.45 Uomini e donne 16.15 Il segreto - Telenovela 17.00 Pomeriggio Cinque 18.00 Tg 5 minuti 18.45 Avanti un altro!

20.00 Tg5 Meteo5 20.40 Striscia la notizia - La voce dell’indecenza 21.10 Film: La fidanzata di papà - diE. Oldoini, con M. Boldi, S. Ventura, N. Bush 23.30 Dietro le quinte 23.35 Heroes - Lo sport nel cuore 0.50 Ciak Speciale 0.55 Tg5 Notte Rassegna stampa Meteo.it 1.25 Striscia la notizia - La voce dell’indecenza 2.00 Uomini e donne 3.30 Mercy - Tf 4.30 Tg5 Rassegna stampa Meteo.it 5.00 Media Shopping

7.05 7.30 8.25 10.20 10.25 12.25 13.00 14.05 14.35 15.00 15.45 15.50 16.40 16.45 18.30 19.20 21.10 23.00 1.45 2.10 2.25 2.40 4.20 4.35

RETE 4

La vita secondo Jim - Tf Mike e Molly - Tf The Closer - Tf Ciak Speciale Person of Interest - Tf Studio aperto Meteo.it Sport Mediaset I Simpson - Cartoni Futurama - Tf 2 Broke Girls - Sitcom Speciale Gotham Big Bang Theory - Sitcom Ciak Speciale Chuck - Tf Studio Aperto Meteo.it C.S. I. New York - Tf C.S. I. - Scena del crimine Tf The Following - Tf Sport Mediaset Studio Aperto - La giornata Media Shopping Top One Media Shopping Film: Riprendimi - di A. Negri, con A. C. rohnwacher, M. Foschi

6.20 6.50 7.20 8.15 9.40 10.45 11.30 12.00 13.00 14.00 15.30 16.30 16.55 18.55 19.35 20.30 21.15 23.20 1.45 2.05 2.40 4.35 4.50

5.55

LA SETTE

Media Shopping Zorro - Tf Hunter - Tf Cuore ribelle - Tf Carabinieri - Tf Ricette all’italiana Tg4. All’interno: Meteo 4 Detective in corsia - Tf La signora in giallo - Tf Lo sportello di Forum Hamburg Distretto 21 - Tf Ieri e oggi in tv Film: Passaggio di notte - di J. Neilson, con J. Stewart, A. Murphy Tg4. All’interno: Meteo Il segreto - Telenovela Tempesta d’amore - Telenovela Film: Rambo - di T. Kotcheff, con S. Stallone, R. A. Crenna Film: Il castello - di R. Lurie, con R. Redford, J. Gandolfini Tg4 Night News Modamania Film: Pasqualino settebellezze - di L. Wertmuller, con E. Vitale, F. Rey Media Shopping Film: Morte per procura (alla pensione Edelweiss) - di V. Merenda, O. F. Bartolini, con H. vidal, D. Addams Zig Zag

7.00 Omnibus - Rassegna stampa 7.30 Tg La7 7.55 Omnibus 9.45 Coffee Break 11.00 L’aria che tira - con M. Merlino 13.30 Tg La7 14.00 Tg La7 Cronache 14.40 Il commissario Maigret Serie Tv 16.30 La libreria del mistero Serie Tv 18.10 Il commissario Cordier Serie Tv

DEEJAY TV 15.00 Occupy Deejay 16.00 Fuori Frigo 16.30 Via Massena 2 16.55 Deejay Tg 17.00 Deejay Hits 18.20 Perfetti... ma non troppo 18.55 Deejay Tg 19.00 Giù in 60 secondi 19.50 London Ink 20.40 Lorem Ipsum 21.00 Fuori frigo 21.15 Microonde 21.30 Pascalistan 2 22.00 Deejay chiama Italia 23.00 Breaking Bad - Tf 0.00 Prison Break - Tf

LA EFFE 15.30 16.00 16.55 17.00

20.00 Tg La7

17.55

20.30 Otto e mezzo

18.55

21.10 diMartedì - con G. Floris 0.00 Tg La7 Night Desk 0.30 Coffee Break 1.45 Otto e mezzo (r) 2.35 L’aria che tira 5.20 Omnibus

19.45 19.55 20.05 20.15 21.10 23.10 1.10

RED - Il cercatore di tesori Grand Designs Al cinema con laeffe RED - Racconti dalle città di mare RED - Jamie Oliver: ricette a5€ RED - Bourdain: Cucine segrete RNews Dalla A a laeffe Al cinema con laeffe RED - Racconti dalle città di mare Film: Il sarto di Panama Film: Orwell 1984 Film: Gigantic

RAI ■ PREMIUM

■ RAI 4 6.00 6.30 6.50 7.20 8.05 8.50 9.35 10.20 11.20 12.05 12.50 13.35 14.20 15.05 15.50 16.35 17.20 17.25 18.10 18.55 19.40 20.25 21.10 22.45 23.05 0.55 1.00 2.50 2.55

Serial Webbers Mainstream 2013 Fumettology Sanctuary The Lost World Robin Hood Heroes Being Human Numbers La Vita Segreta di una Teenager Americana Joan of Arcadia Heroes Stargate Atlantis Doctor Who One Tree Hill La Vita Segreta di una Teenager Americana Rai News - Giorno Joan of Arcadia Robin Hood The Lost World Doctor Who Stargate Atlantis Film: History of Violence - di D. Cronenberg, con V. Mortensen, M. Bello Wonderland 2014 Film: Animal Kingdom - di Michod, con J. Frencheville, G. Pearce Anica Appuntamento al Cinema Film: Kick Ass - di M. Vaughn, con N. Cage, A. Johnson Rai News - Notte I Soprano

11.10 12.15 13.10 14.00 15.40 15.45 15.55 17.40 17.45 18.30 19.15 20.10 21.10 0.40 1.30

Un posto al sole Terra nostra - Telenovela Betty La Fea - Telenovela La nave dei sogni - Serie Tv Appuntamento al cinema Rai 54-14 Il commissario Rex - Serie Tv Rai News Giorno Potere e Passione - Soap Topazio- Telenovela Terra nostra - Telenovela Un medico in famiglia - Serie Tv Ballando con le stelle - Show 14° Distretto - Serie Tv Rai News Notte

■ MOVIE 10.25 Film: Febbre da cavallo - di Steno, con G. Proietti, E. Montesano 12.05 Film: The Hunter’s Moon - di R. Weinman, con K. Carradine, P. Hingle 13.55 Film: Figli di un dio minore - di R. Haines, con W. Hurt, M. Matlin 15.55 Film: La ragazza delle balene - di N. Caro, con K. Castle-Hughes, R. Paratene 17.40 Rai News Giorno 17.45 Film: Il conte Tacchia - di S. Corbucci, con E. Montesano, N. Davoli, V. Gassman 19.40 Film: Acapulco, prima spiaggia... a

21.15 23.00 1.00 1.05 1.10 3.15

sinistra - di S. Martino, con G. Sammarchi, A. Roncato, S. Marchini Film: Cocktail - di R. Donaldson, con T. Cruise, E. Shue Film: L’uomo nero - di S. Rubini, con R. Scamarcio, V. Golino, S. Rubini Rai News Notte Appuntamento al cinema Film: Shanghai Dreams - di W. Xiaoshuai, con Y. Gao, B. Li Film: Via da Las Vegas - di M. Figgis, con N. Cage, E. Shue

■ RAI 5 14.05 15.05 15.15 18.00 18.05 18.55 19.55 20.40 21.15

Mari del Sud Appuntamento al cinema Don Chisciotte alla Scala - Opera Rai News Giorno David Letterman Show I giardini più belli del mondo Divini Devoti Passepartout Film: Il mio amico giardiniere - di J. Becker, con D. Auteuil, J. P. Darroussin 23.10 David Letterman Show 0.00 Ghiaccio bollente 1.05 Rai News Notte

GIALLO

MEDIASET PREMIUM

■ CINEMA 8.20 La battaglia dei tre regni - di J. Woo Premium Cinema 9.05 Ghost Rider - spirito di vendetta - di M. Neveldine, B. Taylor Premium Cinema Energy 9.40 Blonde Ambition - di S. Marshall Premium Cinema Emotion 10.45 Jarhead - di S. Mendes Premium Cinema Energy 10.45 Il destino di un guerriero -Alatriste - di A. D. Yanes Premium Cinema 12.10 La stanza di Marvin - di J. Zaks Studio Universal 13.05 Milk - di G. Van Sant Premium Cinema 14.20 Il club degli imperatori - di M. Hoffman Studio Universal 15.10 Universitari - Molto più che amici - di F. Moccia Premium Cinema 16.55 Pacific Rim - di G. Del Toro Premium Cinema

FOCUS 16.00 16.50 17.45 18.40 19.30 20.25 20.50 21.15 21.40 22.05 22.30 23.00

Crescere...

Una notte al museo Come funziona l'Universo?

Mega navi Il destino del pianeta Terra Come è fatto Come è fatto Alieni: nuove rivelazioni Alieni: nuove rivelazioni Alieni: nuove rivelazioni Alieni: nuove rivelazioni Inquisizione: racconti del terroreV 23.50 Jeff Corwin: visti da vicino 00.40 I giganti dell'ingegneria

17.00 Caccia al ladro - di A. Hitchcock Studio Universal 17.05 Two Sisters - di K. Ji-Woon Premium Cinema Energy 17.25 Beginners - di M. Mills Premium Cinema Emotion 18.50 Prima ti sposo, poi ti rovino - di J. Coen Studio Universal 19.05 State of Play - di K. Macdonald Premium Cinema Energy 19.15 Charlotte Gray - di G. Armstrong Premium Cinema Emotion 21.15 Une rencontre - di L. Azuelos Premium Cinema 21.15 The Company - di R. Altman Premium Cinema Emotion 21.15 The Departed - Il bene e il male - di M. Scorsese Premium Cinema Energy 21.15 Il colpo - di D. Mamet Studio Universal 23.10 North Country - Storia di Josey - di N. Caro Premium Cinema Emotion

CIELO 14.30 15.15 15.30 16.30 17.30 18.30 19.15 19.45 20.15 20.45 21.10 22.15 23.15 1.15

MasterChef Usa SkyTg24 mezzogiorno MasterChef Usa Fratelli in affari Buying & Selling Fratelli in affari Affari al buio - Texas Affari al buio Affari di famiglia Affari di famiglia MasterChef Italia MasterChef Italia Anna, quel particolare piacere Giovannona Coscialunga disonorata con onore

06.00 06.40 07.25 08.10 09.00 09.50 10.50 11.40 12.30 13.30 14.20 15.15 16.10 17.00 17.50 18.30 19.25 20.15 21.05 21.55 22.45 23.35 00.30

TV2000 6.55 Rosario dal Santuario di Pompei 10.55 Quel che passa il convento 12.00 Il punto del giorno 12.05 Formato Famiglia 17.30 Il diario di Papa Francesco 19.00 L' Ispettore Derrick 20.00 Rosario da Lourdes 20.30 TGtg 21.00 Il cilindro - di E. De Filippo 22.30 Speciale Retroscena

JAG - Avvocati in divisa JAG - Avvocati in divisa Matlock Matlock Wolff, un poliziotto a Berlino Wolff, un poliziotto a Berlino Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Giudice Amy Giudice Amy Matlock Matlock Matlock Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Law & Order - I due volti della giustizia Solved - 1^TV Solved - 1^TV Bones Bones Bones

REAL TIME 15.15 16.15 16.45 17.15 18.10 18.40 19.10 19.40 20.10 21.10 22.10 23.05 00.05 01.05

Tabatha Mani di Forbice Abito da sposa cercasi Abito da sposa cercasi Quattro matrimoni Pazzi per la spesa Pazzi per la spesa Pazzi per la spesa Pazzi per la spesa Cucine da incubo USA Hotel da incubo Food Fighters Bake Off Italia: dolci in forno Malattie misteriose Chirurgia XXL: Intervento estremo

SATELLITE

DIGITALE TERRESTRE

6.30 Tg1 Previsioni sulla viabilità / CCISS Viaggiare informati 6.45 Unomattina. All’interno: 6.55 Rai Parlamento/ 7.00 / 8.00 / 9.00 Tg1; all’interno Che tempo fa; / 7.30 Tg1 L.I.S. / 9.30 Tg1 - Flash 10.00 Storie vere 11.00 Tg1 11.05 Che tempo fa 11.10 A conti fatti 12.00 La prova del cuoco 13.30 Telegiornale 14.00 Tg1 Economia 14.05 Dolci dopo il Tiggì 14.40 Torto o ragione?

16.00 La vita in diretta Che tempo fa 16.30 Tg1 18.50 L’eredità - con C. Conti 20.00 Telegiornale 20.30 Affari tuoi 21.10 Carosello Reloaded 21.15 Un’altra vita - con V. Incontrada, D. Liotti, C. Bocci Tg1 60 secondi 23.25 Porta a Porta 1.00 Tg1 Notte 1.30 Che tempo fa 1.35 Sottovoce 2.05 Real School 2.35 Mille e una notte - Memoria “Il segno del comando”

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RAI 3

RAI 2

RAI 1

prossimo weekend c’è caso che i ricordi sbiadiscano. Più inquietante la seconda parte sui mancati controlli ai pacemaker.

A Report si muovono sempre su più tonalità: le forconate all’impossibile (la pizza) sperando che qui e là migliori qualcosa prima o poi, la denuncia precisa su cose che nessuno sa e, in arrivo domenica, la magagna suprema — ci sarà la Concordia e nelle anticipazioni è sbucato il faccione abbronzato di Schettino in intervista diretta.

SKY [servizio a pagamento]

■ CINEMA MATTINA 09.10 Glory Road - Vincere cambia tutto - di J. Gartner Sky Cinema Hits HD 10.05 Piovono polpette 2 - La rivincita degli avanzi - di C. Cameron Sky Cinema 1 HD 11.15 Le avventure di Taddeo l'esploratore - di E. Gato Sky Cinema Family HD 11.50 Lettere d'amore - di M. Ritt Sky Cinema Passion 12.05 Fredda è la notte - di T. Chun Sky Cinema 1 HD 12.50 Frank qua la zampa - di D. Cheney Sky Cinema Family HD 12.50 Le 5 leggende - di P. Ramsey Sky Cinema Hits HD

■ CINEMA POMERIGGIO

■ CINEMA SERA

■ CINEMA NOTTE

14.20 Classe mista 3 A - di F. Moccia Sky Cinema Comedy 14.30 Il primo amore di Anne - di A. Sewitsky Sky Cinema Family HD 16.40 Jack Reacher - La prova decisiva - di C. McQuarrie Sky Cinema Hits HD 17.05 I lunghi giorni delle aquile - di G. Hamilton Sky Cinema Classics 17.20 Redemption - Identità nascoste - di S. Knight Sky Cinema 1 HD 17.30 Sognando la California - di C. Vanzina Sky Cinema Comedy 17.35 La rivincita di Klara - di A. Moberg Sky Cinema Family HD

21.00 Made in Italy - di N. Loy Sky Cinema Classics 21.00 Il mio amico Ted - di S. Levy Sky Cinema Family HD 21.00 Thunderbolt - Gara mortale - di G. Chan Sky Cinema Max HD 21.00 Chocolat - di L. Hallström Sky Cinema Passion 21.00 Comic Movie - di E. Banks Sky Cinema Comedy 21.10 The Expatriate - In fuga dal nemico - di P. Stolzl Sky Cinema 1 HD 21.10 Gli infedeli - di J. Dujardin Sky Cinema Hits HD 22.40 I segreti della lettera - di S. Van Dusseldorp

Sky Cinema Family HD 22.40 Amore oggi - di G. Fontana Sky Cinema Comedy 23.00 Alla ricerca di Jane - di J. Hess Sky Cinema 1 HD 23.00 Gone Baby Gone - di B. Affleck Sky Cinema Hits HD 23.00 Mission. Impossible III - di J.J. Abrams Sky Cinema Max HD 23.10 Come l'acqua per il cioccolato - di A. Arau Sky Cinema Passion 23.20 Rio Bravo - di J. Ford Sky Cinema Classics 00.05 Laguna blu. Il risveglio - di M. Salomon Sky Cinema Family HD

20.45 Calcio: Juventus - Roma Serie A Sky Supercalcio HD 21.00 Calcio: Atletico Madrid - Juventus UEFA Champions League Sky Sport 1 HD 21.00 Falcao I Signori del Calcio Sky Supercalcio HD 21.30 Rossi I Signori della Moto Sky Sport 2 HD 21.30 Marco Reus Bundesliga Special Sky Supercalcio HD 21.45 Boxe: D. Rojas - A. Hernandes Mondiale Pesi SuperpiumaEuroSport HD 22.00 Speciale Ottobre Watts Eurosport 2 22.00 Rugby: Argentina - Australia The Rugby

Championship Sky Sport 2 HD 22.00 Gr. 7 Serie B Remix Sky Supercalcio HD 22.30 Gr. 6 Serie A Remix Sky Supercalcio HD 23.00 Motori: GT Academy Masterclass EuroSport HD 23.00 Tennis: Torneo WTA di Linz Eurosport 2 23.00 Ep. 3 Codice Rosso - Lo Stato del Calcio Sky Sport 1 HD 23.00 Wrestling: Ep. 15 WWE Superstars Sky Sport 2 HD 23.00 Calcio: Juventus - Roma Serie ASky

Supercalcio HD 23.15 Speciale Sebastien LoebEuroSport HD 23.30 World Touring Car Championship EuroSport HD 23.30 Ep. 5 Preview Champions League Sky Sport 1 HD 23.45 Motori: Parigi Motor ShowEuroSport HD 00.00 Gr. 7 Serie B Remix Sky Sport 1 HD 00.00 Ep. 32 MotorSport Sky Sport 2 HD 00.00 Calcio: Atletico Madrid - Juventus UEFA Champions League Sky Sport 3 HD

14.00 Strega per amoreFox Retro 15.15 New GirlFox HD 15.25 I maghi del garageNational Geographic Channel 15.30 I Jefferson Fox Retro 15.45 CSIFox Crime HD 15.45 The Good Wife Fox Life 16.10 Non fidarti della str*** dell'interno 23 Fox HD 16.25 Lupi di mare National Geographic Channel 16.30 I JeffersonFox Retro 16.35 CSI Miami Fox Crime HD 16.40 American Dad Fox HD 16.45 Grey's Anatomy Fox Life 18.25 Strega per amore Fox Retro

18.25 Alaska. Nelle terre estreme. la sfida National Geographic Channel 18.30 How I Met Your Mother Fox HD 18.40 In Cucina con GialloZafferanoFox Life 19.00 How I Met Your Mother Fox HD 19.00 La Tata Fox Retro 19.05 Sex & the City Fox Life 19.15 NCIS Fox Crime HD 19.20 I Simpson Fox HD 19.25 Megafabbriche National Geographic Channel 19.30 La Tata Fox Retro 19.35 Sex & the City Fox Life 19.45 I Simpson Fox HD 20.00 I Jefferson Fox Retro 21.00 Perception Fox HD

21.00 21.00 21.00 21.50 21.55 21.55 21.55

■ SPORT 19.00 Ep. 2 Codice Rosso - Lo Stato del Calcio Sky Sport 1 HD 19.00 Wrestling: Ep. 16 WWE Domestic Raw Sky Sport 2 HD 19.00 Tennis: ATP World Tour Masters 1000 Shanghai Sky Sport 3 HD 19.30 Ep. 5 Preview Champions League Sky Sport 1 HD 20.00 Gr. 7 Serie B Remix Sky Sport 1 HD 20.00 Ep. 2 Goal Deejay EuropaSky Supercalcio HD 20.30 Cricket: Champions League Twenty20 Eurosport 2 20.30 Gr. 6 Serie A Remix Sky Sport 1 HD

FOX 11.00 11.00 12.00 12.10 12.30 12.35 12.55 12.55 12.55 13.00 13.55 13.55 14.00 14.00

Cold CaseFox Crime HD Mary Tyler MooreFox Retro Tre cuori in affittoFox Retro How I Met Your Mother Fox HD Tre cuori in affitto Fox Retro How I Met Your MotherFox HD ProfilingFox Crime HD Grey's Anatomy Fox Life Cacciatori di gemmeNational Geographic Channel I Jefferson Fox Retro Sex & the City Fox Life Muoviti o muori National Geographic Channel I GriffinFox HD Profiling Fox Crime HD

22.00 22.45 22.45 22.55 23.00 23.55

CSI New YorkFox Crime HD BonesFox Life Hazzard Fox Retro True Blood Fox HD CSI New YorkFox Crime HD BonesFox Life 10 modi per estinguersi National Geographic Channel Hazzard Fox Retro The Big Bang Theory Fox HD Cucine da incubo Fox Life Gli anni '90National Geographic Channel I JeffersonFox Retro Cacciatori di gemme National Geographic Channel

METEO

la Repubblica MARTEDÌ 7 OTTOBRE 2014

63