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Brescia e Milano, gli effetti di una legge pasticciata ed iniqua Di Guglielmo Loy, Segr. Conf. UIL Le vicende relative a Brescia e Milano, dove immigrati a cui è stata respinta la domanda di emersione del settembre 2009 ed a rischio di espulsione, stanno ricorrendo a forme estreme di protesta, sono purtroppo il risultato di una maniera iniqua e pasticciata con cui in Italia viene trattato il tema immigrazione. In effetti la legge 102/2009, che ha promosso l’emersione dal lavoro irregolare di quasi 300 mila colf e badanti, sospendeva i procedimenti penali ed amministrativi di datori di lavoro e lavoratori extra UE che facevano la domanda. L’accettazione della stessa doveva estinguere detti procedimenti. Illusi da queste norme, migliaia di lavoratori stranieri (anche precedentemente colpiti da decreto di espulsione) hanno trovato un datore di lavoro disponibile a fare la richiesta di emersione, spesso pagando di tasca propria i 500 euro di contributo forfettario previsto (e forse molto di più ai datori di lavoro di comodo) per poi ritrovarsi ad avere la richiesta respinta in quanto già espulsi o perché il datore di lavoro non si presenta a confermare l’assunzione. Su questa vicenda, sentenze dei Tar si sono espresse in maniera differenziata. Poi, a marzo 2010 la circolare Manganelli ha deciso di escludere dalla regolarizzazione gli immigrati che abbiano subito la doppia espulsione (che prevede di per sé possibili condanne a pene superiori ai tre anni di reclusione). A settembre 2010, infine, il Consiglio di Stato ha sentenziato a favore dell’esclusione. Noi non vogliamo entrare nel merito di decisioni prese dalla magistratura, anche se consideriamo il pacchetto sicurezza un insieme di norme fortemente discriminatorie nei confronti dei cittadini stranieri. Quello che critichiamo è soprattutto la maniera pasticciata con cui si adottano provvedimenti confusi, che finiscono per essere contraddetti da norme o sentenze successive, cambiando di fatto le regole del gioco a gioco iniziato. Nella legge 102/2009, infatti, si dice solo che è escluso dalla procedura di emersione chi ricade nell’ambito dell’art.12 del T.U. sull’immigrazione (scafisti e colpevoli di tratta), non si escludono esplicitamente gli immigrati con doppia espulsione. Nella confusione delle norme, migliaia di stranieri hanno aderito alla procedura di emersione spendendo migliaia di euro per poi essere beffati. Da qui la loro disperazione di oggi ed il ricorso a forme estreme di protesta. Come UIL siamo dalla parte della legalità, ma non dell’uso di comodo di norme a rischio discriminatorio o punitivo per chi era già presente in Italia prima dell’entrata in vigore del pacchetto sicurezza. Oggi la situazione rischia di esplodere e forme di protesta estrema rischiano di moltiplicarsi, in assenza di proposte di soluzione ragionevoli. Chiediamo dunque al Governo di prendere in mano la situazione e trovare una soluzione per chi è soprattutto una vittima dell’incapacità italiana a governare l’immigrazione. Troviamo subito una soluzione equa e ragionevole, prima che la disperazione diventi tragedia. Roma, 11 novembre 2010


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