PROGETTI
Speleologia e Innovazione Progetto di rilevamento e monitoraggio del dispendio energetico durante l’attività speleologica Giorgia Antoni1,3 - Andrea Rinaldi1,3 - Valerio Tuveri2
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a speleologia, anche se non può essere considerata uno sport di massa, conta decine di migliaia di praticanti in tutto il mondo. Solo in Italia sono note circa quarantamila grotte (Catasto Nazionale delle Grotte d’Italia) che, oltre agli usi ricreativi, sono un laboratorio naturale dove gli scienziati di diverse discipline (biologia, geologia, idrogeologia, ingegneria, etc.) svolgono le loro attività di ricerca. La speleologia, nonostante questa intensa frequentazione umana delle grotte, non viene ritenuta un’attività sportiva ma piuttosto di tipo amatoriale. È nostra convinzione, al contrario, date le caratteristiche peculiari dell’ambiente ipogeo e le condizioni psico-fisiche alle quali vengono sottoposti gli speleologi, che la pratica di questa disciplina debba essere considerata uno sport a tutti gli effetti. Per contribuire a cambiare punto di vista e colmare le lacune conoscitive esistenti abbiamo valutato l’attività speleologica sotto il profilo scientifico cercando di sviluppare e approfondire un’idea innovativa. Il nostro obiettivo principale è stato la determinazione del dispendio energetico (cioè delle calorie) attraverso l’utilizzo di specifici strumenti portatili chiamati metabolimetri (nello specifico Multisensore Armband Bodymedia Sensewear Fit Core), finora mai utilizzati in speleologia. Fin dagli anni ‘50 gli stessi assidui frequentatori delle grotte hanno cercato di valutare quanta energia consuma uno speleologo nello svolgimento della sua attività e, quindi, quante calorie è necessario fornire col cibo per mantenerlo in perfetta efficienza. Le conoscenze (e opinioni) in merito alla stima del fabbisogno energetico dello speleologo variano a seconda dell’interpretazione dei gruppi speleo e delle esperienze dirette, tutte indagini che hanno avuto in comune il tentativo di razionalizzare l’alimentazione dello speleologo. Il nostro Progetto Dispendio Energetico è nato con l’intento di individuare sì le eventuali caratteristiche fisiche comuni a chi pratica la speleologia, ma soprattutto determinarne l’effettiva spesa energetica (mediante metodiche e strumentazioni di nuova concezione) e stabilire il fabbisogno nutrizionale ed energetico che questa attività richiede, contribuendo allo
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stesso tempo all’acquisizione di conoscenze più specifiche nell’ambito della fisiologia dello sport applicata alla speleologia.
Attraverso la storia A partire dagli anni ’50 la speleologia ha coinvolto un numero sempre maggiore di appassionati. Nonostante questo, le conoscenze circa l’attività fisica - associata ai processi fisiologici in questo speciale ambiente - risultavano (e sono tuttora) limitate. I valori approssimativi del fabbisogno energetico venivano ottenuti per interpolazione, confrontando il lavoro muscolare dello speleologo paragonato a quello di altre attività considerate affini, come per esempio l’alpinismo. Un metodo empirico ampiamente utilizzato prevedeva che lo speleologo entrasse in grotta con una razione di cibo a contenuto calorico noto; il confronto del peso del soggetto, prima e dopo l’escursione, permetteva una stima del consumo calorico e dell’adeguatezza dell’alimentazione. La prima esperienza ‘speleo-dietetica’ italiana è stata realizzata dallo Speleo Club Roma all’abisso Berger
Gruppo Speleo Archeologico Giovanni Spano Cagliari Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Cagliari
Speleologia 74 giugno 2016
www.speleologiassi.it/74-energie
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