Speleologia n. 58 - giugno 2008

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N Bus del Giazz

Storie di ordinaria speleologia Un ricordo del Bus del Giazz

F

u durante un fine settimacconcretezza. Quale migliore L’interesse della narrazione di Tono non è nelooccasione di una lezione-proiena dell’estate 1980, il 13 e la riconoscibilità dell’autore (tra i fondatori e zzione sulla speleologia, seguita 14 giugno, per l’esattezza. Neldda un’uscita pratica? l’elenco delle uscite del Gruppo presidente de La Venta), ma nel valore del racL Speleologico Padovano si legge: La lezione la tenemmo verso conto, nella sua profonda e leggera verità. La a Grotta del Sieson - Parteciaprile, e l’uscita didattica fu trasmissione di una passione non può esserci oorganizzata il 23 maggio al panti: A. Belotti, A. De Vivo senza passione. Possiamo sezionare la pratica B + classe V del Liceo Scientifico Bus della Rana, nel vicentino. e la conoscenza speleologica in tante parti di N Nievo di Padova; uscita “didat-Nel libro delle uscite del GSP ragione, ma se togliamo la vita, la parte più ssi legge Partecipanti: A. De tica”. Le virgolette non furono indicibile, trasmettiamo nozioni ed istruzioni V messe a caso, e a distanza di Vivo, R. Voltan + 22 allievi d tanti anni non hanno perso di della classe V + 1 insegnante morte. Forse occorre sottrarre, cercare il semddel citato liceo. Portammo il significato. Anzi. Si trattò di plice, il naturale. L’apprendimento artigiano. ggruppo fino alla Sala della una di quelle uscite speleoloNon ti dico cos’è, lo condividiamo. I ragazzi SScritta e tornammo per il giche da raccontare ai nipoti che scendono la voragine, con anche l’inseR e che solo un tempo potevano Ramo delle Marmitte, un gnante di Scienze: una pagina memorabile. cclassico delle uscite didattiche. aver luogo, e anche allora eranoo L’insegnante stessa diventa metafora della raU “border line”; su, o forse oltre, Un accompagnatore per 11 zionalità che cerca di arginare l’impulso. Scoaallievi non è proprio il rapporto il sottile limite che separava ooggi consigliato dalla normatiselvaggia consuetudine e follia. prendo di poterci convivere. I ragazzi vanno vva, ma la grotta è orizzontale, Ripetere oggi la stessa esperienzaa inconsapevoli, intrecciano avventura, sbronza, e a parte l’attraversamento del è al di là dell’immaginabile. I probabili flirt. Ma tengono la vita tutta insieme, L responsabili verrebbero probaLago di Caronte si tratta di con ostinazione. ccamminare e di bagnarsi. Fu bilmente cacciati in galera, in Ho pensato agli attuali corsi di speleologia. uun successo, tanto che si decise celle di cui si auspicherebbe la Forse serve ritrovare senso oltre all’atto dovuto. sseduta stante di effettuare una perdita delle chiavi. Ma quelli Ascoltare per dare risposte. E, ancora, condisseconda uscita, in cavità vererano altri tempi davvero, sia tticale, questa volta. Decidemper le assolute innocenti certezzee videre. m dei pochi anni sulle spalle di mo per la Grotta del Sieson, Max Goldoni nnel comune di Rotzo, sempre chi scrive, sia per l’atmosfera nnel vicentino, conosciuta da di entusiasmo che avvolgeva la nuova era della speleologia su corda, sia ancora per la tutti come Bus del Giazz, dato che il suo secondo pozzo è carenza di rigide regolamentazioni sulle uscite “didattiche” parzialmente riempito da una fantastica colata di ghiaccio in grotta, anche quelle organizzate dalle scuole. fossile. Il Bus del Giazz era la nostra palestra di speleologia. Io e il Belotti praticavamo speleologia da oltre un quinIl doppio accesso, che permetteva una calata di 60 metri nel quennio, eravamo nel soccorso, passavamo più domeniche in vuoto oppure di una trentina contro parete e i giochi che la grotta e in montagna (molte di più) che con la morosa. Mio luce creava sul cono detritico del fondo rendevano la grotta fratello Roberto, di tre anni più giovane, frequentava allora particolarmente affascinante e adatta a uscite di allenamenla classe V del liceo scientifico Nievo di Padova. Il mio to e di tecnica. Vi eravamo quindi scesi davvero molte volte, entusiasmo per il mondo delle grotte iniziava a catturare col gruppo e col soccorso, che in quegli anni muoveva i suoi un po’ anche lui, che assieme a un suo carissimo compagno primi passi. di classe avrebbe partecipato nel giro di pochi mesi al corso Il nostro progetto iniziale era quello di portare l’intera classe di speleologia. Al liceo era docente di scienze la professoressa sul fondo del primo pozzo, su scaletta ovviamente, scendenDaniela Bovi, una di quelle insegnanti entusiaste di nuove do dall’ingresso più basso. Poi però pensammo che sarebbe iniziative, di tutti quei progetti che permettono alla mastato davvero un peccato non far vedere anche il pozzo nel teria di uscire dalle pagine dei libri e acquisire impagabile ghiaccio, almeno ai più arditi degli alunni. Ma non basta-

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