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Tempi solcati
Il peso del comando Due anni alla guida della SSI
Sono passati ormai due anni da quando, raccogliendo la sfida, mi sono candidato alla presidenza della nostra società e sono stato eletto. Due anni nei quali ho avuto modo di capire, a mie spese, che non solo non tutto è rosa, ma che anzi le difficoltà superano di gran lunga le soddisfazioni. Vi chiederete dove vuole parare questo intervento. Che cos’è, il testamento del Marchesi? No, non lo è; però è un tentativo di tracciare un consuntivo, non tanto di quello che ho fatto e di quello che in realtà avrei potuto fare, quanto di come l’ho fatto e di come in realtà avrei potuto farlo. Questo per cercare magari di capire se è il caso di continuare oppure se è meglio fermarsi, passando la mano. Ma andiamo con ordine.
La partenza non è stata assolutamente facile. Qualcuno ha sostenuto, e sostiene, che sono un “non speleologo” e che oltretutto non faccio nemmeno parte del mondo accademico; passi, ma la cosa che mi ha dato più fastidio - e che mi è stato rinfacciato proprio apertamente - è che sono troppo “democratico”! Non avrei “le palle”, non sarei un duro e, guarda caso, non sarei abbastanza “stronzo”. Ecco perché avrei dovuto lasciar perdere.
E in effetti da parte mia ho cercato il dialogo, ho mantenuto un basso profilo, ho cercato di smorzare le polemiche, ho dato spazio ai
miei consiglieri; non ho neanche approfittato dei possibili editoriali da pubblicare su Speleologia per lanciare proclami a sostegno delle mie posizioni. Ho ricevuto mail tantissime persone; a molti ho risposto con lo stesso metodo, con molti altri ho preferito il contatto telefonico diretto oppure l’incontro de visu. Non ho il collegamento con skipe a casa e non amo tenere videoconferenze, privilegiando i rapporti umani diretti; per questo, ad esempio, non ho dialoghi frequenti con persone come Badino che invece prediligono questi mezzi tecnologici. Ho sempre cercato, e ci sono riuscito, di essere presente a tutte le riunioni del Consiglio, spostandomi su e giù per l’Italia. Così facendo, ho cercato di portare verso la base quelli che in genere vengono considerati i vertici, anche se personalmente non mi sono mai considerato parte di un vertice; anzi, ho sempre pensato che senza l’aiuto di tutti gli speleologi è difficile portare avanti qualcosa di positivo.
Una serie di “sfighe” colossali mi ha però poi costretto a lavorare a ritmi ridotti, obbligandomi ad inseguire continuamente gli eventi invece di guidarli. Ho perso un consigliere per strada e altri per problemi contingenti hanno dovuto limitare la propria attività. Quasi tutte le persone che sono nel Consiglio Direttivo rivestono quantomeno un doppio incarico in SSI, e sopportano un carico di lavoro che ucciderebbe un dopato… figurarsi le persone normali, quali essi sono, e che avrebbero diritto anche ad una vita privata.
Ma parliamo anche dei soldi. La situazione finanziaria è sempre sotto controllo, nel senso che cerchiamo di non contrarre debiti. Ma senza entrate straordinarie, limitandoci a gestire quanto ci viene dalle quote sociali e dall’attuale contributo ministeriale, abbastanza modesto, si riesce a far funzionare solo lo stretto necessario. Quindi niente rimborsi a nessuno, neanche per le spese viaggio, niente soldi per le commissioni e, soprattutto, niente soldi per progetti. Qualcuno sostiene che non è una questione di soldi, ma nella realtà come faccio a finanziare le idee, che pur ci sono, se a malapena riesco a non far indebitare la Società?
Qualcuno vola alto e vorrebbe trasformare la SSI dall’attuale società di servizi per i soci in un ente preposto a guidare la speleologia nazionale. Bella frase, e infatti mi sono reso conto che è molto semplice limitarsi a trovare le parole giuste e gli slogan per buttarsi a capofitto in iniziative oniriche: la difficoltà sta poi nel concretizzare tali iniziative. Altri vorrebbero una organizzazione nazionale speleo-scientifica forte, che possa radunare e incentivare gli speleologi più motivati e capaci. In quest’ottica, criticano il nostro essere che a loro modo di vedere corrisponde ad un’ottusa confraternita che ha tarpato e continua a tarpare le ali ai migliori e che,
invece di proporre progetti unificanti, impiega il suo tempo nel tentativo di screditare con “antipatiche maldicenze” gli speleologi per eccellenza, cioè gli esploratori. Quindici anni vissuti da segretario SSI mi dicono che non è così. Lungi da me negare che magari talvolta si possa aver ecceduto in alcuni giudizi poco lusinghieri su qualche persona, mi sembra però un po’ esagerato trasformare il singolo caso in una linea di azione voluta e continuata nel tempo. Se dovessi chiedere singolarmente a tutti gli speleologi italiani, nostri soci o meno, che cosa dovrebbe essere la nostra Società Speleologica Italiana e di cosa dovrebbe occuparsi in particolare, sono sicuro che riceverei migliaia di risposte diverse, e quindi sarebbe proprio un bel dilemma scegliere la strada giusta da seguire.
Dopo queste parole, che potrebbero anche essere considerate come uno sfogo, è giunto il momento di arrivare a delle conclusioni. Avrete capito che molte volte mi sono sentito un pesce fuor d’acqua e che spesso mi sono fatto guidare dal mio istinto. Però in questo ultimo anno del mandato, nel quale potrò fare il presidente a tempo pieno - visto che ho terminato la mia carriera lavorativa - una volta risolti alcuni problemi di ordine pratico, mi impegnerò su alcuni punti per me essenziali quali il coordinamento generale, la didattica e l’editoria. Sono temi che Giovanni Badino mi ha costantemente sollecitato; in realtà le sue richieste sono state simili all’azione della goccia sulla roccia, gutta cavat lapidem. È fuori dubbio però che questi tre argomenti richiedono un grande sforzo collettivo. Da parte mia e del mio Consiglio c’è l’impegno a proseguire con rinnovato entusiasmo e con maggior coinvolgimento. Ma a voi, cari Soci, è richiesta una maggiore partecipazione.
Ho già detto che da soli non si va da nessuna parte: lo ribadisco, ed aggiungo che tante volte però ci siamo sentiti veramente abbandonati e in perfetta solitudine. Proprio per questo abbiamo bisogno di aumentare il gruppo di persone che credono nella Società e per essa s’impegnano e lavorano. Tempo fa ho scritto che la SSI siamo tutti noi: non è solo uno slogan, è la realtà. Se volete che il mondo sotterraneo abbia un suo spazio e una visibilità in “superficie”, e che quello che noi speleologi siamo e facciamo sia riconosciuto, dobbiamo lavorare duro e tutti insieme.
Voglio concludere queste mie riflessioni riprendendo un tema che periodicamente viene alla ribalta, anche recentemente sulla nostra lista Speleoit, ovvero “Cos’è la speleologia vera? E chi decide cos’è?” A tal proposito, mi piace riportare la definizione che Andrea Gobetti ha dato ad alcuni studenti in occasione di un incontro a margine della manifestazione Trias che si è svolta a Castelnovo ne’ Monti in provincia di Reggio Emilia lo scorso mese di ottobre: «Si, io sono uno speleologo, perché ho scoperto delle grotte, perché ho visitato delle grotte, perché ho esplorato delle grotte, perché sono andato in giro per il mondo cercando delle grotte… e poi le ho raccontate, facendo bene la seconda parte della parola speleologia che, come tutti sapete, significa “discorso sulle grotte”. Penso che questo pensiero sia la sintesi di quello che dovrebbe essere la speleologia, e che in realtà è sempre stata: un connubio di forze tra esploratori e divulgatori, figure che, nel migliore dei casi, coincidono. Quello che comunque ci dovrebbe tenere uniti è , nel bene e nel male, il nostro amore per il mondo sotterraneo, anche se molte volte sentimenti negativi quali invidia, odio e scarsa elasticità mentale ci annebbiano la mente facendocelo passare in secondo ordine.
Alla fine di queste mie riflessioni una cosa mi è apparsa chiara: che io sia o non sia un grande esploratore, che io sia o non sia un grande divulgatore, sono comunque uno che da circa trent’anni frequenta e ama le grotte, che si è riconosciuto negli ideali della Società Speleologica Italiana e che ha fatto diventare questa passione uno degli scopi principali della propria vita. Mi ritengo dunque fortunato perché faccio parte di quel ristretto numero di persone che hanno la possibilità di entrare nel mondo delle grotte, un mondo che tutti dovrebbero poter conoscere, ma che pochi possono in realtà frequentare. Ecco quindi che dobbiamo sforzarci di portare “in superficie” le nostre esplorazioni e le nostre conoscenze, ma anche le nostre motivazioni e le nostre sensazioni.
Giampietro Marchesi
Maggiore impulso alle biblioteche di Gruppo grazie al nuovo catalogo della Biblioteca Anelli Parte il progetto Speleoteca Un nuovo software per la consultazione e l’aggiornamento via rete del patrimonio librario della speleologia italiana
Da questo mese se digitate www. cds.speleo.it troverete una grande novità. Un nuovo database on-line che offre notevoli vantaggi rispetto al vecchio “Biblio 2000”. Le novità non sono solo dal “lato utente” con la possibilità di fare interrogazioni più complesse e con una guida esaustiva sulle procedure di interrogazione, ma anche per ciò che riguarda la dimensione del database che potrebbe riunire in un unico Opac le varie biblioteche speleologiche presenti in Italia. Qualcuno ricorderà che sul 55 di Speleologia si era annunciato l’ingresso in SBN della Biblioteca Anelli, fatto che ha dato prestigio e valore aggiunto alla biblioteca di Bologna, ma che non soddisfa pienamente le specificità della consultazione dei documenti in ambito speleologico. In altre parole la lacuna da colmare è la realizzazione di un catalogo collettivo nazionale di esclusivo interesse carsico-speleologico. Per arrivare a questo traguardo la SSI le Federazioni e i Gruppi si dovrebbero rimboccare le maniche investire risorse ed energie per compiere il grande passo di mettere in rete tutte le biblioteche “locali”. L’SSI, consapevole che questo risultato non è raggiungibile senza un deciso input da parte della Biblioteca Anelli, con un impeto di energia - fra l’orgoglio e la follia - ha buttato il cuore oltre l’ostacolo, permettendo che tutto ciò accadesse. O meglio, iniziasse ad accadere. E così nell’anno in corso ha trasferito l’intero database su nuovo softwa
re, il Bookmarkweb2 prodotto da SpazioPiù Multimedia di Vicenza, che grazie a una maggiore semplicità d’uso rispetto alle procedure SBN dà ai Gruppi la possibilità di mettere on-line la propria biblioteca utilizzando come base di partenza i dati proprio della Biblioteca Anelli. Ma come avverrà tecnicamente ciò? Innanzitutto già oggi tutti i Gruppi soci SSI possono richiedere l’adesione gratuita al catalogo per ciò che concerne la sola localizzazione titoli. Vale a dire che i Gruppi, con una password fornita dalla Biblioteca SSI, potranno “spuntare” le pubblicazioni possedute e renderle visibili in rete. Occorre tuttavia ricordare però che i dati trasferiti dalla Anelli nel nuovo software sono sempre i medesimi, cioè a dire ancora ricchi di lacune, imprecisioni e duplicati, frutto di catalogazioni svolte a più riprese, a più mani e in modo non sempre professionale. Siamo quindi in presenza sì di un grande e fondamentale archivio bibliografico ma che è assolutamente bisognoso di continue pulizie e migliorie. L’auspicio è che i Gruppi – siano o non siano soci SSI - vogliano concorrere al suo ampliamento attraverso una catalogazione partecipata. Questo livello, più complesso, comporta la necessità di avviare un percorso di collaborazione nel quale si dovranno pianificare una serie di procedure, per le quali verranno organizzati momenti di formazione ad hoc. La proposta della costituzione di una “Speleoteca” nazionale è stata presentata alle Federazioni speleologiche all’ultimo incontro del Tavolo Permanente nell’ultimo incontro nazionale “Apuane 2007” svoltosi a Castelnuovo in Garfagnana. E’ stata avanzata l’ipotesi di progetto del Catalogo Unico, i cui contenuti si spera possano essere adeguatamente divulgati in sede regionale dai vari presidenti di Federazione. Con il progetto Speleoteca i Gruppi potranno valorizzare le pubblicazioni di carattere locale e se più realtà aderiranno nel giro di pochi anni si potrà disporre di una vera bibliografia speleologica nazionale, caso probabilmente unico al mondo. Da questo percorso, ovvero quello di una catalogazione ben curata sulle pubblicazioni di interesse locale è probabile che federazioni e gruppi possano poi preparare un proprio progetto regionale a da questo ambire alla possibilità di richiedere finanziamenti appositamente dedicati. Per il momento invitiamo tutti a consultare il nuovo catalogo e a familiarizzare con questa interfaccia web attraverso i pratici suggeritori disponibili nelle maschere di interrogazione. Troverete senz’altro un’infinita di imprecisioni, più o meno gravi, che vi invitiamo a segnalare ma che ci auguriamo siano prima possibile oggetto di “riparazione” da parte degli stessi utenti. Per saperne di più contattate il Centro Italiano di Documentazione Speleologica “F. Anelli” biblioteca@ ssi.speleo.it Tel&fax.: 051-250049.
Nuovi arrivi in Biblioteca Delle Stufe e de Bagni di Sciacca (1783)
Il monte Cronio e le sue grotte termali erano famosissime già nell’antichità e molti autori ne riportano notizie e leggende a cominciare da Diodoro Siculo che ne parla, nel I secolo a.C., nel suo quinto libro delle “Historiarum Priscarum”. Notizie sul territorio di Sciacca e le sue cavità si trovano poi in vari libri che parlano in generale della Sicilia; tra questi meritano una citazione il “De rebus siculis” (1558) di T. Fazzello e “La Sicilia in prospettiva” (1709) del gesuita G.A. Massa. Ma il primo libro in assoluto ad essere dedicato interamente alle caverne termali del monte Cronio è quello del Bellitti, libro che è stato stampato in Palermo solo alcuni anni dopo la morte del suo autore. Questo volume è una vera miniera di informazioni su tutta l’area carsica: l’autore infatti non si limita a descrivere la grotta sudatoria, ma riporta anche una serie di osservazioni sperimentali da lui effettuate sulla climatologia della grotta: …Nell’entrare, il calore sembra eccessivo, e sbuca aperta la porta un denso fumo vaporoso, e caldo impetuosamente. Il termometro di Reamurio, che i gradi del calore con lo spirito di vino indica, si rende inutile, mentre a poco a poco in brevissimo spazio di tempo, il licore arriva alla sommità del tubo; ma il Termometro, i cui gradi dimostra il fluido metallo [mercurio n.d.a.], diede a divedere costantemente negli anni, in cui scrivo 1776 e 1777, che il calore della Grotta supera quello
dell’Atmosfera comune nella più calda stagione di questo clima di gradi sette e mezzo…. Bellitti è anche il primo ad effettuare un rilievo accurato delle stufe, anche se limitato ovviamente alla sola parte della cavità destinata all’utilizzo termale. Nel libro non parla solamente delle Grotte Sudatorie e della loro storia antica e moderna, ma prende in considerazione anche tutte le altre cavità naturali del Monte Cronio, descrivendone le caratteristiche non solo morfologiche, ma anche botaniche e mineralogiche: …Pell’istessa via al Monte salendo un altr’antro si rimira da’ nostri Artefici per la quantità del Salnitro frequentato: questa sorta di Uomini assaggiando la Terra, dal sapore conosce se sia pregna di nitro, e da questa Terra il salnitro estraggono abbondevolmente… Mettendo assieme poi tutte le osservazioni fatte, si spinge a supporre che il Monte Cronio sia praticamente cavo e che tutte le varie grotte siano interconnesse tra loro: … Quando si va sul monte a cacceggiare, al fragor dello schioppo un rimbombo odesi, che continua molti minuti secondi, e forse forse ancora un minuto primo, e che al Cacciatore in molti luoghi nel rimbombo crolla il suolo, per le quali cose sembra, ch’entro il Monte si nascondono voragini, che fra di lor si comunicano; e per conseguenza pensar si dee, che nella maggior parte sia pieno di moltissimi concavità il Cronio… Quindi dimostrando una buona conoscenza della chimica del suo tempo spiega in dettaglio le analisi chimiche effettuate per analizzare i differenti tipi di acque che sgorgano sia sul Monte che attorno ad esso (Acqua Termale di Fontana Calda, Acqua pietrificante delli Mulinelli,

Acque acidule di Sciacca): le sue analisi portano a trovare elementi quali il ferro, lo zolfo e soprattutto abbondanti quantità di acido solforico (vetriolo muriato), nonché altri minerali attualmente di difficile identificazione a causa della terminologia utilizzata (più alchimistica che scientifica moderna). L’ultima parte del libro è dedicata alla descrizione di oltre ottanta casi di guarigioni mirabili, avvenute tra il 1775 e il 1780, dovute all’utilizzo delle grotte sudatorie e delle acque termali. A prescindere dall’enorme interesse storico, questo libro è una fonte di informazioni che potrebbero risultare utilissime se si decidesse di condurre una campagna di esplorazioni speleologiche in quel di Sciacca, dato che le indicazioni fornite dal Belletti sono assolutamente dettagliate e precise. In particolare aspetti quali la peculiare minerogenesi e forse anche le associazioni microbiologiche e gli ecosistemi delle cavità calde e fredde del Monte Cronio potrebbero essere finalmente studiate in dettaglio. Il volume è a disposizione di chiunque voglia consultarlo nel Centro di Documentazione Speleologica “Franco Anelli”.
Paolo Forti
Conclusa la terza edizione di Puliamo il Buio Lo sporco invisibile


Anche quest’anno tante iniziative sul territorio grazie all’impegno delle Federazioni Regionali Q uello di mettere la polvere sotto il tappeto sembra che sia sempre lo sport preferito dagli italiani, e non solo metaforicamente. Contando più sul non essere visti che sul senso del dovere, la popolazione di questo nostro bel paese continua imperterrita ad usare il sottosuolo, e di conseguenza gli accessi al sottosuolo, ovvero le grotte, come soluzione a tutti i problemi spiccioli del disfarsi del pattume. Per il terzo anno consecutivo gli speleologi italiani si ritrovano a “portare alla luce” una quantità inimmaginabile di rifiuti che in un modo o nell’altro finiscono tutti gli anni nelle cavità e nelle doline delle nostre aree carsiche. E non c’è regione d’Italia, dal nord al sud, che non abbia il suo triste primato. Ben 18 tonnellate di “schifezze” sono state recuperate e avviate alle discariche autorizzate nei tre giorni dedicati alla manifestazione Puliamo il Buio (PIB 2007), realizzata il 28, 29 e 30 settembre, sempre in collaborazione con Legambiente e in concomitanza con Clean-up the World. In Toscana la scelta è stata quella del Corchia, la più grande e famosa grotta italiana, e nei due giorni di pulizia c’è stata l’occasione di avere anche le telecamere dalla Rai a testimoniare l’evento. In Abruzzo all’Inghiottitoio di Pietrasecca, sono stati portati fuori 160 kg di rifiuti di varia natura; poca cosa in confronto ai 1.800 Kg raccolti in Calabria dalla Grava Grubbo e da altre cavità minori nell’area di Verzino, o ai 500 kg che gli speleologi emiliani e romagnoli hanno portato via dal Parco Regionale dei Gessi Romagnoli. La Federazione Triestina ha concentrato i suoi sforzi nella bonifica del pozzo del cimitero militare di Duino (800 kg) mentre in Liguria il Gruppo Speleologico Savonese ha impegnato le giornate dedicate alla pulizia del buio prima ripulendo il Priamàr sotterraneo della Fortezza di Savona e poi anche la Grotta del Buranco di Bardineto (altri 1.800 kg). Anche a Brescia l’attenzione si è concentrata sulla pulizia di altri famosi sotterranei, quelli del Castello, operazione che deve essere ripetuta ogni hanno, a dimostrazione, semmai ce ne fosse bisogno, di quanta strada ancora c’è da fare per educare al rispetto dell’ambiente i “civili” abitanti del nostro paese. Ma l’operazione più “nuova” è quella che ha realizzato il Gruppo di Mantova, rimuovendo le trappole per insetti che incredibilmente vengono piazzate in grotta da squallidi personaggi per uno dei più inusuali “bracconaggi” di cui si sia mai sentito parlare. Molto attivi anche i gruppi pugliesi, che si sono prodi

gati non solo nella pulizia di alcune cavità, quali la Voragine La Cupa a Castellana e l’Inghiottitoio di Vore Sperticaro a Surano, ma anche con interventi didattici presso le scuole, mettendo in piedi vere e proprie lezioni di ecologia del territorio in collaborazione con istituzioni e aziende specializzate nel settore dei rifiuti speciali. E infine in Veneto la Federazione Regionale ha coinvolto decine e decine di speleologi nella pulizia di numerose grotte nell’altopiano di Asiago, sul Cansiglio e nei Monti Lessini, rimuovendo la spaventosa cifra di ben 10 tonnellate di rifiuti, e impegnando parecchi giorni e week end nella fase preparatoria. Nel complesso la giornata di Puliamo il Buio 2007 è stata ancora una volta un grande momento di visibilità della speleologia nazionale e del suo impegno per il rispetto dell’ambiente. Una stima, probabilmente per difetto, ci dice che sono state impegnate qualcosa come 86.000 ore di lavoro, suddivise fra i tanti che non si rassegnano che il nostro paese debba avere, fra gli altri, anche il triste primato di non saper gestire i propri rifiuti e di non trovar di meglio che scaraventarli lì dove non si vedono, ovvero nelle grotte. E speriamo che nel 2008 si possano finalmente dedicare le giornate più alla prevenzione, ovvero all’educazione dei giovani, che non alla rimozione dei danni. Sul sito www.puliamoilbuio.it troverete tutta l’abbondante documentazione fotografica, le relazioni, i numeri e la rassegna stampa sull’iniziativa di quest’anno.
La redazione
Antiparos, isola delle Cicladi, appare ai visitatori come un’isola piccola e verdeggiante che ispira estrema tranquillità con le sue alture dai declivi morbidi ed i colori tipici della terra greca che creano un netto contrasto con l’azzurro delle acque dell’Egeo e del cielo. Le caratteristiche costruzioni delle Cicladi bianche e azzurre sono parte integrante del panorama. Arrivati nel porticciolo dell’isola non si possono non notare le tipiche trattorie greche ed i piccoli locali con i tavolini disposti sul lungomare. Una rapida passeggiata nelle viuzze conferma la tranquillità dell’isola, elemento di richiamo per i turisti alla ricerca di una vacanza rilassante. Una strada che segue i profili morbidi delle colline, costeggiata da ulivi e viti, dopo alcuni chilometri si inerpica lungo le pendici del monte di Agios Yannis rivelando, curva dopo curva, lo stupendo panorama dell’arcipelago dominato dall’isola di Paros. Continuando a salire si giunge ad un piazzale adiacente all’ingresso della grotta. Una ripida salita da percorrere a piedi porta il visitatore alla biglietteria dove il custode, con modi asciutti, distribuisce biglietti e depliant. Sebbene le prime notizie sull’esistenza della grotta risalgano ad Archiloco, un antico poeta lirico giunto da Paros tra il 700 ed il 650 a.C., l’interno della grotta rimase un mistero fino al 1673, anno in cui il marchese di Nointel, ambasciatore di Francia a Costantinopoli, appassionato di antichità, sbarcò sull’isola. Con l’impiego di corde, il dignitario francese discese nell’interno della grotta rimanendo esterrefatto dalla bellezza di quei luoghi ancora “vergini”. Ricorrendo la festività del Natale, il marchese fece celebrare la Messa su un altare ricavato da una stalagmite accompagnando la celebrazione con un concerto per i 500 abitanti di Paros. Si accede alla grotta attraverso un’anticamera che racchiude al suo interno un’enorme stalagmite poi si inizia la discesa verso l’interno della grotta: la prima cosa che si sente è sicuramente il cambio di temperatura e l’aumento dell’umidità che appesantisce l’aria. Le scalette di ferro sono gremite di turisti. È impossibile sostare negli ambienti della grotta per la grande quantità di persone che li affolla soffermandosi lungo le rampe per riprendere quello Protezione ambientale La grotta di Antiparos La famosa grotta greca tristemente mutilata dall’incuria di turisti e gestori

che un tempo doveva sicuramente essere uno spettacolo indimenticabile. Continuando la discesa si notano i segni di un profondo degrado: aree interdette per crolli e frane, stalattiti e stalagmiti recise ed asportate probabilmente come souvenir dai numerosi turisti e visitatori. È spaventoso vedere come l’uomo sia riuscito a deturpare irrimediabilmente quello che la natura ha costruito in migliaia di anni. Al termine della discesa, ad una profondità di 100 metri si trovano i segni del passaggio dei primi esploratori che hanno voluto lasciare un ricordo della loro presenza scrivendo su pareti e stalagmiti nomi e date, cui si sono aggiunti quelle di migliaia di visitatori che ne hanno seguito l’esempio. In preda ad una profonda delusione si riprende la salita dei 411 gradini che riportano all’esterno, contendendosi gli stretti passaggi con la teoria di turisti che scendono. Una riflessione ancora una volta sorge spontanea: la necessità continua e costante di interventi di sensibilizzazione al rispetto della natura ed alla conservazione dei suoi patrimoni.
Eleonora Panseri (III media - Roma)


Un precursore in mostra
Michele Gortani: la sua vita attraverso le fotografie e i documenti al Museo Carnico delle arti e tradizioni popolari di Tolmezzo
Patrocinata dalla Società Speleologica Italiana e dal Gruppo Speleologico Carnico del CAI di Tolmezzo, è stata inaugurata il 21 luglio 2007 una mostra dedicata alla figura di Michele Gortani. Le curatrici, Amanda Talotti e Beppina Rainis, sono riuscite a far emergere, attraverso una selezione di carte e immagini reperite soprattutto nel ricco patrimonio documentario depositato presso l’Archivio Gortani, la complessa e variegata figura del “professore”, sicuramente la più importante personalità della Carnia e di tutta la montagna friulana del ‘900. Ne è nato un excursus bello e significativo, che si sviluppa attraverso una trentina di pannelli tematici, ciascuno dedicato ad un aspetto specifico della vita di Gortani, arricchito da molti documenti originali e oggetti a lui appartenuti. Dall’interessante percorso emergono qualità e competenze eclettiche di un uomo versatile, attivo in molteplici campi - politica, studi geologici, geografici, etnografici, impegno umanitario - che ha saputo far convivere gli impegni di docente universitario di geologia con quelli di rappresentante istituzionale della “sua” Carnia all’Assemblea Costituente e al Senato della Repubblica nella legislatura dal 1948 al 1953, sempre con assoluta professionalità, dedizione e grande amore per la montagna. Le stesse doti contraddistinsero il suo operato anche come Presidente della Società Geologica Italiana, dal 1926 al 1947; Direttore dell’Istituto Italiano di Speleologia di Postumia dal 1927 al 1945, e tanto altro ancora. Quanto a Gortani speleologo, ricordo che “il profesôr”, come veniva affettuosamente chiamato in Carnia, esplorò, visitò e descrisse già nei primi anni del ‘900 diverse grotte. Il 18 marzo del 1903 fondò, assieme ai compagni di studio Carlo Alzona, Giorgio Trebbi e Ciro Barbieri, su incoraggiamento del suo professore Giovanni Capellini, la “Società Speleologica” che rappresenta oggi la “nostra” Società Speleologica Italiana. In collaborazione con Franco Anelli ed Eugenio Boegan, creò un vasto museo, una ricca biblioteca, un laboratorio ipogeo e il Catasto Speleologico Nazionale; diede vita alla rivista “Grotte d’Italia” e fece parte, fin dal 1904, del comitato di redazione della rivista “Mondo Sotterraneo” del Circolo Speleologico Idrologico Friulano. E’ forte il richiamo di questa interessante mostra organizzata presso il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari “Luigi e Michele Gortani”, dove si può visitare anche la splendida raccolta etnografica frutto del lavoro quarantennale di Gortani e della moglie Maria Gentile Mencucci.

Claudio Schiavon Gruppo Speleologico Carnico Michele Gortani Cai Tolmezzo
III Congreso Argentino de Espeleología Si terrà a Malargüe , Mendoza, dal 3 all’8 febbraio 2008. L’organizzazione è a cura della Federación Argentina de Espeleología (F.A.d.E.) e dell’Instituto Argentino de Investigaciones Espeleológicas (IN.A.E.). Email: conae3_2008@yahoo.com.ar
Natural and Anthropogenic Hazards in Karst Areas Sede dell’incontro è Vienna, in Austria, e le date sono dal 13 al 18 aprile 2008. E’ organizzato da Mario Parise, CNR-IRPI; Jo De Waele, Università di Bologna, e Francisco Gutierrez, dell’Università di Saragozza. Per contatti: Mario Parise, CNR-IRPI, Via Amendola 122-I, 70125 Bari, Italy - Email: m.parise@ba.irpi.cnr.it
10th International Symposium on Pseudokarst Sarà ospitato a Gorizia, dal 28 aprile al 1 maggio 2008, dagli speleologi del Centro Ricerche Carsiche “C. Seppenhofer”. Per contatti: Email: seppenhofer@libero.it , oppure scrivere a CRC “C. Seppenhofer”, Via Ascoli, 7 - 34170 GORIZIA - ITALY
3rd International Workshop on Ice Caves Si svolge in Russia, a Perm, dal 13 al 15 maggio 2008, a cura del Mining Institute of Ural. Per contatti: Dr. Yuriy Stepanov, Mining Institute of Ural branch of RAS, Russia; Dr. Stefano Turri, Earth Sciences Department “Ardito Desio”, University of Milano, Italy Email: IWIC_III@unimi.it Web: http://users.unimi.it/icecaves/IWIC-III/.
VI Convegno Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali Si tiene a Napoli dal 30 maggio al 2 giugno 2008 ed è organizzato dalla Federazione Speleologica Campana. Durante la manifestazione saranno organizzate anche diverse escursioni nel sottosuolo del comprensorio napoletano. Per info: www.campaniaspeleologica.org oppure www.fscampania.it
Speleo foto contest 2007 L’edizione di quest’anno negli splendidi scenari sardi
Si è svolta a Iglesias, dal 23 al 26 aprile 2007, la terza edizione di Speleo Foto Contest. La manifestazione, il cui cuore è la divulgazione per immagini della speleologia, si sviluppa in incontri tematici, proiezioni, “lezioni” pratiche, realizzazione di video e backstage e una mostra-concorso nella quale vengono presentate le immagini più belle ed interessanti. L’evento precedeva il XX Congresso Nazionale di Speleologia e aveva l’obiettivo di sviluppare strumenti di divulgazione da mettere a disposizione di chi documenta il mondo sotterraneo. Il contesto speleologico di notevole bellezza archeologicomineraria della zona, ha consentito

- con il fondamentale supporto e la collaborazione della Federazione Speleologica Sarda e dei gruppi locali - la perfetta realizzazione della manifestazione, premiando la scelta di trasferirla nell’isola. Questa edizione ha ottenuto - fra gli altri - il patrocinio della SSI e di ben undici Federazioni Speleologiche Regionali: è un traguardo davvero importante, termometro del valore dell’evento ed indicatore della consapevolezza delle istituzioni speleologiche sulla necessità di divulgare la speleologia, anche ed in particolar modo per immagini. La prima giornata, dedicata agli incontri tematici e alle proiezioni, è stata vivacizzata da numerosi interventi. Ricordiamo la presentazione del G-Steady, un economico e geniale strumento di stabilizzazione per la telecamera in grotta ideato da Augusto Rossi del GGP Terni; i preziosi consigli sullo scatto fotografico di Francesco Maurano; i segreti della macrofotografia illustrati da Marco Bani; la tecnica fotografica applicata allo studio della biospeleologia
16th International Karstological School “Classical Karst”; Karst sediments A Postojna, in Slovenia, dal 16 al 21 giungo 2008. Per contatti: Sonja Stamenkovic, Nadja Zupan Hajna del Karst Research Institute ZRC SAZU, Titov trg 2, 6230 Postojna, Slovenia. Tel: +386 57 00 19 00 - Email: izrk@zrc-sazu.si - Web: http://www.zrc-sazu.si/iks/english.htm.
Vercors 2008, IV Congresso Europeo di Speleologia Organizzato dai cugini francesi, il congresso si terrà dal 23 al 30 agosto 2008 a Lans en Vercors – Isère, proprio nel cuore del mitico Vercors. Stand, mostre, filmati, incontri, concorsi video e foto, escursioni in grotta e un grande Speleobar. Per chi volesse andare in grotta ci sarà solo l’imbarazzo della scelta fra le 20 cavità armate appositamente per l’incontro. http://vercors2008.ffspeleo.fr.
15° Congresso Internazionale di Speleologia Dal 19 al 26 luglio 2998 a Kerrville, Texas, USA. Organizzato dall’UIS, il Congresso internazionale si tiene ogni 4 anni (l’ultimo è stato in Grecia) e questa volta sono gli speleologi americani della NSS ad occuparsi della preparazione dell’evento. Sito internet: www.ics2009.us
G-Steady, lo stabilizzatore per telecamera in grotta

isposta da Paolo Marcia; le tecniche per “fotografare il buio” illustrate da Gabriela Pani; infine la tecnica HDR per la fotografia digitale descritta da Paolo Dori. La seconda giornata è stata dedicata alle uscite pratiche: nello scrigno magico - unico nel suo genere per i rarissimi cristalli tabulari di barite rosata, oltre ad una selva di spettacolari concrezioni di ogni genere - della Grotta di Santa Barbara, nella miniera di San Giovanni, poi nella Grotta di San Giovanni, dove si sono svolte anche interviste della RAI. Terza giornata ancora sul campo fino alla bellissima Sala del Sonno e al Lago Pensile, della Grotta Su Mannau. Nel pomeriggio abbiamo avuto il privilegio, grazie alla disponibilità di Silvestro Papinuto (Speleo Club Domusnovas), di assistere ad un evento fuori programma assolutamente eccezionale: il ritrovamento e il monitoraggio di una nidiata di “Speleomantes genei” (geotritoni), dalla deposizione delle uova fino all’abbandono del nido. Nella quarta giornata alcune scolaresche di Iglesias hanno seguito con passione questo incontro, mentre nella sala proiezioni venivano proposti vari filmati di Studio Blu Production, Mario Mazzoli e Massimo D’Alessandro, alle quali è seguita l’anteprima del video di La Venta Team sulla Cueva De Los Cristales di Naica, a cura di Tullio Bernabei e Giovanni Badino.
Un progetto pilota nel Parco Nazionale della Majella Campo Scuola di Speleologia
L’ Associazione Geonaturalistica GAIA in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente della Città di Pescara ha dato la possibilità a trenta giovani ragazzi di età tra i 12 e i 14 anni di poter essere protagonisti e piccoli esploratori del mondo sotterraneo. L’esperienza del buio in grotta è qualcosa che rimane del tutto sconosciuta a chi non l’ha mai sperimentata, e con l’idea del Campo Scuola di Speleologia si è voluto offrire ai giovani una alternativa alle varie attività di sport-ricreativi che normalmente svolgono. Il Campo Scuola di Speleologia ha rappresentato, oltre che un’occasione per vivere un’avventura diversa, anche un motivo per vedere, osservare e imparare a conoscere uno degli ambienti naturali più esclusivi e nascosti del nostro paese. I ragazzi hanno alloggiato a Caramanico Terme, presso la Casa del Lupo, foresteria del Parco Nazionale della Majella, assieme ai tutor che li seguivano. Obiettivo del progetto era sensibilizzare i giovani alla tutela del mondo


delle grotte, e far acquisire loro alcune conoscenze di base, per un corretto e sicuro approccio all’esplorazione del mondo sotterraneo. Si sono quindi tenute lezioni su vari argomenti, quali la meteorologia, spiegando come si effettuano le previsioni meteorologiche e come si riconoscono i diversi tipi di nuvole; sulla geologia, descrivendo l’evoluzione del pianeta Terra; sulle tecniche di progressione in grotte
sub-orizzontali e sui sistemi di illuminazione, e ovviamente anche sui fenomeni che portano alla nascita ed allo sviluppo degli ambienti ipogei; sulla cartografia e l’astronomia con prova teorico-pratica per orientarsi osservando le stelle; infine anche una lezione su ecologia e ambiente, e sulla documentazione. Anche gli esperti del Corpo Forestale dello Stato hanno partecipato agli appuntamenti con i ragazzi, parlando della classificazione delle aree protette, del valore naturalistico della Riserva Naturale Orientata Valle dell’Orfento del Parco Nazionale della Majella, concludendo il loro intervento con una visita guidata al museo naturalistico Paolo Barrasso di Caramanico Terme. Le escursioni sono state fatte alla Grotta delle Praje a Lettomanoppello, alla Grotta Cola a Petrella Liri e alla Grotta Fredda ad Acquasanta Terme, per fare in modo che i partecipanti verificassero in pratica le conoscenze teoriche apprese. Grande soddisfazione per gli organizzatori per la piena riuscita dell’iniziativa, ed in particolare per l’entusiasmo riscontrato nei giovani partecipanti. Visto il successo ottenuto, l’Associazione Geonaturalistica GAIA e l’Assessorato all’Ambiente della Città di Pescara contano di ripetere l’iniziativa anche il prossimo anno, ampliando contemporaneamente il numero dei partecipanti e l’offerta formativa. Il progetto è stato patrocinato da numerose istituzioni locali, Regione Abruzzo, Provincia e Comune di Pescara in testa, nonché dal Comune di Caramanico Terme, dal Parco Nazionale della Majella, dal Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga e dalla Società Speleologica Italiana.
Il Catasto delle Cavità Artificiali della Calabria (CatCACb) nasce per volontà di alcuni speleologi della provincia di Cosenza che hanno inteso rispondere alle necessità che il territorio regionale manifesta da diverso tempo. Le finalità del CatCACb sono il censimento, la documentazione e lo studio delle cavità di interesse storico realizzate dall’uomo nel territorio calabrese. Il suo curatore Luigi Manna (Gruppo Speleologico Cudinipuli) si avvale della collaborazione di un comitato scientifico formato da alcuni professionisti ed appassionati del settore tra cui il prof. G.A. Ranieri dell’Università della Calabria ed il Geol. P. Pasqua referente della Stazione Calabria per la X° Zona Soccorso Speleo del CNSAS. Tale comitato garantisce la scientificità del metodo nella ricerca sul campo. Attualmente collaborano con noi diversi enti ed istituzioni, quali ad esempio l’Università della Calabria. In particolare, i corsi di laurea in Scienze e Tecniche per il Restauro e la Conservazione dei Beni Culturali e in Specialistica in Diagnostica, Conservazione e Restauro dei Beni Culturali si sono rivolti alla nostra organizzazione per ricevere un supporto tecnico alle loro attività di ricerca nel campo di interesse specifico di nostra competenza. Inoltre, intercorrono frequenti contatti con Soprintendenza B.A.P. della Calabria e l’Ufficio Beni Culturali e Commissione Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. La Calabria desta grande interesse negli speleologi italiani. Numerosi sono i campi di esplorazione del territorio regionale, svolti da gruppi speleologici anche di altre regioni, che hanno portato ad interessanti scoperte. E’ molto probabile che durante qualcuno di questi campi gli “esploratori” si siano imbattuti in cavità artificiali o in cavità naturali che presentavano segni di antropizzazione. Questo articolo è un appello rivolto a tutti gli speleologi affinché collaborino con il CatCACb per portare alla luce il patrimonio storico e ipogeo calabrese. Pertanto, preghiamo chiunque sia in possesso di informazioni che riguardano il nostro specifico campo di interesse di condividerle con noi. Ecco come contattarci: Catasto delle Cavità Artificiali della Calabria della Società Speleologica Italiana, presso Museo di Storia Naturale e Orto Botanico Università della Calabria,Via Pietro Bucci, 87036 Arcavacata di Rende (CS) - mail: speleo.cudinipuli@ gmail.com

Luigi Manna, Gruppo Speleologico “Cudinipuli”- Cosenza
Casco speleo EXPLORER LED 3

abbinamento di 3 prodotti: Casco ECRIN ROC Lampada DUO l’impianto d’illuminazione ACETO

Divulgare la speleologia Cresce il progetto power point


Nel numero 54 di Speleologia (Giugno 2006) fu presentato il Progetto Powerpoint - 25 lezioni su supporto informatico sui principali argomenti di Speleologia e Carsismo - proposto da Paolo Forti e coordinato dall’Istituto Italiano di Speleologia per conto della SSI, allo scopo di fornire a tutti i soci un pacchetto di lezioni da utilizzare nei Corsi di Speleologia, dal I al III livello, ed anche a livello universitario. Il progetto è stato illustrato e discusso al raduno di Casola 2006, durante i vari incontri Science Breakfast che, malgrado gli orari scomodi (sempre di mattina presto), hanno sorprendentemente visto la partecipazione di un buon numero di speleologi. In queste conversazioni si è parlato del Progetto, presentando anche tre formati ppt ed un powerpoint di Paolo Forti sulle concrezioni di grotta, quale esempio di come si intende impostare il lavoro. Roberto Bixio ha mostrato altri modelli di Powerpoint, con una differente composizione di copertine e contenuti, illustrando anche una tabella di raffronto fra diverse soluzioni grafiche e cromatiche. Ogni abbinamento è stato verificato per la compatibilità con possibili problemi di vista (daltonici ecc.). Si è così aperta la discussione sui formati di presentazione più consoni, scegliendo alcune soluzioni in base alle risposte dei partecipanti. In sintesi
ecco le decisioni assunte: 1) il livello dei ppt dovrà essere calibrato per un target medio-alto (Corso di II Livello); 2) il modello di presentazione scelto ha sfondo nero uniforme e testi in giallo (per evidenziare) e bianco (testo normale); 3) il tipo di carattere è Verdana in varie dimensioni, comprese tra 12 (didascalie), 18-32 (testi) e 32 (titoli); 4) i colori dei testi possono essere soltanto giallo e bianco; 5) i Powerpoint devono essere “autonomi”; tuttavia si consiglia di rimandare a letteratura specifica in una diapositiva a fine lezione (tutti i lavori citati devono essere necessariamente reperibili presso il Centro di Documentazione Speleologica “F. Anelli” di Bologna) e fare riferimento alle lezioni ppt di argomenti correlati (es. nella lezione di cavità artificiali non si spiegherà come si fanno i rilievi, rimandando alla lezione sulla Topografia in ambienti sotterranei). Dopo il raduno è stato elaborato il file Modello_Lezione.ppt, da utilizzare per preparare le lezioni con l’obiettivo di ottenere le prime bozze prima dell’estate, per fare revisioni e correzioni durante le ferie e poter ultimare le lezioni nel mese di settembre, per il raduno in Toscana. Grazie alla divulgazione del Progetto, dalle 25 lezioni previste in un primo momento, si è passati ad una cinquantina, con il coinvolgimento di un numero sempre maggiore di persone. Attualmente oltre 100 speleologi italiani sono coinvolti a vario titolo nella preparazione delle lezioni, dai coordinatori (31 in totale), a fotografi e disegnatori, correttori dei testi o semplici manovali informatici. Il Progetto ha quindi assunto proporzioni impreviste, fatto che ci fa soltanto piacere, ma che aumenta molto il lavoro di coordinamento. Per avere una visione completa dei lavori svolti e dei loro contenuti è stato realizzato un sito web in cui i file powerpoint, sotto forma di pdf, possono essere visualizzati e scaricati liberamente da tutti i collaboratori. Questo ha consentito di condividere al massimo le informazioni, rendendo le lezioni, sottoposte a ripetute letture e critiche, più complete e belle. Infatti, oltre alle banali correzioni dei testi, spesso sono arrivate osservazioni costruttive, altre e più belle immagini, diapositive ppt completamente nuove che aggiungevano argomenti non ancora trattati. Tuttavia le lezioni sono nel complesso abbastanza eterogenee, anche se lo sforzo di omogeneizzarle è stato e verrà fatto anche in futuro. Non tutte le lezioni previste sono state preparate: di molte esistono bozze in corso di perfezionamento, di altre invece non si sa più nulla. Attualmente esistono, e sono pubblicate nel sito, 37 lezioni, per un totale di oltre 2300 diapositive! Credo che in
breve tempo si potranno aggiungere altre lezioni (probabilmente 45 entro l’anno e altre 5 si recupereranno nei mesi successivi) mentre la fase terminale del Progetto si prevede per Giugno 2008 (versione italiana). Tutte le versioni finali delle lezioni potrebbero trovare spazio nel sito web della Società Speleologica Italiana. Ma il Progetto Powerpoint non finisce qui! Dai primi mesi del 2008 inizierà la seconda fase: l’internazionalizzazione. Man mano che i ppt verranno consegnati nella loro versione italiana definitiva, verranno sottoposti alla revisione di esperti stranieri. Per i temi generali (speleogenesi, processo carsico, ecc.) questo percorso dovrebbe portare ad un controllo scientifico ed un miglioramento dei contenuti. Per lezioni specifiche (carsismo nelle rocce silicatiche, nelle rocce evaporitiche, grotte vulcaniche, grotte marine ecc.) l’internazionalizzazione potrà eventualmente comportare l’aggiunta di nuove diapositive con esempi esteri. Tutte le lezioni dovrebbero comunque essere facilmente adattabili ai vari contesti geografici: starà all’utente finale cambiare gli esempi dati con una semplice sostituzione di alcune diapositive. L’obiettivo finale è quello di portare queste al XX Congresso Internazionale di Speleologia della Union International de Spéléologie, che si terrà a Luglio 2009 negli Stati Uniti (Kerrville, Texas). Gli organizzatori del Congresso e il vertice della UIS hanno infatti accolto il Progetto con estremo interesse e ci garantiranno la pubblicazione nel DVD del Congresso, in

lingua italiana ed inglese. Una bella vetrina per la Speleologia Italiana, direi, un’occasione da non perdere. Anche se sono già tante le persone coinvolte, il progetto resta e resterà sempre aperto a nuovi collaboratori: chiunque abbia voglia di darci una mano in questa titanica operazione non deve far altro che contattare il coordinatore del Progetto. Per chi vuole saperne di più: jo.dewaele@unibo.it
Jo De Waele
