What Women (don't) Want - Il web contro la violenza sulle donne 2013

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’ WhatWomenW ant simile al raschiare di unghie troppo lunghe su una lavagna ancora sporca di gesso. «È questo l’aspetto più deprimente,» la Madre Superna asiatica completò quella sua risata artefatta, offensiva. «Tu, Cercatrice Undulna, ti stai solo coprendo di ridicolo.» Undulna si limitò a osservarla. «Servirsi della matematica superiore per dare validità a un infantile aneddoto mitologico,» la donna grigia scosse il capo con aria di compatimento. «È peggio che ridicolo: è patetico.» «E tu stai dimenticando le tue origini, Madre Superna. Questo è patetico.» Undulna rimase impassibile. «Tu stai dimenticando chi sei... Chi siamo.» «Non osare...» Madre Superna Micol sollevò la mano destra, dito indice teso. La Madre Superna asiatica si costrinse a interrompersi. «Non c’è nulla di anomalo nella nascita di oggi, Undulna, semplicemente perché non può esserci nulla di anomalo,» Madre Superna Micol era controllata, rilassata. «Ogni cosa è stata premeditata, valutata, calcolata. Selezione della genitrice, tecnica trapianto degli ovuli, struttura del genoma fecondante, tempi di gestazione. Arriverei dire che la nascita di oggi, la quale cade nel Giorno dei Morti in modo del tutto casuale, può essere vista come un vero e proprio manifesto dell’ingegneria genetica della Nazione delle streghe elevata a scienza esatta.» «L’ingegneria genetica non è una scienza esatta,» Undulna aggirò lentamente

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l’oblò nel pavimento della sala. «In realtà, non è nemmeno una scienza. L’ingegneria genetica è un tiro di dadi effettuato da qualcuno afflitto da terminale delirio di onnipotenza.» «Poniamo fine a questa oltraggiosa, oscurantistica farsa, Madre Micol,» la Madre Superna asiatica accennò all’oblò di cristallo nel pavimento. «La nascita ormai è imminente.» «Hai parlato di trapianto degli ovulI, Madre Micol,» martellò Undulna. «Più di uno quindi.» «Tre, per la precisione. Per garantire con certezza lo sviluppo di almeno uno.» «Hai anche detto che Adepta Zea sta completando la gravidanza con successo. Vi aspettate quindi un parto trigemino?» Nella Sala del Fulcro regnò un improvviso silenzio. Undulna incrociò le braccia: «Non credo di avere inteso la vostra risposta, Madri Superne.» «Sarà un parto singolo,» precisò la Madre Superna europea. «Per cui che fine hanno fatto due ovuli su tre?» Altro silenzio. «Madri?» «Il terzo ovulo li ha...» Madre Superna Micol andò alla ricerca della parola adatta. La trovò. «Fagocitati.» «Vale a dire divorati.» Le donne grige si scambiarono un ennesimo sguardo. Nella Sala del Fulcro regnò un altro silenzio. «Che cosa aspetti, Madre Guardiana

Atropo?» Il viso di Zea era statico come quello di un cadavere. «Da’ alla Nazione delle Streghe quello che la Nazione delle Streghe vuole. Tutto-quanto!» Beeeeeeeppppppp! Beeeeeeppppppp! «95-65. Continua a scendere.» Madre Guardiana Atropo vorticò su sé stessa, due volte. Sull’andata, verso la stazione di analisi pressione. Sul ritorno, verso il tavolo operatorio. Zea, pallida, remota, la stava ancora fissando. Beeeeeeeppppppp! Beeeeeeppppppp! Beeeeeeeppppppp! «80-50! È al collasso!...» «Sta andando in shock cardiogeno. Dobbia...» Madre Guardiana Atropo si interruppe. Tra le gambe divaricate di Zea, qualcosa di rosso stava dilatandosi sull’imbottitura immacolata che copriva la lastra d’acciaio. «Può accadere.» «Che cosa può accadere?» L’ipotesi di un sorriso incurvò i lineamenti cesellati di Undulna. «Il cannibalismo embrionale?» «Macabra scelta di termini, Undulna,» ammonì Madre Superna Micol. «Macabra ma anche realistica, o sbaglio?» «La scomparsa di quei due embrioni non è necessariamente un evento eccezionale,» insisté la Madre europea. «È accaduto anche in altri casi. Lo sviluppo degli embrioni è diverso da utero a utero. Lo stesso vale per la sopravvivenza degli embrioni stessi. L’importante è che Adepta Zea HA


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