Speechless Magazine N° 3

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LA CRISI delle idee NEL CINEMA

di ELENA MANDOLINI

H

ollywood vende sogni. Quella fabbrica delle meraviglie che è il cinema ci regala emozioni, di cui ormai non possiamo fare a meno. Storie originali che ci appassionano ma anche film che prendono vita grazie a romanzi entusiasmanti. Da quando esiste la settima arte, si è sviluppato infatti anche il binomio cinema-letteratura. Molti sono i lungometraggi tratti dai libri, tant'è che persino gli Oscar distinguono le sceneggiature originali, ovvero ideate e scritte dallo sceneggiatore e/o regista, da quelle non originali, ossia tratte da romanzi. Mentre fino a un decennio fa, c'era un certo equilibrio fra film originali e non, ultimamente la bilancia pende verso i film ispirati alla carta stampata. Come mai questa disparità? Forse la fabbrica dei sogni sta esaurendo le idee? Forse la fantasia degli sceneggiatori si è impigrita? Oppure c'è dietro una semplice ragione di marketing? Qualunque sia la motivazione, per uno sceneggiatore è un compito non indifferente: una sceneggiatura non ha gli stessi ritmi di un romanzo. In uno script cinematografico si devono trasformare emozioni e sentimenti in immagini e, talvolta, in dialoghi.

Dare maggiore enfasi al confronto tra protagonista e antagonista e, molte volte, dare maggior risalto e carattere proprio al cattivo, per meglio motivare le reazioni e le ragioni dell'eroe. Sicuramente ogni libro è un caso a parte. Alcuni nascono già cinematografici, perché raccontano una storia forte e hanno un senso delle immagini molto spiccato. È molto facile immaginare un Steven Spielberg che ha fra le mani Jurassic Park oppure E.T. L'extra terrestre e, intanto, pensa che sarebbe dannatamente semplice trasformare quelle storie in funzione del grande schermo. Viene da sé. È naturale. Discorso differente per l'ambito marketing. Spesso capita che libri di successo, best sellers, vengano scelti non tanto per la storia, quanto per un investimento dato vincente. Tanti sono i produttori che gareggiano per accaparrarsi l'ultimo libro in vetta alle classifiche di vendita. E, negli ultimi anni, si nota una vera e propria corsa verso il primo posto. Si pensi a tre fenomeni letterari degli ultimi anni: Harry Potter, Twilight e 50 sfumature di grigio. Nel primo caso, seppur si fosse subodorato il potenziale filmico del maghetto, i produttori hanno aspettato che la fama della

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Rowling si consolidasse negli anni. Già con Twilight si nota la differenza: la distanza fra la pubblicazione del libro e l'uscita del film è minore. Infine col romanzo della James, mentre il libro era ancora fra le prime settimane di vendita, già si parlava del papabile cast, che avrebbe potuto prestare il volto ai protagonisti della trilogia. Insomma sta diventando una corsa al denaro, più che alla voglia di raccontare una storia affascinante. Di certo, tutto è già stato scritto: la lotta fra bene e male, amori impossibili a volte finiti in gloria, altri nella tragedia. Basti pensare al teatro dell'antica Grecia: racconti di vendetta e morte, di rivendicazione e rivalsa. I film e i romanzi di oggi non parlano anch'essi sempre e solo di questo? Quello di cui, ultimamente, scarseggia il cinema sono le diverse modalità di racconto. I personaggi, le ambientazioni o il ritmo della storia: questi sono gli elementi da modificare. Tuttavia, mentre guardiamo i trailer, ci accorgiamo di soffrire di déjà vu continui: è tutto già stato visto troppe volte. Sembra quasi che gli sceneggiatori si siano impigriti. È fuor di dubbio che sia più facile prendere un'idea già


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