I Fuochi di Samhain – Storie di Streghe

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«Bene» approvò Martha. «D’accordo» le fece eco Formalyne. I minuti passarono. Le streghe erano in silenzio. La crocchia di Martha era sfatta, gli occhiali di Formalyne storti e sporchi di sangue. Faith aveva la maglietta strappata; i jeans e gli anfibi avevano tenuto bene. L’impermeabile l’aveva smarrito quando era stata rapita e portata nel Sidhe ma l’adrenalina le impediva di sentire freddo. Da sole, le tre streghe non avrebbero avuto possibilità. Tuttavia insieme potevano farcela. D’un tratto l’abbaiare dei levrieri aumentò d’intensità. «Stanno arrivando», avvisò Martha. «Sono pronta», annunciò Formalyne. Faith tacque. La tensione aumentava a ogni istante. Due ombre si allungarono dal colle che sovrastava la conca. Erano lì, circondati da Grayhound e dagli altri cani da caccia. I levrieri non proiettavano alcuna ombra essendo fatti di pura magia. «Eccovi qui», esclamò gioviale la regina. Il suo sposo procedeva dietro di lei, imperturbabile. «Ecco voi qui», le rispose Faith. «Prima di morire vi concederò di conoscere il mio nome. Sono Titania, sesta regina della Corte Seelie. E questi è il mio sposo Oberon», disse la regina. Oberon rimase in silenzio. «Anche io farò un regalo a te, mia Titania. Ti dirò chi sono io. Mai sentito parlare del clan delle streghe di Bat? Sì? Bene… io sono il clan. Sono Faith Bat, quattordicesima e ultima discendente di Artemis Bat detto il Magnifico.» «Streghe», si alterò Titania. «Grayhound. Che hai da dire?» Il levriero fissò la regina con aria di sfida. La battuta serrò i ranghi dietro il suo capo, spalleggiandolo. «Titania, noi…» «Taci, traditore. Ho capito.» Gli occhi di Titania mandavano lampi. Una lieve brezza cominciò a soffiare dalla collina. Titania tese una mano verso Oberon, che la afferrò senza esitazione e i due scesero dal colle, avanzando verso di loro. Il vento si intensificò e l’erba venne spazzata da raffiche sempre più forti. «Dietro di me», gridò Faith nella tempesta. Formalyne e Martha si misero dietro di lei, in una formazione a “V”. Tutte e tre incrociarono istintivamente le braccia davanti al volto per proteggersi. Poi Oberon parlò per la prima volta. «Streghe contro fate. Puah.

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