Spazi di riserva (volume 1 di 2)

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SPAZI DI RISERVA

Torino alla prova dell’accoglienza

Atelier Progetto Urbanistico C CDL Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino – A.A. 2017-2018

Angelo Sampieri (Urbanistica), Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente), Beatrice Agulli e Quirino Spinelli (collaboratori)


Il corso chiude una riflessione maturata durante tre precedenti esperienze didattiche: Lo spazio in più, Costellazioni, La macchina morbida (Atelier Progetto Urbanistico C del CDL Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile, Politecnico di Torino, A.A. 2014-2015, A.A. 2015-2016, A.A. 2016-2017). Questa ulteriore esperienza si propone di concludere un’osservazione che per tre anni ha avuto come oggetto di indagine le forme del mutamento, in termini di spazio e di usi, della città di Torino, con particolare attenzione rivolta al quadrante di tre chilometri per sei, compreso, in direzione est-ovest, tra Mirafiori Sud ed il Po, ed in direzione nord-sud tra il Lingotto e Nichelino.

Lo spazio in più aveva al centro le ricadute spaziali della crisi economica, demografica e istituzionale che da oltre un decennio segna il mondo occidentale. Torino ha mostrato, e ancora oggi mostra, tratti essenziali di questa crisi, molto indagati in riferimento a fenomeni di contrazione urbana: si liberano spazi che faticosamente riescono a essere nuovamente abitati, riciclati o rinaturalizzati, più frequentemente sono oggetto di abbandono. La grande enfasi conferita a orti e agricoltura in città, l’occupazione di spazi pubblici da parte di attività poco formalizzate, le nuove forme dell’associazionismo assistenziale, lavorativo e ludico, l’emergenza di pratiche di coabitazione, sono solo alcuni dei fenomeni ascrivibili alla presenza di uno spazio in più nella


città: uno spazio, privato come pubblico, attraversato da progetti progressivamente sempre più deboli, che si accendono e si spengono, sedimentando poco, quasi niente. Entro questo sfondo tematico, l’esplorazione progettuale condotta ha prefigurato trasformazioni dello spazio pubblico e dello spazio della residenza in un momento in cui entrambi sono oggetto di una profonda restrizione di risorse, densità, attività, funzioni. Lo spazio pubblico si riduce e cambia forma, assume tratti minimi e mette alla prova strategie dell’essenziale, seleziona, opera rinunce, taglia porzioni e sottrae, generando un progetto di suolo minimo quale supporto di una dimensione dello stare in pubblico che sempre più fatica a mantenere un impatto di ordine simbolico. Anche lo spazio dell’abitare si contrae, si riduce entro ritagli essenziali dove si sta tra simili, ognuno al proprio posto, delle nicchie, apparentemente coese, ma più spesso obbligate dalla scarsità di risorse e dai sempre più radi scambi con la città che le accoglie. I quartieri di anziani sono le sedi esemplari di questo abitare contratto, lento, meccanico, dove la chiusura non produce densità di relazioni.

I problemi e le questioni emerse hanno evidenziato un carattere di grande frammentarietà delle trasformazioni in corso: una miriade di progettualità diverse che frazionano la città generando molti mondi tra loro separati. Costellazioni alludeva a questo, alla coesistenza, nella stessa città, di molteplici e diverse forme di urbanità: molte città nella stessa città, richiamando la Berlino di Ungers degli anni settanta, una città arcipelago, una città per parti, per clusters, per villaggi, una città fatta di distretti di comunità suburbane, come ancora più addietro nel Piano di Abercrombie per la Grande Londra. Riconoscere costellazioni,


mapparle, individuare i caratteri che segnano la specificità dei luoghi su cui esse temporaneamente insistono, spesso cambiandoli, è significato ridisegnare una nuova sfera urbana, transitoria e fitta di contraddizioni, il cui mutevole assetto è peraltro continuamente sovvertito dagli effetti della crisi.

I differenti luoghi emersi dall’indagine ricorrono dentro i tessuti della città consolidata così come lungo le frange della periferia, marcano trasformazioni solitamente minute e sono spesso sostenuti da forme di interazione sociale e collaborazione robuste. Meno frequentemente, data l’esiguità delle risorse disponibili, sono supportati da competenze tecniche in grado di interpretare la richiesta di nuovi spazi attraverso progetti pertinenti. Le esplorazioni progettuali proposte hanno avuto come obiettivo quello di coprire questo vuoto, simulando competenze e azioni capaci di intrecciare le sorprendenti prove di innovazione coglibili nei nuovi modi di abitare, spesso autoprodotti, con la dotazione di nuovi servizi, nuove tecnologie, nuove forme di finanziamento delle trasformazioni.

La macchina morbida intendeva tornare a ragionare attorno alle forme di innovazione maturate entro gli spazi individuati, ponendo con più forza attenzione alla loro capacità di accogliere servizi, ospitare attrezzature per nuovi e vecchi abitanti, capacità quindi di aprirsi, rendersi più plasmabili, più morbidi e flessibili. Al centro di questo esercizio sono principalmente state le attrezzature del welfare, quelle vecchie, e quelle nuove che ambiscono a elargire, accanto ai servizi essenziali, nuove forme di assistenza, aiuto, accoglienza. La necessità è dettata da molti fenomeni in corso. Primo fra tutti da un generale indebolimento della


società insediata, dall’invecchiamento degli abitanti, dall’inadeguatezza, dei servizi offerti. Parallelamente, dalla presenza di nuove popolazioni non residenti. Le Case di Quartiere presenti in città sono forse gli spazi che meglio hanno rappresentato una risposta a questa domanda: la spazializzazione di una macchina morbida, per richiamare la capacità di cambiare il proprio corpo narrata da William S. Burroughs, l’articolazione di un’infrastruttura capace di mutare in funzione delle necessità. Accanto alla domanda di nuovi servizi, l’esercizio ha rilevato quella di nuove forme abitative, temporanee e transitorie. Queste forme sono veicolate da fenomeni molteplici e profondamente diversi tra loro: processi migratori, flussi di rifugiati e richiedenti asilo, condizioni emergenziali di varia natura, richiesta di alloggi temporanei per motivi di lavoro, di studio, fino alle nuove forme del turismo. L’insieme delle nuove, differenti popolazioni presenti nelle città disegna una disseminazione di nuovi abitanti che, stando agli studi demografici, si protrarrà attraverso una sorta di trasmissione di presenze sempre più numerose, mentre la popolazione residente continuerà a invecchiare e decrescere. Le nuove popolazioni chiedono spazi per abitare più flessibili, più neutri e capaci di cambiare al cambiare dei bisogni. Le oltre sessanta strutture di accoglienza per rifugiati sono una risposta insufficiente in città, eppure indicativa di un certo tipo di offerta che merita di essere osservata a fondo.

Spazi di riserva. Torino alla prova dell’accoglienza intende ragionare attorno a questo tipo di offerta. Alla presenza, ed al moltiplicarsi in città, di spazi per abitare segnati da alcuni peculiari caratteri, tra i quali l’essenzialità, la scarsa caratterizzazione ed un marcato funzionalismo. Caratteri che non garantiscono forme di urbanità robuste, ma che




invitano piuttosto a riflettere attorno all’abitare come condizione di radicale incertezza. Il ripetersi di alloggi temporanei in città non è al momento oggetto di uno specifico progetto. L’esercizio che qui li interroga si propone di assumerli come tale: come un progetto di spazi di riserva, necessari alla città in ragione della disponibilità che essi offrono in caso di necessità. Un po’ come era nelle città fortificate medievali, dove uno spazio agricolo residuo, interno alle mura, era salvaguardato per disporne nei momenti di guerra o carestia, uno spazio eccedente (nei momenti in cui non era reclamata la sua necessità), che assumeva rilievo e protagonismo in coincidenza di particolari congiunture. Le strutture per l’accoglienza sembrano per molti aspetti funzionare come queste riserve di spazio: disseminate, ben perimetrate, minimamente allestite, pronte per essere temporaneamente abitate. In un momento come quello attuale, alla città forse spetta avere la sua riserva di spazio, allestirla in ragione delle esigenze che si presentano, e adattarla a differenti usi. E’ attraverso la flessibilità di questa riserva, e la disponibilità che essa sottende, che possiamo forse ridiscutere, e incrinare, molte mitografie contemporanee sulla città e sul suo progetto. In primo luogo quelle che, in nome di processi di trasformazione resilienti e sostenibili, nel culto della protezione e della patrimonializzazione, in virtù di processi partecipati e veicolati da molteplici, differenti, razionalità, hanno fatto della città uno spazio fermo, inerte, contratto e chiuso. Uno spazio che non ammette l’incertezza come fenomeno costitutivo della trasformazione e l’imprevisto se non prima programmata la reazione capace di neutralizzarlo. In altre parole, una città incapace di accogliere. Sullo spazio ambiguamente generoso degli spazi per l’accoglienza queste esangui mitografie si infrangono e la città torna a mostrasi per ciò che prioritariamente è stata: uno spazio disponibile.



Public Linear Factory


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2017-2018 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Beatrice Agulli, Quirino Spinelli


LUCA ANSELMINO LORIS BUONOMO FRANCESCA DEMO



INDICE

1. Spazi, elementi, percezioni MARGINI LANDMARK DENSITÀ SOCIALE LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ

2. Spazi pubblici, Spazi privati PROPRIETÀ DEI SUOLI PERCORSI MATERIALI

3. A ridosso del muro MINERALE E VEGETALE A SERVIZIO DELLA FIAT CONCAVITÀ E CONVESSITÀ DISTANZE SICUREZZA

4. Public Linear Factory EVOLUZIONE SPAZIALE PRODUZIONE IN LINEA MINERALE E NATURALE VISUALI E SUGGESTIONI


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SPAZI, ELEMENTI, PERCEZIONI La circoscrizione II, conosciuta come Mirafiori, deve il suo nome ad uno dei possedimenti della famiglia sabauda, il castello di Miraflores, oggi non più esistente; fu infatti un dono del duca Carlo Emanuele I alla sua giovane moglie Caterina. Oggi, il nome Mirafiori è strettamente legato allo stabilimento FIAT, inaugurato nel 1939 da Mussolini. Lo stabilimento FIAT Mirafiori è l’emblema di Torino città industriale, imponente scenario dell’affermazione del fordismo e delle sue ricadute nella storia politica, economica e sociale del capoluogo piemontese e, più in generale, dell’Italia nel XX secolo. Durante gli anni della guerra, le fabbriche divennero bersaglio prediletto dai bombardamenti aerei, in particolar modo gli stabilimenti di FIAT Mirafiori (in cui oltre alle auto si producevano supporti bellici) vennero bombardati in sette distinte occasioni. La crisi del metodo fordista e il mercato delle automobili in lenta decrescita mettono in grave difficoltà la fabbrica, riducendo notevolmente la produzione sino alla situazione odierna in cui proprio all’interno dello stabilimento di Mirafiori Nord si producono soltanto più due modelli. Il settore di Mirafiori Nord su cui sono state sviluppate le analisi, i ragionamenti ed in seguito il progetto, è delimitato da Corso Siracusa, Corso Cosenza, corso Giovanni Agnelli e Corso Tazzoli, quindi il lungo muro dello stabilimento FIAT esteso senza soluzione di continuità per circa 1500 metri. Il costruito di quest’area ha caratteri eterogenei in cui è forte la componente dell’edilizia popolare negli isolati in vicinanza con lo stabilimento, ciononostante è possibile riconoscere alcune macrocategorie in funzione del periodo di

costruzione, dalle poche case anni ’50 ai grandi edifici anni ’70 passando per l’edilizia anni ’60. Questo settore presenta molti servizi, alcuni dei quali centrali nel funzionamento e negli equilibri, si tratta dello storico mercato coperto Don Grioli e dei numerosi plessi scolastici. Vi è una grande abbondanza di spazio pubbilco aperto e grandi spazi attrezzati. I limiti di questo grande spicchio di Mirafiori Nord sono definiti da corsi ad alto scorrimento ed ampia sezione, da cui ne deriva una percezione di isolamento dai quartieri circostanti. Internamente il sistema della viabilità si presenta completo ed articolato, la rete di mezzi pubblici e le ampie aree pedonali, di recente progettazione, lo arricchiscono.


FIUMI VIABILITÀ FERROVIA INDUSTRIE AREA DI INTERVENTO - MIRAFIORI NORD

MAPPA DI INQDRAMENTO a scala vasta


MAPPA MENTALE

MAPPA MENTALE dopo diverse ricognizioni


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MARGINI Mirafiori Nord, ed in modo particolare questo suo piccolo settore, presenta un costruito sufficientemente vario da poterlo definire eterogeneo. Ciò che preme sottolineare è, innanzitutto, che questi edifici siano per la quasi totalità ad uso residenziale, vi sono alcuni fabbricati ad uso sportivo ed altri per attività produttive e/o commerciali. I margini di quest’area possono essere letti biunivocamente da immagini satellitari e dalla percezione soggettiva, si può infatti far coincidere in maniera più o meno precisa la localizzazione di questi margini con i grandi corsi ad elevato scorrimento (fig. 1). Elemento di svolta nella definizione di questi margini è la presenza del muro della fabbrica di FIAT Mirafiori (fig. 2-3), a ridosso di Corso Tazzoli. Questo muro, impermeabile ai non lavoratori, si estende per oltre 1500 metri, annulla la città, il suo costruito, le sue interazioni sociali ed i suoi equilibri, tanto da imporsi gerarchicamente sugli altri limiti sopra citati, perché quei corsi ad alto scorrimento non precludono totalmente la possibilità di attraversamento e, quindi, la permeabilità ed i suoi flussi.

1-CORSO COSENZA 2-STABILIMENTO FIAT 3-STABILIMENTO FIAT


COSTRUITO MARGINI

0

1000

2000m

MARGINI


COSTRUITO STRADE AD ALTA PERCORRENZA 0

1000

2000m

VIABILITÀ CARRABILE SECONDARIA NODI GIARDINI PUBBLICI

VIABILITÀ E NODI


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LANDMARK I landmark sono riferimenti percettivi: catalizzano l’attenzione e favoriscono la schematizzazione cognitiva, pertanto la loro lettura sul territorio può essere affrontata attraverso stimoli visivi o multisensoriali. Nel nostro particolare caso la lettura dei landmark risulta quasi immediata, identificandone tre distinti. Il primo è proprio il lungo muro dello stabilimento FIAT (fig. 2-3), percepibile facilmente dalle vie della zona e sempre riconoscibile in tutto il suo sviluppo. Il secondo landmark fronteggia proprio il muro, si tratta del Palaghiaccio Tazzoli (fig. 4), un’architettura la cui forma lo eleva a landmark. Un altro landmark è rappresentato dalla chiesa del Gesù Redentore (fig. 5) grazie alla sua favorevole posizione lungo l’asse di giardini e grazie alla forte particolarità estetica dei suoi fronti. Inoltre da Via Giacomo Dina è possibile individuare un landmark ad ampio raggio, il Grattacielo della Regione Piemonte (fig. 6), che grazie alla sua notevole altezza è altamente riconoscibile all’interno del tessuto urbano.

4-PALATAZZOLI 5- CHIESA PARROCCHIALE 6-GRATTACIELO DELLA REGIONE PIEMONTE


COSTRUITO STABILIMENTO FIAT 0

1000

2000m

PALAZZETTO DEL GHIACCIO CHIESA DEL REDENTORE

LANDMARK


ZONE FOCALIZZATA DA EDIFICI SCOLASTICI ZONA FOCALIZZATA DA COMMERCIO

0

1000

2000m

0

1000

2000m

ZONA FOCALIZZATA DALLA CHIESA PARROCCHIALE

FOCALIZZAZIONE


ALTA DENSITÀ FISICA MEDIA DENSITÀ FISICA BASSA DENSITÀ FISICA

0

1000

2000m

0

1000

2000m

DENSITÀ FISICA


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DENSITÀ SOCIALE La densità sociale si definisce come il rapporto tra la numerosità e la ricchezza delle interazioni sociali e la superficie di un’area. Le analisi sul nostro settore di Mirafiori Nord sono state effettuate più volte, in tre momenti distinti dell’arco della giornata, in modo tale da poter raccogliere dati sufficienti a spiegare il fenomeno in maniera esaustiva. Fin da subito le impressioni generali, più superficiali, ci hanno portato a definire quest’area un vero e proprio quartiere dormitorio, un luogo pensato e nato a servizio della fabbrica (FIAT ed altre industrie) che si svuota di individui al mattino per poi vedere il loro rientro nelle ore del tardo pomeriggio e della sera. Questo fenomeno ci ha portati a pensare che la densità sociale dell’area fosse sempre molto bassa e pressochè costante. Successive analisi parallele, tra cui i landmark, i margini, la focalizzazione ed il tessuto edilizio, ci hanno fatto riflettere su quanto i primi ragionamenti fossero errati e fuorvianti. Questo spicchio di Mirafiori è, infatti, abitato eterogeneamente da tutte le fasce d’età, ma esiste una forte componente di anziani e bambini (probabilmente per via dei numerosi plessi scolastici) che scardina la definizione di quartiere dormitorio. La densità sociale verificata al mattino si presenta omogeneamente bassa sulla prevalenza del settore, ma la presenza delle scuole, del mercato quotidiano Don Grioli (fig. 9) e di alcune attività commerciali fanno sì che alcune aree presentino una densità sociale più elevata. È evidente come gran parte di queste aree ad alta densità siano tra loro in contatto, tanto da fondersi, quasi ad identificare un cuore pulsante del quartiere. La densità sociale verificata al pomeriggio sviluppa

le stesse caratteristiche del mattino, ma sembrano attivarsi altre funzioni di carattere più ludicoricreativo, quindi le zone ad alta densità si estendono ai numerosi parchi, giardini ed agli impianti sportivi (fig. 7-8). La densità sociale analizzata nelle ore serali, invece, riporta alla nostra prima percezione di quartiere dormitorio. In questo arco temporale la numerosità delle interazioni sociali si annulla quasi del tutto, rinchiudendosi dentro le mura delle proprie abitazioni. L’assenza di locali aperti durante queste ore può sicuramente ritenersi una delle cause, ma altrettanto sicuramente possiamo affermare non essere l’unica ragione.


ALTA DENSITÀ SOCIALE BASSA DENSITÀ SOCIALE 0

1000

2000m

DENSITÀ SOCIALE DI MATTINO


ALTA DENSITÀ SOCIALE BASSA DENSITÀ SOCIALE

0

1000

2000m

DENSITÀ SOCIALE DI POMERIGGIO


ALTA DENSITÀ SOCIALE BASSA DENSITÀ SOCIALE

0

1000

2000m

DENSITÀ SOCIALE DI POMERIGGIO


7-PIAZZA ANTISTANTE LA CHIESA DEL GESÙ REDENTORE 8-PARCO LIVIO BIANCO 9- MERCATO DON GRIOLI


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LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ L’analisi cognitiva della percezione porta ad affrontare i temi di leggibilità e complessità, rispettivamente la comprensione dello spazio in funzione di un rapido e facile orientamento e lo stimolo ad una più approfondita comprensione dello spazio. All’interno di questo spazio da noi analizzato è stato facile comprendere come l’eterogeneità del costruito e la monotonia dei suoi insediamenti abbia condotto ad un diffuso livello di alta leggibilità, sono infatti la maggior parte gli isolati retti, interamente ad uso residenziale, delimitati da recinzioni che definiscono maggiormente quella monotonia. Vi sono poi situazioni distinte e delocalizzate che presentano caratteri di complessità, luoghi in cui i fronti stradali presentano inaspettatamente delle disuniformità, fronti alberati di giardini che non lasciano comprendere immediatamente il funzionamento dello spazio di cui fanno parte.


COSTRUITO LEGGIBILITÀ

0 0

1000 1000

2000m 2000m

COMPLESSITÀ

LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ


STABILIMENTO FIAT

SCUOLE

COMMERCIO AL PIANO TERRA

IMPIANTI SPORTIVI

MERCATO

LUOGHI DI CULTO

servizi


CARRABILE LINEE BUS E TRAM MARCIAPIEDE PISTA CICLABILE SENTIERI

VIABILITÀ


2. Spazi pubblici, Spazi privati


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SPAZI PUBBLICI, SPAZI PRIVATI In questo particolare spaccato di Mirafiori Nord si delinea forte e netta la distinzione tra la sfera del pubblico e la dimensione privata. Recinzioni, passaggi, muretti e barriere vegetali ostacolano la libera circolazione, limitano gli accessi ed influenzano i flussi. Dove questi elementi di filtro sembrano blandi ed inefficaci (fig. 10) la distinzione tra le due sfere continua a manifestarsi implicitamente, come se all’interno di quella società fossero riconosciuti, condivisi e rispettati gli spazi pubblici e privati, entità distinte, ma in continua comunicazione. Lo spazio privato aperto, si manifesta ricco, curato e pronto alla condivisione con chi appartiene a quella ristretta comunità (fig. 12). Il negativo di questa caratteristica fa emergere una gran quantità di spazio aperto, in cui l’attenzione recente della municipalità si adegua al piano di riqualificazione urbana “Urban2” (fig. 11) e ne si evince un complesso legame tra tutti questi piccoli settori, legati tra loro nello spazio, ma slegati nella concezione e nel loro utilizzo. Forse, in maniera paradossale, in quegli spazi pubblici in cui è mancata l’attenzione della municipalità vi sono fenomeni autonomi che mirano a sviluppare maggiormente la socialità ed i servizi di supporto ad essa, sviluppi che sembrano ricordare il darwiniano adattamento delle specie. Da questo particolare intreccio di caratteristiche si legge una difficoltà ad uscire dalla dimensione privata, una diffusa incapacità di trovare stabilità nell’ambiente pubblico e riconoscere nella sua vastità e frammentazione luoghi in cui sviluppare nuove relazioni o solamente usufruire appieno il suolo pubblico. 10-muretto, confine implicito 11-anfiteatro e parco livio bianco 12-isolato a corte


PUBBLICO PRIVATO RECINZIONI

PROPRIETÀ DEI SUOLI


13- PLAYGROUND DI VIA G. DINA 14-EDIFICI RESIDENZIALI SU VIA S. REMO 15- EDIFICI RESIDENZIALI DI VIA BERNARDO DE CANAL


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PERCORSI Lo spazio pubblico all’aperto è fortemente caratterizzato da percorsi decisi dalla municipalità in sede di progettazione, ma che mancano di partecipazione da parte dell’utenza. Talvolta si presentano con un diverso trattamento della pavimentazione (fig. 16-17), altre volte incanalati attraverso successioni di portali (fig. 18), ed altre volte ancora plasmati dalla vegetazione. Nelle zone a parco si può leggere un progetto di giardino all’inglese pertanto il disegno dei percorsi e delle aree naturali è molto netto e si è mantenuto tale. Un tratto comune di questi differenti percorsi è, nella maggior parte dei casi, una mancanza di termini visuali o elementi verso cui dirigersi, da cui deriva inevitabilmente un utilizzo scarso e talvolta disordinato.

16-PISTA CICLABILE 17-PERCORSO PAVIMENTATO 18-PERCORSO PAVIMENTATO PROGETTO URBAN2


ALBERATURE PAVIMENTO ASFALTO PRATO

MATERIALI DEL SUOLO PUBBLICO


19-GIARDINI DI PIAZZA LIVIO BIANCO 20-PLAYGROUND DI VIA G. DINA 21-VEGETAZIONE AFFAMATA


ALBERATURE PAVIEMENTO ASFALTO PRATO

MATERIALI DEL SUOLO PRIVATO


22-INTERNO CORTILE 23-CREDO - NON CREDO 24- BISCA CLANDESTINA


3. A ridosso del muro


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A RIDOSSO DEL MURO

A nord di Corso Enrico Tazzoli, lungo il complesso FIAT di Mirafiori Nord si può leggere un’ampia fascia di spazi pubblici, prioritariamente aperti, che separano l’asse stradale dagli spazi residenziali, principalmente costituiti da edilizia pubblica. Un’edilizia pubblica che nasce a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 per fornire spazi abitativi ai lavoratori FIAT e ai senza tetto, inserendosi in un complesso programma di edilizia pubblica. Gran parte di questo spazio pare attualmente poco utilizzato, un ambito locale di scarsa qualità. Ne consegue la presenza di una lunga lingua di spazio poco presidiato, che nel tempo si è provato a riempire con tradizionali giardini, arredi pubblici, parcheggi, accanto a qualche grande contenitore per eventi (il Palaghiaccio Tazzoli). Ciò che si riconosce ad un primo sguardo sono parcheggi, parcheggi ed ancora parcheggi, scanditi da filari di alberi di diverse altezze e tanto spazio senza utilizzi. Ed improvvisamente, quando ci si aspetterebbe ancora parcheggi, un giardino rompe la monotonia con i suoi spazi, in cui la cura della vegetazione sembra minore rispetto alle aree a parcheggio, lasciando così questo spazio aperto con potenzialità latenti, ma nessuno sviluppo manifesto. Se si pone lo sguardo al futuro, senza lasciarsi attrarre da dimensioni utopiche del pensiero, si può leggere una graduale dismissione del grande stabilimento FIAT (peraltro già in atto, quantomeno a livello produttivo). Da questa possibilità si aprirebbero molti scenari per il nuovo riempimento di quell’enorme spazio perché ciò che risulterebbe centrale nella sua definizione sarebbe il tema delle relazioni, verso la città con il suo tessuto

consolidato e verso il fronte opposto ancora fertile a nuovi insediamenti. Ecco che il nostro ambito lineare diventerebbe un filtro al futuro, un vassoio di possibilità, preludio di uno scenario possibile dove verrebbero ribaltati gli equilibri e la natura prenderebbe spazio alla città.


ASFALTO CARRABILE

ASFALTO CICLABILI

ASFALTO PEDONALE

PAVIMENTAZIONE

ALBERI >15 M

ALBERI <5 M

AIUOLE

ALBERI 5<15 M

PRATO

SIEPI E ARBUSTI

SABBIA, GHIAIA O ALTRO


SUOLO MINERALE

SUOLO NATURALE


STRADA CARRABILE

PISTE CICLABILI

SENTIERI

PARCHEGGI IN SUPERFICIE

ACCESSI

LINEE BUS

PARCHEGGI IN LINEA

MARCIAPIEDI

STABILIMENTO FIAT

IMPIANTI SPORTIVI

MURO DI RECINZIONE

EDIFICI RESIDENZIALI

ISTITUTI SCOLASTICI

BARRIERA VEGETALE

RECINZIONE METALLICA


VIABILITÀ

EDIFICATO,PROPRIETA DEL SUOLO E CONFINI


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CONCAVITÀ E CONVESSITÀ I fenomeni di concavità e convessità sono da riferirsi all’ambito locale da noi delineato, al cui interno vi sono rari esempi di questi due fenomeni. La concavità, la sensazione d’essere contenuti ed attratti all’interno di uno spazio, si manifesta soltanto in due situazioni. La prima nei pressi del complesso scolastico dove lo spazio aperto è stato allestito ad uso giardino, i cui margini sono definiti da grandi vasche trapezoidali con elementi vegetali. Questi margini indirizzano l’utente e sembrano contenerlo all’interno, trasmettono chiaramente la sensazione di sicurezza ed isolamento dall’ambiente esterno, un ambiente strettamente a contatto con la viabilità carrabile ed ai suoi pericoli (fig. 25). Il secondo caso di concavità è localizzato nei pressi del precedente, all’interno dell’ampio giardino ridefinito secondo il piano “Urban2”. In questo caso la concavità viene raggiunta attraverso la disposizione dei percorsi e delle panchine al contorno, creando parallelismi e simmetrie nel disegno dello spazio e della vegetazione. La disposizione di alberi e panchine crea un luogo in cui è forte il senso di concentrazione e tensione verso l’interno, complice anche la dilatazione dello spazio circostante per via dell’estesa superficie a prato. La convessità, la sensazione centrifuga d’esser spinti verso l’esterno, si può riconoscere all’interno del medesimo parco ma in un’area localizzata vicino al limite dell’ambito lineare. In questa situazione è possibile leggere l’intenzionalità in fase di progettazione nella ricerca della convessità, realizzata attraverso la divergenza di due percorsi, la mancanza di vegetazione e l’interposizione di uno specchio d’acqua tra i due sentieri. Quindi, per via della posizione all’inizio del parco, non si vuole dare

il senso di contenimento ma spingere ed incentivare l’utenza ad usufruire del parco in tutte le sue aree (fig. 26). Un elemento particolare lo si riscontra nella pista ciclabile (fig. 27) dove, grazie al suo andamento rettilineo ed alla vegetazione fitta, specialmente in periodo primaverile ed estivo, l’effetto che ne deriva è un chiaro esempio di concavità tubolare. Qui la sensazione è di essere contenuti all’interno di uno spazio e di esser spinti contemporaneamente verso un termine visuale. Un’ultima riflessione circa i legami tra questi fenomeni fa emergere una forte relazione con gli elementi naturali, da cui si può dedurre che le sensazioni di concavità e convessità siano in questi casi strettamente legate al decorrere del tempo ed alle sue stagionalità.

LOCALIZZAZIONE CONCAVITÀ E CONVESSITÀ


25-AREA GIOCO 26-GIARDINO PIETRO NENNI 27-PISTA CICLABILE


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DISTANZE L’analisi dello spazio aperto ed in particolare dell’area a parco porta alla lettura delle distanze attraverso la posizione degli arredi. In maniera del tutto omogenea le distanze tra i vari elementi ricadono nell’arco della dimensione del sociale, tra 1.2 metri e 3.6 metri circa. Le panchine sono distribuite in maniera dilatata e spesso senza alcuna relazione tra loro, inoltre l’orientamento delle loro sedute sembra voler escludere sfere di carattere più intimo per voler privilegiare, invece, l’introspezione e lo sguardo alla natura.

28- GIARDINO PIETRO NENNI 29-PISTA CICLABILE CORSO TAZZOLI 30-GIARDINO PIETRO NENNI


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SICUREZZA La sensazione di sicurezza, o di insicurezza, la si percepisce in maniera del tutto soggettiva e, nel nostro particolare caso, questa sensazione viene influenzata dalla scarsa presenza di persone in strada e negli spazi pubblici, nonché dalla loro ampiezza. Si nota, infatti, come questa carenza possa essere interpretata da alcuni come elemento di pericolo e, quindi, di insicurezza, probabilmente perché questa assenza potrebbe essere declinata come mancanza di aiuto in caso di necessità. Per altre persone, invece, questa caratteristica non influisce sulla sensazione di sicurezza. È opportuno evidenziare che la sensazione di sicurezza/ insicurezza non si presenta in maniera omogena sul settore analizzato di Mirafiori Nord, ma si distribuisce in maniera graduale man mano che ci si avvicina allo stabilimento FIAT, questo per via di una grande fascia di spazio pubblico con pochi servizi che si presta spesso ad usi paralleli. In questa fascia, prevalentemente occupata da parcheggi e da un parco, si verificano usi conflittuali dello spazio, in particolare i parcheggi vengono utilizzati come area gioco per via della vicinanza alle abitazioni (fig. 31) e come deposito di camper e roulotte, la cui maggior parte è attualmente abitati da un gruppo di etnia Rom (fig. 32). Questo utilizzo dello spazio si ricollega, quindi, alla sensazione di insicurezza che si percepisce limitatamente a quella situazione.

31-ACROBAZIE NEL PARCHEGGIO 32-PARCHEGGIO CORSO TAZZOLI 33-FIAT DEPREDATA



4. Public Linear Factory


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PUBLIC LINEAR FACTORY Il progetto nasce dai complessi ragionamenti fin qui elecanti, affrontando le criticità emerse e valutando i possibili esiti per un futuro che dimostri d’aver imparato dal proprio passato. Perciò l’intervento si propone di ripensare questa fascia ricca di potenzialità e povera per sfruttamento, riconfigurando i suoi spazi e le sue funzioni per dare luogo ad un’estesa infrastruttura, il cui funzionamento ricalca le orme del vicinissimo stabilimento FIAT. Public Linear Factory intreccia i caratteri del pubblico e del privato, presentandosi come una sorta di “macchina morbida” orizzontale, programmata in relazione ad un incremento della domanda di flessibilità degli usi, non solo locali, ed un crescente interessamento generale a questioni di carattere ambientale. L’intervento si promuove di riqualificare questa lunga fascia di spazi a servizio della fabbrica, riconsegnando alla natura dello spazio che la città negli anni e nella sua storia le aveva gradualmente sottratto. Questo intervento si pone dunque in controtendenza, durante un periodo storicoculturale in cui la città avanza veloce verso nuovi territori presentando usi invasivi, necessità abitative e soddisfando una continua ed inesorabile tensione all’inurbamento. Public Linear Factory ha nel nome i suoi punti chiave, porta in primo piano lo spazio pubblico e la sua condivisione, declina il concetto di produzione, caratteristico del passato industriale, in chiave naturale, e sviluppa linearmente produzione, interazioni sociali, spazi pubblici, attraverso spazi commerciali, aree ricreative, luoghi dell’apprendimento ricercando prioritariamente la qualità di vita.

La genesi del progetto si riconosce nella creazione di un tappeto di orti familiari, il cui funzionamento prevede l’assegnazione di una porzione di terreno, fortemente regolamentata da un’ente preposto, ed il pagamento di un esiguo affitto annuale. Gerarchicamente sopra questo tessuto regolare vi sono piccoli edifici a servizio degli orti, spazi formativi, aree ricreative, spazi aperti, laboratori scolastici e spazi commerciali a km0, in stretta relazione alle produzioni degli orti. L’ultima componente del progetto è rappresentata da elementi naturalistici, aree a prato, serre bioclimatiche, piante officinali, erbe aromatiche, alberi da frutto ed aree boschive in cui la natura si autoregola. Le serre bioclimatiche permettono la crescita e lo studio di specie non autoctone attraverso la creazione di un microclima differente e stabile. Questi oggetti si impongono sul tessuto e spiccano anche in elevato in maniera riconoscibile, la loro forma si ispira al seme poichè, come esso possiede al suo interno un ricco patrimonio genetico, così le serre al contatto con il terreno sprigionano una grandissima varietà naturale che in esse trova dimora. Public Linear Factory ha in sè la forza di ricostituire nell’utenza il primordiale senso di stretta collaborazione con la natura ed i suoi elementi, interagendo con essa in un rapporto in continua evoluzione.


CONCEPT


Associazione apicoltori

Frutteto

Ente orti familiari

Landmark + vendita km0

Bosco

ELEMENTI NATURALI ELEMENTI MINERALI

Apicoltura

Commercio km0

Ente orti familiari

Locali servizio allevamento

Floricoltura

Laboratori didattici

Distillazione piante officinali

Piante officinali

Frutteto

Locali servizio allevamento

Area esterna allevamenti

Distillazione piante officinali

Floricoltura

Residenze

Ente orti familiari

Fru

Landmark + controllo serr

Piazza tra gli aromi


utteto

Ristorante km 0

Agrumeto

ra

Floricoltura

Laboratori didattici

Serra bioclimatica

Bosco

Commercio km0

Serra bioclimatica

Ente orti familiari

Frutteto

Locali servizio allevamento

Laboratori didattici

Serra bioclimatica

Landmark

Bosco

Residenze

Area esterna allevamenti

Commercio km0

Floricoltura

0 0

Ente orti familiari

Erbe aromatiche

Residenze

Landmark

100 m

100

PLANIMETRIA


BOSCO

AREA ESTERNA PER ALLEVAMENTI

ORTI IN VASCA

APICOLTURA

ERBE AROMATICHE E PIANTE OFFICINALI

FLORICOLTURA

FRUTTETO

PRATO

ORTI A TERRA

0

100

ELEMENTI NATURALI


LANDMARK

EDIFICI PER ASSOCIAZIONI

EDIFICI COMMERCIALI

EDIFICI PER LA DIDATTICA

RESIDENZE

SERRE BIOCLIMATICHE

AREE PAVIMENTATE PER MANOVRE

PIAZZE

0

100

ELEMENTI MINERALI


VISTA ASSONOMETRICA 1


DETTAGLIO vista assonometrica 1


VISTA ASSONOMETRICA 2


DETTAGLIO vista assonometrica 1


VISTA ASSONOMETRICA 3


DETTAGLIO vista assonometrica 3


TORRI DI PRODUZIONE


DAL PRIVATO AL PUBBLICO


DAL PUBBLICO AL PUBBLICO


PUBBLICO E PRIVATO


5. Allegati


63

SESSO

ETÀ

GIORNO

ORA

LUOGO

1

F

16-25

Sabato (02/06)

10:15

Scuola

2

M

41-65

Sabato (02/06)

10:30

C.Siracusa

3

M

Più di 65

Sabato (02/06)

10:50

Sport

4

F

Più di 65

Sabato (02/06)

11:00

Mercato

5

F

26-40

Sabato (02/06)

11:15

Parco

6

F

26-40

Sabato (02/06)

11:30

Parco

7

M

41-65

Giovedì

12:20

Palazzetto

8

F

41-65

Giovedì

12:26

Fermata

9

F

41-65

Giovedì

12:30

Palazzetto

10

M

Più di 65

Giovedì

12:40

Parco

11

M

26-40

Giovedì

12:52

Ciclabile

12

F

26-40

Giovedì

12:58

Parco

13

F

Più di 65

Sabato

16:30

Area gioco

14

F

Più di 65

Sabato

16:45

Panchine

15

F

16-25

Sabato

17:00

Parco

16

M

41-65

Sabato

17:30

Palazzetto

17

F

41-65

Sabato

18:00

Panchine

18

M

26-40

Sabato

18:20

Fermate

TABELLA RIASSUNTIVA DELLE INTERVISTE


14

5

2

6 1

4

1 11

10

15 13 3

17

18

9 8

7 15

MAPPA DELLE INTERVISTE


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Conoscere al meglio Mirafiori Nord ed il rapporto dello stabilimento con le aree confinanti ha significato capire le percezioni dell’utenza e l’uso dello spazio. A tal fine, abbiamo elaborato un’intervista, composta da una decina di domande, da sottoporre ad un campione di 18 soggetti presenti all’interno del quartiere. La scelta del campione di indagine è stata effettuata seguendo un criterio casuale, delineando a priori alcune fasce di età, omogenee per necessità e stili di vita, e cercando di riconoscere in maniera implicita a quale di queste ciascuno corrispondesse. La struttura dell’intervista si compone di tre sezioni, una prima parte anagrafica in cui sesso ed età non vengono richiesti direttamente ma desunti dalla propria percezione, una seconda sezione in cui si sonda la percezione dell’area in analisi ed i suoi usi, ed un’ultima parte, molto breve, in cui dopo la spiegazione del nostro intervento quale sua caratteristica l’intervistato sarebbe maggiormente disposto ad utilizzare. La conoscenza e la percezione dell’area si è fin da subito delineata molto differente a seconda se l’intervistato fosse residente proprio in quell’area o nei quartieri limitrofi, pertanto si è scelto di diversificare la seconda sezione in funzione dell’area di residenza, diminuendo la specificità delle domande da somministrare a chi non risiede. Le interviste sono state completate durante tre sopralluoghi differenti, uno in una mattinata infrasettimanale e due nel corso del weekend. Queste interviste, oltre ad aiutarci nel comprendere in maniera più completa l’area, sono state fondamentali per capire come gli interventi già realizzati siano recepiti ed usufruiti. Per quanto concerne il luogo in cui compiere le interviste abbiamo scelto di operare sia nella zona di progetto, la fascia che separa il tessuto residenziale da Corso Tazzoli, sia nelle aree più a nord. La traccia di domande da sottoporre è stata decisa: guidata, aperta, strutturata e standardizzata;

lasciando la libertà dell’intervistato di rispondere sia brevemente sia articolando maggiormente le risposte.

INTERVISTA RESIDENTE 1- Cosa le piace della zona? Secondo lei cosa funziona e cosa no? 2- In quali aree si reca e perché 3- Da 1 a 5 come valuterebbe la qualità degli spazi comuni? 4- Da 1 a 5 come valuterebbe i servizi commerciali? 5- In una scala da 1 a 5, come valuterebbe la mobilità (aree pedonali, piste ciclabili, parcheggi e mezzi pubblici)? 6- Con quale frequenza usufruisce degli spazi pubblici? 7- A quale di questi servizi è maggiormente interessato/a?

INTERVISTA NON RESIDENTE 1- Cosa le piace della zona? Cosa funziona e cosa no? 2- Quale ragione la spinge ad usufruire dell’area? 3- Con quale frequenza usufruisce della zona? 4- A quale di questi servizi è maggiormente interessato/a?


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CONCLUSIONI Dalle risposte degli intervistati è sorto un quadro sicuramente molto vario che denota una sorta di “patriottismo” da parte dei residenti, in quanto nessuno ha mostrato, pur con alcuni evidenti motivi, insoddisfazione verso i servizi offerti o gli spazi comuni, se non l’auspicio di una migliore cura del manto erboso e delle componenti naturalistiche delle zone a parco. Questo atteggiamento è stato sottolineato dal fatto che, nelle risposte delle persone non residenti nel quartiere o con sedi lavorative appartenenti ad altri contesti e con una più ampia conoscenza di contesti urbani esterni a Mirafiori Nord, la qualità degli spazi verdi è stata giudicata insufficiente per progetto e manutenzione. La mobilità è sempre stata apprezzata, soprattutto la componente dei mezzi pubblici di collegamento verso il centro e il resto della città. Qualche nota di demerito va al sistema di piste ciclabili che, in alcuni casi, citando l’intervistata numero 12, “finiscono nel nulla”, denunciando una mancanza di connessioni tra i vari percorsi di questo genere. Un attributo positivo riconosciuto alla zona è il servizio scolastico che molti hanno valutato essere un punto focale funzionante e molto efficiente, come d’altronde anche il Palatazzoli che attira molte persone, anche da altre parti di Torino. Ad esempio, ragazzi con le rispettive famiglie, vivono il palazzetto come polo per le attività sportive e dichiarano, nelle interviste 9 e 16, di frequentare la zona solo ed esclusivamente per questo scopo. Da alcune interviste, inoltre, è stata riscontrata una certa intolleranza verso i cittadini di origine straniera, indicati in alcuni casi come causa di bassa qualità della vita, insicurezza e addirittura come una fonte di possibile fallimento per il progetto presentato nel corso della nostra intervista.

A compimento dell’intervista è stata proposta, con l’ausilio di immagini suggestive, la nostra idea progettuale riguardante la fascia prospiciente il muro dello stabilimento FIAT. Chiedendo agli individui coinvolti quale fosse tra gli spunti progettuali la sua componente più interessante, è stato delineato un profilo di risposte abbastanza variegato: per alcuni la proposta di spazi commerciali è sembrata la più vincente, per un numero leggermente più alto di intervistati, che hanno considerato, al contrario, il numero di esercizi commerciali già troppo elevato, gli spazi naturalistici sono sembrati i più coinvolgenti. A queste risposte, però, si sono affiancate quelle positive verso attività che, legate anche agli orti urbani e agli spazi verdi, proponessero spazi contenitori di funzioni didattiche o dedicate a bambini e ragazzi. Le esperienze precedenti di progettazione partecipata (Urban2) sembrano, dunque, aver incuriosito e stimolato l’utenza nella comprensione dei progetti a venire, dimostrando quindi un diffuso interesse circa le sorti della loro zona e le sue possibili reinterpretazioni e sviluppi.


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INTERVISTA A RESIDENTE

1- Cosa le piace della zona? Secondo lei cosa funziona e cosa no? 2- In quali aree si reca e perché 3- Da 1 a 5 come valuterebbe la qualità degli spazi comuni? 4- Da 1 a 5 come valuterebbe i servizi commerciali? 5- In una scala da 1 a 5, come valuterebbe la mobilità (aree pedonali, piste ciclabili, parcheggi e mezzi pubblici)? 6- Con quale frequenza usufruisce degli spazi pubblici? 7- A quale di questi servizi è maggiormente interessato/a?

la vivo poco nella mia zona perché sono spesso via per lavoro però la mia ex moglie (anche lei vive qui) si trova bene e quando ci siamo separati non ha voluto trasferirsi. 2- Come dicevo prima vivo poco qui, quando ci sono passo il tempo con mio figlio, passo a prenderlo a scuola e poi andiamo a giocare insieme a calcio o lo porto a vedere qualcosa di nuovo. 3- 4 4- 5 5- Non saprei valutare il trasporto pubblico, ma sicuramente le aree pedonali sono ben curate 4 6- Molto raramente 7- Orti familiari

INTERVISTATO #1_Donna (16-25 anni)

INTERVISTATO #3_Uomo (>65 anni)

1- Mi piace la mia zona perché è molto tranquilla, io sono cresciuta qui, quindi la conosco bene. Ammetto che è un po’ distante dal centro, ma comunque è una zona valida, c’è tutto, non manca nulla. 2- In realtà giro poco qui in zona, la maggior parte delle volte porto a spasso il cane o faccio qualche commissione per mia mamma, quando ero più piccola giocavo con le mie compagne nei giardini sotto casa. 3- Non saprei, forse 4 4- Darei una valutazione media,3 5. Non li uso molto, 3 6- Raramente 7- Spazi commerciali

1- Negli ultimi anni è peggiorata tanto, hanno fatto tutti questi giardini però c’è sempre meno gente, poi più ci si sposta in là più si riempie di extracomunitari. Con il campo nomadi qui vicino ora che arriva l’estate vedrai quanti furti, rubano di continuo. 2- Di solito vado alla bocciofila con mio marito, stiamo in compagnia, organizzano sempre qualcosa. 3- 3 4- 4 5- 2 quelle poche volte che prendo un bus, devo aspettarlo sempre tanto 6- Spesso 7- Orti familiari

INTERVISTATO #4_Donna (>65 anni) INTERVISTATO #2_Uomo (41-65 anni) 1- Secondo me ciò che funziona bene qui sono le scuole ed i servizi, con il Carrefour aperto 24 ore si ha sempre tutto quel che si vuole. Io comunque

1- È bella questa zona, è molto curata. Ci sono tanti giardini, quando esce da scuola porto sempre a giocare il mio nipotino. Li hanno rifatti qualche anno fa, però sono belli.


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2- Vengo tutti i giorni al mercato, vado a messa e poi vado a prendere Luca a scuola perché mia figlia lavora fino a tardi, poveretta. 3- 5 4- 5 5- 4 6- Molto spesso 7- Spazi commerciali

INTERVISTATO #5_Donna (41-65 anni) 1- Ci ho sempre vissuto, ora però vorrei trasferirmi, è un po’ morta come zona, ma sto qui perché mio figlio va a scuola qui alla Mazzarello. 2- Generalmente vado a prendere mio figlio a scuola, faccio la spesa al Carrefour e quando fa bello come oggi io e lei organizziamo di venire qui al parco per prepararci per la prova costume. 3- 3 4- 4 5- 3 6- Raramente 7- Spazi naturalistici

INTERVISTATO #8_Donna, (41-65 anni) 1- Sono residente in questo quartiere da diversi anni, posso dire che è una bella zona in cui non c’è nulla in particolare che non funzioni. 2- Di solito frequento i parchi su corso Tazzoli per portare a spasso i cani. 3- 5 4- 5 5- 3 è un peccato che la pista ciclabile non sia molto usata ma d’altronde non porta da nessuna parte 6- Spesso 7- Spazi Naturalistici

INTERVISTATO #10_Uomo (>65 anni) 1- È una zona con molte aree verdi, ma nella gestione di esse c’è una carenza nella pulizia. 2- In questa zona mi capita di camminare tutti i giorni e fare un giro tra Corso Tazzoli, Corso Settembrini e Corso Orbassano. 3- I parchi 5, sono ben tenuti c’è l’erba sempre ben tagliata, ma in questa zona il problema è la gente che la frequenta. 4- 5 5- 4 6- Molto spesso 7- Spazi naturalistici

INTERVISTATO #12_Donna (26-40 anni) 1- È bello perchè ha molti giardini pubblici, adatti a diversi utenti, reputo che funzionino bene anche i collegamenti con il centro ed è una zona relativamente sicura rispetto ad altre. Penso che andrebbe curato meglio in verde soprattutto per chi ha cani e bambini cercando di estirpare più spesso le erbacce 2- In realtà essendo spesso fuori dalla zona per lavoro frequento per lo più i parchi, per portare a spasso il cane, e i supermercati. 3- 4 4- 5 5- 5, anche se le piste ciclabili in certi casi finiscono nel nulla 6- Molto spesso 7- Spazi naturalistici, ma in particolare orti familiari che però andrebbero tenuti molto sotto controllo perchè una parte della popolazione non prende in considerazione certe iniziative per la collettività se non come sfogo di atti vandalici.


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INTERVISTATO #13_Donna (>65 anni) 1- Ritengo che nel quartiere funzionino decisamente bene le scuole, il mercato, e le aree verdi per bambini che sono spesso frequentati 2- In settimana mi reco spesso a accompagnare i miei nipoti a scuola e frequento il mercato, nel weekend invece frequento la chiesa e talvolta rimango a passare qualche ora con amici o nipoti nel giardino antistante. 3- 4 4- 4 5- 5 6- Spesso 7- Spazi commerciali e naturalistici

INTERVISTATO#17_Donna (41-65 anni)

1- Nel quartiere abbiamo sicuramente delle ottime scuole, che accolgono anche bimbi provenienti da altri quartieri, è una zona molto tranquilla e ricca di giardinetti. Penso che una zona che non funzioni molto sia quella su corso Tazzoli, ce sempre molto traffico veicolare e quei giardinetti non sono ben frequentati 2- Abito qua con la mia famiglia, nel pomeriggio finito di lavorare vado a riprendere le bimbe a scuola e con le belle giornate passiamo alcune ore ai giardinetti. 3- 4 4- 5, il nuovo supermercato aperto tutto il giorno è stata una fortuna 6- Molto spesso INTERVISTATO #14_Donna (>65 anni) 7- Avendo due bambine piccole mi piacerebbe che passassero del tempo a contatto con la natura, 1- Nel quartiere è presente il mercato che però è quindi spazi naturalistici decaduto rispetto al passato, non lo frequento più tanto perché i prezzi sono alti rispetto al supermercato. Nelle vicinanze ci sono diversi parchi pubblici che però non sono molto curati, sono buoni servizi invece sono legati alla scuola, alle poste e farmacie presenti in zona. 2- In settimana vado spesso ad accompagnare i miei nipoti a scuola, al parco giochi, mentre nel weekend con mio marito rimaniamo spesso in questo parco(Giardino Pietro Nenni) a passare il pomeriggio 3- 3 4- 5 5- 3 6- Spesso 7- Spazi commerciali, ma sono interessanti le iniziative didattiche che se gestite bene, sono sempre utili per dare nuovi insegnamenti


70

INTERVISTATO #6_Donna, residente in Via INTERVISTATO #11_Uomo, residente in Borgo Gorizia(41-65 anni) Dora (26-40 anni) 1- È molto tranquilla, le scuole funzionano bene, hanno tanti spazi all’aperto 2- Mia figlia va scuola alla Mazzarello, e poi quando fa bello vengo con lei a passeggio o porto mia figlia in bici perché di la in via Gorizia non ci sono tanti spazi all’aperto. 3- Raramente 4- Spazi Commerciali

1- Della zona mi piace il fatto che ci siano degli scorci molto belli tipici della periferia torinese, ma ci vorrebbe più informazione verso i cittadini da parte della circoscrizione. 2- Mi reco in zona per trovare amici e parenti che risiedono lontano da me. 3- Spesso 4- Sia spazi naturalistici sia formativi, no centri commerciali, ce ne sono troppi

INTERVISTATO #7_Uomo, residente a Venaria Reale(41-65 anni) INTERVISTATO #15_Donna, residente in Santa Rita(16-25 anni) 1- È una zona che non mi piace che frequento solo per necessità di passaggio e quindi non ho idee a 1- Non la conosco molto bene ma penso che i riguardo. parchi e le aree gioco dei bambini funzionino bene 2- Mi trovo qui semplicemente di passaggio. perchè vedo sempre molta gente che li frequenta. 3- Raramente 2- Vengo qua per motivi di lavoro, faccio la dog 4- Spazi Naturalistici sitter e in quest’area riesco a lavorare con i cani senza dare fastidio ai bambini che giocano. 3- Spesso INTERVISTATO #9_Donna, residente a 4- Spazi Commerciali Madonna di Campagna (41-65 anni) 1- Io e mia figlia frequentiamo questa zona solo per le attività sportive, ci rechiamo al Palazzetto del Ghiaccio, per il resto non conosco molto bene il quartiere. 2- Come dicevo prima, mi reco in questa zona per andare al Palazzetto del Ghiaccio. 3- Molto spesso 4- Quando io e mia figlia frequentiamo questa zona passiamo molte ore all’interno dell’edificio, quindi ciò che c’è all’esterno non ci interessa, ergo nessuna delle opzioni.

INTERVISTATO #16_Uomo, Mirafiori Sud (41-65 anni)

residente

a

1- Non saprei, mi reco in questa zona principalmente per recarmi al Palazzetto Del Ghiaccio, per il resto mi sembra che si tratti di un quartiere residenziale con inserite alcune attività commerciali. 2- Accompagno due volte a settimana mia figlia agli allenamenti di pattinaggio. 3- Raramente 4- L’idea degli orti famigliari è molto carina, sicuramente educativa per i bambini ma non anche per noi genitori.


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INTERVISTATO#18_Uomo, residente a Lingotto (26-40 anni) 1- Conosco poco il quartiere, mi ci reco per lavoro, non frequento molto i servizi della zona ma posso dire che i mezzi pubblici collegano bene il quartiere con il Lingotto. 2- Come detto vengo qua per motivi di lavoro 3- Molto spesso 4- Escludo gli spazi commerciali, perché penso che siano già molto presenti nell’area. Reputo che come si sta facendo in altre aree di Torino e città sia interessante avere la possibilità di avere un orto in città.



School District


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2017-2018 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Quirino Spinelli


A L E S S I A C A N E PA R I YOUSSEF HEZRAF FABIO MANTELLO



INDICE

/

Introduzione 1. Al di là della ferrovia ABITARE PRESSO LA STAZIONE VIVERE GLI SPAZI VOCI DAL QUARTIERE

2. Attrezzature e servizi per la città SPAZI AUTOGESTITI ED ABBANDONATI SPAZI DELL’ISTRUZIONE

3. School District RESTITUIRE SPAZI ALLA CITTÀ UN NUOVO SUOLO

Allegati


6

Inquadramento dell’area

INTRODUZIONE L’area oggetto di studio è situata in prossimità del confine meridionale della città di Torino, a sud della zona del complesso degli ex Mercati Generali, adiacente alla stazione di Torino Lingotto. Questa sezione del quartiere Lingotto è delimitata da due grandi assi viari, Corso Traiano a sud e Via Pio VII ad ovest. Il quartiere si presenta con un tessuto costruito molto eterogeneo, con vari tipi di edilizia residenziale diversi come villette unifamiliari e grandi condomini a più piani. Sono inoltre presenti un gran numero di attività a servizio della città. Non sono presenti grandi spazi verdi nell’area pertanto la popolazione è abituata ad a recarsi nel parco di Vittorio, subito oltre Via Pio VII. Dopo attenti studi urbani e sociologici dell’area è stato ideato un progetto che mira alla creazione di una rete che colleghi i vari istituti scolastici presenti fornendo loro nuovi spazi e che permetta una maggior integrazione delle attività nella vita del quartiere.




1. Al di lĂ della ferrovia



11

ABITARE PRESSO LA STAZIONE LINGOTTO I margini dell’area sono costituiti da Corso Traiano, Via Pio VII e la ferrovia. I primi nonostante siano due gradi corsi carrabili sono stati identificati come margini sutura, poichè grazie ai molti attraversamenti pedonali sono di facile attraversamento e collegano il quarrtiere con il resto della città, al contrario la ferrovia è stata identificata come margine barriera, gli unici punti in cui è possibile attraversarla sono agli estremi dell’area: la passerella olimpionica e il ponte di via Passo Buole. Oltre alla mobilità tradizionale nel quartiere, concentrati sui margini sono presenti percorsi ciclabili. Sono stati identificati all’interno dell’area alcuni luoghi che per rilevanza sociale oppure per il loro impatto sul quartiere sono punti di riferimento per gli abitanti e i visitatori dell’area. Questi luoghi, detti landmark, posso essere ad ampio raggio, come il MOI o la stazione Lingotto, i quali sono conosciuti in tutta la città, oppure possono avere un’influenza minore come nel caso della parrocchia che con l’oratorio è un punto di riferimento per i giovani della zona. Un’ulteriore tipologia di landmark è il centro sociale El Paso Occupato, in quanto esso è un edificio di rilevanza storica per il quartiere ma anche sociale in quanto la sua situazione di occupazione influenza la vita sociale del quartiere.


MARGINE BARRIERA MARGINE SUTURA

Margini dell’area


Fotografie Margini 1.Ferrovia Torino-Genova 2.Corso Traiano


Fotografie Margini 1.Via Pio VII 2.Villaggio olimpico - Ex. M.O.I.


Nodi e MobilitĂ


LANDMARK COSTRUITO

Landmark


Fotografie Landmark 1. El Paso Occupato 2.Villaggio Olimpico 3. Parrocchia dell’Immacolata Concezione


Fotografie Landmark 1.Stazione Lingotto 2.Superstore Esselunga


19

STUDIO DEL COSTRUITO E DEGLI SPAZI APERTI Dallo studio degli spazi aperti dell’area si evidenzia che la maggior parte degli spazi aperti verdi è di pertinenza delle scuole o di edifici residenziali, gli unici spazi verdi a disposizione dei cittadini sono il giardino Ex Comau ed un’area cani adiacente alla ferrovia, la prima essendo un parco attrezzato, è molto frequentata. Dallo studio del costruito emerge inoltre una grande presenza di servizi distribuita in tutta l’area: Tali servizi possono essere pubblici, come le residenze per studenti Edisu o il centro servizi disabili, o privati, come il centro medico o la banca. Si nota anche come siano numerosi gli istituti scolastici presenti nella zona, i quali comprendono sia le scuole primarie che secondarie. E’ inoltre presente anche un istituto superiore specializzato nella formazione per ragazzi non udenti.


Studio del costruito


Studio degli spazi aperti


22

VIVERE GLI SPAZI DENSITÀ FISICA E SOCIALE All’interno dell’area sono presenti differenti tipologie di isolato, con differenti livelli di densità. Data la vasta presenza di servizi ci sono isolati occupati interamente o per la maggior parte da strutture di servizi: l’isolato posto di fronte al parcheggio della stazione Lingotto, ad esempio, è interamente occupato da un istituto scolastico. Questa tipologia di isolato avrà una bassa densità fisica ed un’alta densità sociale. Per contro sono anche presenti isolati che presentano interamente o quasi edifici residenziali, in questi caso la densità fisica sarà elevata mentre quella sociale sarà bassa come nel caso della zona dell’ex villaggio olimpico.


DensitĂ fisica


DensitĂ Sociale 1. h 11.00 2. h 16.00


Rapporti tra densitĂ fisica e sociale


Fotografie DensitĂ Sociale 1. Giardino Ex. Comau (h 19.00) 2.Via Felice Casorati (h 16.00)


Fotografie DensitĂ Sociale 1.Stazione Lingotto (h 09.00) 2.Giardino ex. Comau (h 11.00)


28

FOCALIZZAZIONI

Studiando la distribuzione delle funzioni presenti nella zona sono stati individuati degli isolati che presentano una funzione sociale specifica a volte dettata dall’architettura del luogo, come nel caso del parcheggio della stazione o della scuola di fronte ad esso, in altri casi l’area non nasce con una funzione specifica ma l’uso della popolazione lo determina, come nella zona di fronte a El Paso dove gli abitanti del quartiere hanno organizzato degli orti autogestiti.


Rapporti tra densitĂ fisica e focalizzazioni


Zone a bassa densitĂ Focalizzate 2.Parcheggio stazione Lingotto 3. Superstore Esselunga


Zone a Bassa densitĂ non focalizzate 1. Area Cani corso Caio Plinio 2. Via Sette Comuni


32

SICUREZZA

Durante i sopralluoghi effettuati sono state rilevate alcune zone in cui la sensazione era di maggiore sicurezza rispetto ad altre che, per conformazione o caratteristiche, restituiscono sensazioni di maggiore insicurezza. Tale percezione, in alcuni casi varia in base al momento della giornata, come il parcheggio e la zona della stazione che di giorno, grazie alla maggiore presenza di persone, vengono percepite come sicure mentre la sera, quando sono meno frequentate e più buie la sensazione prevalente è quella dell’insicurezza. Le zone di El Paso e dell’ex villaggio olimpico, a causa delle problematiche sociali che le affliggono trasmettono una sensazione di insicurezza che non dipende dal momento della giornata, nel caso del M.O.I. questa viene amplificata la sera.


Studio della percezione di sicurezza 1.Giorno 2. Notte


Zone Sicure 1. Parcheggio stazione Lingotto (h 16.00) 2.Giardino Ex Comau (h 11.00)


Zone Insicure 1. Ex Bocciofila (h 10.00) 2.Orti urbani (h 22.00)


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CONCAVITA’ E CONVESSITA

Durante l’analisi si sono individuati una serie di spazi che, per come sono configurati, presentanto caratteristiche tali da poter essere distinti in due differenti tipologie: gli spazi concavi, in cui la sensazione è di essere attratti verso il centro dello spazio, e gli spazi convessi, in cui, all’opposto, è forte la sensazione di essere sospinti verso l’esterno. Un esempio di spazio concavo è il parcheggio della stazione Lingotto che, grazie al fatto di essere posizionato ad una quota inferiore rispetto al piano stradale di corso Caio Plinio, fornisce una grande sensazione di attrazione verso il suo centro. Un esempio opposto può invece essere individuato nel giardino Ex Comau, in cui la presenza di strade complanari e di collinette artificiali crea uno spazio che invoglia l’utente ad uscirne.


Concavità e convessità


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LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ

La lettura degli spazi non è risultata semplice in tutti i casi: infatti sono presenti nell’area di progetto aree specifiche in cui, anche a causa di complesse dinamiche sociali, la leggibilità è compromessa. Una di queste aree è il villagio olimpico Ex M.O.I., noto alle cronache per la situazione di emergenza abitativa ed occupazione abusiva che lo interessa da diversi anni. Nonostante la forma del costruito e degli spazi aperti sia stata progettata e, a prima vista, possa sembrare semplice da analizzare, la grande varietà di situazioni, la scarsa permeabilità del luogo e la presenza costante delle forze dell’ordine creano un ambiente complesso da comprendere a fondo.


Rapporti tra LeggibilitĂ e complessitĂ


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STABILIÀ E SORPRESA

All’interno dell’area sono stati individuati alcuni spazi che trasmettono una senzazione di stabilità e tranquillità ma al contempo sono ricchi di stimoli per chi li frequenta, come il giardino dell’ex Comau, altri che nonostante sia ricchi di stimoli non danno una sensazione di stabilità, per esempio il centro sociale El Paso a casusa della situazione sociale al suo interno manca della sensazione di stabilità. vi sono anche spazi che essendo molto semplici trasmettono una grande sensazione di stabilità ma proprio a causa di questa semplicità sono anche poveri di stimoli, come l’area riservata ai cani adiacente alla ferrovia. Infine vi sono spazi che non stimolano gli abitanti e trasmettono una sensazione di instabilità, è il caso dell’ex villaggio olimpico.


Rapporti tra stabilitĂ e sorpresa


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VOCI DAL QUARTIERE Nell’ambito dello studio sociologico dell’area di progetto è stata svolta una campagna di interviste a persone incontrate in loco. Tali interviste si sono effettuate in due giorni differenti, uno feriale ed uno festivo e ciò ha permesso di ottenere un campione di soggetti più eterogeneo. Nella prima parte dell’intervista ci si è concentrati sulla conoscenza del soggetto e sul suo tipo di frequentazione dell’area in esame. Successivamente le domande hanno riguardato le caratteristiche della zona, con particolare enfasi sulla qualità e sul funzionamento degli edifici scolastici, per poi analizzare la vita nell’area e come essa è influenzata dalla presenza del centro sociale El Paso Occupato e dall’emergenza abitativa sviluppatasi all’interno dell’ex villaggio olimpico di via Giordano Bruno. Infine si è domandato all’intervistato un parere sull’ambito specifico di progetto, il parcheggio adiacente la stazione Lingotto: si è cercato di capire l’impatto del luogo sul soggetto ed una sua ipotesi di riqualificazione. L’analisi a posteriori delle interviste ha evidenziato una generale concordanza di opinioni degli abitanti del quartiere a riguardo delle caratteristiche dell’area e della vita al suo interno: la presenza del centro sociale non rappresenta un problema, ad eccezione di un intervistato che ha sottolineato come per le famiglie la vicinanza del centro medesimo alla scuola materna sia motivo di insicurezza; in merito alla situazione dell’ex M.O.I. è diffuso il pensiero che il perdurare della situazione di instabilità crei disagi, mitigati solo in parte dalla presenza costante di militari.

Per quanto riguarda l’ambito progettuale specifico, si è constatata l’opinione diffusa che lo spazio antistante la stazione sia sottoutilizzato e non congruo alle esigenze della popolazione: il parcheggio è infatti poco gestito e male organizzato, non è custodito e sono molte le automobili che non rispettano gli spazi di sosta consentiti, creando molti problemi alla circolazione interna. La maggior parte degli intervistati, alla domanda su cosa potrebbe essere fatto per migliorare la situazione, risponde con la richiesta di una migliore progettazione di questo spazio pubblico ed una maggiore attenzione alle proprie necessità.




2. Attrezzature e servizi per la cittĂ



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SPAZI AUTOGESTITI ED ABBANDONATI Esplorando l’area si sono individuati alcuni spazi che hanno perso la loro funzione originaria e si sono negli anni trasformati, talvolta richiamando nuove funzioni, altre volte restando inutilizzati ed abbandonati al proprio destino. E’ il caso dell’ex Scuola Materna di Robilant, costruita alla fine del 1800 ed utilizzata fino al 1982 dalle suore salesiane di Maria Mazzarello. Dopo la sua chiusura l’edificio restò inutilizzato a causa di intoppi burocratici e, nel 1987, venne occupato dal centro sociale El Paso, che tuttora mantiene il possesso dell’edificio e lo utilizza per le sue attività. Al di là della strada si sono sviluppati nel corso degli anni alcune aree di orti urbani, realizzati dai residenti, che continuano ad essere autogestiti. Sull’area insiste inoltre un edificio, danneggiato irreparabilmente da un incendio, che ospitava un centro ricreativo per anziani e che da diversi anni giace in stato di abbandono e viene utilizzato, si ipotizza, come rifugio notturno da alcune persone senza fissa dimora. Altro caso di edificio abbandonato ed inutilizzato da diverso tempo è il Centro di Attività Diurna dei servizi sociali del Comune di Torino, sito in via Pio VII che, sostituito nella sua funzione da qualche anno dal nuovo edificio all’angolo con via Felice Casorati, è rimasto vuoto ed è stato avvolto dalla natura.


Studio dei suoli area El Paso ed ex bocciofila


Assonometria area El Paso ed ex bocciofila


Fotografie dell’area El Paso ed ex Bocciofila 1. El Paso Occupato 2. Ex bocciofila


Fotografie dell’area El Paso ed ex Bocciofila 1. Orti urbani 2. orti urbani


Studio dei suoli area Stazione Lingotto


Assonometria area Stazione Lingotto


Fotografie dell’area stazione Lingotto 1. Stazione Lingotto 2. Parcheggio


Fotografie dell’area stazione Lingotto 1. Parcheggio - vista notturna 2. Ingresso stazione Lingotto


Studio dei suoli area ex centro servizi ai disabili


Assonometria area ex centro servizi ai disabili


Fotografie Ex Centro Servizi disabili 1. Ingresso 2. vista laterale


Fotografie Ex Centro Servizi disabili 1. Vista lato via Pio VII 2. Scorcio


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SPAZI DELL’ISTRUZIONE Come detto in precedenza, l’area oggetto di studio si presenta molto ricca di spazi dedicati all’istruzione. Sono stati identificati cinque plessi scolastici, di differente grado ed ambito, che creano una forte affluenza di studenti nell’area. Il plesso più importante, se non altro a livello di dimensioni, è quello che ospita l’Istituto di Istruzione Superiore Copernico-Luxemburg, che comprende due sezioni, un liceo scientifico ed uno linguistico e che occupa il grande isolato posto ad ovest del parcheggio della stazione lingotto. Tale complesso scolastico è anche provvisto di spazi aperti, collocati su via Pio VII, che includono campi sportivi ed aree dedicate all’atletica leggera. Altro plesso scolastico di grande volumetria è la sede dell’istituto comprensivo Via Sidoli, che comprende una scuola primaria, una secondaria di primo grado ed una scuola per l’infanza. Al contrario del Copernico-Luxemburg, questo plesso è sprovvisto di spazi esterni, esclusi quelli riservati alla scuola per l’infanzia, e dispone solamente di una palestra multifunzionale. Infine è interessante rilevare la presenza dell’Istituto Statale di Istruzione Specializzata per Sordi di via Monte Corno, che risulta essere l’unico istituto specializzato di questa tipologia in Torino.


Scuole presenti nell’area di progetto


Studio suoli I.I.S. Copernico-Luxemburg


Fotografie I.I.S. Copernico-Luxemburg 1. Ingresso 2. Campi da gioco 3. CAmpi da gioco


Studio suoli ISISS A. Magarotto- S.I. V. Kandinskij


Fotografie 1. ISISS A. Magarotto 2.Scuola dell’infanzia V. Kandinskij - fronte su strada 2.Scuola dell’infanzia V. Kandinskij - cortile


Studio suoli I.C. Via Sidoli


Fotografie 1. I.C: Via Sidoli - Scuola Primaria e secondaria di primo grado - ingresso 2.-I.C. Via Sidoli - Scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado - Palestra 3.-I.C. Via Sidoli - Scuola dell’infanzia giuseppe fanciulli



Sezioni descrittive



3. School District



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RESTITUIRE SPAZI ALLA CITTÀ A seguito dello studio svolto sul funzionamento dell’area in esame, dove si è rilevato che i molti istituti scolasti presenti hanno carenza di spazi esterni e quelli presenti sono di scarsa qualità e poco mantenuti, si è ideato un progetto che mira a creare un sistema in grado di mettere in comunicazione le attuali strutture scolastiche con spazi attualmente sottoutilizzati o abbandonati. L’obbiettivo principale di questo progetto è la creazione di una serie di spazi in collegamento tra loro che vada a potenziare quelli attualmente a disposizione degli istituti scolastici, per formare una rete. Con l’obbiettivo di coinvolgere non solo gli studenti ma anche gli abitanti del quartiere si è pensato a degli spazi che siano collegati con le scuole ma anche accessibili a chiunque. Per raggiungere questo scopo si è deciso di rigenerare questi spazi, al fine di creare nuove strutture che possano ospitare attività scolastiche non tradizionali, incentrate sulla creatività e sul rispetto dell’ambiente In primo luogo si è ipotizzata la demolizione dell’ex bocciofila sita in corso Caio Plinio, bruciata ed abbandonata da anni, e la costruzione di un edificio che possa includere in parte attività ricreative per anziani ed in parte attività volte a favorire e sviluppare in maniera più razionale gli orti urbani già presenti, integrando gli stessi con spazi didattici ed una serra per permettere la prosecuzione dell’attività anche nei mesi freddi. Questi nuovi spazi saranno gestiti dal centro sociale El Paso, in tal modo si vuole cercare di mitigare la situazione di disagio del centro e di integrare i suoi abitanti con il resto della comunità del quartiere.

Nell’area del centro di attività diurna dei servizi sociali viene progettata la realizzazione di un edificio che possa ospitare al suo interno laboratori didattici artistici e spazi esterni atti alla pratica di espressioni artistiche più tradizionali quale la pittura en-plein-air e forme più innovative quali la street art.


SCUOLE AREE PROGETTUALI

Stato di Fatto dei Flussi


SCUOLE AREE PROGETTUALI

Concept di Progetto


Pianta di Progetto Area ex Centro Disabili


Assonometria di Progetto Area ex Centro Disabili


Assonometria di Progetto Area ex Centro Disabili


Assonometria di Progetto area El Paso ed ex Bocciofila


80

CREARE UN NUOVO SUOLO Il grande parcheggio presente di fronte alla stazione Lingotto ed all’istituto superiore Copernico-Luxemburg si presenta ad oggi come un’unica piastra in asfalto, a quota inferiore rispetto al piano stradale adiacente agli ingressi della scuola, collegata a questo da una scala. Dalle interviste svolte in zona si è verificato che la maggior parte degli intervistati non è soddisfatta del luogo, trovando che il parcheggio sia mal gestito, permettendo la sosta anche in zone non adibite a tale scopo, e lamenta la mancanza di un luogo confortevole dove attendere l’arrivo dei pullman e dei treni essendo la sala d’attesa della stazione inclusa nella biglietteria e di ridotte dimensioni. Il progetto, per venire incontro alle necessità dei cittadini, prevede la realizzazione di un nuovo suolo, realizzato sovrapponendo al piano del parcheggio una copertura, sostenuta da pilastri, e creando così un nuovo spazio pubblico. Questa piastra viene attraversata da un percorso di collegamento tra l’ingresso principale della scuola e la stazione ferroviaria per sottolineare il legame con l’istituto scolastico. Si sono progettati tre edifici: un’aula studio, pensata per l’utilizzo da parte sia dei ragazzi del quartiere che degli studenti pendolari in attesa del treno, una caffetteria e una sala d’attesa per pullman e treni.


1.Percorso principale 2. Bucature

Schemi concettuali di progetto 3.Collinette 4. Edifici


Assonometria generale di progetto area Parcheggio Lingotto


Esploso di progetto



Planimetria generale Scala 1:1000



Pianta piano parcheggio Scala 1:1000



Sezioni di progetto


Rendering Vista dalla Caffetteria


Rendering Vista Piano Parcheggio


Rendering Vista della Caffetteria


Rendering Vista verso la stazione Lingotto



Allegati



Mappa delle Interviste


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TABELLA RIASSUNTIVA INTERVISTE


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DOMANDE 1. Sei di questa zona o semplicemente di passaggio? 2. Ti senti al sicuro in questo quartiere? Se no, perchĂŠ? 3. Cosa pensi dei complessi scolastici presenti in questa zona? 4. La presenza di MOI e centro sociale El Paso influisce sulla vita nel quartiere? 5. Se potesse cambiarlo, come immaginerebbe lo spazio adibito a parcheggio di fronte alla stazione Lingotto?


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INTERVISTE Uomo, 49 anni 1. Sono semplicemente di passaggio, non abito in questa zona ma ci lavoro, quindi ci passo spesso. 2. Si mi sento molto al sicuro in questo quartiere non ci sono grandi problemi tranne la zona del MOI che ad oggi è un “buco”. Una questione che potrebbe essere sistemata è la pulizia delle strade e dei marciapiedi. 3. I complessi scolastici non li conosco bene ma so che sono molto frequentati, un problema grave è la mobilità, le linee e i bus non funzionano bene e bisognerebbe sviluppare maggiormente il car sharing, magari con dei parcheggi apposta per loro. 4. Bè ovviamente sono un problema, creano disagio e paura, sono posti dove di sera è meglio non passare. 5. Mi piacerebbe ci fosse qualcosa che faccia da punto di ritrovo per l’intera comunità di questa zona, per i ragazzi che vengono qui a scuola e per le persone in attesa del treno. Uomo, 47 anni, macellaio in via Passo Buole 1. Ormai oltre a esercitare la mia professione vivo qui da circa 30 anni. 2. Si molto al sicuro se non per presenza di qualche pazzo la sera, ma si tratta di casi isolati. 3. Funzionano molto bene. La scuola materna è troppo vicina al paso e questo è visto come un problema, le famiglie si lamentano. 4. Il MOI in realtà è un problema perché il

comune non interviene e le persone restano un po’ abbandonate a loro stesse. 5. Lo lascerei parcheggio, ma lo rimetterei a posto. Quello di adesso non funziona, ci sono pochi posti e non sono ordinati, a volte ti parcheggiano dietro e non riesci ad uscire. Donna, 52 anni 1. Vivo nella zona, ho due figlie e per un lungo periodo ha abitato in Piazza Rebaudengo, attualmente vivo in zona da 11 anni. 2. Ultimamente non molto, al di là dei problemi che si creano con il MOI si è aggiunta una massiccia infiltrazione di zingari che stanno nella zona del parco e della biblioteca. 3. Le scuole funzionano bene, ci sono, ma ci dovrebbe essere più manutenzione. Mia figlia per tutto un anno, in 2 media ha dovuto fare l’accesso dal retro per entrare a scuola per qualche problema strutturale credo. Nel 2016 se non ricordo male era anche crollato un pezzo di controsoffitto in un’aula 4. Il problema del MOI non è tanto il luogo in sè, ma come viene gestito. Io ho paura ad andare al Bennet a fare la spesa perchè devo passare di lì. L’anno scorso hanno fatto una protesta e si sono messi per strada a bruciare gomme. 5. Il parcheggio è piccolo, io lavoro a Carmagnola e tutte le mattine vengo a prendere il treno. Ci vorrebbe uno spazio più grande, con più posti auto, magari anche interrato, in modo da poter avere più spazio per parcheggiare.


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Donna, 38 anni 1. Sono semplicemente di passaggio, e non che conosco benissimo la zona, ma se posso aiutarti dimmi pure. 2. Si mi sento molto al sicuro, ho sentito qualcuno lamentarsi ma non ho capito bene il perché. 3. Non so, non essendo di zona non le conosco. 4. Secondo me sia il MOI sia El Paso non danno nessun problema anzi a me la gente che lo abita e ci vive mi fa tenerezza. Nel 1999 sono capitata in una situazione simile quindi in parte capisco anche le persone che stanno li. 5. Io farei una grandissima distesa di prato per dare un po’ di verde a questa zona che ne è povera. Uomo, 16 anni, studente 1. Vivo qui con la mia famiglia da quando sono nato. 2. Sì, sia io che i miei amici non abbiamo mai avuto problemi. 3. Le scuole creano un sacco di casino qui, al mattino ci sono un sacco di macchine che vengono per prendere i figli e anche all’uscita al pomeriggio. Non parliamo dei bus poi. 4. Io sinceramente li manderei via tutti, perché fanno solo problemi. 5. Ci metterei un grande campetto da calcetto o una discoteca, qua per i ragazzi non c’è nulla e tutti noi siamo solo di transito, se dobbiamo uscire di solito andiamo in altre zone. Uomo, 44 anni 1. Solo di passaggio, ci sono i miei genitori che vivono qui.

2. Non so se posso esserti molto utile, io vengo solo qui dai miei e sto un po’ da loro, poi torno a casa mia. 3. Non ti saprei dire non li conosco. 4. So di quello che succede perché lo sento alla televisione o lo leggo sui giornali, secondo me sono in troppi li dentro, certamente questo crea problemi agli abitanti. I miei cercano di non passare di li. 5. Io farei qualcosa per le bici, per le auto condivise, o comunque qualcosa di ecologico per risolvere il traffico, che in questa zona è un problema. Uomo, 33 anni 1 .Mi sono appena sposato e sono appena venuto a vivere qui, speriamo bene! 2. Sì, mi sento abbastanza al sicuro, ho scelto questa zona perchè mi sembra tranquilla. 3. Per fortuna ci sono tutte queste scuole, così è comodo sia per me, sia per mia moglie e possiamo organizzarci meglio per la bambina. 4. Per fortuna non mi è mai capitata una situazione di quel tipo, spero non mi succeda mai. 5. Farei arrivare la metro, non esiste che ci sia la stazione del treno e non subito quella della metro, come a Porta Susa.


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Uomo, 27 anni, residente al M.O.I. 1. Ormai vivo qui da 2 anni, e il prossimo anno vorrei ricongiungermi con la mia famiglia. 2. Mi sento bene, nessun problema. 3. La scuola penso funzioni bene, anche se ci sono tanti extra-comunitari e alcuni italiani hanno paura. 4. Non siamo noi il problema, ma come ci trattano! Sembra di essere in carcere! Ci sono dei gruppetti di persone che creano problemi, ma non siamo tutti cosi. La maggior parte di noi è venuta qui solo per lavorare, non per rubare o creare problemi. 5. Io la lascerei così come è, va benissimo. Donna, 67 anni 1. Si ormai vivo in questa zona da 40 anni e la conosco benissimo. 2. Una volta si stava bene, ma ormai siamo abbandonati a noi stessi. Continuano a costruire case popolari e la gente che le vive, beh lasciamo perdere. 3. Per chi ha una famiglia è molto comodo, perché hai tutte le scuole vicine. 4. Il Paso non ha mai dato grossi problemi. Negli anni 90, quando si lottava di più, ci sono stati alcuni episodi di blocchi e scontri. Per quanto riguarda il MOI la conoscono tutti la storia, lasciamo stare. 5. Non so se lo cambierei però metterei qualcosa per i più anziani, da quando è bruciata la bocciofila non c’è più nulla per noi, ci sentiamo abbandonati a noi stessi.

Donna, 39 anni 1. Lavoro in zona. 2. Non vivo qui, quindi non saprei rispondere. 3. Non è che ci faccia molto caso comunque vedo in determinati orari una massiccia presenza di genitori con figli che vanno a scuola. 4. So di cosa di tratta ma non saprei dire che problemi crea, perché non frequento molto la zona. 5. Il parcheggio è comodo, almeno c’è. Certo potrebbe essere fatto meglio, magari anche con più posti, ma se pensi che a Porta Susa non c’è neanche quello. Uomo, 25 anni 1. Sono da sempre in questa zona, quindi la conosco benissimo. 2. Sì, mi sento abbastanza al sicuro. Certo a volte c’è il pazzo di turno che crea qualche problema. 3. Magari sono fin troppe tutte attaccate, ma nel complesso funzionano più che bene. 4. Il problema è che questa zona sta peggiorando a vista d’occhio. Intanto c’è la stazione, con tutti i suoi problemi di traffico e di persone che ci girano, poi c’è il MOI che crea problemi, in piu negli ultimi tempi si sono aggiunti un paio di camper di zingari che sostano costantemente in zona. Ci si sente un po’ circondati a volte. 5. Personalmente penso che la zona sia un pò scarna di verde pubblico, penso che trasformerei il parcheggio in giardino pubblico.


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Uomo, 73 anni 1. Vivo qui da sempre, so tutto di questa zona. 2. Fino a poco fa si poteva stare tranquilli, adesso ovviamente di meno a causa dei tanti extracomunitari nella zona. 3. Direi che ci sono e che funzionano bene, al pomeriggio vedo sempre le mamme con i bambini. 4. Assolutamente, ti basta sapere che io sono costretto ad andare al Lidl perché ho paura succeda qualcosa mentre vado al Bennet.. 5. Personalmente toglierei il parcheggio e installerei una caserma dei carabinieri. Donna, 28 anni 1. Semplicemente di passaggio, lavoro qui e pertanto ci passo sporadicamente 2. Personalmente non ho mai visto nulla di anomalo, non ho mai percepito paura ad essere qui. 3. La mattina per venire qui vedo sempre le mamme con i figli, presumo ci siano tante scuole, forse un po’ troppo concentrate. 4. Non sono informata a riguardo. 5. Essendoci molti istituti scolastici penso che dovremmo pensare anche a degli spazi per loro, quindi di fronte al lingotto metterei un gande parco per bambini Uomo, 21 anni, residente al M.O.I. 1. Io abito al MOI da circa 3 anni con la mia famiglia. 2. La mattina a noi ragazzi del MOI fanno fare attività e ci fanno fare ore sociali di pulizia del suolo pubblico. 3. Non ho fatto le scuole qui quindi non ti saprei

dire. 4. Lo Stato ci ha abbandonati e noi siamo abbandonati a noi stessi. 5. Io farei un istituto, qualcosa per noi extracomunitari, per farci integrare meglio nella società. Donna, 18 anni, studentessa 1 Si, vivo qui con la mia famiglia da quando sono nata 2 La zona è abbastanza tranquilla, a parte quelle zone in cui evito di passare la sera 3 Ho frequentato tutte le scuole qui, adesso vado al Luxemburg e mi trovo bene, le scuole sono tutte vicine a casa. In alcune mancano un po’ di spazi esterni. 4 Bè di sicuro non sono posti dove passo spesso, il paso in realtà non so bene cosa sia… per quanto riguarda il M.O.I., so che in parte è occupato e c’è sempre la polizia, ma non sono molto informata. In generale comunque non creano tanti problemi. 5 Bè il parcheggio non mi piace, sembra un po’ abbandonato a sè stesso. Magari ne utilizzerei una parte per creare degli spazi verdi, per quando usciamo da scuola. Donna, 25 anni 1 No, sono di passaggio, aspetto il pullman per andare all’università 2 L’area della stazione non è molto bella, ed a volte ci c’è presenza di “zingari”, che infastidiscono i viaggiatori come me.


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3 Non le ho frequentatie la scuola superiore qui davanti sembra abbastanza bella, magari non ben mantenuta. 4 Non sapevo che ci fosse un centro sociale occupato in questa zona, mentre per quanto riguarda il moi so dei problemi all’interno ed evito di passarci. 5 Mi piacerebbe ci fosse uno spazio al chiuso per aspettare pullman e treni, perché la sala d’aspetto della stazione è all’interno della biglietteria e non è adatta.


Torino. Quota Ø


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


MARCELA ANGEL A L E S S A N D R O L AT E R Z A LUCIA LODERER LAVINIA TRINCA


INDICE 1. Introduzione ........................................................................9 1.1 Il Po a Torino

1.2 Tra Corso Moncalieri e Unità d’Italia - Lo spazio aperto 1.4 Permeabilità dei suoli 1.5 Fasce di rispetto 1.6 Spazi concavi e convessi 1.7 Spazio pubblico e privato 1.8 Aree boschive 1.9 Connessioni: percorsi principali e assi viari

1.10 Tra Corso Moncalieri e Unità d’Italia - Lo spazio costruito 1.11 L’edificato 1.12 Gli edificati per numero dei piani 1.13 Cronologia del costruito 1.14 Gli insediamenti 1.15 Le tipologie residenziali

1.16 Lo spazio percepito 1.17 Attori e fruitori 1.18 Landmark 1.19Sicurezza / insicurezza 1.20 Illuminazione 1.21 Leggibilità / complessità 1.22 Densità fisica e sociale


2 Torino. Quota Ø ...........................................................................82 3. Allegati 3.1 Interviste 3.2 “Avresti un minuto?” 3.3. Di cosa parliamo? 3.4 Perchè?


PREFAZIONE Torino a quota zero nasce dal bisogno di rfunzionalizzare un’area che nel corso del suo tempo ha perso il suo significato. L’esigenza progettuale nasce anche in funzione dello spazio nel quale il nostro parco si localizza; una zona caratterizzata da un’ottima qualità residenziale all’interno della quale si presentano circoli sportivi che, attivi verso la periferia, diventano dismessi verso il centro. L’esigenza progettuale nasce soprattutto dall’affaccio verso l’esperienza architettonicamente consistente di Italia ‘61. Perchè a quota zero? Quota zero è intesa come sistema integrato di spazi che, attraverso terrazzamenti che sfruttano la topografia del luogo senza alterarla in modo violento, interagiscono per collegarsi direttamente al fiume in modo concreto con delle piattaforme galleggianti che consentono all’utente che abita questi spazi di entrare a far parte di un ambiente in completa sintonia con la natura. Un sistema di verde selvaggio, accompagna i percorsi che, partendo dalla quota del livello stradale di Corso Moncalieri (230 m), scendono fino ad avere un contatto diretto con il fiume Po (218m). La lettura della topografia si organizza attraverso un sistema di sezioni che, accompagnate da uno stato di fatto, mettono in evidenza come gli interventi progettuali non alterino la morfologia di questi luoghi, creando un sistema integrato di spazi che diventano un tutt’uno con la naturalità che costituisce un sistema dominante nella zona della collina torinese. Questo parco, non nascendo come un parco di quartiere, ora si proietta per soddisfare le esigenze di un bacino di utenza che attualmente ne percepisce l’abbandono.




1. Introduzione


10


11

IL PO A TORINO Inquadramento territoriale l Parco si trova nella zona Sud di Torino, al confine con Nichelino, in uno spazio all’interno del quale il Parco stesso si relaziona con l’esperienza progettuale di Italia ’61, con la realtà della Collina Torinese, con una viabilità principale rappresentata da Corso Moncalieri e da Corso Unità d’Italia e dal Parco delle Vallere. I margini che definiscono la nostra area sono rappresentati da Corso Moncalieri, dal Po, dalla Collina Torinese e sia a Sud che a Nord da Circoli Sportivi attualmente funzionanti. Il Fiume nella città scopre nuove essenze e se inteso come elemento che differenzia luoghi, su questo vi si affacciano, lungo le sue sponde spazi profondamente diversi, infatti l’intenzione è proprio quella di partire da una visione globale del Po che identifica spazi in forte contrasto. Il Po, quindi, che tipo di spazi crea durante il suo percorso?. Luoghi di congiunzione, luoghi che riescono ad unire parti della città ma anche luoghi dell’abbandono. La nostra area di progetto difficilmente può assu- mere un’etichetta di Parco in quanto luogo dell’abbandono e sottoutilizzato, caratterizzato da fabbricati dismessi, assenza di accessibilità pubblica o comunque di difficile visione, nonostante la presenza di un ponte pedonale che congiunge le due sponde, alterna spazi pensati ma comunque dismessi a spazi senza una logica di costruzione. Attualmente non riesce ad avere quel bacino d’utenza necessario a renderlo un Parco, non nascendo come parco di quartiere non riesce quindi ad essere funzionale alle esigenze dell’utenza ricavata nel quartiere.


I

I

III

II

IV

V VI

VII

il Po a Torino


Aree lungo il Po


14

Ponte Di Sassi

Ponte Regina Margherita


15


Ponte Vittorio emanuele I

Ponte Umberto I


17


Ponte Principessa Isabella

Ponte Balbis


19


20

Ponte Turin Marathon


21


22


23

Lo spazio aperto


24

I

II

III

ALTIMETRIA IDROGRAFIA

Topografia E Idrografia


25

I

II

III


26

I III

II

AREAP PERMEABILE PUBBLICA AREAP PERMEABILE PRIVATA

Permeabilità Del suolo


27

I

II

III


28

III

I

II

LIMITE FASCIA DI RISPETTO C

FASCIA DI RISPETTO CIMITERIALE

LIMITE FASCIA DI RISPETTO TRA LA FASCIA A E B

FASCIA DI RISPETTO FLUIVIALE

LIMITE DEL COSTRUITO

Fasce di rispetto


29

I

II

III


30

Sezioni -- Edificato

EDIFICATO PERCORSO ASFALTATO

Sezioni - Edificato


31

Sezioni -- Aree permeabili

AREAP PERMEABILE PERCORSO ASFALTATO

Sezioni - Aree permeabili


32

Spazi Concavi e convessi

Nell’area tra corso Moncalieri e Unità d’Italia si contrappongono spazi concavi e convessi. Corso Moncalieri rappresenta uno spazio fortemente convesso determinato dalla morfologia stessa della collina su cui il corso si pone ai piedi. La strada, caratterizzata da una percorrenza costante e veloce , consente un collegamento efficace dal centro di Torino verso la periferia. Percorrendo il tratto su cui si poggia l’area di progetto è interessante osservare come cambi il disegno urbano. Diversamente osserviamo spazi convessi a ridosso del Po che consentono di soddisfare con attività sociali e del tempo libero il bacino di utenza che caratterizza il tratto della collina in questione. L’alternanza di spazi concavi e convessi lascia spazio al tema della naturalità che predomina sul paesaggio, mettendo in risalto l’edificato isolato proprio della collina. Differenziando i diversi livelli di naturalità incontriamo letture che sono proprie di un parco fluviale. Andando ad indagare la zona è caratterizzata da terreni scoscesi caratterizzanti la collina torinese, si presentano in alcuni casi caratterizzati da una natura incolta, poco praticabile, in altri aree, ritagliate nel tessuto edilizio caratterizzante la collina, con aree boschive, in atri casi ancora la vegetazione ripariale a tratti incolta o in stato di forte degrado. I pochi sentieri battuti dall’uomo che conducono nell’area d’interesse non sono di accesso diretto o comunque poco visibili da Corso Moncalieri. Il livello dei campi insieme a quello delle aree boschive costituiscono un ampio sistema.


33

Spazi convessi

Spazi concavi

SPAZI CONCAVI SPAZI CONVESSI


34

I

II

III

AREA BOSCHIVA

AREA EDIFICATO

AREE DI TERRA

VERDE RIPARIALE

BACINO

Aree boschive


35

I © Bogdan Silviu Aron

II

III


36

I

II III

VERDE PRIVATO VERDE PUBBLICO

Spazio pubblico e privato


37

I

II

III


38

4-3 piani commercio

5-7 ristoro

centro sportivo 1-2 piani

dipartimento di ricerca

Percorso ciclopedonale di Percorso pedonale privato Sovrapasso ciclopedonale Percorso ciclopedonale

Termine percorso pedonale

Strada di strada di accesso Sottopasso carrabile Strada di scorrimento Termine percorso Carrabile Linea via fiume italia ‘61

Parcheggiodi Punto discesa Punto di attracco Fermata bus Parcheggio per

PERCORSI CARRABILI PERCORSI CICLOPEDONALI LINEA FLUVIALE

0

50 10 0

25 0

50 m 0 Connessioni: corsi principali


39

Strada di quartiere

Strada di scorrimento

Termine percorso Carrabile

Linea via fiume italia ‘61 Percorso ciclopedonale Percorso ciclopedonale Termine percorso pedonale Po

PERCORSI CARRABILI

0 2550 10 CICLOPEDONALI PERCORSI 0 LINEA FLUVIALE

PERCORSI CARRABILI PRIVATI

70 0

50 30PERCORSI CARRABILI SECONDARI 0 0 0

50 10 0

90 0 25 0

10 m 00 50 m 0 Connessioni: assi viari



1.10Tra corso Moncalieri e Unità d’Italia Lo spazio costruito


42

TRA CORSO MONCALIERI E UNITÀ D’ITALIA LO SPAZIO COSTRUITO

Prendendo in esame le aree edificate a ridosso del Po è possibile intuire come i rapporti tra le dimensioni dei volumi che caratterizzano la collina si contraddistinguono da quelli che caratterizzano l’area di Italia ‘61 e ancora di più da quelli che caratterizzano la città di Torino. E’ possibile, quindi, all’interno del quadrante preso in esame suddividere tre fasce. La tipologia ricorrente nella fascia tra il fiume e corso Moncalieri è quella di residenze isolate e villini immersi nel verde. Nella seconda fascia, tra il fiume e Corso Unità d’Italia, prende vita l’esperienza progettuale di Italia ‘61, caratterizzata da volumi fortemente dominanti rispetto a quelli della prima fascia per quanto riguarda le dimensioni, imponendosi anche rispetto alla terza fascia. E’ interessante notare come tra la prima fascia e la seconda fascia non prendano vita tipologie intermedie di edificato. La topografia del luogo che viene messa in risalto dalle stesse curve di livello condiziona inevitabilmente la struttura dell’edificato. Per quanto in forte contrasto, la prima e la seconda fascia vengono messe in relazione dalla passerella pedonale Turin Marathon costruita in funzione dell’Esposizione Universale di Italia ‘61.

Edificato


43

EDIFICATO

0 2550 10 0

30 0

50 0

70 0

90 0

10 m 00


44

II

I

III

1 -2 3 -4 5-8

00 2550 10 0

30 0

50 0

70 0

90 0

10 m

numero dei piani 00


45

I © SIOI Piemonte

II

III


46

II

III

I

1922 - 1934 1955 - 1970 1990 - 2018

00 2550 2550 10 10 00

30 30 00

50 50 00

70 70 00

90 90

10 10 m m

Cronologia del costruito 00 00 00


47

I 1961 - Esposizione Universale “ Italia ‘61” © Paolo Monti

II

III 1961 Veduta area dei padiglioni della Esposizione Universale “Italia ‘61” © Mepiemonte


48

III

II

I

DIPARTIMENTO DI RICERCA

COMMERCIO

CENTRO SPORTIVO

RISTORO

LUOGO DI CULTO

0 2550 10 0

30 0

50 0

70 0

90 0

Insediamenti

10 m 00


49

I

II

III


50

TIPOLOGIE RESIDENZIALI


51

Tipologia

1

Tipologia

2

Tipologia

3

Tipologia

4

Tipologia

5

Tipologia

6



53

1.16 Lo spazio percepito


54

ATTORI E FRUITORI La nostra ricerca si concentra sul significato del luogo come spazio aperto e quindi della percezione assunta dai fruitori e quindi sulla riconoscibilità dei luoghi, leggere degli spazi che attualmente non hanno una logica nel loro essere. La percezione legata al concetto di sapersi orientare, sentirsi all’interno di un ambiente che non genera spaesamento è elemento indispensabile. Possiamo individuare all’interno della nostra area più macro aree, la prima caratterizzata da un’ampia zona a campo aperto e quindi di un verde non progettato, l’altra dove esistono fabbricati dismessi, testimonianza di un’attività di canottaggio in disuso ormai da anni. Le macro aree vengono percepite in maniera differente e quindi subentra la classificazione in spazi semplici ma anche complessi, di difficile lettura, questi ultimi mettono in evidenza l’esigenza di esserne stimolati per una comprensione di una realtà che sfugge. Procedere in un’analisi di questo genere comporta far nascere i punti di forza ma anche le forti criticità che subentrano nella lettura di questi spazi, per poi procedere verso un concept che tiene conto dell’esistente ma che inevitabilmente lo stravolge per darne un nuovo significato attualmente inesistente. La sicurezza dei Parchi è un tema tanto forte quanto poco gestibile; vivere il Parco oltre un certo orario è quasi impossibile per una questione di sicurezza. L’estensione di un Parco è un problema che implica un mancato controllo o comunque una sua frequentazione puntiforme, contrariamente risulterebbe più gestibile il controllo di un’area di ridotte dimensioni, come nel nostro caso. La questione della sicurezza potrebbe essere risolta tenendo conto di un sistema di illuminazione che si adegui in

modo rispettoso all’ambiente, non danneggiandolo. Il concetto di densità è stato introdotto per quantificare la portata dei fenomeni demografici e insediativi che hanno comportato il consolidamento della città, quindi si indica la concentrazione fisica di soggetti e lo sviluppo inevitabile di interazioni sociali. La densità sociale è il rapporto tra numerosità e ricchezza delle interazioni sociali rispetto alla superficie di un’area che prendo in considerazione. Esiste una forte interdipendenza tra densità fisica e densità sociale infatti esistono zone in cui, come nel nostro caso nella zona è presente una bassa densità sociale e bassa densità fisica. L’analisi della densità fisica è anche indispensabile per capire come è strutturata la popolazione, per capire quali sono le esigenze dell’utenza e per quindi riattivare l’area. La variazione della densità sociale determina diverse percezioni ed è quindi elemento determinante analizzarla in diverse ore, in diversi giorni. La focalizzazione degli spazi urbani è strettamente connessa alla densità sociale e si definisce identificando qual è la funzione dominante nell’area, la frequentazione finalizzata ad un unico o più scopi e la regolazione elevata o bassa del comportamento sociale. Nel nostro caso la bassa densità sociale definisce spazi a bassa densità di focalizzazione come, per esempio, impianti sportivi o spazi caratterizzati da non focalizzazione ovvero, come nel nostro caso, quartiere di ville nel verde con pochi servizi come manifesta l’analisi delle funzioni nel quartiere


55

Lungo po

Corso Moncalieri


56

6 2

1 5

4

7 3


57

Landmark

1. Landmark a medio raggio

2. Landmark a medio raggio

3. Landmark a medio raggio

4. Landmark ad ampio raggio

5. Landmark ad ampio raggio

6. landmark ad ampio raggio

7. Landmark ad ampio raggio


58

I II

III

LUOGHI PERCEPITI COME SICURI LUOGHI PERCEPITI COME INSICURI

Sicurezza / Insicurezza


59

I

II

III


60

I

III II

AREE ILLUMINATE AREE AL BUIO

Illuminazione


61

I

II

III


62

I

II

III

LEGGIBILITÀ COMPLESSITÀ

LEGGIBILITà / COMPLESSITà


63

I

II

III


64

I II

III

ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ BASSA DENSITÀ

Densità Fisica


65

24/04/’18 h. 16:45

I 24/04/’18 h. 17:20

II 26/03/’18 h. 17:00

III


66

I

II

III

ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ

FOCALLIZZAZIONI BASSA DENSITÀ

dENSITà sOCIALE


67

16/03/’18 h.16:00

I 16/03/’18 h. 16.30

II Nov. ‘17 h:18.00

III

© Google



69

2. Torino. Quota Ø


70

TORINO. QUOTA Ø

«Nelle zone che sfuggono al controllo costante e ragionevole da parte dell’uomo, la natura si riappropria della sua libertà d’espressione. L’assenza di disciplina crea panorami inconsueti. Considerare il disordine naturale come una nuova opportunità, dare fiducia all’ordine biologico, accettare le erbacce e riconoscerle come risorsa è rendere la spontaneità della natura protagonista. » Gilles Clément


71

Concept progettuale


VI

V IV

III

II I CEMENTO

ERBA

ERBA SINTETICA

TERRA

Rilievo del terreno


I

II

III

IV

V

VI


A A’

B B’ C C’

D D’

Planimetria


75

Fotoinserimenti


Sezione AA’

Sezione BB’

Sezione DD’


77

Sezione CC’ - STATO DI FATTO

Sezione CC’

Sezioni territoriali



79



81

225

222 230


82


83

222 225

230



85

222

225

230


Dettaglio tecnologico sull’argine

Attacco del Cluster all’argine


87

Sezioni territoriali


Dettaglio Tecnologico dei Cluster Secondari


89

Cluster principale


Passerelle rialzate nel verde


91

Discesa al fiume


Festuca Amethystina

Lavandula Pennisetum Alopecuroides

Bulbus Oat Grass Carex Aurea Festuca Ovina

Carex buchananii Rosmarino Pampas Grass


93

Platanus Hispanica 30 m

Populus Alba_30m

Salix Babylonica_15m



3.Allegati


96

INTERVISTE

B D

A

C

Posizione degli intervistati


97

Avresti un minuto? In primo luogo abbiamo cercato di capire chi potesse essere interessato a raccontarci cosa ne pensa di questi luoghi. L’area di indagine si presenta per la maggior parte del territorio una zona residenziale, tuttavia al suo interno sono presenti due centri sportivi (tra cui i campi di allenamento della Juventus Youths), un asilo nido ed un oratorio salesiano annesso alla chiesa della Madonna di Fatima. Abbiamo optato perciò per un campionamento a valanga di n°15/20 intervistati circa tra cui: • 1/2 Genitori; • 1/2 Ragazzi; • 1/2 Ragazze; • 1/2 Anziani. Inoltre, grazie alla presenza dei suddetti luoghi di aggregazione, le interviste possono rivolgersi a: • Un Responsabile del centro sportivo MasterClub 2.0; • Un Responsabile della associazione “Amici del Remo”; • Un Responsabile dell’oratorio appartenente alla parrocchia “Madonna di Fatima”; • Un commerciante della zona con attività posta su corso Moncalieri nei pressi dell’area di indagine; • Responsabile della stazione di servizio Total Erg su corso Moncalieri nei pressi dell’area di insagine; • Un ristoratore presente nella zona; • Un responsabile dell’attività commerciale “Ricchetti bikes” posta nelle im-

mediate vicinanze della passerella Turin Marathon; • Un responsabile dell’asilo nido con sede nelle immediate vicinanze della passerella Turin Marathon; II. Intervstati • Genere - 2/3 uomini per singolo componente del gruppo; - 2/3 donne per singolo componente del gruppo; In totale 15/20 intervistati; Lingue parlate: italiano, inglese, spagnolo. • Età Essendo l’area di indagine interessata da fruitori di età molto diversa tra loro, si propone un campionamento di intervistati con età compresa tra i 18 e i 75 anni.


98

Di cosa parliamo?

Le tracce sono i punti chiave di cui abbiamo voluto parlare con i nostri intervistati. Analizzando la zona e analizzando le ultime notizie che si riportavano nel territorio, abbiamo trovato cinque problematiche: A. Modellazione dello spazio da parte degli abitanti e dei fruitori Come lo spazio è stato modellato dalle persone che lo utilizzano B. Mutamenti della zona L’area si presenta come un confine tra il borgo di Cavoretto e la parte di Torino che che nel 1961 ospitò l’Expo. Questi due nervi del territorio disegnano scenari molto diversi sulle due sponde del fiume Po. C. Corso Moncalieri: avvicina o disperde? Seppur essendo uno dei principali assi di inserimento nella città, la parte di corso Moncalieri che ricade sull’area di indagine presenta lunghi camminamenti tra alcune aree dismesse e gli insediamenti che, a volte distanti o molto isolati fra loro, possono generare nei fruitori sentimenti di insicurezza e Fonte: TorinoToday D. “Non allontanate i migranti” Il borgo di Cavoretto, strettamente confinante con la nostra area di indagine, ha ospitato fino ad oggi un centro di accoglienza per migranti. Ad oggi, il centro di accoglienza è stato spostato verso la zona Superga, ma i residenti stessi della zona hanno lanciato un appello al Sindaco:

«I migranti fanno parte ormai della nostra comunità, non allontanateli». Fonte: TorinoToday E. Il Po. il Lungo Po, e corso Moncalieri I due percorsi più frequentati nella zona sono corso Moncalieri e il lungo Po; i due assi che, protraendosi l’uno di fianco all’altro fino al centro città, ospitano due fruitori completamente diversi. Ad ovest, il lungo Po è un percorso esclusivamente ciclopedonale, ad est, corso Moncalieri, offre spostamenti carrabili nettamente più veloci. Talvolta, sia a causa della scarsità indicazioni per il camminamento, sia a causa della difficoltà con cui le traverse riescono a far comunicare i due assi assi, sia a causa delle edificazioni che separano i due paesaggi, i due percorsi sembrano non comunicare. Ma i fruitori della zona, conoscono questi due percorsi? questi percorsi sono ben valorizzati?


99

C. “Corso Moncalieri: avvicina o disperde?” Fonte: TorinoToday 30/03/2018

D. “Non allontanate i migranti” Fonte: TorinoToday 30/03/2018


100

“Perchè”?

1•È la prima volta che si trova in questa zona? 2•A quali attività presenti sul territorio è interessato? 3•Quale è la frequenza con cui si trova nella zona? 4•Quali cambiamenti ha notato nel corso del tempo? 5•In questo quartiere, lei sente di avere una forte o poca sicurezza nell’idea di attraversarla nelle più pericolose? Perchè? •Per gli intervistati sul lungo Po 6•Ha trovato delle adeguate indicazioni per l’accesso al camminamento? 7• Come ritiene i collegamenti che sono ad oggi presenti tra il lungo Po e corso Moncalieri? 8•Tutti questi centri sportivi secondo lei sono un vantaggio per l’area o potrebbero essere condivisi con un’altra attività ugualmente interessante per le sponde del Po? es. luoghi di aggregazione, parchi attrezzati.…


101


CAMPIONI A. - Signore di 67 anni, nei pressi del lungo Po B. - Donna sui 40 anni, divorziata, passeggia sul camminamento pedonale del lungo Po. C. - Studente uomo di 25 anni Francese, sul percorso perdonale del lungo Po D. - Jogger di 27 anni, sul percorso pedonale del lungo Po 1. “È la prima volta che si trova in questa zona?” A. (IT): No, solitamente mi trovo qui un paio di giorni a settimana . B. (IT) No abito nella zona e frequento il lungo Po ogni pomeriggio perché porto a spasso il mio cane. . C. (EN) No, I usually come here to run and do some exersice. I like it, because I also study at Lingotto, and I live quiet near, whenever I can, I come here. D. (IT) No, mi capita spesso di venire da queste parti; in genere, due o tre volte a settimana.

2. “A quali attività presenti sul territorio è interessato? “ A. (IT): “Frequento solitamente il percorso del lungo Po che parte, più o meno, dall’Edificio in fondo ( ...) fino alla passerella che porta a corso Unità d’Italia” B. (IT) “Non mi interessa nessuna attività nella zona in particolare, frequento più il centro di torino perché offre migliori servizi.” C. (EN) “I’m interested in the club that is right here... because I like doing sports, and I see there they have the courts to practise them. I would like to go in there. I play tenis or something like that.” . D. (IT) “Quest’area la frequento solo per i suoi percorsi pedonali. Solitamente parto da strada degli Alberoni, arrivo fino alla passerella e torno indietro”

3. “Quale è la frequenza con cui si trova in questa zona?” A. (IT): B. (IT) C. (EN) D. (IT)

“circa tre o quattro volte a settimana”. “praticamente tutti i giorni.” “I come here at least 2 or 3 times a week “ “circa due o tre volte a settimana”.


103

4. “Quali cambiamenti ha notato nel corso del tempo?”

A. (IT): “circa tre o quattro volte a settimana”. B. (IT) “ho notato un progressivo degrado, ci sono poche attività per il tempo libero (nelle vicinanze dell’area di progetto era presente in passato una piscina ndr.) e gli spazi verdi li frequento solo per la vicinanza, ma se potessi scegliierei sicuramente andrei da un’altra parte. C. (EN) “Not really, because I’ve be living here since the last year ... just at this time, because of the climate, of course the people use a lot more this part of the “park” “ D. (IT) “cambiamenti ce ne sono stati pochi, è questo il problema. le vecchie strutture le stanno lasciando sempre più a loro stesse e hanno una vastissima area incolta che potrebbe sicuramente essere rivalutata in qualcosa, non dico di interessante per tutta la città, ma sicuramente per i residenti.”

5. “In questo quartiere, lei sente di avere una forte o poca sicurezza nell’idea di attraversarla nelle più pericolose? Perchè? A. (IT): Non mi sembra uno dei quartieri più sicuri. La vicinanza al corso Moncalieri e le macchine che sfrecciano influenza molto la sicurezza che si percepisce qui intorno . B. (IT) Mi fa un po’ paura la sera, non ci sono locali aperti e non è molto frequentato, quindi non mi sento sicura. poi la vicinanza con corso Moncalieri, che è una strada particolarmente trafficata, non aiuta a rendere la zona più sicura e tranquilla . C. (EN) Well... I do like to come here, but I think that in the night this part of the city becomes insecure, and as it is a long park, there is no way I will dear to walk around the park in the night... Also because here are not a lot of activities to do, more than “sports” and it is kind of difficuld to find a confortable place lo play another sport besides running. D. (IT) Mi è capitato qualche volta di venire a correre, soprattutto durante l’inverno, nelle ore serali. Bisogna amettere che l’affluenza in questo luogo è particolarmente bassa già di suo, in più l’illuminazione è pressocchè inesistente perciò è quasi impossibile poterlo reputare un posto sicuro nelle ore serali. Non penso che sia un posto lasciato in mano dei delinquenti però; semplicemente, la scarsa illumionazione e le aree abbandonate non lo possono mai rendere un luogo sicuro..


- -LUNGO PO- -

6. “ Ha trovato delle adeguate indicazioni per l’accesso al camminamento?” A. (IT): “Ammetto di entrare solitamente sempre dal solito ingresso, non saprei dirle con esattezza, però, l’ingresso che io uso solitamente è ben indicato scegliierei sicuramente andrei da un’altra parte. C. (EN) “Not really, I know where they are, because I’m from this zone... but no, at the beginning it wasn’t “ D. (IT) “in realtà in alcuni ingressile indicazioni stanno per essere cammuffate totalmente dagli alberi e dalle piante lasciate incolte; mentre, in altri punti, soprattutto dove il Po si può vedere meglio dal corso, “istintivamente” l’ingresso è più visibile

7. “Come ritiene i collegamenti che sono ad oggi presenti tra il lungo Po e corso Moncalieri?” A. (IT): Beh guardi, personalmente sono motorizzato ma, qualche volta ,venendo anche dal centro ho preso la bici, facendomi lo stesso percorso. A volte i percorsi sono buoni, ma, in alcuni incroci con i punti del corso più trafficati, la bici è pratica mente inutilizzabile. . C. (EN) There is the bridge... but there is no other way to cross the river... So I think they are ok, because at least the bridge exists D. (IT) “Io riesco ad arrivarci facilmente, ma ammetto che non è smeplice arrivarci; ho anche visto più di una volta qualche passante spaesato alla fine delle traverse di corso Moncalieri, poi, vedendomi sbucare da dietro una strettoia o da qualche cancelletto pericolante, si illuminano e seguono il percorso.”

8. “ Tutti questi centri sportivi secondo lei sono un vantaggio per l’area o potrebbero essere condivisi con un’altra attività ugualmente interessante per le sponde del Po? es. luoghi di aggregazione, parchi attrezzati.… A. (IT): “Frequento ogni tanto lezioni di tennis nel circolo sportivo verso Nichelino, ma non dispiacerebbe trovare spazi diversi per il relax. Magari un posto per stare tranquilli, anzichè per doversi allenare tutto il tempo. B. (IT) “Nessuna zona che mi appassioni, se devo andare a correre o a fare una passeggiata, quando ho tempo sempre che il lavoro me lo permetta, vado al Valentino, che anche per il mio cane è l’ideale per trovarsi con i suoi amici 4 zampe. “ C. (EN) “I think that sports will be great... maybe some place to relax, that lets you to lay down, whatch the river, yes to relax I guess, because the truth is that here is not a place where you usually like to come to read a book, or stay more than the time you come to run or walk your dog. D. (IT) “Penso sia un’ottima idea quella di dover arricchire questo territorio. In fondo, a mio parere, è vero che ci sono molti centri sportivi, ma in realtà la zona è ancora con molti edifici abbandonati; ricreare queste zone con nuove attività sarebbe un grosso vantaggio per poter frequentare di più questa zona.


105


Reclaming the Research Space


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2017-2018 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Beatrice Agulli, Quirino Spinelli


J U L I E PA C I E L L O A L E S S A N D R O PA S Q U A L E MARCO VIGNOLA MELINA YILIGIN



INDICE

0. Introduzione

1.Tra strada delle Cacce e Parco Colonnetti: limiti fisici e percettivi SPAZI COSTRUITI SISTEMA DELLA MOBILITÀ SPAZI APERTI FOCALIZZAZIONE

2. Tre spazi: Strada delle Cacce, C.N.R. e Ex Stabilimento Tecumseh STRADA DELLE CACCE C.N.R EX STABILIMENTO TECUMSEH

3. Reclaiming the research space RIQUALIFICAZIONE DELL’ EX STABILIMENTO INDUSTRIALE TECUMSEH RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI APERTI LUNGO STRADA DELLE CACCE


6

inquadramento dell’area

INTRODUZIONE Ci troviamo nel quartiere di Mirafiori sud, zona al margine della città di Torino, confinante con il comune di Nichelino. Il quartiere torinese fa parte della circoscrizione “X” di Torino, area storicamente caratterizzata da un’elevata densità insediativa a carattere popolare legata alle grandi attività industriali. La zona vide un’espansione demografica intorno agli anni ’50 del XX secolo, dovuta all’insediamento della Fiat e del suo indotto. L’area oggi continua ad essere contraddistinta come zona di residenze abitative ma, in realtà, è un dormitorio per i cittadini sempre più legati ad attività in altre parti di città a discapito della FIAT che, nel tempo, ha perso la sua importanza sulla zona. L’area è ben servita dai mezzi pubblici che consentono la connessione con il resto della città dove i residenti lavorano, studiano o trascorrono la maggior parte della giornata. Gli abitanti trascorrono nel quartiere il loro tempo libero, usufruendo degli innumerevoli servizi a loro disposizione e svolgendo attività culturali, sportive ed aggregative. Nel quartiere non ci sono solo queste realtà; anche zone abbandonate ed insicure, e parchi urbani degradati dove i residenti evitano di passare per disinteresse ed insicurezza. Analizzando in modo approfondito il quartiere, abbiamo definito un’area di progetto intorno a strada delle Cacce, via a bassa percorrenza realizzata intorno agli anni 50, in seguito allo smantellamento dell’ex aeroporto militare che sorgeva nei pressi dell’area. La scopo del lavoro che segue è quello di analizzare questo sistema per capirne le dinamiche e ripensare la zona in modo da far funzionare tutte le sue parti

in un sistema armonico. Illustreremo come il quartiere sia delimitato da limiti fisici e percettivi che ne condizionano e frammentano lo spazio.


AREA DI STUDIO.

CONFINE COMUNALE.

STRADA DELLE CACCE.

FIAT.

FIUME SANGONE

FERROVIA.

0

200

400m


via onorato vigilanti. incrocio corso benedetto croce.


strada delle cacce parco colonnetti



1. Tra strada delle Cacce e Parco Colonnetti: limiti fisici e percettivi


12

densita’ fisiche

Densità fisica, circoscrizioni 2

DENSITÀ FISICA

ABITANTI MASCHI:nella 64 circoscrizione 246 Numero abitanti maschi: 64 246 ab. ETÀ MEDIA: 47 ANNI Età media maschi 47

Qui di fianco vengo riportati alcuni dati demografici che ci aiutano a capire l’utenza a cui ci rivolgiamo. Tutti i dati sono stati presi dal comune di Torino e sono aggiornati all’anno 2017. Nella carta della pagina successiva mostriamo una mappa che racconta la densità fisica della zona che può essere a bassa, media o ad alta densità e corrisponde a un tessuto urbano fatto di residenze, attività produttive e servizi. Da questa carta abbiamo potuto osservare che vi è una contrapposizione forte di spazi. Abbiamo delle zone ad alta densità, caratterizzate da un alto e fitto tessuto residenziale e ampie zone a parco urbano con pochi e bassi edifici a servizio del parco. Nelle pagine successive abbiamo esaminato il tessuto urbano per capire meglio il carattere dell’area.

ABITANTIabitanti FEMMINE: 72circoscrizione 596 Numero nella femmine: 596 ANNI ab. ETÀ MEDIA:7248,5 Età media femmine 48,5

36 % 31% 17% 11% 2%

0,7%

densità fisica circoscrizione 2


DENSITÀ FISICA ALTA DENSITÀ FISICA MEDIA DENSITÀ FISICA BASSA

0

100

200m


RESIDENZIALE COMMERCIALE RESIDENZIALE E COMMERCIALE

0

100

200m

costruito residenziale


STRUTTURE SPORTIVE. STRUTTURE CULTURALI. INDUSTRIE. UFFICI.

0

100

200m

costruito dedicato ai servizi


16

densità sociali

A completare i dati iniziali d’analisi abbiamo fatto una ricerca sulla densità sociale rilevata in ore e giorni diversi nell’area di progetto. Recandoci in vari momenti della giornata e in giorni diversi, le percezioni ottenute sono molto differenti. Vi sono punti dell’area più frequentati, in particolare nella pausa pranzo e nelle ore serali e zone completamente deserte. Così ci siamo focalizzati su questi ambiti per capirne meglio il meccanismo. Nelle pagine seguenti vengono riportate alcune mappe che cercano di raccontare come questa zona sia frammentata in isole separate, che al loro interno funzionano bene, ma manca una macchina di collegamento che renda fruibile e sicura l’intera zona.

Ore 13

Parco Colonnetti

Ore 18 Ore 16 Ore 16

Ore 13

C.U.S

Ore 18 Ore 16 Ore 16

Ore 13

Casa nel Parco

Ore 18 Ore 16 Ore 16

Ore 13

Giardino Nino Frarino

Ore 18 Ore 16 Ore 16

Ore 13

Strada delle Cacce

Ore 18 Ore 16 Ore 16

densità sociale durante la giornata


DENSITA’ SOCIALE BASSA. DENSITA’ SOCIALE MEDIA. DENSITA’ SOCIALE ALTA.

0

100

200m


AREA AD ALTA LEGGIBILITA’ ED ALTA COMPLESSITA’. AREA AD ALTA LEGGIBILITA’ E BASSA COMPLESSITA’. AREA A BASSA LEGGIBILITA’ E BASSA COMPLESSITA’. AREA A BASSA LEGGIBILITA’ ED ALTA COMPLESSITA’.

0

100

200m

leggibilità e complessita della zona


zona a bassa leggibilità e bassa complessità. zona ad alta leggibilità e bassa camplessità.


SISTEMA DELLA MOBILITÀ

ASSI STRADALI DI GRANDI DIMENSIONI. ASSI STRADALI AD ALTA PERCORRENZA ASSI STRADALI A BASSA PERCORRENZA.

0

100

200m

mobilità veicolare.


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1000

ELLO D IM

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2000m

vie principali della zona


PISTE CICLABILI. SENTIERI NEL PARCO. TRASPORTI PUBBLICI.

0

100

200m

trasporto pubblico


NODI DELLA MOBILITÀ.

0

100

200m

nodi di interconnessione


via onorato vigilanti pista ciclabile direzione stupinigi


via artom incrocio via gaspero barbera


SPAZI APERTI

CONCAVITÀ. CONVESSITÀ. CONCAVITÀ TUBOLARE.

0

100

200m

zone concave e convesse.


zona concava zona convessa zona a concavitĂ tubolare


LIMITE VERDE. LIMITE DEL COSTRUITO.

0

100

200m

liimiti del costruito e degli spazi aperti


AREE PERCEPITE SICURE. AREE PERCEPITE NON SICURE.

0

100

200m

percezione di sicurezza e insicurezza nelle ore serali


percezione di sicurezza


percezione di insicurezza


32

attività d’interesse sociale della zona

FOCALIZZAZIONE Una parte della zona che abbiamo studiato viene utilizzata dai residenti per trascorrere il loro tempo libero. Vi sono molte attività a carattere associativo che si occupano di instaurare e favorire le relazioni fra i residenti attraverso attività di cultura, sport o aggregazione. In seguito elencheremo e racconteremo le attività che attraggono maggiormente le persone nell’area e definiscono delle zone di forte interesse.


EDIFICI D’INTERESSE PER LA COLLETTIVITÀ PROPRIETÀ DELLE ASSOCIAZIONI DI ZONA

0

100

200m


34

CPG: E’ uno spazio d’aggregazione che ha l’obbiettivo di far incontrare giovani per conoscersi, scambiare esperienze ed idee e sperimentare liberamente le proprie passioni creative e artistiche con il supporto di giovani competenti. Si occupano di attività teatrali, musicali, grafiche ed artistiche.

VOV 102: E’ un farmer market che effettua la vendita diretta agroalimentare locale. Fa parte di un progetto di sensibilizzazione della Coldiretti volto ad un avvicinamento della popolazione alla sana e buona alimentazione locale.

Enzo B: L’associazione Enzo B si occupa di scuola di equitazione, di riabilitazione equestre, di pensione e passeggiate con i pony. Inoltre ha una sede distaccata nell’ex cascina del castello di Mirafiori dove hanno un centro d’accoglienza per i disabili.


centro di protagonismo giovanile vov 102 maneggio enzo b


36

CUS Torino Mirafiori: Nel cuore del parco Colonetti vi è una sede distaccata del Cus di Torino suddivisa in diversi padiglioni con strutture sportive che variano dalla pallavolo al tennis. Il servizio è a disposizione di tutta la società ed in particolare per gli studenti della zona.

Casa nel Parco, Via Artom. È un luogo di tutti e per tutti un progetto sociale volto a promuovere attività socio culturali per la zona di Mirafiori sud. La casa è gestita dall’associazione della comunità di Mirafiori Onlus che mette a disposizione competenze, spazi, idee risorse per realizzare corsi, incontri con lo scopo aggregativo.

Parco Colonetti: Il parco Colonetti è un parco ricco di attrezzature per il gioco, lo sport, il divertimento e il relax. Sorge sull’ex stabilimento dell’aeroporto militare di Mirafiori sud, smantellato nel 1948. Ha una superficie di 385.00 m2 ed è collegato al parco del Sangone e del Boschetto da un percorso verde continuo.


c.u.s. torino casa nel parco parco colonnetti



2. Tre spazi: Strada delle Cacce, C.N.R. e Ex Stabilimento Tecumseh


40

In questa seconda parte di analisi scendiamo ancora più nel dettaglio a raccontare l’idea di limite che si percepisce nell’area intorno a strada delle Cacce. Recandoci nell’area e studiandola in modo minuzioso, abbiamo analizzato le sue parti ricercando le criticità e le problematiche che la caratterizzano. La strada è un asse viario a bassa percorrenza lungo circa 1 km che divide in due parti l’area. Da un lato abbiamo un denso e fitto tessuto residenziale, dall’altro una serie di proprietà private e recintate caratterizzate da bassi fabbricati dislocati in modo rado in un ampio spazio verde. Queste proprietà appartengono ad enti differenti: la prima è costituita dal Centro Nazionale delle Ricerche ed è di proprietà statale, l’altra è di Comune di Torino. In questo capitolo esaminiamo in maniera approfondita questi tre spazi, aree chiuse e recintate da dei limiti di varia natura. Racconteremo le funzioni e la storia dei luoghi, scomporremo le sue parti per campirne il meccanismo insediativo, esamineremo il suolo e la sua proprietà ed infine concluderemo lo studio illustrando le tipologie di limiti che li racchiudono in spazi confinati ed esterni alla città.


C.N.R SUOLO DI PROPRIETÀ DEL C.N.R PARCHI URBANI EX STABILIMENTO TECUMSEH

0

100

200m

attività di scarso interesse sociale della zona


42

planimetria strada delle cacce

STRADA DELLE CACCE Strada delle Cacce è un antico viale di collegamento del sedicesimo secolo, che congiungeva la città di Torino con la residenza dei Savoia di Mirafiori. I Savoia qui avevano fatto costruire un castello maestoso che nel 1640 fu bombardato e distrutto dai Francesi. Quello che rimane della residenza è l’antica cascina Mirafiori che nei secoli successivi era collegata alla città sempre grazie a strada delle Cacce. La via assunse nuova importanza intorno ai primi anni del ventesimo secolo quando divenne il viale d’accesso all’aeroporto militare di Mirafiori sud, che rimase aperto dal 1911 fino alla fine della seconda guerra mondiale. Lo spazio militare venne smantellato perché fu costruito un nuovo aeroporto a Caselle del 1953 e l’area venne ridefinita dal comune come spazio a parco urbano. Con L’espansione urbana di Torino del dopoguerra, la città s’allargò fino a raggiungere la strada delle Cacce. Oggi il viale separa le aree lavorative dalla zona residenziale ad alta densità. Infatti da una parte abbiamo il denso e complesso sistema delle residenze del quartiere, dall’altro un recinto di delimitazione che divide lo spazio pubblico dallo spazio privato appartenente al C.N.R e all’ex stabilimento Tecumseh. La strada è suddivisa in due parti: una prima parte ha una zona carrabile e una pedonale, nella seconda parte è aggiunto un ampio viale alberato. Nel primo tratto, lungo circa 80 metri e largo 16, ci sono da una parte dagli edifici residenziali e dall’altra una serie di attività produttive e il parco Nino Farina. La strada poi è interrotta dall’intersezione con via Gaspero Barbera. La seconda parte è molto differente: la via si allarga e alla strada carrabile si affianca un parco lineare alberato lungo 800 metri.

Il parco è suddiviso in quattro zone definite dagli alberi che sono stati piantati in modo ordinato e parallelo all’asse della strada carrabile. Lo scopo di questo limite era quello di mascherare ed isolare lo spazio militare dell’aeroporto. Oggi il viale alberato è poco frequentato perché è privo di servizi prospicenti ed i residenti lo percorrono solo per andare nell’adiacente parco Colonnetti.


ASSE STRADALE PERCORSO PEDONALE SPAZI APERTI

0

50

10m


pedonale

costruito


spazi aperti

alberi

scomposizione del sistema compositivo di strada delle cacce


Edificio Edificio

Edificio Edificio

Edificio

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata Proprietà Edificio privata

E

P

Proprietà pubblica Edificio

Proprietà privata

Proprietà privata Proprietà privata

Proprietà

Proprietà

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata

Proprietà privata

Proprietà privata

Vuoto Vuoto

Vuoto Vuoto

Vuoto

EDIFICIO

Vuoto Terra TerraTerra TERRA

PROPRIETÀ PUBBLICA

Pavimentazioni Pavimentazioni PISTA CICLABILE Pavimentazioni Pavimentazioni

PROPRIETÀ PRIVATA

VERDE Verde Verde

STRADA

Pista ciclabile PAVIMENTAZIONI

Terra

VerdeVerde Pista ciclabile ciclabile Pista Pista ciclabile

Vuoto Vuoto

Pavimentazioni Pavimentazioni Pavimentazioni

Pavimentazioni

Vuoto Vuoto

Pavimen Pavimentazioni

Verde

Verde

P

Edificio

Proprietà privata

Verde Verde

Verde

Verde


0

5

10m

sezionii territoriali trasversali di strada delle cacce


Edificio Edificio

Edificio Edificio

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

P

Proprietà pubblica Edificio

Proprietà privata

Proprietà privata Proprietà privata

Proprietà

Proprietà

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata

Proprietà privata

Proprietà privata

Vuoto Vuoto

Vuoto

Vuoto Terra

TerraTerra TERRA Terra

Pavimentazioni

PROPRIETÀ PUBBLICA

Pavimentazioni PISTA CICLABILE Pavimentazioni Pavimentazioni

PROPRIETÀ PRIVATA

VERDE Verde Verde

STRADA

Pista ciclabile PAVIMENTAZIONI

VerdeVerde Pista ciclabile ciclabile Pista Pista ciclabile

Vuoto Vuoto

Pavimentazioni

Pavimentazioni Pavimentazioni

Pavimentazioni Verde

P

Edificio

Proprietà privata

Vuoto Vuoto

EDIFICIO

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata Proprietà Edificio privata

E

Edificio

Vuoto Vuoto

Pavimen Pavimentazioni

Verde Verde Verde

Verde

Verde


0

5

10m

sezioni territoriali trasversali di strada delle cacce


sezione fotografica zona sud


sezione fotografica zona nord


1

2,5

tipi di limiti nella zona di strada delle caccce


tipi di limiti nella zona di strada delle caccce


54

planimetria C.N.R.

C.N.R. A seguito dello smantellamento dell’ex aeroporto militare di Mirafiori sud, la città destinò parte dell’area inutilizzata ad area di ricerca e venne realizzato l’attuale centro di ricerca nazionale. È il polo di ricerca più importante del Piemonte e conta più di 250 dipendenti. Il centro è suddiviso in 4 dipartimenti che si occupano di tematiche differenti. IMAMOTER - Istituto macchine agricole e movimenti terra. La Missione di IMAMOTER è quella di essere una risorsa di eccellenza per l’avanzamento, la promozione e la divulgazione delle conoscenze e delle tecnologie utili alla progettazione, alla produzione e all’impiego delle macchine agricole e movimento terra, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, di efficienza energetica e di sicurezza d’impiego. IPSP – Istituto per la protezione sostenibile delle piante. Studiano i fattori di stress biotico e abiotico e le conseguenti risposte delle piante allo scopo d’individuare i meccanismi di resistenza ed i processi di adattamento delle piante d’interesse agrario e forestale, con lo scopo di contrastare i parassiti e migliorare qualitativamente e quantitativamente le produzioni agricole. ISTEC- Istituto per la protezione sostenibile delle piante. Il dipartimento studia i fattori di stress biotico e abiotico e le conseguenti risposte delle piante allo scopo d’individuare i meccanismi di resistenza, processi di adattamento delle piante d’interesse agrar-

io e forestali con lo scopo di contrastare i parassiti natali e migliorare qualitativamente e quantitativamente le produzioni agricole. IRPI- Istituto di ricerca per la protezione idrologica. Si occupano dello studio dei fenomeni correlati all’acqua: frane indotte dalle piogge, controllo dei bacini per rischio di esondazioni, frane sismo-indotte e il controllo dei ghiacciai italiani in forte regresso. INRIM – Istituto nazionale della metrologia. È un istituto di fisica che di occupa di studiare il tempo e la frequenza sulla base de lla fisica quantistica. La popolazione ha una percezione di questo spazio negativa. È vista come un’area chiusa e delimitata, completamente estranea e distaccato dalla città. Gli altri recinti verdi o i cancelli delimitano lo spazio del centro e la scarsa manutenzione dell’area verde fa si che dall’esterno sia percepito come un luogo semi abbandonato.


ASSE STRADALE PERCORSO PEDONALE SPAZI APERTI

0

50

10m


pedonale

costruito


spazi aperti

alberi

scomposizione del sistema compositivo del C.N.R


I.M.A.M.O.T.E.R ISTITUTO MACCHINE AGRICOLE E MOVIMENTI DELLA TERRA I.P.S.P. ISTITUTO DI RICERCA PER LA PROTEZIONE SOSTENIBILE DELLE PIANTE

I.N.R.I.M ISTITUTO NAZIONALE DELLA METROLOGIA. DIPARTIMENTO 1

I.R.P.I. ISTITUTO DI RICERCA PER LA PROTEZIONE IDROLOGICA

I.N.R.I.M ISTITUTO NAZIONALE DELLA METROLOGIA. DIPARTIMENTO 2


0

50

100

sezioni territoriali longitudinali di strada delle cacce.


I.N.R.I.M.


C.N.R.


1

2,5

1

2,5

tipi di limiti nella zona del C.N.R. 2,5

2,5


tipi di limiti nella zona del C.N.R.


64

planimetria ex stabilimento tecumseh

EX STABILIMENTO TECUMSEH È un ex complesso industriale che si occupava della costruzione di tagliaerba. La fabbrica di strade della Cacce 99, venne costruita negli anni ‘60, ed apparteneva al gruppo Aspera-Fiat che all’ inizio degli anni ‘80 cedette l’attività agli americani della Tecumseh. L’azienda rimase sotto la loro proprietà fino al 2006 quando venne chiusa per fallimento. Non resse il confronto con la concorrenza cinese e fu costretta a chiudere lasciando a casa 380 dipendenti e creando innumerevoli perdite per l’indotto di aziende che aveva creato intorno alla sua produzione. Lo stabilimento ha una superficie territoriale complessiva di 38 880 mq. È suddiviso in reparti ed è costituito da 16 edifici. Lo stabilimento ruota intorno ad un polo centrale: un edificio industriale a pianta modulare con una struttura portante in reticolari d’acciaio. La percezione che si ha di quest’area è quella di un luogo abbandonato e degradato che non suscita nessun interesse da parte della società che lo critica per lo stato di abbandono in cui giace. L’idea di uno spazio sconosciuto e semi abbandonato fa si che i residenti evitino questa area desolata.


ASSE STRADALE PERCORSO PEDONALE SPAZI APERTI

0

50

10m


pedonale

costruito


spazi aperti

alberi

scomposizione del sistema compositivo del ex stabilimento tecumseh


Edificio Edificio

Edificio Edificio

Edificio

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

Edificio

Proprietà pubblica Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata Proprietà Edificio privata

E

P

Proprietà pubblica Edificio

Proprietà privata

Proprietà privata Proprietà privata

Proprietà

Proprietà

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà pubblica

Proprietà privata

Proprietà privata

Proprietà privata

Vuoto Vuoto

Vuoto Vuoto

Vuoto

EDIFICIO

Vuoto Terra TerraTerra TERRA

PROPRIETÀ PUBBLICA

Pavimentazioni Pavimentazioni PISTA CICLABILE Pavimentazioni Pavimentazioni

PROPRIETÀ PRIVATA

VERDE Verde Verde

STRADA

Pista ciclabile PAVIMENTAZIONI

Terra

VerdeVerde Pista ciclabile ciclabile Pista Pista ciclabile

Vuoto Vuoto

Pavimentazioni Pavimentazioni Pavimentazioni

Pavimentazioni

Vuoto Vuoto

Pavimen Pavimentazioni

Verde

Verde

P

Edificio

Proprietà privata

Verde Verde

Verde

Verde


0

5

10m

sezioni territoriali trasversale di strada delle cacce.


ingresso ex stabilimento tecumseh


lato ovest ex stabilimento tecumseh


2,5

1

2,5

2,5

2,5

2,5

2,5

2,5

tipi di limiti nella zona dell’ex stabilimento tecumseh


tipi di limiti nella zona dell’ex stabilimento tecumseh



3. Reclaiming the Research Space


76

ambiiti di progetto

A seguito dell’analisi siamo arrivati alla conclusione che l’area ha un carattere strettamente introverso con problematiche di fruibilità. Presenta spazi che funzionano bene e che sono attrattivi e vissuti dai residenti e spazi contrastanti che sono abbandonati, confinati e privi di una vera e propria funzione, isole serrate che impediscono una libera fruizione dello spazio nella città. Come si può abbattere questo limite ? Come si può aprire uno spazio desolato e restituirlo alla città? ci siamo posti queste domande a cui abbiamo cercato di dare una risposta. L’intervento che pensiamo di mettere in atto sull’area è quello di creare una nuova “macchina di distribuzione” che colleghi il quartiere e le attività d’interesse circostanti con quest’area a partire dall’ex stabilimento Tecumseh. Ad oggi rappresenta uno spazio di riserva di circa 40 000 metri quadri, un’area che è stata sottratta allo spazio pubblico della città e senza una funzione. Eliminando il tappo che oggi crea nella zona, si renderebbe l’area più porosa aprendo gli spazi privati verso quelli pubblici. Abbattendo il limite dello stabilimento, il verde del parco Colonnetti, entrerebbe dentro l’area, percorrerebbe strade delle Cacce e attraverso il giardino Nino Farina, tornerebbe al parco stesso, creando un sistema continuo e funzionale. Il CNR verrebbe aggirato e s’innescherebbe un processo di appropriazione di questo spazio privato che avrebbe come fine ultimo l’apertura del CNR stesso e la creazione di un sistema unico senza barriere.

CITTA’

STRADA DELLE CACCE.

C.N.R

LIMITE FISICO E PERCETTIVO

PERCHE’

SCARSO INTERESSE

ZONA INSICURA

IL PARCO START UPDELLE PARK RICECHE.



78

planimetria interviste

SERVIZI.

MAGGIOR VIGILANZA.

RITROVO. ERBA ALTA.

ZINGARI.

SPORT.

C.N.R.

età/ sesso

giorno

ora

1

42 / f

gio. 25.05.

10:10

Giardino nino farina

2

45/m

gio. 25.05

10:10

Giardino nino farina

3

46 / m

gio. 25.05

10.30

Strada delle cacce

4

30 / m

gio. 25.05

10.45

Parco colonnetti.

5

30 / m

gio. 25.05

10.45

Parco colonnetti.

6

46 / f

ven 26.05.

16.30

Via onorato vigilanti.

7

40 / f

ven 26.05

17.00

strada delle Cacce

8

43 / m

ven 26.05

17.00

Via onorato vigilanti.

9

50 / f

ven 26.05

17.15

Via onorato vigilanti.

10

50 / m

Ven 26.05

17.15

Parco colonnetti.

11

28 / m

oom 28.05

13.30

strada delle Cacce

12

80 / m

dom 28.05

14.00

Giardino Nino Farina.

13

80 / m

dom 28.05

14.00

Giardino Nino Farina.

luogo

CASA NEL PARCO

MANUTEZIONE.

TEMPO LIBERO.

CAMMINATE.

INSICUREZZA.

DISINTERESSE.

Grazie alle interviste abbiamo avuto riscontri positivi nei confronti delle nostre ipotesi ed abbiamo avuto conferma di un disinteresse verso l’area che viene vista, nella gran parte dei casi, come non sicura e poco attrattiva. Quindici persone incontrate nel parco ci hanno dato le loro opinioni rispondendo ad alcune nostre domane. Abbiamo selezionato alcune parole ricorrenti nelle interviste che rappresentano le percezioni positive e negative dei residenti nella zona. Ne citiamo alcune: insicurezza, ritrovo, tempo libero, scarsa manutenzione … Grazie a questa nostra sintesi abbiamo capito che gli abitanti della zona evitano di percorrere strada delle Cacce, il loro interesse si sposta verso l’adiacente parco Colonnetti dove la manutenzione e la maggior affluenza di gente rendono il parco più sicuro. Qui portano a spasso i cani, vanno a fare sport nel CUS oppure partecipano alle attività della Casa nel Parco. Tutti apprezzano il parco Colonnetti, evitando il viale delle cacce perché privo di funzioni ed abbandonato e schivano e criticano l’ex stabilimento per lo stato di abbandono in cui giace, che non da sicurezza agli abitanti della zona. Alla proposta di un intervento sull’area abbiamo ricevuto una risposta positiva da parte della popolazione ed alcuni suggerimenti interessanti da integrare nel progetto. Sarebbero invogliati a percorrere questo spazio se ci fossero dei collegamenti maggiori con gli altri ambiti: dal parco Colonetti, luogo frequentato ed amato dalla popolazione, alle attività di zona.

dati interviste svolte in zona


INTERVISTE DOMENICA MATTINO. INTERVISTE VENENDÌ POMERIGGIO INTERVISTE SABATO POMERIGGIO. INTERVISTE MERCOLEDÌ MATTINA.

0

1000

2000m


80

Attraverso un’accurata analisi iniziale abbiamo sintetizzanto tre strategie d’intervento necessarie per riqualificare l’area: Restituzione degli spazi privati ed abbandonati alla città. Ripensamento della macchina della mobilità. Abbattimento dei limiti fisici e percettivi. Il primo approccio del progetto prevede l’abbattimento delle barriere dell’ex stabilimento e la realizzazione di un nuovo collegamento con il parco Colonnetti. Abbiamo ipotizzato di creare un nuovo polo attrattivo attraverso una suddivisione della proprietà in spazi pubblici e privati che creino nuovo interesse e opportunità per i residenti, il nuovo centro nevralgico del quartiere. Essendo l’area a connotazione culturale sportiva ed aggregativa, lo stesso progetto vuole armonizzarsi con questo filone. Una parte del progetto sarà dedicata ad una nuova porzione del Centro Nazionale di Ricerca con un carattere più aperto verso la città. Il settore della ricerche in Italia necessità di un’importante potenziamento perché ad ora è molto arretrato rispetto agli istituti di ricerca internazionale. Questo primo intervento consentirebbe un iniziale rafforzamento del centro e creerebbe le basi per nuovi sviluppi del settore. Un’altra parte sarebbe dedicata al mondo universitario con laboratori di ricerca e una biblioteca/ aula studio per l’intero quartiere. Infine si creerebbero delle residenze temporanee per soddisfare le necessità di domicilio nella zona da parte di viaggiatori, ricercatori o studenti.


frattura del quartiere parchi urbani separati del C.N.R.


GIARDINO NINO FARINA

EX STABILIMENTO TECUMSEH

STRADA DELLE CACCE

limite fisico ed elementi di interesse colletivo ambiti di progetto


AREE D’INTERESSE.

LIMITE PERCETTIVO

C.N.R

MOBILITÀ NEL QUARTIERE

EX STABILIMENTO TECUMSEH.

NUOVI COLLEGAMENTI

schema della mobilità attuale differenziazione dei percorsi realizzazione di nuove piazze aumento della porosità della zona


84

RIQUALIFICAZIONE DELL’ EX STABILIMENTO INDUSTRIALE TECUMSEH

L’intervento sul vecchio stabilimento segue un approccio semi-conservativo che rinnova l’attuale edificio industriale. Il complesso è costituito da un edificio predominante e quindi padiglioni secondari che si addossano e sorgono sulla proprietà. L’intervento propone un’eliminazione delle strutture temporanee addossate e una reinterpretazione dell’edificio principale secondo un ragionamento strutturato. Questo è costituito da uno schema rigido di pilastri e shed che scandiscono lo spazio in modo ordinato in moduli. Il progetto si basa proprio sulla reinterpretazione di questo modulo e del rapporto con le facciate che delimitano un recinto delle nuove funzioni previste per il Parco delle Ricerche.

1 2 3 4

1

2

3

4

REINTERPRETARE CONSERVARE RISPETTARE CONTRASTARE

aproccio progettuale


1 2 3 4 5 6 7

ESISTENTE COPERTURA ORDITURA PRINCIPALE STRUTTURA RETICOLARE PILASTRI PORTANTI PERIMETRO IN MURATURA IL MODULO

scomposizione modulo strutturale


edifici

spazi aperti

LABORATORI

COPERTURA TRASPARENTE

RESIDENZE

COPERTURA OPACA

GIARDINI

FACCIATA OPACA E PILASTRI

SERRA

FACCIATA TRASPARENTE

copertura

facciate e struttura

la reinterpretazione del modulo


esploso assonometrico di insieme


reinterpretare


vista primo approccio


conservare


vista secondo approccio


rispettare


vista terzo approccio


contrastare


vista quarto approccio


96

masterplan

RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI APERTI LUNGO STRADA DELLE CACCE

Nell’operazione di ripensamento dell’area il secondo approccio prevede la progettazione della nuova mobilità dell’area. Si creerebbe un nuovo spazio aggregativo nel cuore della associazioni attive della zona all’interno di strada delle Cacce. Inoltre realizzando dei punti d’interesse luogo il viale, si creerebbe un completamento ed un arricchimento dei servizi del quartiere, in modo da rafforzarne il peso sociale e rendere permeabile ed interessante uno spazio percettivamente chiuso. Diventerebbe un percorso di collegamento fatto di soste con funzioni al proprio interno, che si occupano di cultura, sport e attività di aggregazione, un luogo d’interesse della popolazione pensato sulla base dei loro interessi relativi all’area. Le attività sociali conquistano il verde creando nuovi percorsi, spazi aggregativi e luoghi in cui sostare per passare il proprio tempo libero. Questa colonizzazione non si limita solo a pensare il viale di strada delle Cacce, ma la progettazione si estenderebbe anche sul giardino Nino Farina in modo da creare un unico parco lineare nella città. Il viale diventa un luogo dove incontrarsi, fare sport, portare a spasso il cane e fermarsi per vedere qualche spettacolo teatrale o attività culturali, un parco che diventa luogo interesse di attività d’aggregazione. Il progetto che segue è una delle infinite possibili soluzioni a questo tema e propone un parco lineare con percorsi suddivisi nel rigido verde. Lungo il viale vengono realizzate 6 piazze con funzioni diverse. Nel giardino Nino Farina vi è una prima piazza a carattere culturale posta di fronte al centro di protagonismo giovanile. L’area è pensata

come uno spazio espositivo per le recite o le prove dei giovani della zona o le mostre dei loro lavori artistici. Sempre nel giardino Nino Farina il progetto prevede un percorso botanico all’interno di uno spazio delimitato da una recinzione aperta nelle ore diurne. Questo luogo ha il compito di mostrare gli studi del CNR in campo botanico, attraverso una percorso museale che racconta le fasi del monitoraggio che si devono compiere sulle piante. Proseguendo lungo il viale abbiamo un susseguirsi di altre piazze. La prima è dedicata allo sport mediante delle installazioni di attrezzature sportive. La seconda è legata al memoria del luogo attraverso una nuova piazza che viene realizzata intorno al monumento del ex aeroporto, un memoriale che diventa punto di ritrovo per la popolazione dove vi sono dei piccoli chiostri dove ci si può trovare per chiacchierare e giocare a carte. Una terza piazza è legata al mondo dei bambini con scivoli, altalene ed attrezzature varie. La quarta ed ultima piazza invece è un’area per i cani dove i proprietari possono portarli a passeggio.

SISTEMA CARRABILE SISTEMA PEDONALE SISTEMA SPAZI APERTI

0

50

100m



pedonale

pietra bianca d’istria

ciclabile

bindelli in cotto.

poliolefine scomposizione del sistema compositivo del progetto di riorganizzazione degli spazi di strada delle cacce


carrabile

spazi aperti

erba..

pietra bianca d’istria.

porfido grigio.


100

Lungo il viale vengo realizzate 6 piazze corrispondenti a funzioni diverse. Nel giardino Nino Farina vi è una prima piazza a carattere culturale posta di fronte al centro di protagonismo giovanile. L’area è pensata come uno spazio espositivo per le recite o le prove dei giovani della zona o le mostre dei loro lavori artistici. Sempre nel giardino Nino Farina il progetto prevede un percorso botanico all’interno di uno spazio delimitato da una recinzione aperte nelle ore diurne. Questo spazio ha il compito mostrare gli studi del CNR in campo botanico, attraverso una spiegazione del monitoraggio che si deve fare sulle piante del parco di nuova realizzazione. Proseguendo lungo il viale abbiamo un susseguirsi di altre piazze. La prima è dedicata allo sport mediante delle installazioni di attrezzature sportive. La seconda è legata al memoria del luogo attraverso una nuova piazza che viene realizzata introno al monumento del ex aeroporto, un memoriale che diventa punto di ritrovo per la popolazione dove vi sono dei piccoli chiostri dove ci si può trovare per chiacchierare e giocare a carte. Una terza piazza è legata al mondo dei bambini con scivoli, altalene ed attrezzature varie. La quarta piazza invece è un area pulita e mantenuta per i cani, attività svolta quotidianamente dai cittadini che richiedono questi spazi perché, se mantenuti sono privi di erbe velenose per i cani che spuntano in modo incontrollato dei pachi non salvaguardati. Infine l’ultima piazza è parte di un progetto del ripensamento del ex stabilimento Tecumseh, un nuovo polo di ricerca privata, universitaria e residenziale, il nuovo centro nevralgico del parco delle ricerche.


vista piazza pedonale


masterplan masterplan

Funzioni delle piazze: area culturale ed espositiva. giardino botanico. area per lo sport.


Funzioni delle piazze area relax. area gioco per i bambini. area per cani.


VOCE LEGENDA VOCE LEGENDA VOCE LEGENDA VOCE LEGENDA VOCE LEGENDA VOCE LEGENDA


schema complessivo di progetto



Appendice


108

INTERVISTE A supporto del progetto abbiamo intervistato i residenti della zona al fine di capire se le nostre sensazioni percepite da noi, fruitori esterni all’area, fossero le stesse provate da chi ogni giorno vive nel quartiere. L’analisi sociologica ed urbana sull’area di studio ci ha permesso di capire come l’ambito è frammentato in spazi fruibili e gradevoli e in spazi insicuri e non curati. Il progetto prevede proprio il ripensamento delle aree trascurate con lo scopo di restituire al quartiere questi spazi di riserva. Si è deciso di scegliere un campione misto di persone che abbiamo incontrato nella zona di studio a cui abbiamo posto alcune domande. La definizione della traccia è finalizzata a comprendere se le nostre percezioni sono le stesse avvertite dai residenti. Ci siamo posti cinque argomenti da trattare nelle domane: • La sicurezza nella zona. • L’utilizzo di strada delle Cacce. • Il parco Colonnetti e le associazioni di zona. • Il C.N.R e l’ex stabilimento Tecumseh • Le possibili migliorie per il ripensamento della zona. Con la prima e la seconda domanda abbiamo cercato di capire se la zona presenta dei punti di scarso interesse e poco sicure. L’obiettivo di queste prime domande è quello di capire se i residenti sono invogliati e si sentono sicuri a percorre tutte le aree del quartiere ed in particolare la strada delle Cacce. Grazie a questa domanda abbiamo potuto confermare che vi è uno scarso interesse verso il viale. L’assenza di una vera e propria funzione fa sì che

questi spazi siano visti come marginali e percepiti come insicuri. La terza domanda è finalizzata a capire se ci sono aree e luoghi che invece suscitano interesse da parte dei residenti e li spingono ad usufruire della zona. Attraverso la prima analisi urbana avevamo capito che nella zona ci sono alcuni spazi d’aggregazione e culturali molto frequentati. Attraverso le interviste abbiamo infatti dimostrato come vi sia un forte interesse da parte dei residenti per queste attività. Il parco Colonnetti è il luogo più frequentato ed amato. Qui i residenti vanno a fare le camminate, portano a spasso il cane e partecipano alle attività proposte dalle associazioni di zona che sono dislocate nel suo interno. Passeggiando per il parco abbiamo incontrato bambini, signori anziani e ragazzi che giocavano, camminavano o studiavano in mezzo al verde, trascorrendo così il loro tempo libero in uno spazio gradevole e confortevole. Le nostre percezioni sul funzionamento dell’area non si sono limitate all’analisi solo sulla strada delle Cacce, ma ci siamo occupati di capire anche cosa ne pensano i residenti degli spazi del C.N.R e dell’ex stabilimento Tecumseh. Il viale alberato di strada delle Cacce è stato pensato in origine come un limite verde che separava la città dall’aeroporto militare. Tutt’oggi svolge la stessa funzione, separando il C.N.R dal quartiere. I residenti guardano con sospetto l’area confinata nei recinti e l’impressione che hanno della zona è quella di un luogo abbandonato e desolato, uno spazio insicuro e marginale. Anche l’ex stabilimento è criticato per lo stato di degrado ed inoltre è tenuto sotto sorveglianza per paura che venga occupato dai barboni. L’ultima domanda che abbiamo posto ai residenti riguarda le possibili migliorie che apporterebbero alla zona. I residenti erano interessati alle nostre proposte di ripensamento dell’area e ci hanno dato dei consigli utili su come intervenire.


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Creando degli spazi funzionali nel viale e collegandolo al parco Colonnetti si creerebbe un sistema unico e circolare che aggira il C.N.R e permetterebbe ai residenti di utilizzare questi spazi desolati. Alla proposta di basare il nostro intervento sulla progettazione dell’ex stabilimento Tecumseh abbiamo riscontrato pareri favorevoli ed interesse per le nuove possibilità d’utilizzo dell’area. In conclusione possiamo affermare che le interviste ci hanno permesso di dimostrare ed integrare le nostre percezioni sull’area ed hanno accompagnato e rafforzato il nostro progetto. Domande: 1. Vi sentite sicuri in questa parte di città? Perché? In che zone più e in che zone meno? 2. Percorrete o utilizzate mai il viale o i giardini? Se sì per fare cosa? Considerate questa una zona accogliente? Se fosse una zona più accogliente utilizzereste il parco per passare il tempo libero? 3. Frequentate spesso parco Colonnetti o le attività che vengono proposte nella zona (mercato, casa di quartiere)? Se sì per fare cosa? Preferireste che fosse collegato meglio con questa parte di città? 4. Sapete cosa c’è all’interno di quel area e cosa si svolge al suo interno (CNR)? Cosa ne pensate dell’ex stabilimento Tecumseh ? 5. Quali servizi pensiate che manchino in questa zona della città? Se ci fossero potrebbero aiutare a migliorare la qualità della vita in questa zona? Ve li immaginereste all’interno del viale/parco?


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Intervista_ 1-2

Intervista_ 3

Coppia di residenti. 42-45 anni. Ore 10.10 circa. Giovedì 10.05.2018

Residente. 46 anni. Ore 10.30 circa. Giovedì 10.05.2018

1. Ma sinceramente sì. Questa zona è tranquilla anche perché ci sono molti appartamenti e ci abitano molte persone anche se negli ultimi anni è peggiorata molto. Ci sentiamo più sicuro nella zona dei condomini perché nel viale soprattutto di sera non ci sono molte persone.

1. Negli anni è diventata una zona brutta, con tutti gli extracomunitari che ci sono in giro non si sa mai cosa ti può succedere.

2. Ma in realtà no perché lavoriamo in una zona lontana da qua e anche il nostro tempo libero lo spendiamo altrove. 3. Qualche anno fa ci andavamo a correre ma ora non ci andiamo più. Forse ci fosse un collegamento più diretto la gente sarebbe un po’ spronata ad andarci. 4. Sì, il centro di metrologia; fanno degli studi per l’università. Perché no? Io non ne capisco molto e mia moglie ancora meno, però ci faremmo volentieri un giro per vedere cosa succede. 5. Forse qualche locale mondano per attirare un po’ di persone e popolare un po’ la zona. Sì, sarebbe interessante.

2. Sì di giorno ci vengo a passeggiare e vado fino al parco (Colonnetti). Forse sì perché di là è tenuto meglio ed è più piacevole fermarsi a chiacchierare. 3. Io no ma passando vedo sempre molti giovani nella zona delle palestre a alla casa di quartiere e questa cosa mi fa piacere. 4. So che ci sono i laboratori con gli orologi ma non so di preciso cosa facciano. Sarebbe bello vedere le cose che succedono vicino a casa. 5. Qui in zona c’è un po’ di tutto ma magari sono io che vivo qua da tanti anni e ormai mi sono abituato.


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Intervista_ 4-5

Intervista_ 6

Coppia di amici. Ragazzi di circa 30 anni. Ore 10.45 circa. Giovedì 10.05.2018

Residente. 46 anni. Ore 16.30 circa. Venerdì 11.05.2018

1. A noi non è mai successo niente però man mano che ci si avviciniamo al fiume diventa sempre più brutto perché e meno frequentato e l’edificio in fondo è abbandonato e chissà che ci fanno dentro. 2. Non molto. Lo percorriamo principalmente in macchina per sposarci ma raramente ci veniamo a passeggiare. Forse se fosse più bello d’estate ci passeremmo più tempo. 3. Quando comincia a fare caldo e quando ho del tempo libero vado a prendere il sole e a leggere. Sì, sarebbe comodo. 4. C’è il laboratorio di metrologia ma non sapremmo dirti di più. Sinceramente come posto non mi attira per niente. 5. Sinceramente a parte che per fare la spesa io preferisco andare in centro a fare le commissioni, diciamo che ogni scusa è buona.

1. Questa è una zona tranquilla. C’è stato un periodo, prima delle olimpiadi, che era peggio ma poi hanno messo un po’ a posto e adesso si sta bene. 2. Vengo sempre qui con il cane. Ci fossero più panchine sarebbe meglio, di là (Via Artom) ce ne sono molte di più. 3. Al parco vado solo a fare lunghe passeggiate con il cane. Non frequento le attività però ce ne sono molte, nelle belle giornate ci sono tanti ragazzi che studiano. 4. Mi sembra che studino le piante ma mi fa strano perché è tutto trascurato, se studiassero le pianto dovrebbe saper tagliare l’erba. Mi piacerebbe entrarci se fosse tenuto meglio. 5. Una volta c’erano più negozi, adesso stanno tutti chiudendo. Nel viale qualche panchina in più


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Intervista_ 7-8

Intervista_ 9-10

Coppia di residenti Circa 40 anni. Ore 17.00 circa. Venerdì 11.05.2018

Coppia di residenti Circa 50 anni. Ore 17.15 circa. Venerdì 11.05.2018

1. La zona è sicura perché i delinquenti che vivono qui vanno a delinquere in centro. 2. Dal punto di vista della sicurezza non ci sono problemi, da un punto di vista delle migliorie, renderli più fruibili con degli interventi adeguati 3. conosco il CNR perché ci lavora una mia amica ma è uno spazio chiuso che sarebbe interessante rendere fruibile al pubblico. È uno spazio dotato di servizi perché vedo che giocano a tennis ma nello specifico non so di cosa si occupano. 4. È una zona ben servita, collegata al centro. Diciamo che ci vorrebbe più decoro urbano e maggior vigilanza, un po’ meno campeggi abusivi di zingari, questo sì, però non è gente che dà particolare fastidio, secondo me è una zona molto tranquilla. 5. Frequentiamo maggiormente la zona del parco Colonetti e i nostri figli frequentano volentieri le attività proposte dalla casa del quartiere, quella è una zona più frequentata.

1. Ci sono troppi zingari in giro dovuto ad una multietnicità della popolazione. Ci sono gli zingari da una parte e i sinti dall’altra, siamo chiusi in mezzo, però sono abusivi e parcheggiano un po’ di qua e là, non rendono sicuro il quartiere. 2. Il viale lo percorriamo per delle passeggiate ma il parco no, non avendo bambini non li portiamo a giocare. Noi arriviamo dall’altra parte e andiamo di più nel parco Colonetti, questa zona è fuori mano, ci vorrebbe una strada di mezzo che collegasse queste parti. 3. Quella parte è più bella e ci andiamo di più perché è vicino a casa. 4. So che fanno ricerche per le piante ma non ci sono mai entrato e non so niente di più sull’area, so che c’è un orologio nucleare l’ora mondiale, però sembra abbandonato e non viene neanche la cosa di dire: andiamo a vedere il CNR, qui è un disastro. 5. E’ una zona bene servita e adesso arriverà la metro a piazza Bengasi. Dalla nostra parte c’è ESSELUNGA e altre cose. L’unica cosa manca la manutenzione del verde, è tutto abbandonato e scollegato, ci sono dei parchi non usati.


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Intervista_ 11 Residente. 28 anni. Ore 13.30 Domenica 13.05.18 1. Si è una zona abbastanza tranquilla, quarant’anni fa si ma adesso no, la delinquenza di quartiere ormai c’è ovunque. 2. Si col cane si, anche il giardino ma giusto perché ho il cane e per qualche camminata ma niente di più. 3. Si vado al parco Colonetti ma sempre per il cane. Si li ci sono varie entrate e faccio il giro. So che ci sono varie iniziative funzionanti nella zona ma non le frequento, però ne sento parlare bene. 4. Si non c’è il segnale della rai ? ma sarebbe interessante entrarci ma non so bene cosa fanno, non conosco quel posto. 5. Ma se tagliassero un po’ l’erba non sarebbe male, scarsa manutenzione. Ci sono i forasacchi che sono quelle spighe li che sono velenose per i cani e sono pericolosissime ed è pieno. Una volta che cresce l’erba si alzano e spuntano fuori, se è sempre bassa l’erba non ci sarebbe questo problema.\


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