Soul RUNNING #12

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Soul RUNNING

COVER STORY

Gargano Running Week 9/12 ottobre 2014

THE SOUL EXPERIENCE

Pantelleria - Emozioni Pantesche

Abruzzo - Fascino Marsicano

DXT 2014 - La conquista del Mondo San Candido - AOF ITW - Claudio De Albertis Brooks Team Italia

NEVER STOP EXPLORING

Attimi, ore, giorni, anni, secoli!

Ogni granello di polvere trasuda storia e storie di uomini come noi. Dreamer!

Dove: Avezzano, Abruzzo

Click: Mirko Mottin

Sembra che il vulcano cerchi refrigerio nell’acqua.

Si corre sulla lava solidificata migliaia di anni fa. Due elementi distanti fra loro, fusi uno nell’altro.

Dove: Isola di Pantelleria

Click: Stefano Marta

Il runner: il primo vero crossover 2X2.
Dove: Passo Gardena
Click: Andrea Valsecchi

SOUL RUNNING L AVES ITALY editoriale

Un giorno di maggio inizio a correre . Parto con i piedi in mare. Obiettivo: rimettere i piedi in mare all’arrivo… ma in un altro. Dal Tirreno allo Ionio con in mezzo, allora non lo sapevo, l’Italia. Non potevo immaginare l’esatta dimensione di quello che stavo facendo, pensavo solo all’avventura, alla prestazione sportiva (per i miei standard non poco): 240 km in quattro giorni con le idee poco chiare sul percorso, con il senno di poi mi ricorda l’ormai famoso metodo di un “soul-trailer” italiano.

Ma i miei occhi hanno corso più delle mie gambe. Le sensazioni sono state più intense della fatica. Il territorio è stato protagonista più di noi.

La struggente bellezza della Basilicata. La pungente neve di Maggio sul monte Sirino. L’impegno dell’Irpinia, incredibilmente giovane, immensamente vecchia. La sregolatezza delle leggi fisiche che creano i calanchi. L’eterea Craco vecchia. L’atteso Metaponto, colorato di frutta e sorrisi. Questo è quello che è rimasto, la prestazione sportiva, la corsa, è passata.

La Basilicata ha acceso una luce, ora la luce si è propagata, sta raggiungendo tutti gli angoli del nostro Paese.

Così Soul Running è corso alla scoperta della penisola più bella del mondo e su questo non si discute!

E via di corsa per i 420 km della Puglia, a tutta sui magici Sibillini, alla scoperta di un’inedita Elba, del Gran Sasso d’Italia e la sua storia, delle “dimenticate” (dal business) montagne lombarde. E ancora il Mont Avic, il Mottarone, la Val Borbera, Zoldo e gli zoldani, Apuane, San Rossore, Massaciuccoli, Occitania, l’altopiano di Siusi, la Val Sarentino, San Candido, Il mitico, Monte Faiè e perché no anche Milano e Roma, si proprio lei l’Urbe.

L’Italia è tutta da riscoprire!

Soul Running continuerà a farlo con forza, professionalità e amore!

E d’ora in poi l’hashtag #soulrunninglovesitaly diventerà il marchio di fabbrica di tutti quelli che amano il nostro paese e lo vogliono riscoprire con noi!!

Postate, sul nostro social FB i vostri luoghi d’elezione, scrivete a davide@soulrunning.it l’unicità che caratterizza i vostri trail. Vi assicuro che leggerò tutto avidamente e vi contatterò per correre, scrivere, fotografare ed innamorarmi del vostro angolo d’Italia, insieme a voi.

Davide Orlandi

#B ushido
Nel Giappone antico il termine indicava la via del guerriero samurai…per La Sportiva oggi indica la via del trail runner. Ecco il codice Bushido: tomaia a costruzione slip-on, sistema di stabilizzazione STB Control, suola in mescola aderente FriXion XT.
Se all’asfalto preferisci terra, rocce e sassi; se l’off-road è per te uno stile di vita più che un modo di correre: Bushido, la via del trail runner.

SOMMARIO

RUBRICHE

16 Run for free - Uomini e sentieri

18 Behind the scene - Macho macho man!

SPECIAL

34 Gargano Running Week 2014 - Un viaggio lungo un anno

64 Milano urban running - La vera avventura è correre in città?

EXPERIENCES

20 Abruzzo - Fascino marsicano

42 San Candido - Let’s Parkour

48 Pantelleria - Emozioni pantesche

EXTRA

58 Brooks team Italia - We are run happy!

70 DXT 2014 - Obiettivo: conquistare il Mondo!

76 I test di Soul Running

83 Soul Shops SOUL

Non è il tipo di percorso.

Non è il tempo e neppure le tue gambe; i tuoi polmoni o il tuo cuore.

Ciò che ti spinge ad andare avanti è la sensazione che il prossimo passo sarà quello decisivo.

E’ la sensazione che indipendentemente dalle salite; dalle discese; dalle cadute ciò che conta è una sola cosa: correre senza compromessi

N O S H O R T C U T S

Uomini e sentieri

Vi siete mai chiesti quando è stato tracciato per la prima volta il sentiero su cui state correndo? A me non era mai capitato fino a quando ho calpestato le lastre in pietra di Alba Fucens. Un “sentiero” che risale al 304 a.C., più di 2300 anni fa. Quanta gente ha camminato su queste pietre? Quanti per un motivo o per l’altro ci hanno corso?

Forse noi siamo i primi a farlo per diletto, molti lo avranno fatto per ripararsi dalla pioggia, per gioco oppure per scappare da un’incursione barbarica. Quanto hanno da raccontare i sentieri delle nostre montagne? Collegavano i villaggi quando ci si muoveva solo a piedi, erano i percorsi della transumanza, univano gli alpeggi, erano i camminamenti dei soldati o i sentieri usati dai contrabbandieri nelle notti

senza luna (e non avevano le nostre sofisticate lampade frontali). Sono stati teatri di migrazioni, guerre, cammini spirituali, incontri di razze, popoli e culture.

Un sentiero è una sorta di piega del tempo che in pochissimi centimetri unisce l’oggi al passato, su cui è trascorsa la vita di tante persone. E’ quello spazio tra le nostre scarpe e la terra, che rimane sempre uguale nonostante le piogge o la vegetazione.

Lungo i sentieri sono nati borghi e villaggi che nei secoli sono diventate anche grandi città. Per questo motivo credo che fare trail sia un grande privilegio culturale da non lasciarsi scappare.

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Macho macho man!

Adesso allargo i bastoncini, e si, va, anche un po’ i gomiti... no no, non ti faccio passare nemmeno se mi preghi... è inutile che continui a cercare uno spiraglio, che ti sposti cercando di uscire dal sentiero. Anzi adesso alzo anche la voce: <Dove vuoi andare?? Non vedi che siamo su un single track? Cosa credi di fare? Rimani al tuo posto!>

Bene, sto cercando di immaginare, di immedesimarmi in quello che ha fatto e ha detto un trailer durante una corsa, e l’ha fatto mentre, in salita, un concorrente cercava di superarlo. Certo, lo smacco di un sorpasso è duro da digerire... soprattutto se chi ti vuol superare è una donna! E quando lo fa e ti lascia lì come un sasso perché va al doppio della tua velocità è ancora più duro.

Poi a fine gara scopri che qust’individuo dalla dubbia educazione, dalla dubbia etica morale e da un’infinita stupidità, è il fidanzato di una concorrente che sta correndo poco più avanti di lui e che quella che non voleva far passare, andrà a superare la sua fidanzata (probabilmente ignara di quello che lui stava combinando) e che soprattutto ne supererà altre due e andrà a vincere la gara, ma questo poco conta. L’episodio avrebbe avuto la stessa valenza e importanza se in ballo ci fosse stato il centesimo posto e non uno tra i primi quattro piazzamenti.

Purtroppo non è l’unico episodio, come si dice sempre, la mamma degli imbecilli è sempre incinta. C’erano stati episodi, durante la scorsa estate, di aggressioni lungo il Naviglio milanese, dove alcuni delinquenti aggredivano, prevalentemente donne, buttandole a terra, per portarsi a casa qualche spicciolo o il tal gps da polso e per fortuna, non avevano mai il tempo di andare... oltre!

Chiacchierando, da spettatore, durante una gara, ho scoperto che c’è un altro detto che non si smentisce mai. Tutto il mondo è paese. Infatti, lungo le sponde del Brenta, tra il veneziano e il padovano, altre ragazze, al passaggio in una zona un pochino isolata, venivano aggredite. Qui, purtroppo in modo più pesante rispetto a quello degli episodi del Naviglio milanese. In Lombardia, oltre ai tanti runner che hanno iniziato a correre in gruppetti, erano intervenute anche le forze dell’ordine per sistemare le cose. Nel veneto, invece, l’iniziativa di alcune ragazze via Facebook ha sensibilizzato tutti i runner locali e in tanti, bimbi alla mano, si sono radunati nel luogo dei misfatti per correre insieme. E continuano a farlo, tanto che le potete trovare, con i loro palloncini rosa come pacer alle maratone, dove vengono invitate, o in corsa durante i trail. Date un’occhiata alla loro pagina Facebook, LIBERE DI CORRERE, magari i prossimi passi li farete al loro fianco.

di Mirko Mottin

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Burana ~ O Fortuna — Carl Orff

Passi silenti come avvolti da soffice cotone ci hanno guidato tra rocche, castelli, villaggi romani e ricordi di un tempo passato, di un tempo vissuto intensamente, tra fatiche quotidiane e lotta per la sopravvivenza.

Dove, se nascevi per strada, l,obiettivo quotidiano era quello di vedere l,alba del giorno dopo.

Mi chiamo Aurelio, sono nato in questa valle, questa bellissima e selvaggia zona compresa tra le vette del Gran Sasso, la Piana di Campo Imperatore e la Valle dell’Aquila (voi ora le conoscete con questi nomi). Sono romano e passo le mie giornate correndo sui sentieri che collegano Alba Fucens alla via Tiburtina e a tutti i possedimenti del mio padrone.

Sono fortunato, mi piace correre e il mio padrone lo sa, per lui porto i dispacci, porto i messaggi agli avamposto che proteggono le terre sulle quali viviamo dagli attacchi di Etruschi, Umbri, Sanniti e Galli.

Sono veloce, sono il più veloce tra i miei amici e sono anche quello che ha più resistenza. Mi piace correre quando il sentiero si inerpica verso l’alto, e poi dall’alto posso vedere e dominare tutto con lo sguardo.

Questa nostra terra regala profumi inaspettati e quantità di colori che non so nemmeno descrivere. Amo questa mia terra e la difenderò e la rispetterò fino alla fine dei miei giorni.

Mentre stiamo correndo, cogliamo la forza di una terra straripante di storia, dove i nostri passi calpestano migliaia di altre orme che prima di noi hanno vissuto e sudato ogni centimetro di questi terreni. Dalle vette alle pianure, dai lastricati dei resti della splendida Alba Fucens, agli acquitrini delle Gole di Celano, ascoltando silenziosi i ricordi di Aurelio e delle genti dell’Abruzzo.

Carmina

Alba Fucens, luogo incantato, poco sopra Avezzano.

Glorioso passato che riaffiora da ciotolati e scalinate, archi e colonne e che ancora incute rispetto.

Sali da l’Aquila verso Calascio e la sua Rocca dell’XI Secolo, passi per Castel del Monte e quindi su verso Campo Imperatore. Il tempo si è fermato, anzi è tornato indietro. La magia di questo altipiano è unica, non sembra nemmeno di essere in Italia, è quasi Patagonia, Terra del Fuoco... Una sola strada che attraversa la piana e intorno solo prati, pascoli e la lunga cresta che dal Monte Camicia corre verso il corno Grande e incornicia questo incanto. Salendo dal fondo valle Campo Imperatore ti sospende, nel tempo e nello spazio: sei tra la pianura e il massiccio del Gran Sasso, hai la possibilità di recuperare lo sforzo della prima salita prima di attaccare la seconda, verso le creste, devi correre tra i pascoli, nel nulla, cercando la traccia migliore.

I sentieri sono “ruvidi”. Devi studiare ogni passo, ogni appoggio della corsa che stai facendo. Lo sguardo tende a perdersi verso l’infinito che i panorami regalano, ma i cambi di pendenza, gli strappi improvvisi e le conseguenti discese richiedo attenzione.

Spesso il sentiero lo devi intuire, te lo devi creare indirizzando lo sguardo verso la meta. Come facevano i “trailer” di mille anni fa. Dimenticate i cartelli, i segnali, il sentiero tracciato e pulito: questo è un altro mondo!

I paesi, pochi, sembrano indissolubilmente legati a questo altipiano, sembrano non avere legami con le valli in basso, con il 2014, annessi e connessi.

Castel del Monte è un Borgo fortificato di origine medievale a quota 1345 mt, costruito dalle popolazioni che vivevano 300 metri più in basso, nel Piano, una depressione carsica adibita a coltivazioni. Lasciarono le loro abitazioni per difendersi, salendo sulla montagna. Correre tra i vicoli, le scalinate, i muri di pietra bianca di questo borgo, nell’assoluto silenzio, è quasi irreale. Tanto che cerchi di alleggerire il passo, andare sulle punte, per non far rumore. Una forma di rispetto o forse un voler cercare di ascoltare quanta storia ha da raccontare questo luogo.

Da Castel del Monte lo sguardo corre verso la poco distante Rocca di Calascio, costruita nell’anno mille come torre di avvistamento. Nel 15esimo secolo venne utilizzata come punto di controllo e conta dei capi durante la transumanza, trovandosi lungo il Regio Tratturo che portava le pecore fino a Foggia. Scopri che esiste un sentiero millenario, lungo centinaia di chilometri, che i pastori percorrevano con le loro pecore, con la loro vita. Quello stesso sentiero su cui noi viviamo la vostra passione loro hanno speso la loro vita. Trailer “ante litteram”?

Luoghi così fuori dal tempo che tante produzioni cinematografiche lo hanno scelto come set per i loro film: questo contribuisce a rendere questi posti ancora più eterni.

Penso a quanto il mondo vada a una velocità diversa rispetto a questi luoghi dove i giorni, le stagioni, gli anni, passano senza cambiare quasi nulla. Forse non cambiano nemmeno le persone, forse sono le stesse di 1000 anni fa? Solo un terremoto, quello dell’Aquila del 2009, ha riportato questi luoghi ai nostri giorni, all’attenzione dei media. Poi tutto si è fermato nuovamente, Castel del Monte e Calascio sono tornati alla loro dimensioni; forse le lancette dell’orologio, qui, provano a girare al contrario.

Il trailer ha una predisposizione alla scoperta del territorio che raramente si riscontra in altri sportivi, non è difficile incontrare in gara runner che si fermano per fotografare un panorama o chiedere informazioni sui luoghi che stanno attraversando. L’aspetto prettamente sportivo passa a volte in secondo piano e l’evento diventa un’occasione per conoscere e accrescere il proprio bagaglio culturale. Dimostrazione di quanto un evento trail sia spesso strettamente connotato sul territorio, sulle sue peculiarità storiche ed enogastronomiche, è proprio la scelta dei nomi: Trail degli Eroi, Troi

dei Cimbri, Ecotrail di Marsi,

Trail del Moscato, La via degli Abati (Abbots Way), Trail del Brigante, Sulle tracce del Lupo, Trail delle Ferriere... tutti nomi che evocano storie, popoli, tradizioni. Il trail racconta il territorio!

Aurelio Michelangeli è una grande appassionato, nonché praticante, che si occupa di trail da sempre, da quando ancora si parlava solo di ecomaratone.

Da anni coordina l’Associazione Parks Trail che promuove un circuito di gare, dal vertikal all’ultra trail, che hanno come scopo far conoscere il territorio attraverso i percorsi del centro Italia. Gare come l’affascinante Tuscany Crossing nella Val d’Orcia o i tanti trail disegnati nei Parchi del Gran Sasso, della Maiella, dei Sibillini o del Gargano presentano sempre un aspetto culturale che solo pochi eventi running, ospitati in grandi città d’arte, possono offrire. «Il centro-sud offre una natura molto diversa da quella a cui molti sono abituati, soprattutto al nord», ci spiega Aurelio, «è meno frequentata, più originale, pura, e i percorsi offrono una tecnicità maggiore, non sono solo io a dirlo ma anche molti atleti che per la prima volta vengono a correre le tappe del nostro circuito. Anche dal nord Italia.

Oltre ai percorsi molto spesso è anche il luogo di partenza e di arrivo che aumenta il fascino di questi eventi: c’è sempre un legame con la storia e la

cultura come borghi medievali come le tombe etrusche nella Tuscia, le strade romane alla Via Sacra... Da questo punto di vista il centro-sud ha davvero tanto da offrire e, come spesso succede, se ne accorgono prima gli stranieri degli italiani!». Parks Trail ha inizialmente lavorato per diffondere il più possibile le manifestazioni sul territorio in modo tale da consolidare l’offerta e il calendario. «Adesso stiamo lavorando sulla qualità degli eventi, sui servizi, l’accoglienza... insomma sulla “coreografia” dell’evento. Anche il progressivo aumento delle distanze, il fatto di avere in calendario due gare qualificanti per l’UTMB, rendono le nostre manifestazioni sempre più interessanti e appetibili dai trailer di tutta Italia ma anche dagli stranieri».

Il circuito Parks Trail ha in calendario 60 manifestazioni in centro-sud Italia. È un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla specialità o confrontarsi su percorsi più lunghi e impegnativi, l’offerta è davvero vasta non solo per tipologia di gara ma anche per ricchezza del calendario e posizionamento geografico. Quest’anno il “volume” di runner impegnati in questo circuito raggiungerà i 12.000 appassionati! Per maggiori informazioni sul circuito e i suoi eventi il sito di riferimento è www.parkstrailpromotion.com

TECNICA

1. Inferno Xlite 2.0

Grande equilibrio tra leggerezza, ammortizzazione e sensazioni di corsa naturale senza perdere in protezione e stabilità. Grande trazione grazie alla suola Vibram, molto traspirante.

2. Maglia Team Trail

Realizzata in Dry-Tex è sempre molto confortevole grazie all’ottima capacità traspirante. Taglio molto aderente e davvero utili le due tasche laterali.

3. Short Team Trail

Short molto leggeri, indossati sono davvero comodi, stabili sul corpo e traspiranti. Minimalisti ma efficaci!

CEP

4. Run Socks 2.0

Calza a compressione progressiva, sostiene e stabilizza il tendine d’Achille e i muscoli del polpaccio. Inserti rigrangenti per le uscite notturne.

CobER

5. bastoni Ultra Trail 2 e Ultra Trail 3

Due o tre sezioni a vostra scelta, dipende dall’ingombro che preferite. Realizzati in lega di alluminio sono entrambi dotati di una lunga e molto comoda impugnatura in schiuma espansa. Chiusura a vite di espansione. Molto rigidi, leggeri e bilanciati.

6. INkoSPoRT

Una bevanda a base di sali minerali, ipocalorica, per il reintegro di ciò che viene perso durante la corsa, una barretta a basso indice glicemico per avere energia costante, un gel per un rapido carico di carboidrati e, infine, una bevanda a base di L-Glutamina, carboidrati e sali per il recupero.

7. NIkoN1 AW1

Leggera, compatta, con obiettivi intercambiabili ma anche impermeabile e anti urto. Può chiedere di più un trailer? La Nikon1 AW1 e facile e intuitiva da utilizzare e con una qualità di immagini prodotte professionale.

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for nothing — Dire straits

di Davide Orlandi foto di Mirko Mottin

Caldo umido meneghino. Fine del mese di Giugno dello scorso anno. Ore 23. Carichiamo la macchina sotto la redazione. Casello di Melegnano. A1, si parte.

Adoro viaggiare di notte, mi piace la luce improvvisa delle gallerie e poi il buio che fagocita tutto. Rumori assenti. La radio, le chiacchiere con il compagno di viaggio, il Valsex. Le soste negli autogrill assopiti. Le file di camion, case semoventi, carovane di uomini, comunità di nomadi, veri padroni delle autostrade. Vita dura la loro. Mi piacciono e poi non so cosa darei per guidare uno di quei bestioni, solo la motrice, come nelle folli gare degli States.

Caffè, un pò bruciacchiato, snack e via. Direzione Sud-Est, incontro al sole. Ore 5.30 inizia ad albeggiare. I colori pugliesi ci danno il benvenuto. Per strada, solo noi.

Diritto. Lungo la pianura foggiana, il tavoliere delle Puglie, il granaio d’Italia, ricordi di sussidiario… A sinistra si alza, improvviso, un muro di roccia e vento. Il gradino di un gigante: il Gargano!

Svolta stretta a sinistra e via verso la porta dello sperone: Manfredonia.

Pochi chilometri e si buca una montagna che oggi conosco come casa mia, ma dodici mesi fa non potevo sapere cosa avrebbe rappresentato per me Monte Saraceno.

Usciti nella luce estiva, abbassiamo istintivamente i parasole dell’auto, inforchiamo gli occhiali scuri per proteggere gli occhi ancora abituati alla penombra del viaggio. Fronte corrucciata e sguardo che cerca di delineare confini tra le macchie bianche, verdi e blu. Il cartello dice che siamo arrivati: Mattinata – Gargano – Puglia – Italia – Mediterraneo.

Money

Il bianco è quello delle case del paese, separate dal blu del mare adriatico da un’infinità di ulivi, mossi, increspati dal vento come un altro mare verde. Spettacolo!

Guidiamo ancora pochi chilometri nel silenzio della contemplazione. Il nostro hotel è sulla destra, ma dove? Sulla destra c’è solo una vertigine bianca che finisce dritta in mare. Fiduciosa nel seguire la suadente voce del navigatore, l’auto affronta la pendenza, tre tornanti sorretti dal cielo e tutto finisce. Il paradiso che ci accoglie è Villa Scapone e il San Pietro di turno è il mitico Rocco!

GRW - ATTO I - Il contatto

Rocco e Gino (novello Virgilio garganico) sono le prime due persone che ci accolgono. Poco dopo aver fatto la loro conoscenza siamo invitati a un compleanno di amici. La Puglia ci avvolge, ci coccola, ci seduce e conquista. In una sera Mattinata, la bianca, muove e vince!

Il colpo di fulmine è la concretizzazione di un desiderio inconsapevole. Il colpo di fulmine, sono convinto, non accade. Deve accadere. È il momento di unione tra due entità che potevano solo incontrarsi. Solo il quando può essere in discussione.

È tra un “regginella” del mitico Roberto Murolo cantata con un partenopeoorobico (rarità) e un brindisi (di troppo… o di troppo poco) con un’inedita quanto affiatata compagine di Milanesi-Mattinatesi, che nasce un amore: quello della redazione di Soul Running per il Gargano e i suoi “Garganers”,

amore forte e contraccambiato.

GRW - ATTO II - La scoperta

Filippo, candido e gradevole. Delicato ma forte. Vive in un sogno e ne è consapevole. Ma il suo, di sogno, è condividere quello in cui vive con chiunque lo chieda, con chiunque lo possa apprezzare. È così che lo conosciamo. Ci conduce lungo l’antico “tratturo” che porta a Monte Saraceno, sulla vetta di un crinale magico, dove la terra tocca i blu, gli azzurri, i grigi, i bianchi di mare e cielo di mille stagioni, di mille anni. Un luogo ricco. Un luogo dove antiche popolazioni, i Dauni, hanno scavato nel calcare le loro case eterne, indistruttibili. Il riposo per i loro morti.

Sacra e viva questa terra infonde energia pura. Se non la senti da sobrio solo un calice di “D’Araprì” ti aiuterà. Non sai cos’è? Allora il viaggio in Gargano è d’obbligo, o forestiero, troppe cose ti mancano per completarti!

Per giorni Filippo sarà la luce che libererà le nostre idee. Lui ci ha inconsapevolmente, o forse no, indicato i luoghi, quelli di cui è una vergogna non esserne a conoscenza. Noi non abbiamo fatto altro che renderli accessibili, pubblici. Li abbiamo collegati, abbiamo cercato tracce tra rovi, bisce, volpi, fango. Non abbiamo mai avuto un dubbio. Quelli erano i punti fissi sul Garmin, la strada tra uno e l’altro l’avremmo creata.

E così è stato.

Così nascono i percorsi, quelli su cui vale la pena faticare esplorandoli.

Così nasce la Gargano Running Weekl!!!

Il Gargano è lì, pronto, giusto e fiero. Desideroso di essere scoperto nuovamente dall’esercito dei runners.

GRW - Now

Oggi la Gargano Running Week è una realtà che esiste perchè Puglia

Promozione e il suo staff hanno creduto e continuano a farlo, nelle potenzialità del proprio territorio. Esiste perchè la Regione ama la sua terra, e quando le istituzioni ascoltano ciò che gli viene proposto e ci provano, accettano sfide, perseguono obiettivi, collaborano con i cittadini, i sogni di una piccola redazione e di un grande territorio si possono realizzare.

La Gargano Running Week conta iscritti da 12 paesi europei. La totalità dei pettorali assegnati a oggi, 19 Giugno 2014, è 1381!! Mancano ancora 4

mesi al 10 di ottobre, data di inizio della kermesse.

I nostri sponsor sono Brooks e Buff che garantiranno a tutti i finisher, premi di altissima qualità!

I pacchi gara saranno curati e ricchissimi, tra maglia tecnica, gadget e prodotti tipici. I servizi saranno numerosi e innovativi, i Running Hotel garganici vi accoglieranno con tariffe e servizi riservati.

Esistono due Tour Operator: www.nicolaus.it che gestirà l’incoming con grande professionalità e l’innovativo e super-specializzato www.mandalatrail.it che vi proporrà una settimana attraverso tutto il Parco:

Peschici, Vieste, Vico, Manfredonia e ovviamente Mattinata. Tutte le info per esserci le trovate su www.garganorunningweek.com e le news sui nostri social collegati:

GARGANO - THE PLACE TO RUN

Matenéte

Matenéte jèje bèlle Jè lu paèise mìje

Sté sòupe na cuppetèdde e nnànze sté lu mére

Attùrne attùrne li mundàgne dalla vàdde àlla chianùre so nemùnne li bellézze de la natùre.

Ulìve, mele chetùgne, fechedìneje e marejanéte so còse ca stànne sckìtte a Matenéte, da mònde Sèreje a mònde Saracìne tra stòrie e leggènde andìche ce pòte scrìve nu lìbbre ca ne nte dìche!

Ne nve pàrle pò de la còste, de lu mére de Matenéte, che ndà tùtte lu mùnne so numenéte!”

Maestro Nicola Mantuano

La meraviglia della semplicità e lo stupore dell’accoglienza, questo è il Gargano, la mia terra. La natura ci ha amorevolmente donato un qualcosa di unico, un paesaggio ricco di biodiversità, contrasti cromatici che ti toccano l’anima e, a volte, ti fanno persino riflettere sull’essenza stessa delle cose.

Grazie a Soul Running ho riscoperto e sperimentato in una nuova chiave, passo dopo passo, attraverso vie sempre nuove e lussureggianti, questo mio territorio che ha così assunto, progressivamente, sfumature nuove, una nuova “anima”. Sto imparando che la ricetta è semplice, non c’è nulla di magico o di incommensurabile, se non la capacità attraverso la spensieratezza e l’amicizia createsi in un gruppo così affiatato, di tentare di mettere a sistema le eccellenze che un luogo, i suoi abitanti e la sua cultura possono offrire.

Angelo “The Garganer” Granatiero

Designed for runner!

Piccole (MA) GRANDi

AtteNzioNi che fANNo l A DiffeReNzA

Le trasferte in giro per l’Italia degli ultimi anni non le contiamo più, così come le notti in albergo tra uno giorno di corsa e l’altro. Quante volte sarà capitato anche a voi di far asciugare l’abbigliamento tecnico sui caloriferi o, peggio, doverli indossare umidi al mattino... o iniziare la giornata masticando solo una barretta perché la colazione viene servita dopo le otto? Per non parlare di quando bisogna svegliarsi presto prima di una gara: niente colazione in albergo! Insomma, stare in hotel non è come rimanere a casa, con le proprie comodità... eppure bastano poche piccole attenzioni per fare la differenza. È così che abbiamo pensato di proporre agli operatori un nuovo club di prodotto: il Running Hotel. La risposta è stata immediata e positiva da parte di coloro che credono nel trail e nel running come strumento per promuovere una nuova forma di turismo attivo.

La “scoperta dell’acqua calda”?

Forse sì, però mai nessuno prima aveva pensato di dedicare queste attenzioni agli sportivi, quattro semplici gesti che non possono fare altro che attirare l’interesse degli appassionati: «ehi, qui hanno un occhio di riguardo nei miei confronti!».

Servizi, attenzioni, che i gestori hanno già previsto e devono solamente ottimizzare sulle esigenze dei runner. Prima di tutto la possibilità di poter dare i capi tecnici sporchi la sera e averli già pronti, asciutti, al mattino: Night laundry! Sappiamo che il nostro abbigliamento non ha bisogno di lavaggi particolari e che si asciuga velocemente, un servizio gestibile con minime risorse ma che significa moltissimo per noi. Early breakfast, ovvero, anticipare la colazione a partire dalle 6:30, anche non necessariamente con servizio: un thermos con latte, caffè o thè, marmellate, fette biscottate, succo di frutta... E quando si torna dalla corsa? Che ne dite di avere la possibilità, anche l’ultimo giorno del soggiorno, di farsi una doccia prima di ripartire? Il Late check out è così servito. E non dimentichiamo l’Energy pack lunch: il pasto che consumeremo correndo durante il giorno, composto da frutta, panini e prodotti rigorosamente “local”.

Quattro servizi che fanno la differenza quando il runner deve scegliere dove trascorrere le proprie vacanze o, più semplicemente, un weekend di allenamento. Il sito Runninghotel.it serve proprio per promuovere quelle strutture che in Italia, e non solo, aderiscono a questo club di prodotto impegnandosi a mettere a disposizione questi servizi. Non è un sito di booking on line ma una vetrina per hotel, B&B, residences, rifugi, campeggi, affittacamere, agriturismo... tutte le realtà che “strizzano” l’occhio a noi runner per farci sentire un pò più a casa.

Early breakfast

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Corri a scoprire le strutture in tutta Italia che soddisfano le tue esigenze di runner con 4 servizi dedicati compresi nel prezzo:

Early breakfast: colazione dalle 6.30 in poi per affrontare con energia la giornata.

Late check out: possibilità di usufruire di un locale docce per riprendersi dopo una gara.

Night laundry: servizio di lavaggio notturno per i tuoi capi sportivi.

Energy Pack Lunch: una piccola ma energetica selezione di prodotti D.O.C. adatti agli sportivi.

Cosa aspetti?

Scegli dove trascorrere la tua vacanza, scarica le guide dei tracciati e dei sentieri da sfidare e... comincia a sognare!

SAN CANDIDO - INNICHEN

ADVENTURE OUTDOOR FEST

16/20 LUGLIO 2014

THE PREQUEL:

Let’s Parkour!

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

La neve è andata via da pochi giorni sotto la Croda dei Baranci, correre intorno a San Candido è puro piacere: sentieri deserti, aria frizzante, profumo di mugo...

la pace viene interrotta, improvvisamente, da un uomo “volante” in tenuta da trail...

di Andrea Pizzi foto di Andrea Valsecchi
Jump — Van Halen

A pochi chilometri da confine con l’Austria, comodamente raggiungibile in treno, San Candido è non è solo un caratteristico centro dell’Alto Adige ma è anche un ideale fulcro per gli appassionati dell’outdoor. Infinite le possibilità di praticare la mountainbike, lo sci nordico in inverno (a pochi chilometri c’è Dobbiaco, una delle tappe della Coppa del Mondo), il trekking e l’arrampicata tra le montagne simbolo delle Dolomiti e, ovviamente, il trail running.

Una location giusta quindi per accogliere un festival dedicato all’outdoor, a 360°: dal 16 al 20 luglio San Candido ospiterà la seconda edizione dell’Adventure Outdoor Fest, cinque giorni di incontri, esibizioni, conferenze, concerti, workshop e proiezioni di 40 corto-medio metraggi per gli amanti dell’outdoor, con la partecipazione di tanti protagonisti: atleti, avventurieri, esploratori, fotografi, registi, scrittori... il gotha dello sport all’aria aperta!

Per gli amanti del trail le opportunità saranno davvero tante: dall’occasione di correre con campioni quali Marco Facchinelli, Simona Morbelli, Nicola Bassi

al poter assistere all’incontro di presentazione del Manuale del Trail di Fulvio Massa. Imperdibili anche i momenti dedicati allo Yoga X Runners di Tite Togni.

In attesa di vivere un’inedita Soul Experience, programmata proprio per i giorni del festival, siamo stati a San Candido per scoprire i percorsi e “assaggiare” un modo tutto nuovo e diverso di correre outdoor dove ogni “elemento” che incontriamo sul nostro percorso (alberi, massi, costruzioni...) diventa un trampolino, un’occasione per fare evoluzioni. David Fanelli, 21enne di Bolzano, è uno degli interpreti del parkour, specialità nata in natura e poi “trasferita” in città. Ci vuole grande agilità, forza, controllo del movimento, un pizzico di follia sicuramente... ogni oggetto, naturale o artificiale, stimola la fantasia dell’atleta che, dopo aver fatto un rapido check della “zona atterraggio”, si lancia nell’evoluzione.

Noi di Solu Running torneremo tra pochissimo sui sentieri di San Candido per una Soul Experience... sicuramente molto meno acrobatici di David!!!

Motion Control.

Chi si muove su percorsi alpini di cili necessita del massimo controllo a ogni passo. Per questo Mammut ha creato una collezione su misura per il trail running. Dinamica, traspirante, leggera, robusta e sicura - per il massimo delle prestazioni. Provala per credere. Come hanno fatto gli atleti selezionati durante l‘evento di prova sul Pers Moräne. www.mammut.ch

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Amo l’alta montagna, la neve, l’inverno, la progressione su ghiacciaio e l’aria tersa dell’alta quota. Mi piace la verticalità. Ne sono convinto, sento che è ciò che mi fa star bene. Ignoravo quali sorprese mi avrebbe riservato Pantelleria. Ero affascinato dall’opportunità di uscire in qualche modo dalla mia “consuetudine verticale” e sbarcare su un’isola per fare trail. Ho scoperto che Pantelleria è un mondo a sé, un incredibile mix di colori e profumi caldi, è accogliente... e ha una sua dimensione verticale!

Testo e foto di Stefano Marta

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Che il Mediterraneo sia — Eugenio Bennato

L’aereo su cui viaggiamo, per l’ultima tratta del nostro viaggio verso l’isola, è piuttosto piccolo, le hostess sono sedute accanto a noi e io cerco di intravedere l’isola dall’oblò accanto a me. Le luci del tramonto rendono l’atterraggio molto suggestivo. Appena scendiamo dall’aereo si respira subito un’aria particolare, rilassata e serena. Giuliana e Toni sono venuti ad aspettarci, sono loro i nostri “contatti locali”, fin da subito mi ispirano grande simpatia e tranquillità. Usciamo dall’aeroporto con una fiammante Panda (vecchio modello, il mitico “pandino”) color verde, sarà il nostro fedele mezzo per tutta la settimana. Ci sistemiamo in un bellissimo dammuso, la tipica casa pantesca, che sorge accanto all’abitazione di Giuliana e Toni. Si sono trasferiti qui da circa un anno, dopo aver abbandonato la frenetica vita milanese. Volevano vivere un’isola, hanno scelto Pantelleria… nei giorni successivi avremmo capito il perché. La loro vita è cambiata radicalmente, ora gestiscono il B&B Due Gatti e neanche a farlo apposta Giuliana è eporediese come me (originaria di Ivrea, ndr) e appassionata di trailrunning! La serata trascorre piacevolmente, ci raccontiamo le rispettive vite e dopo un sorso di squisito passito artigianale, il “nettare” di Pantelleria, ci salutiamo. Da domani si inizia a esplorare l’isola.

Giuliana ci fa da guida e ci conduce sui sentieri più belli, già perché Pantelleria è ricca di sentieri, ben segnalati non troppo difficili tecnicamente, un vero “sballo” per i trailer. C’è ne per tutti i gusti, si può correre in riva al mare a Punta Spadillo, oppure salire fin sulla cima della Montagna Grande (836 m) e poi gettarsi giù a capofitto fin sulle rive del lago Specchio di Venere. Questa è la dimensione verticale di Pantelleria! Ogni giorno c’è l’imbarazzo della scelta, Giuliana ci propone una meta, noi la seguiamo e ci lasciamo affascinare dalle bellezze di quest’isola. Ogni tanto ci piace gironzolare senza meta alla ricerca di nuovi sentieri per scoprire gli angoli più nascosti dell’isola. Si percepisce ovunque un senso di libertà e di tranquillità assoluta.

Per non parlare della goduria che si prova nell’immergersi nelle vasche di acqua calda, che ci sono un pò ovunque sull’isola; dopo una lunga giornata passata a scorrazzare su e giù per i sentieri sono un vero toccasana!

I giorni passano e non mancano le occasioni in cui ci esaltiamo nello scoprire quante ricchezze racchiuda al suo interno Pantelleria: la cura del territorio è totale, si percepisce immediatamente come le coltivazioni di viti e capperi siano una delle forme di sostentamento principale dell’isola. Sarebbe un esempio da far conoscere e trasmettere in tutti quei territori in cui la protezione dell’ambiente è spesso messa in secondo piano a scapito del “progresso tecnologico e industriale”.

Come spesso capita, le idee e i pensieri dei forestieri sono abbastanza differenti da quelle dei locali, che si trovano a vivere questa realtà per 365 giorni all’anno e sono ben consci delle “difficoltà” che si presentano per chi vive sull’isola. Sicuramente spostarsi non è facile e i servizi non sono altrettanto sviluppati come nelle grandi aree urbanizzate, ma vuoi mettere la pace e la tranquillità che si respira ogni giorno?

Fortunatamente oggi abbiamo la possibilità di fare scelte che cinquant’anni fa erano quasi impensabili, vedere che persone come Giuliana e Toni hanno trovato in quest’isola del Meditterrano la loro dimensione ci fa capire quanto sia importante conoscere i propri desideri e scegliere in base ad essi.

Continuo ad amare la verticalità e le alte quote ma questa esperienza a Pantelleria mi ha lasciato dentro qualcosa di importante. Aver conosciuto e apprezzato un nuovo territorio mi da la possibilità di allargare i miei orizzonti. Correre su questi sentieri è stata un’emozione molto forte e vorrei ripeterla il prima possibile. Grazie alla collaborazione con Fabio Casano, del consorzio Pantelleria Island, abbiamo deciso di proporre a tutti i runner e le loro famiglie un’esperienza nuova, suggestiva e affascinante: una settimana di vacanza all’insegna dello sport (trail e trekking in particolare) e del relax su quest’isola affascinante. Se volete saperne di più consultate il sito www.mandalatrail.it

Bent el Riah, Figlia del vento. È così che gli Arabi chiamarono Pantelleria. Ma è soltanto uno dei nomi di quest’isola, meta nei secoli di innumerevoli popolazioni: Fenici, Saraceni, Greci, Latini, Bizantini...

La sua posizione strategica, a 11o km a sud della Sicilia e a 70 dall’Africa, al cento del Mediterraneo, la sua terra fertile di origine vulcanica e il clima temperato l’hanno resa per anni terra di conquista.

Tuttavia l’isola, a primo impatto, non sembra così “accogliente”. I venti in ogni stagione soffiano impetuosi, le coste non sono facilmente accessibili e spesso lambite da onde sferzanti. L’uomo ha trovato negli anni dei compromessi per vivere qui e che gli hanno permesso di amarla, rispettarne la supremazia naturale e godere delle sue ricchezze. Gli uliveti e i vigneti “in miniatura si sviluppano in orizzontale in modo da contrastare la forza dei venti, i giardini panteschi sono costruzioni cilindriche in muratura a secco per consentire agli alberi di agrumi di crescere al riparo dal vento. I dammusi, le tipiche case costruite con la pietra locale di forma cubica hanno la cupola bianca volta a raccogliere l’acqua piovana, per fronteggiare la scarsità di acqua potabile da destinare alle coltivazioni. Il sostentamento dell’isola è basato principalmente sull’agricoltura e la cura che il popolo pantesco dedica alla terra ne è un chiaro segnale. Le pregiate produzioni di Moscato e Passito di Pantelleria, la produzione del Cappero di Pantelleria (I.G.P.) ne sono un segno distintivo a livello internazionale. Nonostante ci si trovi su un’isola, il mare invece svolge un ruolo secondario. Attraverso i diving center e i giri in barca proposti durante la stagione estiva, si possono ammirare le coste frastagliate che nascondono affascinanti calette e incantevoli grotte. Si può godere di un mare cristallino e apprezzarne la ricchezza dei fondali. Sosta obbligata è l’Arco dell’elefante, “scultura naturale” di pietra lavica che per forma ricorda la proboscide dell’animale.

La “secondarietà” del mare a Pantelleria la si percepisce quando ci si perde tra i sentieri alla scoperta dell’aspetto montano dell’isola. Una quantità innumerevole di percorsi ben segnalati e non particolarmente difficili

permettono di attraversare in lungo e in largo l’isola.

Si arriva a quota 836 m sulla Montagna Grande, punto più alto dell’isola, dal quale ammirare le distese di coltivazioni, il profondo blu del mare che si fonde a quello del cielo, ogni tanto puntellato da qualche nuvola, presto spazzata via dal vento.

Si ha l’imbarazzo della scelta sui percorsi da affrontare, concatenarli gli uni agli altri, apprezzarne la diversità. Si può scegliere di partire dal mare o di giungerci. Di rimanere “in quota” passando dalla Montagna Grande al Monte Gibele, seconda cima dell’isola con i suoi 700 m.

Ma dopo le fatiche sui sentieri, l’isola, come se non bastasse, offre diversi modi naturali per dedicarsi al relax. L’origine vulcanica dell’isola la si può apprezzare nelle svariate sorgenti termali d’acqua calda disseminate lungo tutto il territorio.

L’incantevole Lago Specchio di Venere si trova all’interno di un’antica caldera, le sue acque (termali e piovane) raggiungono in alcune zone temperature dai 40° ai 50°. La particolare cromatura delle acque, azzurre al centro e circondate ai bordi da una fascia di colore beige, resa tale dalla presenza di zolfo e fango sul fondale, lo rende una delle zone più caratteristiche dell’isola. Gli effetti benefici delle acque termali e del

fango ricco di sostanze nutritive lo rendono la meta ideale per un naturale trattamento di bellezza.

Piacevole chicca offerta naturalmente dall’isola è la Grotta del Bagno

Asciutto, all’interno della quale i vapori d’acqua permettono di godere di una benefica sauna naturale.

Altro fenomeno, che ricorda l’origine vulcanica dell’isola è quello delle

Favare, emissioni di vapore acqueo direttamente da fratture nelle rocce. Fin dall’antichità, per sfruttare questi fenomeni, venivano creati dei rudimentali sistemi di canalizzazione per raccogliere le gocce d’acqua formatesi dalla condensa e utilizzarle per le coltivazioni o per il bestiame.

I piatti e i prodotti tipici sono inevitabilmente il risultato di incontri tra le svariate culture che si sono succedute sull’isola, primo fra tutti il cous cous di origine africana, servito con verdura e pesce.

La rielaborazione dei prodotti della terra e della pesca fa sì che la cucina tipica sia semplice ma gustosa, come le insalate pantesche, il pesto pantesco, il patè di capperi, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di zibibbo.

La ricchezza di questa terra è davvero infinita. L’unico modo per apprezzarla, capirla, viverla, e innamorarsene è prendere l’areo e andar giù, quasi in un altro continente, e godersela!

Vivobarefoot

1. Trail Freak

Suola con tacchetti multidirezionali a “V” adatta a terreni erbosi o fangosi, garantisce tenuta in discesa e nei traversi e grade trazione in salita. Tomaia con spalmatura TPU. Una scarpa leggerissima e traspirante grazie all’impiego di mesh 3M.

Ferrino

2. X-Track Shirt

T-shirt realizzata in Polygiene, molto leggera, fresca e traspirante. Ottima la lavorazione sul collo che elimina la presenza di cuciture che possono dar fastidio durante lo sforzo. I pannelli in mesh differente sotto le braccia migliorano la traspirazione.

3. X-Track Short

Morbido e confortevole, i tessuti sono accoppiati per dare la massima libertà di movimento e traspirazione. Due tasche con zip frontali così come quella in mesh laterale per riporre piccoli oggetti. Short molto stabile in ogni condizione di corsa.

4. Zaino X-Track

Zaino dal design minimal, molto leggero. Dotato di tutto quello che serve: predisposizione per sacca idrica, porta bastoncini esterno, fischietto di emergenza... Le tasche lungo la zona lombare sono molto capienti e aiutano a stabilizzare lo zaino. Zip centrale grazie alla quale si raggiunge in un attimo tutto il contenuto dello zaino.

THE TRIAL SOLUTION WAVE KAZAN

WAVE CONCAVO:

Sostiene e stabilizza il tallone e l’impatto con il suolo, garantendo fluidità di corsa.

SCANALATURE CENTRALI A X: Ottimizzano l’adattabilità della suola al terreno, consentendo al tallone e all’avampiede di muoversi indipendentemente.

TASSELLI A X: Assicurano un grip multi-direzionale nelle più svariate condizioni di terreno.

Wave Kazan, scarpa da trail costruita per adattarsi all’ambiente circostante e lavorare in perfetta armonia con il corpo.

We are Run Happy!

di Andrea Pizzi

foto di Andrea Valsecchi

Atleti professionisti ma non necessariamente, appassionati di corsa e di sport, con una gran voglia di mettersi in gioco, vincere, arrivare al traguardo, sempre. Ma il Brooks Team Italia ha qualcosa in più e che fa la differenza: un claim, un comune denominatore per i suoi 17 atleti, dal triathlon alla maratona passando per corsa in montagna e ultra distanze: perché la corsa è anche, e soprattutto, divertimento, quindi RUN HAPPY!

Una filosofia, più che una semplice operazione di marketing, che ha creato un team di ragazzi e ragazze che interpretano la corsa come stile di vita, che si ritrovano parte integrante

di questo gruppo eterogeneo che annovera professionisti così come atleti più “comuni”, che devono conciliare allenamenti, lavoro e famiglia, capaci tutti e comunque di grandissimi risultati. Marco Rocca, Marketing manager Brooks Italia, ha ideato questo Team come ulteriore strumento per diffondere, a ogni livello, lo spirito Run Happy: come la Strongman Run, Brooks 5.30, Color Run... tutte occasioni per gli appassionati, e gli atleti del team, di vivere e condividere lo spirito Brooks.

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Di questi 17 atleti 5 si dedicano alla corsa in montagna, “portando in dote” al Brooks Team Italia una quantità di titoli italiani, europei e mondiali davvero incredibile. Regista e coordinatore di questo gruppo è Salvatore Di Trapani: se si tratta di prodotto, di atleti, di eventi lui è l’uomo di riferimento! Semplicemente ovunque!

Happy — Pharrell Williams

alice Gaggi

Valtellinese DOC, classe 1987, tra le più forti atlete della Nazionale di corsa in montagna nonché campionessa mondale in carica della disciplina, seconda classificata ai recenti campionati italiani di Oncino. Timida e riservata quanto testarda e determinata, se vuole raggiungere un obiettivo niente e nessuno le farà cambiare idea. Per Alice la corsa è coinvolgente, se inizi non puoi più farne a meno, ti fa sentire bene e il terreno su cui si esprime al meglio è proprio lo sterrato, soprattutto quando si tratta di buttarsi giù in discesa! Ama l’ambiente della corsa in montagna, i percorsi, le persone che incontra, il senso di libertà che può dare un allenamento sui suoi sentieri. Il titolo mondiale conquistato lo scorso settembre, il giorno del suo compleanno, in Polonia è la gara che ricorda con più emozione non solo per il risultato finale ma anche per come è arrivata la vittoria, dalle settimane di ritiro con la Nazionale fino all’ultima salita, quando ha staccato la britannica Clayton. Non ci sono gare da dimenticare, alla fine tutto serve per costruire e arricchire l’esperienza personale.

paolo Gallo

Coetaneo di Alice vive e si allena sui sentieri in provincia di Torino. Ama correre su strada, distanza preferita la mezza maratona, e ovviamente in montagna anche se nel suo curriculum è presente sia la pista sia il cross. Correre su sterrato gli permette di staccarsi per un po’ dalla realtà, dalla monotonia della strada, respirare un’altra aria...per il momento non si sente pronto per affrontare una skyrace anche se, quando si tratta di correre, qualsiasi gara gli da stimolo, compresa una Fisherman’s Friend Strongman Run, competizione molto fuori dagli schemi tradizionali e che ha vinto nel 2012. Se non corresse si dedicherebbe comunque a sport individuali come il ciclismo, il triathlon o lo sci. La gara di cui conserva il miglior ricordo è il Regionale di Cross del 2012 ma per lui ogni gara è un ricordo che vale la pena conservare così come tanti allenamenti, specie in compagnia dei compagni di team per mantenere fede al claim Run Happy! La sua mission di quest’anno è la maglia azzurra.

Gabriele abate

Con un palmares sportivo di grandissimo rispetto Gabriele, soprannominato Ghebre, è uno dei punti di riferimento del Team: per cinque volte Campione del mondo e sette volte europeo a squadre di corsa in montagna, medaglia d’argento individuale ai Mondiali in Nuova Zelanda del 2005 e agli Europei del 2011, per 3 anni

Campione italiano di lunghe distanze solo per citare i risultati più importanti. Per Gabriele la corsa è vitale, ogni distanza, ogni gara è una buona occasione per confrontarsi e divertirsi, dalla maratona alla Strongman Run, fino al Passatore... non mette limiti alla sua voglia di correre. In gara è testardo, per lui esiste un solo risultato... e il curriculum parla chiaro! La passione per la corsa in natura lo ha portato lo scorso anno a disegnare e organizzare il Brooks Valsusa Trail, gara che si snoda per 24 km sui suoi sentieri, quelli su cui si allena tutti i giorni, dominati dalla Sacra di San Michele. L’appuntamento è previsto per il prossimo 24 novembre a Chiusa San Michele (To).

alex Baldaccini

Passione e determinazione guidano questo bergamasco di 26 anni che da 13 corre su qualsiasi superficie, dall’asfalto alla neve. Nella sua bacheca conserva un titolo italiano junior oltre a un oro e un argento a squadre nella corsa in montagna, un bronzo nella corsa campestre e un Campionato del mondo con le racchette da neve. Tra tutte queste gare il ricordo migliore risale agli Europei del 2011 di corsa in montagna, in Turchia, dove vestì per la prima volta la maglia azzurra onorandola con un quinto posto assoluto individuale e l’oro a squadre. Alex predilige correre in natura, dove non arrivano i mezzi a motore, dove c’è pace, silenzio e senso di libertà, ama lo sport individuale dove meriti e demeriti dipendono solo da se stessi, dove non ci sono scuse. Il suo sogno sportivo è partecipare alla rassegna olimpica ma purtroppo tale deve rimanere, per il momento, dato che la disciplina non è ancora inserita tra le gare a cinque cerchi. Ha un conto in sospeso con Gabriele sugli ostacoli della Strongman Run, sta aspettando di poterlo sfidare proprio in questa gara.

Lorenzo “Trink” Trincheri

Specializzato nelle ultramaratone ha lasciato un pezzo di cuore nel deserto quando, nel 2007 si è classificato secondo alla 100 Km del Sahara, prima gara sulla sabbia. L’anno successivo esordisce alla Marathon des Sables con un ottavo posto assoluto, migliorato poi con un quinto nel 2012 che gli è valso anche l’oro nella gara a squadre. Approda alla corsa tardi quando, stufo di una vita sedentaria, decide di passare dalla dipendenza dalle sigarette a quella dalla corsa. Per Lorenzo le lunghe corse su sterrato sono come una sorta di macchina del tempo, lo portano indietro a quando la gente si spostava ancora a piedi, da un villaggio all’altro: molto spesso pensa a questo quando corre. Nella bacheca del Trink troviamo importanti risultati nelle gare di lunga distanza tra cui non ci si può dimenticare dell’oro al Mondiale a squadre di 100 Km su strada. La Zermatt Marathon è la sua gara preferita, quella a cui vorrebbe partecipare è la Diagonale des Fous, sull’isola del La Réunion. Il suo motto? Mai dire mai!

La nuova frontiera del GPS watch in alta quota

Studiato per gli atleti più esigenti. fe-nix 2 è molto più del classico GPS watch da polso grazie alle sue funzioni innovative: nuove dinamiche di corsa, accelerometro integrato, Live Track per farti seguire da amici e famigliari nei tuoi allenamenti e Smart Notification che ti permettono di ricevere sul display messaggi e-mail, sms e notifiche di calendario. L’evoluzione del GPS da polso che oggi guarda ad un atleta in continua evoluzione. Per maggiori informazioni visita il sito www.garmin.com

Simone Moro - Spedizione Nanga Parbat 2014

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Milano Urban rUnning

la vera avventura è correre in città?

Milano ha un’anima sportiva. Nascosto tra anfratti di acciaio e cristallo e angoli di verde isolati, tra accordi da siglare e meeting, tra Expo e moda, il cuore sportivo del capoluogo lombardo è vivo e forte, batte all’impazzata e il suo massimale tende all’infinito!

Il Presidente della Triennale, Claudio De Albertis, ingegnere, costruttore, grande appassionato di architettura e di design, ma in queste pagine “solo” un runner innamorato di Milano, si incontra con il suo gruppo alle 6.30 e ci racconta il capoluogo meneghino in una versione davvero inedita.

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Can’t help falling in love — UB40

di Claudio De Albertis

Carta di identità

- Claudio De albertis

- genovese di nascita, milanese d’adozione

- 64 anni (mi dicono ben portati!!!)

- ingegnere e imprenditore nel settore delle costruzioni

- Presidente della Triennale di Milano

- mediocre runner

Hanno corso con noi: Fulvio, Cecilia, Mimmo, Claudio, Silvia, Tiziana.

La corsa è un modus vivendi da interpretare a seconda delle situazioni e degli umori. Quando ho cominciato a correre con costanza a 48 anni era la voglia di superare i miei limiti a spingermi, nonché la vanità di poter dire ho corso una maratona. Oggi ho 64 anni, è la voglia di sentirmi vivo, dopo la rottura del tendine quadricipite della gamba sinistra e l’intervento chirurgico per l’asportazione di un brutto male. Ho corso una ventina di maratone in giro per il mondo. Ovunque una festa. A Milano invece la maratona è vissuta dalla gente con ostilità: lungo il percorso si è accompagnati dall’isterico suono dei clacson delle automobili

ferme al passaggio dei corridori invece che dagli incoraggiamenti degli spettatori.

A New York quando scendi dal Queensborough Bridge sulla First Avenue ti attende una folla festante. A Milano a stento vedi un tuo parente che ti dà un “cinque”.

E’ un problema culturale che vedo difficile da superare nonostante cresca enormemente il numero dei runners. Non credo però che il problema sia la mancanza di uno specifico assessorato allo sport quanto piuttosto la cronica carenza di strutture sportive che potrebbero avvicinare allo sport i giovanissimi infondendo in loro i sani valori dello sport e

Il percorso della
RUN4T e RUN4T Junior, su percorso di CorriMI
Fai attenzione ai cartelli presenti nel parco

dello stare insieme. Poi a Milano c’è il tema degli spazi pubblici, degli spazi comuni. Lo spazio comune è il luogo della riconciliazione, un luogo amato da tutti dove si riconoscono valori immateriali come “lo star bene insieme” o “capire le ragioni degli altri”.

Questo a Milano è ancora un sogno . E’ un po’ come per la “movida” in città.

I contrasti sono l’espressione della non volontà di conciliare il desiderio di una città viva, aperta, facile con quello di una città sicura e rispettosa.

Si è tanto parlato di “Expo in città” e allora quale miglior ambasciatore del messaggio Expo

in Milano del running. Il running è uno stile di vita basato sull’equilibrio alimentare ed energetico. Expo dovrebbe per tanti diventare paladina di una campagna per “cittadini del mondo in piena forma fisica” e contribuire a rendere Milano una città “smart” anche sotto questo profilo.

Il motto “smart running” dovrebbe diventare un vero e proprio brand della città. Ma per dar corpo a questo brand occorre predisporre una vera e propria “carta dei servizi del runner”.

Percorsi per allenamenti con lunghezze, punti di ristoro, etc., negozi specializzati, corse podistiche organizzate, modalità di accesso ai

vari luoghi, mappe, connessioni, app, etc.

E’ ottima l’idea dei running hotel.

Correre è sicuramente un mezzo per socializzare. Non c’è come condividere la fatica per fraternizzare, anche perché la competizione è soprattutto con se stessi e non con gli altri. Io corro con un folto gruppo di amici dove le mascotte sono mia figlia trentenne che ha già corso due maratone di New York sotto le quattro ore e il mio amico Mimmo settantatreenne che le corre ancora sul passo di quattro ore e venti minuti.

Noi corriamo alle 6,30 di mattina e abbiamo un appuntamento fisso al bar pasticceria “Cucchi”

di Corso Genova. Il proprietario Cesare Cucchi e Riccardo con la sua edicola sono i nostri amici mattinieri che ci danno il via per una corsa di un’oretta. La domenica invece ci lanciamo in Provincia per le classiche “tapasciate” dove incontri di tutto, gente che “vola”, gente che si “trascina”, gente vestita nelle maniere più incredibili e rifornimenti talvolta sorprendenti (persino il bollito misto). Insomma scene di vita vera, con emozioni uniche.

E intanto, finchè la fatica te lo consente ti guardi attorno e scopri luoghi fantastici. Anche in Milano città è così.

Luoghi come Parco Sempione con la Triennale,

il teatrino di Burri, la torre Branca, il Castello Sforzesco o Parco Trenno, Bosco in città, Parco delle Cave, luoghi unici immersi nella città che nulla hanno da invidiare a Central Park.

Non ho mai praticato il trail running anche se mi affascina. Ricordo nella meravigliosa Val Sarentino di aver incrociato una signora quarantenne che sembrava volare in salita, mentre io correvo goffamente e tutto sudato pensando che per me sarebbe stato meglio correre in discesa, proprio lì mi sono posto un nuovo obiettivo. Invitatemi e vengo con Voi di Soul running, però aspettatemi all’arrivo, se no mi rimarrà una “soul” molto triste.

Dolomiti ExtrEmE trail obiEttivo: ConquistarE il monDo!

di Davide Orlandi

foto di Mirko Mottin

7 Giugno 2014 - Forno di Zoldo – Belluno – Dolomiti – Italia.

Ultimo dispaccio urgente. STOP

36 nazioni alleate convergono in località sopracitata. STOP

Ogni intervento per arginare il fenomeno risulta inefficace. STOP

Stiamo studiando il nemico. Ma non lo capiamo. STOP

530 soldati chiamati “trailers” con attrezzature sconosciute e tecnologicamente avanzate hanno marciato su Forno per 54km. STOP

Sono inarrestabili. Presto saranno 1000, 1500. Noi siamo sempre meno, STOP

Tanti dei nostri, alcuni insospettabili sono passati al nemico. STOP

Non rimane altro che suonare la ritirata. STOP

T.S.I. Truppe Sedentarie Internazionali

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- Dxt 2014un’opErazionE (riusCita) Di EsportazionE DEl “maDE in italy”

La realtà dei fatti sta raccontando, negli ultimi due anni, una storia nuova per la Val di Zoldo e i suoi orgogliosi abitanti. Una realtà costruita con orgoglio dagli Zoldani, appunto, la DXT nasce, si sviluppa, si concretizza e si afferma per portare in tutto il mondo l’unicità della loro cultura, l’intoccata bellezza della loro valle.

Paolo, Corrado, Arcangelo, Luisa, Francesca ed altri 345 volontari (avete letto bene non è un refuso… sono un esercito, gli alleati dei trailer), con il grande appoggio delle istituzione capitanate da Camillo

De Pellegrin e Roberto Molin Pradel, rispettivamente sindaci di Forno di Zoldo e Zoldo Alto, sono riusciti dove altri hanno fallito. Si sono uniti al di la di ideologie, interessi personali, impegni lavorativi, etc per inseguire un’utopia: il bene comune!

Mi sento terribilmente demagogico, banale, qualunquista nel rileggere ciò che ho appena scritto, ma è la pura verità! Ciò che dovrebbe essere l’interesse primario per cui si lavora, viene sempre più usato come ultima ratio, àncora di salvezza da usare in “zona cesarini” quando ormai tutto sembra perso.

La Val di Zoldo ha dimostrato che si può fare. Anzi che si DEVE fare!

Loro sono un esempio da seguire per qualsiasi altra località che voglia promuoversi. Le basi dovranno essere queste. Ricomincio da Zoldo! Questo il claim! Questa la filosofia giusta!

Per tutte queste ragioni abbiamo portato campioni e giornalisti da tutta Europa per vedere, correre e poi raccontare al mondo questa favola, questa “dolomitica” manifestazione.

Oggi sul mio giornale lascio spazio a loro.

Grazie agli Zoldani! Mi hanno insegnato tanto.

Davide Orlandi

La DXT è stata la mia prima gara nelle Dolomiti: il percorso e soprattutto l’organizzazione e i volontari sono stati incredibili. Un percorso, a solo un’ora e mezza da Venezia, che porta il trail a un livello successivo, una vera sfida tra le montagne. Le salite sono impegnative, senza fiato fino a 2400 metri di quota, nella neve e tratti attrezzati, davvero divertenti! Punti altamente panoramici su intere valli, cascate e foreste. E alla fine: la cordialità dei tuoi compagni di viaggio, dei volontari a ogni rifornimento tengono alta la motivazione e mettono il sorriso sul tuo volto, nonostante la fatica!

Impressionante! Se esiste un paesaggio che incarna lo spirito del trail running questo è la Val di Zoldo e la sua DXT. Natura a panorami magnifici, gente accogliente: una combinazione perfetta!

Quim Farrero Revista Trail Spagna

Le Dolomiti seducono ogni amante della montagna e correre in uno scenario come la Val di Zoldo, insieme a quasi 600 persone, è la felicità di ogni appassionato di trail. Mi sono sentito davvero privilegiato!

Non conoscevo veramente le Dolomiti che mi hanno accolto davvero alla grande in Val di Zoldo e lungo tutto il percorso della DXT. Le gente è davvero cordiale, orgogliosa della propria terra e delle proprie tradizioni. Ho scoperto bellissimi panorami, paesi e sentieri, perfetti per i trailers. Sono sicuro che sempre più stranieri correranno questa bellissima gara. Grazie per l’ospitalità nella vostra bellissima terra!

La DXT non è una gara facile, una di quelle che ti allacci le scarpe e corri via senza tanti pensieri fino al traguardo. Le salite lente e verticali di tempo per pensare te ne lasciano tanto e più che contro la forza di gravità ti ritrovi a combattere contro la tua determinazione mentre le gambe ti bruciano di fatica. Fortunatamente c’è sempre lo scenario delle dolomiti pronto ad abbracciarti nei momenti difficili e il sorriso degli splendidi volontari sul percorso a rallentare un po’ i battiti cardiaci. La DXT è come l’odore del caffè quando si è ancora sotto le coperte con gli occhi bui.

Correre in Dolomiti?

Dolore e poesia...

È una gara che ti riempie gli occhi e ti fa sentire piccolo piccolo di fronte alla natura. Un percorso senza respiro, che non ti da mai tregua. Ho tagliato il traguardo senza quasi rendermi conto di aver fatto meno di 6 ore, stanco ma felice... mi ha colpito molto il calore degli organizzatori, dei volontari e dei bambini che non dimenticherò mai.

C’è qualcosa nella sofferenza ricamata dalle montagne, qualcosa che nonriusciremo mai totalmente a decifrare, a comprendere. Per fortuna...

Claire Maxted - Trail Running

Any Trail, Any Time!

Leggerezza, tecnologia all’avanguardia, massima comprimibilità. Queste le caratteristiche chiave di una collezione multisport, pensata tanto per il trail quanto per la mountainbike.

Si chiama All Mountain Tech: un unico outfit per l’outdoor incredibilmente leggero, morbido e sempre confortevole, caratterizzato anche da alcuni accorgimenti costruttivi che lo impreziosiscono come: gli orli incollati, le cuciture ridotte al minimo, la lavorazione al laser per aumentare la traspirabilità dei capi...

E non dimentichiamo che un intero outfit, costituito da maglia, pantaloni e antivento, può essere tranquillamente riposto all’interno di una borraccia da bici: questa si che è comprimibilità!

Maglia AMT Tech

Perfetta in ogni condizione, taglio anatomico e tessuto stretch. Il particolare tessuto oltre a resistere ai raggi UV è water repellent e resistente alle abrasioni. Particolare la tasca incollata, chiusa con un piccolo velcro, e posizionata lateralmente sulla parte posteriore. Perfetta anche indossando lo zaino grazie all’assenza di cuciture sulle spalle. Nella versione femminile il taglio è ovviamente adatta ala diversa anatomia ed è disponibile sia in versione t-shirt che canottiera.

Pantalone AMT Tech Short

In soli 120 grammi c’è tutto quello che può servire per un trail o una pedalata. Leggerissimo e fresco ma allo stesso tempo resistente alle abrasioni, acqua e raggi UV. Si asciuga molto rapidamente e la membrana antivento lo rendono un capo adatta a differenti stagioni dell’anno. Traspirante grazie ai fori realizzati al laser e con un’ottima vestibilità, regolabile in vita con dei pratici velcri. Disponibile ovviamente anche in versione femminile.

http://amt.scott-sports.com/it/index.html

Mai più “doppio nodo”

Quante volte dopo qualche chilometro di corsa vi siete dovuti fermare per “assestare” la chiusura delle scarpe? O nelle giornate più calde allentare i lacci perché il piede tende a gonfiarsi? Xtenex ha risolto tutti questi problemi con degli innovativi lacci elastici dotati di “nodi” che una volta sistemati nell’occhiello delle scarpe non si muovono più. Sono disponibili in tre differenti misure (50, 75 e 100 mm) per adattarsi ad ogni tipo di calzatura: posizionarli sulla scarpa potrebbe sembrare macchinoso ma basta un po’ di attenzione e pazienza e in pochi minuti le scarpe sono pronte. I lacci Xtenex vanno posizionati indossando la scarpa, in questo modo sarà possibile già pre-impostare la giusta chiusura e non si avrà bisogno di ulteriori aggiustamenti in corsa.

Presa perfetta

Andrea Pizzi e di Tite Togni

Durante il nostro Test Event a Massarosa, lo scorso febbraio, la nuova Bushido è stata una delle scarpe più apprezzate. L’abbiamo fatta “maltrattare” a tre tester molto differenti tra loro per corporatura, stile e tecnica di corsa... tutti hanno riscontrato un grande grip e soprattutto un’ottima stabilità. Pensata per le gare skyrunning abbiamo deciso di affidarla per un test di “durata” a Tite Togni: amica, nostra, insegnante di yoga ma soprattutto instancabile runner, su ogni distanza, ogni tipo di terreno.

«Ho utilizzato la Bushido, in versione femminile, per diverse settimane, sia in gara che in allenamento. Il primo “giro” l’ho fatto sulla Maddalena, la montagna sopra Brescia, su un percorso molto tecnico e in una giornata calda e secca.

Ho apprezzato fin da subito il grip ma anche

leggerezza e traspirabilità.

Qualche settimana dopo è stata l’ora della Vigolana: qui ho trovato ogni tipo di terreno: dal bosco alla neve passando per rocce e ghiaia, un banco di prova davvero completo. È risultata comoda sulla distanza, nonostante la leggerezza, precisa in discesa e nonostante tanti passaggi nella neve la traspirabilità permetteva sempre un ottimo passaggio dell’acqua verso l’esterno. In discesa è elastica e risponde proprio come una scarpa minimal, pur avendo un supporto maggiore intorno alla caviglia. Dai tanti chilometri della Vigolana al Cadore Vertical: terreno scivoloso, ripido e umido, davvero insidioso. Anche appoggiando solo l’avampiede il grip è ottimo, come avere dei ramponcini. Il podio in questa gara lo davo anche alle Bushido!».

«Namastè!»

di

XTRA

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Grazie al WiFi integrato XTC400 si connette a smartphone e tablet per vedere in diretta, rivedere e condividere immediatamente filmati e foto.

Grazie alla App dedicata “Action Connect” si può accedere ad una ampia gamma di settaggi, attivare lo zoom, scattare foto o sequenze di foto. Scelta dagli sportivi ma non solo XTC400 è un compagno ideale per ogni situazione. 280 285 400 60

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2mm di benessere per il corpo

Da circa un mese sto testando le solette Noene. Ho avuto la fortuna di poterne testare due tipi differenti. Uno da usare tutti i giorni e uno da adoperare nelle uscite di allenamento e durante le gare.

Il primo, di un bel rosso fiammante, è il modello Noene+ OFP2, dove la sigla sta per Optimum Foot Pad e dove il colore rosso sta a significare che la soletta è rivestita con uno speciale tessuto con tecnologia Nexus. Una tecnologia dotata di fibre chimiche intelligenti.

La Nexus Energy Source è una fibra high-tech che nasce dalla combinazione di tre metalli nobili (platino, titanio e alluminio).

Questa neonata tecnologia permette al tessuto di emettere Infrarossi lontani (FIR) nelle frequenze “usate” dal nostro corpo con effetti estremamente benefici.

Per esempio ho notato che il recupero tra un allenamento e l’altro è diminuito con l’utilizzo quotidiano di questa soletta, come il senso di stanchezza muscolare, soprattutto sui polpacci, dopo uno sforzo prolungato in salita. Questo ovviamente in combinazione con l’altra soletta che sto utilizzando in corsa, la “classica” Universal NO2, quella grigia, per intenderci. Io, essendo un tester di… peso, sto utilizzando quella da 2 mm di spessore.

La uso, a differenza della Noene+ OFP, sotto la soletta originale della scarpa.

La NO2 non deve rilasciare nessun tipo di raggio, ma deve assorbire e dissipare gli impatti che la mia falcata produce durante l’impatto con il suolo. Ho notato una grossa differenza rispetto a prima, quando non utilizzavo le solette, soprattutto durante le discese. Nei trail è la parte che preferisco, mi piace, mi “sento” un discesista e, soprattutto quando le discese sono tecniche, mi piace andare veloce.

Qui le vibrazioni su tutto il mio corpo sono decisamente diminuite e così anche i microtraumi che questa attività sportiva causa, sia al muscolo, sia alle articolazioni.

La differenza, la si nota provando a non inserire le solette e uscire a correre, oppure non

mettere quelle “da tutti i giorni”. Alla sera, dopo una giornata passata in giro tra ufficio, appuntamenti e traffico, il corpo chiede il conto.

Sinceramente non pensavo che la differenza fosse così marcata, ma… provare per credere.

Foto di Giampaolo Calzà

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Foto di Giampaolo Calzà

LA DISTRIBUZIONE DI SOUL RUNNING

Esattamente un anno fa è nato il progetto “Soul Shops”. La distribuzione alternativa e unica di Soul Running nei punti vendita specializzati outdoor e running.

Molti di voi nel 2013 e fino a oggi hanno trovato i nostri prodotti, da Soul Running Magazine alla prima guida della collana Free Run – Elba Trail Running, sui banchi o nei reparti running di molti negozi specializzati.

Molti di voi hanno acquistato il magazine e sempre di più hanno imparato a conoscerlo e trovarlo a pochi centimetri dagli stessi prodotti di cui tutti noi non possiamo fare a meno!!!

Soul Running è lì, dove batte il cuore di ogni runners! E lo sarà ancora di più, con un aumento dei punti vendita, come promesso siamo già in 196 Soul Shops in tutta Italia!

Grazie a voi e alla lungimiranza di molti gestori che hanno creduto nella validità di questo nuovo progetto, oggi

acquistare Soul Running nei negozi è una realtà consolidata e lo sarà sempre di più. Abbiamo raggiunto zone del centro e del sud Italia dove la passione palpita e dove sentieri e percorsi meno conosciuti di quelli dell’arco alpino sono lì, pronti ad accogliervi. Dove i nostri followers ci seguono con una passione enorme e noi di Soul Running stiamo concentrando le nostre energie per esserci e rimanere. La lista dei negozi outdoor e running dove siamo presenti è consultabile sul sito www. distanceplus.com nella sezione “dove trovare Soul Running” in Home Page.

Per chi volesse ricevere a casa i nostri prodotti singolarmente, o in abbonamento, le modalità di acquisto per la stagione 2014 le trovate su www. spmpublishing.com

Per tutti i nuovi abbonati l’oramai mitica bandana Buff “SOUL RUNNING”, in una nuova colorazione verde, o l’esclusivo marsupio Raidlight, logato Soul

Running, sono pronti per essere spediti. E per chi acquista i nostri prodotti presso il nostro gazebo alle gare trail sono previsti anche extra regali by Raidlight!

NOVITà: Quest’anno Soul Running ha raddoppiato l’impegno nei test e sono aumentate le uscite che saranno sei, avete capito bene! Oltre alle due Guide Test TRAIL e ROAD sono previsti quattro book magazine in uscita a Maggio, Giugno, Luglio e Novembre.

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