Soul RUNNING #11

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Soul RUNNING

THE SOUL EXPERIENCE: Miti e streghe della Val Sarentino

Les italiennes a la Grande Randonnee

Alla (ri)scoperta delle valli Occitane

Massarosa Test Event 2014

Elba Trail 2014 - Bastano solo 300 grammi

NEVER STOP EXPLORING

Paesaggio di alta quota, vento e freddo.

Uno sforzo quotidiano per la vegetazione, lo capisci dal colore dell’erba. Solo correndoci puoi avvertirlo. .

Dove: Val Sarentino

Click: Stefano Marta

Colori caldi, ombre lunghe. Sfruttare le ultime luci del giorno per una corsa, uno scatto...Follow your Nature!

Gargano, Puglia

Click: Vanda Biffani

Dove:

Una lunga passerella in legno è la traccia del sentiero, l’unica che hai a disposizione sulle spugnose montagne della Wicklow Way. Vietato abbandonarla, tieniti i piedi asciutti! Dove: Irlanda Click: Andrea Pizzi

Inauguriamo il quarto anno di Soul Running book-magazine con alcune novità.

Mi regalo questo spazio per provare a raccontarvele partendo, come si dovrebbe sempre fare, dal principio: la cover.

AMICIZIA Friendship Amitiè Amistad Freundshaft Afeição

Immagine di cui mi sono innamorato qualche mese fa, quando è stata scattata dal nostro inviato a Cavalls del Vent, Luca Podetti. Immagine che racconta, a mio avviso, il trail nella sua totalità.

Vänskap AMICIZIA Friendship

I concetti chiave della corsa che la redazione ha trovato in questo scatto sono almeno sette... vi lasciamo il piacere di trovare gli altri sei, ma uno ve lo diciamo ed è la tematica portante di questo numero: l’amicizia!

Amitiè Amistad Freundshaft Afeição

Amicizia che lega tutte le persone che hanno messo mano a questa pubblicazione e che ci regalano le loro emozioni ed esperienze perchè vengano, speriamo, valorizzate e condivise al meglio.

Troverete Stefano e Sergio sperduti in Occitania (un pò come Asterix e Obelix... tra l’altro uno dei due è un druido). Max&Max che usano la loro splendida “toscanità” come metro di giudizio di un trail e di un territorio magnifico, vergine, come la Corsica. La mia redazione che trasuda passione e la travasa in ogni singola riga scritta e in ogni singolo metro corso durante le soul experience: in questo numero va in scena la Val Sarentino.

Vänskap AMICIZIA Friendship Amitiè Amistad Freundshaft Afeição Vänskap AMICIZIA

Oltre al tema, che varierà a ogni uscita, l’altra peculiarità del 2014 è la musica, compagna indissolubile di vita per me e di ogni corsa per molti di voi.

Friendship Amitiè Amistad Freu ndshaft Afeição Vänskap

Abbiamo abbinato, quindi, per ogni articolo, per ogni luogo attraversato e corso, un brano musicale da ascoltare. Nel caso vogliate andarci, vi racconterà in poche magiche note tutta l’emozione che troverete ad aspettarvi.

AMICIZIA Friendship Amitiè Amistad Freund shaft Afeição Vänskap AMI -

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Freundshaft Afeição Vänskap AMICIZIA Friendship Amitiè Amistad Freundshaft Afeição Vänskap

Sempre più innamorato della corsa, del territorio e del mio lavoro vi auguro un grandioso inizio di stagione, sperando di sorprendervi con spunti innovativi per i vostri viaggi e/o sogni da runners!

AMICIZIA Friendship Amitiè Amistad Freundshaft Afeição Vänskap

#B ushido
Nel Giappone antico il termine indicava la via del guerriero samurai…per La Sportiva oggi indica la via del trail runner. Ecco il codice Bushido: tomaia a costruzione slip-on, sistema di stabilizzazione STB Control, suola in mescola aderente FriXion XT.
Se all’asfalto preferisci terra, rocce e sassi; se l’off-road è per te uno stile di vita più che un modo di correre: Bushido, la via del trail runner.

SOMMARIO

RUBRICHE

16 Run for free - Andrea Pizzi

18 Sotto la tettoia c’è sempre il buon attrezzo… - Mirko Mottin

SOUL EXPERIENCES

20 Miti e streghe della Val Sarentino L’altro Alto Adige

34 Les italiennes à la Grande Randonnée

44 A la (re)descubèrta de las Valadas Occitanas “Alla (ri)scoperta delle valli Occitane”

SPECIAL

56 Elba Trail 2014 - Bastano solo 300 grammi

84 Gargano Running Week 2014

EXTRA

66 BergTeam - Friendship team

72 Massarosa Test Event 2014

92 Focus Shop: Cantieri Sportivi

94 Focus Shop: Born to run

95 Soul Shops

COTT GRIP 3.0

INTRO SPETTIVA MENTE

Correre ai ripari

A tutti sarà capitato di dover ricominciare a correre dopo un infortunio o un qualsiasi periodo di forzata inattività. In queste occasioni si capisce quanto il nostro corpo sia intelligente, ma spesso anche un po’ “scansafatiche”. Sì, perché la velocità con cui si perde la condizione atletica è inversamente proporzionale alla fatica con la quale si è raggiunta, purtroppo è una verità scientifica. Questo perché il nostro fisico un po’ soffre a rimanere in forma, restare pronto, “attivato”, performante... per questo motivo appena ne ha l’occasione tende a “sedersi” e a dimenticarsi troppo velocemente di tutto il lavoro fatto. E ricominciare è dura, chi non ha mai provato?

La prima corsa è una vera esperienza, specie i primi 20-30’. Dolori e dolorini ovunque, fiato corto, fastidio generalizzato, pessimismo... tutti segnali che invia il nostro corpo per dirci: “Perché? Ma sei proprio sicuro? Stavamo così bene prima...seduti...”

Il corpo gioca sporco, per lui riattivarsi è un super lavoro, deve ottimizzare nuovamente respirazione, circolazione del sangue, meccanismi energetici, equilibri biochimici e ormonali. A pensarci bene non

è proprio roba da poco. Però nel DNA trova tutte le istruzioni necessarie, non ci sono scuse.

Tutto sta nell’andare oltre i primi 20/30 minuti, fargli capire che abbiamo deciso così, che deve farsene una ragione e adattarsi. Alla fine siamo noi a comandare, giusto? Superata questa soglia la musica cambia e pian piano tornano le sensazioni giuste, quelle che ti spingono a correre, quelle che ti fanno star bene anche se stai faticando. Il fisico, una volta “capita la musica”, si rimette a fare il suo dovere cercando, di volta in volta, di rinforzarsi sempre di più per non farsi ancora cogliere impreparato, poco allenato. E pian pian la forma ricresce. In fisiologia questo processo si chiama Supercompensazione, io lo traduco in “correre ai ripari”.

Per correre con piacere, perché non necessariamente deve essere solo sofferenza, bisogna quindi convincere il proprio corpo che ne vale la pena, che non deve inviare segnali negativi, pessimistici, che dalla corsa anche lui, non solo la mente quindi, ne trarrà dei benefici.

SOTTO LA TETTOIA C’È SEMPRE IL BUON ATTREZZO...

Storica iscrizione... CHE CALO!

È innegabile! Dati alla mano, si riscontra un calo di iscrizioni alle gare del panorama trail italiano. Difficile capirne i motivi? Forse no!

Per esempio, al primo punto, tra le cause di questo trend negativo, potremmo metterci che negli ultimi anni c’è stata una crescita esponenziale di nuove gare.

Se, calendario sotto il naso, controlliamo i fine settimana, la prima cosa che ci salta all’occhio è che ci sono due, ma molto più spesso tre, trail ogni sabato/domenica.

Si va da quello corto, adatto a tutti, con pochi km e poco dislivello, all’ultra ben sopra i 100km e le migliaia di metri di ascensione positiva. Anzi, la maggior parte delle manifestazioni prevedono sia la distanza “corta” sia la “lunga”, distribuite nei due giorni del weekend. Inoltre, alcune gare, da un anno all’altro aumentano il kilometraggio e il dislivello per rientrare (anche se gli organizzatori non lo ammettono mai) nello strano meccanismo che assegna tot punti da usare per iscriversi alla tal gara e questo mai le farà diventare corse storiche.

Al secondo punto, possiamo mettere in conto la crisi che sta attanagliando la maggior parte dei cittadini italiani. Partecipare alle gare è diventato “un costo”. Quando si decide di pianificare la stagione, si scelgono le gare e si aspetta l’apertura delle iscrizioni per accapar-

rarsi il pettorale. Tra l’iscrizione e la partecipazione alla gara stessa, solitamente passano parecchi mesi e, oltre alla speranza di arrivarci in forma, senza dovervi rinunciare per un qualche infortunio, bisogna sperare che non sopraggiunga qualche impegno di lavoro che, dati appunto i tempi di crisi, diventa assolutamente prioritario.

In più, si devono mettere in conto (economico) gli spostamenti, i pernotti, il cibo, etc. Tutte queste variabili, fanno si che chi ha già corso una gara, tenda a non ripeterla e quindi a prediligere, durante la stesura del calendario gare, una manifestazione nuova alla quale non ha mai preso parte.

Terzo punto, strettamente legato agli altri due, e non meno importante, è quello causato dalla nostra natura esterofila “da veri italiani” (si sa che l’erba del vicino è sempre più verde) e dal nostro essere esibizionisti! Mi spiego meglio. Se nello stesso fine settimana, in calendario, troviamo una gara nostrana e una corsa “blasonata” all’estero, la tendenza è quella di iscriversi alla seconda. Farà molto più “effetto” sfoggiare il premio da finisher al prossimo incontro con gli amici. Quest’ultima frase, non prendetela come un’offesa... anch’io ne ho molti tra gilet e t-shirt varie, ma forse si dovrebbe tornare ad assaporare le care e vecchie “buone emozioni” e, a volte, basta partecipare alla gara storica del paese accanto per farne un bel “pieno”!

THE TRIAL SOLUTION WAVE KAZAN

WAVE CONCAVO:

Sostiene e stabilizza il tallone e l’impatto con il suolo, garantendo fluidità di corsa.

SCANALATURE CENTRALI A X:

Ottimizzano l’adattabilità della suola al terreno, consentendo al tallone e all’avampiede di muoversi indipendentemente.

TASSELLI A X:

Assicurano un grip multi-direzionale nelle più svariate condizioni di terreno.

Wave Kazan, scarpa da trail costruita per adattarsi all’ambiente circostante e lavorare in perfetta armonia con il corpo.

Miti e streghe della Val Sarentina

Musica consigliata

per la lettura di questo articolo

L’altro Alto Adige

di Andrea Pizzi

foto di Stefano Marta e Andrea Valsecchi

La Val Sarentino si apre appena sopra Bolzano. È una valle molto lunga, quasi 30 km alla sua estremità superiore, il Passo Pennes, vicina e facile da raggiungere, anche più di altre valli ben più note dell’Alto Adige. Nonostante ciò non tutti la conoscono, rimane decisamente fuori dai grandi flussi del turismo di massa, quelli che del Südtirol conoscono solo le mete ultra classiche all’ombra dei “Monti Pallidi”: le Dolomiti. La Val Sarentino è protetta dalla selvaggia Gola di Sarentino, uno stretto e suggestivo passaggio che l’uomo ha dovuto, e continua a farlo, lavorare per raggiungere l’alta valle: 16 km di curve a gallerie prima che finalmente si aprano i pascoli. Una porta d’ingresso che sembra sia riuscita a proteggere e preservare il più possibile la Val Sarentino, le sue origini, le sue tradizioni. Rispetto ad altre mete si respira un Alto Adige più genuino, non ancora disturbato

e plasmato dalle esigenze del turismo di massa, meglio conservato, più originale. E siamo solo a mezz’ora di auto da Bolzano.

La valle è circondata da cime che superano i 2500 metri e che degradano dolcemente verso il fondovalle, con fitti boschi e pascoli. Non ci sono le pareti rocciose delle Dolomiti, tutto sembra più raggiungibile, è possibile salire in quota e correre sulle creste a perdita d’occhio su splendidi sentieri, rimanendo comunque in un ambiente selvaggio e affascinante. Non a caso proprio l’anno scorso si è affacciata sul panorama delle gare la Südtirol

Ultra Skyrace, una manifestazione nata proprio per far conoscere la Val Sarentino e portare i trailer a correre sull’alta via Hufeisentour, il percorso

Ferro di cavallo, 121 km proprio lungo le creste che circondano la valle, da Bolzano su fino al Passo Pennes e poi ritorno. Oltre 7000 metri D+ davvero suggestivi, dalla città fino a superare per ben due volte i 2600 metri di quota prima di tornare nuovamente all’arrivo.

Un percorso che tra malghe, alpeggi e rifugi permette di assaporare veramente l’aria di un altro Alto Adige, originale e al tempo stesso selvaggio, lontano dagli itinerari più classici delle Dolomiti. Un anello che abbiamo potuto percorrere insieme a un Ulrich Gross, grande amico (intervistato insieme alla sorella Anne Marie sul primo numero di Soul Running), fortissimo sulle lunghe distanze, profondo conoscitore della sua Val Sarentino e tracciatore di questo favoloso percorso.

La partenza dalla centralissima Piazza Walter di Bolzano è davvero suggestiva: lo scorso luglio lo start della prima edizione è stato dato alle 22.00 di sera e il calore della piazza è stato unico. Da qui si sale, inizialmente su asfalto e poi su sentiero, verso il Corno di Renon, uno “strappo” da più di 2000 metri D+ in 19 km. Si è in quota adesso, non si scende più sotto i 2000 metri fino al 65° km, oltre la metà gara, dopo l’ideale giro di boa costituito dal Passo Pennes. Qui lo sguardo spazia verso

i tremila dell’Austria a nord, ci si trova proprio sopra Vipiteno, verso le Dolimiti a est, il Similaun a ovest e l’Adamello a sud. Siamo in quota, non ci sono alberi, l’ambiente è severo e affascinante. Da qui in poi si riporta il timone in direzione sud, nuovamente verso Bolzano: dopo un iniziale tratto tecnico ancora in quota si scende verso Oberberg per risalire nuovamente oltre i 2600 metri del Alpler Nieder e i quasi 2700 del Giogo Piatto. Da qui in poi è una discesa progressiva con il suggestivo passaggio presso gli “Omini di pietra”, sulla cima della Hohe Reisch a 2003 metri: qui si trovano moltissime colonne composte da sassi, risalenti probabilmente all’età della pietra. Intorno a questo luogo quasi magico, che riporta antiche incisioni e dove si trovano ancora reperti di antichi manufatti, aleggiano miti e leggende che narrano di diavoli e streghe che, riuniti in questo luogo, scatenavano violenti temporali durante misteriosi riti magici. Si continua tra boschi di larici e pascoli fino al paese di San Genesio da cui iniziano gli ultimi 5 chilometri di picchiata verso Bolzano.

Contemplazione a 360°. Passo Pennes, giro di boa dell’alta via Hufeisentour: a destra le Dolomiti, di fronte i ghiacciai dell’Austria, a sinistra il Similaun e alle spalle, lontano, il gruppo dell’Adamello.

Non solo Südtirol Ultra Skyrace

Il percorso di questa affascinante gara, che vedrà lo start della seconda edizione il prossimo 4 luglio, prevede anche una distanza inferiore, di 66 km, con passaggio intermedio proprio dal centro di Sarentino. Lo scenario rimane l’alta via Hufeisentour, un itinerario che è anche un grande progetto, finanziato dal fondo europeo, nato dalla collaborazione tra la Cooperativa per lo sviluppo regionale e la formazione della Val Sarentino e dell’Alta Valle Isarco, teso a promuovere e far conoscere queste montagne. Si rivolge agli escursionisti, che lo possono percorrere in sette tappe appoggiandosi ai rifugi in quota, così come ai trailer che lo possono vivere tutto d’un fiato durante la gara, oppure, frammentandolo in 2,3,4 settori a proprio piacimento, come allenamento o più semplicemente per scoprire by run cos’ha da offrire la Val Sarentino.

Soul Equipment SüDTIROL Ultra Skyrace

1. Pantera

Scarpa ideale per correre sul sentiero

Ferro di Cavallo: studiata per le lunghe distanze con un’ottima ammortizzazione, sostegno e rinforzo della muscolatura profonda grazie alla funzione Sensitive Fit. Suola Vibram con tecnologia Mapping Compound.

2. Feline Ghost

Protettiva, leggera e precisa, alternativa alla Pantera per chi è abituato a scarpe più sensibili. Si tratta infatti di un modello pensato per gare non particolarmente lunghe come le ultra. Modello perfetto per chi vorrà cimentarsi sulla distanza “breve” (66 km) della Sudtirol Ultrasky race.

3. Zaino X7 Pro

20 litri di volume all’incredibile peso

di soli 340g! Un taglio atletico che garantisce la massima stabilità.

Perfetta ripartizione dei volumi con tasca laterale aggiuntiva, sistema speed fix per i bastoncini, 2 borracce, gel e attrezzatura.

4. Maglia React Dry

Maglia high tech in tessuto Thermocool molto leggero e traspirante. Inserti in air-mesh per una migliore ventilazione e polygiene per combattere i cattivi odori.

5. Maglia React Dry Tee

Capo high performance leggera e traspirante anche grazie alla zip frontale. Un capo che protegge bene dalle variazioni di temperatura e si asciuga velocemente. Tasche con zip frontali dove riporre un lettore mp3 o i gel energetici.

6. Pantalone Traverse ¾ tights

Pantalone ideale per salire in quota senza subire sbalzi termici. Taglio stretto e aderente, rimane stabile sul corpo, una seconda pelle. Traspirante e dotata di inserti in silice nei punti più soggetti ad abrasioni.

7. Pantalone React DST shorts

Pantaloncino leggero e dotato di short interno aderente che evita qualsiasi sfregamento all’interno coscia. Due le tasche: una con zip e una in mesh dove riporre gel o barrette energetiche.

8. Giacca Patroul Gtx Activeshell jkt

Stupisce per la grande traspirabilità questa giacca, si può correre a lungo senza mai avvertire la sensazione di umidità. Realizzata in Activeshell

è impermeabile e con un’ottima ripiegabilità.

9. Giacca Transformer Ws Leggerissima, modulabile, davvero versatile, la giacca definitiva per il trail. In Windstopper Activeshell protegge da vento e pioggia garantendo in ogni caso grande traspirabilità. Si trasforma in gilet con un solo gesto.

Les italiennes a la Grande Randonnee

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

Calexico — Puerto

Corsica chiama Elba risponde

Era da tempo che pensavamo alla Grande Randonnée Numero 20, o GR20, ma per mille motivi non eravamo mai riusciti a organizzarci. Quell’isola a noi così vicina, tanto da poterne scorgere le case di Bastia dalla costa occidentale elbana, in realtà, da un punto di vista logistico, per noi era difficile da raggiungere.

Traghettare per Piombino, raggiungere Livorno, poi ancora una lunga traversata fino a Bastia, insomma non era facile pianificare un giro.

Poi, la scorsa estate, Corsica Ferries inaugura una linea Portoferraio-Bastia: improvvisamente le cose diventano più facili e bastano un paio di brain storming serali per decidere. Scegliamo un week end di fine luglio, in tre giorni faremo il tratto nord del GR20, partendo a Vizzavona per raggiungere Calenzana, dormendo due notti lungo il percorso.

La nostra idea è di essere autonomi, quindi vorremmo trovare del materiale ultra leggero, dato che avremmo intenzione di procedere in modo spedito, correndo quando possibile, ma in ogni caso a passo svelto. In breve tempo troviamo i giusti partner: abbigliamento, zaini, calze compression, tenda, materassini, sacchi a pelo e bastoncini, tutto ultralight!

Otteniamo anche l’appoggio di Corsica Ferries per i traghettamenti, e un giovedì sera di fine luglio finalmente prende corpo la nostra Soul Experience GR20.

Da quel momento la nostra avventura sarà un concentrato di emozioni, ci basta sbarcare a Bastia perché l’adrenalina salga, non vediamo l’ora di iniziare.

Al mattino seguente rapida colazione, foto di rito e via. Sin dai primi metri però ci rendiamo conto che presi dall’entusiasmo non abbiamo considerato alcuni aspetti: il primo, e più importante, è quello del peso degli zaini: abbiamo un 20 litri ed un 12, ma malgrado i materiali siano tra i più leggeri sul mercato, alla fine ci rendiamo conto che sulle spalle dovremo comunque portare un peso superiore ai dieci chili.

L’altro aspetto importante è che da subito il GR20 si presenta in tutta la sua durezza e tecnicità; per quanto il tratto iniziale, da Vizzavona al rifugio

Onda, non sia tra i più difficili del tracciato cominciamo già a pensare che rispettare i tempi di percorrenza previsti non sarà facile.

Da lì comincia la nostra avventura di corsa su uno dei tracciati più famosi al mondo; panorami spettacolari, viste mozzafiato su laghetti di montagna, creste inaccessibili (ma che comunque poi abbiamo affrontato), la maestosità delle montagne, la difficoltà dei sentieri. Il ritmo non siamo stati noi a sceglierlo, è stato il GR20 stesso a imporcelo, ricordandoci, passo dopo passo, il rispetto che pretende, costringendoci a rivedere la nostra tabella di marcia.

Mille sono le immagini rimaste impresse nella nostra memoria: le tantissime piscine naturali in cui ci immergevamo per trarne refrigerio, le creste selvagge, gli spettacolari laghi di montagna; e poi le salite che non finivano mai, le discese da affrontare con attenzione, le notti in quella tenda minimal cercando di trovare quel sonno che non arrivava mai, gli strapiombi spaventosi del Cirque de la Solitude, ma anche le birre Pietra che andavano giù come acqua fresca...

Sono stati tre giorni duri ma esaltanti, che ci hanno lasciato una gran voglia di tornare, completare il tratto nord e poi affrontare il tratto sud, da Vizzavona e Conca.

Per i trail runners la Corsica e il GR20 sono il paradiso, certo non da prendere a cuor leggero; noi se dovessimo tornare (e torneremo) forse rinunceremo alla tenda, che si può affittare ai rifugi, alleggeriremmo lo zaino: dieci chili per un trekker dotato di uno zaino specifico non sono niente, ma se dovete correre il peso va ridotto, pena spalle dolenti e piaghe. Se amate i tracciati trail, o più semplicemente correre in natura, dovete almeno una volta provare a percorrere i sentieri del GR20, ma state attenti, la Grande Randonnée Numero 20 vi colpirà dritti al cuore!

Tre giorni tra i sassi e i rifugi Corsi

In una vita precedente non correvo, non praticavo il trail running, il mio hobby preferito era la pesca. La pesca in mare, la pesca sulle scogliere isolate da tutto e da tutti, in punti spesso molto difficili da raggiungere. A volte mi piaceva pensare che più il posto prescelto fosse difficile da raggiungere e più questo sarebbe stato pescoso. Nelle giornate autunnali, con l’arrivo delle correnti settentrionali, l’Isola d’Elba si illumina di luce propria, la visibilità aumenta in maniera esponenziale e tutto sembra più vicino. In queste giornate magiche spesso mi recavo a pescare sul versante occidentale dell’isola, nel tratto di costa che va da Patresi alla Punta di Fetovaia: una scogliera difficile da raggiungere, con tratti anche impegnativi, soprattutto in considerazione del

materiale che bisognava portarsi dietro (sacca canne, esche, cibo, vestiti e attrezzatura varia). La fatica veniva però ripagata dalla bellezza dei luoghi, dalla loro pescosità, ma soprattutto dalla vista che, costantemente, si perdeva sul profilo della Corsica. Quel profilo così netto, con le sue vette spesso innevate, ammetto che mi attraeva moltissimo. Osservandolo mi piaceva pensare che un giorno avrei trovato il tempo, e la voglia, di camminare su quelle montagne.

Passano gli anni e purtroppo si invecchia.

Di solito, invecchiando, si tende a calmare i bollenti spiriti: gli hobby diventano pian piano più moderati e rilassanti, in gergo si appendono le scarpe al chiodo

e, magari, si inizia ad appassionarsi a qualcosa di meno energico, come la pesca. Alla tenera età di 43 anni ho fatto il percorso inverso: ho incominciato a correre! Come ai tempi della pesca amavo andare in posti isolati e difficili da raggiungere, dove la natura trionfava nella sua bellezza e dove spesso ti ritrovavi isolato da tutto e da tutti, così faccio oggi con le mie corse. Le gare di pesca sportiva in acque spesso super affollate, con tempi e frequenze di catture da rispettare, sono per me come una maratona; viceversa la pesca nei posti scomodissimi, difficili da raggiungere e nel mezzo della natura è il trail running.

E così, dopo due anni di corse e allenamenti, l’amico Max mi telefona dicendomi che la Corsica Ferries ha deciso di fare una nuova tratta, di collegare l’Elba e la Corsica, cosa che avrebbe potuto esserci particolarmente utile nell’idea comune di andare a correre sulle montagne di quella splendida

isola. Inizia cosi lo studio del percorso Grande Randonnée 20, delle sue mappe, dei suoi rifugi e del suo profilo altimetrico, proprio quello che per anni, nelle giornate limpide di pesca, mi aveva tanto ammaliato.

Decidiamo di affrontare il tratto nord del GR20 che va da Vizzavona a Calenzana, in direzione sud-nord, tratto di circa 100 km, prevedendo in tutto tre giorni di corsa. La sera, in albergo a Vizzavona, finiamo di preparare i nostri due zaini, uno da 12 litri e uno da 20, dove cerchiamo accuratamente di spartirci in maniera equa il volume e, soprattutto, il peso del materiale che abbiamo deciso di portarci dietro. Il totale del peso dei nostri zaini, comprendente anche due boracce da 750 ml, si aggira intorno ai 9 kg a testa, non era possibile aggiungere nient’altro. Le prime, infatti, le ho corse con una banana in mano: non entrava in nessun maniera nello zaino, mi dispiaceva gettarla via e sapevo che da lì a poco ne avrei avuto bisogno.

Primo giorno

Fin da subito ci accorgiamo della difficoltà del sentiero: sui tratti rocciosi il segnale bianco/rosso va seguito con attenzione per cercare i punti di passaggio. La salita del Col de Vizzavona, che ci porta al rifugio dell’Onda, è molto dura ma bellissima e segue un torrente che crea le meravigliose Cascade Des Les Anglais. Dopo circa 10 km, con scollinamento a 2020 metri, scendiamo al rifugio dell’Onda a 1400 mt. Ci fermiamo a bere una Coca, facciamo rifornimento d’acqua alla fontana e ripartiamo per raggiungere il seguente rifugio di Pietra Piana. Iniziamo con un tratto di discesa che ci porta all’incirca intorno ai 1000 metri di altezza, nelle vicinanze di un torrente bellissimo, dove decidiamo di fermarci a mangiare quel poco che avevamo negli zaini, ovvero pan carrè con bresaola. Dopo un bagnetto rinfrescante, iniziamo a salire verso il rifugio, che raggiungiamo verso le 17 del pomeriggio. Dopo un paio di birre Petra proseguiamo verso la Bocca della Muzzella a quota 2210 msl, dove troviamo un gran bel tratto innevato. Rimaniamo in quota cercando di correre su un’infinità di sassi, sassi e ancora sassi... sentieri cosparsi di trappole pronte a farti inciampare da un momento all’altro. Arriviamo al rifugio di Mangano, 1600 msl, alle nove di sera. Fortuna vuole che al rifugio ci cucinano una pasta calda. Tutt’ora mi capita di domandarmi quale fosse il suo condimento, ma rimane un mistero. La prima giornata si stava concludendo con addosso una stanchezza incredibile, colpa delle poche ore di sonno a Vizzavona, dei 34 km circa con 2400 D+ di percorso particolarmente difficile e accidentato, del peso dello zaino e della doccia ghiacciata.

Secondo giorno

Finalmente nel primo tratto di questa seconda tappa è possibile correre e tenere quindi un buon ritmo, anche se per poco tempo... La gran fatica del giorno precedente ha lasciato i segni. Vista la splendida giornata e la bellezza dei luoghi decidiamo di prendercela con calma, di godercela di più. La giornata è molto calda ma per fortuna riusciamo sempre a trovare acqua. Passiamo il lago di Nino, scolliniamo a Bocca a Reta, 1883 mt, prima di scendere a Castel del Vergio, dove incontriamo l’unico tratto di strada asfaltata. Qui ci fermiamo in un bar per panino al prosciutto corso, beviamo Coca Cola e ci concediamo anche il lusso di prendere una macedonia. Poi via, si riparte sul “sentiero dei sassi”...

Nel primo pomeriggio riusciamo a raggiungere il rifugio di Ciottulo di i Mori, a circa 2000 metri, arroccato su cime rocciose di color rosso scuro. Vista la desolazione del luogo e soprattutto la poca ospitalità del gestore del rifugio, decidiamo di proseguire come da programma per arrivare almeno nelle vicinanze del rifugio de Tighjettu. La discesa verso valle si rivela particolarmente difficile, pensiamo di aver commesso ancora una volta l’errore madornale di aver sottovalutato i sentieri corsi. Ma dopo i primi chilometri il sentiero si addolcisce e riusciamo ad arrivare alla Bergerie du Vallone, dove decidiamo di fermarci.

Terzo giorno

Ci svegliamo alle sei, colazione e via. Partenza verso Asco Stagnu con una salita a dir poco impegnativa che, nel giro di pochi chilometri, ci porta a scollinare ai 2185 mt di Bocca Minuta. Qui iniziamo una discesa molto difficile che ci fa perdere circa 300 metri di quota, dopodiché il “sentiero”, o meglio le rocce con sopra dipinto qualche segnale bianco rosso, inizia a salire deciso. Per fortuna troviamo tratti attrezzati con catene in ferro, indispensabili per poter proseguire fino alla Bocca Tumasginesca, a circa 2200 metri. Siamo nell’area del GR20 denominata Circolo della Solitudine: un nome che dice tutto sulla bellezza di questo luogo. Per rendere la difficoltà di questo tratto basta guardare i dati del gps: in 4 ore e mezzo abbiamo percorso solo 10 km con 1000 metri D+ e altrettanti D-. La discesa è impegnativa, poi pian piano diventa corribile e riusciamo a raggiungere Asco Stagnu verso l’ora di pranzo. Di comune accordo decidiamo di mangiare in uno dei ristoranti presenti in questa ex località sciistica, aspettando il piccolo bus che partirà verso Ponte Leccia. Qui finisce il nostro contatto diretto l’aspro e affascinante GR20, ce la siamo cavata bene, diciamo che è finita in parità!

Soul Equipment GR20

COMPRESSPORT

1. UR2 – Ultrarace and Recovery

Particolarità unica di questo prodotto è l’utilizzo di tessuti micro-incapsulati che contengono milioni di microcapsule di oli essenziali organici che vengono rilasciati costantemente durante l’utilizzo. Leggero, aiuta ad assorbire le vibrazioni durante le varie fasi di corsa.

CAMP

2. Tenda Minima 2 SL

Tenda doppio telo a tunnel, compatta e superleggera (1,3 kg), garantisce un’ottima ventilazione e il telo esterno in Nylon Ripstop assicura una buona termicità.

3. Bastoncino Xenon Trek

Leggerissimo e ultracompatto, disponibile in due lunghezze, presenta inoltre una lunga impugnatura imbottita con lacciolo regolabile in nylon per assicurare ottimo comfort.

4. Materassino Essential Light Mat

Gonfiabile, ultraleggero e compatto, una volta ripiegato e infilato nell’apposito sacchetto-custodia ha un volume inferiore al 2% di quello da gonfiato.

5. Saccoletto ED 150 Evo Superleggero e comprimibile, con imbottitura in piumino d’oca e tessuto Araneum che offrono la miglior combinazione possibile di termicità, leggerezza e volume.

Raidlight

6. Ultralight Olmo 12L

Un evergreen della collezione Raidlight: seppur si tratti di uno dei prodotti migliori sul mercato riesce a essere comunque aggiornato di anno in anno con piccola ma sempre utili accorgimenti.

7. Bermuda Performer Ultralight Uno short integrato con un bermuda aderente per evitare sfregamenti in condizioni di temperature elevate. Tessuto molto leggero e di rapida asciugatura.

8. Maglia Performer Ultralight

Tessuti leggerissimi, in particolar modo sotto l’ascella e nella parte laterale, sempre molto fresca, si asciuga velocemente.

INTERSUOLA IN EVA

BATTISTRADA FULL-RUBBER VIBRAM®

+ PROTEZIONE +GRIP +DURATA

INTERSUOLA IN EVA INIETTATA

TOMAIA SEAMLESS A 3 STRATI + REATTIVITÀ + AMMORTIZZAZIONE +RESISTENZA + ENERGIA + AMMORTIZZAZIONE +SUPPORTO MEDIALE + PROTEZIONE +GRIP +DURATA

+PROTEZIONE+ AVVOLGENTE +LEGGERA

BATTISTRADA FULL-RUBBER

TOMAIA SEAMLESS A 2 STRATI

+ AVVOLGENTE +LEGGERA

A la (re)descubèrta de las Valadas Occitanas

“Alla(ri)scoperta

delle valli Occitane”

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

di Stefano Marta

Le fantastiche esperienze maturate durante le precedenti Soul Experience mi hanno dato l’occasione di conoscere nuovi territori e comprendere più da vicino cosa vuol dire lanciarsi in un’esperienza del genere. L’amico

Sergio mi propone di andare alla scoperta di un nuovo itinerario nelle poco conosciute Valli Occitane del Piemonte, quale miglior proposta per realizzare una nuova Soul Experience? Questa volta sono io il “regista”, tocca a me gestire tutta l’organizzazione e non solo il reportage fotografico. Non mi preoccupo, Sergio ha numerosi contatti e ha esperienza (è lui che cura l’organizzazione del Thabor Trail a Bardonecchia).

Definiti sulla carta percorso, tappe e giorni di viaggio, ci rechiamo a Ostana, un bellissimo comune della Valle Po ai piedi del Monviso, per sistemare gli ultimi dettagli. Devo ammettere che mi sono lanciato in quest’avventura con molto entusiasmo, seppur non conoscendo molto bene le “valli occitane” che ci apprestiamo a scoprire. Distano non più di 200 km da casa mia e sono a un tiro di schioppo da Torino… eppure non sono mai andato a metterci il naso. Il fatto che siano poco conosciute, prive di impianti di risalita e grandi centri turistici mi fa pensare a valli poco frequentate e allo

stesso tempo molto selvagge.

Dopo aver salutato Patrizia, che ritroveremo due giorni dopo ad Abries, in Francia, Sergio e io ci concediamo un pò di relax con un buon pranzo al Rifugio Galaberna di Ostana. I gestori sono estremamente simpatici e disponibili, la struttura molto accogliente e il cibo davvero gustoso. Mentre mangiamo raccontiamo il nostro progetto di sviluppare una gara a tappe di trail-running tra queste valli. Ci ascoltano entusiasti e non esitano a darci consigli e suggerimenti. Approfittiamo del pomeriggio di relax per gironzolare per Ostana, un borgo meraviglioso. Scalpitiamo, vorremmo partire subito ma ci attende un bel pò di strada ed è meglio non essere impazienti.

L’alba sul Monviso è magnifica: il nostro itinerario comincia ai piedi di questa suggestiva montagna che svetta imponente, con i suoi oltre 3800 metri di altezza, rispetto alle montagne circostanti. Lasciata alle spalle la Valle Po eccoci in Val Pellice, teatro di una delle gare storiche di skyrunning, la Tre Rifugi. I sentieri si fanno leggermente più tecnici e interessanti, senza mai essere pericolosi. Incontriamo qualche escursionista lungo il percorso, ma

Love Illumination — Franz Ferdinand

veramente pochi considerando che siamo ad agosto e che non ci troviamo in zone inaccessibili; il fondovalle dista al massimo due ore!

Arrivati al Rifugio Jervis la musica cambia, è piuttosto affollato e fa piacere scambiare due chiacchiere con i trekker con cui condividiamo la cena.

L’indomani le nuvole avvolgono la Val Pellice mentre ripartiamo in direzione della Francia. Dopo aver passato il confine ci lanciamo in discesa verso

Abries, entriamo nella regione del Queyras e le montagne che ci circondano sono veramente affascinanti. Arriviamo nel centro del paese all’ora di pranzo e ci riposiamo gustandoci delle buonissime crepes. Mentre aspettiamo che Patrizia ci raggiunga con i nostri borsoni, ne approfittiamo per visitare

Abries: è veramente un “buco” ma gli escursionisti non mancano, il paesino sembra bello attivo e anche sui sentieri abbiamo fatto diversi incontri, è proprio vero che i francesi sono un popolo di camminatori.

L’indomani il rientro in Italia avviene nella nebbia e solo all’ultimo metro

ci rendiamo conto di essere arrivati di fronte all’ingresso del Rifugio Lago

Verde. Non appena la nebbia si dirada un pò ci guardiamo attorno: il laghetto che sorge a due passi dal rifugio è veramente incantevole. La discesa verso

Prali è estremamente divertente, ci lasciamo andare, è bello far correre le gambe. Sono tre giorni che scorrazziamo su e giù, portandoci sulle spalle tutto il necessario, è una bella sensazione! Viviamo in funzione del meteo e delle ore di sole, gestiamo la giornata in base alla lunghezza del percorso e alle nostre energie. Ci sentiamo estremamente liberi e indipendenti.

Studiando la tappa Prali-Ghigo mi aspettavo un percorso di trasferimento: tutt’altro invece! Ero già stato a Prali una decina di anni fa in gita scolastica, già perché a Prali hanno riadattato una miniera abbandonata trasformandola in un percorso turistico. Che centra? Centra eccome, perché uno dei percorsi turistici permette di entrare da una parte della montagna, camminare per circa tre chilometri nelle viscere della montagna, e uscire

nella valle di Massello. Purtroppo oggi non ci è concesso camminare nei tunnel della miniera che sono attualmente in “ristrutturazione”, ma quando il progetto Trail d’Oc diventerà reale, questo sarà sicuramente uno dei suoi punti forti! Le sorprese non sono finite; l’accoglienza e la cucina della Foresteria di Massello sono a dir poco di gran classe, l’ideale per ricaricare le batterie prima dell’ultimo giorno. Purtroppo il mio socio Sergio l’indomani deve alzare bandiera bianca a causa di un problema al ginocchio, tocca a me quindi affrontare in completa solitudine il colle dell’Albergian. Mentre salgo sono dispiaciuto per Sergio che non può godersi questo spettacolo. La cascata del Pis è davvero magnifica e man mano che si sale l’ambiente circostante diventa ancor più suggestivo. Il cielo è terso e, giunto al colle, mi concedo una lunga pausa per guardarmi intorno. Dopo questa contemplazione mi butto a capofitto in discesa, ho voglia di raggiungere i miei amici e dir loro che il Trail d’Oc è stata una bellissima scoperta!

L’ajut de fòra

“Ilsupportoesterno”

di Patrizia Roussel

Inizia l’avventura Trail d’Oc. Siamo in tre, Sergio e Stefano saranno gli “esploratori”, a me spetta la parte meno affascinante del viaggio, poco avvincente ma necessaria, io sarò il “supporto esterno”. Sono comunque parte del gruppo, anch’io contribuisco a dar vita al progetto e questa idea mi piace.

Il mio compito ha inizio alla stazione di Porta Nuova a Torino dove recupero Sergio e Stefano con i loro borsoni. Sono allegri e già parlano di percorsi, sentieri, mappe, perfettamente calati nella parte.

Il viaggio verso Ostana scorre veloce chiacchierando piacevolmente e ripercorrendo mentalmente le tappe. Arrivati alla piccola foresteria, è l’ora di dividere i bagagli. I nostri “esploratori” scelgono con cura ciò che si porteranno sui sentieri riducendo al minimo il loro zaino da trailer. Saranno due le tappe che affronteranno con le poche cose selezionate, prima di ritrovare me e i loro borsoni, in Francia.

È l’ora dei saluti, appuntamento ad Abries.

Mi allontano sapendo che per loro il viaggio vero inizia ora, mentre

io, il “supporto esterno”, percepisco quell’essere “esterno” sempre di più: mi sale una sensazione di vuoto, di privazione. Immagino le emozioni che proveranno e sento che non saranno mie.

Me ne faccio una ragione e mi ricalo nel traffico e nel tran tran. È nella routine quotidiana che spesso il mio pensiero corre verso di loro: reggerà il tempo? Quanta acqua prenderanno? Sergio è partito con dei problemi al ginocchio, si riacutizzeranno accumulando chilometri? Ma soprattutto: quanti e quali palpiti attraverseranno i loro sensi e la loro mente percorrendo luoghi, luci, colori, nebbie, odori?

Parto da S. Secondo di Pinerolo, dove recupero la mia auto, per arrivare all’appuntamento ad Abries. Sergio e Stefano sono partiti al mattino dal rifugio Jervis, nella conca del Pra, al fondo della Val Pellice, un pò più di una trentina di km dall’officina in cui mi trovo. Loro hanno raggiunto la Francia superando il Colle dell’Urina, io percorrerò 190 km e più di 3 ore

di viaggio per raggiungere la stessa meta. Ora di punta a Briançon, ma lasciata la città, man mano il traffico diminuisce e il paesaggio si fa sempre più incantevole, finalmente inizio a rilassarmi.

Siamo felici di rivederci e di metterci a tavola. Stanno bene, sono in forma e l’appetito non manca. Dopo una buona cenetta condita di racconti, idee e impressioni, sono più stanca di loro.

Al mattino ci si saluta dopo colazione, prossimo appuntamento Massello. Gli “esploratori” riprendono i sentieri e io l’asfalto. Quando ci incontriamo nuovamente, in Italia, Sergio e Stefano sono già in pieno relax, perfettamente sistemati nella Foresteria di Massello che ci riserva un’ottima accoglienza.

Il ginocchio di Sergio nell’ultima tappa è davvero peggiorato per cui l’ultimo tratto del percorso sarà testato solo da Stefano.

Lasciato Stefano sul sentiero, Sergio e io ci dirigiamo a Fenestrelle, dove cerchiamo di sondare la ricettività delle strutture e dei servizi, esploriamo i viottoli che conducono fuori dal paese e che, visti al contrario, possono diventarne l’accesso.

All’ora concordata ci spostiamo al Laux per accogliere Stefano: eccolo che arriva, è puntuale il ragazzo! Ora col materiale raccolto c’è molto da lavorare per far conoscere queste montagne che meritano di essere scoperte e apprezzate, ma sempre rispettate.

Quatre país, un solet chamin

“Quattropaesi,unsolocammino”

Questo piccolo viaggio a piedi sulle montagne di confine fra Italia e Francia nasce nel momento in cui la sensibilità di alcuni Sindaci per il territorio da loro amministrato, in primis quelli di Massello e Usseaux, in provincia di Torino, incontra la disponibilità di due Associazioni: SGE20 GROUP e Mandala Trail. Il progetto è organizzare un evento di trail running.

“Quattro paesi, un solo cammino”, un’Alleanza nelle Alpi, un’idea concepita per lo sviluppo del trekking, fornisce il percorso sul quale articolare e rendere reale il progetto di una gara di trail a tappe, nelle vicinanze del conosciuto Tour del Monviso.

Questa zona è posta all’estremo est del “non Stato” costituito dalla realtà Occitana, resa tale dall’uso comune di una lingua chiamata Lingua d’Oc che, in Italia, interessa circa 200.000 persone (gli eredi dei troubadur del

Basso Medio Evo). Viene parlata da genti che vivono su una superficie montagnosa di circa 4.000 chilometri quadrati. Da qui Trail d’Oc, la corsa sulle montagne Occitane.

I sentieri, facenti parte della Via Alpina, del GTA - la Grande Traversata delle Alpi – e del GRV, il Glorioso Rimpatrio Valdese, sono ben segnalati (fatta salva qualche zona) e riportati sulla mappa prodotta con finalità promozionali da Alleanza nelle Alpi.

I Rifugi Alpini e, sulla porzione di territorio francese attraversato, il Queyras e le Gîtes d’Etape, possono essere utilizzati, a seconda dei casi, come arrivo di tappa o punto ristoro. Obiettivo del progetto è la valorizzazione di questi sentieri e l’aumento della loro fruizione, attraverso la realizzazione di un evento di Trail Running a tappe.

Attraversando le valli e risalendo le montagne, cominciamo quindi a intravedere le potenzialità del territorio e le difficoltà che ci riserva.

Nell’organizzazione di un Trail, un aspetto prioritario deve essere la sicurezza degli atleti, tanto più se la durata della gara si allunga fino ad una settimana.

Valutare i rischi di un bellissima discesa tecnica è a volte complicato se si rimane nei panni del runner e ci si diverte a saltare da un appoggio all’altro.

Bisogna immaginare, e prevedere, l’effetto della stanchezza, la possibile mancanza di lucidità e reattività del corridore in quel frangente, i tempi di un potenziale intervento degli uomini del soccorso e la distanza dal più vicino centro ospedaliero. Si tratta di vivere quel momento di ricerca sul territorio con l’occhio e il cuore del corridore e il cervello dell’organizzatore, per ottenere un “prodotto” che abbia dentro l’anima del trail running.

Altro aspetto importante in una gara a tappe è il servizio di trasporto dei bagagli dei corridori. Quando a metà percorso, in Francia, ritroviamo i nostri borsoni, immagino il tempo che servirà al furgone per coprire la distanza che separa il Rifugio Jervis da quella che sarà la base di riferimento in

territorio francese. Una frazione che il corridore più veloce potrebbe coprire in un tempo inferiore a quello che servirà al transfert bagagli per uscire dalla Val Pellice, risalire la Val Chisone, raggiungere il Sestriere, poi il Monginevro, Briançon e in ultimo Abries per un totale di circa 200 km... Lo scouting di un percorso è riflessione, immaginazione, introspezione, scoperta.

Quando su un colle ci fermiamo a guardare assorti le nuvole che, sfilacciate dal vento, si agitano sulle creste vicine, mi rendo conto di quanto emozionante sia essere lì in quel momento.

Mi piace pensare che coloro che correranno il Trail d’Oc vivranno le stesse sensazioni, confrontandosi con la montagna e il suo meteo dai veloci cambiamenti, sentendosi parte integrante di un ambiente dal quale, solitamente, abbiamo molto da imparare.

Alla sera, riuniti a cena nei Rifugi, sarà piacevole raccontarsi la vita, sorridere al ricordo della fatica, pregustare ciò che il giorno che verrà ancora nasconde.

Qui di seguito il percorso suddiviso nelle varie frazioni, così come le abbiamo corse:

1° tappa Ostana - Rif. Jervis 18 km D+ 1600 m

2° tappa Rif. Jervis - Abries (FRA) 15 km D+1000 m

3° tappa Abries (FRA) - Ghigo di Prali 18 km D+1000 m

4° tappa Ghigo di Prali - Massello 10 km D+500 m

5° tappa Massello - Usseaux 19 km D+ 1200 m

L’edizione zero avrà luogo a settembre, servirà a lanciare l’evento e, in quest’ottica, verranno invitati giornalisti e fotografi di tutta Europa. Con loro potrà correre un gruppo limitato di 15 atleti, vista la disponibilità ricettiva dei rifugi sede di tappa.

Per qualsiasi informazione è possibile inviare una e-mail all’indirizzo: info@sge20.com

Soul Equipment Trail d’OC

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1. Trail Freak

Suola con tacchetti multidirezionali a “V” adatta a terreni erbosi o fangosi, garantisce tenuta in discesa e nei traversi e grade trazione in salita. Tomaia con spalmatura TPU. Una scarpa leggerissima e traspirante grazie all’impiego di mesh 3M.

Ferrino

2. X-Track Shirt

T-shirt realizzata in Polygiene, molto leggera, fresca e traspirante. Ottima la lavorazione sul collo che elimina la presenza di cuciture che possono dar fastidio durante lo sforzo. I pannelli in mesh differente sotto le braccia migliorano la traspirazione.

3. X-Track Short

Morbido e confortevole, i tessuti sono accoppiati per dare la massima libertà di movimento e traspirazione. Due tasche con zip frontali così come quella in mesh laterale per riporre piccoli oggetti. Short molto stabile in ogni condizione di corsa.

4. Zaino X-Track

Zaino dal design minimal, molto leggero. Dotato di tutto quello che serve: predisposizione per sacca idrica, porta bastoncini esterno, fischietto di emergenza... Le tasche lungo la zona lombare sono molto capienti e aiutano a stabilizzare lo zaino. Zip centrale grazie alla quale si raggiunge in un attimo tutto il contenuto dello zaino.

Motion Control.

Chi si muove su percorsi alpini di cili necessita del massimo controllo a ogni passo. Per questo Mammut ha creato una collezione su misura per il trail running. Dinamica, traspirante, leggera, robusta e sicura - per il massimo delle prestazioni. Provala per credere. Come hanno fatto gli atleti selezionati durante l‘evento di prova sul Pers Moräne. www.mammut.ch

disponibile presso:

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300 grammi.

Musica consigliata per la lettura di questo articolo

di Davide Orlandi

300 piccoli grammi di muscolo cardiaco, Organo cavo che a Marciana Marina hanno saputo riempire. Sono riusciti a farci stare 1200 persone, 100 volontari, 350 camere d’albergo, 1500 lenzuola, 2500 spugne, 5000 litri d’acqua, 600 litri di bibite, 1800 tra banane, arance e limoni, 1200 salsicce, 2000 Wurstel, 100 kg di pane fresco, 1000 litri di latte e non sono numeri a caso, bensì quelli dell’Eba Trail 2014.

Settima edizione da record sia per numero di partecipanti sia come raccolta fondi. Già... per chi non lo sapesse, l’Elba Trail è l’unica gara in Italia il cui ricavato è devoluto interamente alla Onlus Amici del Madagascar. In quella terra, ormai da anni, avviene ogni giorno un piccolo miracolo e il prossimo sarà terminare la costruzione della Casa della Gioia la cui finalità sarà dare ospitalità, cure e istruzione, in una parola dare un futuro, a 100 bambini che oggi vivono per strada con un’aspettativa di vita a dir poco scontata.

Questo, in pillole, il progetto EleonoraXvincere

Here comes the sun — Richie Havens

Elba Trail

Ma a me piace raccontarlo così:

C’è una fata. Una fata allegra, sempre felice. Corre sulle scie che gli aerei lasciano nel blu come se fossero piste di atletica sospese. A volte scia sulle nuvole più grandi, come se fossero montagne, cumuli bianchi dei pomeriggi estivi dell’Isola d’Elba.

È felice e spensierata, perché sa che qualche chilometro più in basso ci sono cuori che battono all’unisono con il suo, cuori che pompano talmente forte da far continuare a pulsare vita ed energia anche in lei.

Silvia, infatti, è inesauribile e corre 20 km con 1100m di dislivello della nuova 7000 passi 2014, forse lo fa per salire e sbirciare un pò nel blu di Eleonora. Elena ed Elisa, ogni volta che sorridono, succede più o meno ogni minuto mentre lavorano, accendono il cielo dell’Elba Trail di luce e blu cobalto.

C’è Cristiano che va veloce, fisicamente e telematicamente, così che

Elba Trail

Elba Trail

dall’alto sembri tutto facile e lassù arrivi solo positività.

C’è Max, il Russo, che con quell’aria serena e serafica sembra voler dire: tranquilli! Andrà tutto bene. Poi Andrea e Claudia che più cuore di così...

600 sono i muscoli cardiaci dell’evento 2014, emanavano energia e pompavano vitalità, 1200 i piedi che percuotevano il terreno fino a farlo vibrare, la vibrazione si propaga velocemente e li, all’Elba, c’è il mare, che poi è blu come il cielo, e con l’aiuto di un pò di scirocco ha portato la felicità in alto fino sopra alle nuvole, nel mondo delle fate.

Fate e spiriti buoni, per ricambiare la passione con cui l’esercito dei 600 accorre sull’isola ogni anno, si trasformano in donne e uomini all’apparenza normali, ma in realtà, evidentemente, dei “supereroi” chiamati da noi terrestri, volontari. Così trovi Anna, Mario, Susanna, volati sulla terra alle 6:00 del mattino al primo ristoro e poco dopo, Angela, Monica e Fabrizio al secondo, Benito e i suoi amici al terzo.

All’Elba questa favola è realtà e va in scena tutto l’anno, una data, però è stata scelta per esserci tutti, essere in tanti, esserci... e non si può mancare!

Elba Trail

Elba Trail

Ognuno corre con la propria motivazione. Si può perdere o ci si può perdere. Questo è un fatto. Un fatto interpretabile, più o meno insignificante o fondamentale allo stesso tempo. Univoco, invece è correre tutti con la stessa di motivazione. Non si può perdere mai, l’obiettivo è raggiunto ancor prima dello start!

Appuntamento, quindi, all’Elba 2015. Obiettivo nuovo record e Casa della Gioia!

friendship team

di Mirko Mottin

Amicizia, passione, voglia di stare insieme, divertimento... Sono queste le parole che potrebbero descrivere il BERGteam ma... Non bastano!

Per la squadra che ha sede in quel di Bergeggi (SV), bisogna elencarne tante altre, come per esempio umiltà, simpatia, concretezza e competizione, sì perché va bene l’amicizia, lo spirito goliardico, etc, ma il BERGteam è guidato da Ernesto Ciravegna, forte atleta a 360 gradi e da altri cinque ambassador Salomon (atleti di spicco, scelti dal marchio d’Oltralpe per dare lustro alla causa) che rispondono ai nomi di Fabio Toniolo, Sergio Vallosio, Giulio Ornati, Davide Ansaldo e Marco Zarantonello. Questi sei forti trailrunner facevano parte dello scomparso team Salomon Agisko che negli anni scorsi battagliava lungo i sentieri montani e, chiacchierando con Ernesto, abbiamo capito perché, dopo lo scioglimento del vecchio team, la logica conseguenza è stata la nascita di questa nuova compagine.

«Rimanere “senza maglia” non ha significato perdere amicizie nate durante allenamenti e raduni, infatti abbiamo continuato a sentirci e vederci per

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allenarci, mangiare insieme e per il puro piacere che solo l’amicizia sa regalare. Tra una chiacchiera e un brindisi, durante una cena, è nata l’idea di creare un team, affiliato al CSEN, che ci riportasse a correre tutti insieme. Poi, l’intervento di Salomon, che ci ha chiesto di continuare a essere degli ambassador, ha dato la spinta decisiva e così mi sono trovato, investito della carica di presidente, a tirare le fila, gestire i contatti, il materiale, e a riportare, sotto un’unica bandiera, atleti/amici e, ovviamente, ad aprire le porte a tutti quelli che hanno voglia di correre sotto i colori del BERGteam, indipendentemente dagli sponsor o dalle varie marche utilizzate».

Ad aiutare Ciravegna in questo compito, dietro le quinte, c’è il Comune di Bergeggi, l’Associazione Golfo dell’Isola, Noene, Named Sport, Cebé e il negozio SportArt Savona.

A correre sotto la bandiera del BERGteam, sono già in molti e provengono da tutto il nord Italia. Qui, vi presentiamo i sei ambassador e non possiamo che partire dal Presidente.

‘A çimma — Fabrizio De Andrè

ERNESTO CIRAVEGNA

Medico di 47 anni, prima di vestire i panni di atleta, si divide nei suoi tre studi, tra Genova, Savona e Pietra Ligure. Il Bergteam è il suo hobby preferito e un modo per condividere sport, amicizia, sofferenza, gioia e soprattutto una buona scusa per organizzare piacevoli “terzi tempi”. Ha iniziato la carriera sportiva come pallanuotista, per dedicarsi in seguito a bici, corsa su strada e di (logica) conseguenza al triathlon. Dopo aver “chiuso” 7 ironman, ha scoperto che correre in natura gli regalava felicità e si è dato, anima e corpo, al trail. Con quest’ultima disciplina, si è tolto parecchie soddisfazioni, vincendo, in giro per il Mondo, gli 80km della Jordan Adventure Race nel 2011, L’Iceland Adventure Race nel 2012 e l’Inca Trail Marathon in Perù, nel 2013. In Italia, ricordiamo la vittoria al Rensen 40km e la classifica finale del Circuito dei Monti Liguri nel 2012. Nel 2014 ha centrato il primo obiettivo vincendo la The Great Wall Marathon in Cina. Gli altri traguardi da raggiungere saranno il Cromagnon (in coppia con l’amico Ghisellini), l’UTMB e la 100 miglia della Tunisia. Titolo per il 2014: divertirmi con i compagni di team.

FABIO TONIOLO

Il 24enne che vive vicino a Pinerolo è una delle grandi promesse del trail italiano. Alterna gli allenamente al lavoro da carrellista in una ditta di ricambi per auto. Considera il Bergteam come un nuovo inizio. È molto esigente con se stesso e spera di dare tanto al team, con i risultati, durante tutto l’anno. Arriva dalla velocità. Le sue specialità erano le campestri e i 10.000 e per questo deve migliorare la resistenza. Si allena prevalentemente a sensazione e diversificando molto gli allenamenti tra ripetute, rulli con la bicicletta per defaticare e lunghi il sabato e la domenica. In questo 2014 ha portato i colori del Bergteam già diverse volte sul podio. I prossimi obiettivi saranno: alcune 70/80km ancora da decidere, il Cromagnon (dove lo scorso anno si piazzò nono assoluto) e, sperando in un buon recupero dopo il Cro, la Skymarathon delle Dolomiti. I suoi punti di riferimento sono Kilian Burgada e Philipp Reiter. Titolo per il 2014: premio agli sforzi e ai sacrifici.

Ingegnere 42enne di Ovada, si divide tra il lavoro, il figlio e gli allenamenti. Uno dei più forti trailer italiani di questi ultimi anni, esce da un 2013 dove, giustamente, ha dedicato più tempo al nuovo arrivato in famiglia, che agli allenamenti per le gare. Il Bergteam è uno stimolo a continuare la passione di una vita ed è una soddisfazione poter essere ancora un ambassador di uno sponsor come Salomon. Seguire l’amico Ernesto in quest’avventura è stata una delle cose più naturali.

Indipendentemente dalla classifica raggiunta, per Sergio, ogni trail lascia ricordi indelebili. Del 2012 ricorda con piacere tutta la stagione. Del 2013 il ricordo che più lo gratifica è la partecipazione al Sellaronda.

L’obiettivo per questo nuovo anno è ricominciare a correre!! Dopo il 2013 può sembrare una battuta, ma è un vero e proprio ricominciare in vista del grande obiettivo: l’UTMB. Nel mentre ha vinto il Trail di Santa Croce 2014.

Per gli allemamenti segue sempre i consigli di sua moglie (preparatrice atletica), differenziando il più possibile le sedute.

Titolo per il 2014: ricominciare a divertirsi sui sentieri.

GIULIO ORNATI

Si è trasferito in quel di Chamonix per respirare e vivere la montagna, sudare su salite e discese, allenarsi e primeggiare quando, il pettorale attaccato alla maglietta, conta! Giulio ha 27 anni e ha deciso di scommettere su se stesso prendendosi un anno sabbatico da tutto e dedicarsi a quello che ama... il trail.

Per lui il team è il classico gruppo di amici che nasce con la voglia di stare insieme dopo l’esperienza precedente e piano piano cresce e si allarga.

Nel 2012 e nel 2013 ha vinto il Trail del Golfo dei Poeti e, ovviamente, è una delle gare che preferisce. Da ricordare, sempre lo scorso anno, il sesto posto all’Ultratrail del Lago D’Orta e il primo alla maratona della Valle Intrasca in coppia con Trisconi. Quest’anno ha trionfato al Monteregio Trail, alle Finestre di Pietra e a colto un’ottimo secondo posto all’Elba Trail.

In questo inverno al di là del Monte Bianco, ha impostato gli allenamenti con tabelle “autogestite”. Ha provato vari metodi, lavorando a sensazione e diversificando molto le uscite di scialpinismo. Con gli sci ha “collezionato” quasi 200.000 metri di dislivello positivo in allenamento.

Quest’anno punta a correre tante ultra tra i 60 e i 100 km con due obiettivi dichiarati: la CCC e l’80km di Chamonix... “gioca in casa”!

Titolo per il 2014: la svolta.

Davide ha 40 anni, fa l’operaio metalmeccanico e vive a Grifoglieto (Isola del Cantone). Vede il Bergteam come una famiglia, come un qualcosa che lo spinge a far bene, a dare un pò di più. Tra le gare da ricordare, la prima è il Cromagnon. Aveva deciso di donare 1 Euro per ogni km percorso. A un certo punto della gara ha avuto una crisi durissima, di quelle da ritiro immediato, ma l’obiettivo che si era imposto l’ha portato a superarla e a tagliare il traguardo al sesto posto assoluto. I fondi raccolti, li ha destinati a un’associazione che fa giocare i bambini ricoverati all’ospedale Gaslini. Ha corso un 2013 da antologia. Tra le molte vittorie, ricorda in particolar modo l’Antola night trail per la meravigliosa alba vista dalla cima dell’Antola e la vittoria all’Ecomaratona del Chianti, dove ha corso la gara perfetta. Partenza lenta lasciando sfogare gli avversari, il recupero fino alla prima posizione e il mantenerla fin sotto lo striscione d’arrivo. Due dei punti di forza di Davide sono l’appoggio costante che riceve durante le gare da sua moglie Laura e l’Argos Lab, centro fisioterapico, che lo segue da due anni. Il primo obiettivo di quest’anno è quello di essere tra i convocati della nazionale italiana di trail e tra le gare, la combinata Verbiere-San Bernard e l’OCC (nuova gara dell’Ultra trail du Mont Blanc). Titolo per il 2014: riconfermarsi

MARCO ZARANTONELLO

Vive a Mornago (VA), ha 47 anni e nella vita di tutti i giorni si distreggia abilmente tra i fornelli. Fa il cuoco di professione. Anche per lui il Bergteam è un “covo” di amici, che prima di avere come obiettivo il podio nelle gare alle quali partecipano, hanno il piacere di divertirsi insieme, anche se lui è il “riservato” del gruppo. Sta alla larga dai social e dalla “vita mondana” del trail. Ha iniziato a correre 9 anni fa partecipando alle classiche corse di paese e il suo primo obiettivo è stato prendere il via alla Valcuvia Extreme. Una 30 km in provincia di Varese che ormai non esiste più. All’arrivo della gara c’erano dei volantini della prima edizione delle Porte di Pietra, diventato il suo secondo target. Nel mentre, prima di darsi definitivamente al trail, correva nel circuito delle ecomaratone.

Si ritaglia gli allenamenti, in settimana, durante la pausa pranzo. A inizio stagione si allena molto con ripetute in salita e mini circuiti (salita e discesa da ripetere “n” volte). Con alcuni amici lavora anche in pista e con l’arrivo della bella stagione, si allena partecipando a delle sprint serali da “fare a tutta”... altra ottima scusa per correre in compagnia.

Tra i ricordi più belli di carriera, oltre all’ultima fresca vittoria nella Tuscany Crossing 50km 2014, la doppietta al Fenera Trail 2009/2010 e il terzo posto alla Chaberthon Marathon del 2008, gara questa, che Marco ricorda con maggior piacere per come ha corso, per il pubblico festante al traguardo e per gli inni suonati durante le premiazioni.

Non stila più un calendario con gli obiettivi stagionali. Data la quantità di gare presenti sul territorio, a seconda del suo stato di forma decide se iscriversi o no a una gara. Gli anni (dice lui!!) orami non gli permettono un recupero veloce e partecipare a una manifestazione dovendosi ritirare perché le gambe non vanno avanti e dove, di conseguneza, non ci si diverte nemmeno, non va affatto bene. Ultimamente ha abbandonato le lunghissime distanze per ritornare alle “corte” e continuare a primeggiare e divertirsi.

Titolo per il 2014: tenere duro.

Questi i sei ambassador Salomon del Bergteam. Tra gli atleti “normali” cioè non ambassador, citiamo fra tutti la brava e bella Giulia Amadori (presente al nostro Massarosa Test Event) che in questi primi mesi del 2014 ha già raggiunto grandi risultati, come il terzo postro alla Val Maremola, due ottimi primi posti: uno al Marmorassi e l’altro al Trail Aschero ed è salita sul secondo gradino del podio sia all’Elba Trail, sia alle Finestre di Pietra.

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Coniugare esigenze editoriali, test prodotto, aziende, atleti e promozione del territorio potrebbe non sembrare facile. Come succede in chimica però basta trovare la giusta quantità di energia per innescare una reazione partendo dal giusto mix di elementi. Noi questo mix di entusiasmo, passione e soprattutto voglia di raccontare il proprio territorio lo abbiamo trovato negli Assessori Petrucci e Donati, oltre al Sindaco Mungai del Comune di Massarosa, in Fabrizio Manfredi, Presidente del Parco Nazionale di San Rossore, in Carlo Lazzari della Polisportiva Mercurialis e in Angelo Simone, del negozio specializzato Maratonando di Viareggio. Voglia di vivere e raccontare il territorio del Comune e del Parco ai runner, utilizzando come “strumento” proprio Soul Running.

È nato così un lungo cammino iniziato lo scorso novembre con la mappatura di sei percorsi trail e altrettanti su strada e che si è concluso, per il momento, con il nostro Test Event 2014 per la realizzazione delle due Guide TEST 2014, off road e road.

I percorsi tracciati sono stati raccolti in due guide, Massarosa Running Road e Massarosa Running Trail, disponibili free dallo scorso aprile su www.runninghotel.it, www.distanceplus.com e a breve anche su www.

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Fight for your right — Beastie Boys

di Andrea Pizzi

soulrunning.it, oltre che sui siti del Comune di Massarosa e dei Running hotel della zona. Due strumenti unici per promuovere un territorio dalle grandissime potenzialità in chiave running: posizionato tra la Versilia e le Apuane, un terreno ideale per ritagliarsi una vacanza all’insegna del nostro sport preferito. Sei percorsi per correre su strada e sei dedicati al trail, da vivere singolarmente o come allenamento seguendo i consigli di Carlo Lazzari, preparatore atletico e Chinesiologo professionista. Ogni percorso ha un proprio significato, le sue finalità: turismo, emozioni, preparazione... due prodotti pensati con un taglio completamente nuovo e che per la prima volta uniscono tecnica, cultura dello sport e scoperta del territorio. Massarosa è diventata così anche il teatro ideale del nostro Test Event

2014 accogliendo per quattro giorni il nostro team di 48 tester, provenienti anche da Francia e Spagna, che si sono confrontati con 71 differenti modelli di scarpe di 17 aziende. Tutto in una location davvero esclusiva: un’antica brilleria del riso ristrutturata e adibita a foresteria, edificio di interesse storico e architettonico. Test che si sono svolti proprio lungo alcuni dei percorsi facenti parte delle guide Massarosa Running. Qui sono nate: la quarta edizione della Guida Test dedicata ai prodotti trail e la prima interamente dedicata al running su strada. In quattro anni l’evoluzione è stata importante, il numero di scarpe testate è quasi triplicato (25 i modelli

Il NUOVO Raidlight Olmo R-Zone è stata progettato per offrire un’alternativa agli attuali zaini con idratazione e per gare che non richiedono molti accessori obbligatori e con una grande capacità di carico.

Combinando facilità d’uso delle borracce, diluendo il peso sulle spalle e con una capacità di idratazione di 1,6L.

2 borraccine da 200ml sul davanti

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2 tasche sugli spallacci

Ideale per partire leggero e con una buona idratazione (fino 2.9L) e spazio per inserire gli accessori obbligatori grazie alle molte tasche.

Col suo design ergonomico, stabile et confortevole, il NUOVO zaino Raidlight Trail XP6 lo si dimentica presto di averlo addosso.

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Tasca sulla cintura per cavo cuffie con spina Jack

della prima edizione), per non parlare dell’inserimento di abbigliamento e accessori. Quest’anno i prodotti realmente testati e presentati sono stati più di 400! Ma soprattutto abbiamo sviluppato un metodo di lavoro per testare, e soprattutto presentare, le scarpe che in poco tempo è stato riconosciuto e premiato dalla fiducia delle aziende di settore.

Fin dall’inizio non abbiamo voluto stilare classifiche, per noi non esiste il prodotto più bello, il migliore... esiste quello più indicato a una certa tipologia di runner, di percorso, di esigenze... il nostro obiettivo è, da sempre, raccontare una scarpa nel modo più oggettivo possibile al negoziante e al consumatore. In questo lavoro, già dallo scorso anno, abbiamo inserito la “Regola del 3” secondo cui ogni modello viene testato da un top runner, un amatore e un giornalista, tutti affiancati dai responsabili prodotto delle varie aziende. Il team di lavoro di quest’anno è stato davvero incredibile: 48 atleti, tra questi molti top runner italiani, sia in campo maschile sia

femminile, oltre a due special guest internazionali, la francese Stephanie Jimenez e Pablo Criado dalla Spagna. Per quattro giorni, nonostante un meteo non proprio favorevole, si sono alternati tra test, compilazione al computer delle schede di valutazione, interviste, video... una full immersion di lavoro affrontata nello stesso tempo con serietà e goliardia, passione, interesse e curiosità nel poter provare i nuovi prodotti. Come in una catena di montaggio sono stati svolti oltre 200 test, nei giorni a seguire la redazione ha dovuto leggere ben 217 schede di valutazione! Il Metodo di lavoro, ulteriormente perfezionato e arricchito di dettagli, prevede che ogni tester, assegnata la lista delle scarpe da testare, riceva le scarpe direttamente dal responsabile dell’azienda, che spiega brevemente le caratteristiche tecniche del prodotto.

A questo punto inizia il test vero e proprio su strada o sui percorsi trail precedentemente tracciati. Al rientro il tester ha la possibilità di commentare live la scarpa nuovamente con il responsabile, in modo da affinare determinate sensazioni, capire meglio il prodotto e, dove necessario, ripetere il test. Tutto ciò prima di redigere la scheda di valutazione

direttamente al computer. Quest’anno, grazie alla collaborazione con Technogym, abbiamo messo a disposizione dei tester un tapis roulant su cui bisognava camminare scalzi per 5’ tra un test e il successivo. Tutto ciò per permettere di resettare ogni sensazione ed eventuale condizionamento derivante dalla scarpa appena testata. In questo modo ogni test parte da una condizione standard, uguale per tutti.

Il running, in tutte le sue forme, si sta dimostrando sempre più uno strumento per parlare non solo di sport ma, soprattutto, per raccontare le tante possibilità di vivere un territorio e scoprire le molteplici opportunità che offre agli appassionati durante tutti i 12 mesi dell’anno. Andiamo così a raccontare una forma di turismo che abbina passione e voglia di conoscere, in grado di arricchire il bagaglio di esperienze di ognuno grazie alla pratica di uno sport che ti mette a stretto, anzi strettissimo, contatto con l’ambiente e le sue variabili. Una forma di turismo più consapevole e rispettosa. Soul Running con le sue Guide e il sito Runninghotel.it sta aprendo una strada e tutti la possono percorrere!

Possibilità infinite per correre su strada o su sentieri, in pianura come in salita, a dieci chilometri dal mare e a un passo dalle montagne, questa è l’offerta della vasta area del Comune di Massarosa e del Parco Nazionale di San Rossore. Ma non si può parlare solo di corsa, di percorsi, chilometri o metri di dislivello perché a fare da cornice agli allenamenti c’è un territorio tutto da scoprire. Le terrazze naturali che ospitano gli ulivi e dalle quali lo sguardo spazia su tutta la costa della Versilia, il lago di Massaciuccoli, fonte d’ispirazione per Giacomo Puccini, in gran parte circondato da

passerelle in legno su cui poter correre ammirando la fauna dei canneti.

Un territorio che, come una macchina del tempo, ci porta tra affascinanti rovine romane, lungo l’originale tracciato della Via Francigena o tra antiche dimore borboniche.

Un territorio che crede nel running come grande possibilità di sviluppo turistico, testimoniato anche dalle tante strutture che aderiscono al progetto Running Hotel, dedicando particolari attenzioni proprio alle esigenze di chi sceglie di trascorrere una vacanza all’insegna del running.

mo grande runnIng n ItalIa!

NON PUOI STARE FERMO. CORRI!

di Andrea Pizzi foto di Augusto Mia Battaglia e Stefano Marta

Tre giorni di sport per vivere un Gargano inedito: cinque gare, due su strada e tre trail, sono il fulcro di una manifestazione voluta da Puglia Promozione, l’Agenzia regionale per il turismo, e organizzata dalla A.S.D. Orma di Mattinata (Fg)

Un evento che ha come obiettivo principale far conoscere il Gargano, le sue unicità e potenzialità al grande pubblico degli amanti della corsa, in tutte le sue forme e declinazioni. Far conoscere il territorio, il Parco Nazionale e i Comuni Garganici come luoghi ideali per praticare la corsa durante tutto l’anno, incentivando così la destagionalizzazione del turismo. Dal bianco delle scogliere fino ai 1100 mt slm della Foresta Umbra: il Gargano diventa il regno dell’outdoor!

Importanti partnership sono state stipulate per permettere ai partecipanti, e alle loro famiglie, di vivere una tre giorni di puro piacere oltre che di sport. Grazie a Trenitalia sarà possibile raggiungere Foggia con tariffe scontate del 50%, e oltre nel caso di bambini, condizioni riservate a coloro che trascorreranno almeno una notte sul Gargano e prenoteranno attraverso il tour operator Nicolaus di Ostuni (www.nicolaus.it), Sarà anche possibile acquistare speciali pacchetti che comprendono viaggio in treno e pernottamento, in viarie tipologie di strutture, a prezzi davvero agevolati. Non ultimo: mezzi di trasporti e collegamento riservati e gratuiti tra i vari comuni coinvolti.

Il programma delle gare prevede due manifestazioni su strada, la “10.000 Ulivi” di 10 km, e una mezza maratona, Gargano Half Marathon, entrambe omologate Fidal, che prenderanno il via da Mattinata (Fg) rispettivamente venerdì 10 ottobre alle ore 16.00 e domenica 12 alle ore 10.00. Per gli appassionati del trail appuntamento sabato 11 alle 9.00 per lo start della gara regina, la Gargano Raid di 75 km. Distanza intermedia (35 km) per il Mattinata Trail che prenderà il via un’ora dopo la prima partenza. Per tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla corsa in natura l’appuntamento è fissato alle ore 15 di domenica per i 15 km del Saraceno Trail che chiuderà la manifestazione.

Mattinata vivrà una tre giorni di grande festa non solo per le gare in programma ma anche per le tante attività collaterali gratuite, pensate e create per le famiglie e per coloro che non saranno impegnati in gara. Tutti i giorni, a partire dalle ore 9.00, sarà possibile navigare a bordo dei pescherecci tra Manfredonia, Mattinata, Mattinatella, Pugnochiuso e Vieste. Sulla spiaggia, al Frantoio e in Masseri,a ci saranno attività e laboratori per i bambini, nella giornata di domenica, infine, a partire dalle ore 10.00 verranno organizzate gare per i più piccoli. I Musei di Manfredonia, Castello Viesto e di Chiesa San Viesto saranno sempre aperti ai visitatori. Venerdì sera, dalle ore 17.00, presso Monte Saraceno ci sarà una visita alla Necropoli seguita da una suggestiva rappresentazione teatrale. Sabato, sempre dalle ore 17.00, presso Monte Sacro sarà possibile assistere a un concerto di musica medievale fino al tramonto. Infine grande festa di chiusura con musica presso il villaggio espositivo e la zona di arrivo delle gare. Per tutto il week end Mattinata tramite i suoi consorzi, operatori e ristoratori offrirà un buffet continuo per tutti gli iscritti denominato “Gargano a tavola”.

Le iscrizioni sono già aperte sul sito www.garganorunningweek.com e in 45 Registration Point in tutta Italia: si tratta di negozi specializzati running che promuoveranno, nei prossimi mesi, l’evento con serate di presentazione durante le quali, grazie a brevi gare o divertenti quiz sulla Puglia, saranno anche messi in palio dei pettorali. Gli stessi Registration Point organizzeranno, in stretta collaborazione con il Tour operator, dei gruppi per raggiungere il Gargano con speciali pacchetti. La lista dei negozi partner è disponibile sul sito dell’evento.

Ci sono tutte le condizioni per non poter rinunciare alla Gargano Running Week. Non puoi stare fermo, corri!

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e scopri le strutture che pensano a te e ti offrono (compresi nel prezzo) i 4 servizi per soddisfare le tue esigenze di runner!

early breakfast late check-out

servizio di lavanderia energy pack lunch

Running Holidays

Scoprire nuovi territori, coniugare vacanze di puro relax con il piacere di una corsa in natura spaendo di poter contare su strutture alberghire “runners friendly„ disseminate in tutta Italia.

Svegliarsi la mattina, aprire la finestra ed essere travolti da una “sana” e incontenibile voglia di correre alla scoperta di sentieri e tracciati che ti regalano una prospettiva unica e molto personale del territorio. Che si tratti di mare, montagna, campagna o città. Che i sentieri si snodino tra pini o cespugli di macchia mediterranea, tra le prime nevi o le dune di una spiaggia, la passione che spige a mettere un piede dopo l’altro per scoprire e assaporare qualcosa di più è comune a tutti i runners del mondo.

E se alla gioia della scoperta e della sfida con se stessi si unisce il piacere di una vacanza soggiornando in una struttura che conosca le “necessità” dei runners e venga loro incontro con pochi ma essenziali servizi, allora la felicità è totale.

Nato dalla voglia di accontentare i runners italiani ed esteri che coniugano sport e vacanza, il Club Running Hotel (www.runninghotel.it) è un Club di prodotto che riunisce alberghi di ogni categoria, agriturismo, B&B pensioni, campeggi, residence, case vacanza, e villaggi decisi ad offrire ai runners dei servizi ad hoc per rendere veramente unica la loro vacanza, tutti compresi nel prezzo. Dissemminati su tutto il territorio nazionale (e presto anche internazionale) i Running Hotel hanno come mission di integrare i loro ususali servizi con 4 ulteriori atout in grado di semplificare, e non poco, la vita dei runners.

Late check out o possibilità di usufruire di un locale docce per riprendersi dopo una gara, indipendentemente dall’orario in cui si taglia il traguardo.

Early brakfast per poter affrontare al meglio la giornata facendo colazione dalle 6.00 in poi per aver il tempo di gestire le prorie energie.

Night laundry, per evitare le scene di bucati improvvisati appesi ovunque in bagno e lavati alla meno peggio sapendo di poter contare su un servizio di lavaggio notturno.

E, per finire, Energy Pack Lunch, con una piccola ma energetica selezione

di Marcella Magliucci

di prodotti D.O.C. adatti agli sportivi. Queste sono le regole che le strutture associate al Club Running Hotel devono seguire per entrare a far par parte del Club.

Unica variazione sul tema è quella offerta delle Running House, categoria a cui normalmente appartengono la maggior parte dei Residenc, delle Case Vacanza e dei Camping che non posseggono aree comuni per la prima colazione o per fare il bucato. Per ovviare a queste difficoltà le Running House offro ai loro ospiti tutto il necessario per affronatare da soli questi due step, fornendo loro tutto l’occorrente per il bucato (incluso, catino, stendino e detersivo) e tutto l’occorrente per la prima colazione!

Dall’Alto Adige alla Puglia, tantissime sono le soluzioni proposte con un’ampissima gamma di prezzi e opportunità in grado di acontentare le esigenze di chiunque, offrendo davvero un servizio (...anzi 4...) in più.

E a ben guardare i servizi proposti sono 5 perchè, visitando il sito www.runninghotel.it alla ricerca della propria vacanza perfetta, non si può non lasciar scappare il mouse sulla voce percorsi andando a scoprire una lunga serie di tracciati e guide free download (tutte testate, mappate, scritte e caricate by Soul Running) che coprono una buona parte delle regioni in cui sono presenti i Running Hotel!

ss per Alessandria, 8/D – 15057 TORTONA (AL)

telefono 0131 894376

Lunedì mattina chiuso

Lunedì pomeriggio 15.30 - 19.30

Martedì - sabato - 9.30 - 12.30 e 15.30 - 19.30

Cantieri Sportivi srl è la nuova denominazione di Crevani Sport che a maggio 2014, compie 25 anni di attività nel settore tecnico sportivo con una indiscussa specializzazione in discipline come il Calcio, il Basket e il Volley. Negli ultimi anni si è avvicinata sempre di più al mondo del running e del trail diventando punto di riferimento di zona con i suoi due punti vendita di Tortona e Alessandria, quest’ultimo ha appena riaperto i battenti grazie ad un restyling efficace.

Le proposte in fatto di “brands” sono all’altezza delle necessità sia dei runners più navigati sia per chi vuole avvicinarsi a questo sport “pulito”. Potrete trovare marchi come Adidas, Asics,

corso Monferrato, 143/145 – 15121 ALESSANDRIA

telefono 0131 226302

Lunedì mattina chiuso

Lunedì pomeriggio 15.30 - 19.30

Martedì - sabato - 10.00 - 12.30 e 15.30 - 19.30

Mercoledì mattina chiuso

Brooks, Diadora, Hoka, Mizuno, Nike, New Balance, Salomon, The North Face e INOV-8. Il mondo del running è quindi entrato in modo massiccio negli obiettivi dell’azienda che negli ultimi anni ha intrapreso importanti collaborazioni con atleti di spicco sul territorio quali Checco Galanzino e Katia Figini, per citare due “amici” che spesso frequentano i Cantieri Sportivi, e le pregiate consulenze tecniche di Fulvio Massa.

Frequentazioni che hanno contribuito a formare al meglio la preparazione dello staff di Renzo Semino in entrambi i punti vendita, sia per le conoscenze acquisite che per la passione. Cantieri Sportivi si pregia di es-

sere partner della gara ultratrail LE PORTE DI PIETRA fornendo quest’anno le felpe appositamente create per gli iscritti. L’azienda è infatti specializzata nelle forniture di società sportive e organizzazioni di eventi, preparando nel proprio laboratorio prodotti personalizzati con loghi dedicati e materiali tecnici di ultima generazione. Lo studio grafico interno, senza costi aggiuntivi, può produrre simulazioni o mini brochure per meglio identificare le diverse necessità per ogni esigenza, anche per colleghi negozianti.

CANTIERI SPORTIVI srl vende anche on line sul proprio sito dedicato www.cantierisportivi.it

Stefano Calvi, il titolare, ha deciso di ampliare lo spazio a disposizione della sua clientela spostandosi di pochi metri ed è nato così il nuovo negozio di piazza Sempione 6, angolo via Cagnola, molto più grande ed attrezzato del precedente: 45 mq contro i 19 mq. Una scelta quasi obbligata quella di ampliarsi visto il notevole successo di Born To Run che ha visto così premiati tutti gli sforzi e i sogni che Stefano ha dedicato per la sua “creatura”, nata un po’ per gioco cinque anni addietro, nel 2009.

Si, perché lui nella vita fa tutt’altro, Project Manager in una società informatica. In questi anni, per permettere al suo negozio di affermarsi, ha moltiplicato le ore di lavoro sdoppiandosi nei suoi due ruoli professionali senza tralasciare il terzo e più importante, quello di padre. Con la splendida compagna Monica, che lo aiuta nella gestione del punto vendita, ha due figli.

Vi è riuscito grazie a un’“idea” vincente: puntare sulla qualità selezionatissima dei brand e sulla professionalità nella vendita, tanto da far accettare ai suoi clienti orari di apertura “diversi” dallo standard milanese (dal lunedì al venerdì 12,00-14,00 e 16,30-19,30 il sabato 10-13 e 15,30-19).

Stefano perciò si rende sempre disponibile sul cellulare e fissa appuntamenti dedicati a chi vuole acquistare la scarpa “giusta” consentendo ai propri clienti di sfruttare la vicinanza del Parco Sempione per effettuare “sul campo” il test di appoggio del piede, come dire: “...asfalto e terra al posto del comodo ma artificiale tapis roulant...”. Chi esce da Born To Run, di solito, sa esattamente cosa ha acquistato e perché. Questi sono argomenti vincenti in un mercato dove le tentazioni al ribasso sono molteplici.

A coadiuvare Stefano ci sono due super atleti, Valerio Fatatis, che

via Cagnola, 1 – MILANO telefono 392 5598527

su appuntamento il sabato si fa trovare in negozio per allenamenti personalizzati nei vialetti del Parco Sempione polmone verde di Milano, e Paolo Valenti veterano delle ultramaratone sempre disponibile a dispensare consigli agli amici clienti.

Born to Run è un negozio interamente dedicato al Running e al Trail Running e la selezione degli articoli e dei marchi che vi potete trovare lo dimostra ampiamente. Il suo fatturato si divide quasi equamente tra queste due discipline “...60% podismo e 40% trail...”. Tra i marchi: Salomon, Hoka, Asics, Brooks, Saucony, Mizuno, Vibram FiveFingers, Xbionic, Gore, Under Armour, Raidlight, Ultraspire, Ultimate Direction, Newline, Garmin, Timex, TomTom, Polar, Rudy Project.

Per info www.borntorunshop.it e la pagina Facebook BornToRun.

LA DISTRIBUZIONE DI SOUL RUNNING

L’UNICITà CHE CI DISTINGUE!

Esattamente un anno fa è nato il progetto “Soul Shops”. La distribuzione alternativa e unica di Soul Running nei punti vendita specializzati outdoor e running.

Molti di voi nel 2013 e fino a oggi hanno trovato i nostri prodotti, da Soul Running Magazine alla prima guida della collana Free Run – Elba Trail Running, sui banchi o nei reparti running di molti negozi specializzati.

Molti di voi hanno acquistato il magazine e sempre di più hanno imparato a conoscerlo e trovarlo a pochi centimetri dagli stessi prodotti di cui tutti noi non possiamo fare a meno!!!

Soul Running è lì, dove batte il cuore di ogni runners! E lo sarà ancora di più, con un aumento dei punti vendita, come promesso siamo già in 196 Soul Shops in tutta Italia!

Grazie a voi e alla lungimiranza di molti gestori che hanno creduto nella validità di questo nuovo progetto, oggi

acquistare Soul Running nei negozi è una realtà consolidata e lo sarà sempre di più. Abbiamo raggiunto zone del centro e del sud Italia dove la passione palpita e dove sentieri e percorsi meno conosciuti di quelli dell’arco alpino sono lì, pronti ad accogliervi. Dove i nostri followers ci seguono con una passione enorme e noi di Soul Running stiamo concentrando le nostre energie per esserci e rimanere. La lista dei negozi outdoor e running dove siamo presenti è consultabile sul sito www. distanceplus.com nella sezione “dove trovare Soul Running” in Home Page.

Per chi volesse ricevere a casa i nostri prodotti singolarmente, o in abbonamento, le modalità di acquisto per la stagione 2014 le trovate su www. spmpublishing.com

Per tutti i nuovi abbonati l’oramai mitica bandana Buff “SOUL RUNNING”, in una nuova colorazione verde, o l’esclusivo marsupio Raidlight, logato Soul

Running, sono pronti per essere spediti. E per chi acquista i nostri prodotti presso il nostro gazebo alle gare trail sono previsti anche extra regali by Raidlight!

NOVITà: Quest’anno Soul Running ha raddoppiato l’impegno nei test e sono aumentate le uscite che saranno sei, avete capito bene! Oltre alle due Guide Test TRAIL e ROAD sono previsti quattro book magazine in uscita a Maggio, Giugno, Luglio e Novembre.

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