In esclusiva l’unico e reale Test trail shoes 2012
Jeep® Wrangler. Vieni a provarla.
Jeep ® Wrangler non conosce limiti anche quando si tratta di comfort e tecnologia: interni in pelle con sedili riscaldabili, sistema Bluetooth Uconnect ® , Radio touch screen da 6,5’’ con hard disk da 30GB e
NEVER ADAPT.
cerchi in lega da 18’’. Jeep Wrangler. C’è chi nasconde il proprio lato selvaggio e chi lo lascia libero.
Durante la LA-NY Footrace 2011. 5139 km percorsi in 70 giorni. Negli stati centrali il dislivello è nullo per centinaia di chilometri. Lo sguardo cerca un punto di riferimento all’orizzonte per spingere il corpo ma soprattutto la mente ad andare avanti.
Chi: Alex Bellini
Dove: nei pressidellA Us44, A devil elBow, MissoUri. Cli C k: MAUro TAlAMonTi
“Sul filo di creste rosse alte fino ad 80 mt, vento caldo. Intorno l’infinito” . Edizione 2010 della 100Km of Namib Desert.
Dove: nAMiBiA
Cli C k: MAUro CoTTone
“Sabbia
finissima, nera, impalpabile. Si vola come su un enorme nevaio color pece, lungo i ripidi canaloni dell’Etna durante la Lafuma Sicily Volcano Trail”
Chi: Agne pUCkAiTe
Dove: eTnA
Cli C k: peppe d’Urso
Una sola certezza: La passione.
Genesi di un progetto. Evoluzione, dubbi ed involuzione
di
uno psico-runner di montagna
Comportamento etico, politicamente corretto, onestà intellettuale, fair play. Tante sono le volte che ho sentito usare impropriamente queste parole che non sono più sicuro del loro esatto significato e nemmeno so se mi piacciono o non mi piacciono, per dirla alla Facebook. A volte la mia amata e reiterata incoerenza mi fa somigliare al principe di Machiavelli, a volte mi scopro paladino del fair play ed inorridisco dei miei stessi pensieri. A volte primo a tutti i costi a volte ultimo con dignità..
s arà il momento politico, sarà che corro ma non sono quasi mai in gara ....e forse ci vorrei essere...sarà un po’ tutto ma a me piace così. s i può dire che “corro alla giornata” , cerco già di programmare tutto: il mio lavoro, la mia famiglia, le vacanze, i risparmi......anche la passione va programmata? Che etica c’è nel praticare il running con uno spirito freeride? e siste un codice di identificazione per un’impresa, così da definirla libera da schemi? Certo che se definisco qualcosa come freeride, la incasello in una griglia. e ’ corretto? i nsomma cosa stiamo pubblicando sul nostro magazine? Così è sorta la necessità di definire cos’è freeride nella corsa e questa è la definizione più vicina a ciò che in queste pagine abbiamo voluto esprimere: osservare, individuare e correre, essere liberi di correre perseguendo un’unica meta: la nostra passione. A quel punto la prestazione è spontanea.
Tutto ciò che troverete di interessante o meno qui dentro e nato così. Un giorno. Tanto tempo fa o domani. e ’ nato perchè doveva nascere, perchè era dentro a tutti coloro che hanno voluto scrivere, fotografare, correre con noi. l a magnifica incoerenza, il disordine non sapientemente calcolato, la voglia di fare e di esserci che brucia dentro sempre
e porta a creare senza pensarci troppo, non sono pezzi di incoscienza, sono solo parte essenziale di noi. l a parte che odiamo et amiamo ma che innegabilemente ci rende unici. la passione ci rende unici. Questo magazine è unico. n el bene e nel male. n elle pagine che seguono troverete prinicipalmente uomini e donne e le loro storie. l e storie che più rappresentano cìò che questo magazine vuole diventare: un contenitore/laboratorio dove le idee arrivano per farne nascere altre. Uomini come Alex Bellini e Cesar, donne come Connie speriamo vi possano ispirare come hanno affascinato noi e guidarvi attraverso la vostra passione al concepimento di nuovi obiettivi. vogliamo diventare il vostro spunto creativo.
n ella nostra volatilità abbiamo voluto zavorraci ben saldi a terra con un pizzico di concretezza: oltre 30 pagine di Test p rodotto, ovviamente reale, io stesso con Andrea p izzi e r oberto Terazzi (che imparerete a conoscere in queste pagine) e l’aiuto dei fratelli g ross, abbiamo messo i nostri piedi e le nostre gambe al vostro servizio per potervi dare l’ennesimo spunto del tutto personale, ma vero, per guidarvi nella scelta dell’unico attrezzo davvero fondamentale per un soul runner: la scarpa!
Un servizio che è solo un incipit. i n fase di lavorazione con un nutrito pool di esperti, vi è infatti un Trade Magazine che troverete in tutti i negozi specializzati da marzo in poi. Un vademecum corso e scritto per voi..... e per noi!
Criticate con gentilezza ma criticate (anche senza gentilezza) ascolteremo tutto con attenzione per crescere. g ià! p erchè questo pezzettino di passione non rimarrà solo. Tanti correranno ancora con noi dal prossimo anno. A Marzo ci rivedremo, ma ci riconoscerete?
s appiamo essere molto diversi.
d avide o rlandi
SOMMARIO
Libri - Alex Bellini
“QUESTA E’ LA PRIMA VOLTA CHE HO UN FEELING CON LA CORSA PIU’ EFFICIENTE E PERFORMANTE”
MARCO DE GASPERI
inner Sieerre-Zinal a 2011 Winner Ju Jungfrau Ma M rathon 2010 6-ti -t me world champi mppion in mou mouountain ain runninng
TECNOLOGIA CHE RENDE PIU’ EFFICIENTE LA CORSA (IDRO MENAGEMENT NANO TECNOLOGY) ESPELLE ACQUA E SPORCO – MANTIENE I PIEDI DEL CORRIDORE ASCIUTTI CON UN CONTROLLO
T2C LTD IM eRide Icerunner IM
eRide Grip M
KJB
Kilian Jornet Burgada è indiscutibilmente il numero uno per quanto riguarda skyrunning e sci alpinismo.
Catalano di nascita e francese di adozione, ha il Monte Bianco come terreno di allenamento e le montagne di tutto il Mondo come parco giochi. Ha appena concluso trionfando una sua personale sfida: vincere 5 gare in 5 continenti diversi.
SR - Com’è incominciato tutto? La tua passione per la montagna e la corsa?
k JB- Quando ero piccolo vivevo con i miei genitori e mia sorella nei p irenei Catalani, nella località sciistica di l les de Cerdanya. e ’ lì che io e mia sorella abbiamo iniziato a fare sci di fondo e ad andare in montagna. Così è scoppiato l’amore per l’outdoor e la voglia di fare questi sport per puro piacere.
SR - E’ tutta una questione di testa! Quanto conta la forza mentale nelle tue performance sia in gara che in allenamento?
k JB - l a mente è fondamentale, se sei motivato allora ti alleni bene e il tuo fisico reagisce migliorando...se la tua mente dice “tu puoi!” allora ci provi, prendi dei rischi e alla fine puoi anche vincere. e ’ impossibile dire in quale percentuale la mente incida sulle performance perchè le variabili sono tante...non solo nella corsa ma anche nella vita.
SR - Tu stai correndo sulla Sharp end. Cosa vedi oltre, qual’è il livello successivo nell’evoluzione di questo sport?
kJB - Andare avanti a questi livelli è davvero difficile. devo allenarmi, prepararmi duramente e non mollare mai. Qual’è il prossimo passo? il trail running e la corsa in montagna stanno cambiando di continuo e velocemente per quanto riguarda le distanze, le tecnica, i percorsi... ci sono tante vie da esplorare...anche se io preferisco gare tecniche e sempre in montagna.
SR - Hai mai avuto paura di qualcosa?
kJB - il mio maggior timore è non aver più tempo per andare in montagna. Quando ci si trova in pericolo e si ha paura l’importante è essere consci delle condizioni, rispettosi e non impauriti per pretendere sempre la decisione migliore.
SR - Hai fatto un sacco di record. Cosa ti spinge in questa direzione?
La vittoria, la soddisfazione personale, la fama? Oppure più semplicemente cerchi di spingere più in là e tuoi limiti e nient’altro?
kJB - n on lo faccio per essere famoso, non mi interessa. p aradossalmente vincere in montagna poi mi allontana dalla montagna stessa. Cosa mi spinge? la scoperta delle montagne, delle culture e di me stesso. proprio per questo devi spingere al massimo i tuoi limiti per sapere chi sei veramente.
SR - C’è un record che vorresti battere?
k JB - Certo, ce ne sono tanti! Ma voglio procedere per gradi, quando sono pronto per tentare lo faccio sapere, mai prima.
SR - Qual’è la cosa più folle a cui pensi mentre corri?
k JB - i mmagino di essere un soldato, o un pellerossa che insegue il suo nemico...e quando la fatica diventa troppa allora mi ritrovo in una sorta di bolla dove non ho più nemmeno le forze per pensare.
SR - Ti alleni in modo specifico studiando le tue caratteristiche e attitudini o semplicemente corrì per correre?
k JB - Corro perchè voglio correre! Faccio 45 gare all’anno (ndr alcune durano più giorni, fate voi i calcoli...), impossibile per me pensare a giorni liberi al di fuori delle competizioni.
Cerco di trarre il maggior piacere ogni giorno stando in montagna, seguendo le mie sensazioni.
SR - C’è un posto dove ti senti veramente bene?
k JB – Casa mia. Chamonix, il Monte Bianco, le Alpi. s ono montagne giovani, in movimento, tecniche e accessibili. Hanno un’anima davvero forte.
Primo Jacket
Per l’autunno 2011 abbiamo ripensato e riprogettato la linea per lo sci/snowboard per ottenere un prodotto di altissima qualità in grado di fornire le migliori prestazioni possibili. Grazie alla stretta collaborazione con Gore, siamo riusciti ad unire la migliore tecnologia presente sul mercato con il nostro tradizionale design funzionale e ispirato dai nostri migliori atleti. Giacche come la Primo sono il frutto dei test effettuati dai nostri atleti e di un intenso lavoro di aggiustamento successivo. Il risultato: la migliore collezione sci/snowboard offerta da Patagonia in oltre 35 anni e più di storia di innovazione tecnica. Per saperne di più sull’impegno di Patagonia a favore dell’ambiente, visita www.patagonia.com/enviro. GORE-TEX®, GUARANTEED TO KEEP YOU DRY®, Gore and design sono marchi registrati di W. L. Gore & Associates, Inc
e ’ sabato mattina. l a settimana di lavoro è alle spalle così come il venerdì sera, la serata che preferisco perchè mi fa tornare ai miei ritmi, quelli di casa e quelli della mia famiglia. l a sveglia non suona oggi ma in ogni caso non si può dormire fino a tardi. Mio figlio di due anni alle 7,30 si fa sentire dalla sua cameretta e al grido di “pappa” io e la mia compagna siamo pronti a rispondere alla chiamata. Così si incomincia la giornata. i n ogni caso non amo dormire fino a tardi, non mi definisco un nottambulo, forse non ho più il fisico per reggere le ore piccole. p referisco non tirar tardi per potermi svegliare presto e godere la giornata. o ltretutto siamo nella mia stagione preferita: l’autunno. Qualcuno mi ha definito crepuscolare perchè amo questa stagione, soprattutto il mese di novembre, quando le temperature finalmente diminuiscono, i colori si accendono e i profumi cambiano. Mi piace perfino l’odore di quella nebbiolina che al mattino ricopre la superficie del lago, ancor di più quello dei primi camini accesi. Colazione leggera oggi perchè voglio uscire a correre, voglio farmi un giro nei boschi dietro casa, quelli con così tanti sentieri che non riesci mai a percorrerli una seconda volta. Ma chi li avrà mai tracciati? e perchè? Forse i boscaioli o i fungiat, così chiamiamo i cercatori di funghi dalle mie parti. n on importa, sono il mio parco giochi. i n estate li percorro in mountainbike, in questa stagione preferisco correre perchè li posso vivere a una velocità diversa, più lenta, e vedere cose che solitamente ti sfuggono di fianco o sotto le ruote. Con la bici è tutto più rapido, con lo sguardo sei sempre cinque metri avanti per impostare la traiettoria, non c’è tempo per guardarsi attorno. i n mountainbike è anche più facile, correndo invece devi guardare non due ma tre volte dove metti i piedi. s e poi sono cadute molte foglie il gioco si fa duro, non parliamo di quando ha anche piovuto… e i ricci della castagne che pungono sulle caviglie? n on importa, li perdono anche perchè sono goloso dei loro frutti!
INTROSPETTIVAMENTE
Di Andrea Pizzi
r aramente mi capita di incontrare qualcuno. s e accade però non c’è mai tempo per scambiare delle parole che vadano oltre un semplice saluto, come se si avesse fretta di andare. Forse è un retaggio del nostro vivere quotidiano? Mi sembra stupido ma è così. s e incontro un altro runner la prima cosa che guardo è con che scarpa sta correndo, non so se è mania personale o una deviazione professionale. Capita di vedere gente indossare scarpe improponibili, completamente inadatte per correre sullo sterrato, però vanno avanti lo stesso. g uardo allora le mie, supertecnologiche e specializzate e mi chiedo: sono davvero necessarie? n on mi rispondo e continuo a correre. s ali, scendi, destra, sinistra, senza un percorso preciso in testa, voglio solo andare. n on sono qui per allenarmi, l’ho fatto per tanti anni e adesso sono stufo, voglio solo far andare le gambe e l’orologio mi serve solo per sapere quando dirigermi di nuovo verso casa. l a corsa in solitaria mi serve: fisicamente a giudicare dalle storte e dall’indolenzimento muscolare forse non è il massimo, ma la testa rinasce. r iesco a vedere tutto con occhi diversi, la maggior parte delle volte i problemi diventano più piccoli, forse anche perchè sono un ottimista, e alla fine posso dire di star bene davvero. Con me stesso, con la mia famiglia, con tutti. Quanti chilometri ho fatto? Fin dove sono andato? s o solo che ho corso, ma anche camminato, per quasi due ore. i l resto non importa. p erò nello zainetto ho infilato un bel po’ di castagne da far andare nel pomeriggio sul camino, cosa potrei chiedere di più?
Correre. per alcuni significa mantenersi in forma, per altri dimagrire, altri ancora corrono per scaricare energie e tensioni. Molti corrono per passione, per confrontarsi con sé stessi o con gli amici e avversari. Altri corrono e basta, forse ce l’hanno scritto nel dna. per alcuni, i più fortunati, è un lavoro. per qualcuno, purtroppo ancora oggi, correre significa sopravvivere.
Cacciatori di emozioni
Di Valentina Flenda
31 luglio 2007, il mio compagno a quattro zampe Artù rischia grosso, un uomo di ferro lo salva. e ’ così che che incontro il triathlon che mi lascia senza fiato, in tutti i sensi. s enza fiato perché ora è il mio uomo di ferro a praticarla. s enza fiato perché ci sono stati giorni in cui soltanto sospendendo il fiato potevo attendere
il suo arrivo. i l triathlon è uno sport o una malattia? Una laurea in psicologia alle spalle, eppure ho passato 12 mesi a chiedermelo, osservando con sospetto ogni giornata dedicata alla sua passione: alzarsi alle 5 d’estate, d’inverno con la pioggia, la nebbia o il sole ed uscire ad allenarsi, correre, tornare a casa fare una colazione da super eroe e andare al lavoro fresco come una rosa... ma non basta, a mezzo giorno prendere la bici e fare almeno 30 km e di nuovo lavoro e due sere a settimana nuotare.
Mi chiedevo: “ma è umano? Ma è completamente impazzito?” e poi l’ho accompagnato alle gare e ho capito che non era follia... io stessa da semplice spettatrice ero carica di entusiasmo, agitazione come se fossi io a dover gareggiare, provavo emozioni così forti che spesso ho avuto l’idea e la voglia di farlo anche io il Triathlon.
Questa è passione, questa la provano gli umani, questa non è una malattia....questo è lo sport.
Tre anni dopo la mia vita si imbatte ancora in questo mondo di matti. Questa volta è per lavoro ma di nuovo mi appassiono e comincio a provare ancora quelle emozioni che ti fanno aver voglia di partire, per
esempio per il Tor d es g eants e far parte di tutte quelle persone che non si fermano a guardare ma vivono quelle sensazioni forti che soltanto una passione può darti. Un’altra disciplina, il trail running, diversa ma altrettanto fatta di uomini e donne di ferro.
Assisto ancora una volta da spettatrice alla preparazione di una gara da pazzi... e ancora una volta mi stupisco e resto perplessa: perché lo fanno? Allenamenti quasi quotidiani, corsa in montagna con dislivelli che nemmeno pensavo potessero essere fatti camminando... figuriamoci correndo!
Ma quando hanno finito non parlano mai dello sforzo, della fatica ma ti raccontano di come si sono sentiti bene, di quel senso di libertà che hanno provato, soli in uno spazio tutto loro dove si ritrovano a contatto con la parte di sé più profonda. v ivono la fatica ma l’emozione è così grande che la dimenticano e il giorno successivo ripartono.
Ho scandagliato libri e web alla ricerca di un filo psicologico accademico che legasse insieme tutti gli sport, la letteratura è vastissima ma io sono convinta che queste persone vadano a caccia semplicemente di emozioni, una caccia aperta a tutti e che tutti praticano alla ricerca di quelle sensazioni che ti fanno sentire bene, appagato, in una sola parola “Felice”. Chi corre, fa triathlon, scia o pratica qualsiasi altro sport ha semplicemente trovato una via alternativa, o ulteriore, per arrivare alla sua meta. psico@soulrunning.it
“QUANDO TI ALLENI DURAMENTE TUTTO L’ANNO IL CAMbIO DI STAGIONE E DI CLIMA è MOLTO ECCITANTE. ACCENDE NUOVI INTERESSI E NUOVI STIMOLI.” - jONATHAN WYATT, PLURICAMPIONE DEL MONDO MOUNTAIN RUNNING
xR CROSSMAx CS
che porta da scava, restituiscesvuota, in leggerezza ha rapinato di morbi sinuoso. La corsa è
by alex bellini
trazione del meraviglioso su che anni di benessere hanno regalato. E produce giorno eroi aggiungonosconosciuti, Soul book
p erché corriamo, r oberto weber, e inaudi.
l ibro sulle ragioni per un cui un’attività così semplice, povera e dolorosa coinvolge tanta gente in un’epoca dominata dalla sofisticazione. Correre, come dice l’autore, è la strada più rapida che porta da sé a sé. l a corsa scava, svuota, prosciuga e restituisce in leggerezza quanto ha rapinato di morbido e sinuoso. l a corsa è sottrazione del meraviglioso superfluo che anni di benessere ci hanno regalato. e produce ogni giorno eroi sconosciuti, che si aggiungono alle moltitudini che hanno percorso nel tempo le stesse strade e compiuto gli stessi gesti.
l’arte di correre, Murakami Haruki, e inaudi.
Forse il libro più bello sulla corsa mai scritto, o almeno mai letto. e ccellente riflessione sulla psicologia della corsa, questo libro è da consigliare, oltre a chi ama correre, a chi ama qualsiasi sport o anche a chi ha semplicemente delle passioni. r appresenta, infatti, il processo attraverso cui si progettano le proprie intenzioni, le proprie passioni. e quindi la fatica della concentrazione, la pazienza della costanza, l’irriducibilità verso l’obiettivo proposto.
Quando il corpo è stremato l’unica risorsa diventa quella mentale, una volontà prodigiosa, che accumula tutte le risorse rimaste. “ n on sono una persona, sono una pura e semplice macchina. e visto che sono una macchina, non ho bisogno di sentire proprio nulla. d evo solo andare avanti”.
“LE LungHE dISTAnzE RIcHIEdOnO mASSImA ATTEnzIOnE pER OgnI dETTAgLIO. IL cIBO, LE BEvAndE E quELLO cHE SI IndOSSA dIvEnTAnO ESSEnzIALI E fAnnO LA dIffEREnzA. TRA cHI AffROnTA LE dIffIcOLTà E cHI InvEcE RIEScE A SupERARLE.”
- KILIAn JORnET
27.10.201120:30 Trieste *Cinema Ambasciatori
28.10.201120:30 Udine *Auditorium Zanon
29.10.201120:30 Pordenone *Auditorium Don Bosco
01.11.201120:30 Paese (Treviso) *Cinema Mulitsala Manzoni
02.11.201120:30 Torino *Galleria Arte Moderna GAM
03.11.201120:30 Brescia *Auditorium Balestrieri
04.11.201120:30 Trento *Cinema Nuovo Roma
05.11.201120:30 Bolzano *Auditorio Joseph Haydn
06.11.201120:00 Bruneck **Casa Michael Pacher Haus
Ogni presentazione inizierà alle ore 20 (Merano, Bressanone, Brunico, Bolzano) o ore 20.30 (Trieste, Udine, Silea/Treviso).
07.11.201120:00 Meran **KIMM, Raiffeisensaal
La prevendita biglietti presso i punti vendita Sportler
08.11.201120:00 Brixen **Forum Brixen
Prevendita: 10,- /// Alle casse: 12,- /// Biglietti per Clienti Carta Vantaggi Sportler: 8 Euro Ulteriori informazioni su www.sportler.com.
La prevendita biglietti presso i punti vendita Sportler, Sportland o Ronco Alpinismo
* sottotitoli in lingua ital. ** sottotitoli in lingua ted.
Prevendita: 12,- /// Alle casse: 14,Biglietti per Clienti Carta Vantaggi Sportler: 10 Euro
* sottotitoli in lingua ital. ** sottotitoli in lingua ted.
4 chiacchiere in libertà
Alex Bellini è uno sportivo estremo e al tempo stesso introspettivo, come lo sono le sue sfide.
Chiacchierare con Alex è istintivo, così quando mi decido a tirare fuori il registratore, stiamo già parlando, per cui non c’è un inizio logico.
Ci sono persone che parlano di cose fatte e da fare.
Di Richard Felderer e Andrea Pizzi - Immagini Mauro Talamonti
“Alex Bellini lungo linee d’asfalto tendenti al nulla” LA-NY footrace 2011 25
di tutti i progetti che avevamo in mente di fare l’unico che siamo riusciti a portare a termine era correre, che per me era la cosa meno importante, perché non c’è uno sport più noioso della corsa su strada! È limitante. non volevo correre per il piacere di correre, così come non ho attraversato l’oceano per il piacere di farlo. È stata una sorta di analisi. A me piace creare delle situazioni e dei contesti nelle quali cercare di conoscermi più approfonditamente. Questo è il concetto che ho del viaggio, dello sport.
Alex Bellini si presenta così, è un conversatore serio e interessante. E dopo 5 minuti di chiacchiere informali capisco che devo accendere il registratore di nascosto, per non perdere la magia del “senza filtri”. Riusciamo subito a trovare un’intesa. Ci accomuna il discorso del tramite. L’importante è cercare, esplorare, dentro e fuori.
Sport? i o non potrei mai pensare ad un’attività agonistica, sono più introspettivo, trovo la sfida nel sopravvivere a me stesso, alle mie idee e ai miei progetti.
Alex Bellini nasce a Edolo, in provincia di Brescia nel 1978, si trasferisce all’Aprica, quindi a Milano poco prima di sposarsi. Da qui muove verso Trieste per due anni, torna all’Aprica e finisce (per adesso) in provincia di Verona. 49 di piede, mani come due badili e fisico asciuttissimo, è sposato con due figlie, una di 22 mesi, altra di 45 giorni. L’ultima è nata quando era ancora negli Stati Uniti per la sua ultima avventura!
NO RIMORSE Abbiamo deciso io e mia moglie di non limitarci. e infatti abbiamo vissuto due avventure contemporaneamente! i o in America a correre, lei qui! s iamo convinti che per noi la vita debba essere fatta di ricordi e non di rimpianti. Quello che mi dico è che prima o poi tornerai ad essere un mucchio di carne per vermi, ma finché non ti buttano giù dalla fossa, fai quello che vuoi! s e c’è uno sbaglio che riconosco in molti è quello di programmare la propria vita in funzione “di”. d i quello che le altre persone si aspettano da te, della tua compagna, della tua famiglia. o vvio che con mia moglie spero di condividere tutto il resto della mia vita, però potrebbe succedere che per qualunque ragione con lei vada a finire male, e in quel momento li, se avrò fatto delle rinunce per lei me lo rinfaccerò, mi dirò “Cazzo, ma io ho fatto questo per te!”. e cco, qualunque cosa succeda io non voglio trovarmi in questa situazione e non voglio passare per quel sentiero minato che è quello delle rinunce.
MY FAMILY la famiglia è importante perché ti permette di creare attorno quella serenità di dire: andiamo, qualunque cosa succeda! no? io non ho riferimenti di persone che vivono come vivo io. io ogni mattina mi sveglio e devo inventarmi la maniera per tornare a casa con quattro soldi, ho una famiglia, due figlie! È chiaramente un grosso rischio, ma siamo sereni perché riusciamo a vivere la vita che abbiamo sempre voluto. Questo ci ripaga dei sacrifici che ogni tanto facciamo.
2ND LIFE i o ho rischiato a 19 anni di vivere la vita di un altro, studiavo s cienze Bancarie! Ma mi sono chiesto: “Ma chi sono io? Cosa voglio?” e mi sono accorto che non stavo vivendo la mia vita, quindi ho cambiato strada, ho fatto qualche tentativo finché sono approdato sulla strada che percorro tutt’oggi e che mi gratifica.
MY LIFE n on ho un settore, l’unico denominatore comune delle cose che faccio è la ricerca personale. o gni progetto è una ricerca per scoprire un piccolo pezzettino di me stesso, acquisire conoscenze nuove. Cosa faccio? Boh? non lo so? penso di essere il bambino cattivo che va dove gli pare (cit.). Faccio quello che mi va di fare, che per me è l’unica maniera per dare un senso alla mia vita.
Compromessi Chiaro! i o devo scendere a compromessi. Ho mille stimoli e riesco a vivere veramente con poco o niente. p oi c’è mia moglie che ha delle esigenze che io rispetto. d evi poter dare un futuro alla famiglia! Allora il primo compromesso è fare qualunque cosa non mi costringa a
mettere in pericolo la mia vita o quella della mia famiglia, sia dal punto di vista fisico che economico. i o arrivo fino dove riesco a fare le cose con quel margine di sicurezza fisico mio ed economico degli sponsor, non avendo del mio da investire. Anche questo è un compromesso. i nfatti io non faccio esattamente quello che voglio fare, ma riesco a togliermi talmente tante soddisfazioni che va bene così. per esempio adesso è da due anni che ho un grosso progetto, ma non è ancora il momento e arriverà.”
SPEAKER MOTIVAZIONALE Questa è la mia attività, quella che svolgo quando sono “a terra”, fermo. Quando sono via, sono via, sono sulle nuvole, su un altro pianeta! Quest’attività nasce da due esigenze, una prima che è quella di raccontarmi. d all’altra parte c’è la sensazione di tornare da ogni viaggio un poco più saggio che mi ha spinto a raccontare le mie esperienze ad altre persone che vivono una vita differente dalla mia e che per
mille motivi fanno quello che non volevano fare! e cco, quello che mi dico sempre è che noi abbiamo il diritto di essere felici! Cioè, la felicità non è un regalo, è un obbligo! i o non capisco le persone che stanno dentro i loro clichè mentre non si rendono conto che hanno delle occasioni che si stanno perdendo! Mi viene spesso risposo: “Ciccio, ma io devo portare a casa i soldi!” e non si rendono conto di avere migliaia di strade, di alternative. s pesso solo perché non credono di avere delle altre opportunità.
e ’ tempo che la gente ritorni a fare quello che gli piace. Uno si sente artista, un’altro scrittore? Fatelo, oggi! p erché? p erché a livello storico questa è una società che forse da un lato fa schifo, ma dall’altro è quella che ti da più opportunità! Ma solo se le sai cogliere.
AVVENTURA Quanti contatti ci sono fra la mia vita di “avventuriero” e la vita che vivono persone diverse, che so io? Un imprenditore ad esempio. p er poter essere competitivo e sopravvivere devi avere uno spirito avventuroso, dove l’avventura è intraprendere un viaggio dal risultato incerto! s e nella tua natura c’è di fare business e lavori 16 ore al giorno per farlo, sei contento, è la tua avventura.
EGOISMO i o mi sono spesso chiesto se lo sono. p er mia natura cerco sempre i posti più isolati per stare a contatto con me stesso. e prima o poi emerge la domanda “ma che razza di persona sono?”. Una risposta è: si, cazzo, sono egoista! p oi però c’è la voce della coscienza che è anche quella di mia moglie che dice no, paradossalmente è quasi una forma di altruismo! Cercando di soddisfare il mio bisogno di libertà, tornare a casa un po’ più maturato, un po’ più cresciuto, penso di poter essere una persona migliore! e quindi vivere meglio con me e le persone che ho intorno!
RINUNCIA i l valore probativo della rinuncia l’ho imparato a 60 miglia da s idney, dopo aver attraversato l’ o ceano ho dovuto rinunciare! Ho avuto pochi secondi, probabilmente sarei morto, non so, ma ho scelto e ho rinunciato. e ho imparato a non soffermarmi sul punteggio finale per un successo! e ti dirò di più! da quando ho “fallito” ho cominciato a chiedere di più come speaker motivazionale, proprio perché ho imparato e metabolizzato una cosa nuova! A differenza di molti ho portato un esempio molto utile alle persone cui mi rivolgo. non limitiamoci all’apparenza. il fallimento può essere relativo, e magari dietro un piccolo fallimento si nasconde un trampolino verso un maggiore successo. io sono contento: benedico il signore che mi ha messo di fronte a questa scelta! se fossi arrivato in fondo con le mie forze avrei qualcosa in meno! non avrei imparato una cosa. Fai quello che vuoi
Quando mia figlia mi parlerà, magari mi chiederà “papà, dov’eri quando sono nata?” e la mia risposta sarà: io ero dov’ero per inseguire qualcosa che era solo mio! Quindi il mio insegnamento è: non fare qualcosa perché credi che questo porti del bene agli altri, è molto complesso spiegarlo senza essere “scorretti”. Ci riprovo, è ovvio che ad ogni decisione corrisponda al tempo stesso una rinuncia, ma se la decisione viene dal tuo cuore, come attraversare gli s tati Uniti di corsa, non c’è niente che ti posa fermare! Certo che non calpesterei i valori della famiglia, ma cerca di capire le priorità, e soprattutto, fai quello che vuoi! e cco, è questo che direi a mia figlia!
URBAN LEGEND!!!
URBAN ZeMMeR
5 LUGLIO 1970
CAMPIONE DEL MONDO VERTICAL KILOMETER
RECORD 33’ 16’’
OBIETTIVO PER IL FUTURO: CONFERMARSI CAMPIONE IL PIÙ A LUNGO POSSIBILE
In una breve pausa lavorativa di Urban ci concediamo una chiacchierata breve ma molto intensa…come le sue imprese. Una persona piacevole, modesta e concreta con un sorriso da prima stentato, per una sana timidezza, poi pieno e sincero.
Perchè questa disciplina tra tutte quelle che un appassionato di corsa in montagna può praticare ? d a sempre corro in montagna, perchè la amo, perchè mi ha visto nascere, correre il più velocemente possibile 1000 mt verticali è perfetto per me.....sono sempre davanti!!!
Scherza, ma non troppo Urban infatti questi sono i fatti, ma...poi ci guarda serio
Ma il vero motivo è la difficoltà ad avere una vita sociale “normale” intraprendendo attività come l’endurance o sky marathon o ultra, gli allenamenti sono infiniti. io ho un lavoro, una fidanzata....e li voglio mantenere entrambi. il vertical mi permette di fare ciò che amo, vincere ed avere tempo. gli allenamenti sono relativamente corti.
Qual’è la caratteristica fondamentale di un atleta di vertical?
g ambe e testa sono importanti, ma un cardio perfettamente allenato è il vero segreto.....correndo così le pulsazioni impazziscono.
Qui nella tua magnifica Alpe di Siusi, qual’è il trail che più ami?
URBA
i l tour completo del s asso p iatto e s asso l ungo, anche dopo 30 anni che lo faccio mi emoziona ogni volta in modo diverso
Ed il tuo training trail preferito ed allenante?
l a salita diretta al s asso p iatto da s altria
.....ci mette poco meno di un’ora....
In bocca al lupo mitico Urban ed a presto.
i ncontrare Urban è scoprire la semplice e velocissima poesia di una disciplina che ti stupisce per quanto sia a dimensione umana a dispetto di quanto sembri dall’esterno.
Foto: SAM Laurin Moser, Hartmann Stampfer
Natural High Running sull’Alpe di Siusi
Correre in libertà. Dimenticare la monotonia della palestra, in piscina o sul solito tracciato nel parco e intraprendere una corsa all’Alpe di Siusi, nel cuore dell’Alto Adige. E’ qui che nasce la voglia di intraprendere una corsa! Aria fresca su medie alture e la sensazione di libertà su questi tracciati di corsa e Nordic Walking unici, sono il luogo ideale per tutti coloro che amano la corsa, dal principiante all’esperto corridore o Nordic Walker.
Vari dislivelli nel cuore delle Dolomiti. La particolarità da un punto di vista topografico, dell’ALPE DI SIUSI è rara, se confrontata con le altre regioni alpine. Nell’arco alpino sono poche le regioni alpine che possono definirsi, turisticamente parlando, come regione “dei dislivelli”, ovvero sono presenti profili leggermente ondulati in altitudine. Negli ultimi anni è stato scoperto soprattutto gli effetti che ne aumentano la prestazione del movimento in altitudine. A causa della mancanza di ossigeno nelle altitudini, l’organismo umano è costretto ad adattarsi. I primi a risentirne gli effetti sono la respirazione, il sistema cardio-circolatorio e il sangue.
Gli sforzi che il corpo fa per adattarsi ad un’altitudine ideale (pari a 1800 m) grazie ad un allenamento efficace, per il fisico sono una sorta di “eli-
sir della giovinezza”. Essi migliorano le prestazione psico-fisiche sulla breve durata e una maggiore capacità di sforzo durante l’allenamento nei luoghi pianeggianti.
Una corsa naturale sul terreno. Non c’è di meglio, al fine di alleare la muscolatura delle gambe, che il su e giù dei tracciati nei prati e nei boschi dell’Alpe di Siusi. Grazie anche al terreno ondulato vengono allenate al meglio anche le capacità di coordinazione.
La corsa su un terreno morbido e il continuo cambio della lunghezza dei passi costringono anche i muscoli delle gambe meno allenati a coordinarsi nel movimento, cosa che impedisce la formazione di squilibri muscolari e ne influenza la tecnica della corsa in modo positivo.
Un corsa sul terreno rinforza anche il sistema cardio-circolatorio. Grazie al continuo cambio d’intensità, il “gioco” con il terreno anche il muscolo del cuore viene allenato in modo ottimale. Questo modo di correre, il più antico è da sfruttare; e il corridore si avvicina sempre più al modo di correre più naturale che ci sia.
All’Alpe di Siusi, ogni corridore trova il proprio tracciato individuale e la giusta dose di energia grazie alla scelta individuale dei tracciati segnalati.
PS: Sugli sci da fondo alla
scoperta di paesaggi da favola
L’Alpe di Siusi, tutta imbiancata nella sua veste invernale, si propone tuttavia soprattutto come autentico paradiso per gli appassionati di sci da fondo e delle escursioni invernali. L’ampiezza apparentemente infinita di questo paesaggio assolato e lievemente collinare interrotto armonicamente da ameni boschetti e circondato dalle Dolomiti (Patrimonio Naturale dell’Umanità) sembra nato apposta per essere scoperto con un’escursione a piedi o sugli sci da fondo. Un fittissimo reticolo di curatissimi sentieri e piste da fondo fa di ogni uscita un’esperienza che non potrebbe essere più bella. A disposizione degli amanti dello sci da fondo, circa 80 km di piste ottimamente preparate anche per lo skating. Eccellente anche la segnaletica grazie ai grandi cartelli che, installati in tutti i punti principali, offrono una panoramica completa delle piste disponibili. Oltre 30 km di sentieri invernali segnati attendono invece gli escursionisti desiderosi di scoprire le bellezze paesaggistiche dell’Alpe in tutta tranquillitá e a contatto diretto con la natura.
Informazioni turistiche
Alpe di Siusi Marketing | Via del Paese, 15 Tel. +39 0471 709 600 | Fax +39 0471 704 199 info@alpedisiusi.info | www.alpedisiusi.info
Poletti VS De Gasperi
Poletti VS De Gasperi
Chi s ei?
Mario p oletti, un runner.
d escrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.
l iberta’, s fogo, p iacere.
Corri più veloce tu o l’altro?
l’altro!
Montagna e grattacielo emozioni diverse?
d a una parte vedi il mondo come è nato, dall’altra come è diventato.
Qual’è il tuo trail preferito?
i ndubbiamente l’ o robieskyraid.
e ntrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un progetto perchè tu te ne possa innamorare?
d eve fare innamorare anche le persone che vi partecipano.
Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?
v incere la s ierre-Zinal sotto i miei occhi!!
d ifetto peggiore dell’altro?
Beve troppo dopo le vittorie!!
p regio più grande?
o ffre da bere a tutti dopo le vittorie… i l tuo mito sportivo?
n essuno in particolare, ma tutti quelli che per tempo, possibilita’ e impegno raggiungono il proprio traguardo.
s ei?
Stesse domande diverse personalità. Sdrammatizziamo l’ambiente con i mitici campioni senza tempo che hanno costruito, passo dopo passo, un’inossidabile carriera sportiva nella corsa in montagna!
Marco d e g asperi, un altro runner amico di Mario p oletti...
d escrivi cos’è per te correre con 3 aggettivi.
p assione, Fatica, s oddisfazione
Corri più veloce tu o l’altro?
l ui, in macchina pero’...
Montagna e grattacielo emozioni diverse?
l a montagna e’ vera, il grattacielo e’ solo un’esibizione indoor dello sport che pratichiamo.
Qual’è il tuo trail preferito?
n on ne ho ancora corso alcuno, ma per popolarita’ direi che mi piacerebbe fare l’UTMB.
e ntrambi avete fatto tanto per la corsa, cosa deve avere un progetto perchè tu te ne possa innamorare?
d eve essere stimolante per aprire vie nuove di sviluppo per la corsa in un’ottica moderna, insomma puntare in alto.
Qual’è la cosa più grande che ha fatto l’altro?
e ssermi di supporto in molte competizioni quest’anno.
d ifetto peggiore dell’altro?
Beve troppo anche prima delle mie vittorie (e sconfitte)...
p regio più grande?
l a generosita’.
i l tuo mito sportivo?
s timo molto alcuni atleti con cui ho avuto la fortuna di correre assieme e che sono stati degli esempi di grande sportivita’ per me, fra cui il messicano r icardo Mejia e il neozelandese Jonathan w yatt.
Chi
CESAR ROSALES. HUASCARAN TUTTO D’UN FIATO.
Correre soli su nevai a 6000 metri per una moltidudine di persone. Questo è pensare in grande.
Traduzione a cura di Franco Michieli Immagini by Montura
Mi chiamo Cesar r osales, ho 29 anni e vivo a Marcarà a 2760 m ( p erù, regione di Ancash). Fino a dieci anni fa vivevo nella Cordillera n egra (catena di fronte alla Cordillera Blanca) a 3350 m; la mia famiglia si dedica all’agricoltura, lavorando campi di alta quota. g razie al padre missionario valtellinese Hugo d e Censi, ispiratore del movimento di volontariato o perazione Mato g rosso ( o M g ) ora sono guida di alta montagna e posso considerarmi una persona responsabile della mia vita.
“Cesar corre con passo sicuro, in scioltezza, sui nevai d’alta quota del Chopicalqui - gruppo Huascaran”
SR sei indubbiamente un atleta formidabile. l’altitudine è la tua dimensione. come affronti gli allenamenti? ti segue un team o fai da solo?
C r s ono un andinista e al tempo stesso un atleta. Mi alleno sempre da solo, anche se invito i miei amici a correre, però quasi mai qualcuno è venuto con me, perché ancora da noi manca questa passione di correre in alta quota. n on faccio parte dunque di un team di runners, ma mi piacerebbe molto che si creasse un gruppo con cui mettermi alla prova e confrontare la nostra resistenza. Ho ricevuto però molta ispirazione e consigli per l’allenamento e per le corse sui nevados da un esperto volontario italiano dell’ o M g , la guida alpina valerio Bertoglio, pioniere dell’alpinismo atletico e autore di corse incredibili. valerio o altri esperti italiani mi hanno sempre seguito nei tentativi di record. i n tutte le mie ascensioni di corsa ho vissuto impressioni molto profonde; normalmente le affronto senza pensare molto al cronometro, ma mi concentro sul muovermi in sicurezza, con fiducia nelle mie capacità alpinistiche ma con molto rispetto per la montagna. l a corsa del Chopicalqui mi ha dato emozioni più forti delle altre, anche perché mi aspettavo di compierla in un tempo un po’ superiore a quello poi realizzato; l’esperienza raggiunta mi ha aiutato molto a correre con fiducia e serenità. l’aspetto più importante del controllo psicologico riguarda la mia sicurezza.
SR come descriversti il tuo rapporto con la natura così intensa e primoridiale dei tuoi monti?
C r p rima di cominciare la vita da alpinista non riuscivo a capire perché gli scalatori avventurosi ci tenessero tanto ad andare in montagna: adesso lo so! l a natura e la montagna significano molto per me, sono luoghi dove voglio fruire, godere e ammirare l’immensa opera di d io.
SR Operazione Mato Grosso. Cosa rappresenta per te fare parte di una organizzazione così impegnata? E’ importante sentirsi parte di un movimento? Rappresentare idealmente tutti i traguardi che la tua polazione può e deve raggiungere cosa ti fa pensare?
C r o M g significa molto per me, perché è un movimento che si preoccupa costantemente di aiutare i più bisognosi, i poveri. sono orgoglioso di appartenervi. grazie all’oMg, per mezzo dei volontari italiani, mi è stato permesso di compiere un vero balzo in avanti, diventando guida alpina. in futuro mi piacerebbe realizzare altri record di corsa per dare messaggi positivi e un esempio a tutti i giovani che non sanno che cosa fare della propria vita.
SR La prossima meta?
C r l a mia prossima meta sarà tentare un nuovo record sulla Cordillera Blanca. Ci sono diversi progetti a cui sto pensando, e la scelta dipenderà da quale montagna sarà nelle migliori condizioni: il Huascaran 6768 m partendo dal villaggio di Musho 3000 m, oppure i nevados Copa 6188 m o Tocllaraju 6034 m partendo dal nostro Centro Andinismo r enato Casarotto a Marcarà 2760 m. l’obiettivo è dunque quello di cercare dislivelli più grandi che in passato.
SR Abbiamo cambiato idea voliamo noi da te!! Dove ci portresti a correre? Qual’è il tuo trail preferito? Il tuo posto segreto dove vai a correre quando hai bisogno di armonia?
C r Molto volentieri se verrete! i miei luoghi preferiti per correre sono nella Cordillera Blanca e nella n egra, non lontano e intorno a Marcarà. Mi piacerebbe portarvi nella zona di p ashpa e Collon, dove parte la valle che conduce al r ifugio i shinca, sopra i 4000 metri.
PROVA A PRENDERLI
Testo e Immagini Andrea Pizzi
GROSSBROSS
i l nome dei fratelli g ross è indissolubilmente legato a quello del Tor des g éants fin dalla nascita di questa manifestazione: nel 2010 Ulrich ha vinto in 80 ore, 27 minuti e 13 secondi mentre Anne Marie ha trionfato tra le donne giungendo al traguardo in quarta posizione assoluta con un tempo di 91 ore, 19 minuti e 13 secondi. Quest’anno Ulrich si è ritirato alle prime tappe, Anne Marie invece ha bissato il successo dello scorso anno, ancora quarta assoluta, in 91 ore e 28 minuti. Fare quattro chiacchere con loro non è cosa da tutti i giorni perchè non si può farlo seduti davanti a un caffè, bisogna correre e prederli, se si riesce!
p er i fratelli g ross correre sembra scritto nel d na, la loro storia li accomuna a tanti sportivi di resistenza e soprattutto di fatica. p er loro correre è un rito quotidiano, non solo una passione, un allenamneto o una gara. l a vita di tutti i giorni ruota intorno alla corsa, la vita delle loro famiglie è incentrata intorno a questo sport.
e d è proprio la fatica è il loro compagno di viaggio. Chiaccherando però si intuisce quanto questa sensazione sia vissuta in modo positivo,
è la fatica che permette di superare quel limite oltre il quale dolore e fastidio spariscono, allora si può anche star bene. «Quando la fatica diventa troppa» svela Ulrich, «è come entrare in un tunnel in cui mi sento più leggero, dolore e stanchezza spariscono, non sento più quello che proviene dall’esterno, si va oltre la concentrazione e tutto diventa più facile. A volte mi succede anche in allenamento». Una specie di trance così intensa da far perdere la percezione di ciò che ci sta intorno e di quello che stiamo facendo: «mi è successo quest’anno al Tor» ci dice Anne Marie, «sono stata tanto da sola, specie di notte, e a volte mi sono dovuta fermare perchè non avevo più la percezione di dove fossi e di cosa stessi facendo, è un qualcosa di indescrivibile, che va oltre la coscienza».
d i fatica Ulrich e Anne Marie ne “mangiano” tanta, in gara e in allenamento, fin da quando erano piccoli e dalla val s arentino scendevano con il padre a Bolzano, 35 chilometri in tutto, a piedi, per fare la spesa. o ggi sono due specialisti nelle gare di ultra endurance, i loro allenamenti durano anche più di dieci ore, sempre insieme, legati da un filo invisibile, anche durante le gare quando a
dividerli sono chilometri e addirittura montagne. Quest’anno Ulrich ha deciso di ritirarsi al Tor des g eants, dopo poche decine di chilometri. All’inizio è stata per lui una decisione facile, poi invece è arrivato il dispiacere, ma è stato giusto così. «Quest’anno ho capito di essere un corridore» ci confessa, «le gambe non andavano come avrei voluto. Ho capito che non solo non avrei vinto ma anche che non avrei potuto correre come avrei voluto fare, correvo il rischio anche di farmi male, non sarebbe stata né una gara né un allenamento per me. e ’ stato giusto così». Ulrich allora ha dedicato ogni ora dei giorni seguenti a seguire la sorella, dormendo addirittura meno di lei. l’aspettava ai punti di controllo, le mandava sms, passava ore alla base radio di Aosta per ascoltare le comunicazioni di servizio. C’è un legame speciale tra i due, il fatto di vivere gare e allenamenti sempre insieme li rende quasi una singola entità. p er loro correre è una passione fin da piccoli quando seguivano le orme del fratello maggiore, anche lui esperto delle lunghe distanze tanto da aver corso sulla Muraglia Cinese. Correre è divertimento, sfogo dopo il lavoro, serve a Ulrich anche per riposare e recuperare energie.
s i corre perchè si ha voglia di farlo, solo per se stessi. l e gare si fanno per vincere, loro ne sono la testimonianza, ma diventano sempre occasione di confronto positivo con gli altri, dove si corre affianco all’avversario, non contro. Ulrich racconta sempre con piacere le ore trascorse insieme a Marco g azzola, il vincitore morale del Tor 2011: «mi ha aiutato quando ero in difficoltà, mi ha spronato ad andare avanti. Ci siamo messi d’accordo per alternarci a fare il ritmo. Marco è un grande atleta e un grande uomo».
Anne Marie e Ulrich vivono la corsa con uno stile tutto loro, stupisce la naturalezza con cui raccontano di gare a allenamenti di oltre 10 ore al giorno. Due atleti eccezionali che possono realizzare i loro obiettivi agonistici grazie alle loro famiglie che accettano sacrifici, allenamenti e gare in grande serenità perchè correre è divertimento e passione, la loro vita.
le regole di C onnie
l a trochita: 168 km. vento gelido. p ioggia. s olitudine. Una sola guida: i binari di una ferrovia abbandonata.
“ s ono la Connie. n on utilizzo titoli nella mia vita, sono semplicemente qui per vivere e per affrontare “cose”. n on penso che raggiungendo un determinato livello sportivo si riceva un titolo”.
Words Cornelia Zamernik
Photo by Arc’teryx
“ n on ho avuto molto tempo per pensare, sono sempre stata occupata con il posizionamento dei miei piedi. d ovevo mantere l’equilibrio e riconoscere i dislivelli prima che potessero sorprendermi loro. s ono stata molto esposta a vento e pioggia, ma i binari sono stati i miei amici e mi hanno indicato la strada. n on ho mai avuto paura e ho sempre saputo che tra le Ande ed il Cile non c’e’ ferrovia, per cui ad e squel, ai bordi delle montagne sarebbe finito tutto”.
“ l a Trochita è Un sogno che non pensavo di poter realizzare, ma che ho raggiunto attraverso la spontaneita’”
C’è posto nell’estremo, per le donne come per gli uomini. i percorsi sono gli stessi che si corra o che si arrampichi. Molte donne cercano pero’ di vendere “la donna” e non l’avventura. Questo e’ banale, semplicistico e non corretto nei confronti degli uomini.
“
“ n on ho mai paura, sono concentrata sulla montagna o sull’avventura che sto vivendo. n on elaboro la mia concentrazione con la paura o con l’adrenalina, ma mi affido alla mia esperienza, accumulata in 15 anni di attivita’. i l motore che mi spinge e’ la voglia di nuovo e la voglia di vivere il nuovo! Quando la situazione diventa veramente dura, non hai il tempo di elaborare nulla, devi semplicemente andare avanti “!
di corsa dove
i l primo ricordo che ho della corsa in montagna non è alquanto piacevole, circa tre volte a settimana mio padre obbligava me e mia sorella a svegliarci un ora prima del normale per andare a correre nei boschi dell’ e tna per prepararci atleticamente alla stagione sciistica. Un’oretta di corsa controvoglia per poi tornare a casa, doccia superveloce e scuola: una vera tortura! n onostante tutto con il passare degli anni quest’esperienza non mi ha fatto odiare la corsa ma ha preparato la mia mente e il mio fisico a quella che poi sarebbe diventata una delle mie più grandi passioni. n on mi posso sicuramente definire un atleta della corsa in montagna, nonostante la pratichi da diversi anni sono sempre stato un pò incostante negli allenamenti, più che uno sport per me correre è sempre stato un modo di sentirmi libero, cercare i miei limiti e scoprire le montagne che avevo intorno. s olitamente si preferisce correre nell’ambiente che più ci è congeniale, per alcuni la strada, per altri i sentieri, in riva al mare, sulle colline, su creste esposte in montagna, per me sono stati i vulcani. Correre su un vulcano attivo è un’ emozione unica, la difficoltà dell’ascesa, il terreno instabile e l’orecchio sempre teso per cercare di carpire che cosa succede sotto i nostri piedi. g ià, perché correre su un vulcano attivo significa avvicinarsi (sempre con cautela) a contesti decisamente pericolosi! i vulcani sono l’espressione più lampante che viviamo su un pianeta in continua trasformazione, generano nuove rocce, colate di lava, cenere, lapilli e bombe, esplosioni che possono cambiare l’aspetto del
paesaggio circostante. Mentre correndo sulle Alpi o le d olomiti il rischio più grande che si può correre è quello di beccarsi un temporale e un fulmine in testa, correndo su dei vulcani attivi bisogna considerare anche il rischio di esplosioni e il conseguente “lapillo” sulla testa. n on potrò mai dimenticare l’esperienza che ho vissuto durante l’eruzione dell’ e tna nel 2001, quando insieme a Beppe ci siamo ritrovati a correre più veloce di un centometrista giamaicano per evitare una pioggia di lapilli che cadevano a qualche metro da noi o come quando ci siamo avvicinati troppo ad una colata lavica e ci siamo ritrovati senza le suole delle scarpe. i nsomma correndo sull’ e tna non ci si annoia mai! s ullo s tromboli invece correre guardando le esplosioni è all’ordine del giorno, la corsa su i ddu (così viene chiamato il vulcano dai siciliani) è un esperienza mistica, si sale seguendo il ritmo delle esplosioni invece che quello del tuo cardio, e a rendere questa esperienza ancora più psichedelica ci pensano i gas che ogni tanto sei costretto a respirare e ti mandano in debito d’ossigeno. l a discesa invece è una vera goduria, 900m di dislivello in un pendio di 40° di finissima sabbia vulcanica che in pochi minuti ti fionda fino in mare. s ull’ e tna, quella che noi siciliani chiamamo “a muntagna”, ho fatto la mia prima esperienza agonistica di corsa in montagna, insieme a mio padre ho partecipato alla traversata dell’ e tna, una gara a staffetta dal versante sud a quello nord del vulcano, da lì mi sono cimentato in altre competizioni: la r ed bull g iant of volcano, il g iro dei parchi d’ i talia, la vesuvio vertical
Testo Marco Tomasello
Immagini Beppe D’Urso
nasce il mondo
kilometer. l’esperienza accumulata in queste gare ha fatto crescere in me la voglia di organizzare una competizione sui vulcani siciliani ma con uno spirito diverso da una corsa prettamente agonistica, volevo organizzare un evento che unisse la sensazione di libertà della corsa con l’adrenalica sensazione di salire su una montagna “viva”. g razie a g abriele, un altro “malato” di vulcani come me siamo riusciti ad organizzare il primo trail running sui vulcani siciliani: il s icily volcano Trail. Una corsa di 100km e 4500mt di dislivello in 5 tappe: vulcano, s alina, s tromboli nell’arcipelago e oliano e le ultime due tappe sull’ e tna. Quattro vulcani estremamente diversi l’un l’altro. vulcano affascina per i colori variopinti, il giallo accesso dello zolfo e l’odore delle fumarole. s alina è un vulcano spento, è per questo il più verde di tutti mentre le esplosioni continue e senza interruzione rendono lo s tromboli decisamente unico, anche se si sale di corsa e si scende come dei razzi planando sulla morbida sabbia nera, è frequente ammirare durante la propria ascesa di corsa un esplosione di i ddu. l’ e tna è il vulcano per eccellenza, durante l’ascesa la vista spazia dai fumanti crateri sommitali fino alle isole e olie e la Calabria, mentre il
terreno è a dir poco variegato: la sabbia vulcanica, la tagliente lava delle ultime colate e la neve mettono a dura prova le suole degli atleti. o rganizzare questo evento ma soprattutto vedere le facce sorridenti ed entusiaste degli atleti a fine corsa che condividevano le mie stesse sensazioni mi ha spinto a ideare un’altra competizione sui vulcani: l’ e tna sky Marathon, una maratona di corsa in montagna lungo le pendici dell’ e tna. g razie alla partecipazione di atleti del calibro di Marco d egasperi, s herpa d awa d achhiri, Mario p oletti, Marco Zanchi, Manuela Brizio e grazie anche al supporto tecnico di un veterano della corsa in montagna come g iorgio p esenti siamo riusciti a far diventare questo evento la finale del circuito mondiale Mountain r unning i nternational Cup che si svolgerà il 6 novembre sul versante nord dell’ e tna. Queste competizioni mi vedono protagonista in veste di organizzatore e non più di atleta ma rimane sempre un atleta in famiglia che partecipa a tutti gli eventi che organizzo, è mio padre Umberto, che alla veneranda età di 65 anni non si è perso neanche un’edizione del s icily volcano Trail. i o ho solo una gara che sogno di correre: la d iagonale de Fous, un raid di 165km e quasi 10000m di dislivello positivo che si svolge 41
alle r éunion sul p iton de la Fournaise, uno dei vulcani più attivi del nostro pianeta, come dice il nome della gara una cosa da pazzi! i l mare, le esplosioni e la terra che ti trema sotto i piedi, i vapori di zolfo che ti fanno chiudere i polmoni, le rocce dai mille colori, le ripide discese sulla sabbia vulcanica e la tagliente roccia lavica, tante sono le emozioni che si hanno correndo sui vulcani.
Marco Tomasello è nato 33 anni fa a Catania, lavora come maestro di sci in Francia e guida vulcanologica sullo s tromboli e l’ e tna. Assieme ad altri appassionati di corsa in montagna ha creato la s kytribe, un’associazione che organizza competizioni di trail running e corsa in montagna sui vulcani attivi della s icilia. e ’ il direttore tecnico del s icily volcano Trail e dell’ e tna s ky Marathon. o ltre alla corsa una sua grande passione sono i viaggi, con gli sci a piedi o in bicicletta ha visitato diversi continenti.
www.aitnemed.com www.volcanotrail.it
TOR People
A cura di Davide Orlandi
Immagini Lorenzo Belfrond
“Lo sguardo emblematico di Marco Gazzola rimarrà il simbolo di questa incredibile edizione del Tor des Géants”
i l T dg . Una manifestazione, chiamarla solo competizione sarebbe sminuirla, di un intero territorio che si mostra in tutta la sua potenza. s embra piccola la vallèe, vista sulla cartina o spostandosi in macchina: un po’ di autostrada, qualche tornante e sei ovunque. Ma quando si sorpassa l a thuile dirigendosi a piedi, per sentieri, verso Cogne ci si perde per 80 km nel magnifico nulla, in mezzo ad una natura forte, incredibilmente integra. p oi il parco naturale del Mont Avic e la risalita da d onnas fino a g ressoney. g li spazi. Ho sempre lamentato la loro assenza nel mio paese. Ho dovuto ricredermi. i l Tor des g éants. e ’ giusto chiamarlo “ il Tor”? i o credo di no, di Tor ce ne sono tanti. Uno per ognuna delle persone che lo hanno pensato, realizzato, amato, aiutato o corso.
C’è il Tor di chi lo ha concepito e permesso: l a regione val d ’Aosta con il suo lungimirante Assessore Aurelio Marguerettaz, che per primo ha visto e sfruttato al meglio la potenzialità insita nel territorio valdostano e nei suoi orgogliosi abitanti. C’è il Tor di chi lo ha organizzato: Alessandra n icoletti e i tutti i mitici volontari. Ci avete fatto sempre sentire sicuri e a casa. n on posso dimenticare, alla base vita di valgrisanche, la magnifica nonnina che sorridente e piena di energia, mi ha servito alle due di notte, prima di ripartire, una pasta in bianco al tavolo. l’ho abbracciata e baciata con sincero affetto. C’è il Tor di chi crede nei progetti quando ancora devono affermarsi e li aiuta a divenire unici: g rivel, g ruppo Tecnica e 4810. Tre aziende che hanno ragionato an -
che con il cuore! C’è il Tor dei valdostani che ti incitano, ti aspettano all’ingresso dei loro paesi a tutte le ore, ti aiutano a sentire meno la fatica. Ci sono poi i 500 Tor dei 500 partecipanti. o gnuno in gara con se stesso. o gnuno con la sua motivazione. o gnuno con il suo amore per la montagna. C’è il Tor dei forti, dei professionisti, degli atleti. Ma si sono davvero sfidati? la risposta è si, ma con uno spirito differente. Correndo con Ulrich g ross (vincitore dell’edizione 2010) per fare i test delle calzature per questo magazine, mi sono reso conto di una realtà diversa. Mi ha raccontato di quanto aiuto si danno l’uno con l’altro. Aspettandosi, ripartendo insieme dalle basi vita durante la notte, così da essere più efficaci in due nelle risalite. Ho visto Ulrich sereno per il suo ritiro, pur pronto a vincere ancora ed ammirato, al contempo, dei vincitori di quest’anno, oltre che della mitica Annemarie (sorella di Ulrich e vincitrice 2010 e 2011). Abbiamo imparato a conoscere il significato di fair play reale con Marco g azzola. Ho visto l e s aux, g abioud (il vincitore), Annemarie g ross e g azzola stesso, al tavolino del bar all’ingresso di via r oma, applaudire, incitare ed accompagnare all’arrivo, giorno dopo giorno, tutti i partecipanti, fino all’arrivo dell’ultimo eroe: g ianni s avoia. Ho visto una regione intera in festa, in trepidazione. Ho visto partecipazione e coinvolgimento. n o, non riesco proprio a chiamarla solo gara. p er me è stato amore a prima vista. p er me è “tutta gente del Tor” che nelle prossime pagine prende voce e vi farà innamorare della propria esperienza.
UN PASSO DOPO L’ALTRO
di Roberto Terazzi
“Come sarà mai possibile percorrere 334.536 metri con un dislivello positivo di quasi 24.000 metri??? Questa domanda mi frullava per la testa dall’aprile 2010...
Benché spesso provassi a pensarci per trovare una risposta, la soluzione non arrivava, anzi la soluzione non era decisamente alla mia portata, il dubbio, che talvolta ha rischiato di divenire un vero e proprio tormento mi ha accompagnato per lunghi mesi, fatti ovviamente di alti, di bassi, e di molto bassi... o ggi però ho capito che la risposta è semplicissima, e non l’ho trovata io, è lei che è venuta da me, si è palesata in una fantastica camminata di 126 ore 12 minuti e 55 secondi, ed è molto semplice: percorrendo un metro dopo l’altro, mettendo in fila una serie di singoli, semplici, passi. o k, la serie potrà sembrare un po’ lunga, ma alla fine è stato proprio così, il mio Tor si è rivelato una strepitosa avventura fatta da una serie di singoli passi, tutti meravigliosi,
semplici e perciò tutti alla mia portata, tutti goduti dal primo all’ultimo e assaporati nella loro unicità e specificità.
l unghi mesi a domandarsi quale fosse il modo giusto di allenarsi per una gara così speciale, unica, e poi d’un tratto, domenica 11 settembre alle 10.00 mi sono ritrovato con davide sotto lo striscione della partenza.”
PRE-QUEL
Aprile 2010 durante la lettura di Meridiani dedicato al T dg edizione “zero” mi venne spontaneo pensare: “ i o ce la farei a compiere un’impresa del genere?” p er alcune settimane non ne feci parola con nessuno, ma dentro di me il desiderio di mettermi alla prova cresceva giorno dopo giorno. e ro reduce dalla partecipazione come volontario ad uno progetto di ricerca del C nr dal curioso titolo “ l o stress ossidativo negli allenamenti di resistenza”, nel corso del quale avevo avuto la possibilità di conoscere ricercatori e preparatori atletici. Così decisi di rivolgermi a loro per essere guidato nel cammino di avvicinamento al tentativo di iscrizione all’edizione 2010 del T dg . i nutile raccontarvi lo stupore e l’entusiasmo che invasero le persone da me contattate, ed immediatamente ecco la posta elettronica piena di mail con tabelle con la descrizione dei “lavori” da svolgere per una preparazione ottimale.
“ l avori” è questa proprio la parola che non ha mai trovato la giusta collocazione nella mia testa abbinata alla mia voglia di avventura.
Centinaia di chilometri, obiettivi precisi, miglioramento della mia capacità di resistenza, estremizzare la capacità di recupero. p er farla breve tre mesi di “lavori” al mare, in pianura e finalmente anche in montagna. e ro preparato fisicamente. Mancava solo l’iscrizione, entro il 20 agosto 2010, ma non mi decidevo a farla, ho più volte compilato il form elettronico sul sito del T dg , e poi, chissà perché ho sempre cliccato sul comando “Annulla”. n ella mia testa, la paura di non farcela mi ha condizionato a tal punto da non trovare il coraggio di iscrivermi. l’avevo presa troppo seriamente, era diventato proprio un “lavoro” e non un’affascinante avventura. d opo il 20 agosto 2010 ho passato delle settimane decisamente buie, il mio morale era indiscutibilmente sotto i piedi. n on ero alla partenza. Basta, nella mia testa il Tor non esisteva più, avrei voluto non aver mai acquistato quel numero di Meridiani!
APRILE 2011 – UN ANNO DOPO - COLPO DI SCENA
i ncolonnato sulla A4 dopo una normale giornata di lavoro, ricevo una telefonata da d avide, che mi annuncia la possibile “nostra” iscrizione
al T dg 2011, così senza possibilità di riflettere, prendere o lasciare, avevo avuto in dono, inaspettatamente, l’opportunità per la vera sfida. Archiviato definitivamente e senza appello il termine “lavoro” mi sono concesso solo meravigliose opportunità per fare tanti passi, ma tanti davvero, con un’unica condizione: godere di ognuno di essi ogni qualvolta avrei “potuto” e non “dovuto” uscire in allenamento n on mi importava più nulla di tabelle e “lavori”, “ogni singolo passo” è diventato in fretta il mio motto. e ffettivamente, mi rendo conto sia un po’ semplicistico sostenere che per completare il Tor des g èants, sia sufficiente eseguire in ordinata sequenza una serie di singoli passi, e che per compierli bastino i piedi e la testa, ma il mio Tor mi piace ricordarlo così. Alla resa dei conti non mi sembra di aver fatto nulla di eccezionale, anzi sono convinto di non aver fatto proprio nulla di straordinario.
SEQUEL
i l mio Tor, vissuto con la mia testa e i miei piedi a singoli passi, ora costituisce una sorta di voragine spazio-temporale nella mia vita, nelle mie esperienze, nella mia memoria. Tutto quello che è avvenuto prima della partenza mi sembra lontanissimo, ad esempio i minuziosi preparativi dello zainetto e del borsone giallo del sabato pomeriggio mi sembra di averli fatti un secolo fa. Mi piace pensare al borsone giallo con il mio numero di pettorale, anche lui ne ha fatta di strada, con lui tutti gli altri borsoni, ognuno con il suo numero, sono stati puntualmente trasportati dall’organizzazione in pulmino da una base vita all’altra, e nel frattempo io e i miei compagni di avventura viaggiavamo a piedi, passo dopo passo sui sentieri del Tor. s olo pochi importantissimi ricordi della mia vita hanno attraversato questa voragine praticamente indenni, ovviamente non posso e non voglio raccontarveli qui, ma giusto per darvi una idea sono del tipo “il mio primo bacio” e cose del genere per intenderci.
i giorni, le ore, i minuti e i secondi vissuti lungo i sentieri del Tor e le persone che ho incontrato hanno avuto per me una bellezza ed una intensità tale da far letteralmente evaporare la fatica e da lasciarmi solo lo stupore e la meraviglia di aver avuto il coraggio di intraprendere una avventura del genere.
Mi è anche rimasta una convinzione: ognuno è in grado di fare un po’ di più di quello che è abituato a credere di poter fare. Anche l’impresa più impegnativa può essere affrontata con umiltà e in serenità, semplicemente “un passo dopo l’altro”. 47
GENTE DEL TOR > GENTE DEL TOR > GENTE DEL
“Il Tor des Géants è stata la prima grande competizione sponsorizzata da Tecnica entrando nel trailrunning, quando il TdG era amcora solo un progetto, e ha quindi un posto speciale nel nostro cuore, come il primo grande amore.
Il Tor des Géants non è una semplice gara di trail: è soprattutto una eccezionale esperienza umana, individuale e collettiva. La natura meravigliosa della Valle d’Aosta è un palcoscenico unico al mondo, ma la vera differenza la fanno gli attori, che sono i veri “giganti” del TdG: i fantastici volontari dell’organizzazione, i runners di ogni livello, età e provenienza che si ritrovano insieme per una settimana condividendo fatica ed emozioni, vivendo insieme ad un’intera comunità che li accoglie e li sostiene come se tutti fossero parte di un’unica, grande famiglia. Nel TdG riescono a convivere la dimensione epica di un’impresa sportiva straordinaria con la dimensione umana di una “normalità” fatta di amicizia, condivisione, partecipazione aperta a tutti: è forse questa miscela che rende unico il Tor des Géants, e che l’ha fatto diventare in così breve tempo un appuntamento irrinunciabile per la comunità dei trailers”
Alessandra Nicoletti
Responsabile
Per prima cosa s’impone una domanda, perché, io che sono più un “climber” che un “runner” ho scelto di fare questa gara? Innanzitutto sono stato colpito dall’alto livello di avventura. C’è un magico segreto nel TDG che è difficile da capire: nonostante la sua lunghezza e gli spaventosi dislivelli, è tutto sommato ragionevole chiuderla in 150h. Forse “ragionevole” è la parola sbagliata, forse “possibile” o “realistico” sono più adatte, e se la durezza del percorso ti preclude una lunga corsa all’aria aperta, ti mette nella condizione di organizzarti una lunghissima camminata. Devi agire con saggezza, munirti di grande entusiasmo e cameratismo. Quando sei un climber e uno snowboarder come me, passi un sacco di tempo a riflettere sul tipo di terreno e di montagne che dovrai affrontare e ad essere infastidito dal tempo che sprechi per l’avvicinamento. Con il TDG è diverso, hai il tempo di riscoprire i veri “fondamentali” di tutti questi sport: le montagne. Il TDG ha 32 grandi vette e innumerevoli viste mozzafiato, che camminando lentamente ti fanno riscoprire la natura olistica della montagna di cui ti sei innamorato. Un altro plus di questa gara è lo spirito rilassato dei partecipanti. I runners di montagna si aiutano e simpatizzano tra di loro. La competizione esiste ma è più a livello personale, non ci sono manifestazioni esteriori di “ego”. Forse è più facile da capire se vi dico che, in generale, le prime due tappe ti fanno buttare fuori tutto l’ego e completare la gara, piuttosto che vincerla, diventa il traguardo per chiunque. E così ritrovi la magia.
Il Tor des Géants nasce da un sogno, organizzare una corsa di trail-running lungo i sentieri della Valle d'Aosta. Sono diversi anni che organizziamo corse in montagna di lunga distanza e l'idea di far conoscere i sentieri valdostani, le nostre vallate e le nostre montagne è sempre stato uno dei nostri desideri. Il percorso era già pronto: le Alte Vie della Valle d'Aosta. Un vero e proprio viaggio nel cuore della Vallèe, ai piedi di tutti i maggiori 4.000 regionali. Il TDG è la vera espressione dello spirito trail, un'intera regione si riunisce per condividere un'esperienza unica insieme ai corridori. Ogni concorrente viene riconosciuto, dai “montanari” valdostani, come un nuovo amico della montagna stessa. Questo spirito, che forse si era andato perdendo, è ritornato con forza e rappresenta, secondo me, la vera forza del TDG. Da parte mia, vedere la gioia di tutti i partecipanti, corridori o volontari, ogni volta che un atleta taglia il traguardo, è un'emozione immensa. La felicità che si legge negli occhi di tutti, anche a distanza di tempo, nel raccontare la propria esperienza è il regalo più grande che il TDG potesse farmi.
Il Tor non è solo mettersi alla prova, non è solo ricercare dei limiti, è anche e soprattutto vivere intensamente sensazioni nuove e scoprirle ancora più intense di quanto avessi immaginato. E’ però anche la possibilità, rara per uno sportivo dilettante, di incontrarsi alla pari con i campioni di questa attività e scoprirli sorprendentemente veri e lontani dai cliché di quasi tutti gli altri sport. E’ un sogno, un viaggio, una passione. Sono le notti di pioggia e quelle di luna, la solitudine, la solidarietà e la compagnia, le lunghe file di luci nel buio, tutta la valle d’Aosta drogata di entusiasmo, il sonno, la fame, il dolore e la gioia. Insomma, intollerabile non provarci almeno una volta. La cosa più sorprendente di tutte però, è che dopo due giorni ripartiresti per farlo di nuovo.
POETICO, NUOVO CHE PUNTA DRITTO E DECISO
Il mio orizzonte quotidiano è fatto di montagne che influenzano le mie azioni
Mi è capitato di decidere di fare il
Mezzalama, senza avere mai fatto una gara di sci alpinismo, per sfida e perchè il Rosa era li. Lo stesso col Tor: Il percorso passa davanti a casa e la Vecchia e è da sempre nei miei occhi eppure non ci ero mai stato. In 5 mesi ho cercato di diventare un ultra runner. Chilometri e chilometri in primavera, tutto il percorso ad agosto, passavo e ripassavo dalla Vecchia, pensavo che sarebbe stato bello solamente chiuderlo, il Tor, certo che il fuoco della competizione mi avrebbe per una volta lasciato in pace. Invece no, allenandomi in estate con Giancarlo è ricomparso, prepotente. Scoprivo ogni giorno ed ogni notte qualcosa di nuovo di me. Avrei corso il mio Tor, non sarei partito solo per finirlo, ma per finirlo come volevo, abbastanza presuntuoso da seguire una tabella oraria, per finire il giorno immaginato. E così è stato, ho camminato veloce in salita e corso in discesa ed in piano, mi sono fermato solo a mangiare, non ho dormito, ho continuato e per 100 chilometri stavo bene. Un tendine mi ha fermato; mancava il resto dell’esperienza, ma quello che avevo percorso nei mesi passati fino a quel momento è stato così forte da appagarmi, almeno per quest’anno. Dopo un mese di riposo completo ho ripreso a correre, due giorni fa sono salito al Pinter e faceva quasi caldo, oggi è tutto bianco di neve Qualche giorno di gelo ed il Lazoney sarà pronto per gli sci
Durante una delle notti di gara, credo la terza, siamo passati sulla dorsale che divide la Valle d’Aosta dal Piemonte nei pressi del rifugio Coda. C’era una luna piena incredibile. Nonostante fossimo in piena notte, nell’aria tersa sulla sinistra distinguevi gran parte dei principali rilievi valdostani: il Monte Rosa, il Bianco, l’Emilius, la Tersiva, la Grivola. A destra invece era visibile la distesa della pianura: le luci di Biella e poi oltre, all’orizzonte, altre città. Ecco, credo che la magia del Tor des Géants stia qui. In questi attimi che ti porti dietro per mesi- forse per anni. I giorni dopo la fine del Tor mi è capitato quasi tutte le notti di sognare la gara. E’ il segno che le emozioni continuano a turbinare nel profondo delle interiora. Ma più che la gara – in quanto gara - quelli che sogno sono i luoghi: infatti nelle visioni oniriche non ci sono quasi mai gli altri – quelli che nella veglia chiamiamo “gli avversari”. Credo che il Tor sia in gran parte una gara con sé stessi, qualcosa che ti mette a nudo. E credo che questo valga per quasi tutti, perfino per quelli che la gara la fanno per “vincerla “ e non per “finirla”. Anche loro si confrontano con tutto ciò che il Tor ti muove dentro. Delle emozioni che sono andate smarrite nella dimensione ordinaria della vita: quelle legate ai ritmi naturali della vita, al contatto con il freddo, il maltempo, la paura, al rapporto con un corpo limitato, mortale e dolorante. Cose che gare più brevi o ambienti più circoscritti non possono darti. Rincantucciati in un mondo innaturale ed auto-referenziale pensavamo di non avere più limiti, avevamo staccato il cordone ombelicale con la realtà. Qui tutta la tua finitezza ti ritorna addosso brutalmente e la natura ti ricorda la verità: che non sei niente, stupido insetto pieno di te stesso. Non te lo ricordavi più, vero?
Eppure non fa così male. Si perde l’ego ma si ritrova un mondo infinito.
Betta e Gioacchino Gobbi titolari di Grivel, la più antica fabbrica di materiali di alpinismo, raccontano il loro Tor. Betta: Abbiamo deciso di essere sponsor del TDG con il cuore! Perché quando l’assessorato al turismo ci ha mostrato il progetto, abbiamo visto che l’obiettivo era di parlare al mondo della nostra Valle d’Aosta. Grivel, che esporta in tutti i paesi dove ci sono le montagne, ha sempre esportato anche il nome del Monte Bianco e si è sempre scontrata con la “credenza” che fosse un luogo solo francese. Non è vero! Oltretutto il lato italiano del Bianco è quello con le temperature più miti, dove c’è più sole! Un’ occasione unica di poter parlare finalmente della nostra terra e di poter spiegare che è un luogo speciale dove ogni valle, anche la più sconosciuta, ha una sua bellezza ed una sua peculiarità. Un mondo
tutto da scoprire fatto di natura, cultura e tradizione. Gioachino: Sono nato a Courmayeur, da sempre per me il posto migliore al mondo. Mi è sembrato importante poter condividere le emozioni che vivo ogni giorno. Accanto a questa parte emozionale, Grivel vive di montagna. Siamo i più antichi fabbricanti di materiali d’alpinismo. Dal 1818! E proprio grazie alla diffusione di questo sport che è nato sotto il Bianco siamo oggi un’azienda che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo. Da qualche anno Grivel ha una nuova sede, un’unità produttiva più grande dove, ai materiali d’alpinismo, abbiamo affiancato la produzione di ogni genere di bastoncino. Il bastone”Tor des Geants” è nato qui, dalla sinergia con i runners locali. In questa sede, dove tutto è prodotto usando l’energia del sole! Più ecologici e rispettosi dell’ambiente dove viviamo.
Lo spettro
paura: la regina dei sentimenti
Di Davide Orlandi
11 s ettembre 2011. p artiti. Cordoni di folla che applaude. r ido. e uforia. Attacca il sentiero. r itmo buono, veloce, ma non fluido: sarà che mi devo scaldare. Comunque sono allenato, oppure non abbastanza? primo piccolo dubbio, ma sarà l’emozione e poi fa caldo, stranamente caldo, umido. io l’umidità non la sopporto. voglio spezzare il fiato. r itmo sempre buono ma ancora meccanico, legnoso. r espiro male, altro che spezzare il fiato. Fingo serenità, ma sono nervoso. s pingo ancora perchè spesso mi è successo e, quando ho spinto, mi sono sbloccato, ma oggi no! p roprio durante la mia impresa! Quella che aspettavo, che ho voluto. Che nervi! Ma continuo pur non trovando quell’armonia magica tra gambe e fiato che allenta la fatica. Finalmente il primo valico e giù. i n discesa, sono sempre stato una scheggia, ma non è possibile! Anche qui niente! Mi sento legato. r istoro. Bevo molto. s udo, gocciolo, sono fradicio. Ma certo! n on c’è dubbio! e ’ questa stramaledetta umidità che non ci dovrebbe essere e invece sembra di stare nel Borneo, non in valle d’Aosta al Tor. i o sono un animale invernale! Continuo e finalmente cambia meteo: vento freddo, pioggia, tuoni. Credo di essere l’unico che benedice il cambio. e allora via. r eagisco, o almeno ci provo, ma se per un attimo la mia testa vede la luce dell’ottimismo, le mie gambe raccontano verità differenti. e ’ sera. Mi lamento anche del percorso, ce l’ho un po’ con tutti, soprattutto con me stesso. Base vita. s to meglio. Forse. i n effetti non sono affatticato come sembrava. Cos’è stato allora? e mozione? s i! deve essere stato quello, ci ho pensato troppo. v ia allora, alla luce delle frontali. s i viaggia bene di notte e finalmente sento il mio corpo. p rimo dei tre colli della seconda tappa. Foto. d iscesa. d olore. no ! g inocchio destro esterno, dolore forte, punge. o gni passo punge. vedi?! p roprio adesso che andavo. e ’ dura, non riesco, scendo lento e
questo mi frustra. p iano piano non ascolto più il male, ma rimango nervoso. s onno, fame, caldo, ma quanto mi sto lamentando! Mi sto sulle palle da solo, ma non riesco a farne a meno. p rimo pensiero negativo: non ce la farò. r istoro. s to meglio generalmente ma le gambe non girano come sanno fare, ma salgo ancora e siamo al secondo colle. Ma forse ci siamo allora! in effetti ora c’è una discesa, poi lo spauracchio del l oson e poi sono fuori anche dalla seconda tappa. Ma quella che dovrebbe essere il mio punto di forza, dove ho velocità, alta capacità di recupero e scioltezza, mi devasta: una discesa infinita che arriva addirittura a deprimermi ed il pensiero di ritiro a fondo valle mi invade nuovamente, tra l’altro il caldo ora è canicola estiva. Trovo le forze e riparto. l a salita dovrebbe essere la più dura, la più alta, la più tutto ed infatti così sarà. r itmo lentissimo e lo spettro che corre con me da 30 ore, ormai è dentro di me. io e robi, il mio amico, abbiamo anche una divergenza, che all’inizio non mi da noia, poi diventa un tarlo che nella discesa al buio mangia tutte le mie energie mentali. Arrivo a Cogne. sono solo. e’ quasi mezzanotte, sono nervoso, stanco e arrabbiato con me stesso con robi, con la gara, con tutto. notte, febbre, alta, tremo. e’ finita. leggendo queste righe a distanza di un mese è stupefacente vedere quanto sono ancora vive in me quelle sensazioni, ma soprattutto sembra incredibile pensare che tutto questo sia stato bellissimo. Masochista? Forse un po’. Ma ciò che è intenso è sempre fondamentale per crescere ed oggi mi sento bene sono contento del mio fallimento, sono felice di raccontarlo senza peso, ho scoperto che la gara in sè sarebbe svilente per raccontare il Tor. il mio Tor è fatto di persone, volti, parole, colori, sentimenti. il mio Tor è stato tutto tranne che fallimentare. il mio Tor è stato incredibilmente unico. il mio Tor l’ho concluso quando robi è arrivato 107 in 120 ore. il mio Tor è stato un buon allenamento per quello del prossimo anno.
Correre una gara di ultra trail è proprio una sfida, con gli altri runners tra le montagne ma, prima di tutto, con se stessi. Correre un’ultra trail, infatti, significa saper faticare, saper resistere, ma soprattutto sapersi auto sostentare. Questa è la vera impresa dei g iganti. Bisogna saper scegliere non solo la tattica ma anche la strategia vincente, saper gestire mente e corpo con la miglior saggezza ed esperienza, ottimizzare l’aspetto della nutrizione oltre che, ovviamente, quello tecnico-logistico. n on bisogna dimenticare l’importanza dell’idratazione: bere regolarmente è indispensabile contro i disturbi digestivi e favorisce il corretto funzionamento dell’organismo.
l a disidratazione implica un abbassamento rapido della forza muscolare e della capacità di resistenza: una perdita del peso dovuta ad una diminuzione dei liquidi corporei può portare ad una perdita di performance fino al 10%.
l a lotta contro la disidratazione è una priorità assoluta della gestione del Tor des g éants: in caso di squilibrio si può avere un aumento della temperatura corporea e il corridore, pertanto, deve sapersi idratare preventivamente e costantemente.
i l consiglio è quello di bere 150 ml di acqua (in termini pratici mezzo bicchiere) ogni mezz’ora-quaranta minuti, senza attendere la sensazione di sete. l’acqua, infatti, oltre che essere eliminata in maniera evidente attraverso le urine, viene consumata dal nostro corpo per favorire il corretto funzionamento muscolare, viene smaltita con la sudorazione in quantità più o meno consistente e attraverso il vapore acqueo della respirazione. Quando l’organismo è in riserva di liquidi tende a preservare l’acqua e lo stimolo ad espellere liquidi viene meno. Una verifica dello stato di idratazione è il controllo delle urine: se sono troppo scure significa che l’atleta si trova in uno stato di carenza idrica. per quanto riguarda la miscela è bene alternare borracce di sola acqua a borracce di acqua e sali minerali. e’ importante che queste ultime siano piuttosto diluite durante la corsa in modo da facilitare l’assorbimento dei micronutrienti. Una miscela troppo concentrata potrebbe creare problemi a livello gastrointestinale, oltre che generare ulteriore sensazione di sete. il manifestarsi di eventuali disturbi digestivi potrebbe esser dovuto, oltre che all’intensità della gara ed allo stress, all’importante volume di liquidi ingeriti e a tratti di gara in forte pendenza corsi velocemente, con conseguente vasocostrizione dell’apparato digestivo. ecco perché è consigliabile moderare l’andatura in questi tratti, evitare di alimentarsi prima di discese lunghe e impervie e prevedere successivamente delle piccole pause di recupero.
“Come S.O.S. tentarsi al Tor des Géants”
p er limitare il più possibile questo genere di disturbi assai diffusi tra i corridori e limitare lo stress è consigliabile mangiare in un ambiente tranquillo, masticare minuziosamente gli alimenti senza fretta e lasciare il punto di ristoro camminando, prima di riprendere la corsa. n ei punti di ristoro è bene anche sapersi orientare nella scelta degli alimenti da assumere: la prima regola è quella di lasciarsi guidare dall’istinto ma con moderazione, risulta molto vantaggioso limitare le porzioni e scegliere alimenti a basso contenuto di grassi, poiché rallenterebbero la digestione richiamando sangue allo stomaco e sottraendolo ai muscoli. i n questo caso gli integratori energetici potrebbero essere d’aiuto durante il percorso: essi contengono tutti gli alimenti necessari ad un’alimentazione efficace e bilanciata. Qualora la nausea la facesse da padrona sull’apparato digerente è consigliabile attendere che si attenui e successivamente assumere alimenti in forma liquida come, per esempio, minestre leggermente salate o bevande gassate tipo cole. Questi sono solo piccoli avvertimenti di cui far tesoro per imparare a s.o.s.tentarsi in una delle gare più belle ed eroiche del mondo dell’ultra trail.
MENO UNO
“2857mt Passo Alto prima di scendere verso Valgrisanche, investiti dal temporale”
Come vivere meglio il Tor con un problema in meno
Affrontare il Tor d es g éants per la prima volta è un’avventura immediata. g ià! d al minuto zero i dubbi ti si accumulano nel cervello.
l a gara di otto, dodici. venti ore è una cosa, gestirsi per una settimana è un altro sport. Anche solo nell’organizzazione.
Una domanda ti rimbalza per giorni nella testa: cosa mi porto?
Mi sono sentito come quattro anni fa in n epal, non avevo idea di cosa avrei trovato. l a prima volta nasconde dentro l’avventura fin da subito.
d a buon milanese fighetto, ormai mi prendo in giro da solo, sono infatti famoso per essermi presentato con il “beauty” anche a quote ed in luoghi insospettabili, sai non si sa mai chi puoi incontrare!! i nsomma, da buon meneghino, mi trovo a portarmi tutto e di più a Courmayeur e poi, borsone giallo davanti (te lo da l’organizzazione e solo quello
dovrai usare!) e l’osservazione degli altri, mi diranno cosa scegliere. ritiro il pettorale, stringo la mano ad Ulrich gross, saluto due amici valdostani, mi giro e mi allungano il borsone. Bello. v isibile. pi CC olo ! i ndiscutibilmente piccolo!
Ciò che ritenevo impossibile si realizza con estrema facilità: ci sta praticamente tutto, anche una bella “dose di futile”, che non si sa mai! (tanto non lo porto io sulle spalle, una volta tanto). Qualche ora dopo consegno il suddetto all’organizzazione, che puntuale me lo recapiterà ovunque io mi trovi. i nizio a riflettere sul fatto che per la prima volta in vita mia ho fatto stare tutto in un borsone ed avanzava anche spazio. i mpossibile! Certamente la roba che ho non basterà. n e sono certo, ma
Di Davide Orlandi
“lungo gli infiniti e selvaggi 11km di salita al Loson tra branchi di stambecchi e caprioli, nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso”
sono altrettanto certo che non posso ormai farci nulla. v ia! Alla partenza! d i questa gara ho corso “solo” 102 km in 37 ore (notte, doccia, pasti, soste e cambi d’abito compresi). g ià! Cambi d’abito: in un così breve lasso di tempo il clima è variato in maniera sostanziale almeno quattro volte non solo a seconda della quota: dalla partenza di Courmayeur umida e calda, al vento gelido del colle Arp, alla pioggia fredda della discesa in valgrisa, fino al caldo secco di un sole caraibico della salita al l oson del giorno seguente. Avere l’attrezzatura corretta è fondamentale per affrontare un’impresa come questa. e d io ero molto dubbioso che in quel misero spazio potessi avere tutto. Montura, invece, mi ha stupito, non c’è stato un secondo in cui non avessi tutto il necessario: canotta ipetraspirante
e ciclisti fermi e morbidi addosso per il caldo umido, un’impalpabile giacca e gilet antivento (con quel gilet potrei viverci) che a 3000 mt sotto la tempesta mi hanno protetto come fossero un enorme piumone, maglie con o senza cerniera, con taschine tattiche per barrette od altro ed asciugabili in tempo zero, pantaloni 3/4 sui quali avevo dubbi in merito all’utilità e mi sono dovuto, come sempre, ricredere, con il freddo riparano come i lunghi ma sei più libero. Affrontare queste gare vuole dire affrontare svariati problemi e risolverli o quantomeno conviverci, che dire, questi intoppi possono essere davvero tanti, con un in meno in testa viaggi più leggero! p oi c’è chi diventa un finisher e chi no.... ma questo l’abbiamo già detto mi pare! Fighetto milanese
“Roberto Terazzi, Soul Running Team By Montura, Finisher del TDG 2011”
DI SIUSI RUNNING PARK
A pochi passi dal cielo
Di Marcella Magliucci
Fascino training e competizione si coniugano nello spettacolare
Running Park del comprensorio dell’Alpe di Siusi, luogo d’elezione
insostituibile per trail runners, maratoneti e scattisti, nonchè teatro
del primo Test delle Scarpe di Soul Running.
Clima, altitudine e conformazione geografica eccezionale fanno dell’Alpe di s iusi un luogo meravigliosamente adatto per un allenamento in grado di soddisfare anche i runners più esperti, come nel caso dei professionisti kenioti che, per il quinto anno consecutivo, hanno scelto il comprensorio dell’Alpe di s usi come loro campo di allenamento estivo per la stagione 2011. i ndiscutibilmente gli atleti più forti del mondo, i corridori kenioti con le loro sessioni di work-out hanno ispirato la nascita, nel 2010, del r unning p ark Alpe di s iusi, un perfetto intreccio di sentieri composto da otto tracciati circolari che si snodano attorno all’Alpe di s iusi e da dodici percorsi che incorniciano i paesi di Castelrotto, s iusi e Fiè allo s ciliar. Tutti ben bilanciati e perfettamente segnalati, con distanze a difficoltà diverse, danno vita a un totale di 180 chilometri di parco con sentieri che corrispondono alle direttive dell’ o iss
– i stituto austriaco per la costruzione di scuole e impianti sportivi. Classificati, segnalati e apprezzati dai runners di tutti i livelli, i tracciati sono divisi in tre categorie: tracciati in piano, adatti ai principianti, tracciati di difficoltà media con dislivello rivolto soprattutto ai corridori di livello avanzato e tracciati difficili, con dislivello soprattutto per corridori esperti con esigenze specifiche. i l grado di difficoltà dei sentieri è indicato dai colori blu, rosso e nero ed è quindi di facile, immediata e universale comprensione. Bello, stimolante e molto vario l’Alpe di s iusi r unning p ark può contare anche su un ulteriore e insostituibile atout: una posizione unica al mondo che fa si che, otto dei percorsi proposti, si trovino ad un’altitudine compresa tra 1800 e 2300 metri e che, i restanti dodici, siano situati tra 900 e 1100 metri s.l.m: un saliscendi non asfaltato, immerso in un paesaggio
mozzafiato, dove la severa regolamentazione del traffico contribuisce all’assenza di elementi di disturbo e amplifica il fascino di questo sport. i deale per la maratona, ma altrettanto perfetto per un allenamento che ha come obiettivo il dislivello, infatti concatenare i circuiti a diverse quote è automatico, semplice e risulta un training di un’efficacia assoluta per runners che si cimentano nelle discipline più disparate: dall’endurance alle sky race fino al vertical kilometer (il mitico Urban da noi intervistato nelle pagine precedenti e campione mondiale di questa disciplina, è un local ed è su questi pendii che costruisce quotidianamente le sue vittorie) d a quota 800 metri dell’incatetevole Fiè allo s ciliar fino ai 3000 metri della cima del s asso p iatto, tutto è percorribile di corsa. Basta volerlo! Con queste caratteristiche uniche, è assolutamente logico che questi luoghi si confermino il palcoscenico ideale per la v e dizione dell’Alpe
di s iusi r unning, gara amatoriale in programma il 22 luglio 2012 (data da confermare). Appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di running, la gara si svolgerà lungo un percorso di 12,7 chilometri che si snoderà tra saliscendi montani e paesaggi da mille e una notte. i partecipanti, divisi in categorie maschile e femminile previste dal F id A l , saranno accompagnati e motivati durante tutta la gara dai professionisti kenioti. Un’occasione da non perdere dunque, per conoscere da vicino alcuni tra i più grandi atleti del mondo e per innamorarsi perdutamente di un luogo magico e incontaminato, dove si corre a pochi passi dal cielo.
PER INFORMAZIONI:
Alpe di Siusi Marketing Soc. ccop. Via del Paese 15 I-39050 Fiè allo Sciliar - Tel. 0471 709600 – Fax 0471 704199 - www.alpedisiusi.info
T EST T RAIL S HOES 2011/2012
TEST RUNNERS
ROBERTO TERAZZI
ANNEMARIE GROSS
ANDREA PIZZI
ULRICH GROSS
DAVIDE ORLANDI
Nelle prossime 38 pagine il magazine cambia volto, per fornire un servizio ad hoc per i lettori e i negozianti. I primi potranno trovare informazioni dettagliate sulle scarpe che vorranno acquistare, i secondi sapranno indirizzare meglio nell’acquisto i loro clienti. Il nostro ambizioso obiettivo è essere utili anche alle aziende che, attraverso i nostri giudizi, a volte anche severi, possano trovare spunti utili al miglioramento della propria gamma, per adattarsi alle molteplici esigenze di un settore in grande evoluzione ed espansione. In quest’ultimo anno si sono moltiplicati i prodotti in quest’ambito, al pari dell’aumento vertiginoso delle gare e degli adepti. Abbiamo provato, quindi, a fare un po’ d’ordine. Questo è solo l’inizio, però, dato che dopo un inverno di corse, dal 15 Marzo 2012, sarà disponibile in tutti i negozi di settore (outdoor, running, montagna, grandi catene) il Trade Mag dedicato alla scarpa “fuoristrada” e a tutte le sue declinazioni. Ci metteremo ai piedi oltre 50 paia di scarpa!
Le prime 25 le abbiamo già testate: Un pool di esperti (giornalisti, amateur e professionstii) che si sta rimpinguando in questi giorni, ha lavorato per voi, correndo realmente per quattro mesi, ogni volta che il tempo ed il clima lo hanno permesso, per portare un concreto servizio ai lettori ed alle aziende stesse, che da oggi avranno a disposizione un vero banco di prova e non solo una semplice vetrina.
Con un pizzico di coraggio e tanta passione noi proviamo a cambiare le regole. Potrete leggere i nostri giudizi e non trovarvi d’accordo, potremmo avere divergenze, potremmo pensarla diversamente, ma non potrete mai dire che non sono vissuti, veri e incondizionati. Sono le aziende stesse ad avercelo chiesto. Il settore è sano produce ottime scarpe. La professionalità deve essere riconosciuta e riconoscibile e l’unico modo è valutare i prodotti e le loro differenze con distacco.
Eccoci, quindi, a presentarvi una carrellata dei modelli 2012 provenienti da più conosciuti produttori, oltre a qualche gradita novità che abbiamo incontrato lungo i sentieri percorsi per testare queste scarpe. Dieci gambe e altrettanti piedi hanno corso e lavorato per creare questa guida, tra queste quattro molto illustri e veloci: Anne Marie e Ulrich
Gross sono stati infatti i nostri “test guest star”
L’Arco alpino ma non solo, viste le piacevoli digressioni nella Alpi Apuane, lungo l’Appennino ligure, in Svizzera e Germania, è stato lo scenario del test di Soulrunning. “Qualche” centinaia di chilometri e svariate migliaia di metri di dislivello per raccontare le nostre sensazioni, in presa diretta e certamente soggettive, per darvi delle indicazioni il più possibile utili sulla scelta della scarpa da utilizzare in gara o in allenamento. Senza la presunzione di dare dei giudizi assoluti abbiamo semplicemente messo a vostra disposizione la nostra passione e voglia di correre.
Troverete le informazioni relative al percorso dove è stato eseguito ciascun test, un’immagine della scarpa e in particolare della sua suola, uno degli aspetti più importanti per un modello da trail. Abbiamo deciso anche di redigere una tabella con tanto di punteggio, da 1 a 5 stellette, per ognuno degli aspetti che abbiamo ritenuto importanti.
ORLANDI & PIZZI
LEGENDA TEST SOUL RUNNING
NB: PER COMPRENDERE AL MEGLIO E UTILIZZARE LE NOSTRE VALUTAZIONI LEGGERE ATTENTAMENTE LA SPIEGAZIONE CHE SEGUE ED INCROCIARE SEMPRE I GIUDIZI ED I VOTI CON LA DESCRIZIONE DEL PERCORSO COSì DA CAPIRE AL MEGLIO LA RISPOSTA DI QUEL PRECISO ATTREZZO SU QUEL DETERMINATO TERRENO E POTER, QUINDI, ACQUISTARE UN PO’ PIù CONVINTI
GRIP: QUANTO LA SCARPA OFFRE IN TERMINI DI TENUTA SUL TERRENO, SIA IN SALITA CHE IN DISCESA
COMFORT: NON SOLO COMODITà NELLA CALZATA MA ANCHE QUANTO LA SCARPA ASSECONDA LA RULLATA DEL PIEDE
DESIGN: ANCHE L’OCCHIO VUOLE LA SUA PARTE
STABILITà: DIPENDE DA QUANTO IL PIEDE è SALDO ALL’INTERNO DELLA SCARPA, DALLA RIGIDITà TORSIONALE DELLA SUOLA E DAL SUPPORTO DATO ALLA CAVIGLIA
ADATTABILITà AL TERRENO: COME LA SCARPA SI DEFORMA PER ADATTARSI AL TERRENO SENZA INFLUIRE SULLA STABILITà.
ASSORBIMENTO DEGLI URTI: FONDAMENTALE IN DISCESA E NEI TRATTI DOVE SI CORRE PIù VELOCEMENTE. NON SOLO A LIVELLO DEL TALLONE MA ANCHE SULL’AVAMPIEDE PER NON SENTIRE LE ASPERITà DEL TERRENO
CHIUSURA: CARATTERISTICHE DELLA LINGUETTA, PASSAGGIO DELLE STRINGHE E AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE
TRASPIRABILITà: DIPENDE MOLTO DAI MATERIALI UTILIZZATI (MESH, GORE TEX...)
ADiDAS kANADiA 4 TR
UN MARCHIO CHE ALLO SNOBISMO DEI “SALOTTI BENE” DEL TRAIL FARà STORCERE IL NASO. ADIDAS? MA FIGURATI FA PRODOTTI COMMERCIALI. SORPRESA! COSì NON è!! LA SCARPA SI PRESENTA CON UN LOOK ACCATTIVANTE ED UNA SCELTA DI COLORI A DIR POCO MAGNIFICA, MA QUESTO DALL’AZIENDA TEDESCA CE LO ASPETTAVAMO; DOVE STUPISCE SUBITO è NEL GRIP. LA SUOLA PERMETTE, INFATTI, DI CORRERE SICURI ANCHE SU TERRENI TECNICI, ROCCIOSI, RIPIDI ED UMIDI. FAVOLOSA LA TRASPIRABILITà. LA PECCA è NELLA CALZATA: MOLTO COMODA E MORBIDA: TROPPO! NE VA DELLA STABILITà E NELLA ECCESSIVA RIGIDITà DELL’INTERSUOLA. COMUNQUE IL PRIMO ESPERIMENTO CI PIACE ASSAI!! BENARRIVATI IN MONTAGNA! PESO DICHIARATO: 340 G
Grip comfort desiGn stabilità adattabilità al terreno assorbimento
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
FielD TRiAl BY Davide orlandi
ASiCS
gel UpTeRRA 2
BASTA GUARDARE LA SUOLA DELLA GEL UPTERRA2 PER IMMAGINARE COME SARANNO GRIP E STABILITà IL DISEGNO DEL BATTISTRADA E LE SPESSORE DELLA GOMMA RENDONO QUESTA ASICS DAVVERO COMODA E ATTACCATA AL TERRENO LA STRUTTURA AVVOLGE MOLTO BENE IL PIEDE E LO TIENE STABILE AL SUO INTERNO PERMETTENDO UN APPOGGIO SEMPRE SICURO: MOLTO PARTICOLARE IL GUSCIO ESTERNO PLASTICO CHE AVVOLGE IL TALLONE E CHE, COLLEGATO ALL’ULTIMA ASOLA DELLE STRINGHE, CHIUDE PERFETTAMENTE IL PIEDE
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Percorso: FIè ALLO SCILIAR MALGA SESSEL
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo TeCNiCo
e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
PESO DICHIARATO: 300 G
BRookS CASCADiA 6
LA CASCADIA SENZA DUBBIO E’ UNA SCARPA DA GARA, FORSE NON PER LUNGHISSIME DISTANZE. APPENA CALZATA SI HA LA SENSAZIONE CHE IL TALLONE SIA POCO FASCIATO E STABILIZZATO, UNA SCARPA CHE SPINGE AD AUMENTARE LA VELOCITA’ GRAZIE ALLA LEGGEREZZA E A UN BUON AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE, DOVUTO AL PARTICOLARE POSIZIONAMENTO ASIMMETRICO DELLE ASOLE PER I LACCI. IL GRIP BUONO ANCHE SE IL DISEGNO NON PROFONDO, IN CASO DI FANGO PERDE IN GRIP. E’ UNA SCARPA ADATTA A CHI VUOLE CORRERE VELOCE IN ALLENAMENTI O GARE NON TROPPO LUNGHE ED E’ DISPOSTO A SACRIFICARE UN POCO DI COMFORT E SOSTEGNO. BUON AMMORTIZZAMENTO A LIVELLO DEL TALLONE, SULLE LUNGHE DISTANZE SI SENTONO I SASSI SOTTO L’AVAMPIEDE PESO DICHIARATO: 317 G
FielD TRiAl BY Andrea
pizzi
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello.
FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
DYNAFiT
FeliNe gTX
UNA MARCA “NUOVA” (OVVIAMENTE PER IL SETTORE) CHE EVOCA PROFESSIONALITA’ E PRECISIONE. E’ NEL SUO DNA.
ED IN EFFETTI NON DELUDE AFFATTO QUESTO ESORDIO, ANZI! LE DyNAFIT A GUARDARLE SEMBRANO SUBITO USCIRE DA CIO’ CHE SI E’ GIA’ VISTO, PROPONENDO UNA LINEA AFFUSOLATA ED ESSENZIALE, NON SEMBRANO SCARPE DA TRAIL IN AZIONE CI SI ACCORGE SUBITO CHE LA LEGGEREZZA E L’AFFIDABILITA’ SONO LA PRIMA PREROGATIVA: DOVE METTI IL PIEDE, STA!
LA SUOLA VIBRA E’ BEN STUDIATA UN UTILE “DENTINO” PROPRIO SULLA PUNTA AIUTA E NON POCO, SU ERRENO INFIDO E INSTABILE. E’ UNA SCARPA PER “PIEDI VELOCI”, MAGARI NON TROPPO ADATTA ALLE LUNGHISSIME DISTANZE LA CALZATA UN PO’ RIGIDA, TESA ANCHE SE AIUTA NELLA SENSAZIONE DI PRECISIONE CHE LA SCARPA POSSIEDE PESO DICHIARATO: 300 G
300 MT Di DiSlivello, MolTo RipiDo. BReve FAlSopiANo
SegUiTo DA UNA NUovA iMpeNNATA SU ghiAioNe FiNo A UNA lUNgA gAlleRiA NellA RoCCiA (FReDDo polARe!).
UlTiMi 100 MeTRi iN SAliTA SU RoCCiA CoN TRATTi
ATTReZZATi CoN CATeNe FiNo Alle veTTA
Descrizione Discesa: Dopo il pRiMo TRATTo CoN ATTeNZioNe peR l’eSpoSiZioNe e lA peNDeNZA Si lASCiANo ANDARe le gAMBe SU UNo SpleNDiDo ghiAioNe, RipiDo, TeCNiCo e DiveRTeNTiSSiMo. Ci Si RiCoNgiUNge iNFiNe AllA STRADA BiANCA.
temPo Di salita: 1h50’
temPo Di Discesa: 34’
BY Davide orlandi
hokA oNe oNe
MAFATe
CHE DIRE DOPO AVER CORSO IL TOR GUARDANDO I TALLONI DI TANTISSIMI STRANIERI CHE INDOSSAVANO LE “ZEPPE” NON VEDEVAMO L’ORA DI TESTARLE!! EFFETTIVAMENTE SIAMO IN ODOR DI INNOVAZIONE!! PRIMA SENSAZIONE: A DISCAPITO DELLE DIMENSIONI SONO DEI PESI PIUMA. SUBITO DOPO, INEVITABILMENTE, TUTTA L’ATTENZIONE VA ALLA SUOLA: IN SALITA SIA TECNICA CHE FACILE NON SEMBRA AVERE PROBLEMI. LA DISCESA SU TERRENO ANCHE RIPIDO MA FACILE E REGOLARE E’ LA PERFEZIONE: VOLI E NON FATICHI!! QUANDO IL FONDO SI FA INSIDIOSO: ROCCE E RADICI, LE DIMENSIONII NON CONSENTONO UNA VELOCITA’ D’AZIONE ALTA IL CERVELLO DEVE RECEPIRE CHE NON HA PIIU’ IL 42 MA UN 44 ABBONDANTE ED ALTO. BISOGNA AFFIDARSI ALL’ATTREZZO PASSO DOPO PASSO PERCHE’ NON SARA’ UNA SCARPA VELOCISSIMA, MA REGALA SODDSIFAZIONI INASPETTATE. TRUST IT!!
UNA DRITTA IN ESCLUSIVA : UNA VOLTA USATE PER UN PAIO DI USCITE, RENDERANNO MOLTO DI PIU’. AUMENTA IL GRIP E SI AMMORBIDISCE LA SUOLA, ADERENDO AL TERRENO SEMPRE MEGLIO PESO DICHIARATO: 320 G (8)
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Percorso: vAlle CiAMiN. pARTeNZA DAll’iNgReSSo Del pARCo NATURAle Dello SCiliAR Di SAN CipRiANo FiNo Al RiFUgio CiTTA’ Di BeRgAMo MT 2165
sviluPPo: 10 kM
D+: 950 MT
D-: 950 MT
Descrizione salita: iNiZiAleMeNTe SeNTieRo TeCNiCo e RipiDo SU FoNDo ANChe RoCCioSo e pReSeNZA Di RADiCi. SegUe lUNgo TRATTo SU STRADA BiANCA FiNo All’Alpeggio DA Dove iNiZiA UN SeNTieRo piU’ TeCNiCo, RipiDo e RoCCioSo.
Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA, veloCe e DiveRTeNTe NellA pRiMA pARTe FiNo AllA STRADA BiANCA
temPo Di salita: 1h17’ temPo Di Discesa: 40’
LE SI PRENDE IN MANO E SI E’ CONVINTI DI SOFFRIRE PER TUTTO IL GIORNO TANTO SONO MINIMALI, LEGGERE E CON UNA SUOLA INESISTENTE COME SPESSORE (2CM SUL TALLONE, DA 1 A 0,7 SULLA PIANTA DAVVERO POCO) ED INVECE
NO! IL NOME DELLA MARCA E’ AZZECCATISSIMO: DIVERSA SUL SERIO! SI TORCE E SI PIEGA COME UNA SCARAPETTA DA CLIMBING, MA AMMORTIZZA COME LE MIGLIORI FRA LE SUE COLLEGHE. HA UN GRIP AGGRESSIVO (MEGLIO ALLA SECONDA USCITA L’USO GLI FA BENE) ED E’ LA SCARPA PIU’ PRECISA IN ASSOLUTO
SE SI E’ IN FORMA E LA VELOCITA’ E’ L’OBIETTIVO, INNOVATE E’ LA SCARPA! OTTIMA! INFINE LE IMMANCABILI NOTE STONATE DEL NOSTRO OCCHIO CRITICO: LA LEGGEREZZA DEI TESSUTI FA SI CHE I VOSTRI PIEDI SI RICORDERANNO BENE DI ALCUNI SASSI VOLANTI (POCA PROTEZIONE) E LE GARE LUNGHE NON SONO CERTO L’AMBIENTE IDEALE PER QUESTO PRODOTTO (OK L’AMMORTIZZAZIONE INCREDIBILE IN POCO SPESSORE MA I MIRACOLI ANCORA NO).
PESO DICHIARATO: 212 G (8)
Grip comfort
desiGn stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti
FielD
Percorso: DA vAlBoNDioNe (900 MT) Al RiFUgio
CoCA (1898 MT)
sviluPPo: 2,9 kM
D+: 1000
D-: 1000 MT
Descrizione salita: TeATRo DA UN ANNo Di UNA
gARA Di veRTiCAl kiloMeTeR iDeATA DAll’iNeSAURiBile MARio poleTTi, il peRCoRSo SAle RipiDiSSiMo e DiReTTo FiN DA SUBiTo pRiMA SU TeRReNo TeCNiCo e BoSChivo e poi RoCCioSo e gRADiNATo FiNo Al RiFUgio. Descrizione Discesa: MASSiMA ATTeNZioNe peR
QUANTo RigUARDA lA FASe DiSCeNDeNTe SpeCie Nei
TRATTi RoCCioSi, A volTe iNSTABili. ARTiColAZioNi SeMpRe SolleCiTATe ANChe DAlle gRADiNATURe
ARTiFiCAli SpeSSo MolTo AlTe. temPo Di salita: 1h02’
temPo Di Discesa: 38’
TRiAl BY Davide orlandi
iNov8 RoCliTe 295
CALZATA ECCEZIONALE, CHIUSURA TRADIZIONALE BEN POSIZIONATA SUL COLLO DEL PIEDE E BEN PROTETTA DALLA
LINGUETTA: IL PIEDE E’ DECISAMENTE SEMPRE AL SUO POSTO. LEGGERE E FLESSIBILI SONO ADATTE A SALITE AGILI E VELOCI, LA PARTICOLARE SUOLA GARANTISCE UN BUON GRIP, MA NON IN TUTTE LE CONDIZIONI DI TERRENO COME PER ESEMPIO ROCCIA LISCIA INCLINATA E ZONE UMIDE. PERTANTO LA DISCESA DEVE ESSERE AFFRONTATA CON ATTENZIONE, SCEGLIENDO BENE GLI APPOGGI. AMMORTIZZAZIONE ACCETTABILE. BUONA LA TRASPIRABILITà PESO DICHIARATO: 295 GR (8)
gARA Di veRTiCAl kiloMeTeR iDeATA DAll’iNeSAURiBile MARio poleTTi, il peRCoRSo SAle RipiDiSSiMo e DiReTTo FiN DA SUBiTo pRiMA SU TeRReNo TeCNiCo e BoSChivo e poi RoCCioSo e gRADiNATo FiNo Al RiFUgio.
Descrizione Discesa: MASSiMA ATTeNZioNe peR
QUANTo RigUARDA lA FASe DiSCeNDeNTe SpeCie Nei
TRATTi RoCCioSi, A volTe iNSTABili. ARTiColAZioNi SeMpRe SolleCiTATe ANChe DAlle gRADiNATURe
ARTiFiCAli SpeSSo MolTo AlTe.
temPo Di salita: 1h02’
temPo Di Discesa: 38’
TRiAl BY Roberto Terazzii
lA FUMA
SpeeDTRAil
LA CASA FRANCESE PRESENTA UN PRODOTTO CHE RUGGISCE AI PIEDI FIN
VIBRAM, MOLTO BEN CONCEPITA! SU TERRENO TECNICO PERMETTE DI DIVERTIRSI E GODERSI LE SENSAZIONI POSITIVE UN’ ORIGINALE CHIUSURA DOPPIA REGOLA LA CALZATA COSI’ CHE IL PIEDE SIA FERMO E IL
SIONE. OTTIMA LA TRASPIRABILITà
PAGA QUALCOSA IN RIGIDITA’. MEGLIO, QUINDI, SU PERCORSI
PESO DICHIARATO: 250 (5)
FielD TRiAl
BY Davide orlandi
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42
lA SpoRTivA
C-liTe 2.0
IL GRIP DELLA C-LITE E’ ECCEZIONALE IN QUALUNQUE CONDIZIONE, IL DISEGNO DELLA TASSELLATURA MANTIENE LA SUOLA SEMPRE PULITA ANCHE IN CASO DI FANGO. APPENA CALZATA SI NOTA CHE IN PUNTA RIMANE DELLO SPAZIO VUOTO NONOSTANTE LA CALZATA SIA PRECISA: VI ACCORGERETE NELLA LUNGHE DISCESE QUANTO QUESTO SPAZIO SIA UTILE PER PRESERVARE LE DITA! LA GHETTA INTEGRATA ANCHE SE RENDE DIFFICILE L’ACCESSO ALLA PARTE INFERIORE DELLA STRINGHE FA DIVENTARE QUESTA SCARPA IDEALE IN CASO DI CONDIZIONI CLIMATICHE DIFFICILI, LEGGERMENTE CALDA IN ESTATE. LA C-LITE SPINGE IL RUNNER A CORRERE IN MODO AGGRESSIVO, IDEALE PER ALLENAMENTI E GARE DI MEDIA LUNGHEZZA, ANCHE IN CONDIZIONI METEO DIFFICILI PESO DICHIARATO: 290 G
Grip comfort desiGn stabilità adattabilità al terreno
Percorso: vAlle CiAMiN. pARTeNZA DAll’iNgReSSo
Del pARCo NATURAle Dello SCiliAR Di SAN CipRiANo
FiNo Al RiFUgio CiTTA’ Di BeRgAMo MT 2165
sviluPPo: 10 kM
D+: 950 MT
D-: 950 MT
Descrizione salita: iNiZiAleMeNTe SeNTieRo TeCNiCo e RipiDo SU FoNDo ANChe RoCCioSo e pReSeNZA Di RADiCi. SegUe lUNgo TRATTo SU STRADA BiANCA
FiNo All’Alpeggio DA Dove iNiZiA UN SeNTieRo piU’ TeCNiCo, RipiDo e RoCCioSo.
Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA, veloCe e DiveRTeNTe NellA pRiMA pARTe FiNo AllA STRADA BiANCA
temPo Di salita: 1h17’
temPo Di Discesa: 40’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
lA SpoRTivA
RApToR
OTTIME, LEGGERE, REATTIVE, UNA CALZATA FORMIDABILE. LE DUE ALETTE IN CARBONIO DIETRO AL TALLONE BLOCCANO IL PIEDE ALLA PERFEZIONE, ANCHE QUANDO NON SI ECCEDE NELLO STRINGERE I LACCI. MOLTO BENE SUI TRATTI TECNICI, IL GRIP E’ OTTIMO SUI TUTTI I TIPI DI TERRENO, LA STABILITA’ BUONA, ANCHE SE IN ALCUNI CASI E’ NECESSARIO AVERE CAVIGLIE BEN SALDE. LA REATTIVITA’ CONSENTE DI SPINGERE BENISSIMO NEI TRATTI PIU’ SCORREVOLI, A SCAPITO A VOLTE DELL’AMMORTIZZAZIONE. QUESTE CARATTERISTICHE LA RENDONO PIU’ ADATTA A PERCORSI MEDIO-CORTI BUONA LA TRASPIRABILITA’ PESO DICHIARATO: 325 G
Percorso: RiFUgio MeZZAlAMA vAl D’AYAS
sviluPPo: 7,8 kM
D+: 1400 MT
D-: 1400 MT
Descrizione salita: pAllA piAZZeTTA Di SAiNT JAQUeS, SeDe Di pARTeNZA DellA SToRiCA e RiMpiANTA MeZZAlAMA SkYRACe Si SAle SUBiTo DeCiSi lUNgo il SeNTieRo Che poRTA Ai piANi Di veRRA, TeCNiCo e RipiDo. DA QUi Ci Si DiSTeNDe SU STRADA BiANCA peR CiRCA UN ChiloMeTRo peR poi RigUADAgNARe QUoTA SU SeNTieRo FACile FiNo Al lAC BleU, Al QUAle SegUe UN BReve FAlSopiANo. DA QUi pRiMA peR pRATi e poi SUllA CReSTA DellA MoReNA il SeNTieRo SAle SeMpRe piU’ TeCNiCo e RipiDo FiNo Al MiTiCo e pANoRAMiCo RiFUgio MeZZAlAMA.
Descrizione Discesa: TeCNiCA e iMpegNATivA, RiChieDe ATTeNZioNe iN MolTi TRATTi pUR RiMANeNDo veloCiSSiMA e DiveRTeNTe: FoRSe lA DiSCeSA peRFeTTA! NDR: UN AMiCo vAlDoSTANo iMpiegò “CoMoDAMeNTe” MeZZ’oRA peR SCeNDeRe... temPo Di salita: 1h48’ temPo Di Discesa: 57’
FielD TRiAl BY Roberto Terazzi Grip
lA SpoRTivA
eleCTRoN
ATTENZIONE ALLA SUOLA!! COMPLETAMENTE LISCIA!! SOLO MORBIDE ONDE DI GOMMA DEVONO TENERE IN EQUILIBRIO SU BAGNATO O RIPIDO O ROCCIA LISCIA O TUTTE TRE INSIEME?? SI! E LO FANNO IN MANIERA ECCELLENTE. STUPEFACENTE! UN OTTIMO GRIP, QUINDI, ACCOMPAGNATO DA UNA CALZATA D’ECCEZIONE CHE AVVOLGE IL PIEDE, LO FERMA, RENDENDO IL MOVIMENTO PRECISO E SICURO SIA IN SALITA CHE IN DISCESA CALZATURA ADATTA SIA A GARE MISTE E VELOCI CHE SU LUNGHE DISTANZE. LA PERFEZIONE, SI SA, NON E’ DI QUESTA TERRA E SE PROPRIO DOBBIAMO TROVARE UNO SPAZIO PER MIGLIORARE (L’ENNESIMA SFIDA CHE LASPORTIVA PROVERA’ A VINCERE??) L’AMMORTIZZAZIONE QUALCHE SASSO SI FA SENTIRE OGNI TANTO, RICORDANDO AL RUNNER CHE NON STA CORRENDO LA MARATONA DI NEw yORK
Grip comfort desiGn stabilità adattabilità al terreno
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42
MAMMUT
CYCloN DlX MAN
SCARPA, QUELLA DELLA CASA SVIZZERA, CHE HA CARATTERISTICHE DIVERSE DAGLI ALTRI PRODOTTI DA COMPETIZIONE
ADATTA PIU’ PER SESSIONI DI ALLENAMENTO, QUINDI PER RESISTERE NEL TEMPO E PROTEGGERE IL PIEDE, CHE PER VOLARE SUI SENTIERI. E’ UNA SCARPA RIGIDA CHE IN DISCESA SU TERRENO TECNICO E’ LENTA MA SICURA
MOLTO BUONO IL GRIP, NON ANCORA AL MASSIMO L’AMMORTIZZAZIONE
OTTIMA LA CALZATA, COMODA ED ACCOGLIENTE GRAZIE ANCHE AI TESSUTI ED I MATERIALI USATI. SICURAMENTE NON ECCELLE NELL’AFFRONTARE SKy RACE OD ALTRE DISCIPLINE VELOCI MOLTO MEGLIO
Percorso: DA pASSo SellA Al RiFUgio viCeNZA
pASSANDo peR il RiFUgio DeMeTZ
sviluPPo: 8,5 kM
D+: 922
D-: 922
Descrizione salita: ANDATA SU SeNTieRo Di ghiAiA e RoCCe iNiZiAleMeNTe FACile MA SUBiTo Dopo RipiDo e A Zig ZAg FiNo AllA FoRCellA Del RiF. DeMeTZ
SegUe DiSCeSA TeCNiCA SU RoCCe e ghiAioNe iNiZiAlMeNTe MolTo TeCNiCA e RipiDA, poi piU’ veloCe e DiveRTeNTe FiNo Al RiFUgio viCeNZA.
Descrizione Discesa: RiToRNo iN SAliTA veRSo il RiFUgio DeMeTZ iNiZiAlMeNTe CoRRiBile e poi DeCiSAMeNTe piRipiDo e TeCNiCo, pRiMA SU ghiAiA e poi SU RoCCiA. DiSCeSA DAl DeMeTZ Al pASSo SellA CoN UN pRiMo TRATTo RipiDo SU SeNTieRo A Zig ZAg, poi piU’veloCe e viA viA piU’ FACile DA CoRReRe. temPo totale: 1h46’
FielD TRiAl BY Davide orlandi
MoNTRAil
MASoChiST
A DISPETTO DEL NOME QUESTA “MASOCHIST” NON RISULTA PER NIENTE SCOMODA, ANZI LA CALZATA è BUONA FIN DAI
PRIMI PASSI E TUTTO SI TRADUCE IN SENSAZIONE DI GRANDE STABILITà. LEGGERMENTE RIGIDA E QUINDI PIù ADATTA
AD ALLENAMENTI LUNGHI E TRAI MENO INDICATA QUANDO SI CERCA LEGGEREZZA E REATTIVITà. NON ENTUSIASMANTE L’ASSORBIMENTO DEGLI URTI DOVUTO ALLA RIGIDITà DELLA SUOLA. BEN DISEGNATA LA CHIUSURA, PERMETTE IL GIUSTO AVVOLGIMENTO DEL COLLO DEL PIEDE ANCHE SENZA ESAGERARE NELLA TENSIONE DEI LACCI. TRASPIRABILITà MIGLIORABILE
PESO DICHIARATO: 306 G
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe
CeNTRAle, SeNTieRo TeCNiCo e MolTo
RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl
SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42
Grip comfort desiGn stabilità adattabilità al terreno
FielD TRiAl BY Annemarie gross
New BAlANCe
MT10gY
DECISAMENTE MINIMALE. QUESTA NEw BALANCE E’ UNA SCARPA ESTREMA IN TERMINI DI LEGGEREZZA FACENDO SEGNARE OLTRE 100 G IN MENO RISPETTO ALLE CONCORRENTI. LA LEGGEREZZA E’ DOVUTA PRINCIPALMENTE AL MINOR
MATERIALE IMPIEGATO: IL PIEDE E’ AVVOLTO DA UN MORBIDO MESH CHE RENDE OTTIMA LA TRASPIRABILITA’ E LA SENSAZIONE DI CALZATA, MOLTO NATURALE, QUASI COME ESSERE SCALZI. IL CONTRO E’ LA MANCANZA DI SUPPORTO CHE SUI PERCORSI STERRATI E’ IMPORTANTE. LA SUOLA VIBRAM HA UN OTTIMO GRIP, L’INTERSUOLA RIDOTTA AL MINIMO FA VENIR MENO L’ASSORBIMENTO DEGLI URTI
UTILIZZO: CI SENTIAMO DI CONSIGLIARE QUESTA “MINIMUS” SOPRATTUTTO PER LA SALITA DOVE SE NE APPREZZERA’ LA LEGGEREZZA E DOVE, VISTA LA SCARSA VELOCITA’ SI PUO’ FARE A MENO DELL’AMMORTIZZAZIONE A LIVELLO MEDIANO E DEL TALLONE. NON ADATTA A PERCOSRI MOLTO LUNGHI E TECNICI
PESO DICHIARATO: 201 G
Percorso: gRigNA MeRiDioNAle MT 2177 DAi piANi Dei ReSiNelli (leCCo) peR il SeNTieRo “DiReTTiSSiMA”
sviluPPo: 4 kM
D+: 877 MT
D-: 877 MT
Descrizione salita: SAliTA DeCiSA MA SU TeRReNo NoN TeCNiCo e CoN FoNDo ghiAioSo e RegolARe. gli
UlTiMi 50 MeTRi SoNo SU RoCCeTTe Dove oCCoRRe pReSTARe UN po’ Di ATTeNZioNe.
Descrizione Discesa: il pRiMo TRATTo DA peRCoRReRe CoN ATTeNZioNe, poi il SeNTieRo DiveNTA
SCoRRevole peR UNA CoRSA SCiolTA e DiveRTeNTe FiNo All’ARRivo.
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Nike
AiR pegASUS+ 28 TRAil
STIAMO PARLANDO DI UNA PEGASUS, DA SEMPRE UNO DEI MODELLI PIPOLIVALENTI DELLA LINEA NIKE INDICATA PER APPOGGI NEUTRI. LA VERSIONE TRAIL PRESENTA UNA STRUTTURA ESTERNA A FASCE CHE PARTENDO DAL TALLONE PERMETTONO UNA CHIUSURA PRECISA E MOLTO AVVOLGENTE. LA SUOLA MORBIDA, ASSECONDA BENE LA RULLATA E OFFRE UN ASSORBIMENTO DEGLI URTI MOLTO VALIDO. LA NOTEVOLE MORBIDEZZA PERO’ FA SI CHE LE ASPERITA’ DEL TERRENO SI SENTANO PARECCHIO SOTTO LA PIANTA DEL PIEDE E CHE SI PERDA UN PO’ DI RIGIDITA’ SULLE SCONNESIONI, DOVE CI VORREBBE MAGGIOR PRECISIONE. IN COMPENSO IL GRIP RISULTA OTTIMO. IDEALE PER ALLENAMENTI LUNGHI SU TERRENI NON TROPPO ROCCIOSI E TRAIL INVERNALI: IL GRIP E’ OTTIMO ANCHE SUL BAGNATO MA CON ALTE TEMPERATURE LA TRASPIRABILITà NON è IL MASSIMO PESO DICHIARATO: 331 G
Percorso: Fiè llo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di
DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo
“Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’
temPo Di Discesa: 42’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
peARl iZUMi
SYNCRo FUel TRAil 2
GRAZIE ALLA SUOLA DECISAMENTE LARGA LA SyNCRO FUEL OFFRE UN’OTTIMA SUPERFICIE D’APPOGGIO CHE SI TRADUCE IN UN BUON GRIP. E’ STABILE E PRECISA IN DISCESA, SULLE LUNGHE PERCORRENZE, SPECIE PER CHI HA IL PIEDE SOTTILE, SI AVVERTE UNA LEGGERA MANCANZA DI SOSTEGNO IN QUANTO IL DISEGNO DELLA PIANTA E’ LARGO. GRAZIE ALLA PARTICOLARE LINGUETTA, CHE PARTENDO DALL’INTERSUOLA AVVOLGE TUTTO IL PIEDE, LA CALZATA COMUNQUE E’ CONFORTEVOLE E PRECISA. LA CHIUSURA E’ COMODA NONOSTANTE LA LINGUETTA SIA MOLTO LEGGERA. DISCRETO L’AMMORTIZZAMENTO SULL’AVANPIEDE, MEGLIO A LIVELLO DEL TALLONE. NON SI SENTONO MOLTO I SASSI SOTTO LA SUOLA. IDEALE PER TRAIL MEDI O ALLENAMENTI MEDIO/LUNGHI PESO DICHIARATO: 309 G
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
pATAgoNiA
TSAli SToRM
MARCHIO STORICO, PRODOTTO NUOVO. PRIMA SPONTANEA RIFLESSIONE “NELL’ASSAGGIARLO”: SOLIDITà E DURATA
NEL TEMPO. INSOMMA NOVITà PER QUESTE CALZATURE CHE HANNO DESTINII SOLITAMENTE PIù BREVI
PATAGONIA SI PRESENTA INFATTI CON TESSUTI ROBUSTI, QUASI DA TREKKING PER QUESTO MODELLO DAL GRIP PIù CHE
SODDISFACENTE E DAL LOOK SOBRIO
SCARPA RIGIDA E NON MOLTO AMMORTIZZATA, NON PERFETTA PER GARE E VELOCITà MA MAGNIFICA PER CORSE
“PLAISIR” DOVE L’AMBIENTE ED IL PIACERE DELLA CORSA FINE A SE STESSA SONO GLI OBIETTIVI
PESO NON DICHIARATO
Grip
desiGn stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42’
SAloMoN
TUTTI ABBIAMO INIZIATO A CORRERE IN MONTAGNA LUNGO I SENTIERI CON LE SALOMON AI PIEDI. SONO ANNI CHE MACINANO CHILOMETRI E CONTINUANO A STUPIRE E MIGLIORARSI ALLA VISTA: LOOK AGGRESSIVO E COLORI FORTI NON LASCIANO DUBBI SULL’USO CHE BISOGNA FARNE ED ECCOCI QUINDI
AD AFFRONTARE SALITE TECNICHE E RIPIDE E DISCESE A CAPOFITTO. LA SCARPA RISPONDE OGNI VOLTA CHE NE HAI BISOGNO. LASCI CORRERE LE GAMBE SENZA PENSIERI PERCHE’ SAI CHE LEI C’è E CHE TIENE, CHE è STABILE, CHE SI TORCE MA TI LASCIA IL PIEDE IN ASSE, CHE ADERISCE AL TERRENO QUANTO BASTA E TI ACCOMPAGNA A CASA SENZA ERRORI. E’ LA SCARPA PERFETTA PER BREVI E MEDIE DISTANZE, “SOLO” BUONA PER LE LUNGHE; INFATTI SE IL TALLONE è BEN AMMORTIZZATO NON SI PUò DIRE LO STESSO PER L’AVAMPIEDE CHE SUBISCE I CONTRACCOLPI DEL TERRENO UN PO’ TROPPO (SOLO ALLA LUNGA!!).....INSOMMA ABBIAMO TROVATO IL PELO NELL’UOVO!! NB ATTENZIONE AI NUMERI SONO LEGGERMENTE CAMBIATI RISPETTO AGLI ALTRI MODELLI, PROVARE, PROVARE E PROVARE ED INEVITABILEMENTE ACQUISTARE
Percorso: DA CoMpATSCh Alpe Di SiUSi MT 1825 Al RiFUgio Alpe Di TiReS, viA pANoRAMA e FoRCellA Di TiReS sviluPPo: 5,7 kM
D+: 700 MT
D-: 700 MT
Descrizione salita: iNiZiAlMeNTe SU ASFAlTo, poi SeNTieRo SU pRATo CoN FoNDo FACile e poCo
peNDeNTe Che iNviTA AllA CoRSA veloCe. veRSo lA
FoRCellA Zig ZAg piU’ RipiDo e TeCNiCo e CoN FoNDo Di ghiAiA e RoCCiA.
DeSCRiZioNe DiSCeSA: pRiMA pARTe RipiDA , MolTo veloCe e DiveRTeNTe. plAiSiR peR TUTTo il ReSTo
DATo ANChe DAl FAvoloSo pANoRAMA
temPo Di salita: 48’
temPo Di Discesa: 25’
al terreno
FielD TRiAl BY Davide orlandi
SAloMoN
S-lABFeelCRoSS
PURTROPPO DURANTE IL PERIODO DEI NOSTRI TEST, COMPLICE LA MANCANZA ASSOLUTA DI PIOGGIA, NON ABBIAMO MAI TROVATO LE CONDIZIONI MIGLIORI PER PROVARE QUESTE SALOMON. VOLEVAMO IL FANGO, QUELLO PER CUI SONO STATE STUDIATE QUESTE SCARPE. CI SIAMO DOVUTI ACCONTENTARE EVITANDO I PERCORSI DI MONTAGNA PREFERENDO INVECE PRATI E BOSCHI IN VESTE AUTUNNALE ABBIAMO TROVATO IN QUESTE S-LABFEELCROSS DELLE OTTIME COMPAGNE DI VIAGGIO: MOLTO STABILI E AVVOLGENTI SUI PIEDI E CON UN GRIP DAVVERO IMPRESSIONANTE, SOPRATTUTTO IN DISCESA QUANDO SI PUò “MOLLARE” DAVVERO IN COMPLETA SICUREZZA. RISPETTO ALLE XT wINGS ABBIAMO NOTATO UN MINOR ASSORBIMENTO DEGLI URTI, SPECIE A LIVELLO DELL’AVANPIEDE; MA D’ALTRA PARTE SONO STATE STUDIATE PER TERRENI MORBIDI E QUINDI CI PUò STARE IL DISEGNO DEI TACCHETTI, MOLTO APERTO, è FORMIDABILE CON IL FANGO MA SE SI CORRE SUI SASSI SI AVVERTONO MOLTO LE ASPERITà SOTTO LA PIANTA DEL PIEDE. MA COME GIà DETTO NON SONO PENSATE PER SASSI E TERRENI DURI
Grip
comfort
desiGn
stabilità adattabilità al terreno assorbimento urti chiusura traspirabilità
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Percorso: TRAil Delle TeRRe Di MeZZo, DAveRio
(vA)
sviluPPo: 14 kM
D+: 400 MT
D-: 400 MT
Descrizione Percorso: UN SUSSegUiRSi Di pRATi e BoSChi lUNgo le pReAlpi vAReSiNe, UN CoNTiNUo
SAliSCeNDi CoN poChiSSiMi TRATTi ASFAlTATi. FoNDo
SFoRTUNATAMeNTe MolTo ASCiUTTo e SABBioSo. temPo Di Percorrenza: 1h18’
SAUCoNY
XoDUS 2.0
DALLA STRADA AL TRAIL IL PASSO LUNGO, MA DA UNA CASA CHE HA UN DNA TECNICO IMPORTANTE CI SI ASPETTA
TANTO. SAUCONy NON DELUDE
LA SUOLA CONCEPITA DA VIBRAM E’ AGGRESSIVA E PERFORMANT CON LA SUA LINEA AFFUSOLATA, LA SCARPA, DA SUBITO L’IDEA DI SICUREZZA E VELOCITà. LA CALZATA è OTTIMA
DA MIGLIORARE IL PESO E LA RIGIDITà CHE LA RENDONO POCO VERSATILE E DIFFICILE DA GESTIRE SULLE LUNGHE
DISTANZE. QUALCHE PASSO IN AVANTI ANCHE CON LA TRASPIRABILITà AIUTEREBBE (ANCHE A PERDERE QUALCHE GRAMMO). IN ULTIMO IL LOOK: RIMASTO SUL TRAGUARDO (SEPPUR SEMPRE VINCENTE) DI QUALCHE MARATONA CITTADINA, MA UN PO’ POCO “DA RIFUGIO” DI MONTAGNA. AGGERSSIVA!! PESO DICHIARATO: 337 G
Grip comfort
desiGn stabilità adattabilità al terreno assorbimento
Percorso: Fiè Allo SCiliAR MAlgA SeSSel
sviluPPo: 8,6 kM
D+: 1060 MT
D-: 1060 MT
Descrizione salita: pRiMA pARTe ASFAlTo, SeNTieRo e STRADA BiANCA NellA pARTe CeNTRAle, SeNTieRo
TeCNiCo e MolTo RipiDo Negli UlTiMi 400 MT Di DiSlivello. FoNDo RoCCioSo e BAgNATo Nell’UlTiMA pARTe
Descrizione Discesa: pRiMA pARTe SUl SeNTieRo “Dei poNTiCelli” MolTo BAgNATo e TeCNiCo. poi
SeNTieRo, STRADA BiANCA e FiNAle SU ASFAlTo
temPo Di salita: 1h28’ temPo Di Discesa: 42’
FielD TRiAl BY Davide orlandi
SCoTT
eRiDe gRip iM
LA CARATTERISTICA CHE COLPISCE DI PIù IN ASSOLUTO è L’OTTIMO EFFETTO AMMORTIZZANTE DOVUTO AL PARTICOLARE MATERIALE DELLA SUOLA, LO SI APPREZZA MOLTISSIMO DURANTE LA DISCESA. OTTIMO ANCHE IL GRIP E LA STABILITà DEL PIEDE SIA PER LA SALITA CHE PER LA FASE DISCENDENTE, CI SI SENTE SEMPRE SICURI. LA CALZATA è AVVOLGENTE, LA LINGUETTA SOTTILISSIMA E LA POSIZIONE DELLE ASOLE PER I LACCI MOLTO ALTA SUL COLLO DEL PIEDE, SE SI STRINGONO TROPPO POSSONO DARE FASTIDIO. TRASPIRABILITà NELLA MEDIA, ANCHE SE PROVATE IN UNA GIORNATA MOLTO CALDA PESO: NON DICHIARATO
Grip comfort desiGn stabilità adattabilità al terreno
FielD TRiAl BY Roberto Terazzi
Percorso: MoNTe ReSegoNe DAl pARCheggio DellA
FUNiviA Dei piANi D’eRNA (leCCo) sviluPPo: 9 kM
D+: 1266 MT
D-: 1266 MT
Descrizione salita: Dopo UNA BReve DiSCeSA peR CollegARSi Al SeNTieRo Si RiSAle SUBiTo DeCiSi SU RoCCiA, RADiCi e SCAliNATo FiNo A poCo Dopo l’ATTACCo Del CANAloNe CoMeRA Dove DeviANDo A SiNiSTRA DeCiSi veRSo lA CiMA Si peRCoRRoNo 350 MeTRi Di DiSlivello SU SeNTieRo RipiDiSSiMo, iNSTABile e MolTo
TeCNiCo. giUNTi iN CReSTA lA Si SCAvAlCA pRoSegUeNDo SUl CANAloNe pRiNCipAle, RoCCioSo, RipiDo e TeCNiCo FiNo Al RiFUgio AZZoNi e QUiNDi iN veTTA.
Descrizione Discesa: CANAloNi, CReSTe e RipiDi peNDii FRANoSi, iNSTABili e TeCNiCi peR i pRiMi 600 MeTRi Di DiSlivello, poi RieNTRATi Nel BoSCo Si RieSCe A CoRReRe CoN piU’FACiliTA’ MA CoN ATTeNZioNe peR il FoNDo SCoNNeSSo Del SeNTieRo.
temPo Di salita: 1h33’
temPo Di Discesa: 40’
SCoTT
eRiDe iCe RUNNeR
LA PARTICOLARE FORMA DELL’INTERSUOLA, CON IL TALLONE LEGGERMENTE RIALZATO, FIN DA SUBITO FORNISCE UNA
SENSAZIONE DI COMODITà E LA RULLATA DEL PIEDE RISULTA NATURALE E AGEVOLATA. QUESTA SCOTT E’ STUDIATA PER LE CONDIZIONI INVERNALI: IL MATERIALE DELLA SUOLA RENDE AL MEGLIO CON FREDDO E PIOGGIA, LA COPERTURA
SUPERIORE AIUTA A TENERE IL PIEDE CALDO E ASCIUTTO. NOI PERò L’ABBIAMO PROVATA AL CALDO RISCONTRANDO UNA DISCRETA TRASPIRABILITà. BUONO IL GRIP. MOLTO CONFORTEVOLE ANCHE SE LA COPERTURA SUPERIORE PUò DARE UN SENSO DI COSTRIZIONE A CHI HA IL COLLO DEL PIEDE ALTO. BUONO IL SUPPORTO E L’AMMORTIZZAZIONE. E’ UNA SCARPA DA TRAIL CHE PERò PERMETTE UN’OTTIMA CORSA ANCHE SU STRADA PESO: NON DICHIARATO
Percorso: ChAMUeS – ChAMUeS AD ANello viA vAl
Percorso: ChAMUeS – ChAMUeS AD ANello viA vAl
ChAMUeRA, vAl pRUNA, FUoRClA MURAgl, MUoTTAS MURAgl, BeveR. eNgADiNA (Svi)
Descrizione Percorso: DAl pAeSe Di ChAMUeS Si iMBoCCA lA lUNgA e RipiDA STRADA BiANCA Che SeNZA DiFFiColTà TeCNiChe poRTA FiNo A SeRlAS e DA lì CoNTiNUA peR lA MAgNiFiCA vAl pRUNA. A QUoTA 2300 Si ATTRAveRSA il ToRReNTe e Si RiSAle
RipiDi pRiMA peR pRATi poi SU RoCCe iNSTABili FiNo A FUoRClA MURAgl, 2891 MT.
Descrizione Percorso: DAl pAeSe Di ChAMUeS Si iMBoCCA lA lUNgA e RipiDA STRADA BiANCA Che SeNZA DiFFiColTà TeCNiChe poRTA FiNo A SeRlAS e DA lì CoNTiNUA peR lA MAgNiFiCA vAl pRUNA. A QUoTA 2300 Si ATTRAveRSA il ToRReNTe e Si RiSAle RipiDi pRiMA peR pRATi poi SU RoCCe iNSTABili FiNo A FUoRClA MURAgl, 2891 MT.
DiSCeSA RipiDiSSiMA e MolTo TeCNiCA peR RoCCe e NevAi FiNo A leJ MURAgl. BReve e RipiDA RiMoNTA Di 100
MT Di DiSlivello peR poi CoRReRe SU FoNDo FACile e
SCoRRevole FiNo A BeveR iN FoNDo vAlle. DA QUi STRADA STeRRATA piANeggiANTe RieNTRANDo A ChAMUeS temPo totale: 5h40’
DiSCeSA RipiDiSSiMA e MolTo TeCNiCA peR RoCCe e NevAi FiNo A leJ MURAgl. BReve e RipiDA RiMoNTA Di 100 MT Di DiSlivello peR poi CoRReRe SU FoNDo FACile e SCoRRevole FiNo A BeveR iN FoNDo vAlle. DA QUi STRADA STeRRATA piANeggiANTe RieNTRANDo A ChAMUeS temPo totale: 5h40’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
TeCNiCA
DiABlo
USCITA MARITTIMA PER LE DIABLO, SU UNO DEI PERCORSI PIù PANORAMICI E SUGGESTIVI DEL MONDO: IL PROMONTORIO DI PORTOFINO (TEATRO DI UNO SPLENDIDO TRAIL NOVEMBRINO). IL PERCORSO è VARIO, UMIDO, TECNICO, RIPIDO E PIENO DI SALSEDINE IN VARI PUNTI. LA SCARPA HA SUBITO UN TEST SENZA DUBBIO PROBANTE, RISPONDENDO BENE PER QUANTO RIGUARDA L’AMMORTIZZAZIONE E LA RESA IN VELOCITà, NONOSTANTE LE DIMENSIONI. MIGLIORE IL GRIP RISPETTO ALLE INFERNO, PEGGIORE INVECE LA CALZATA CHE NON DA UNA SENSAZIONE DI SICUREZZA SU TERRENO TECNICO. OTTIMA LA SCELTA DI COLORI E VALIDO IL DESIGN CHE SEGUENDO IL PROFILO DELLA SUOLA FA CAPIRE SUBITO PER COSA SONO STATE CONCEPITE : GAREGGIARE!
FielD TRiAl BY Davide orlandi
Percorso: DA pARAggi A pARAggi, peRCoRSo AD
ANello. CiNQUe TeRRe
sviluPPo: 15 kM
D+:1300 MT
D-: 1300 MT
Descrizione Percorso: DAllA SpiAggiA Si SAle SU CioTTolATo SpeSSo RipiDo, MA RegolARe, peR CiRCA
4 kM, Si CoNTiNUA SU STRADA BiANCA FiNo Al MoNTe Di poRToFiNo e poRToFiNo veTTA. DiSCeSA peR
BoSChi RipiDA e TeCNiCA FiNo A S. RoCCo Di CAMogli. SAliTA pANoRAMiCA A MeZZA CoSTA, FACile, SU FoNDo Di ghiAiA e TeRRiCCio FiNo A BASe ZeRo. DA QUi
DiSCeSA TeCNiCA, RipiDA e MolTo BAgNATA FiNo AllA
SpiAggiA Di S. FRUTTUoSo. UlTiMA SAliTA SU TeRReNo
iNSTABile FiNo A pieTRe STReTTe peR poi RipeRCoRReRe iN DiSCeSA UNA STRADA BiANCA veloCe FiNo A pARAggi
temPo totale: 2h10’
TeCNiCA iNFeRNo
USCITA IMPEGNATIVA ED ALTERNATIVA PER TESTARE LE INFERNO: MTB + TRAIL FINO AD UNA DELLE CIME PIù BELLE
DELLE APUANE. TANTI CHILOMETRI PER APPREZZARE LEGGEREZZA, AMMORTIZZAZIONE, CALZATA AVVOLGENTE E STABILE, DI UNA DELLE NOVITà DEL MERCATO GRUPPO TECNICA SI AFFACCIA IN UNO SCENARIO NUOVO, PORTANDO SUBITO NUOVA BREZZA PRESERVARE LE ARTCOLAZIONI CON L’ABBONDANTE STRATO CHE SEPARA DAL TERRENO IL PIEDE, SENZA PERDERE NULLA IN VELOCITà D’AZIONE. QUESTO L’OBIETTIVO RAGGIUNTO DA QUESTO MODELLO CHE PECCA UN PO’ DI PRECISIONE (NON SI PUò AVERE TUTTO!!). MIGLIORABILE IL GRIP SU BAGNATO NB LA PARTICOLARE CONFORMAZIONE DELLA SUOLA AD ARCO
Percorso: DA FoRTe Dei MARMi A pANiA DellA CRoCe 1858, pASSANDo peR il pASSo CRoCe
sviluPPo: 75 kM ToTAli Di CUi 47 iN BiCiCleTTA e 28 Di CoRSA
D+: 2466 MT ToTAli Di CUi 1100 iN BiCi e i ReSTANTi A pieDi
D-: 2466 MT ToTAli Di CUi 1100 iN BiCi e i ReSTANTi A pieDi
Descrizione salita: SeNTieRo CoN FoNDo FACile e RegolARe, SUCCeSSivAMeNTe RipiDo, ABBASTANZA TeCNiCo e RoCCioSo FiNo AllA CiMA.
Descrizione Discesa: DiSCeSA TeCNiCA NellA pRiMA
pARTe e piU’ veloCe Nel FiNAle
temPo Di salita: 2h20’ Di BiCi, 3h15’ A pieDi
temPo Di Discesa: 2h A pieDi, 1h5’ Di BiCi
FielD TRiAl BY Davide orlandi
The NoRTh FACe
DoUBle TRACk gTX XCR
LA DOUBLE TRACK E’ UNA SCARPA CHE SI DIMOSTRA SUBITO PIù ADATTA A LUNGHE MARCE PIUTTOSTO CHE ALLA COR-
SA: PESO E STRUTTURA LA RENDONO MOLTO PROTETTIVA, ANCHE DALL’ACQUA GRAZIE ALLA MEMBRANA IN GORE TEX XCR. CONFORTEVOLE NELLA CAMMINATA E ABBASTANZA RIGIDA. IL GRIP IN SALITA NON SI è DIMOSTRATO ECCELLENTE, MOLTO MEGLIO IN DISCESA. SE SI DECIDE DI CORRERE SI TROVA UNA SCARPA CON UN BUON ASSORBIMENTO DEGLI URTI MA POCO ELASTICA NELL’ASSECONDARE LA RULLATA DEL PIEDE, PIUTTOSTO RIGIDA E DI CONSEGUENZA POCO PERFORMANTE. QUESTA NORTH FACE è CONSIGLIATA PER PASSAGGIATE, ANCHE A BUON RITMO, ALLENAMENTI LUNGHI INVERNALI E AVVICINAMENTI IN MONTAGNA PESO DICHIARATO: 340 G
Grip comfort
desiGn stabilità adattabilità al terreno assorbimento
Percorso: DA CoMpATSCh Alpe Di SiUSi MT 1825 Al RiFUgio Alpe Di TiReS, viA pANoRAMA e FoRCellA Di TiReS
sviluPPo: 5,7 kM
D+: 700 MT
D-: 700 MT
Descrizione salita: iNiZiAlMeNTe SU ASFAlTo, poi SeNTieRo SU pRATo CoN FoNDo FACile e poCo peNDeNTe Che iNviTA AllA CoRSA veloCe. veRSo lA
FoRCellA Zig ZAg piU’ RipiDo NoN TeCNiCo e CoN
FoNDo Di ghiAiA e RoCCiA.
Descrizione Discesa: STeSSo iTiNeRARio peRCoRSo
All’ANDATA. DiSCeCA piACevole e veloCe, e TeCNiCA
NellA pRiMA pARTe. poi veRo plAiSiR
temPo Di salita: 48’
temPo Di Discesa: 25’
FielD TRiAl BY Andrea pizzi
Correre a lungo senza danni >
d urante una gara, un allenamento o più semplicemente una lunga escursione il numero degli appoggi a terra dei nostri piedi sono tantissimi. o gni contatto con il terreno rappresenta un urto che inevitabilmente, attraverso le strutture moscolo-tendinee e ossee, si trasferisce come un’onda a tutto il corpo.
immaginate correre i 330 km del Tor des geants, con i suoi 24.000 metri di dislivello, quasi interamente sterrati: la stanchezza si accumula, sonno e recupero diventano un lusso, si corre, si cammina e i dolori a piedi, gambe e schiena diventano compagni di viaggio con cui convivere. durante questa nostra esperienza abbiamo avuto l’opportunità di testare sotto i nostri piedi le nuove solette noene con tecnologia nexus. per chi non conoscesse il materiale si tratta di un elastomero in grado di neutralizzare, anche con solo 1 mm di spessore, il 98% delle onde d’urto che
un aumento della temperatura che induce rilassamento muscolare, aumenta la vasodilatazione e il flusso sanguigno con conseguente miglior apporto di ossigeno e sostanze nutritive.
in una gara come il Tor des geants l’infiammazione muscolare e tendinea è un problema in cui si incorre con grande facilità, evitarlo può siginificare la differenza tra un ritiro e il poter terminare l’intero percorso. il nostro roberto Terazzi ha concluso il suo Tor, alla prima partecipazione, in poco più di 126 ore: la stanchezza fisica e le pochissime ore di sonno sono stati i suoi compagni di viaggio. d urante l’intero percorso r oberto ha utilizzato la soletta n oene all’interno della calzatura da corsa, grazie al ridotto spessore non ha inciso sulla calzata: «per me è stata una prima volta, non ho mai utilizzato questo tipo di solette anche se ne avevo già sentito parlare», racconta r oberto,
provengono dall’appoggio del piede a terra. Tutto ciò si tramuta ovviamente in un maggior comfort ma soprattutto in una forte riduzione dei microtraumi che inevitabilmente, specie in corse così lunghe, si traducono in infiammazioni osteo articolari, tendiniti e persino fratture da fatica.
l a nuova soletta o ptimum Footpad è arricchita dalla fibra n exus e s, un filato contenente micro polveri metalliche che produce una naturale e costante emissione infrarossa. Questa benifica radiazione, da sempre utilizzata a scopo terapeutico, è in grado di determinare
«solitamente non utilizzo mai un nuovo prodotto in gara ma il timore di incorrere in dolori o infortuni mi ha convinto. o ltre a ciò il ridotto spessore della soletta non cambiava la calzata nella scarpa. d evo dire che durante il percorso ho avvertito spesso stanchezza muscolare, nulla può evitare tutto ciò, niente a cui non si possa rimediare con un po’ di riposo. p erò non ho mai accusato fastidi e indolenzimenti ai piedi o ai tendini; anche la schiena, punto debole spesso per molti atleti, non mi ha mai creato problemi, nemmeno durante i giorni successivi alla gara, quando solitamente vengono fuori i dolori».
Sono Mr Rubber e risolvo pro b lemi
Dritto al cuore della scarpa
Chi sei e nome della tua azienda:
Mi chiamo n ino Flenda e sono il Ceo della r ubber& p lastic Foams, affiliata italiana della r ubber and p lastics Corporate Usa. l a nostra compagnia è leader nel settore dei semilavorati in schiume espanse reticolate a celle chiuse e gomma espansa cellulare. s i presentano sottoforma di rotoli e lastre, realizzati in differenti polimeri di base come x lpe- e va Copolymer, e pdm e Cr, usati nel settore della calzatura.
Quali sono le parti che compongono una suola di una scarpa da running o trail running moderna?
Una suola da running moderna è composta da: suola in poliuretano ( v ibram per esempio), intersuola in eva, tomaia in sintetico (Fabrics), sottopiede anatomico in x lpe/Foam - e va Copolymer e materiali antishock come il nostro prodotto e xtrastop, la cui caratteristica è quella di assorbire gli urti al 98 % di valore dissipato
Quali sono i materiali più utilizzati oggi per la intersuola?
Copolimero di Eva espanso o gomme sintetiche
Tutti li usano, ma nel modo giusto? o solo per seguire la tendenza? i produttori di scarpe da running utilizzano questi materiali in modo tutto sommato corretto. p otrei però dire che pur essendoci un’ampia offerta di validi materiali non sempre i produttori scelgono materiali “corretti”, questo dipendente dal livello dei prezzi dei semilavorati oltre che dai costi di produzione che determinano il grado di competitività dell’impresa.
Quale di questi materiali è il migliore rispetto alla sua funzione? indubbiamente il poliuretano, il polietilene e l’etilene vinile acetato garantiscono un alto livello qualitativo e di garanzia per i manufatti in oggetto.
Qual’è il migliore nel rapporto costi benefici?
n ei rispettivi campi d’impiego – suola, intersuola e sottopiede anatomico - i polimeri sopra citati detengono un positivo rapporto costo/ beneficio.
Quanto incide la presenza o meno di questi/o materiali sul costo del prodotto finito?
i ndubbiamente è una componente di costo molto importante. Il materiale viene sempre usato nella giusta quantità dalle aziende?
Assolutamente si poichè è parte integrante dell’attivita di produzione, stiamo parlando sempre di materia prima.
Fa davvero la differenza usare o meno questi materiali?
Certamente perchè una scelta sbagliata di uno di questi componenti può generare problemi tecnici del manufatto sopratutto a livello di prestazione tecnica. Utilizzare una densità di materiali non idonea per l’applicazione del sottopiede anatomico può determinare dei problemi tecnici legati al livello di resistenza sia alla lacerazione che alla compressione, oltre che flessione a cui il sottopiede sarà sottoposto durante la corsa. s orprese per il futuro? (materiali nuovi e nuovi impieghi)
i l campo dei semilavorati espansi è molto vasto, la ricerca e lo sviluppo legati a questi materiali sono in continuo movimento, i rumors di mercato dicono che a breve ci sarà qualche cosa di nuovo.
Aspettiamo e vediamo.
n ino Flenda
Ceo at rubber&plastic foams 335350299info@rubberfoams.it
Nino Flenda
48.10 VESTE L’ITALIA.
i materiali più evoluti e performanti, modellati per chi la montagna la divora correndo, danno vita ai capi della collezione TrAil rUnning di 48.10; il marchio specializzato in abbigliamento per la montagna e già apprezzato da tutti gli atleti del Tor des géants, sarà, a partire da oggi, anche il fornitore della squadra nazionale di sky running, giovane disciplina sportiva sempre più popolare. i migliori atleti italiani infatti indosseranno durante le gare (gara d’esordio il 04/11/11 a valencia in spagna) i capi studiati appositamente per esaltare al massimo le loro prestazioni, grazie alla combinazione di tessuti altamente tecnologici.
pAnTAloni ergonoMiCi dA CorsA 3/4 e lUngHi BY 48.10
“a cura del Soulrunning Team”
lat. N 46°3’19,95’’ long E 10°0’28,83’’ h 1892
D+ 1000 mt
Un’estate che non vuole finire, un amico, attrezzatura nel borsone (quello del Tor che ormai è un optional del mio sporchissimo 4x4), una veloce scorsa in internet la sera prima per vedere dove dirigersi. la scelta non è mai facile, i parametri sono cambiati da due anni fa quando non ero ancora padre, infatti per non perdersi neanche un attimo per stare con giacomo ottimizzo tutto, ho persino creato una tabella: Raggiungibilità 1h30’ max (compresa previsione traffico) - Dislivello max 1500 mt - Sviluppo max 12 km Indice di gradimento (ovviamente mio personale) che si divide in due: voglia di esplorazione o attacco nostalgico per luoghi d’elezioni dei miei pellegrinaggi montani del passato. la mia odiata e amata Milano da questo punto di vista aiuta, in un raggio di un’ora d’auto trovi tutto quello che cerchi, anche verso sud! la scelta questa volta è caduta sul rifugio Coca, me ne ha parlato il poletti che ha organizzato una gara di vertical kilometer, proprio quest’anno. Tra l’altro da testare ci sono oggi i capi da trail running di 48.10, andiamo quindi a provarli a casa loro nella “bergamaschissima” valle seriana. sentiero perfetto per un vertical, da subito fa capire che oggi si allena la fase cardio! si sale e si scende sempre su ripido e tecnico, il sentiero non molla mai! e se la voglia d’estate non finisce in bassa valle a valbondione dove ci sono sole e 22°, in quota le cime reclamano la giusta stagione e in un’ora di corsa ci ritroviamo sottozero con vento forte e nevischio. Beh! così i capi d’abbigliamento li testiamo tutti! Corriamo infatti con ciclisti io e lunghi robi ed entrambi ci troviamo molto bene per la morbidezza del tessuto e, nel caso di quelli lunghi, un’inserto di tessuto nell’incavo del ginocchio che rende davvero aderente e comodo il pantalone. Maglie tecniche di buon livello. ottimi i piumini fatti a gilet, aderenti ed esteticamente magnifici. efficaci (credetemi era il primo vento freddo della stagione) le giacche anti vento. e poi impariamo dai francesi che giudicano anche i vini in base al rapporto qualità prezzo, infatti l’azienda bergamasca mantiene questo coefficiente ad un livello davvero ottimale rendendo molto appetibile il prodotto. Bravi! devo un saluto all’accogliente rifugio Coca ed al suo gestore Fabrizio, simpatico, giovane e pieno di iniziative, ci invita anche a fare una serata da loro in primavera per raccontare un po’ di esperienze. non macheremo! dimenticavo: nella mia personalissima scala di valutazione ecco i voti del Coca. lo so che siamo in tanti con il più bel problema del mondo e magari vi sarà utile :
Raggiungibilità 1h30’ - Dislivello 1000 mt - Sviluppo 3km - Indice di gradimento 8
Cari mamme e papà runner a pranzo sarete già a casa, doccia e giochi con il vostro campione per tutto il pomeriggio.
piUMino A gileT 48.10
L’aria aperta è la tua palestra. Che tu ti stia allenando per una gara o semplicemente per diletto,hai bisogno di un orologio su cui puoi contare. Con il Suunto Quest, puoi personaliz zare e scaricare i tuoi programmi di allenamento. Monitorizza la tua velocità, frequenza cardiaca, distanza, cadenza della corsa e giri in tempo reale. E condividi, pianifica e analizza i tuoi risultati su movescount.com. il tutto concentrato in un orologio dal design robusto che puoi indossare ogni giorno. La tua vita all’aria aperta sarà sempre in pista.
Vieni a conoscere la Trail Running Community su www.movescount.com
Salomon – Maglia e pantaloni exo Slab
Studiati in collaborazione con gli atleti del team Salomon la maglia e il pantalone exo sono pensati per fornire un sostegno alla muscolatura durante l’attività, migliorando così la circolazione sanguigna e la postura.
la maglia è realizzata in tessuto exo Sensifit Stability in grado di sostenere la muscolatura e aiutare la respirazione sotto sforzo. Confortevole anche grazie alla cuciture piatte e al materiale Softshell. ideale l’abbinamento con il pantalone realizzato in materiale exo Sensifit Motion che durante la corsa facilita il lavoro muscolare e attiva la circolazione. ideali anche per il recupero dopo lo sforzo. gli inserti riflettenti rendono visibili anche in condizioni di scarsa luminosità. www.salomon.com
Attrezzatura – Salomon
Suunto – orologio t6d
Frequenza cardiaca, altitudine e calorie consumate in tempo reale. Ma la caratteristica più interessante di questo Suunto è la misurazione dell’epoc (consumo di ossigeno post esercizio): fornisce un’indicazione del recupero post esercizio e dell’effetto reale dell’allenamento sulla nostra forma fisica. la fascia cardio Dual comfort bell è inclusa. o pzionale il sensore per avere i dati in tempo reale relativi a velocità e distanza. Sulla piattaforma Movescount.com è possibile visualizzare, analizzare e archiviare tutte le informazioni relative agli allenamenti. www.suunto.com – www.movescount.com
Dynafit – Zaino X4 performance
Con questo prodotto Dynafit reinventa lo zaino da trail running con un prodotto estremamente tec nico e funzionale con 12 litri di capienza e soli 340 grammi di peso. Si trasforma rapidamente in marsupio con la parte superiore che scompare in una tasca, la sua forma ergonomica lo fa aderire alla schiena per il massimo comfort. Con due protaborraccia, di cui uno romovibile sullo spallaccio, e la predisposizione per la sacca idrica facilita il trasposto dei liquidi fondamentali per l’idratazione durante lo sforzo, anche durante le competizioni o gli allenamenti più lunghi. www.dynafit.it
Buff – headband
Attrezzature
Suunto
Buff
Dynafit
Salice
in doppio strato di Coolmax extremeperformance la bandana Buff trasferisce rapidamente il sudore dalla fronte offrendo una grande traspirabilità. Molto utile durante l’attività sportiva non solo per il sudore ma anche per proteggere dal vento e dai raggi Uv (protezione del 95%).
la fibra con cui è realizzata offre dei tempi di asciugatura molto ridotti rispetto alla microfibra tradizionale www.buff.eu
Salice – occhiale 004
Nel nuovo modello 004 di Salice il disegno del telaio e della lente sono studiati per assicurare una calzata stabile anche quando si corre. i terminali e il nasello in gomma antiscivolo e il sistema di ventilazione garantiscono il comfort necessario per potersi concentrare solo sulla corsa.
l a grafica tricolore indica l’orgoglio dell’azienda comasca di realizzare questo prodotto interamente in i talia.
lo 004 è disponibile con lenti specchiate Raimbow, fotocromatiche Chromolex in tre colori o polarizzate polar Flex, le più adatte per la corsa in montagna. la confezione comprende un paio di lenti intercambiabili trasparenti e un panno in microfibra. www.saliceocchiali.it
LORPEN FIT TECHNOLOGY
Una gamma evoluta di calze dedicata agli sportivi appassionati che assicurano una gestione ottimale dell’umidità garantendo eccezionale comfort e e durata.
Calza per trail running, multisport e walking con tecnologia Trilayer® a tre strati. La composizione con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la temperatura e riduce la proliferazione batterica. Imbottiture extra su tacco e punta.
• Struttura differenziata e rinforzata
• Regola la temperatura e disperde l’umidità
• Grande elasticità data dalla Lycra®
• Cuciture piatte rifinite a mano Taglie: S-M-L-XL
Calza studiata specificamente per donne adatta per trail running, multisport e walking. La tecnologia Trilayer® a tre strati con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la temperatura e riduce la proliferazione batterica. Imbottiture extra su tacco e punta. Nuovo design.
• Struttura differenziata e rinforzata
• Regola la temperatura e disperde l’umidità
• Alto comfort e traspirabilità
• Grande elasticità data dalla Lycra®
• Cuciture piatte rifinite a mano
Taglie: S-M-L
Distribuito da: Raffaelli srl via Mendola, 21 - Bolzano Tel. 0471 590477 - equipe@dnet.it
Compeed – vesciche extreme e vesciche pianta del piede
i nuovi cerotti Compeed sono a base di idrocolloide, materiale studiato per chi fa sport, in grado non solo di evitare lo sfregamento ma anche di offrire una protezione alle notevoli pressioni e sollecitazioni a livello del tallone. elastici e flessibili questi cerotti si adattano alla pianta del piede riducendo la pressione, favorendo la guarigione delle vesciche e prevenendo anche le infezioni. www.compeed.it
Calza per trail running, multisport e walking con tecnologia Trilayer® a tre strati. la composizione con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la temperatura e riduce la proliferazione batterica. imbottiture extra su tacco e punta.
• Struttura differenziata e rinforzata
• Regola la temperatura e disperde l’umidità
• Grande elasticità data dalla Lycra®
• Cuciture piatte rifinite a mano
Taglie: S-M-l-Xl www.lorpen.com
l orpen – Calza XTR w
Calza studiata specificamente per donne adatta per trail running, multisport e walking. la tecnologia Trilayer® a tre strati con tre diversi tipi di fibre assicura un migliore comfort, regola la temperatura e riduce la proliferazione batterica. imbottiture extra su tacco e punta. Nuovo design.
• Struttura differenziata e rinforzata
• Regola la temperatura e disperde l’umidità
• Alto comfort e traspirabilità
• Grande elasticità data dalla Lycra®
• Cuciture piatte rifinite a mano
Taglie: S-M-l www.lorpen.com
orpen – Calza XTR
When: 15 marzo 2012
What: il primo, l’unico e vero Running Trade Mag
Who: un tester team composto da 10 runners, uomini, donne, professionisti e non
Where: in tutti i migliori negozi di running e di montagna
27 produttori
Oltre 50 paia di scarpe testate davvero!
Terreno di gioco: gli sterrati dell’Arco alpino
Stay Tuned!
So U l R UNN i N g s p.M. pUBlisHing srl viA ConservATorio 30, 20122, MilAno
Di R e TT o R e eD i T o R i A le riCHArd Felderer riCHArd@soUlr Unning.iT
Di R e TT o R e Re S po NSAB ile MArCellA MAgliUCCi MArCellA@soUlr Unning.iT
A RT D i R e CT o R CHiArA FABBri ArT@CHiArAFABBri.CoM
Re DAZ io N e dAvide orlAndi dAvide@soUlr Unning.iT
AndreA piZZi AndreA@soUlr Unning.iT
vAlenTinA FlendA velenTinA@soUlr Unning.iT
hANN o C oll AB o RAT o roBerTo TerAZZi, pieTro TrABUCCHi, nino FlendA, AndreA gAllo, Anne MArie gross, UlriCH gross, sTevie HAsTon, BeTTA goBBi, gioACCHino goBBi, AlessAndrA niColeTTi, giAnni sAvoiA.
FoT og RAF i riCHArd Felderer, MAUro TAlAMonTi, MAUro CoTTone, peppe d’Urso, lorenZo BelFrond
FoT o D i C ope RT i NA FoTogrAFo: MoniCA dAlMAsso soggeTTo: kiliAn JorneT BUrgAdA
Co NC e SS io NAR i A D i pUBB li C i T à o ve R look Me D i A SR l viA lenTAsio 7, 20122, MilAno Tel. +39 (0)2 92887150 - FAx. +39 (0)2 92887169
sTAMpATo in iTAliA dA gRAF i CAS e TT e S R l www.grAFiCAseTTe.iT
disTriBUZione per l’iTAliA: p ie R o N i Di STR i BUZ io N e SR l viAle viTTorio veneTo 28 – 20124 MilAno Tel. 02 632461
PERIODICITA’ TRIMESTRALE NUMERO 1 - NOVEMBRE 2011 530 25 OTTOBRE 2011
Alpstation Milano S.r.l. Via Mantova, 21 20135 Milano
Tel. 02 54122800
Fax. 02 55199187 milano@alpstation.it
http://alpstationmilano.com
Orari di apertura: Lunedì dalle 15.00 alle 19.30 dal Martedì al Sabato
orario continuato dalle 10.00 alle 19.30
Un sistema avanzato per raggiungere nuovi livelli di prestazione. La collezione The North Face® Performance elimina qualsiasi distrazione provocata dal fastidio del calore e del sudore così siete sempre freschi, asciutti e concentrati sulla corsa.
http://eu.thenorthface.com/tnf-eu-en/running-page
Hal Koerner - Tracy Garneau, Patagonia, Argentina. Photo: Tim Kemple