Sentenza 2

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017

N. R.G. 2541/2013

REPUBBLICA ITALIANA TRIBUNALE di L’AQUILA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale, composto dai Magistrati: dott. ROBERTO FERRARI ............. PRESIDENTE REL.; dott. DARIA LOMBARDI .............GIUDICE; dott. MARIO CERVELLINO .............GIUDICE; ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g. 2541/2013 vertente TRA

- BANCA POPOLARE DI BARI S.C.P.A. -

Riolo, Gennaro Arcucci e Giovanni di Bartolomeo; parte attrice E - ANTONIO DI MATTEO parte convenuta OGGETTO: Cause di responsabilita contro gli organi amministrativi e di controllo CONCLUSIONI DELLE PARTI PARTE ATTRICE: 1) accertare e dichiarare che il dott. Di Matteo, nella sua qualità di direttore generale di Banca Tercas, carica ricoperta senza soluzione di continuità tra il 1° giugno 2005 e il 30 settembre 2011, è responsabile, in via solidale con tutti i pagina

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in persona del legale rappresentante in carica, rappresentato e difeso dagli avv.ti Silvio

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soggetti identificati nell’atto di citazione, della violazione dei doveri previsti dalla legge,

dalla normativa di settore, dallo Statuto e dai Regolamenti Interni della Banca in relazione a ciascuna delle operazioni descritte in atti e per le ragioni ivi ampiamente dedotte; 2) accertare e dichiarare che il dott. Di Matteo è responsabile dei danni, patrimoniali e non patrimoniali subìti da Banca Tercas in conseguenza delle operazioni tutte descritte in atti, danni a lui imputabili, in via solidale con tutti gli altri soggetti convenuti con l’atto di citazione, quali conseguenze immediate e dirette delle menzionate violazioni; 3) per l’effetto condannare il dott. Di Matteo al risarcimento in favore di Banca Tercas – Cassa di Risparmio di Teramo S.p.A. di tutti i danni subìti dall’attrice, che si quantificano in € 267.290.048,28 per gli affidamenti, € 14.842.142,00 per il danno da commissariamento ed € 16.469.940,00 per la vendita di azioni proprie, oltre ai danni reputazionali da liquidare in via equitativa, per un totale di € 298.602.130,28, oltre interessi e rivalutazione; 4) in ogni caso, qualora codesto Ill.mo Tribunale dovesse ritenere già sufficientemente provate ed accertate le gravi condotte illecite e responsabilità ascrivibili al dottor Di Matteo, descritte in atti, emettere pronuncia di condanna generica nei confronti di

Matteo in via provvisionale in favore di Banca Tercas – Cassa di Risparmio di Teramo S.p.A. al pagamento di tutte le somme con riguardo alle quali codesto Ill.mo Tribunale riterrà raggiunta la prova.

Con vittoria di spese, diritti e onorari del giudizio.

In via istruttoria insistono per l’ accoglimento delle richieste formulate in corso di causa.

MOTIVI DELLA DECISIONE - BANCA TERCAS (ora Banca Popolare di Bari a seguito di fusione) ha proposto azione di responsabilità nei confronti di amministratori, direttori generali e sindaci in pagina

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quest’ultimo ai sensi dell’art. 278 c.p.c. condannando contestualmente il dottor Di

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carica fino al provvedimento del 30/4/12 con cui il Ministero dell’ Economia e Finanze

ha disposto lo scioglimento degli organi con funzioni di amministrazione e controllo, chiedendo l’ accertamento della responsabilità ascritta ai convenuti con pronuncia di condanna generica assistita da provvisionale variamente dimensionata in ragione delle rispettive responsabilità evidenziate nella relazione ispettiva della Banca d’ Italia prodotta all’ all. 1 del fascicolo di parte. L’ ispezione fu disposta a seguito della constatazione del deterioramento dei profili tecnici della Banca registrato nel corso del 2011 e l’ accertamento si concluse rilevando una crisi aziendale non superabile con le sole capacità gestionali della Banca, della quale è stato quindi proposto il commissariamento degli organi disposto con provvedimento del 30/4/12 del Ministero Economia e Finanze, con successiva autorizzazione dei commissari a proporre l’ azione di responsabilità.

La causa, in origine proposta cumulativamente, è stata separata in ragione dei diversi titoli di responsabilità in base ai quali sono chiamati a rispondere i componenti dei vari organi, per funzioni e per epoca di carica. La parte convenuta del presente giudizio, ANTONIO DI MATTEO, non costituita, è stato direttore generale dal 1/6/05 al 30/9/11.

Parte attrice addebita ai convenuti una pluralità di condotte relative ad attività negoziali

evidenziando per alcune gravi profili di irregolarità nella concessione o nell’ estensione del fido e nella gestione negoziale e contabile del rapporto. Tali operazioni verranno di seguito partitamente esposte in sede di analisi secondo numerazione correlata a quella di cui alla comparsa conclusionale attrice.

Con l’ atto introduttivo è stata chiesta la condanna generica del DI MATTEO, con liquidazione di una provvisionale di € 30.000.000, allegati danni per € 192.721.777. In sede di trattazione le conclusioni sono state precisate con richiesta di condanna al pagamento dell’ importo risarcitorio di € 250.000.000, con salvezza della richiesta di condanna generica nei limiti di quanto dimostrato. In sede di conclusioni definitive i danni sono quantificati in € 267.290.048,28 per gli affidamenti, € 14.842.142,00 per il pagina

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generatrici di erogazioni in grande misura non più recuperabili (sofferenze),

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danno da commissariamento ed € 16.469.940,00 per la vendita di azioni proprie, oltre ai

danni reputazionali da liquidare in via equitativa, per un totale di € 298.602.130,28, oltre interessi e rivalutazione. _________________________________________ Va preliminarmente osservato in rito che le richieste risarcitorie di importo più elevato contenute in atti successivi alla citazione notificata al contumace, sono soggette a notifica ai sensi dell’ art. 292 cod.proc.civ..

Va tuttavia rilevato che le domande nuove consistenti nella richiesta delle maggiori somme non sono ammissibili ai sensi dell’ art. 183 co.5 in quanto, essendo il convenuto contumace, non possono esser dipendenti dalle domande o dalle eccezioni proposte da parte convenuta.

Quanto alla domanda introduttiva deve ritenersi che le conclusioni quantificate in calce con riferimento alla sola condanna generica vadano integrate con il quantum complessivamente indicato alla p.88 (VI.CONCLUSIONI), che indica l’ ammontare preteso in € 192.721.777,59.

Come emergerà dalle considerazioni che seguono, entro tale misura, tenuto conto degli oneri di allegazione e prova nelle azioni sociali di responsabilità, la causa può ritenersi

anche in ordine al quantum debeatur. _________________________________________ Al riguardo è indispensabile allo scrutinio dei vari profili di responsabilità addebitati agli amministratori la premessa metodologica che segue.

Affinchè gli amministratori possano essere chiamati a rispondere dell'attività gestoria è che dal loro comportamento illecito sia derivato un danno, giacché -in difetto dell’ individuazione e della quantificazione sia pur sintetica di un danno- l'azione di responsabilità, attesa la finalità risarcitoria che la caratterizza, perde la propria stessa ragion d'essere. (Nella specie invero anche ciò che è esposto in termini di gravi irregolarità e illeciti gestionali, come le operazioni di cui ai paragrafi I.xx e le operazioni pagina

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matura per la decisione sulla base delle allegazioni e delle produzioni di parte attrice,

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La

precisazione che il danno non deve costituire il prodotto di circostanze estranee alla negligenza dell’ amministratore è superflua, se l’ indagine si compie su danno, condotta negligente e nesso eziologico.

Per quanto attiene alla quantificazione del danno derivato dalla condotta negligente degli amministratori, sarebbe banale precisare che occorre misurare lo specifico pregiudizio arrecato da ogni singola operazione lesiva del patrimonio sociale, se non fosse che in passato fu più volte affermato un metodo di quantificazione sintetico basato

attivo). Ciò non esclude il soccorso in via surrogatoria del metodo sintetico a quello analitico, in applicazione del principio generale di liquidazione equitativa (art. 1226 cod.civ.) nei casi in cui la quantificazione analitica del danno sia impossibile al momento del processo e fosse molto difficilmente precostituibile o non esigibile dal danneggiato diligente (nella specie viene in rilievo l’ assenza di un dovere di controllo del socio).

Nelle vicende in esame non ricorre propriamente l’ esigenza del ricorso a liquidazioni equitative. La vicenda di posizioni debitorie inesigibili oltre una data misura attiene piuttosto alla valutazione del credito all’ attivo patrimoniale, che va attualizzata, pur in pendenza di poco ottimistici tentativi di realizzo, sulla base dei criteri prudenziali che presiedono alla stima delle poste di un bilancio di esercizio. pagina

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su calcoli differenziali di poste contabili (il c.d. deficit fallimentare pari a passivo meno

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Sotto tale profilo va puntualizzato che la quantificazione allo stato dell’ istruttoria che verrà effettuata costituirà una liquidazione definitiva ad istruttoria esaurita e che l’ eventuale difetto di analiticità del computo delle perdite su credito è l’ effetto della valutazione della posta creditoria, che, in quanto tale, non è prodotto di computo analitico.

La premessa che precede va infine sviluppata nella dinamica processuale attraverso le puntualizzazioni necessarie in tema di oneri di allegazione e prova.

Dell’ allegazione si è anticipato l’ oggetto ed ovviamente compete in ogni caso a chi agisce; poichè l’ allegazione concerne i fatti e quindi quanto accaduto, non occorre contempli –se non necessario per coerenza logico-argomentativa- la espressa esclusione di quanto non accaduto.

Le vicende dei rapporti di mandato peraltro, contemplanti attività esecutive complesse attuate in un periodo di lunga durata, in genere non inferiore alla durata minima della carica, si prestano ad ovvi (per il solo fatto di esser di frequente rinvenibili nella casistica) equivoci in tema di oneri di allegazione. Il titolare del diritto (la società e i soci) invero non ha che da allegare quanto accaduto -il titolo del diritto (il rapporto institorio) e il pregiudizio-, ipotizzando che quest’ultimo derivi da quanto non accaduto -

contrario, l’ attore avrebbe agio di affermare l’ integrale inesecuzione della prestazione, ripristinando così il proprio privilegio negoziale, con l’ effetto di sottrarre alla dialettica processuale un prezioso contributo alla definizione del thema probandum (la selezione del contestato).

Non va trascurato del resto che nei rapporti latu senso di mandato il privilegio contrattuale generale del soggetto attivo del rapporto obbligatorio (quello di esigere la dimostrazione dell’ adempimento) ha una specificazione legale legata alle caratteristiche della prestazione (di durata, in cui la condotta –complessa e costituita da un rilevante numero di attività- ha rilievo primario rispetto al risultato), costituita dal diritto al rendimento del conto: il creditore legittimamente ignora ogni aspetto dell’ attività pagina

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l’ inadempimento o l’ inesatto adempimento dell’ obbligato. Del resto, esigendosi il

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esecutiva e ha il diritto a pretendere che gli venga narrata. Ulteriore avvertenza che l’

analisi della casistica impone è quella di non equivocare sui termini di verifica dell’ esattezza dell’ adempimento dati dalla condotta e dal risultato (ci si riferisce alla ormai tramontata distinzione tra obbligazione di mezzi e di risultato): nella specie il rilievo primario dato alla condotta da rendicontare deriva dall’ indeterminatezza del risultato richiesto all’ amministratore, costituito dalla massimizzazione dei risultati economici complessivi (crescita patrimoniale, inclusiva delle aspettative, e dividendi), sicchè è possibile verificare che il risultato ottenuto sia il massimo esigibile (con salvezza dell’ incensurabilità della scelta economica derivata da una condotta professionalmente diligente) se è dimostrato che l’ esecuzione della prestazione sia stata professionalmente diligente.

L’ onere della prova è simmetrico all’ onere di allegazione e, come questo, legato alla natura contrattuale della responsabilità. Sul punto la giurisprudenza di legittimità è ormai consolidata: secondo la Corte, nell'azione sociale di responsabilità, la società esaurisce il proprio onere probatorio dimostrando che l'atto compiuto dall'amministratore non risponde all'interesse immediato e diretto della società; ciò non comporta automatico riconoscimento della responsabilità dell'amministratore, al quale spetterà però dare la

della condotta tenuta.

Tuttavia –sia pur in presenza di un orientamento consolidato sul punto- si impone una ulteriore precisazione metodologica, dovuta al fatto che la casistica evidenzia qualche imprecisione (a volte invero ascrivibile alla sintesi richiesta nell’ elaborazione delle massime) circa il talora affermato onere della prova della diligenza. Fatto da provare è la condotta; la diligenza (così come la prudenza e la perizia) è canone di valutazione della condotta e –come tale- non oggetto di oneri di parte. L’ individuazione del canone e la valutazione della conformità ad esso della condotta provata spetta al giudice, con l’ ausilio talora necessario di esperti in una materia in cui la diligenza rilevante non è quella del buon padre di famiglia, ma quella professionale (ragion per cui la pagina

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prova –dopo averla allegata nel primo atto difensivo e al più tardi in sede di trattazione-

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In sintesi dunque chi propone l’ azione di responsabilità è in buona sostanza onerato della allegazione e dimostrazione di null'altro che il pregiudizio (il rapporto negoziale e le parti dello stesso sono rappresentati dalle risultanze del Registro delle Imprese): compito agevole laddove vi siano perdite patrimoniali e conti economici negativi risultanti dal bilancio, più arduo ove si affermino sottrazioni di valori o lucro cessante non contabilmente rappresentati.

Agli amministratori convenuti spetta allegare e dimostrare la propria condotta (non tutta, come nel rendimento del conto cui essi sono annualmente tenuti con la presentazione del bilancio e la sua illustrazione in assemblea, ma soltanto quella) spiegante effetti nel processo causale che può aver prodotto il disvalore rilevato in contabilità. Invece nella seconda ipotesi sopra delineata (pregiudizio non rilevabile dalla contabilità) all’ attore è evidentemente riservato un ruolo primario, poichè la prova del pregiudizio implica necessariamente una indagine sulla vicenda che lo ha generato; ma tale ipotesi non ricorre tra gli addebiti ascritti a parte convenuta. _________________________________________ L’ analisi di detti addebiti e ripartita per tipologia in 3 sezioni: operazioni irregolari,

I.1

operazione SMIB (2005-2011)

La TERCAS ha posto in essere operazioni creditizie destinate ad intervenire, per interposta persona, sulla situazione debitoria di SAN MARINO INTERNATIONAL BANK S.p.A., nonostante il contrario orientamento della Banca d’ Italia, con ciò concorrendo a cagionare il commissariamento dell’ istituto.

Da tali conseguenze è derivato il maggior costo dell’ approvvigionamento di provvista, pari al 2,5% del tasso di interesse praticato da Banca d’ Italia a fronte dell’ 1% praticato dalla BCE, con maturazione di un maggior debito di almeno € 6,7milioni.

L’ operazione ha evidentemente rilievo sotto il profilo dell’ efficienza causale delle irregolarità contestate al riguardo in concorso con le altre agli effetti dell’ adozione del pagina

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perdite su credito e operazioni su azioni proprie.

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provvedimento di commissariamento. Sotto altro profilo rileva ai fini dell’ individuazione del danno risarcibile in base ai criteri indicati, ossia non del danno derivato dall’ operazione in sè, ma di quello effetto del provvedimento incidente sul rating dell’ istituto.

La censura in definitiva non attiene ad un pregiudizio direttamente derivato dai risultati economici dell’ operazione.

I.2

conti Cinzia Ciampani e Immobiliare Tolstoj(2005-2011)

Cinzia Ciampani, convivente e madre di uno dei figli del direttore generale Di Matteo, anche quale socio di controllo (al 99%) di Immobiliare Tolstoj S.R.L., ha disposto tra il 2005 e il 2011 numerose e cospicue movimentazioni irregolari sotto il profilo della documentazione degli atti di disposizione e in relazione alle prescrizioni della disciplina anti-riciclaggio.

Anche in questo, come nel caso dell’ operazione SMIB, non viene dedotta una perdita o un danno diretta a carico dell’ istituto di credito, ma irregolarità che evidentemente hanno avuto influenza sugli interventi dell’ Autorità di vigilanza e sul rating da cui dipende il costo dell’ approvvigionamento interbancario, di seguito cumulativamente quantificato. fondo Diaphora (2009)

Nel corso del primo semestre dell’ anno Di Matteo ha acquistato quote del fondo in questione al costo di € 6.100.000, il cui valore al momento della redazione della perizia penale risultava pressoché integralmente azzerato. _________________________________________ In relazione alla concessione dei fidi, al convenuto è addebitata grave negligenza nello svolgimento delle istruttorie delle pratiche di affidamento in ordine alle quali era suo compito, quale dirigente dell’ intera area credito dell’ istituto, fornire un parere decisivo ai fini della concessione del credito. Le decisioni dell’ organo amministrativo rappresentate nei verbali del consiglio di amministrazione non evidenziano alcuna analisi dei dati patrimoniali e finanziari del cliente richiedente, dati non emergenti dall’ pagina

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I.3

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017 istruttoria o non valutati, analisi che avrebbe dovuto costituire il fondamento del parere favorevole o contrario del direttore generale; in alcuni casi il riferimento ai parametri rilevanti è espressamente omesso in favore del dato dell’ essere il cliente conoscenza diretta del direttore generale.

In nessun caso in cui si è poi constatato un rilevante eccesso di stima del valore di immobili concessi in garanzia è stato richiesto alcun approfondimento istruttorio in merito ai criteri di valutazione dell’ immobile. Non risulta alcuna valutazione sulla prudenza e convenienza di affidamenti di elevato importo privi di garanzie e di un piano imprenditoriale (business plan) fondato su altro che le mere dichiarazioni del richiedente.

Nello sviluppo dei rapporti di credito –come evidenziato nella relazione ispettiva del dott.Stabile- è mancato un pronto rilevamento dei dati evolutivi idonei ad evidenziare i sintomi di deterioramento del credito ovvero la rilevazione dei rischi, più dolosamente che negligentemente, è stata gestita mediante sistematiche rinnovazioni del rapporto con l’ effetto di ritardare la manifestazione delle sofferenze, essendo di entità già estremamente rilevante quelle rilevate nei bilanci depositati a partire da quello dell’ esercizio 2006.

Presidente in assenza del consiglio di amministrazione) non fondate sulla manifestazione di eventi imprevedibili e su emergenze effettive. La prassi denota costante negligenza nella sorveglianza dell’ andamento della situazione patrimoniale e finanziaria del cliente, le cui criticità appaiono solitamente manifestarsi all’ improvviso e frequentemente consistono nel rischio di imminente cambio di status del rapporto creditizio, da prevenire mediante un mascheramento ottenuto attraverso la novazione di fatto del rapporto con effetti dilatori o l’ incremento dell’ affido, a ripianamento degli incagli di imminente manifestazione o di eventi non obiettivamente trascurabili riguardanti esposizioni debitorie verso terzi.

II.1

conti Francescantonio Di Stefano e Fincentro Uno S.R.L pagina

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Va tra l’ altro segnalato il frequente ricorso alle delibere d’ urgenza (adottate dal

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017 (2005-2011) Francescantonio Di Stefano, anche quale socio di controllo (al 99%) di Fincentro Uno S.R.L., è stato beneficiario tra il 2005 e il 2011 di numerosi affidamenti impiegati sino a maturare un debito privo di garanzie per oltre € 23512000, con perdita sul credito, al netto dell’ importo ritenuto recuperabile di € 1175600, di € 22.336.418.

In particolare il 10/6/05 gli è stato concesso un fido di € 10.000.000 non assistito da alcun tipo di garanzie nè da programmi di investimento, in presenza di dati istruttori che evidenziavano un indebitamento del gruppo di € 43.500.000, di cui circa la metà assistito da garanzie ipotecarie e pignoratizie in favore di altri finanziatori.

Il 14/9/05 il fido in favore del gruppo è stato elevato di ulteriori € 3.000.000. E’ dato atto che gli impieghi sono in buona parte diretti alla copertura di altre esposizioni, oltre che a far fronte a generiche esigenze di cassa non meglio specificate.

Per le stesse ragioni il 2/12/08 il fido chirografario è stato incrementato di ulteriori € 4.000.000.

Il 26/3/09, a fronte del mancato rientro dell’ esposizione, è stata concessa una dilazione del prestito.

Ed anzi il 24/7/09 è stato concesso un incremento del fido di ulteriori € 5.000.000.

segnalati dalla Centrale Rischi sono stati concessi nel corso del 2010.

Il fido viene incrementato di ulteriori € 5.000.000 il 8/2/11 e di ulteriori € 2.850.000 il 31/5/11.

I dati indicati, in assenza di circostanze in senso contrario che compete al convenuto allegare e dimostrare, inducono a ritenere che le erogazioni in favore del gruppo Di Stefano si prospettassero di fatto, come poi effettivamente è stato, in gran parte a fondo perduto; veri atti di distrazione o dispersione del patrimonio sociale.

II.2

Gruppo Di Mario (2005-aprile 2010)

Le società immobiliari facenti parte del gruppo sono state beneficiarie, attraverso l’ adozione di 166 delibere ordinarie e 22 adottate d’ urgenza dal Presidente, di numerosi pagina

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Ulteriori dilazioni a fronte di mancati rientri ed in presenza di rilevanti sconfinamenti

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017 affidamenti generatori di crediti rilevanti passati in sofferenza e quindi pressoché integralmente svalutati a seguito del fallimento di tutte le società del gruppo.

In particolare il 1/7/05 alla Dima Costruzioni è stato concesso un fido di € 7.000.000 assistito da garanzia pignoratizia per l’ acquisto di un terreno, nonostante la presenza di dati allarmanti relativi alla stima del terreno, la presenza tra gli amministratori di persone coinvolte in altri fallimenti e la rilevante esposizione bancaria del gruppo. Il fido è prontamente aumentato nei giorni successivi.

Numerose successive delibere di concessioni e dilazioni dei termini di rientro sono documentate ed esposte nella perizia redatta in sede penale prodotta da parte attrice.

Tra gli eventi di maggior rilievo è segnalato un finanziamento in pool con altra banca a Dima Costruzioni di € 20.000.000 del 13/10/06. Un affidamento del 27/11/08 tuttavia a copertura della pregressa esposizione. Un ulteriore affidamento chirografario di € 1.800.000 del 5/2/09.

La Immoservice s.r.l., altra società del gruppo, è beneficiaria di un fido d’ urgenza di € 3.608.000 del 18/12/07, incrementato di € 2.370.000 il 23/2/08.

La Stone & Project s.r.l., altra società del gruppo, è beneficiaria di un mutuo ipotecario di € 11.000.000 concesso il 14/12/05, per un piano di investimento immobiliare in

indebitamento complessivo di € 12.400.000. L’ affido è infatti incrementato d’ urgenza di € 2.000.000 il 4/3/09.

La Affinance S.p.A., altra società del gruppo con bilancio in perdita, è beneficiaria di un fido chirografario di € 700.000 concesso il 15/4/10.

La Araba Fenice s.r.l., altra società del gruppo, è beneficiaria di un mutuo ipotecario di € 27.000.000 concesso il 16/4/07 per l’ acquisto di un complesso immobiliare in Roma, costituito da appartamenti di cui il 40% abusivamente occupati.

II.3

Gruppo Casale (2005-2006)

Le società immobiliari facenti parte del gruppo sono state beneficiarie di numerosi affidamenti generatori di crediti rilevanti passati in sofferenza e quindi pressoché pagina

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Emilia in cui erano impiegati soli € 10.000 di mezzi propri, in presenza di un

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Tra le perdite generate dai rapporti con il gruppo Casale si segnala quella di oltre 10118000 € su mutuo in favore di Calzoni S.R.L. e quella di oltre 4328000 € su mutuo in favore di Via Larga S.R.L..

In particolare le due società di nuova costituzione sono beneficiarie di un finanziamento bullet (probabilmente connotato da pagamento degli interessi a scadenza e ammortamento della sola sorte capitale) del 20/10/06: Calzoni per € 7.000.000 e Via Larga per € 3.600.000; affidi garantiti da vuote ipoteche di secondo grado. Il finanziamento in favore di Via Calzoni viene dilazionato e incrementato di € 1.700.000 l’ 8/2/11.

La Quadrilatero Gruppo Immobiliare s.r.l., altra società del gruppo, è beneficiaria di un mutuo ipotecario di secondo grado di € 14.000.000 concesso il 28/2/07 diretto per metà al ripianamento di esposizioni verso altri istituti, in presenza di una sopravvalutazione della garanzia e in presenza di indebitamenti segnalati dalla Centrale Rischi per oltre 69.000.000. La stessa società il 25/8/10 è poi beneficiaria di un finanziamento bullet d’ urgenza di € 2.500.000.

II.4

Gruppo Isoldi (2006-2007)

generatori di crediti rilevanti passati in sofferenza e quindi pressoché integralmente svalutati a seguito di infruttuosi tentativi di recupero. Spesso le concessioni di credito sono erogate a fronte di operazioni di portage di azioni della banca (vendita con patto di retrocessione che ha l’ effetto di mascherare l’ acquisto o la detenzione di azioni proprie da parte dell’ alienante).

In particolare tra le società del gruppo figurano Evaristo s.r.l. e Isoldi Immobiliare S.p.A. (ora in concordato preventivo) beneficiarie di mutui ipotecari del 15/9/06 per complessivi € 5.840.000, in presenza di una esposizione debitoria complessiva della prima per € 9.624.000 e della seconda per € 41.745.000.

Il 19/12/06 la Isoldi Immobiliare ottiene nuovo mutuo ipotecario per € 12.700.000 e la pagina

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Le società facenti parte del gruppo sono state beneficiarie di numerosi affidamenti

IRO S.pA un mutuo ipotecario per € 5.100.000.

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017

Il 30/1/07 IRO S.pA ottiene altro un mutuo ipotecario per € 10.000.000 e Evaristo un fido di € 3.500.000, nonchè un ulteriore mutuo ipotecario di € 5.000.000 di € 5.000.000.

Tra le perdite generate dai rapporti con il gruppo si segnala quella di oltre 11771000 € per credito chirografario nei confronti di Isoldi S.p.A. in concordato preventivo.

II.5

Gruppo Bizzi Dini (2005-2008)

Le società facenti parte del gruppo sono state beneficiarie di numerosi affidamenti generatori di crediti rilevanti passati in sofferenza e quindi fortemente svalutati a seguito di infruttuosi tentativi di recupero.

In particolare tra le società del gruppo la BI & DI Real Estate S.p.A. ha ottenuto il 23/12/05 un’ apertura di credito chirografaria di € 5.000.000 per una operazione immobiliare in Messico di cui era pertanto difficile controllare lo stato di avanzamento.

Il 24/11/06 la società ha ottenuto un nuovo affidamento chirografario di € 10.000.000, nonostante dati allarmanti riguardanti l’ entità dell’ impiego della disponibilità e il rapporto con i movimenti attivi.

La Open Real Estate s.r.l., altra società del gruppo, consegue d’ urgenza il 12/9/07 un’ apertura di credito chirografaria di € 2.200.000 di durata annuale, poi prorogata in difetto

II.6

Gruppo De Gennaro (2009-2013)

Le società facenti parte del gruppo sono state beneficiarie di numerosi affidamenti generatori di crediti rilevanti passati in sofferenza e quindi fortemente svalutati a seguito di infruttuosi tentativi di recupero.

In particolare le società del gruppo Eurologistica S.r.l., Eurouno Re S.r.l. e Pozzovivo S.r.l. hanno ottenuto il 29/6/09 affidamenti di € 8.000.000 con ipoteca su terreni non edificabili e in assenza di finalità d’ impiego.

La Interporto Regionale di Puglia S.p.A., altra società del gruppo, consegue il 16/10/09 un mutuo chirografario di € 2.000.000 garantito da fideiussione di altra partecipata già sovrindebitata. La stessa società ottiene il 14/5/10 un finanziamento bullet di € pagina

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di rientro sullo scoperto.

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017 5.000.000.

Tra le perdite generate dai rapporti con il gruppo De Gennaro si segnala quella di oltre 5594000 € per crediti ipotecari su terreni ritenuti edificabili e rivelatisi inedificabili e quella di oltre 5979000 € su scoperto non sufficientemente garantito in favore di Interporto Regionale della Puglia.

II.7

Gruppo Sacrati (2009)

La società Parco delle Stelle di nuova costituzione è stata beneficiaria di mutuo non sufficientemente garantito sul quale si è generata una perdita di oltre 6656000 €. Il 26/3/09 la società ottenne un mutuo ipotecario 13.400.000, con garanzia su immobile stimato di un valore, al completamento dell’ opera, di € 800.000.000.

II.8

Gruppo Agostini (2009-2010)

La società Dream Island s.r.l. il 19/12/07 è stata beneficiaria di un affidamento garantito di ipoteca di 6° di € 6.000.000 per la realizzazione di un complesso immobiliare.

La Immobiliare Diva s.r.l., altra società del gruppo, consegue d’ urgenza il 9/5/07 un fido di € 1.000.000, benché il gruppo vantasse una esposizione nei confronti di Tercas per € 21,9mln di 49mln complessivi risultanti dalla centrale rischi. La stessa società il

miglioramenti della situazione debitoria; il 19/6/09 ancora d’ urgenza consegue un’ apertura di credito di € 500.000 e altri fidi di pari importo il 10/8/09, il 18/12/09 e il 27/12/10.

La A.B.C. Immobiliare S.p.A., altra società del gruppo, già titolare di rilevanti debiti in sofferenza, ottiene un fido chirografario di € 250.000 il 26/10/06, di € 100.000 il 18/6/07, di € 1.000.000 il 28/10/07. Detti rapporti sono soggetti a dilazione con ulteriori affidamenti con delibere del 30/1/09 e del 27/12/10.

La Smeralda s.r.l., altra società del gruppo, il 26/10/07 ottiene un mutuo ipotecario di € 1.750.000 per l’ acquisto di un complesso immobiliare in Sardegna privo di nulla osta paesaggistico. pagina

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28/5/08 ottiene un ulteriore affidamento d’ urgenza del medesimo importo, in assenza di

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017 II.9

Gruppo Righi (2007)

La società del gruppo SF Iniziative s.r.l. il 13/7/07 è stata beneficiaria di un affidamento chirografario di € 3.000.000 in assenza di finalità.

La Levante s.r.l., altra società del gruppo, consegue il 9/11/07 un fido chirografario di € 3.000.000 in assenza di finalità.

II.10

Gruppo Bitossi-Sammartino (2009)

La società del gruppo Genial Invest s.r.l. il 13/7/07 è stata beneficiaria di un mutuo ipotecario di € 1.800.000 per un intervento edilizio ancora non munito delle necessarie autorizzazioni, il cui valore è risultato come negli altri casi grandemente sovrastimato.

II.11

Gruppo Samorì (2011)

La società MC Industry Grandi Investimenti è stata beneficiaria di finanziamento non sufficientemente garantito (pegno su obbligazioni Tercas) sul quale si è generata una perdita di oltre 10859000 €.

II.12

Eurinvest S.p.A(2007-2008)

La società, di proprietà incerta, ottiene il 13/7/07 un mutuo di fatto chirografaria di € 5.000.000; il 26/11/07 e il 15/9/08 una dilazione su fidi scaduti e infine un nuovo affidamento di € 5.000.000, nonostante rilevanti dati allarmanti emergenti dall’

II.13

Mulazzani Italino S.p.A(2007)

La società ottiene il 30/3/07 un mutuo ipotecario di € 16.000.000 per un intervento edilizio ancora non munito delle necessarie autorizzazioni, nonostante rilevanti dati allarmanti emergenti dall’ istruttoria. _________________________________________ III.

Vendita azioni proprie (2011- 2012)

Nel corso del 2011 e 2012 a diversi correntisti (previa anomala riprofilazione della clientela) sono state proposte operazioni di acquisto di cospicui pacchetti azionari della Banca (circa 1.600.000 azioni rilevati dalla società di cui sub II.1); il collocamento si è rivelato meramente apparente in quanto collegato a patti di retrocessione. La condotta pagina

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istruttoria.

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017

rilevata in sede ispettiva ha comportato l’ irrogazione al Di Matteo di una sanzione Consob di € 180000.

Tali vicende hanno generato un contenzioso che ha condotto alla manifestazione della perdita per oltre € 16.469.940, oltre accessori. _________________________________________ Il convenuto va pertanto condannato al pagamento a titolo di risarcimento dei danni del complessivo importo di € 192.721.777,59; danno risarcibile derivato dalle descritte operazioni, comprensivo del maggior costo dell’ approvvigionamento finanziario, nei limiti di ammissibilità della domanda.

Nei termini in cui la domanda è stata prospettata non sono rappresentati i presupposti per l’ individuazione di un vincolo di solidarietà. E’ stata infatti proposta domanda di condanna per un importo cumulativo costituente liquidazione di un danno derivante da operazioni compiute, deliberate d’ urgenza o dal consiglio di amministrazione in periodi diversi, e da rapporti svoltisi lungo periodi di carica di diversi amministratori e sindaci.

Manca in definitiva la precisa esposizione dei fatti nei quali ravvisare il concorso di determinati amministratori e sindaci in relazione ad ogni singola operazione produttiva di danno.

reputazione, oltre alla inammissibilità conseguente alle ragioni sopra indicate, va rilevato che tale pregiudizio non è ipotizzabile per enti associativi e commerciali ove non legato a perdite economiche maturate o attese, debitamente stimate queste ultime in base ai criteri di valutazione di poste contabili per ciascuno degli esercizi a venire ritenuti necessari al ripristino della reputazione commerciale dell’ impresa.

Le somme come sopra determinate vanno rivalutate alla stregua degli indici ISTAT (relativi al costo della vita per le famiglie degli operai ed impiegati) dalla data della domanda (23/12/13), alla quale debbono intendersi stimate e attualizzate le perdite su credito, e sino alla data di pubblicazione della presente sentenza (Cass.SU n° 1712 del 22/4/1994 - 17/2/1995). pagina

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Quanto alla nuova domanda di condanna al danno derivante dal pregiudizio alla

Sentenza n. 608/2017 pubbl. il 10/10/2017 RG n. 2541/2013 Repert. n. 1586/2017 del 10/10/2017

In considerazione dell’ entità dell’ importo attribuito, va altresì riconosciuto il danno

derivato dalla mancata tempestiva disponibilità della somma liquidata, che stimasi equo in difetto di altri parametri documentati e in conformità della domanda- commisurare al tasso dell’ interesse legale.

Le spese di lite seguono la soccombenza e sono liquidate come in dispositivo [val. >8mln; 4 fasi importo unitario con correttivi correlati all’ irrilevanza delle integrazioni di trattazione e istruttorie in caso di processo contumaciale; aum.medio dec.coll.; singolo procedimento cautelare].

P.Q.M. il Tribunale, definitivamente pronunciando sulle conclusioni e tra le parti indicate in epigrafe, ritenuta l’ inammissibilità delle restanti domande, così provvede: a) condanna ANTONIO DI MATTEO al pagamento in favore di BANCA POPOLARE DI BARI S.C.P.A. della complessiva somma di € 192.721.777,59, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali dal 23/12/13 ---------------------------------b) condanna ANTONIO DI MATTEO al rimborso in favore di BANCA POPOLARE DI BARI S.C.P.A. delle spese di lite, che liquida in € 75.000,00 per onorario e spese, oltre rimborso forfettario ed accessori di legge ---------------------------------Il Presidente estensore dott. Roberto Ferrari

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Così collegialmente deliberato il 27 settembre 2017