LA CRISI DI BANCA DELLE MARCHE SITUAZIONE E CAUSE Il 27 agosto 2013 resterà negli annali di Banca Marche come il D-Day, ovvero come il giorno a partire dal quale si è aperto un nuovo corso. In quella data il Ministero dell’Economia e delle Finanze, su suggerimento della Banca d’Italia, firmò il decreto con il quale Banca Marche venne posta in Gestione Provvisoria, intervento d’urgenza finalizzato a mettere sotto focus la situazione economico-finanziaria di quell’istituto di credito che presenti segnali di dissesto, ovvero che riscontri riconosciute irregolarità amministrative e gestionali. Qualche giorno dopo, e precisamente il 31 agosto, i commissari incaricati Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni si insediarono a Fontedamo proprio nel corso di quella seduta di Consiglio di Amministrazione che, tra l’altro, avrebbe approvato la devastante semestrale 2013. Oggi, dopo oltre sei mesi, i commissari sono ancora lì, in forza di un ulteriore decreto emanato dal MEF il 15 ottobre 2013, di cui si è avuta notizia dieci giorni dopo, con il quale veniva stabilito che la banca era stata posta in Amministrazione Straordinaria (ovvero definitivamente commissariata) e che quindi continuava ad essere affidata a Bankitalia per un anno di tempo, periodo eventualmente prorogabile per altri dodici mesi. Questo è lo stato dell’attuale situazione, che tuttavia merita una breve ricostruzione cronologica per capire come si sia giunti a questo epilogo. Tutto iniziò con l’arrivo del direttore generale Luciano Goffi, insediatosi al posto di Massimo Bianconi nel settembre 2012, dopo che questi aveva risolto il proprio contratto di lavoro con Banca Marche in via consensuale. Inizialmente, dipendenti, clienti ed Istituzioni plaudirono alla scelta di un direttore marchigiano, perché era pensiero comune che il neo d.g. di origine jesina - che sarebbe stato esodato dal gruppo Ubi (nel quale negli ultimi tempi svolgeva, a sentire i bene informati, esclusivamente compiti di rappresentanza) a fine 2012 - poteva essere la chiave di volta per una banca che si è da sempre definita “del territorio”. Purtroppo, dopo poche settimane dal cambio al vertice, tutti capimmo che la situazione che andava delineandosi aveva contorni ben diversi. La genesi dei problemi di Banca Marche è rappresentata dalla nuova policy sul credito problematico, posta in essere da Goffi e dai suoi uomini (i neo assunti Carlo Audino – a capo dell’area recupero crediti – e Franco Leone Salicona – a capo dell’area crediti) a partire dall’ottobre 2012. Come emergerà da uno studio della primaria società di revisione internazionale KPMG datato 15 febbraio 2013, commissionato dal CdA per valutare la