• Titolo: SIG Sauer P226 Air • Sommario: realizzata unicamente in 4,5 mm, funziona a CO2 e può utilizzare sia pallini BB steel che piombini diabolo. La confrontiamo con la replica in 6 mm della Inokatsu • Tratto da: Soft Air Dynamics n. 94 (novembre 2017)
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SIG SAUER P226 AIR
A cura di Ermanno Coticoni & la Web Cartoleria
Realizzata unicamente in 4,5 mm, funziona a CO2 e può utilizzare sia pallini BB steel che piombini diabolo. La confrontiamo con la replica in 6 mm della Inokatsu Negli ultimi anni, numerosi produttori di pistole a CO2 hanno lanciato sul mercato repliche del tutto simili alle controparti reali, molto spesso sia in calibro 6 mm soft air che in 4,5 mm BB steel, utilizzando per entrambe le tipologie la stessa piattaforma progettuale. Poi ha fatto il proprio esordio nel settore la Sig Sauer. La P226 Sig Sauer real steel è considerata una delle migliori e più affidabili semiautomatiche disponibili sul mercato delle armi da fuoco, tant’è che anche gli US Navy Seal l’hanno selezionata come arma da fianco standard. Era quindi logico che l’azienda svizzera scegliesse questo modello come base per una nuova pistola a CO2 in 4,5 mm. Trattandosi di un prodotto Sig Sauer, questa bellissima pistola – importata in Italia da Bignami – non può essere considerata propriamente una replica, bensì un “originale” funzionante a gas compresso. La Sig Sauer ha speso molto tempo e risorse per lo sviluppo di un clone Asp (Advanced Pellet Sport) della P226 che ne imitasse i movimenti e la funzionalità. Lo scopo dell’azienda era quello di produrre un dispositivo poco costoso che fosse utilizzabile dalle unità militari e di polizia per l’addestramento al maneggio delle armi leggere, evitando le alte spese derivanti dall’utilizzo di modelli e munizioni reali. Con lo sviluppo della P226 Air Pistol, i tecnici
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Sig Sauer sono andati ben oltre le proprie aspettative, realizzando uno strumento di formazione eccellente sia per il mercato militare che per quello civile. Ora, dato che il modello viene commercializzato espressamente come “versione di allenamento” della P226, ci si aspetterebbe che corrispondesse in ogni particolare all’arma da fuoco. Per molti aspetti è così, anche se non completamente... A differenza di quanto fanno altre case costruttrici, la Sig Sauer non produce la versione in 6 mm soft air della P226 Air Pistol, questo anche a causa del particolare sistema di alimentazione del modello, principalmente dedicato al munizionamento diabolo, quindi in quesa recensione andrò a comparare l’estetica e il funzionamento meccanico della P226 Air Pistol Sig Sauer con le caratteristiche di una bellissima replica in 6 mm soft air d’altra marca: la P226 Inokatsu a CO2. Il prodotto è in larga parte costruito sulla base della collaudata e affidabilissima meccanica Marui, che però Inokatsu ha pensato bene di vestire con un abito d’acciaio brunito ed Ergal, come la controparte reale. il confronto La Sig Sauer P226 Air Pistol è una classica pistola ad azione mista (singola/doppia). Il suo
grilletto, come tutti quelli a doppia azione, ha una trazione pesante, che si attesta intorno ai 4 kg, ma in azione singola rivela poco meno di 1,8 kg. Entrambi i valori di trazione sono paragonabili a quelli dell’arma reale. L’esclusivo sistema a leva per caricare le capsule di CO2, che si inseriscono nella parte posteriore dell’impugnatura, è molto funzionale ed estremamente facile da usare, senza necessità di alcun attrezzo, ciò rende la pistola affidabile in ogni condizione di impiego, eliminando totalmente il noto problema dei fori del tappo della bomboletta di CO2 dedicati alla chiave a brugola che alla lunga si asolano, e consente una sostituzione più immediata. Soluzione perfetta, questa, per il training militare e l’utilizzo coi guanti indossati. Osservando la parte esterna sia della Sig Sauer che dell’Inokatsu, si riscontra in entrambi i modelli un’estrema fedeltà alla controparte real steel, che riguarda non solo il design, ma anche il peso. Tuttavia, mentre sul prodotto giapponese tutti i comandi originali sono funzionanti, in quello svizzero no. Nell foto d’apertura, in alto, la Sig Sauer P226 Air Pistol. Si noti il particolare sistema d’inserimento della capsula di CO2 nell’impugnatura, che non richiede l’impiego di utensili.
www.softairdynamics.it Questo, però, non può ritenersi un difetto, bensì la risposta dei progettisti a una precisa esigenza funzionale: la P226 Air Pistol, infatti, a differenza delle comuni repliche 6 mm soft air o 4,5 mm BB metal, è stata pensata non solo per funzionare con pallini sferici, ma anche coi molto più precisi diabolo, che come noto hanno una tipica forma che ricorda il tappo di una bottiglia di Champagne. Ovviamente, siccome è impossibile inserire i diabolo nell’elevatore in posizione perfetta senza che si rovinino durante il caricamento o si mettano per traverso all’imbocco della canna, è stato progettato un caricatore ad hoc, piuttosto originale: si tratta di un magazine in plastica, molto leggero, che alle due estremità presenta un tamburino rotante che può ospitare sia i BB metallici che i diabolo. Per questi ultimi, in particolare, è stato anche realizzato un piccolo avvallamento che funge da invito, così da facilitarne il caricamento, perché i BB da 4,5 mm hanno il brutto vizio, essendo minuscoli, di sfuggire di mano facilmente. Ad ogni trazione del grilletto, sia in doppia che in singola azione, nella prima parte della corsa il tamburino ruota presentando all’imbocco della canna un nuovo proiettile; successivamente, procedendo con la trazione, il cane si svincola e la pistola spara, scarrella e si riarma. Esauriti i BB o i diabolo nel tamburino superiore, è sufficiente estrarre il caricatore, capovolgerlo e reinserirlo col tamburino pieno rivolto verso l’alto. Pertanto, essendo impossibile con questo sistema replicare il blocco in apertura del carrello che si ha quando si esaurisce il caricatore, lo slide stop della P226 Air Pistol – a differenza di quello della “sorella” da soft air – non è funzionante. Il vantaggio di un caricatore che non contiene né bombolette, né valvole, né viti sta nel suo bassissimo costo. Quindi se ne possono acquistare parecchi di scorta senza spendere cifre importanti come per quelli delle repliche da soft air a CO2. Anche la leva abbatticane funziona in modo differente: nell’Inokatsu, come nell’arma vera, essa ha unicamente la funzione di riportare il cane a riposo, mentre sulla Sig Sauer, una volta abbassata, oltre ad abbattere il cane in posizione leggermente sollevata, resta in low position fungendo da ulteriore sicurezza. In questo modo, premendo il grilletto, il cane funziona comunque in doppia azione (s’alza e s’abbatte come nei revolver), arrestandosì però subito prima di toccare il percussore che aziona la valvola di rilascio del CO2, quindi la pistola non spara. Riportando la leva in alto, s’inibisce la funzione sicura. Il field strip dell’ Inokatsu è identico – come nella maggior parte delle repliche da soft air – a
quello dell’arma vera: la leva sul lato sinistro del fusto svincola un risalto presente nella canna (outer barrel), dopodiché il carrello può essere rimosso facendolo scorrere in avanti, procedendo infine allo smontaggio della canna e della molla di recupero con relativo guidamolla. Nella P226 Air Pistol, l’operazione è un po’ più complicata: occorre estrarre una spina inserita nel castello, nel punto di congiunzione tra il fusto e il ponticello del grilletto, far scorrere verso il basso un tassello che blocca l’arretramento del carrello, quindi arretrare quest’ultimo fino in fondo. Sollevandone infine la parte posteriore e rilasciandolo in avanti, il castello si svincola dalla canna, che rimane solidale al fusto. Per estrarre anche la canna, è necessario rimuovere la meccanica interna, fissata con ulteriori spinotti, quindi aprirne i gusci estraendo le viti che li tengono uniti. Esaminando la P226 Air Pistol, si può constatare che il sistema di smontaggio del carrello basato sulla rimozione di un tassello seguito dall’arretramento completo del componente è mutuato dalla serie Walther PP/Ppk/Ppks, dalla storica Makarov e da qualche datato modello di casa Beretta.
È molto importante prestare attenzione al verso nel quale è montata la molla di recupero attorno alla canna: le due estremità sono diverse tra loro e il successivo rimontaggio del componente in posizione errata (cioè al contrario) pregiudica il regolare funzionamento blowback della pistola. Come detto in un precedente numero, tutte le canne delle armi in 4,5 mm sono prive di hopup, non necessario, e la P226 Air Pistol non fa eccezione in questo senso. La qualità della canna è impeccabile, come possiamo aspettarci da un prodotto firmato Sig Sauer, tuttavia si riscontra un po’ di tolleranza tra la base della stessa e la culla in cui è posizionata. In sostanza, la canna “balla”, anche se impercettibilmente. Nulla di particolarmente grave, questione di decimi di millimetro, ma personalmente, attendendomi da un’arma a canna rigata funzionante con diabolo il massimo della precisione che essa può esprimere, ho inserito un sottilissimo ritaglio d’alluminio all’interno della culla a mo’ di spessore per eliminare il gioco. Se decidete di imitarmi, non impazzite per reperire il foglio d’alluminio dello spessore giusto: il lamierino delle lattine
La Sig Sauer P226 Air Pistol (in alto nella foto) a confronto col modello in 6 mm della giapponese Inokatsu (in basso). L’Air Pistol riporta impresso anche il logo in bianco del modello Navy.
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Sig Sauer P226 Air Pistol
di Coca-Cola è perfetto. Se occorre, potete posizionarlo anche in più strati. È comunque una pratica che sconsiglio a chi non abbia abbastnza manualità; in ogni caso, se siete alla ricerca della perfezione assoluta, sappiate che qualsiasi armaiolo, può effettuare l’intervento senza problemi. A questo punto, è bene ricordarsi una cosa importantissima: la P226 Air Pistol, a differenza delle pistole da soft air, non prevede il field strip, cioè lo smontaggio da campo, quindi la sua eventuale scomposizione ne invalida la garanzia. Un’altra differenza tra le due pistole è quella riguardante la finestra d’espulsione, posta sulla sommità del carrello. Nell’Inokatsu, come in molte altre repliche da soft air, arretrando il carrello la canna si svincola dai tenoni che la tengono in posizione, abbassandosi, e il carrello, continuando ad arretrare, mostra l’interno della meccanica attraverso la finestra, dalla quale, nell’arma vera, vengono espulsi i bossoli vuoti. Nella P226 Air Pistol, invece, la finestra è finta, trattandosi semplicemente di un incavo stampato sul carrello, quindi, scarrellando, tutto
Il caricatore della Sig Sauer P226 Air Pistol può contenere sia proiettili sferici che diabolo. Il piccolo avvallamento in prossimità dei fori del tamburino facilita il caricamento dei BB: basta appoggiarli ed essi scivolano da soli in posizione per poi essere premuti all’interno dei fori d’inserimento. si muove insieme. Questo particolare, in effetti, è assai poco realistico, ma risponde a una logica precisa: come descritto prima, la trazione del grilletto mette in movimento una meccanica abbastanza complessa e sofisticata, e la Sig Sauer ha pensato di proteggerla da sporco e
intrusione di corpi estranei lasciando la finestra d’espulsione chiusa. Non dimentichiamo che la P226 Air Pistol è stata voluta e progettata principalmente come arma da training, quindi viene spesso utilizzata in condizioni meteo avverse, magari in presenza di fango e polvere.
silenziatore sì o no? La normativa italiana vieta la fabbricazione, la vendita e l’acquisto di silenziatori per armi comuni da sparo (non ne proibisce espressamente la detenzione, tuttavia, visti gli altri divieti, risulta impossibile procurarsene uno legalmente). S’aggiunga che le armi a modesta capacità offensiva non sono considerate dalla legge vigente armi comuni da sparo, pertanto è possibile installarvi dei silenziatori (ovvero soppressori o moderatori di suono che dir si voglia) come quelli per le repliche da soft air (in genere, guarniti di spugna fonoassorbente). Detto questo, ci sembra utile fare qualche riflessione sull’argomento. Per “armi comuni da sparo”, in Italia, s’intendono anche quelle ad aria compressa che superano il limite dei 7,5 joule di potenza. I silenziatori ad esse dedicati – in vendita e d’uso comune all’estero, ma non nel nostro Paese – hanno spesso l’interno in plastica e spugna fonoassorbente. Chiaramente, non possono essere utilizzati sulle armi da fuoco, in quanto la vampa dello sparo brucerebbe tale guarnitura. Tuttavia, se acquistate un silenziatore da soft air e lo modificate per installarlo su di un’arma a modesta capacità offensiva (pratica legale) e contemporaneamente possedete anche una carabina o pistola che supera i 7,5 joule – quindi considerata “arma” in Italia – nel malaugurato caso di un controllo, l’agente o il funzionario di turno, magari poco preparato in materia d’armi, potrebbe contestare che detto silenziatore è installabile anche su di essa e pertanto, alla luce dei divieti elencati all’inizio, decidere di denunciarvi. A posteriori, sicuramente, potreste dimostrare che l’attacco del
Il field strip della Sig Sauer P226 Air Pistol.
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silenziatore non è dedicato alla carabina o pistola ad aria compressa considerata, nel caso specifico, arma comune da sparo, ma situazioni del genere sono sempre ostiche da risolvere. Va detto innanzitutto che le armi in 4,5 mm non sono destinate ai game, bensì al tiro di precisione, al tiro dinamico o al semplice tiro alla lattina, quindi, per tali usi, installare un silenziatore su di esse non è giustificabile con presunte esigenze di “realismo scenico”, anzi per certi aspetti è deleterio. Infatti, se non si dispone di un set di mire rialzate, il soppressore interferisce con l’asse di collimazione di quelle standard rendendole inutili. Si consideri anche il problema delle turbolenze d’aria che seguono il pallino all’uscita dalla volata: se il silenziatore non è progettato ad hoc, può influire negativamente su di esse e compromettere la precisione dell’arma. Infine, l’effetto silenziante di un soppressore come quelli descritti è molto modesto e comunque le pistole a CO2 già di per sé sono poco rumorose, sicuramente meno delle armi da fuoco, ma anche delle armi ad aria compressa che superano i 7,5 ioule. In ogni caso, se qualcuno volesse provare a installare un silenziatore sulla Sig Sauer P226 Air Pistol, il filetto della volata ha un passo di 11,8 mm ad andamento orario (il 12 mm è abbastanza compatibile). Quindi, non essendo ancora disponibile in Italia un soppressore di suono dedicato a questo modello e avendo quelli da soft air per la maggior parte un passo di 14 mm ( sia con andamento orario che antiorario), occorre necessariamente costruirsi un adattatore. E.C.
Il field strip della P226 Inokatsu: come in molte pistole da soft air, è pressoché identico a quello dell’arma reale.
www.softairdynamics.it La volata della canna è filettata esternamente ed è protetta da un anello zigrinato. Facile pensare che questo particolare abbia una funzione dedicata al training militare per simulare l’installazione di un silenziatore, ma nell’impiego civile è abbastanza inutile. prestazioni Ai fini della precisione di tiro, oltre a ridurre il gioco della canna, nella P226 Air Pistol – come in qualunque arma a modesta capacità offensiva – si rivela utile la scelta del diabolo giusto, per forma e peso. Questo perché in ogni modello di pistola in 4,5 mm variano la potenza, il passo di rigatura della canna e la lunghezza della stessa, oltre a infinitesimali differenze di calibro. Non per niente, i migliori produttori di diabolo indicano sulla confezione, oltre al peso dei “piombini”, anche il loro dia-
metro. Sta all’utilizzatore, attraverso le prove del caso, individuare il tipo di diabolo che la sua pistola digerisce meglio. Come abbiamo visto, la P226 Air Pistol può utilizzare anche proiettili sferici, ma sconsiglio di utilizzare i BB steel, benché generalmente siano sottocalibrati: l’acciaio, infatti, con l’uso può rovinare la rigatura della canna, elemento essenziale per la precisione dell’arma. Sono preferibili i BB in piombo, eventualmente rivestiti di rame. In ogni caso, l’esigua differenza di prezzo tra i diabolo e i BB e la scarsa precisione ottenibile con questi ultimi non ne favorisce l’utilizzo. Su dieci colpi sparati, con temperatura esterna di 22° C, la prova al cronografo ha registrato una velocità d’uscita media di 120 metri al secondo con diabolo da 0,45 g, quindi un’energia cinetica di 3,24 joule.
Sopra, il carrello in acciaio brunito della realistica P226 Inokatsu (in alto) a confronto con quello della Sig Sauer P226 Air Pistol (in basso). La finta finestra di espulsione del modello svizzero impedisce l’intrusione di corpi estranei o sporco che potrebbero danneggiarne la sofisticata meccanica.
Le istruzioni della Sig Sauer raccomandano di cambiare la capsula di CO2 ogni sessantaquattro colpi. Nel nostro caso, una capsula ci ha consentito di sparare ottantaquattro colpi . All’ottantaquattresimo colpo, allorché la pistola ha smesso di scarrellare, la velocità d’uscita era superiore ai 50 metri al secondo. conclusioni La Sig Sauer P226 Air Pistol è un’arma precisa e divertente, peraltro propedeutica all’uso delle armi da fuoco. Un ottimo punto di partenza, a mio avviso, per avvicinarsi al mondo delle 4,5 mm. Se comunque si cerca un modello realistico, solido, di ottima qualità progettuale e costruttiva, da utilizzare per training e divertimento e non per affrontare competizioni a livello agonistico, può anche risultare la scelta definitiva.
La leva abbatticane della Sig Sauer P226 Air Pistol può restare in posizione abbassata, col cane leggermente sollevato, in modo da consentire la trazione del grilletto, ma non lo sparo.
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