Socialmente Dicembre 2017

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SOCI@LMENTE periodico quadrimestrale di informazione della Fondazione Internazionale “Il Giardino delle Rose Blu O.N.L.U.S” viale Europa, 38 - 03100 Frosinone Poste Italiane S.p.A - Spedizione in abbonamento postale - DL. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, Aut. n. C/FR/103/2010

Soci@lmente Anno VIII - N° 2 - DICEMBRE 2017

ACCOGLIENZA

10 Anni di Accoglienza: ...Ascolto e Aiuto!

IN-FORMAZIONE

Cispef: 2 anni di web 2.0 Le nostre prime due candeline on-line

SOLIDARIETA’

Un volontario che è... diventato un angelo

INCONTRI

Filippo Destrieri

Soci@lmente •

1


SOMM@RIO

Soci@lmente Anno VIII - N°2 - DICEMBRE 2017 In copertina Filippo Destrieri

9

Foto Archivio Fondazione internazionale Il Giardino delle Rose Blu ONLUS Archivio Anatolè Salvatore Pascolini Eugenio Oi Filippo Destrieri Direttore Responsabile Andrea Renna Direttore Editoriale Ermanno D’Onofrio Caporedattore Monia Minnucci

04

4 INCONTRI

Filippo Destrieri: Spero che ritorni presto l’era del cinghiale bianco!

ACCOGLIENZA

09

INFORMAZIONE

SOLIDARIETA’

07 10 Anni di Accoglienza: ... Ascolto e Aiuto

12 14

16

Cispef : 2 anni di web 2.0 Le nostre prime due candeline on-line Un Volontario che è ... diventato un angelo! L’assemblea generale: La bellezza di crederci e lavorare insieme!

REPORTAGE

Farfalle sottovetro: I numeri del femminicidio

LE PAGINE DELLA FONDAZIONE 18 Il campo permanente Chiunque dovrebbe provarlo

25

SOCIETA’

21

Ricordando il santuario Visita al santuario della Spoliazione

23

Le sette opere della Misericordia corporali: “Alla luce di Cristo, chi è l’uomo?”

SPIRITUALITA’

VOCI DALLA CROAZIA

25

La sofferenza consapevole A Gornja Bistra non si va, si torna!

VOCI DALLA BOSNIAHERZEGOVINA

29

33

34

Campo invernale in Bosnia Sarajevo, un inverno che non finisce

ANGOLO DEL LIBRO

La banalità del male Eichmann a Gerusalemme

VISITA LA CITTÀ

Redazione Aurelio Cesaritti Monia Minnucci Chiara Patrizi Mara Biondi Annarita Di Felice Simona Neri Hanno collaborato: Alessandra Testani Nicola D’Amore Alice Corsetti Domenico Valletta Serena Giannino Sonia Stevanin Mery Troni Progetto Grafico Carla Campoli Nicola D’Amore Stampa Nuova Stampa litografica di Caramitti M.& C. s.a.s. via Armando Fabi, 327- 03100 FR Editore Fondazione Internazionele Il Giardino delle Rose Blu ONLUS Viale Europa, 38 - 03100 Frosinone Tel./Fax: 0775 233011 C.F - P.IVA: 02549680607 Registrato presso il Tribunale di Frosinone n° 669 del 16/07/2010

Parco Paneveggio Nel cuore della foresta dei violini Ferentino - Frosinone

20

PAROLE IN LIBERTA’ “Sono con te, non sei solo” Aiuto: incontrarlo nel disagio...

2 • Soci@lmente

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BUONE NOTIZIE

La Redazione

Corso della Repubblica, 130 - Frosinone Tel./Fax: 0775 835038 info@consultorioanatole.it


EDITORI@LE Cari lettori, benvenuti in questo nuovo numero di Soci@lmente. Apriamo con una bellissima notizia che dimostra come le tante battaglie che il Giardino delle Rose Blu porta avanti, anche se vanno avanti da molto tempo, non finiscono nel dimenticatoio, ma si cerca sempre la strada migliore per vincerle. Nello scorso numero vi avevamo già parlato del nostro progetto “Il villaggio della Solidarietà”, nato 10 anni fa dopo la chiusura della Casa dell’Accoglienza - l’Arcobaleno di Arnara, ad oggi, questa iniziativa è portata avanti dal Fiore della Misericordia in sinergia con la Fondazione del Giardino delle Rose Blu, il CISPEF, Anatolè e tutti coloro che come Dama Africa vogliono dare e danno il loro attivo contributo. Grazie a tutti voi, posso informarvi che si può parlare di una grande vittoria, di una nuova conquista, dietro la quale c’è anche il vostro contributo ed il vostro sostegno, donati da tanti anni. Grazie all’aiuto della Regione Lazio abbiamo ottenuto in comodato d’uso la struttura in cemento armato ormai abbandonata da anni, un’area adiacente alla nuova sede della Fondazione che è proprietà dell’Ater di Frosinone. Il Villaggio della Solidarietà sarà un centro di accoglienza e solidarietà, la sede di realizzazione che offrirà svariati servizi indirizzati alle persone per fronteggiare i disagi, l’emarginazione e le nuove forme di povertà, tutto questo si espliciterà attraverso l’attuazione delle Opere della Misericordia che hanno da sempre caratterizzato il mio operato e quello dei miei collaboratori e dei volontari che quotidianamente si impegnano nelle diverse attività e progetti che la Fondazione porta avanti. Concretamente verranno migliorati i servizi già in atto di distribuzione dei viveri e dei beni di prima necessità, attraverso locali più idonei ed accoglienti. Sorgerà un servizio docce, una mensa, uno spazio per favorire l’aggregazione degli anziani e dei giovani, inoltre, ci attiveremo per offrire la possibilità di una accoglienza residenziale. Ci saranno spazi per un centro di ascolto, vari laboratori per favorire il reinserimento delle persone appartenenti alle fasce deboli, un centro diurno per ragazzi disabili, oltre agli spazi dedicati alla formazione, agli incontri, ai cineforum e quant’altro possa favorire la prevenzione del disagio ed una sana crescita umana e spirituale di ogni essere umano. Spero di potervi comunicare al più presto la data di inaugurazione dello stabile e vi aspetterò numerosi, a braccia aperte, per festeggiare tutti insieme questo

nostro ennesimo traguardo. Nel frattempo di poter

realizzare concretamente tutto ciò che ho appena raccontato, vi lascio alla piacevole lettura della rivista e alle varie storie ed argomenti che abbiamo deciso di raccogliere e trattare in questo numero di Soci@lmente. Vi invito anche a scrivere i vostri pensieri presso l’e-mail socialmente@ilgiardinodelleroseblu.com, dove la nostra redazione sarà felice di leggerli e di certo non mancherà di darvi una risposta, infatti le vostre considerazioni e riflessioni ci saranno utili per capire cosa pensate

@

dei nostri progressi e come migliorarli… Buona lettura a tutti!

Soci@lmente •

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INCONTRI

Noi viviamo nel mondo e così ci capita di incontrare tanti personaggi che accettano di parlare con noi e di condividere una parte della loro esperienza esistenziale. L’intervista con il personaggio della nostra copertina è sempre di attualità.

FILIPPO DESTRIERI: Spero che ritorni presto l’era del Cinghiale Bianco!

I

Filippo Destrieri tastierista storico di Franco Battiato -

©

di M. Minnucci

Foto: Archivio Filippo Destrieri

n questo numero di

nente concerto di “Equipaggio Sperimentale”,

producendo aria, faceva vibrare delle ance.

Soci@lmente, sono lieta

la “Tribute Band” alla geniale Musica di

Poi, all’età di circa 15 anni, iniziai a

ed onorata di intervistare

Battiato e dintorni di cui faccio parte.

suonare un vero organo elettronico

Filippo

Tutto iniziò all’età di 2 anni circa, quando

con i vari “complessi” di quei mitici

un artista di grande valenza e altrettante

i miei

ed

capacità creative.

piccola fisarmonica giocattolo e subito mi

Intanto prendevo lezioni di pianoforte

Destrieri,

genitori mi

regalarono una

indimenticabili

anni

’60.

innamorai perdutamente di quei tasti

e organo e giravo spesso per vecchie

Come prima domanda, mi piacerebbe ci

bianchi e neri, che compongono la tastiera,

chiese in cerca di antichi organi su cui

parlassi un po’ di te e della tua vita…

e

suonare e vibrare, tramite le potenti

ad

dei

magici

ottenere

e

suoni che

che si

riuscivo

spandevano

straordinarie

tutt’intorno nell’area, fu un vero miracolo! Continuai

che parte cominciare. La musica è stata la

in casa con vari strumenti. Ricordo anche

Quando

colonna sonora della mia vita, tanto che,

un piccolo xilofono e un organetto che

ca

ancora e proprio in questi giorni, sto

suonava con un leggero ritardo poiché

oltre che la tua grande passione?

lavorando alla scaletta del prossimo immi

funzionava tramite una ventola che,

4 • Soci@lmente

dal

reverbero

dalle

anche se davvero non saprei proprio da

a

e

ottenute

Ok, Monia, carissima amica mia, ci provo,

sempre

canne

sonorità

ambientale.

suonare hai

sarebbe

capito

che

diventata

la un

musilavoro


INCONTRI Alla prima domanda credo di aver già

tempo dopo, Franco decise di pubblicare

dei miei colleghi musicisti che invece

risposto… Ho capito che sarebbe diventato

un Album di canzoni: “L’Era del Cinghiale

vivevano e si nutrivano quotidiana-

un lavoro attorno all’età di 20 anni, quando

Bianco” e aveva bisogno di un tastierista,

mente di tensioni e di nervosismi vari.

mi chiamarono, dalla vicina Svizzera, per

dotato

sonorità

Per me, infatti, è assolutamente inconcepibile

sostituire un tastierista che aveva improv-

all’avanguardia per poter iniziare un Tour

suonare, ovvero vibrare, insieme ad altri

visamente lasciato un gruppo e, quindi, ho

teatrale in tutta Italia. Ed io, all’epoca,

esseri, nostri simili, se portatori di assurdi

dovuto imparare tutto il loro repertorio in

fortunatamente

dei

fardelli carichi di tensioni! Ma vabbe’…

un pomeriggio. In un primo momento avevo

primissimi esemplari arrivati in Europa

Il mondo è bello perché è vario ed avariato.

capito che si trattava di una sola serata ed

del mitico ARP 2600, un Synth veramente

invece dovetti suonare con questo gruppo

straordinario e diverse altre meravigliose

Oltre che con Franco Battiato, hai collabo-

per un mese intero, tutte le sere, in un dancing

tastiere elettroniche che mi fecero inizi-

rato con moltissimi artisti di fama inter-

del Canton Ticino, così ne approfittai per

are l’avventura più sensazionale e straordi-

nazionale, quale ti è rimasto più nel cuore?

acquistare il mio primo adorato organo-

naria della mia esistenza su questo pianeta.

Ti va di raccontarci qualche curiosità?

Ti andrebbe di ripercorrere le tappe

Sicuramente la grande Milva, poiché mi ha

di

strumenti

e

possedevo

uno

Hammond, uno strumento veramente straordinario e incredibilmente vivo!

della tua collaborazione con Franco

voluto davvero bene. Il suo cuore è di puro

C’è stato un evento fortunato che ha

Battiato

qualche

oro zecchino e veramente tanto, ma tanto

avviato e strutturato la tua solida carriera

aneddoto del vostro lungo, celebre

grande! Noi tutti sappiamo benissimo che

di musicista?

e fortunato sodalizio artistico?

i veri Artisti, più sono grandi e più sono

Certamente sì! Dopo aver suonato per più

Di quei tempi meravigliosi ricordo con

sono solamente per le persone mediocri e

di dieci anni, e con diverse band, in gran

immenso piacere la grande serenità che ci ha

questo vale anche e soprattutto in campo

parte dell’Europa, poco dopo i 30 anni

accompagnato, per più di 20 anni, sempre,

musicale. A questo proposito, mi piace rac-

avvenne il miracoloso, più che fortunato,

quotidianamente, tutti i santi giorni!

contare un aneddoto di quando con Battiato

incontro con il grande Franco Battiato.

Lavoravamo incessantemente, sia in casa

ci recammo in Inghilterra, nel meraviglioso

A quei tempi lui faceva musica “sperimentale”

che in studio di registrazione, anche per

studio di Peter Gabriel, a registrare i brani

e partecipai, come musicista-attore, anche

altre e diverse produzioni discografiche,

dell’Album “Caffè de la Paix”. In uno di

a qualche “stranissima” esibizione. Anche

sempre e comunque in completa armonia

quei giorni, il grande mitico Gabriel si

se ovviamente non eravamo molto capiti

e senza mai uno stress, un problema o una

sedette a mangiare insieme a noi, nel nostro

ed apprezzati, conservo comunque il

tensione. A volte, è stato per me molto

tavolo e rimasi felicemente impressionato

ricordo di bellissime straordinarie per-

difficile spiegare questo clima completa-

dall’enorme riservatezza, quasi timidezza,

formance! Però, fortunatamente, qualche

mente rilassato e tranquillo a gran parte

di quel grande ed affascinante Uomo.

e

raccontarci

umili. Le arie e gli atteggiamenti da divi

E pensare che eravamo noi gli ospiti perché eravamo a casa sua! La stessa umiltà e ricchezza d’animo la riscontrai in altri grandi Artisti incontrati nel nostro cammino, tipo Sting, Phil Collins e parecchi altri, compresi i nostri grandi Cantautori Italiani. Ad un certo punto la tua esperienza con Battiato si conclude e, nel 2002, decidi di dar vita, insieme a Marco Rapelli, ad “Equipaggio Sperimentale”, una Tribute Band a Franco Battiato. Come è nata questa nuova idea artistica e in quale modo ha contribuito alla tua crescita? Sicura, Monia, che fosse proprio il 2002? E’ passato veramente così tanto tempo? Ok, va bene, ci credo… Io e Marco abbiamo formato questa Band poiché siamo dei veri e sinceri appassionati Filippo Destrieri e Franco Battiato per Bagdad -

©

Foto: Archivio Filippo Destrieri

della Meravigliosa Musica di Battiato. Soci@lmente •

5


INCONTRI terribili ed irripetibili e non basterebbe un libro intero per poterle descrivere. La vita umana, in guerra, vale meno di niente e noi tutti, in quella straordinaria, unica ed irripetibile esperienza, l’abbiamo purtroppo potuto constatare con i nostri occhi. C’è

qualche

di

cui

iniziativa vorresti

nuova parlarci?

In questo periodo sto preparando dei nuovi arrangiamenti di alcuni brani di Battiato, in chiave decisamente molto più dinamica, che mi piacerebbe portare in giro per le discoteche. Ci sono versioni molto interessanti di “Areknames”, “Legione F.Destrieri e F. Battiato in presenza di Karol Wojtyla -

©

Foto: Archivio Filippo Destrieri

della Meravigliosa Musica di Battiato.

futuri ricordi! Ma i ricordi più preziosi sono

Per me è stata una bellissima esperienza

quelli che conservo soprattutto nel mio

riprogrammare tutti i brani, dalla A alla Zeta,

cuore come, per esempio, l’enorme inde-

ripercorrere alcune tappe fondamentali

scrivibile Energia Positiva che sprigionava

e riascoltare la colonna sonora della

la presenza e la vicinanza di quel Grande

mia vita e poi, lo confesso, non riesco

Uomo e Papa, giustamente proclamato

nemmeno più ad ascoltare altro tipo di musi-

Santo. A Baghdad, invece, eravamo andati

ca, figuriamoci a suonarla! Infine, la Geniale

per un concerto, anche con la partecipazione

Musica di Franco Battiato contribuisce

dell’Orchestra Irakena, per cercare di sensi-

sempre più, e giorno dopo giorno, a miglio-

bilizzare chissà quale autorità e tentare di far

rarmi, soprattutto come essere umano.

togliere l’embargo. In quel paese martoriato non c’era più niente, mancava di tutto, anche

Ti sei esibito alla presenza di Papa

le corde dei violini e quindi i musicisti

Giovanni Paolo II (1989) e nello storico

non potevano nemmeno suonare. Ricordo

Concerto di Baghdad (1992). Ti va di rac-

bene la scena commovente, quando i musi-

contarci queste esperienze degne di nota?

cisti della nostra orchestra donarono ai colleghi irakeni tutte le loro scorte di corde.

Suonare in Vaticano, nell’immensa Sala

Ricordo che nessuno poteva nemmeno

Nervi ed in presenza di Karol Wojtyla -

pensare di ammalarsi, poiché mancavano

Papa Giovanni Paolo II è stata un’esperienza

gran parte dei medicinali. Non c’era più

quasi mistica; senza ombra di dubbio quello

nemmeno l’Aspirina e se beccavi una sem-

è stato il concerto e la giornata più emozio

plice influenza… Insomma, l’embargo è

nante della mia vita, ma credo anche per lo

terribile, è l’arma più potente al mondo!

stesso Battiato. A questo proposito ricordo

Noi tutti avevamo portato personal-

un simpatico aneddoto: il giorno dopo il

mente degli scatoloni di latte in polvere

concerto, tutti i quotidiani avevano ricevuto

e, al ritorno, abbiamo portato con noi

dal Vaticano la medesima foto da pubbli-

una decina di bambini, accompagnati da

care in prima pagina, foto che mi ritraeva

un loro genitore, da far operare urgente-

proprio in centro, tra Battiato e il Papa e,

mente negli ospedali del nostro Paese.

mentre in un bar della Capitale sorseg-

Praticamente una goccia nel mare, perché i

giavo un cappuccino, distrattamente buttai

danni delle guerre sono assurdi, devastanti

l’occhio sul Messaggero appoggiato su un

e di difficile comprensione ed accettazione.

tavolino e per poco “nun me stava a pija un

In quei dieci giorni passati a Baghdad -

coccolone!?”, ovviamente acquistai imme-

senza telefoni e completamente isola-

diatamente tutti i quotidiani da tenere per

ti dal mondo - ho visto cose veramente

6 • Soci@lmente

Straniera”, “Pollution”, “La Convenzione” ed altri brani miei, completamente inediti. Nel 2014 parteci come attore nel film L’ultima

luna

di

Alberto

Moroni,

c’è dell’altro? Monia carissima, nel frattempo ho partecipato anche ad altri film, ma sempre con ruoli marginali. Però, ancora prima, e molto più importante, come comparsa nel primo film diretto da Franco Battiato:

“Perduto

Amor”

del

2013.

Conosci la Fondazione il Giardino delle Rose Blu?, hai mai fatto volontariato e se sì, in quale campo ti sei attivato? No, non conosco quella Fondazione, non ho mai fatto volontariato per conto terzi ma, per mia spontanea iniziativa, ho cercato di aiutare tante persone in difficoltà, soprattutto con aiuti concreti. Per concludere non ti farò nessuna domanda, tema a piacere, c’è qualche argomento che ti sta particolarmente a cuore e che vorresti comunicarci? Sì, certo! Comunico al Pianeta Terra una straordinaria notizia: Spero che ritorni presto l’Era del Cinghiale Bianco! Ma subito dopo: “Up Patriots To Arms”! In attesa de “La Voce del Padrone”! E per finire Auguro Buon Tutto a Tutti! Sinceramente, di Tutto Cuore!


ACCOGLIENZA

Il momento essenziale e più delicato del nostro contatto con chi chiede di essere ascoltato. Parliamo del metodo e delle esperienze, ma anche di argomenti riguardanti le tematiche della nostra missione,portata avanti, in modo particolare, dal Consultorio Familiare Anatolè.

10 ANNI DI ACCOGLIENZA: ... Ascolto e Aiuto

di Alessandra Testani

Consultorio Familiare Anatolè - Foto: Archivio Fondazione

10

anni di Accoglienza,

dell’adolescenza

adulta.

di fede e cresce e si rafforza grazie alla

Ascolto

e

e

dell’età

Aiuto

L’obiettivo è quello di dare una risposta

testimonianza delle persone che vi oper-

2007-2017: 10 anni

globale ai vari problemi attraverso il lavoro

ano e che hanno uno sguardo teso al

di

Accoglienza,

Ascolto

e

coordinato di un’èquipe pluridisciplinare

riconoscimento dell’uomo nella sua totalità,

Aiuto

di esperti che, ponendosi a disposizione e

nel pieno rispetto delle convinzioni di ognuno.

che il Consultorio

sostegno delle persone, ne attiva la ricerca

Un pensiero speciale di gratitudine

Familiare Anatolè ha offerto a circa

di soluzioni più mature e responsabili.

va a S.E. Mons. Salvatore Boccaccio

1.600 persone sia coppie che singoli.

Con l’aiuto dei professionisti ed attraverso

(1938-2008),

Il Consultorio Familiare è inteso come

un percorso auto-conoscitivo, la persona

sensibilità e lungimiranza ha voluto

luogo accogliente di incontro e di ascolto

che si rivolge al Consultorio Familiare,

il Consultorio Familiare a Frosinone;

per la famiglia e la persona in difficoltà,

raggiunge una maggiore consapevolezza

e insieme a lui, il ringraziamento va anche

affinché ricevano un aiuto adeguato nella

di sé ed, autonomamente, riattiva le proprie

a don Ermanno che ha detto il suo Sì,

risoluzione di diverse problematiche che

risorse interne per trovare la risoluzione

ma soprattutto agli operatori che vi hanno

ognuno può incontrare nel corso della sua

alle

presentate...

operato fin dall’inizio e a quanti, tutt’oggi,

vita. Il nome Anatolè significa “il sorgere

Le tre parole chiave rappresentano il

si adoperano in spirito di gratuità e di

del sole”; questo significato ci aiuta a descri-

percorso che i nostri professionisti attuano

servizio, ma con professionalità e competenza.

vere il nostro Consultorio Familiare come

insieme alla persona che chiede aiuto:

10 anni di servizio alla Persona possono

quello spazio “privilegiato” all’interno del

Accoglienza, l’Accoglienza incondizio-

essere pochi se pensiamo ad un bambino

quale aiutare la persona a cercare le cause

nata è la base su cui costruire la relazione

di questa età: ha ancora tanta strada da fare

delle sue difficoltà, delle incomprensioni,

di fiducia reciproca; Ascolto, l’Ascolto è

nella vita, tante cose da conoscere, tante

dei dissidi per compiere responsabilmente

il passo successivo su cui si fonda il rap-

esperienze da fare e noi, così vogliamo

ed autonomamente le scelte necessarie

porto tra il professionista ed il cliente,

pensare il nostro Consultorio,con tanta

affinché il sole torni a sorgere nella sua vita.

ascolto di sé, dell’altro e delle emozioni;

strada ancora da fare, con tante persone

Esso è un luogo protetto per aiutare e

Aiuto, l’Aiuto è il passo concreto che sca-

ancora da incontrare, con tante emozioni

pensare, riflettere e rispondere ai nuovi

turisce dai primi due per accompagnare

ancora da vivere e far vivere ai nostri clienti,

bisogni delle coppie, dei singoli e delle

la persona a riconoscere le sue risorse e a

per far si che ritrovino la serenità del vivere

famiglie attraverso l’attuazione di una serie

metterle in atto per agire il cambia-

quotidiano, accompagnandoli nel loro

di iniziative che vanno dall’attenzione ai

mento desiderato. Il nostro Consultorio

percorso

problemi

Familiare

rispetto. Per questo il ringraziamento

dell’infanzia

a

quelli

problematiche

nasce

da

un’esperienza

di

che

vita

con

con

profonda

profondo

Soci@lmente •

7


ACCOGLIENZA più grande va alle circa 1.600 persone che hanno chiesto aiuto e che si sono rivolte al Consultorio Anatolè con i suoi servizi, perché ci hanno dato fiducia, perché hanno avuto il coraggio di rimettersi in gioco per migliorare se stessi e le loro relazioni e ci hanno insegnato che le difficoltà si possono affrontare e superare. Si, ho detto “ci hanno insegnato”, perché la relazione di aiuto che noi offriamo non è mai a senso unico, ogni persona che incontriamo ci lascia qualcosa di sé che inevitabilmente ci cambia, è un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. E’ importante, quindi, promuovere la cultura del benessere della persona, perché se la persona sta bene, stanno bene anche le sue relazioni familiari, amicali, di lavoro e di riflesso migliorano tutte le relazioni sociali. Tutto questo potrebbe essere un sogno, ma potrebbe anche essere la realtà, stare bene con se stessi è il primo passo per il benessere della Società e per fare questo bisogna avere il coraggio di chiedere aiuto quando ci si trova in qualche difficoltà. Il chiedere aiuto che non deve essere visto come un segno di debolezza ma come un segno di grande forza. Grazie a quanti hanno avuto questo coraggio! Grafici dei risultati del consultorio - Foto: Archivio Internet

Al Consultorio si accede per appuntamento: Tel. e Fax: 0775 835038 info@consultorioanatole.it www.consultorioanatole.it Il Consultorio Familiare Anatolè CISPeF

di fallimento; una tempesta che si abbatte

paterno, presenza insostituibile, al pari

ONLUS con il patrocinio AICCeF ha

sia sui figli che sui genitori, soprattutto

dell’altro genitore, per la sana crescita

presento la VIII Edizione del Convegno

sul padre, minando profondamente il suo

di un figlio: “Sherman un giorno fece

Annuale. “Quando la coppia non c’è più: il

senso di identità sia nel ruolo di padre che

una scoperta terribile che tutti gli uomini

valore prezioso della paternità”

di uomo.

fanno sui loro padri prima o poi:

Venerdì 12 dicembre 2017 dalle ore

L’uomo, che in questa circostanza rap-

suo padre non era soltanto un uomo

9:00 – 13:00 presso l’Auditorium delle

presenta la parte più debole, è investito

invecchiato ma era stato, anche lui, un

Terme Pompeo • Via Casilina Km 76

da problemi legali, affettivi, relazionali,

ragazzo ora cresciuto; un ragazzo che

– Ferentino (FR). Il convegno ha trattato

economici,

aveva avuto un figlio, tirato su al massimo

il valore prezioso della paternità dopo la

condizioni disperate.

delle sue capacità, con senso del dovere e,

separazione. Ogni anno, nel nostro paese,

Il vissuto di questi papà è pieno di

forse, amore. Per suo figlio, quell’uomo

circa 170 mila persone vivono la separa-

emozioni fortissime, dubbi, perplessità e

aveva adottato un ruolo in modo che

zione e circa centomila bambini e raga-

impotenza riguardo al loro ruolo di padre,

suo figlio potesse avere qualcosa di

zzi vedono uno dei due genitori – quasi

spesso costretto ad essere assente.

mitico e infinitamente importante cui

sempre il padre – allontanarsi.

Concludo con un brano di Tom Wolfe,

fare riferimento, un angelo protettore che

Un evento che inevitabilmente crea una

tratto dal “Falò delle vanità”, come spunto

lo avrebbe riparato da tutte le catastrofi

dolorosa sensazione di vuoto, di perdita,

di riflessione sull’importanza del ruolo

della vita”.

8 • Soci@lmente

trovandosi

spesso

in


IN-FORMAZIONE

Comunicazione, conoscenza e crescita delle nostre attitudini a svolgere bene il ruolo che ci è assegnato e tanti argomenti approfonditi per chi vuole essere un bravo professionista nel sociale. Tutto ciò, riguarda essenzialmente il CISPeF, nostro Ente di formazione.

CISPEF: 2 ANNI DI WEB 2.0 Le nostre prime 2 candeline on-line

I

di Nicola D’Amore

Mockup responsive design - Foto: sito web www.nicoladamore.com

ndipendentemente dallo scopo, oggi è

l’apparire che l’essere... e di questo argomento se ne parla

chiaro a tutti che la rivoluzione digitale,

quotidianamente, interrogandosi sugli aspetti positivi e negativi

oltre a cambiare le nostre abitudini

che l’influsso delle tecnologie iniziano ad avere sulle nostre vite.

quotidiane, è anche il vero motore su cui

Un tempo si parlava di “agorà” (in greco antico: ἀγορά, da ἀγείρω

ruota l’intera economia mondiale. Quando nel 2007 venne presen-

= raccogliere, radunare) è il termine con il quale nell’antica

tato il primo modello di iPhone, probabilmente nessuno immagi-

Grecia si indicava la piazza principale della polis, il luogo dove

nava che quel telefonino con le “app” avesse le potenzialità per riv-

ci si incontrava per parlare; ora si parla di chat, realtà virtuali o,

oluzionare totalmente le nostre vite in così poco tempo. Ci si ritrova

meglio ancora, “whatsappate” che in tempo reale possono connetterci

così, a poco meno di 10 anni da quell’esordio, a commentare un

in qualsiasi parte del mondo, con qualsiasi persona vogliamo.

panorama tecnologico profondamente mutato: gli smartphone hanno

E’ stato tutto così veloce che forse non ci siamo neanche resi conto

cambiato il modo in cui consumiamo e produciamo media, il modo

dell’effettivo stravolgimento che la tecnologia ha portato all’interno

in cui interagiamo con gli altri e, in definitiva, le nostre stesse vite.

delle nostre vite e soprattutto all’interno della nostra quotidianità.

Non è infatti esagerato affermare che i cambiamenti attuali e futuri

Siamo sinceri: quanti di noi vanno in ansia se all’improvviso

stanno determinando e determineranno profonde trasformazioni

spariscono quelle “letterine magiche” (H+; 3g; 4g) dal nostro telefoni-

nella nostra cultura ed anche nei valori fondanti della società.

no? E cosa accade se improvvisamente siamo ”offline”? E’ vero, per i

Ma perché parlare di “rivoluzione digitale” attraverso un articolo

ragazzi è sicuramente peggio che per gli adulti, ma paradossalmente

scritto all’interno della nostra rivista Soci@lmente? Effettivamente,

la tecnologia ha anche assottigliato questa linea di demarcazione

la risposta può sembrare difficile, ma in realtà è abbastanza scontata.

tra “teenager ed adulti” che un tempo, oltre a definire due fasce

In fondo, in modo più o meno attivo, facciamo tutti parte di

di età, rappresentava anche una totale differenza di visione della

questa società in continuo cambiamento, in cui forse si stanno

vita stessa. Beh, che si abbiano 14 o 54 anni, oggi abbiamo tutti

esaurendo i veri valori in cui sembrerebbe più importante

degli smartphone, siamo tutti iscritti su almeno un social network Soci@lmente •

9


IN-FORMAZIONE e sappiamo tutti cos’è un motore di ricerca. Ovviamente, l’unica vera differenza è la conoscenza e l’utilizzo che se ne fa a seconda del grado di interesse e capacità di gestione. Quanti di noi, ad oggi, effettuano quotidianamente delle ricerche on-line di qualsiasi genere prima di acquistare un prodotto, trovare un indirizzo o più semplicemente delle foto, dei video o delle musiche? Insomma, di qualsiasi cosa dovessimo aver bisogno, siamo sempre certi di poter contare sul nostro nuovo migliore amico… (quello che un tempo era solo un motore di ricerca, ma che adesso è protagonista in moltissimi settori) “Google” o “Big G”, come viene definito dagli addetti ai lavori. Possiamo dunque affermare che ciò che realmente fa la differenza, in questo mondo sempre più influenzato dalla tecnologia, è l’interattività e l’immediatezza delle informazioni.

Mockup corporate identity - Foto: sito web www.nicoladamore.com

Una volta, per avere delle informazioni si dovevano consultare dei libri, magari in biblioteca o più semplicemente ci si doveva affidare a delle enciclopedie, magari prese in prestito da altre persone della famiglia (anche perché avevano dei costi così alti che non tutte le famiglie potevano permettersele), mentre oggi bastano solo pochi istanti e di qualsiasi informazione tu abbia bisogno sarà il web con i suoi motori di ricerca a venirti in aiuto, dandoti milioni di informazioni ricevute solo con qualche secondo di attesa. Sembrano passati secoli, quando invece parliamo solo di una decina di anni. Una vera e propria “rivoluzione”, una parola forte, ma che letteralmente indica “qualsiasi cambiamento radicale nelle strutture sociali”. E cosa c’è di più attuale di un cambiamento “sociale” all’interno della rivista “Soci@lmente”? Quando a settembre del 2015, in una riunione con Don Ermanno e

Mockup responsive design - Foto: sito web www.nicoladamore.com

gli altri membri del CISPeF parlammo della necessità di ricreare un nuovo portale web, decidemmo di ideare un sito tecnologicamente avanzato, in grado di guardare al futuro con una logica più ampia di coinvolgimento verso il pubblico, ormai sempre più esigente e tecnologico. Il primo punto fu di avere un sito “responsive” e quindi in grado di adattarsi graficamente in modo automatico al dispositivo con il quale viene visualizzato (computer con diverse risoluzioni, tablet, smartphone, cellulari, web, tv). Il secondo punto, invece, fu determinare il tipo di comunicazione da adottare al di là dell’aspetto visivo. Da qui, l’idea di lanciare un sito non solo di vetrina, ma un “blog” attivo, con degli spazi dove poter pubblicare delle news, condividere informazioni e soprattutto dare un’idea di community, non più pas-

Mockup responsive design - Foto: sito web www.nicoladamore.com

siva, ma attiva. Ma cos’è un Blog? Nient’altro che un “diario” del Web, composto da un insieme di articoli (post), pubblicati secondo un ordine cronologico di pubblicazione. È grazie al Blog che il web si è evoluto in ciò che oggi viene definito “web 2.0”. La comunicazione cambia, evolve, passando da unidirezionale a bidirezionale (in particolare è una comunicazione “uno-a-molti”), dove anche gli utenti trovano il loro spazio nel web e possono dire la loro, commentando gli articoli che vengono scritti creando una vera e propria interazione tra utente e blog(ger), possono condividerli e soprattutto decretarne un successo o, peggio ancora, un insuccesso. La cosa più importante del blog però è l’indicizzazione dei

contenuti,

(cioè chiave

etichetta, o

quelli

che

marcatore,

un

10 • Soci@lmente

termine

tecnicamente

si

identificatore) associato

a

chiamano una

tag

parola

un’informazione

web 2.0 - Foto: Archivio Internet


IN-FORMAZIONE (un’immagine, una mappa geografica, un post, un video), che descrive l’oggetto rendendone possibile la classificazione e la ricerca di informazioni basata su parole chiave, tutto per emergere proprio da quella miriade di informazioni in cui ogni sito è immerso dal primo all’ultimo bit. Sono così tante le quantità di informazioni presenti sul web, che diventa sempre più difficile riuscire ad emergere. Era il 12 Agosto 2016, nella notte di San Lorenzo che, guardando un cielo stellato, lanciammo online il nuovo sito web del CISPeF e un po’ come da tradizione, tra i vari desideri espressi c’era quello di veder crescere ed evolvere questo sito. E’ stato un percorso lungo, a tratti complicato, ma ad un anno dalla sua pubblicazione, possiamo ritenerci soddisfatti del lavoro svolto. Così come ogni anno però, vogliamo fissare dei nuovi obiettivi, ancora più alti da raggiungere insieme. Come’è che si dice... se da una parte la tecnologia aiuta, dall’altra toglie e in fondo ciò che fa veramente la differenza è il valore umano e la volontà di credere in un progetto che va oltre il proprio lavoro, oltre i propri limiti, oltre le proprie personali competenze. Il CISPeF, Centro Italiano Studi Professione e Formazione è una scuola di formazione che deve differenziarsi dalle altre, deve emergere dalla massa e deve crescere e per farlo, oltre alla tecnologia, abbiamo bisogno del contributo di tutti, perché è soltanto condividendo un obiettivo comune che possiamo crescere ed essere in linea con il futuro.

Social sharing - Foto: Archivio Internet

“I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile. Albert Einstein Per ulteriori informazioni: Tel: 0775 1902221 Viale Europa, n°38 - 03100 (Fr) info@cispef.it Ogni anno il CISPeF propone degli Itinerari di Approfondimento. I singoli incontri, sono rivolti sia agli allievi, agli ex allievi, ai Consulenti di Coppia e Familiari, per i quali vale come aggiornamento e/o formazione permanente, ma anche a chiunque fosse interessato ad approfondire gli argomenti proposti come crescita personale e/o professionale. I Workshop e i Seminari Intensivi vengono proposti in varie sedi d’Italia ed è obbligatoria la prenotazione tramite mail a segreteriadidattica@cispef.it. Nel 2018 sono stati programmati i seguenti Itinerari: ABC della Comunicazione: E’ stata approfondita la tematica della comunicazione per creare un clima relazionale che faciliti uno scambio con l’altro, positivo e soddisfacente. Conduttore: Emiliano Bux - Sede: Teramo

Training Assertivo: Si sono approfonditi gli stili comunicativi per riconoscere gli aspetti che favoriscono il comportamento non–assertivo. Attraverso esercitazioni pratiche, roleplaying ed esercizi di esposizione si sono apprese le tecniche assertive. Conduttore: Gaetano Sciorio - Sede: Portici (NA) Dall’Autostima all’Assertività: Avere fiducia in se stessi vuol dire riuscire a ritrovare l’assertività e la capacità di fare scelte autonome e nel rispetto di se stessi. Conduttore: Francesca Frangipane - Sede: Larino (CB) Conoscere, riconoscere e gestire lo stress: Riconoscere e gestire lo stress può aiutarci a migliorare il nostro benessere psicofisico.

Conduttore: Patrizia Palmieri Sede: Larino (CB) I 5 Linguaggi dell’Amore riservato a coppie (orario 9-18): Si scopriranno i diversi modi che ognuno utilizza per esprimere e ricevere amore e sperimentare un modo nuovo di essere coppia. Il Seminario è ispirato all’omonimo libro di Gary Chapman. Conduttori: Ermanno D’Onofrio e Patrizia Cotticelli - Data e Sede: 24 giugno 2018 Sulmona (AQ) Laboratorio Esperienziale (orario 9-18): Attraverso simulate, role play e giochi stimolo ci si sperimenterà nella conoscenza di sé come persona e/o come professionista nella relazione con l’altro. Conduttore: Alessandra Testani - Data e Sede: 9 settembre 2018 — Frosinone.

Soci@lmente •

11


SOLIDARIETÀ

Lo spirito che ci anima e che ci spinge a metterci al servizio di coloro che hanno bisogno di sostegno. Come comportarci e condividerne le esperienze di vita. Questo spazio fa anche riferimento alla Fondazione de Il Giardino delle Rose Blu: alla sua “mission”.

UN VOLONTARIO CHE È... diventato un angelo!

O

di Aurelio Cesaritti

I tifosi del Frosinone rendono omaggio a Manolo- Foto: Archivio Fondazione

rmai passiamo tante

vita, il volontariato ha assunto un ruolo

ragazzo giovanissimo, di poco più di 13

ore del giorno con uno

di testimonianza del valore immensam-

anni, che ha mostrato interesse per impeg-

smartphone, un tablet,

ente superiore che ha l’essere umano risp-

narsi nel volontariato ed aiutare in qualche

un

da

etto ai beni che egli si illude di possedere.

modo gli altri ragazzi del quartiere vicino

TV in mano, ed ognuno di quegli stru-

Il volontariato ha quindi acquisito un irri-

alla sede della Fondazione. Manolo Spada si

menti porta con sé una miriade di app,

nunciabile valore di condivisione, solida-

è subito messo a disposizione per occuparsi

programmi, mezzi di calcolo che progres-

rietà ed aiuto nei confronti degli ultimi e

di qualsiasi cosa la sua giovane età gli avreb-

sivamente ci portano all’isolamento mentale

viene ormai seriamente considerato come

be consentito di fare, a favore delle tante

ed alla solitudine. Ci sentiamo più forti

l’unico percorso che consentirà all’umanità

persone che abitano il Casermone, molte

di quanto non siamo effettivamente e ci

di sopravvivere. Convinto di questo, Don

delle quali hanno bisogno di assistenza e

permettiamo di giudicare gli altri per scor-

Ermanno cerca di avvicinare il maggior

sostegno anche per le loro necessità quo-

ciatoie e stereotipi: il colore della pelle carat-

numero di persone al mondo del volontari-

tidiane. Con il passare dei giorni, anche in

terizza certi comportamenti; il livello cul-

ato, anche come strumento di promozione

famiglia i suoi genitori,i fratelli, la sorella

turale ne caratterizza altri; l’ambito sociale

umana, soprattutto presso persone che ancora

notavano che il suo sorriso sincero ed accat-

di provenienza ne individua ancora altri…

non lo hanno conosciuto. Questa è la storia

tivante si era arricchito di una nuova luce,

Spesso ci consideriamo superiori agli altri,

di un ragazzo che ha smentito la validità

mentre i vicini esprimevano la loro gratitu-

senza neanche darcene una ragione. Se, invece,

degli stereotipi e, senza essere condizionato

dine per le piccole grandi cose che Manolo

ci aprissimo maggiormente alla comunità

dall’egoismo imperante, si è affrancato dal

faceva per loro. Alcuni li aiutava a fare la

nella quale viviamo, ci renderemmo conto

modello di apatia, pigrizia, arroganza ed

spesa portando le buste con gli acquisti, altri

che quegli stereotipi possono anche essere

indifferenza che ci si sarebbe potuti aspettare

ricevevano dalle sue mani gli aiuti predis-

menzogneri e fuorvianti, facendoci scoprire

da un adolescente cresciuto in un quartiere

posti dalla Fondazione nell’ambito del pro-

delle realtà che non conoscevamo ed apre-

piuttosto difficile. Alcuni mesi fa, nel corso

getto Alimentiamo la Solidarietà… “Veleno”

ndo il nostro cuore ad una nuova speranza.

dello svolgimento di uno dei suoi percorsi

(questo era il suo nomignolo da quando aveva

In un mondo che sembra avere smarrito

alla ricerca di persone da assistere e di nuovi

liberato il campetto di calcio da una vipera)

la consapevolezza dell’origine divina della

volontari, Don Ermanno ha conosciuto un

cercava sempre impegni nuovi da assolvere.

12 • Soci@lmente

telecomando


SOLIDARIETÀ Avendo conosciuto le varie iniziative nelle quali è impegnata la Fondazione, il giovane aveva già espresso il desiderio di poter andare un giorno, con gli altri volontari, a Gornja Bistra ad assistere i bambini malati del locale ospedale pediatrico. Don Ermanno apprezzava molto il suo impegno e spesso lo indicava agli altri ragazzi come esempio di buona volontà e generosità. Tutto sembrava andare nel verso giusto, lasciando presagire che l’esempio di Manolo avrebbe potuto conquistare ancora altri ragazzi alla causa del volontariato e della loro evoluzione personale. Il 9 settembre scorso, però, una tragica fatalità ha messo fine per sempre a questa bella storia. Dopo aver festeggiato il compleanno del fratello Guido, in previsione di festeggiare anche il suo, dopo tre giorni, Manolo è salito all’ultimo piano del palazzo nel quale abitava, insieme ad altri due amichetti, come aveva già fatto altre volte, per giocare. La struttura del palazzo ha un ampio spazio vuoto tra due delle unità che lo compongono, unite da un grande lucernario in

La chiesa gremita per l’ultimo saluto a Manolo - Foto: Archivio Fondazione

plexiglass che convoglia la luce ai piani sot-

Don Ermanno testimoniava la bellezza di

La Magistratura sta lavorando per chiarire

tostanti. Nell’eccitazione del momento e forse

quell’anima che era volata in cielo troppo presto.

ogni dettaglio dell’accaduto (la dinamica che

per mostrare il suo esuberante coraggio di

La stampa locale riportava le dichiarazioni dei

ho descritto è stata desunta dai racconti che

ragazzo pieno di vita, Manolo ha spiccato un

due sacerdoti che lo avevano conosciuto bene.

ne parlano), ma noi continuiamo a chie-

salto per superare il lucernario e raggiungere

“Oggi Manolo è un Angelo – ha detto don

derci il perché profondo di questa tragedia:

una sorta di pianerottolo, speculare a quello

Alfonso nell’omelia – così come lo era sulla

ci chiediamo cosa si nasconda nella volontà

dal quale si lanciava. Forse ha calcolato

terra, buono, gentile, generoso e tanto sen-

di Dio che ha permesso che essa accadesse,

male la distanza, forse ha considerato che il

sibile. Basta chiederlo alle tante persone

proponendoci di fare qualcosa perché un tale,

lucernario avrebbe comunque sostenuto

anziane a cui portava la spesa per non

immenso dolore, non resti senza dare frutti.

il suo peso, forse … Con un tonfo violento è

farle affaticare. Qui al Casermone tutti lo

Da un paio di mesi in Fondazione abbiamo

caduto sul lucernario che ha ceduto, rompen-

conoscevano e tutti gli volevano un gran

ripreso l’attività di doposcuola per i ragazzi

dosi di schianto e trascinandolo per oltre

bene proprio perché era un bambino di

del quartiere, anche su richiesta delle fami-

dieci metri verso il basso, sull’impiantito di

una grande sensibilità. Sono sicuro che

glie, spesso impossibilitate a seguirli ade-

cemento

fabbricato.

adesso è tra le braccia della Madonna”.

guatamente. Vittorio, uno dei suoi fratelli

Manolo ha perso la vita in questo modo,

Don Ermanno conosceva bene Manolo:

maggiori, e Margherita, sorella minore di

gettando nel dolore e nella disperazione

“Al Casermone c’è grande unità e vicinanza tra

Manolo, partecipano al doposcuola, più o

la sua famiglia, i suoi amici, gli abitanti

le famiglie e questa tragedia lo sta dimostrando.

meno regolarmente, come anche altri ragazzi.

del palazzo e tutti quanti lo conoscevano.

Tutto ciò è commovente perché noi viviamo

Sono giovani pieni di vita, curiosi, vivaci ed

Nella concitazione delle ore successive Don

dei gesti d’amore che gli altri ci donano.

esuberanti, che si stanno impegnando per

Ermanno si è prodigato ed è stato vicino alla

Manolo è in cielo e noi, concretamente e con

rimettersi in pari con il loro programma

grande comunità alla quale apparteneva il

gesti d’amore, siamo chiamati a stare vicini

di istruzione. Durante le lezioni ogni tanto

ragazzo, portando solidarietà e conforto a

alla famiglia ed aiutarli ad alleviare questo

viene fuori il nome di Manolo ed i loro

tutti. Il giorno 12 settembre si sono svolti i

dolore assurdo. Preghiamo con fede e con

occhi si riempiono di una velata tristezza.

funerali di Manolo, proprio nel giorno del

forza. Promettiamo al Signore di amarlo

Sono certo, però, che vogliono tene-

suo quattordicesimo compleanno: centinaia

con costanza e di fare del bene in memoria

re duro e perseverare, anche in memoria

di

pregato

di Manolo che già in terra era un angelo di

del loro fratello che, da angelo quale

nella chiesa dove la bara bianca è stata

sensibilità ed educazione. Era un ragazzo

ormai è diventato, li protegge e li guarda

deposta prima dell’ultimo viaggio, bene-

davvero a modo. Dal grande e bellissimo sor-

da lassù, dal cielo che lo ha accolto quale

detta dal parroco Don Alfonso, mentre

riso. Già, un sorriso che mancherà … davvero”.

ospite speciale e particolarmente amato.

alla

persone

base

del

hanno pianto

e

Soci@lmente •

13


SOLIDARIETÀ

ASSEMBLEA GENERALE: La bellezza di crederci e lavorare insieme!

di Mery Troni

Foto di gruppo prima di rientrare - Foto: Archivio Fondazione

S

arò estremamente sincera.

volontariato che facciamo.

camente sfavorevole in una meravigliosa e

Quando mi è stato chiesto

Ne sono convinta: ESSERE VOLONTARI E

suggestiva Assisi ci ha permesso di

di scrivere questo articolo

NON FARE VOLONTARIATO! La lingua

incontrarci e di raccontarci.

ho iniziato a ripercorrere

italiana non ci aiuta su questo aspetto, ma

Alessio e Giulia che hanno gestito

i

vissuti

l’assemblea, come i vari campi, rappresenta

l’organizzazione

nell’assemblea di Assisi per cercare di essere

l’incontro di PERSONE che CREDONO

teria nazionale, venerdì è stato previsto

il più possibile corretta dal punto di vista

fermamente e CONDIVIDONO alcuni

l’arrivo

cronologico e concettuale, ma ora

momenti

di

insieme

tutti

i

Grazie ad alla

segre-

volontari

e

lo

che

valori importanti, primo tra tutti il

svolgimento della prima parte del CDA

mi ritrovo davanti al pc per raccontarvi

“donarsi all’altro”, sia esso un bimbo

(Consiglio

di quel weekend dell’Immacolata… beh,

dell’ospedale di Gornja Bistra, un bimbo

Fondazione) e, a seguire, dopo una visita

la precisione rimane ma voglio provare

di Cerska o un anziano di Domanovici.

della città, ci siamo riuniti nel Santuario

a trasmettervi la bellezza dell’incontro, la

Qual è la differenza tra il volontario che vive il

della Spoliazione di San Francesco per

bellezza della condivisione e la bellezza del

campo permanente, il volontario che vive

celebrare la messa di inizio assemblea e

confronto. Ebbene sì! Per me l’assemblea,

la tendopoli a Cerska o il campo invernale

di seguito abbiamo assistito all’accensione

da

una

a Sarajevo?L’assoluta bellezza dell’assemblea

dell’albero di Natale presso la Basilica di

bellissima occasione di confronto e di

è proprio l’incontro di tutti noi, è l’unica

San Francesco, momento significativo

crescita nell’incontro con gli altri volontari

occasione in cui ognuno, con il proprio

che ha coinciso con l’arrivo della rappre-

che, come me, credono nel Giardino delle

bagaglio e le proprie emozioni vissute con

sentanza dell’Ospedale di Gornja Bistra.

Rose Blu; e quando dico “Giardino” non

l’esperienza del Giardino delle Rose Blu,

Il mattino seguente, l’assemblea si è riunita

intendo solamente la Fondazione nella sua

incontra quell’altro che ha le sue stesse

per

la

strutturazione in aree e progetti, ma mi

motivazioni ma ha vissuto un campo

un

momento

riferisco

parecchi

volontari

al

anni,

rappresenta

meraviglioso

che

siamo

VOLONTARI CHE

14 • Soci@lmente

Amministrazione

condivisione di

dei

della

progetti,

presentazione

di

diverso e proviene da un’altra regione

delle nuove iniziative, lancio di prospet-

sottolineo,

italiana. Anche questa assemblea ne è

tive nuove per i progetti già esistenti e

SIAMO e non

stata la prova. Un weekend meteorologi

chiarimenti su altri progetti, nel dettaglio:

e,

gruppo

di


SOLIDARIETÀ - Presentazione della rendicontazione

BRosGaME: alcuni ne avranno già sentito

ho già detto, e non mi stancherò mai di

economica

e

progettuale

della

parlare, altri lo avranno attuato con i ragazzi

ripeterlo, il senso di appartenenza può

casa

delle

Rose”

a Gornja, mentre, per altri ancora, al

essere davvero la chiave per migliorare e

- Comunicazione delle date dei campi estivi

momento, rappresenta solo una sigla strana

fare bene! I momenti emozionanti e diver-

(Medjugorie: 24-31 Luglio, Gornja Bistra:

e mai sentita. Il BRosGaMe (Blue Roses -

tenti non sono assolutamente mancati:

4-12 Agosto, Cerska: 17-26 Agosto)

Garden Method) è un metodo educativo

la festa “Incontro alla Vita”, il sabato sera,

- Festa dei 10.000

e riabilitativo, pensato dalla Fondazione

con una meravigliosa cena in collaborazione

- Attuazione del BRos Game a Gornja Bistra.

Il Giardino delle Rose Blu, in accordo con

con i Ra.Mi. (ragazzi missionari), l’incontro

l’Ospedale, che si basa sulla relazione tra volo-

con gli amici umbri e il concerto

FESTA DEI 10000: Cosa è? Perché?

ntario e Rosa Blu, una relazione empatica,

“Racconti

Megalomania? Assolutamente nulla di tutto

privilegiata ed educativa e proprio per

Ciprietti (responsabile del gruppo opera-

questo! Esattamente ad ottobre il campo

questo motivo lo possiamo intendere

tivo Italia, accompagnato dal maestro

permanente ha registrato 10.000 presenze

anche

fratelli”.

Luca Rubertà – entrambi volontari attivissimi

a Gornja Bistra, non è solamente un

Questo progetto è rivolto ad un gruppo

del campo a Cerska), hanno riscaldato un

numero ma l’oggettiva analisi dell’impegno

preciso di bambini e ragazzi dell’ospedale,

sabato sera piovoso e freddo, preceduto

dei diversi volontari che hanno deciso di

per i quali, soprattutto per i piccoli ogni

da un’ emozionante visita e Santa Messa

avventurarsi nell’esperienza di Gornja Bistra

nostra azione può assumere un valore

all’Istituto Serafico. E vogliamo parlare

in questi 18 anni di campo permanete

educativo per incrementare, migliorare e

della gioia di vivere?, tutto ciò insieme

e, proprio per questo motivo, sono state

potenziare le loro capacità. Per ognuna

a

pensate alcune iniziative (un concorso foto-

delle Rose Blu indicate sono stati fissati

Cosa volete che aggiunga: #ilbenesifabe-

grafico e una rappresentazione teatrale),

alcuni semplici obiettivi da raggiun-

neinsieme e l’assemblea è un’occasione

non tanto per onorare il Giardino delle

gere; per far sì che il nostro lavoro di

davvero

Rose Blu, ma per organizzare un evento

volontari assuma un valore educativo.

insieme! Ci vediamo a Settembre 2018!

per fine settembre, così da festeggiare

Questi sono alcuni dei progetti di cui,

Se leggendo questo articolo dovessero

insieme ed incontrarci: una festa dei

sia nel CDA che in assemblea, sono stati

emergere

volontari, con i volontari, per i volontari

affrontati e discussi, peccato che i presenti

delle perplessità

(probabilmente nel nord Italia, dato il

non fossero molti (ma per fortuna erano

formazione.giardinoroseblu@gmail.com,

grande numero di partenze da quelle zone!)​

presenti i referenti di diverse regioni), come

sarò ben lieta di confrontarmi con te!

“nuova

come

“gioco

tra

dalla

Meggy…

Bosnia” di

beh,

importante

in

te

Gabriele

indescrivibile!

per

crescere

delle curiosità scrivi

o

pure

a

Per ulteriori informazioni: Tel: 0775 233011 info@ilgiardinodelleroseblu.com Il sogno di Don Ermanno La povertà dilaga sempre più e l’Italia è il paese europeo dove risiede il maggior numero di poveri, oltre 7,2 milioni le persone che vivono in famiglie in gravi difficoltà economiche. Molte sono le associazioni e le persone in Ciociaria che cercano di aiutare coloro che hanno perso il lavoro e un tetto sopra la testa, fra loro c’è anche Don Ermanno D’Onofrio, responsabile della Fondazione Internazionale del “Giardino delle Rose Blu” ONLUS. Oramai stanco di guardare i cittadini di Frosinone che versano in una situazione così terribile ed umiliante, spesso costretti a trovare rifugio in una stazione ferroviaria, Ermanno si è rimboccato le maniche,

lanciando un appello per trovare dei benefattori disposti a pagare venti euro al mese per poter coprire le spese di un affitto. Il suo obiettivo, infatti, è quello di affittare, con la Fondazione, un appartamento nei pressi di Viale Europa, in modo da poter garantire a queste persone il minimo indispensabile per sopravvivere: poter essere accolti in un ambiente caldo, ricevere tre pasti al giorno, avere dei bagni con la doccia che consentano loro di potersi lavare. Ma questa è solo una piccola parte del progetto, infatti il sogno di Don Ermanno è di migliorare il “Villaggio della solidarietà”, “petali di misericordia”. La sua idea è nata dieci anni fa, dopo la chiusura del centro di accoglienza ad Arnara. Il progetto prevede la realizzazione di uno spazio per favorire l’aggregazione di

anziani e giovani, spazi per un centro di ascolto, vari laboratori per il reinserimento delle fasce più deboli, un centro diurno per ragazzi disabili, oltre a spazi dedicati alla formazione, al cineforum, ed agli incontri. Don Ermanno si rivolge in particolar modo al Sindaco, alle istituzioni, a tutti i politici che governano l’Italia, che sono coloro che hanno i mezzi e gli strumenti per trasformare questa realtà, per poter dare di nuovo una speranza a chi ormai l’ha persa da tempo. Una causa nobile che merita attenzione e accoglimento, confidiamo di ricevere, al più presto, risposte positive che possano avviare sulla strada della risoluzione del complesso fenomeno della povertà che è una purulenta piaga sociale.

Soci@lmente •

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REPORTAGE

Condividiamo luoghi e paesaggi suggestivi, ma partecipiamo anche ad eventi dei quali siamo protagonisti e li raccontiamo attraverso i nostri reportage fotografici..

FARFALLE SOTTOVETRO: I numeri del femminicidio

La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci - Foto: Eugenio Oi

di M. Minnucci

S

econdo il quarto rapporto Eures sul femminicidio, sono 114 le donne assassinate nei primi mesi del 2017. In questo reportage vogliamo ricordarle tutte, in modo speciale, la cara Gloria Pompili che il 23

agosto 2017 è stata massacrata di botte dai familiari, lasciando due bimbi di tre e cinque anni, e vogliamo invitare chiunque si trovi in una situazione di pericolo a denunciare il proprio aguzzino. C’è una evidente difficoltà da parte dei molte donne ad accusare chi fa loro del male, per questo motivo si sta cercando di inoltrare la possibilità di procedere d’ufficio nei casi di violenza senza denuncia, cambiando così la legislazione attuale. Dobbiamo sapere che in questa battaglia non siamo sole, ci sono decine di associazioni pronte a muoversi per le donne che subiscono violenza o che sono vittime di maltrattamenti. Vogliamo ricordare il “Telefono rosa”: 06-37518282, oppure “La casa delle donne per non subire violenza” che collega le organizzazioni sul territorio, chiedendo aiuto ai servizi sociali e alle forze dell’ordine per non arrivare ad esiti drammatici e definitivi. In Italia muore una donna ogni tre giorni, su scala mondiale i numeri salgono vertiginosamente, ed è stato doveroso indire una giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre 1960, data di morte di tre sorelle: Patria Mercedes, María Argentina Minerva Gloria Pompili - Foto: Archivio Fondazione

16 • Soci@lmente

e Antonia María Teresa Mirabal che insieme alla quarta sorella,


REPORTAGE Bélgica Adela, si opposero al regime dittatoriale di Rafael Leónidas Trujillo (Repubblica Dominicana). Quando Trujillo salì al potere, i beni della loro famiglia furono nazionalizzati e poi espropriati dal dittatore, quindi le sorelle entrarono nel «Movimento 14 di giugno» per lottare contro il regime, il loro nome di battaglia era “Mariposas” che significa “farfalle”. Quando il 25 novembre del 1960 andarono a fare visita ai mariti nel carcere di Puerto Plata, l’auto sulla quale viaggiavano venne intercettata e le donne furono costrette a scendere, portate in una piantagione di canna da zucchero e uccise a bastonate. I loro corpi furono rimessi in auto e questa venne fatta precipitare da un dirupo per simulare un incidente. Il 17 dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha stabilito quel drammatico giorno come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e fino al 10 dicembre, giornata Onu per i Diritti Umani, ci sono 16 giorni di attività contro la violenza di genere. “Non è amore se ti fa male. Non è amore se ti controlla. Non è amore se ti fa paura di essere quello che sei. Non è amore se ti picchia. Non è amore se ti umilia.

Non lasciare che i bastardi ti calpestino - Foto: Eugenio Oi

Non è amore se ti proibisce di indossare i vestiti che ti piace. Non è amore se dubiti della tua capacità intellettuale. Non è amore se non rispetta la tua volontà. Non è amore se fai sesso. Non è amore se dubiti costantemente della tua parola. Non è amore se non si confida con te. Non è amore se ti impedisce di studiare o di lavorare. Non è amore se ti tradisce. Non è amore, se ti chiama stupida e pazza. Non è amore se piangi più di quanto sorridi. Non è amore se colpisce i tuoi figli. Non è amore se colpisce i tuoi animali. Non è amore se mente costantemente. Non è amore se ti diminuisce, se ti confronta, se ti fa sentire piccola. Il nome è abuso. E tu meriti l’amore. Molto amore. C’è vita fuori da una relazione abusiva. Fidati!”. (Ultimo post di Noemi, massacrata dal fidanzato il 3 settembre 2017)

Tocca una ,tocca tutte - Foto: Eugenio Oi

Non una di meno - Foto: Eugenio Oi

Soci@lmente •

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LE PAGINE DELLA FONDAZIONE

Non tutti vivono quotidianamente l’impegno in Fondazione: condividiamo il nostro operato e tutti i nostri progetti, intervistando i responsabili ed i referenti e facendo entrare i lettori nel mare delle nostre esperienze umanitarie.

IL CAMPO PERMANENTE Chiunque dovrebbe provarlo!

L

di M. Minnucci e C. Patrizi

Veduta dell’ospedale con la neve - Foto: Salvatore Pascolini

a redazione di Soci@lmente è lieta di intervis-

arrivato a Gornja Bistra ho realizzato cosa stessi andando a fare: era

tare Diego Fisogni,

responsabile del progetto

la Tendopoli del 2008. Un’esperienza che ha lasciato il segno e che

“Campo permanente” della Fondazione inter-

mi ha fatto innamorare di quel posto, così diverso da qualunque

nazionale il Giardino delle Rose Blu O.N.L.U.S.

altro, da qualunque altra esperienza di vita. Anno dopo anno sono

Apponete un cartello sopra ogni bambino con su scritto: “Maneggiare con cura, contiene sogni.” (Mirko Badiale)

sempre tornato e dall’ottobre 2011 ho deciso di impegnarmi di più all’interno della Fondazione, cominciando a gestire la Segreteria del Campo Permanente. Ci spieghi meglio in cosa consiste il progetto e a chi è rivolto?

Come prima domanda, vorremmo sapere come è avvenuta la sua conoscenza con la Fondazione del Giardino delle Rose Blu e come ha

Il progetto consiste in un’opera di sostegno, assistenza, anima-

iniziato a seguire il progetto del Campo permanente…

zione e riabilitazione presso l’ospedale pediatrico di Gornja Bistra. La Fondazione, presso l’ospedale, si occupa di mantene-

È avvenuto tutto in modo casuale. In quel periodo, più di nove

re per tutto l’arco dell’anno quello che viene definito, appun-

anni fa, sentivo la necessità di mettermi a disposizione dell’altro,

to, “Campo Permanente”: Gruppi di 14 o 16 volontari, partono

un forte desiderio di fare qualcosa di utile. Tramite un semplice

ogni settimana (da domenica a domenica) da ogni parte d’Italia

passaparola, sono venuto a conoscenza di una missione di volon-

per alternarsi nell’offrire assistenza ai degenti dell’ospedale,

tariato in Croazia e ho preso la palla al balzo, ma solo quando sono

collaborando

18 • Soci@lmente

con

il

personale

medico

e

paramedico.


LE PAGINE DELLA FONDAZIONE I volontari alloggiano in una casetta posta a poche decine di metri dall’ospedale, per i volontari l’alloggio è completamente gratuito. Vorrebbe spiegare, a chi fosse interessato, qual è la differenza fra Campo estivo, Tendopoli e Campo permanente? Il campo estivo a Gornja Bistra è appunto la “Tendopoli”. Essa si differenzia dal Campo Permanente perché non ha limiti di numero e si svolge solo in un breve periodo dell’anno, solitamente si tratta dei 10 giorni nella prima metà di agosto. Durante la Tendopoli garantiamo, oltre all’assistenza ai degenti, anche degli interventi di rinnovamento e manutenzione alla struttura ed al parco circostante. Vengono quindi svolte attività programmate quali lavori edili, tinteggiatura delle pareti e delle ludoteche, manutenzione del giardino e delle strutture del parco giochi, riparazione e pulizia delle sedie a rotelle e dei giochi usati dai degenti durante tutto l’arco dell’anno, svolgimento dei servizi comuni per gli ospiti della Tendopoli, senza tral-

Gruppo di volontari- Foto: Salvatore Pascolini

avere la situazione aggiornata delle prenotazioni per le settimane di campo permanente basta contattare la Segreteria Campo Permanente. Dalla nascita del progetto ad oggi, quali sono stati gli sviluppi del

asciare , ovviamente, l’animazione all’interno e all’esterno dell’ospedale.

progetto e l’evoluzione delle richieste di partecipazione?

Come è possibile partecipare ad un Campo permanente?

Negli anni, molte cose sono cambiate e praticamente tutte in meglio!

Chiunque voglia approcciare per la prima volta all’esperienza del

contribuito a portare un vento di miglioramento e innovazione

Campo Permanente deve prima di tutto seguire il nostro corso di formazione (della durata di 10 ore circa che si spalmano nell’arco di un weekend), nel quale proviamo a far comprendere cosa possa significare trovarsi a Gornja Bistra, in una qualsiasi giornata di campo

L’arrivo, pochi anni fa, di un nuovo Direttore dell’ospedale ha e questo ovviamente ha avuto risvolti positivi anche per quanto riguarda la quotidianità dei volontari a Gornja Bistra. L’obiettivo è quello di continuare per la giusta strada, migliorando progressivamente le condizioni di vita dei piccoli degenti dell’ospedale.

permanente, ma non solo! Davvero un’esperienza prima dell’Esperienza.Una volta seguito il

Quali sono le carenze ed i punti di forza che denota nella attuazi-

corso si è pronti a partire! Basta tesserarsi alla nostra Fondazione

one di questo importante progetto della Fondazione?

e verificare che ci sia posto nella settimana prescelta, contattando la Segreteria Campo Permanente al numero 393 3635271

Una carenza può essere la fatica con cui copriamo le settimane nei

(lunedì-venerdì, dalle 8:30 alle 18:00) o all’indirizzo e-mail cam-

mesi invernali, in particolar modo Gennaio e Febbraio, mesi in cui in

popermanente@ilgiardinodelleroseblu.com. La conferma ufficia-

pochi possono prendere ferie dal lavoro o rinunciare al periodo esami

le della prenotazione avviene, poi, con l’invio di una semplice

(universitari). Una settimana con pochi volontari significa meno bam-

modulistica che si può scaricare del nostro sito www.ilgiardi-

bini accuditi, lavoriamo perché questo accada il meno possibile. Come

nodelleroseblu.com. Il viaggio è a carico dei volontari, ognuno

punto di forza porrei sicuramente la collaborazione con il personale

raggiunge Gornja Bistra come meglio crede.

ospedaliero, sempre attento e pronto a risolvere ogni nostra mancanza.

A chi consiglierebbe un’esperienza di questo tipo e cosa le pia-

Di cosa avreste bisogno per migliorare la qualità del Campo per-

cerebbe dire per convogliare nuovi volontari?

manente e per il perseguimento dei vostri obiettivi?

Quella di Gornja è un’esperienza da vivere assolutamente, chiunque

C’è sempre bisogno di più persone che partecipino al progetto,

dovrebbe provarla! Che tu sia studente o pensionato, dal muratore

per abbassare la probabilità che qualche settimana rimanga sguar-

all’avvocato, non fa differenza; a Gornja Bistra portiamo noi stessi

nita di volontari, anche se c’è da dire che ogni anno più di

e la nostra voglia di fare del bene, tutto qua! Difficile spiegare cosa

500 persone partono per vivere questa straordinaria esperienza.

sia veramente quest’esperienza, ogni mia parola sarebbe superflua.

Un grande bisogno per la continuazione del progetto è sicuramente

Chiunque abbia voglia di donarsi e di mettersi in gioco è il benvenuto.

una nuova casetta che funga da alloggio per i volontari: la vecchia e cara casetta esistente ha ospitato migliaia di volontari per tutti questi anni,

Dove è possibile consultare le date per il campo permanente ?

ma è ora di farla andare in pensione. Una casa nuova, per noi, esiste già, la stiamo ultimando, ma serve ancora tanto aiuto (soprattutto eco-

Presto sarà riattivato un calendario on-line visibile dalla pagina Home

nomico) da parte di tutti, cosicché si possa avere un punto d’appoggio

del nostro sito www.ilgiardinodelleroseblu.com. In ogni caso, per

sicuro per continuare a garantire la nostra presenza in ospedale.

Soci@lmente •

19


PAROLE IN LIBERTA

In questa rubrica, don Ermanno D’Onofrio, Fondatore e Presidente de Il Giardino delle Rose Blu, approfondisce di volta in volta una dimensione portante della “mission” della Fondazione stessa. Infatti, i temi trattati: servizio, condivisione, accoglienza, ospitalità, gratuità, libertà, integrazione e solidarietà, sono proprio i pilastri su cui la Fondazione basa il suo impegno nel sociale. Impegno rivolto non solo all’infanzia, ma a tutti coloro che ne hanno bisogno.

“SONO CON TE, NON SEI SOLO” Aiuto: IncontrarLo nel disagio, nelle difficoltà nella fatica

A

volte un grido, altre volte

che in latino si compone di ad e iuvare,

uno sguardo, un cenno o

quindi un giovamento dato o ricevuto.

un silenzio assordante…

L’eco di questa parola, che viene da lontano,

Aiuto, parola che costituisce

lo ritroviamo in Genesi (2,18) “non è bene

un altro petalo del “Fiore della Misericordia”.

che l’uomo sia solo; voglio fare un aiuto che

Percorso di formazione che ci sta aiutando

gli sia simile”. Interessante, la traduzione

sempre più a rispondere alla volontà

dall’ ebraico, dove aiuto letteralmente sig-

che il Signore ha pensato per ognuno

nifica alleato e simile, vuol dire che sta di

di noi: quello di vivere in pienezza la

fronte. Sempre dall’ebraico la parola di fron-

nostra umanità,

sempre più consape-

te deriva dal verbo “Nagad” che vuol dire

voli del Suo amore misericordioso per

spiegare. La donna, messa di fronte, diventa

essere

incontrarLo.

“spiegazione dell’uomo”. È questo dialogo

L’aiutare, il più delle volte, è un’interruzione

che consente alle due persone di capir-

nella nostra quotidianità. Le giornate si

si, di individuarsi, di liberarsi: di aiutarsi!

susseguono scandite dai nostri impegni

E noi, nei momenti di fragilità, sappiamo

che possono limitarci nel vivere relazioni

chiedere aiuto? Conoscere e confessare la

autentiche. Rischiamo così di perdere il

nostra debolezza è proprio indispensabile,

valore di quell’attimo, piccolo, ma fonda-

lo dice bene Papa Francesco: “chi si crede

mentale per guardare con attenzione all’altro

forte, chi si crede capace di cavarsela da

e al suo bisogno. Madre Teresa, santa e

solo è almeno un ingenuo e alla fine rimane

testimone dei nostri giorni, alla domanda

un uomo sconfitto da tante debolezze che

di chi fosse per lei la persona più impor-

porta in sé”. In questi momenti avvertiamo

tante rispondeva: “è quella che mi sta di

prepotentemente l’importanza dell’Altro

fronte.” È proprio nello stare di fronte e nel

con la A maiuscola. “Lo spirito stesso

prestare attenzione all’altro che possiamo

viene in aiuto della nostra debolezza”

mettere in discussione le nostre certezze.

(Rom 8,26). È proprio grazie allo Spirito

Entrando più in profondità e concre-

Santo, il Comunicatore per eccellenza, che

tamente in questa dimensione dell’aiuto,

possiamo abbandonarci a quel dialogo,

ne percepiamo tutta la sua complessità.

cuore a cuore con Lui. Attraverso la lettura

Siamo nati come Esseri in relazione e per

della Parola e l’Eucarestia che è al centro

la relazione, nonostante questo, nell’aiutare,

del “Fiore della Misericordia”, così anche

nell’aiutarci o nel lasciarci aiutare ci pos-

noi, come in un fiore, che per vivere ha

siamo trovare dinanzi ad un gran venta-

bisogno del suo nutrimento, possiamo rice-

glio di ostacoli: psicologico, materiale e,

vere tutto il Suo amore per essere, si spera,

non meno importante, quello burocratico.

testimoni sempre più credibili nelle opere.

Ci sentiamo chiamati ad agire, verso noi

Possono essere per noi d’esempio le azioni

stessi e gli altri, con responsabilità, met-

fatte da Gesù che nell’ultima Cena non

tendo in gioco molte delle nostre energie

ha domandato: “Avete capito bene quello

nel cercare soluzioni possibili che possono

che ho detto?”, ma si è accertato: “Avete

anche non esserci nell’immediato, ma una

compreso quello che ho fatto?” (Gv 13,12).

cosa la sappiamo: ci siamo messi di fronte

Nel discorso della montagna lui stesso ci

all’altro, agli altri o alle istituzioni e questo

raccomanda di fare in modo che gli uomi-

ci ha dato modo di destrutturarci, cre-

ni “vedano le vostre opere buone”. Opere

ando quella possibilità verso una ricostru-

materiali o morali con cui si interviene

zione che porta sempre ad un benessere.

nell’alleviare un’altra persona, una famiglia,

Benessere che nasce da quella tensione

un gruppo di persone, una popolazione o

già contenuta nella parola stessa “aiuto”

una nazione da una difficoltà, uno stato di

pronti,

oggi,

20 • Soci@lmente

ad

di Alice Corsetti

La bellezza che è in noi si scorge dai nostri gesti - Foto: Archivio Internet

disagio economico o da una situazione penosa o pericolosa. Certi che lo Spirito non ci farà mancare il suo aiuto, ogni giorno possiamo aiutare l’altro entrando in una relazione dove la sollecitudine, l’affetto e l’impegno per conoscere la sua storia, sia avvolto dalla tenerezza. La tenerezza di chi, pur sapendo di non avere risposte, sa dare all’altro, solo standogli accanto, favorendo l’incontro e dicendogli: “io sono con te, tu non sei solo”.

“Vi sono quelli che danno senza rimpianto né gioia senza curarsi del merito. Essi sono come il mirto che laggiù nella valle effonde nell’aria la sua fragranza. Attraverso le loro mani Dio parla, e attraverso i loro occhi sorride alla terra”. (Gibram Khail)


SOCIETÀ

Per assolvere alla nostra “mission”, dobbiamo farci conoscere per poter parlare con tutti, in qualsiasi contesto dell’articolazione della nostra società.

RICORDANDO IL SANTUARIO Visita al Santuario della Spoliazione

A

di Domenico Valletta

ssisi, che dire, un viaggio

delegazione del Giardino delle Rose Blu

nianza portata avanti da don Ermanno

indimenticabile! Un viaggio

(incluso me), è partita per dare una testi-

D’Onofrio, Presidente, nonché fonda-

nell’anima, in uno dei mag-

monianza nel Santuario della Spoliazione

tore della Fondazione del Giardino delle

giori centri della cristianità,

vicino al vescovado. Sono stati sicuramente

Rose Blu e con gli interventi di Francesca

un luogo intriso dal pro-

un’ esperienza ed un viaggio entusiasmanti,

Chiappini

fumo della Santità e carità di San Francesco

profondi e toccanti. Poter parlare in quei

Alimentiamo), Alessandra Testani (respon-

che ancora oggi si può respirare in ogni

luoghi e visitarli personalmente, posti in

sabile del progetto Albatros ) ed, indegna-

angolo della città, dai suoi luoghi più sacri

cui il Santo ha iniziato il suo cammino

mente, me medesimo: Domenico Valletta

fino alle sue campagne, luoghi in cui ancora

ed ha portato la sua testimonianza del

(responsabile del progetto Ora d’aria).

oggi sembra vivere. Quest’uomo dall’umiltà

grande Amore che ci sovrasta. E’ stato,

Al termine della Celebrazione Eucaristica,

così profonda e carità così ardente, ha cam-

almeno per me, ma penso per tutti, un

a turno abbiamo avuto la possibilità di

minato su questo suolo dal 1.181 circa fino

onore ma soprattutto un grande privilegio.

esporre a tutti i presenti i vari progetti che

al 1.226, ma sembra che niente sia cambiato,

La giornata è iniziata con le Lodi mattutine,

la Fondazione segue e raccontare un po’

come se la sua presenza abbia fermato il

a cui è seguito il Rito della Spoliazione

della sua storia, delle sue speranze e pro-

tempo ad un’ epoca migliore dove si poteva

(un percorso spirituale per spogliare

getti futuri. Ad iniziare è stato don Ermanno

respirare aria di pace. San Francesco è una

l’anima di fronte a Dio). Alle 12:00 abbia-

D’ Onofrio, raccontando in maniera sem-

figura universalmente riconosciuta come

mo partecipato alla Preghiera dell’Angelus,

plice, esaustiva e toccante, come e dove è

uomo di pace definito “il poverello di Dio”

presieduta

Domenico

iniziata la storia della Fondazione ( a Gornya

ed Assisi stessa nei vari anni si è andata

Sorrentino, alle 16:00 abbiamo partecipato

Bistra ) e poi, di come il tutto si sia evoluto

sempre più identificando come città della

all’Adorazione Eucaristica e alle con-

e della “mission” che vuole proseguire lungo

pace, soprattutto dopo che essa ha ospi-

fessioni, a cui è seguito il Santo Rosario.

la strada del tempo. Lui ha messo in risalto

tato i quattro grandi incontri tra gli espo-

Alle 20:30 è stata presieduta la Santa

il modo in cui la Fondazione, il CISPeF e

nenti delle maggiori religioni del mondo.

Messa tenuta da don Antonio Borgo,

il Consultorio Anatolè lottano ogni giorno

Ed è proprio in questo scenario favoloso

parroco

Assunta.

per essere riconosciuti come enti ed, oltre

che, il 20 settembre di quest’anno, una

La giornata è terminata con la testimo-

la burocrazia, ha parlato dell’ amore verso

dal

di

vescovo

Santa

Maria

(responsabile

del

progetto

Assisi - Foto: Archivio internet

Soci@lmente •

21


SOCIETÀ spirituali e corporali. Queste opere non

all’ umiltà profonda e alla carità feconda.

vengono mai inosservate. Ad Assisi,

San Francesco ci ha lasciato molti

don Ermanno ha voluto fare pubblicamente

insegnamenti che da buon cristiani

e per la prima volta l’ annuncio della nascita

dovremmo saper seguire, una guida

del “Villaggio della Solidarietà”, dove ogni

per le nostre vite che devono diventare

persona di buona volontà potrà provare ad

testimonianze d’amore su questa terra e

aiutare il prossimo, partendo naturalmente

trasmettere ciò che è il grande disegno divino.

prima da un lavoro su stessa. Percorso di

Ce lo ricorda in questa bellissima preghiera:

miglioramento che la Fondazione porta avanti da anni attraverso un percorso aperto a tutti, chiamato “il Fiore della Misericordia “. In seguito, don Ermanno ha chiamato ognuno di noi ad illustrare il progetto che stiamo personalmente seguendo e a dire qualcosa su di esso. Io ho cercato di far capire l’idea che indegnamente porto avanti, Interno della Basilica di Assisi - Foto archivio Fondazione

cioè, quella che parte dal presupposto che ognuno di noi deve migliorarsi… compreso io e che dobbiamo sempre lavorare su noi stessi per evitare di far male al prossimo e al Creato intero: dono che Dio ci ha consegnato per essere custodito e non distrutto. Personalmente io non posso conoscere i cuori di ognuno, come li conosce Dio, neanche di coloro che portano avanti i nostri vari progetti, ma quello che mi auguro è che Dio, attraverso l’intercessione

Don Ermanno, A. Testani, D.Valletta, F. Chiappini di fronte la Basilica di Assisi - Foto archivio Fondazione

di San Francesco, tolga dai nostri cuori tutto quello che c’è di cattivo, corregga ed elimini ogni nostro difetto… perché possiamo amare gli altri di un Amore vero,

il prossimo che ogni volontario esprime,

puro e incondizionato. Che Dio vegli sem-

attraverso la messa in pratica delle opere

pre su di noi e che San Francesco ci guidi

Preghiera Semplice San Francesco d’Assisi Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace: dove è odio, fa ch’io porti amore, dove è offesa, ch’io porti il perdono, dove è discordia, ch’io porti la fede, dove è l’errore, ch’io porti la verità, dove è la disperazione, ch’io porti la speranza. Dove è tristezza, ch’io porti la gioia, dove sono le tenebre, ch’io porti la luce. Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto ad essere compreso, quanto a comprendere. Ad essere amato, quanto ad amare,poiché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita Eterna. Amen.

Basilica di Assisi - Foto: Archivio internet

22 • Soci@lmente


SPIRITUALITÀ

Pur nel rispetto di coloro che non hanno incontrato Dio o di chi si professa di un’altra religione, dobbiamo vivere la nostra appartenenza alla Chiesa cattolica e l’amore per il Vangelo.

LE 7 OPERE DI MISERICORDIA “Alla luce di Cristo, chi è l’uomo?”

di A. Cesaritti secolari delle varie gerarchie religiose hanno preteso di essere gli unici a poter fare da tramite tra l’Uomo e la Divinità che risiedeva nel Cielo dal quale venivano i fenomeni più evidenti della natura: l’acqua, il fuoco, la vita e la sua evoluzione, la morte. Con l’espansione della cultura e delle capacità di comprendere l’origine e l’evoluzione dei fenomeni naturali, l’Uomo ha cercato sempre più di acquisire conoscenze dirette e di essere affiancato dalle gerarchie senza esserne più soltanto condizionato, stabilendo finalmente un rapporto diretto con la Divinità, senza mediatori che ne interpretassero il volere. La pura ascesi è divenuta una pratica quasi esclusiva dei ranghi più elevati delle gerarchie “ecclesiastiche”, fonte e ragione di rispetto da parte delle masse di fedeli che le onorano, ma che sono attenti anche alla cura dei bisogni e delle miserie umane della vita quotidiana. Lo spartiacque storico e definitivo di questa condizione si è materializzato, per i cristiani, con la nascita di Gesù Cristo, figlio di Dio che, acquisendo anche la dimensione umana al fianco della sua natura

Fiore della Misericordia - Foto archivio Fondazione

N

on sono un teologo né uno studioso particolarmente competente di Sacre Scritture: sono semplicemente una persona che legge, riflette molto, si confronta con le tesi altrui e trae le sue conclusioni dalle esperienze positive e negative che la vita gli pone sul suo

percorso. Avevo diciassette anni quando scrissi una composizione sul tema “ “L’Uomo, questo sconosciuto” è un libro di Alexis Carrell ma, alla luce di Cristo, chi è l’Uomo?”, e fui premiato quale vincitore nazionale (su quasi due milioni di partecipanti) del Concorso Veritas indetto dal Vaticano. Ora, nell’autunno della vita e con l’inverno ormai incombente, mi confronto di nuovo con un aspetto

divina, ha certificato il valore dell’Uomo, protagonista della sua vita e responsabile delle sue azioni con il libero arbitrio. La

natura

umana

e

l’Anima,

conviventi

nell’Uomo,

sono il ritratto fedele di Gesù, del quale egli ha sentito la necessità inevitabile di condividere le aspirazioni ed i valori. L’innovazione sapientemente testimoniata dal passaggio degli insegnamenti del Vecchio al Nuovo Testamento ha codificato efficacemente questa nuova visione dei diritti e doveri dell’Uomo, anche in quanto entità a vocazione e responsabilità sociale, quindi solidale. Il nuovo codice di comportamento, il rispetto del quale sarà premiato dalla beatitudine e dalla felicità

eterna,

è

chiaramente

indicato

dalle

parole

più aggiornato dello stesso tema. Spero che i lettori vogliano accettare questo mio contributo alla riflessione sulla società moderna e la sua Spiritualità, ringraziando la rivista Soci@lmente che lo pubblica, lasciandomi la piena ed esclusiva responsabilità delle mie affermazioni. La Scienza sta cercando di dare risposte alle domande relative all’origine ed alle ragioni di tutto quello che accade intorno a noi, e molto spesso ci riesce. Su due aspetti della nostra vita, però, gli sforzi e gli affanni di secoli di studi ed esperimenti non hanno ancora trovato conclusioni convincenti: la nascita della vita e la morte. In entrambi i casi, l’elemento che gioca un ruolo essenziale è sempre lo stesso: l’Anima. Ne constatiamo la presenza alla nascita, le attribuiamo una consistenza ed una funzione divina nel corso della vita, poi la consideriamo tornata misteriosamente alla sua origine quando essa abbandona il corpo fisico al suo destino. All’Anima i credenti affidano anche la funzione di determinare i comportamenti ed i valori morali da perseguire nel corso dell’esistenza, considerando che è la sua presenza a dare un valore infinito all’essere che ne è arricchito. Per millenni gli esponenti

Visitare gli ammalati - Foto archivio Fondazione

Soci@lmente •

23


SPIRITUALITÀ nelle

Opere

di

Misericordia

Corporale

e

Spirituale.

Mentre in Fondazione si stava riflettendo su una adeguata modalità di promuovere ed incentivare la fondamentale pratica

di

queste

raccomandazioni

divine,

l’attuale

Pontefice della Chiesa Cattolica, Papa Francesco, proclamò il Giubileo Straordinario della Misericordia per l’anno 2016,

dando

ulteriore

impulso

e

valenza

al

nostro

progetto “I Petali della Misericordia”. Le Opere di Misericordia si declinano in due categorie: quelle Corporali e quelle Spirituali. Le sette Opere classificate come Corporali sono le seguenti: - dar da mangiare agli affamati, che richiede di sostenere coloro che non hanno accesso ad un’alimentazione adeguata per una vita decorosa, aiutandoli con cibo e con strumenti per poterlo produrre e servirsene; dar da bere agli assetati, che indica la necessità di amministrare e conservare le

riserve

idriche

del

pianeta

per

poterle

anche

condividere con coloro che ancora non possono goderne; - vestire gli ignudi: gli esseri viventi nascono nudi, incluso

Dar da mangiare agli affamati - Foto: Archivio Internet

l’Animale Uomo, che si distingue dagli altri per aver sviluppato un senso del rispetto che richiede la discrezione e l’esaltazione degli aspetti più nobili del suo essere figlio di Dio, coprendo la sua nudità. Aiutare coloro che non hanno i mezzi per mostrarsi agli altri con dignità è un’opera meritoria, da affiancarsi ad una scelta oculata dei mezzi di produzione che, contrariamente a quanto avviene in molte parti del mondo, non debbono prevedere lo sfruttamento schiavistico del lavoro umano; -

alloggiare

i

pellegrini

è

una

raccomandazione

particolarmente forte in un’epoca nella quale masse enormi di persone si trovano ad essere pellegrini per sfuggire a condizioni di vita poco dignitose. A seconda delle possibilità e delle risorse disponibili, quindi, è meritoria l’accoglienza di coloro che la richiedono dopo aver responsabilmente e sinceramente ricercato condizioni di vita decorose nel proprio Paese; - visitare i malati non deve più costituire soltanto

il

rispetto

di

una

convenzione

socia-

le nei confronti di parenti e conoscenti. In un’epoca nella

quale

i

malati

sono

considerati

inutili

e

richiedenti l’attribuzione di risorse sottratte alla vita agiata delle comunità, la visita a coloro che soffrono malattie e patologie spesso invalidanti è un segno di considerazione e di riconoscimento del valore intrinseco della momentanea

Dar da bere agli assetati - Foto: Archivio Internet

condizione di debolezza e fragilità; - visitare i carcerati

che ha segnato il discrimine nell’evoluzione della vita umana dalla

deve far parte del recupero alla vita sociale anche di

fase puramente animalesca a quella più nobile di un essere

coloro che hanno agito male e si sono resi responsabili

con un corpo diventato un tempio arricchito dalla presenza

di reati e di offesa delle norme di civile convivenza.

dell’Anima, da onorare anche dopo la fine della vita terrena.

vita

umana,

Anche

senza

cerati

prima

a

prescindere

considerare

dalla

che

sua

incar-

Le ricerche più recenti certificano che anche presso le specie

colpev-

animali non evolute nella specie umana, il rispetto per le crea-

olezza, mostrare pietà e vicinanza verso chi ha sba-

ture morte è una parte essenziale della convivenza, e l’Uomo

gliato ne aiuta molto una presa di coscienza e la

deve farsene carico con ancora maggiore determinazione.

determinazione

dell’accertamento

pagando

In una prossima occasione tratteremo delle Opere di Misericordia Spirituale, ancora più caratterizzanti della componente sacra

- seppellire i morti con adeguato onore e devozione è l’azione

dell’Uomo quale essere vivente fatto ad immagine di Dio.

per

non

quello

24 • Soci@lmente

fare

più

del

sono loro

commesso;

equamente

a

molti della

eventualmente

male, già


VOCI DALLA CROAZIA

Una delle attività di solidarietà che svolgiamo è in Croazia, presso l’Ospedale Pediatrico di Gornja Bistra: ascoltiamo la voce di chi vi opera con amore. Ascoltiamo i nostri volontari, italiani e croati, ed i racconti delle esperienze in quel Paese.

LA SOFFERENZA CONSAPEVOLE A Gornja Bistra non si va: si torna

M

di Serena Giannino

Un luogo che ti lega a se e non solo per la sua bellezza - Foto: Archivio Fondazione

i chiedono di raccontare

Ed eccoci, noi volontari, improvvisa-

etto ai quali non puoi sicuramente “capire”,

“la mia Gornja”. Lo faccio

mente a stretto contatto con un “diverso”,

ma solo “intuire. l volontario, a Gornja,

volentieri, ma con il rischio

completamente sconosciuto, perché è il

cambia e cresce con il passare delle ore: se

di cadere nella banalità.

diverso della quotidianità, perché è quel

all’inizio si guarda con timore tra i lettini,

Penso, comunque, che “ogni Gornja” meriti

diverso tangibile, perché è quel diverso

ci si sente inadeguati nell’aiutare i bam-

di essere raccontata, perché a ciascun volo-

di occhi che ti osservano senza che tu

bini e i ragazzi a magiare, si prova un senso

ntario, in maniera uguale e diversa, questo

possa comprendere subito il loro linguag-

di impotenza di fronte alle difficoltà di

luogo e tutte le esperienze che qui si

gio, perché è quel diverso della sofferenza

comunicare, quando la situazione improv-

sperimentano hanno finito per cambiare e

inconsapevole o, peggio, consapevolissima.

visamente si sblocca, non hai più paura

persino sconvolgere la vita.

Di fronte a ciò, la reazione è stata chiedersi

di toccare, avvicinarti, servire, parlare.

Il corso di formazione l’ho fatto durante

il “perchè” di tutto questo e anche di essere

Parlare, sì: c’è un linguaggio fatto di

il mio primo viaggio, in occasione della

davvero arrabbiati con Dio. Ci ho litigato

gesti e non di parole, di sorrisi d’intesa,

Tendopoli 2015: formarsi in loco è

per quasi due giorni. Poi c’è stata una specie

di carezze, di carrozzine spinte in

diverso, perché vieni subito catapultato in

di folgorazione e il posto dei “perchè” è

giardino, di palle e pupazzi in sala

una realtà che non ti aspetti e non immagini e

stato preso dal “come”: man mano che pas-

giochi, di canzoni cantate a squarciagola.

rispetto alla quale agisci d’istinto, quasi

savano le ore ho compreso che se mi trovavo

Tutto diventa naturale, spontaneo, gioioso

sempre in modo inspiegabilmente giusto,

lì e mi trovavo in quella situazione e con

e naturale. Quei “difetti” e quelle abnormità

forse perché sei sorretto dall’alto, in modo

quelle persone (bambini e anche volontari)

che ti terrorizzavano, rispetto alle quali

provvidenziale. Anche la formazione a

era perché Lui mi voleva dire qualcosa.

ti sentivi indifeso e implume e non

distanza non ti prepara comunque, rispetto

Con questa nuova prospettiva mi sono

comprendevi il perché, improvvisamente

a un mondo in cui si tocca con mano,

trovata a vivere quella quotidianità diversa

scompaiono.

allo stesso tempo, sofferenza e voglia di

e speciale con gioia, trascorrendo la mag-

che ti accorgi che trovi una risposta:

vivere, malattia e gioia, inconsapevolezza e

gior parte della giornata gomito a gomito

tu sei lì perché attraverso quei bambini

sensibilità

potrebbero

con bambini e ragazzi che comunicano

ti si vuole dimostrare che non esiste

lontanamente immaginare.

sentimenti ed emozioni a modo loro, risp-

vita che non valga la pena di esser

nemmeno

che

non

si

E’

in

quel

momento

Soci@lmente •

25


VOCI DALLA CROAZIA faccia di più per quei bambini e quei ragazzi. Non mi riferisco, ovviamente, al lavoro dell’associazione, ma a quello di un Paese in cui la Sanità pubblica non consente a pazienti come quelli che ci sono a Gornja, una vita più sana, a partire dal semplice menù, dalle cure odontoiatriche di base, ad una fisioterapia che potrebbe consentire grandi progressi nella deambulazione di alcuni ricoverati. Vero è che non parliamo di una realtà ricca e industrializzata, ma si tratta di garanzie minime, soprattutto in un Paese della vecchia Europa. Quando penso a queste “garanzie minime”, negate, mi sento profondamente impotente e amareggiata e ringrazio il fatto di vivere in una nazione nella quale questo genere di strutture vengono gestite con più attenzione e non relegate semplicemente a un cronicario nel quale, tanto e comunque, si pensa che ci siano casi non recuperabili. Perché non è così. Forse, prima di un nuovo ospedale, sarebbe necessario investire in personale, in modo che il rapporto numerico bambino/infermieri/educatori significativo

e

miglioramento

possa di

sia

contribuire

diverse

più al

situazioni.

Vorrei concludere ricordando due bambini: uno è ancora con noi, l’altro è diventato un angelo il 1° aprile di quest’anno. A Gornia non si va si torna - Foto: Archivio Fondazione

Si chiamano Mate e Josip. Con loro,

vissuta, anche se un bambino ha le ruote al

Volpe de “Il piccolo principe” di Antoine

proprio come immagino sia accaduto ad

posto delle gambe, se ha la testa più grande

de Saint-Euxpery, tu vieni addomesticato,

altri volontari, si è creato il famoso “legame”.

del corpo, se passa il tempo ad agitare un

perché addomesticare significa “creare lega-

Due bambini diversissimi l’uno dall’altro,

orsacchiotto spelacchiato, se non si muove

mi”. Tornare a casa significa provare nostal-

ma che in due differenti modi mi hanno

dal suo letto e sembra non aver alcun

gia, significa chiedersi spesso “che cosa starà

conquistata e dato tantissimo: uno scon-

genere di contatto con il mondo esterno…

facendo?”, significa, finalmente, compren-

troso,

Dietro a quegli sguardi muti ci sono per-

dere che i nostri “perchè”, forse, non hanno

cordiale, anche lui capricciosetto, ma solare.

sone che chiedono di essere amate e che

mai un senso, ma hanno tante risposte.

Da quando li ho conosciuti, sono stati il

gioiscono rispetto a quelle piccole dimost-

Significa che si desidera sin da subito, da

mio nero e il mio bianco, mi hanno dato

razioni d’affetto che tu, probabilmente

quando ti trovi sul cancello dell’ospedale per

entrambi tutto di loro stessi, nel loro modo

malamente e sbagliando, riesci a dare loro.

imboccare la strada del ritorno, un prossi-

speciale, sono stati una delle ragioni che mi

Il momento più bello, credo che sia quan-

mo viaggio. Perché - come ha detto un mio

hanno spinta più volte a tornare a Gornja.

do si realizza di aver stabilito un feeling.

caro amico - a Gornja non si va: si torna.

Si chiama amicizia. E’ vero: quando un

Come accade nella vita, fuori dai cancelli di

C’è solo un perché, assolutamente umano

bambino scompare, quel posto non sarà

Gornja, qualcosa è germogliato e sta fioren-

ed oggettivo, che resta e che al momento

mai più lo stesso, ma quel bambino ti ha

do: è intesa, è sentire insieme, è complicità,

non trova ancora risposta. Io sono arri-

insegnato che, come lui, ce ne sono tanti

è capire cosa si ama e cosa non si ama, è par-

vata a Gornja quando, grazie all’impegno

altri che attendono di addomesticarti e di

lare restando in silenzio. Penso sia assoluta-

dell’associazione di don Ermanno e di

essere addomesticati. E a questo invito non

mente normale stabilire un legame speciale

tutti i volontari in staffetta permanente,

ci si può sottrarre, perché quelle “Rose”

con qualcuno. E quando quel legame si crea

l’ospedale non era più “il castello dei mostri”

continueranno a fiorire, a essere uniche per

non si può più fare a meno di pensare a

(cito una definizione che è stata riportata

ciascuno di noi volontari e saranno sempre

quel qualcuno, anche se a separarti sono

da un articolo comparso anni fa sulla rivista

la ragione del perché a Gornia non si va:

centinaia di chilometri. Come direbbe la

“Famiglia cristiana”). Resta il perché non si

si torna. Si avvicina il Natale, quando,

26 • Soci@lmente

capriccioso

e

brusco,

l’altro,


VOCI DALLA CROAZIA improvvisamente, la carità diventa assolutamente mielosa e pelosa, io ringrazio le Rose blu di avermi fatto comprendere che si può essere disponibili e generosi in ogni momento dell’anno e che, soprattutto, succede che quando si cerca di donare qualcosa di sé, si riceve sempre in cambio molto, ma molto di più. To Gornja Bistra don’t come on: but return I have been asked to tell something about “my Gornja”. I am gladly going to do it, trying to avoid the risk of being obvious or trivial. Anyway, I believe that each one’s Gornja deserves to be told since the life of each Volunteer, and its inner meaning, is undoubtedly affected by that place and by the emotional experiences which are lived in there. I’ve been going through my training course during my first trip for the Tendopoli of 2015, but being trained on the spot is totally different because you are knocked in an unexpected reality, which you did not even imagine and to which you react instinctively, doing always the right things being protected by up above, providentially. Even distance training or education does not help

L’esperienza di Gornja a mettersi in gioco e al completo servizio - Foto: Archivio Fondazione

to be ready and face a world in which you find, at the same time, suffering and will to live, disease and joy, unawareness and sensitivitywhich go beyond any imagination. Here we are, as volunteers, all of a sudden in strict contact with diversity, the unknown, because it is the everyday diversity, real, the diversity of eyes which look at you and you do not understand their language, because it is that diversity of the unconscious suffering or, even worse, very consciously perceived. In front of this situation, the reaction has been a simple question: “why?” and, unanswered, remaining upset with God himself. I was upset and felt outraged for a couple of days.Then, I was struck by a sort of revelation and, instead of “why?” I tried to understand “how”: as the hours were passing by I understood that my presence there, in that environment with those persons (children and volunteers), had been determined by the fact that He wanted to tell me something. Having this new perspective, I found myself living that everyday, special diversity, with joy, spending most of my days side

Addomesticarsi a creare legami - Foto: Archivio Fondazione

Soci@lmente •

27


VOCI DALLA CROAZIA could permit an easier ambulation to some of the inmates. I admit that we are not talking about a Country particularly rich and industrialized; nevertheless it is still a Country that is part of Europe. When I think about that minimum level of denied welfare, I feel deeply powerless, bitterly touched and I am grateful for the fact of living in a Country where this type of facilities are administered and operated with more attention and not simply considered as a marginal survival unit. Because it isn’t so. Amicizia e gruppo insieme si affronta tutto più facilmente - Foto: Archivio Fondazione

Before investing in a new hospital it would

by side with children and people who

common intent, it is a mutual feeling, it is

probably be more urgent investing in new,

transfer to you feelings and emotions

complicity, it is understanding what you

additional personnel so that the ratio

in their own way, and you can only perceive,

love and what you don’t like, it is speaking

patient/nurse/educator be more efficient

more than understand. A volunteer, in

without saying a single word. I believe it

and could severely contribute to improving

Gornja, changes and grows progressively:

is absolutely normal establishing a special

many aspects of the local welfare. Let me

at first he looks among the beds, in fear

connection with somebody. And when that

finish by remembering two children: one

not to be able in helping the children to

link is created you will never be able not to

is still with us; the second one became an

eat, feeling incapable in front of the dif-

think about it, doesn’t matter how far you

angel on last April 1st. Their names: Mate

ficulties to communicate, then the situa-

can be. As Fox would say, as in “The Little

and Josip. With both of them, as I imagine it

tion unlocks suddenly and he does not feel

Prince” by Antoine de Saint-Exupery, you

happened with other volunteers too, we cre-

anymore that fear of touching, getting

are tamed because taming means creating

ated the “link” I was talking about. Two kids

closer, serving, speaking …. Yes, “speaking”:

links and affectionately binding ties. Going

who were very different from one another,

there is a language made out of gestures and

back home implies feeling nostalgia, asking

but who conquered me and gave me a lot:

not of words, of shared smiles, of caress-

yourself over and over “what is he doing?”,

one is morose, capricious and slightly rude,

ing, of wheelchairs pushed in walking the

it means understanding that all our “whys?”

while the other one was friendly, child-

garden, of coloured balls and puppets in

are a nonsense to which you have already

ishly capricious but with a sunny attitude.

the game room, of song sung in loud voices.

being given answers. It means strongly

Since the moment I met them they have

Everything becomes natural, instinctive,

wishing to be back there immediately after

been my white and black, they gave me

joyful and spontaneous. Those “defects”,

having left that gate behind. Because, as

everything they had, in their peculiar way,

those extreme inabilities, which used to ter-

a dear friend of mine told me, you do

and they have been one of the reasons I went

rorize, inexplicably making you feel uneasy

not go to Gornja, you come back to it.

back to Gornja several times. It is called

and nude, they disappear all of a sudden.

There is only a big question, deeply

friendship. It is true, when a child passes

It is the moment when you perceive that

involving and humanly shocking, which

away, the place where he used to be will not

you are no different from them. It is in that

is left, unanswered. I arrived in Gornja

be the same anymore, but he taught you that

moment that you find the answer: you are

when, thanks to the commitment of Don

there are many more children waiting to

there because you must realize that there

Ermanno’s Association in the Permanent

tame you and be tamed. You cannot escape

is no life which doesn’t deserve living, even

Camp environment, the hospital ceased to

from that, because those Roses will con-

if a child has wheels instead of legs, a head

be the “Castle of Monsters”, as defined in

tinue to bloom, to be unique for each one

bigger than his body, if he spends his time

an article by Famiglia Cristiana years ago.

of us volunteers and they will be always the

in waving a puppet bear, if he never leaves

The question concerns the reasons why

reason why you do not simply go to Gornja:

his bed and he seems to be detached from

nobody does more to take care and support

you come back to it. Christmas is approach-

the world which surrounds him … Behind

the children and the people living in the

ing, charity becomes a sweet-acting and

those mute eyes there are human beings

hospital. I ma not talking, of course, of the

superficial attitude: I want to thank the Blue

who are asking to be loved, who cheer when

commitment and the precious work done

Roses to have given me the understanding

they receive the little affection that you, in

by the Association, but I am referring to a

that we can be generous and available in

tender shyness, at last are able to give them.

Country where the Welfare institutions do

every moment of the year and, most of all,

The most exciting moment I believe it is

not seem to be sufficiently concerned in

when you try to give something from the

when you realize you are sharing a feel-

permitting the young patients to live a bet-

deep of your heart, you receive back more,

ing. As it happens in life, some thing is

ter life, starting from a better food, adequate

much more than what you have given.

blooming outside the gates of Gornja: it is

dental care, sessions of physiotherapy which

(Translated from Italian by Aurelio Cesaritti)

28 • Soci@lmente


VOCI DALLA BOSNIA-HERZEGOVINA

Anche in Bosnia Erzegovina abbiamo presidi di assistenza ad anziani e minori in difficoltà: raccontiamo le esperienze dei volontari e dei collaboratori che vi lavorano.

CAMPO INVERNALE IN BOSNIA Sarajevo, un inverno che non finisce

A

di Sonia Stevanin

nche quest’anno i volontari della

Fondazione

il

Giardino delle Rose Blu sono partiti per il tradizionale campo di volontariato

invernale in Bosnia Erzegovina che si svolge dal 27 dicembre al 7 gennaio. Il campo ha l’obiettivo di portare aiuti concreti e sostegno alle famiglie inserite nel progetto Il Ponte del Sorriso e di regalare momenti di gioia, spensieratezza e gioco a molte persone (bambini, anziani e malati psichiatrici) ricoverate in diverse strutture di accoglienza della Bosnia Erzegovina. La peculiarità di questo campo è lo spirito di collaborazione e unione, dato che i volontari italiani fanno servizio alle persone insieme ai volontari bosniaci e serbi. I due pulmini italiani, carichi di aiuti, sono partiti da Borgomanero all’alba del 27 dicembre, hanno fatto una prima tappa ad Sarajevo- Foto: Archivio Fondazione

Orzinuovi (Brescia) per ritirare gli ultimi sacchi con gli aiuti per le famiglie e una

per la festa di Capodanno che, per tra-

Trattandosi di una struttura per anziani,

successiva tappa a Gornja Bistra per

dizione, ogni anno si festeggia con loro.

le lancette dell’orologio vengono spostate

recuperare un terzo pulmino e da lì, via!

I

vivacizzato

qualche ora in avanti ma questo non toglie

Diretti

Erzegovina,

l’ospedale di Mostar con la clownterapia,

il clima di festa che si respira a Domanovici.

di

il gruppo “ B Stark” ha fatto visita

Giunto il momento della nanna per gli

e di una condi-

alle

anziani, i volontari si spostano nel loro

diventata

ami-

Ponte del sorriso. L’incontro con le fami-

albergo

cizia. Dopo molte ore di viaggio, giunti

glie è l’esperienza più intima del campo,

giare

in Bosnia, il primo alloggio per la prima

ogni anno l’accoglienza con cui i volontari

Il primo gennaio si parte per Visoko,

settimana è a Medjugorje, nel cuore

vengono accolti dalle famiglie è disarmante.

verso la Bosnia centrale, per la seconda

dell’Erzegovina, e nonostante la stanchezza

Il servizio all’ospedale di Mostar è la novità

settimana di campo, qui i volontari sono

del lungo viaggio i volontari smistano tutto

di quest’anno e la permanenza in questa

ospitati da frate Ivan nel convento

il materiale che verrà donato alle persone

città meravigliosa, piena di luci e nota per

francescano della città. I gruppi vengo-

che incontreranno nei prossimi giorni:

il famoso ponte distrutto durante la guerra,

no riformulati in base alle nuove attività:

vestiti, cioccolato, caramelle e giocattoli.

ha permesso ai volontari di esplorarla

ora i nostri gruppi di volontari si chiamano

Il 28 si inizia con le attività, divisi in tre

da

“Grey Joy”, “Targaryenn”, “House Tyrell”.

verso

attraverso

Bosnia

lunghe

all’insegna visione

la

di

ore

musica

che già

è

viaggio

“Baratheon”

prime

hanno

famiglie

visitatori. Le

del

ore

progetto

Il

di

lo

Medjugorje

scoccare

della

per

festeg-

mezzanotte.

in

viaggio

gruppi, i volontari partono ognuno

sul

sono

molte,

Il due gennaio per tradizione è il giorno

con una destinazione diversa ma tutti

soprattutto per raggiungere le famiglie,

della festa alla scuola elementare di Cerska

con lo stesso obiettivo: donare sorrisi.

ma ogni istante è scandito dalla bellez-

con i bambini e le loro famiglie, l’anno

Quest’anno i nomi dei gruppi sono a tema

za delle immagini della terra della Bosnia

scorso

della serie fantasy “Games of Throne” ed

Erzegovina che scorre dai finestrini.

poter preparare la festain tempo, ma

ecco che i “Lannister” hanno animato

Arriva il 31 dicembre e i volontari, tutti

quest’anno,invece,un gruppo di volon-

la struttura per anziani di Domanovici

assieme, si preparano per la cena e la festa di

tariè partito da Visoko alle cinque del

con

giochi, palloncini e aiutando i dolci

Capodanno con gli anziani di Domanovici:

mattino per preparare il tradizionale

vecchietti a realizzare i primi allestimenti

cena, balli di gruppo e danze balcaniche!

mercatino solidale

pulmino spesso

si

è

dormitonella

scuola per

Soci@lmente •

29


VOCI DALLA BOSNIA-HERZEGOVINA

I Murales di Visoko dedicati a - Foto: Archivio Fondazione

e organizzare la festa per i bambini con

ma di emozioni. Il campo è​un’ esplosione di

characteristics of this Camp can be found in

assortimento di dolci, giochi e anima-

sentimenti che ti avvolge e non ti lascia più

the great spirit of cooperation and in being

zione. Momenti di dolcezza e tenerezza

andare: ci si innamora dei luoghi, delle per-

united, since the Italian volunteers work all

riassunti in un solo nome: Cerska.

sone che si incontrano, del gruppo che

together with Bosnian and Serb volunteers.

Nei giorni seguenti continuano le visite

si è creato, dei sorrisi, delle famiglie

The two Italian vans, full of goods, have left

alle famiglie dove vengono compilati i vari

e dei bambini, della splendida Sarajevo.

from Borgomanero at dawn on December

report sulle loro condizioni e sulle situazioni

Una parte di tristezza nasce dalle condizioni

27, made a call in Orzinuovi (BS) to take the

di bisogno su cui occorre intervenire, la

in cui vivono le persone che si incon-

last sacs with the additional goods for the

bellezza nelle visite alle famiglie è vedere

trano, dai segni della guerra che si vedono

families, then a last call in Gornja Bistra for

come la semplicità delle case racchiuda una

e si percepiscono negli sguardi della gente.

the last load, then … away towards Bosnia-

ricchezza d’animo incredibile nei cuori delle

Ma ciò che importa è che tu sia lì, col cuore,

Herzegovina! The trip lasts long hours,

persone che le abitano e che la semplice

sapendo che ciò che ricevi è più di ciò

with a lot of music and a spirit of closeness,

accoglienza spesso sfoci in coccole.

che dai. “Ciò che abbiamo fatto solo per

which soon becomes friendship. After the

Le altre attività si svolgono a Bakovići e Drin,

noi stessi muore con noi, ciò che abbiamo

long trip, arrived in Bosnia, the first accom-

due strutture di accoglienza ben diverse tra

fatto per gli altri resta... ed è immortale”.

modation for one week is in Medjugorje, in

di loro: la prima ospita pazienti psichiatrici,

a nome di tutti i volontari che hanno

the very heart of Herzegovina and, in spite

la maggior parte affetta da trauma post bel-

vissuto l’esperienza.

of the fact that everybody was tired, the volunteers select all the goods which will

lico, Drin invece è un centro diviso in vari reparti che accoglie anziani, ragazzi e

Sarajevo, an endless winter

be given to the persons whom will be met

bambini allettati con malattie genetiche

Winter camp in Bosnia 2018

in the following days: clothes, chocolate,

e bisognosi

psicologico.

This year the volunteers of the Fondazione

candies, toys …

Durante la seconda settimana, i gruppi

il Giardino delle Rose Blu have left once

On the 28th the different activities are

si alternano e tutti i volontari hanno modo

more to attend the traditional Volunteers

started. Divided in three groups, the

di vivere tutte queste situazioni a 360 gradi.

Winter Camp in Bosnia-Herzegovina which

volunteers leave, each one to a different

I giorni scorrono veloci e tra le attività di

takes place from December 27 to January

destination, but all of them with the

servizio e i

di recupero

condivisione

7. The objective of the Camp is to take

same

in gruppo (quest’anno un volontario

primary goods and moral support to the

This year the names of the groups are

ha festeggiato il compleanno durante

families involved in the project “The Bridge

themed and inspired to the TV saga

ilcampo!) siamo giunti al termine di questa

of Smiles” and donate joyful moments,

“Games of Thrones. The “Lannister”

fantastica avventura.

lightheartedness and playing opportunities

have animated the location of elder

Alle 3 di notte del sei gennaio i pulmini stan-

to many people (children, elders and psy-

people in Domanovici with games, bal-

no abbandonando il confine con la Bosnia

chiatric patients) sheltered in different loca-

loons and helping to the sweet oldies in the

Erzegovina, carichi non più di aiuti materiali

tions in Bosnia-Herzegovina. The peculiar

preparation for the feast of the coming

momenti

30 • Soci@lmente

di

objective:

donating

smiles.


VOCI DALLA BOSNIA-HERZEGOVINA New Year which, traditionally, is celebrated with them. The “Baratheon” have livened the hospital in Mostar with clown therapy while the group “ B Stark” has visited the first families included in the project The Bridge of Smiles. Meeting with the families is the most touching experience of the Camp: each year the atmosphere of the hospitality of the volunteers at the families is friendly disarming. Servicing at the hospital in Mostar is the new activity of this year’s Camp and staying in this wonderful city, full of lights and renowned for the famous bridge destroyed during the war, has allowed the volunteers to explore it as visitors. The hours spent to travel in the van, especially when reaching the various families, are very long but the beauty of the images of

Bosnia-Herzegovina

which

flow

at the windows marks each moment. Then, December 31st arrives and the volunteers, all together, get ready for dinner and the feast of New Year’s Eve with the elders of Domanovici: dinner, group and traditional Balkan dances! Since

Animazione a Domanovici- Foto: Archivio Fondazione

there are all aged people who need to rest early, the hands of time are put ahead of a few hours, but this does not affect the celebration at Domanovici at all. Soon after putting our elders to bed, the volunteers reach their hotel in Medjugorje to welcome the New Year. On January 1st everybody leaves to go to Visoko, in central Bosnia, for the second week of the Camp: the volunteers find a very convenient accommodation in the local Franciscan Convent, run by Friar Ivan. The groups are reassembled according to the modified necessities: now they are called “Grey Joy”, ” Targaryenn”, “House Tyrell”. January 2nd is traditionally considered a day dedicated to the feast at the Primary School of Cerska, with the scholars and their families. Last year the volunteers stayed at the school for the night, to prepare the feast on time: this year, instead, a group of volunteers left from Visoko at 5 o’clock in the morning to prepare the traditional solidarity flee market and be ready for the feast with the scholars, with sweets, games and animation. Moments

of

kindness

and

tender-

ness combined in a single name: Cerska.

Momenti della festa a Cerska con i bambini - Foto: Archivio Fondazione

Soci@lmente •

31


VOCI DALLA BOSNIA - HERZEGOVINA

Festa di Capodanno a Domanovici - Foto: Archivio Fondazione

During the following days, the visits with

leave the border with Bosnia-Herzegovina,

other than Italy. There are a lot of places

the families continue: in each house a report

not filled with goods anymore, but full of

that, for a number of reasons, require sup-

is written, concerning the living conditions

emotions. The Camp is an explosion of

port and help to regain and restore the

and the state of their needs on which an

feelings which surrounds you and does

losses generated, like Bosnia-Herzegovina,

intervention is mandatory. The real out-

not leave you anymore: you fall in love

by a devastating civil war. The losses in

come from the visits with the families it is

with the places, with the persons you meet,

human lives cannot be cured, but their

the beauty to see how the basic simplicity

with the components of each group you

consequences can be mitigated by the gratu-

of their lives includes an incredible mood

worked with, with the smiles, the families

itous and voluntary commitment of people

wealth in the hearts of those who live there

and the children, with the magnificent city

who decide to share their time, talents and

and how the simple accommodation soon

of Sarajevo.

resources in order to support the recon-

becomes affection. The other activities take

A part of the melancholia you sense is

struction of relationships and “normal” liv-

place in Bakovići and Drin, two reception

given by the knowledge of the conditions

ing conditions. There are people who are

facilities very different, one from the other.

in which the persons you meet are living,

starving, who need health care, who are

The first one is dedicated to psychiatric

by the indelible cruel marks of the war

looking for a house or for just a simple smile

patients, whose major part is affected by

which you see and perceive in the eyes of

to forget and start again.

after-war traumas.

the people passing by. But, more important

Each Italian volunteer comes back being

Drin, instead, is a center subdivided in

than anything, is the fact that you are there,

certain that whatever they gave was

various departments to accommodate older

with your heart, knowing that whatever you

returned to them multiplied: the lives of the

people, adolescents and children hospital-

receive is much more than what you have

people they met are changed forever for the

ized with genetical diseases and requiring

given.

better, as well as theirs. At the Fondazione we stand with our arms spread out wide to

psychological support. During the second week the groups exchange tasks so that all

“Whatever we did only for ourselves will die

collect the inner wishes and dreams of our

the volunteers have the opportunity to live

with ourselves; what we did for others will

Volunteers and take them to destination,

each aspect of the experience.

remain, … and it is immortal.

right there, where they are mostly needed.

The days run fast and, alternating specific

Sonia Stevanini, on behalf of each and all

Let us continue to work to realize the goals

service activities and moments of group

volunteers who have lived this experience.

indicated in our Mission: a lot of people are still waiting for us.

sharing (this year a volunteer celebrated his own birthday during the Camp), we reached

The article illustrates very well the mutual

the end of this fantastic adventure. At three

benefit, which derives from the engagement

o’clock of the night of January 6th the vans

of the Italian Volunteers in territorial areas

32 • Soci@lmente

The team at Soci@lmente. (Translated from Italian by Aurelio Cesaritti)


ANGOLO DEL LIBRO

Abbiamo una nostra collana editoriale: “Incontro alla Vita”, ma leggiamo anche altro e ne parliamo ai nostri lettori.

LA BANALITÀ DEL MALE

Eichmann a Gerusalemme

I

I 27 Gennaio è stata celebrata la giornata della memoria, l’anniversario della liberazione del lager di Auschwitz che commemora tutte le vittime dell’ Olocausto nazista. Una volta all’anno si ricordano gli errori umani scritti per sempre nella storia, non dimenticarli deve essere monito per fare in modo che essi non si ripetano, ma a questo discapito mi viene in mente una frase di un film “Siamo esseri stupidi e volubili, con una pessima memoria e una grande vocazione per l’autodistruzione”(citazione del film “Hunger games”: “il canto della rivolta”). Abbiamo davvero bisogno di una giornata per ricordare o dovrebbe essere impresso nella nostra volontà, la capacità di non nuocere gli altri? “La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme” di Hannah Arendt. In questo libro, la giornalista Arendt racconta il processo avvenuto nel 1961 sul caso Eichmann, a cui ha assistito in prima persona come inviata del New Yorker, narrando le vicende di Otto Adolf Eichmann, una ex SS-Obersturmbannführer, responsabile di una sezione del RSHA. Durante il suo processo a Gerusalemme, voluto da David Ben Gurion, all’epoca primo ministro d’Israele che decise di far rapire Eichmann dall’ Argentina (si era rifugiato lì, dopo essere fuggito dalla Germania, in seguito alla caduta del regime nazista, per non essere processato per crimini di guerra a Norimberga) e di farlo portare a Gerusalemme, cosicché potesse essere giudicato dal Tribunale distrettuale per la parte avuta nella “soluzione finale”. Dovevano essere giudicate le sue azione e non le sofferenze inferte al popolo ebraico, a quello tedesco o all’umanità intera. La prima fase del processo si basò sul suo stato mentale durante il periodo nazista. Infatti, egli dichiarò di non sentirsi colpevole di fronte alla legge, ma dinnanzi a Dio, in quanto, in base al sistema giuridico del periodo nazista lui non aveva fatto niente di male, secondo il suo pensiero egli era stato accusato non di crimini ma “azioni di Stato”,

lui non aveva fatto altro che obbedire ad ordini dettati dal suo Stato (aveva compiuto atti per i quali “si viene decorati se si vince e si va alla forca se si perde”). Lui si difese dicendo di eseguire solo gli ordini di Hitler, ordini che possedevano forza di legge! Ciò che aveva fatto non lo aveva mai negato, anzi, proponeva: “Impiccatemi pubblicamente come monito per tutti gli antisemiti di questa terra”, ma ciò non significava che si fosse pentito, perché per lui il pentimento era roba da bambini. In effetti il suo compito era quello di occuparsi dell’emigrazione del popolo ebraico e, in un secondo tempo, della sua deportazione nei campi di concentramento. Però, Eichmann, non prendeva delle decisioni, eseguiva degli ordini che gli erano stati imposti dai sui superiori. Lui afferma di non aver ucciso nessun ebreo con le sue mani (anche se secondo alcune testimonianze può essere considerato omicida di un sedicenne di origine ebraica), ma rispondeva a degli ordini e il suo compito era quello di controllare che la situazione andasse secondo le direttive del Fuhrer. Una sua dichiarazione che mi ha dato molto da pensare è che lui avesse giurato la sua fedeltà a quel governo e quale fosse il suo vero credo, il suo pensiero, poco importava, doveva solo rispondere ai comandi. Come si può essere così ciechi e insensibili davanti alla sofferenza di un popolo, ma anche davanti al dolore di una singola persona, solo per essere diligenti sul proprio lavoro? Il titolo del libro trae radici da questo presupposto, un uomo che nessuno riterrebbe capace di fare del male, un uomo banale, senza idee e aspirazioni proprie, è capace di compiere azioni malvagie senza rendersene conto. La politica non giustifica queste azioni perché, accettando gli ordini, si diventa complici e non è importante se lui fosse da considerare “una piccola rotella” o “una grande rotella” della macchina di quel che è stato il nazismo, la cosa importante è che ha fatto parte di quel meccanismo e lo ha favorito coscientemente. A fine processo l’imputato venne condannato a morte. Il processo, però, presentò delle

di Chiara Patrizi

irregolarità: Eichmann, arrestato irregolarmente, venne consegnato allo Stato di Israele, in quanto, in Argentina, la legge prevedeva che i crimini connessi alla seconda guerra mondiale cadessero in prescrizione dopo 15 anni. Così, la giornalista termina scrivendo: “Il mio libro cerca soltanto di esaminare fino a che punto la Corte di Gerusalemme è riuscita a soddisfare la sete di giustizia dell’umanità”.

Casa editrice: Feltrinelli On line: www.lafeltrinelli.it/libri/ “E’ nella natura delle cose che ogni azione umana che abbia fatto una volta la sua comparsa nella storia del mondo possa ripetersi anche quando non appartiene a un lontano passato.” HANNAH ARENDT

Soci@lmente •

33


VISITA LA CITTÀ

Siamo presenti con i nostri volontari in moltissime città, mentre in altre, lo saremo presto e sempre più numerosi. In questa rubrica accompagniamo i nostri lettori nel viaggio alla riscoperta delle nostre radici e delle nostre comunità cittadine.

PARCO PANEVEGGIO Nel cuore della foresta dei violini

O

di Chiara Patrizi

gni volta che programmo un viaggio, cerco sempre un particolare che mi colpisca e faccia nascere in me la voglia di raggiungere quel

luogo, per vedere con i miei occhi se le foto che incontro su internet ne rispecchino la realtà. Lo scorso settembre avevo bisogno di staccare un po’ la spina dalla mia routine, dalla confusione della città e da tutti i vari problemi che mi circondavano. Così mi sono ricordata di una foto vista mesi prima sui social, sul profilo di un famoso fotografo. Fotografia che ritraeva un parco naturale che si trovava poco distante da me. Così, mi sono resa conto che non c’è bisogno di prenotare biglietti aerei ed uscire dal nostro bel Paese, ma basta dare uno sguardo intorno a noi per scoprire di

La foresta dei violini - Foto: Archivio internet

stupendi.

stati sede di avvenimenti del passato. Di

di trasmettere meglio il suono. Di questa

Quindi, cartina alla mano e GPS impostato

fronte alla distesa dei laghi di Colibricon si

loro

verso il parco naturale di Paneveggio, per

erge la cima del Colibricon, la quale, duran-

Antonio Stradivari (uno dei più famosi

constatare se fosse stato bravo il fotografo

te la prima guerra mondiale, è stata teatro di

costruttori di violini), infatti, si racconta che

a ritrarre il paesaggio o se veramente la

scontri tra le armate italiane ed austriache.

si aggirasse per la foresta in lunghe passeg-

bellezza della foto rappresentasse la realtà!.

I militari utilizzarono la morfologia della

giate per scegliere l’albero migliore con

Il

Paneveggio

cima per creare accampamenti ed imboscate

cui fabbricare i suoi strumenti. Nell’ultima

Pale di San Martino si estende nelle

contro i nemici, inoltre si possono trovare,

parte dell’itinerario di questo sentiero ci si

Alpi

Trentino

oggi, lungo i percorsi, testimonianze della

ritrova di fronte ad uno spettacolare ponte

Orientale), è un’area protetta istituita

loro presenza, visto che costruirono alcune

sospeso, il Travignolo, al di sotto del quale

dalla provincia autonoma del Trento.

opere (come ad esempio delle croci in onore

si presentano una serie di rapide e cascate

Il parco raccoglie al suo interno un vasto

dei caduti) che ormai si sono integrate con il

naturali e camminando su di esso ho avuto

numero di sentieri accessibili a grandi e pic-

paesaggio naturale. Lungo le rive dei laghi,

la sensazione di ritrovarmi all’interno di

cini (consigliato un vestiario da trekking),

inoltre, sono stati ritrovati anche importanti

un’avventura di Indiana Jones, in uno sce-

attraverso i quali è possibile osservare la

reperti risalenti al periodo del Meseolitico,

nario delle sue mitiche avventure. Il parco

vasta vegetazione formata da alberi secolari

attraverso i quali gli archeologi sono arrivati

è possibile visitarlo tutto l’anno e, ad ogni

di larici e di pini cembri, all’interno del

alla conclusione che circa 10.000 anni fa,

stagione, regala emozioni e colori differenti,

quale si integra la fauna alpina composta

in questo luogo, si trovavano insediamenti

inoltre, la neve d’inverno copre ogni cosa e

da camosci, marmotte, aquile e galli forcelli

di cacciatori per via dall’abbondante fauna.

nelle vicinanze è possibile trovare vari impi-

(se si è fortunati c’è la possibilità di avere

Il cuore verde del parco si trova nella parte

anti sciistici dove cimentarsi con gli sport

incontri ravvicinati). Mi sono avventurata

Ovest, raggiungibile attraverso il sentiero di

e divertirsi come si fosse ancora bambini.

attraverso il sentiero di “Passo del Rolle”,

Marciò, ed è formato dalla foresta di abete

Consiglio a chiunque abbia bisogno di un

per mezzo del quale è possibile raggiungere

rosso, detta anche la foresta dei violini.

respiro di aria fresca, lontano dalla frene-

i laghi di Colibricon. Queste distese d’acqua

Questo nome deriva dal fatto che il legno di

sia e dai vari problemi che ci circondano,

non

l’importantissima

questo abete è molto utilizzato nella costru-

di farsi una bella passeggiata nel parco di

funzione naturale di fornire un bene vitale

zione delle casse dei violini, perché ha una

Paneveggio e lasciarsi rapire dalla sua essen-

per la fauna, ma nel corso della storia sono

particolare capacità elastica che permette

za naturale, utile anche per potersi ritrovare.

essere circondati da paesaggi

parco

naturale

Orientali

solo

di

(Dolomiti

svolgono

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caratteristica se ne accorse anche


BUONE NOTIZIE

In questa rubrica, che chiude la nostra rivista, vi mettiamo al corrente dell’aspetto più umano e significativo che lega i volontari della Fondazione: ricorrenze importanti, compleanni, matrimoni ed altre curiosità vi aiuteranno a conoscerci meglio, non solo come volontari, bensì, come persone!

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