Marco Romanelli Cantando come donna innamorata. Dante e la musica La critica dantesca ha accumulato nei secoli una tale massa di materiali che oggi scrivere ancora su Dante potrebbe sembrare inutile e ripetitivo. In verità non è così: come diceva Calvino, un classico è un testo che ha sempre qualcosa di nuovo da dire, e quindi un libro come la Commedia non finirà mai di rivelare ai suoi lettori prospettive nuove e interpretazioni originali. In particolare, poi, un argomento come i rapporti fra Dante e la musica resta fra i meno studiati e solo in anni recenti ha suscitato l'interesse della critica. Valeva quindi la pena occuparsene cercando di dare alla massiccia presenza di riferimenti musicali nel poema dantesco un senso complessivo che andasse oltre un ruolo puramente ornamentale per assumere una funzione strutturale. E' quanto si è appunto cercato di fare in questo libro, dimostrando come il filo conduttore che collega in una sintesi unitaria discipline diverse (poesia, filosofia, storia, teologia) e le riconduce a un disegno unitario sia proprio la musica, intesa come un metalinguaggio in grado di riassumere tutti gli altri. A CHI E' DESTINATO IL LIBRO Il libro, come del resto tutta la collana “Camminando con Dante”, si rivolge a un pubblico colto ma non necessariamente di specialisti: il linguaggio si mantiene sempre colloquiale, chiaro e con le componenti tecniche ridotte al minimo indispensabile; le citazioni da altre lingue sono tutte tradotte in italiano; niente è dato per scontato, ma ogni riferimento è accompagnato da spiegazioni e contestualizzazioni. Chiunque ami Dante troverà quindi una guida per affrontare il testo della Commedia (con ampi riferimenti anche alle opere minori) da un punto di vista originale e senz'altro interessante, vista l'importanza che la musica riveste, oggi più che mai, nella nostra vita culturale e nella nostra stessa quotidianità. Il libro si presta poi a una proficua utilizzazione in qualsiasi ordine di scuola in cui si affronti la lettura di Dante, e in particolare nei Licei Musicali e nei Conservatori. PASSI SCELTI Capitolo I Musica e poesia: una lunga storia insieme Il rapporto che lega musica e poesia è saldo fino dalle origini: pensiamo al mito archetipo di Orfeo, primo musico e insieme primo poeta, che con la forza congiunta della musica e del verso ammansiva le belve e assoggettava gli spiriti infernali. Ma, a parte la leggenda di Orfeo, gli storici della cultura sono convinti che musica e poesia abbiano sempre proceduto di pari passo, legate da un'origine senza dubbio rituale e riconducibile alle formule magiche che venivano recitate per assicurarsi il buon esito di azioni ed eventi rilevanti (la caccia, la guerra, le nascite e le morti, la fertilità, il rapporto con le forze naturali). Il canto e il ritmo, che hanno un forte potere mnemonico, servivano a tenere meglio a mente formule che potevano anche essere lunghe e complesse e, in assenza della scrittura, creare difficoltà di memorizzazione. Del resto, questo abbinamento fra musica e testo è vivo ancora oggi nell'innografia civile e religiosa e nella comunicazione di massa che, come accade con tutta evidenza nella pubblicità, ne fa largo uso a scopo mnemonico e persuasivo. E' quindi per un fine pratico e non estetico che musica e poesia si associano, e il fatto che da questa unione si siano poi sviluppate delle manifestazioni artistiche non è antropologicamente e storicamente rilevante, ma va considerato piuttosto un effetto collaterale dell'operazione. E tuttavia, per il principio dell'eterogenesi dei fini, è accaduto che proprio questo effetto collaterale non voluto e non previsto sia stato alla fine il risultato principale dell'incontro fra musica e poesia e abbia prodotto alcune delle più grandi realizzazioni artistiche della civiltà umana.