Soccavo Magazine #0

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0

MAGAZINE IL

TUO

QUARTIERE

IN

MOVIMENTO

DICEMBRE 2016 GENNAIO 2017

distribuzione gratuita

Mensile gratuito di informazione ed aggregazione per i residenti del quartiere Soccavo, un quartiere di Napoli, nel quale alcuni residenti, cerca di migliorarlo e mantenere una certa qualità di vita.

IL PARADISO PERDUTO

Riprendiamoci la storia del Calcio Napoli Trascurato per troppo tempo, ora la “casa di Maradona” rischia anche l’abbandono delle istituzioni

Cittadini infuriati: “tutti i colpevoli di questo scempio devono pagare”.

Ora le voci inascoltate delle tante denunce di abbandono chiedono un vero confronto.

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Soccavo Magazine

Editoriale SOMMARIO Primo Piano

pag. 3

Ridateci il paradiso in questa vita

Soccavo Story

pag. 5

La storia è la memoria di un popolo

Il Personaggio

pag. 6

Il barbiere opinionista

Film

pag. 7

Sole Alto

Libri

pag. 10

Vai mo’

Musica

pag. 11

Nuova Gianturco

Soccavo Outdoor

pag. 12

Cucina & Design

Un caffè con

pag. 13

Soccavo&Dintorni

pag. 14

Scendiamo in Strada...

La pagina utile

pag. 15

I consigli dell’avvocato...

Oroscopo

MAGAZINE Direttore Responsabile: Tommy Totaro Responsabile Commerciale: Alessandro Musella Progetto Grafico: Tony Baldini Stampa: Centro Offset Meridionale Srl - Caserta

SOCCAVO Cosa accade a Soccavo? Quali sono le negligenze che riscontriamo? Di cosa hanno bisogno i residenti? Per questo ma soprattutto per mantenere viva la storia del territorio che ho deciso di fondare il primo magazine interamente dedicato al quartiere che vivo ormai da quarant’anni. Forse non vi daremo notizie in anteprima ma è pur certo che tenteremo di approfondirle, curarle, verificarle. Nell’era in cui si comincia a dare un peso alle conseguenze della globalizzazione, mentre il modo di rapportarsi all’informazione è completamente cambiato, proprio quando tutto va più veloce con l’avvento dei social, noi vogliamo fermarci e riflettere.

Tentiamo l’impossibile, un contenuto ragionato e,condivisibile o meno, oggetto senz’altro di discussione.

Soccavo magazine è una riscoperta di un sogno che avevo da anni ma che non ho mai trovato il tempo di realizzare. Soccavo magazine vuole essere la voce di un quartiere spesso ritenuto periferico ma composto da persone per me centrali.

Soccavo magazine è un esemplare leggero ma mai superficiale, una raccolta di opinioni e valutazioni ma anche di consigli utili ad un

lettore che sceglie di scoprire altri mondi.

Soccavo magazine è soprattutto una scommessa, affinché la passione possa disegnare i confini immaginari di uno spazio di partecipazione collettiva, ascoltando chi chi li percorre ogni giorno.

Cronaca, politica, sociale, ma anche arte, musica, cultura. Avremo anche una pagina dedicata al lavoratore del mese, l’abitante di Soccavo che più di ogni altro si è distinto negli anni per la sua capacità, vi racconteremo dei luoghi che forse avete dimenticato, del cuore di un quartiere che pulsa.

Potete scriverci e raccontarci le vostre di storie, o inviarci segnalazioni di cosa accade.

Io e il mio staff vi risponderemo sicuramente.

Per ora, in concomitanza con la pubblicazione del primo numero non posso fare a meno che ringraziarvi, per il tempo che ci state dedicando, per averci dato fiducia anche solo per un istante. Libertà è partecipazione scriveva Gaber, e noi oggi, anche grazie a voi , ci sentiamo liberi.

Tommy Totaro

per la tua pubblicità con Soccavo Magazine

+39 347 54 77 969

Anno 0 numero 0 Dicembre 2016/Gennaio 2017 In attesa di registrazione presso il tribunale di Napoli (c) Copyright Soccavo Magazine - Tutti i diritti sono riservati

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Primo Piano

RIDATECI IL PARADISO IN QUESTA VITA

Degrado e incuria. Il campo è una distesa di piante alte e sterpaglie.

Difficile farci rotolare un pallone. di Tommy Totaro

“Ma quale paradiso, chiamatelo centro inferno!

“- ci risponde così Eugenio, edicolante da circa trent’anni in via Epomeo quando gli chiediamo del centro Paradiso, cioè della casa del Napoli dagli anni ‘70 sino al 2004, anno del fallimento. Erano gli anni in cui il potere della famiglia Lauro volgeva al termine e Corrado Ferlaino assunse la presidenza di una società ridotta sul lastrico dai debiti. Erano gli anni di Sormani, il Pelè bianco, di Altafini, di Vinicio mentre l’Italia era inchiodata davanti alla tv e il dibattito politico era più serrato che mai, occupazione, mezzogiorno, pensioni, costo della vita.

Si preparava la stagione del terrorismo e a Napoli quella del colera. Il centro era stato costruito negli anni ‘70 su un terreno di proprietà di Ferlaino, regalato al Napoli con un palazzo di fronte.

Il Napoli dovette spendere qualcosa per mandar via un colono. Qualche calciatore venne a dormirci per sentirsi più al sicuro nel novembre del 1980, c’era appena stato il terremoto. All’epoca con i giocatori potevi ancora parlarci, noi giornalisti intendo.

Sulla rampa che portava

alle camere dei giocatori si conoscevano gli umori, i litigi, quanti ricordi raccontati negli anni da chi li ha vissuti.

Memorie che si illuminano d’immenso non appena compaiono quelle riferite a Diego Armando Maradona.

I suoi rientri notturni con la Ferrari nera, il litigio con Matarrese, gli allenamenti.

Di quando palleggiava con la bottiglietta d’acqua minerale o di quando faceva gol tirando a effetto. Oggi il centro di Soccavo non esiste più, un’invisibilità rafforzata dalla devastazione. Lasciato ad ogni sorta di destino disumano l’ex casa del Napoli è ora solo spazzatura. Dicevano portasse male. Dicevano portasse sfortuna... come no, abbiamo vinto solo due scudetti al Paradiso.

Passeggiando nelle vicinanze ti capita di vedere qualche senzatetto che prova ad intrufolarsi, poi magari ci riesce pure. Nulla di male, nemmeno che ci vadano i cani randagi, ma questo posto è diventato impraticabile anche per loro. Perchè un clochard dovrebbe vivere nella spazzatura! Vogliamo dignità per i senza tetto, i cani randagi e per il centro Paradiso che ormai è stato completamente depredato di tutto.

I custodi mancano da nove anni, li pagava Giorgio Corbelli, attraverso la Diciassettezerosette. Ve lo ricordate Corbelli? Leggevamo così tanto di lui durante la crisi della società che ci è sembrato un parente stretto, un cugino, uno zio, che so.

La Diciassettezerosette era locataria della struttura,

in affitto al Napoli sino al fallimento, proprietarie due società di leasing, le banche San Paolo di Torino e Popolare di Ancona, che l’avevano acquistata per 12 miliardi di lire nel 2000, quando Corbelli entrò nel Napoli come socio di Ferlaino. Vendita finita al centro del processo per il crac azzurro.

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Primo Piano

La Diciassettezerosette ha fatto un passo indietro, non pagando più canone e manutenzione, quando la curatela fallimentare ha contestato l’operazione chiedendo la revocatoria. Tocca dunque al tribunale decidere se il Paradiso è a disposizione della curatela o di Corbelli.

La situazione è congelata.

Dovesse sbloccarsi, la struttura finirebbe in ogni caso sul mercato.

Ma già adesso, se qualcuno volesse rilevarla, potrebbe cercare un accordo con le parti in causa. “In passato, qualcuno si è fatto avanti – disse Corbelli – ma in una maniera molto timida. Fa male vedere il centro Paradiso in queste condizioni, ma nessuno ha mai mosso un dito”.

Degrado e incuria. Il campo

è una distesa di piante alte e sterpaglie. Difficile farci rotolare un pallone. A fine allenamento Alemao ne calciava una decina al di là del muro di cinta per regalarli ai ragazzi che aspettavano all’uscita i giocatori, mandando su tutte le furie il magazziniere Starace. Dall’ingresso al terreno di gioco si scorgono appena i pali della porta tra l’erba alta. Maradona si divertiva a centrare la traversa da metà campo. Forse, con una magia delle sue, ci riuscirebbe pure adesso. L’ultima mobilitazione risale a qualche anno fa, furono il COMITATO SOCCAVO e i ragazzi del progetto CALCIO POPOLARE SOCCAVO a denunciare lo stato di abbandono.

L’attenzione nei confronti del

disagio sociale va avanti ma c’è bisogno anche del supporto delle istituzioni per rivedere la luce in fondo al tunnel.

Questo è un comunicato del COMITATO SOCCAVO di pochi anni fa ma che è ancora validissimo : “Campi, spalti e spogliatoi sono ormai trasformati in una vera e propria discarica . Molti sono tornati a parlare e parlano di quello che i napoletani definiscono il tempio del calcio ma, quasi sempre, diventa oggetto di progetti speculativi e discorsi strumentali. Ci sembra assurdo che nell’area flegrea, dove vivono oltre 200 mila persone ed è forte la carenza di spazi pubblici per l’aggregazione e le attività sportive, una struttura del genere debba ritrovarsi

in questo stato”. Da allora iniziative e incontri sono serviti a mettere in atto quel sostegno dello sport popolare , un’opportunità di certo per far comprendere come sia importante la mobilitazione di tutti. Il centro Paradiso però è ancora lì, fermo, inutilizzato, gelato in uno spazio senza tempo e storia, quando invece, di storia ne ha anche troppa, quelle pagine da raccontare, da vedere non possono restare vuote. Ridateci il Paradiso, in questa vita, perchè per le prossime ci attrezzeremo.

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Soccavo Story

LA STORIA È LA MEMORIA DI UN POPOLO...

La storia è la memoria di un popolo, e senza una memoria, l’uomo è ridotto al rango di animale inferiore scriveva Malcom X. Dopotutto, cosa saremmo senza conoscere la nostra storia, le esperienze già vissute dai nostri antenati, i nostri bisnonni. Cosa è accaduto al nostro territorio? Siamo qui per raccontarvi di Soccavo e di come è stato generato il nome, per cominciare. Esso compare per la prima volta in un atto notarile del 1030, nel quale ci si riferisce al territorio parlando di suptus caba, da cui derivò poi sub cava, succava ed infine Soccavo. Nel nome è racchiuso l’intero significato, la presenza e lo sfruttamento delle locali cave di piperno.

Ebbe prima la paternità greca, dal V-IV secolo a.C., e solo successivamente alla conquista romana (326 a. C.) Soccavo uscì dall’orbita d’influenza della greca Neapolis per gravitare attorno a quella di Puteoli, l’attuale Pozzuoli.

Dal punto di vista archeologico non mancano interessantissimi spunti, tracce che lasciano ipotizzare l’esistenza, in età romana, di piccoli insediamenti: basti pensare al columbarium di via Pigna (foto 1) e alle tracce murarie in opus reticulatum rinvenute nelle antiche masserie e sotto la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo. Nei primi secoli del Medioevo il villaggio subì un processo d’impaludamento, per poi assistere, intorno al 1000, ad una rilevante ripresa agricola.

Forse non tutti sanno che in epoca normanno-sveva il borgo si sviluppò al punto da essere annoverato tra i casali di Napoli. Dalla metà del Quattrocento in

foto 2

poi, durante la dominazione aragonese, la sua popolazione, costituita per lo più da braccianti, visse un incremento demografico ed economico, dovuto all’attività estrattiva del piperno che si praticava sulle pendici della collina dei Camaldoli. Le cave fornirono la pietra utilizzata per l’ampliamento della cinta muraria di Napoli e per la decorazione di chiese e palazzi. Tra i mastri pipernieri dell’epoca vanno ricordati i De Franco, che hanno dato il nome alla torre tuttora esistente. (foto 2) Nel Cinquecento il casale si sviluppò intorno a due assi viari: quello di via Bottazzi-via IV Novembre-via Risorgimento e quello del Verdolino alla base della collina. Lungo queste strade vennero edificate le prime case a corte, molte delle quali sopravvivono ancora oggi nella loro pianta originaria. Un ulteriore aumento della popolazione si verificò nel 1538 quando, dopo l’eruzione che diede origine al Monte Nuovo e che distrusse Tripergola, sul lago di Lucrino, gli abitanti di quel villaggio si trasferirono a Soccavo. A quel periodo risalirebbe la fondazione della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo. (foto 3a/ 3b) Anno difficile per i soccavesi fu il 1656, quando la peste decimò la popolazione del casale, riducendone gli abitanti da più di un migliaio a soli 300. La mappa topografica del Duca di Noja descrive accuratamente l’aspetto che Soccavo aveva negli anni precedenti al 1775: oltre alle masserie sparse nelle campagne e alle torri, si venne a formare, intorno alla suddetta chiesa, un piccolo borgo, che il Duca definì “casale di Succava”. Da questo nucleo

foto 1

principale si diramavano delle stradine che conducevano ai piccoli insediamenti abitativi intorno alle cave.

Nel secolo XIX il casale ottenne il rango di Comune autonomo, e, nel 1876, fu costruito, nei pressi di Piazza S. Pietro, il palazzo municipale (foto 4), tuttora esistente ma in stato di totale degrado.

Sul suo portale d’ingresso oggi si scorge appena lo stemma civico: una rappresentazione stilizzata della collina dei Camaldoli con la cava di piperno e la strada che la collegava al borgo.

Aggregato alla città di Napoli nel 1926, ne divenne un quartiere periferico, pur conservando a lungo la sua originaria anima rurale. Un cambiamento significativo si ebbe dagli anni ’50 in poi, quando un’incontrollata crescita edilizia portò all’edificazione del Rione Traiano e della Loggetta e al collegamento del quartiere col centro cittadino grazie alla costruzione della Circumflegrea (foto 5).

Attualmente Soccavo fa parte, assieme a Pianura, della Municipalità n. 9 di Napoli.

foto 3a

foto 5 foto 3b

foto 4

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Il Personaggio

IL BARBIERE OPINIONISTA Intervista a Gennaro Candela Di Tommy Totaro 1) Caro Gennaro, lei fa il barbiere a Soccavo da più di trent’anni, e qui nel quartiere è un punto di riferimento. Ha mai voluto essere in un altro quartiere?

Ma che dice? In un altro quartiere?

Impossibile. Io sono nato e cresciuto qui, a Soccavo. Dove dovevo andare? la verità è che io sto quartiere non lo cambierei con nessun altro quartiere di Napoli.

2) Quanto ci può insegnare dopo trent’anni di lavoro?

Questo è un mestiere che ti da tante soddisfazioni ma non solo, anche tante lacrime. Io sono uno della cosiddetta “vecchia guardia” mi capite? noi siamo abituati a soffrire... ma ciò che conta è continuare ad avere umiltà per durare tanti anni, io sto qui da 30 anni e da 30 anni sul mio tavolino potete trovare tv sorrisi e canzoni.

3) C’è un episodio che si ricorda particolarmente emozionante o divertente che ci vuole raccontare?

Una volta entrò nel mio locale un uomo sui 38 anni con una barba lunga, sapete cosa mi chiese? “Gennà m’ata fà a barb a metà !” . In che senso dissi io? “vogl’ ‘a barb a metà” disse lui. E voi lo sapete cosa feci? Gli feci la barba a metà. Da una parte la teneva e dall’altra no.

4) Essere barbiere oggi è ancora come tanti anni fa o è cambiato?

Certo che è cambiato. Tanti anni fa noi usavamo solo forbice e pettine, ci mettevamo l’arte . Oggi invece fanno tutto con la macchinetta, un colpo di qua, un colpo di là, e so capelli questi? Prima usavamo un rasoio antico con una lama molto affilata, facevamo certe sfumature ai capelli che ora se le sognano. Mò ‘o barbier lo può fare chiunque! Ci volevano dieci anni per conoscere il mestiere, oggi un anno e si sentono già imparati!

Renzi?

Il taglio del Sindaco è più logico, giovanile, che va...ma il taglio di Renzi mammamà.. lo cambierei subito! v’aggia ricer a verità, lo cambierei subito perchè chill a me , stu Renzi... me par proprio o frat ro caxx

5) Lei oltre a tagliarci i capelli ci ha sempre parlato anche della sua visione del mondo e della politica, per noi è il barbiere opinionista. Ora ha la possibilità di dire in poche righe quello che vuole su chi vuole.

Dall’esperienza che ho avuto io in politica, destra, sinistra o centro è tutto uguale! pensano solo ai fatti loro! per noi cittadini non fanno niente! Questi vogliono fare vogliono fare ma poi nun fann mai nient!

6) Cambierebbe il taglio del Sindaco di Napoli? e del presidente del consiglio

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Film

SOLE ALTO

La tremenda consapevolezza dell’orrore e al contempo la speranza verso un futuro migliore

Di Mara Colga

Sarà perché il consumismo ci sta logorando l’anima, o perché il mondo parla di terza guerra mondiale come di un evento mondano, che l’arte anche quella cinematografica raggiunge vette di dolcezza infinita. E’ il caso di “Sole alto “un film del giovane croato Dalibor Mataniè, vincitore di vari premi, in particolare nella sezione” Un certain regard” all’ultimo festival di Cannes . Un film giunto finalmente nelle sale cinematografiche grazie alla Tucker film, società di distribuzione di film di qualità rara. Dolce perchè realistico, dolce perchè crudo. Sole alto parla della guerra, di come la vive chi non l’ha generata. Tre episodi narrati in tre tempi diversi, il 1991, il 2001 e il 2011 nei territori in cui il sangue ha macchiato la terra troppo a lungo pur di ottenere indipendenza. La guerre nell’ex jugoslavia sullo sfondo, al centro l’amore. Tutti e tre gli episodi raccontano dei sentimenti attesi, illusi, lacerati.

Storie d’amore possibili e impossibili a causa della profonda intolleranza nata a causa dei potenti generatori di conflitti e ingegneri dei confini. Con Ielena e Ivan, il primo episodio, siamo nel 1991. Un ragazzo croato trombettiere è spensierato nel suo amore con la bella Ielena, ma lei ha contro tutti, soprattutto il fratello militare. Lui ha contro l’adorata nonna, che è un elemento autobiografico del regista.

Dopo il suono lieve di tromba sul nero sfondo dei titoli di testa, la bellezza della natura squarcia lo schermo: la natura in penombra incornicia la natura immersa nella luce del sole alto, dove un uomo filmato di spalle è seduto in riva a un lago.

Al termine saremo colti da una profonda tristezza. Il secondo episodio, Nataša e

Ante, è nel 2001, e ha invece il suono di una piccola musica paesana da cui emergono la voce sensuale di una cantante e tante case, più o meno diroccate e vuote. Guerra fuori campo per essere meglio messa in campo. Vestigia filmate con sensibilità documentaristica. Due donne, una madre e una figlia, occupano una casa disabitata e la rimettono in sesto. Riappropriarsi degli spazi, significa riabitare il mondo, riprenderli in mano, e a farlo sono le donne.

Per poter rinascere e andare nuovamente verso il mondo, per un nuovo ciclo della vita. L’amore che vince sulle paure, sui blocchi, sulle difese.

Siamo nel 2011 con il terzo episodio, Marija e Luka, che comincia nelle luci al neon della notte, con il suono meccanico della musica rap musica techno quasi un rap dalle sonorità vocali vagamente mediorientali che invoca, come un mantra, una sola parola: “America”. E anche quando giungono le splendide vedute aeree degli

altipiani nella luce del giorno, esplicitando ancor più che ci troviamo di fronte a un film aereo, la techno, ben presto, torna.

Dopo la festa notturna e onirica, l’avvento della luce del sole rende evidente la desolazione del paesaggio, che è anche una desolazione interiore: si comunica sempre peggio, la musica non avvicina più gli esseri umani, ciascuno è chiuso nella propria solitudine egoista, come in una trance di non conoscenza spirituale, all’opposto delle civiltà primordiali. Si è imprenditori del nulla, i rapporti con i genitori sono irrisolti, come anche quelli amorosi.

In venti anni si leggono i cambiamenti generazionali, gli approcci, le abitudini , ma il sentimento e la ricerca dell’amore profondo nonostante le avversità non muta. Sole alto è la tremenda consapevolezza dell’orrore e al contempo la speranza verso un futuro migliore.

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Libri

VAI MO’ : STORIE DI RAP A NAPOLI E DINTORNI

Zulu’: “Il rap l’ho conosciuto per la prima volta in italiano” Di Mara Colga

Dai primi nuclei di b-boys fino al recente successo di Clementino, dalle piazze del centro storico fino ai quattro angoli della periferia. Il rap di Partenope narrato dalla voce dei protagonisti. Le vicende di un movimento artistico, ma anche trent’anni di vita cittadina ai margini della “storia ufficiale”.

Dal 23 settembre è in libreria Vai mo (Monitor edizioni, 219 pp – 15 euro) di Antonio Bove, medico ortopedico napoletano, con copertina timbrata a mano da cyop&kaf.Il libro ricostruisce la breve ma intensa storia del rap napoletano interrogando direttamente i protagonisti della scena. Dai primi graffiti sui muri dei Colli Aminei alle sfide di break dance nel parco della Floridiana a fine anni Ottanta, fino alla fioritura delle Posse nei centri sociali alla metà dei Novanta. Dalle notti del centro storico passate a improvvisare rime intorno a un bidone fino alla nascita delle crew nell’hinterland, dal rap duro della periferia ai più recenti successi sanremesi. ShaOne, Polo, Zulu, Speaker Cenzou, 13 Bastardi, Co Sang, Lucariello, Clementino e tanti altri.

A seguire pubblichiamo un estratto dal secondo capitolo: Stile Posse.

Speaker Cenzou: «Sì, l’hip hop e le Posse sono stati mondi differenti, però è vero che una cosa è stata motore per l’altra. Se eri uno che non aveva nulla a che fare con la politica di base ma ti sentivi appartenente al mondo dell’hip hop, quando nei centri sociali si facevano serate rap ci andavi. E i due mondi si mischiavano. Poi lascia stare che c’era molta confusione, ma è normale, si trattava di una cosa non ancora definita.

Fino a quel momento il rap lo coltivavamo in pochi, non c’era una vera e propria scena.

In quel periodo ci fu un concerto al Genovesi occupato, in cui portai un pezzo che si chiamavaFuori il rap dai centri sociali, sarà stato il ’91, e mi ricordo che all’uscita trovai tutta la gente di Officina 99 che mi voleva ammazzare perché avevano saputo che c’era un ragazzino di tredici anni che cantava questa roba. Io, nel mio modo passionale, dicevo: “Perché prendete solo una parte di questo mondo e la usate a vostro piacimento? Perché allora non approcciate tutto l’universo hip hop?”. Questa cultura è talmente vasta e i suoi elementi sono così interconnessi che non si può prendere il rap e farne semplicemente il proprio megafono.

Mi sembrava riduttivo e ingiusto. Dopo i primi minuti di discussione rimasero quasi affascinati dalla mia militanza hip hop e

da lì è nato poi un sodalizio, un amore che andrà avanti negli anni e che ha prodotto tante cose». […]

ShaOne: «Io ero un tipo abbastanza schivo. Quando mi sono confrontato con il panorama italiano, a metà degli anni Ottanta, l’ho fatto con i pionieri: Tony La Passera a Milano, Deemo a Bologna, tutti quelli che facevano parte della scena delle origini, rispetto alla quale io ero abbastanza in disparte. Non ero come NextOne di Torino, che aveva girato molto, era stato in Americaentrando addirittura nella Rock Steady Crew. Io sono sempre stato molto ancorato alla mia città, anche perché avevo anche altri interessi, legati all’arte, al disegno, ai miei studi. Non dico che l’hip hop fosse marginale, però lo vivevo nel mio contesto. In seguito, negli anni Novanta, ci sono rientrato perché sono stato quasi trascinato… e allora mi sono confrontato con le Posse, che hanno riportato alla ribalta il rap, anche se per uno come me le Posse non c’entravano molto con la cultura hip hop. Io avevo interiorizzato gli elementi di quella cultura: l’incontro, la rivalità, il confronto attraverso le regole di pace e fratellanza, i valori della Zulu Nation.

Conoscendo Polo mi avvicinai alle Posse e portai dentro quella vicenda esperienze che erano profondamente mie. Le Posse fecero da traino anche per quelli che erano stati i pionieri in altre città. E così l’hip hop tornò a fiorire». […]

Zulù: «Il rap l’ho conosciuto per la prima volta in italiano, era Batti il tuo tempo degli Onda Rossa Posse. L’ho sentito nel ’90 a Roma, dov’eravamo andati con il collettivo che poi avrebbe occupato Officina. C’era una manifestazione dei sindacati, quello era il periodo dei bulloni, noi bullonavamo sempre i sindacalisti e non ricordo neanche più il perché…

Andavamo alle manifestazioni sindacali come voce di contestazione, ci mettevano in coda al corteo e c’erano sempre tafferugli con il servizio d’ordine dei sindacati, che perdevamo regolarmente perché loro erano operai adulti e noi pescetielli di massimo vent’anni. Alla fine, sul palco montato in piazza per il comizio, dopo il terzo intervento del sindacalista di turno noi che stavamo in mezzo alla folla notammo dei tafferugli a bordo palco. Dopo pochi secondi scomparvero i sindacalisti e la scena fu occupata dai compagni diRadio Onda Rossa, tutti incappucciati e con le mazze in mano. Al centro, tre di loro non reggevano spranghe ma microfoni, erano gli Onda Rossa Posse e cantarono Batti il tuo tempo.

Io rimasi scioccato. Sono passati venticinque anni ma io idealmente sto sempre là, sotto a quel palco, a bocca aperta…». […] (antonio bove)

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Musica

CON “NUOVA GIANTURCO” TORNA LA VERA CURA DI BELLA Perchè “le cose false non servono”

di Mea Colga

Era il 1997 quando ogni adolescente napoletano avanti o indietro con l’età si domandava a chi fosse dedicata quella canzone d’amore. Perché Francesco aveva nel suo album d’esordio con il suo gruppo di allora, i 24 grana, scelto di riprendere una canzone di fine 600, un classico della cultura partenopea , “lu cardillo “. “sto crescenno nu bello cardillo, quanta cose che l’aggio ‘mparà “cantavamo a squarciagola immedesimandoci in questo amore tormentato del protagonista, un amore non corrisposto, senza sapere il perché. Quanta strada ha fatto da allora lo scanzonato Francesco Di Bella. Era la fine degli anni 90 quando qualcuno tentava ancora di restare aggrappato alle ideologie per non farle sparire. Francesco frequentava il centro storico di Napoli, come tanti, era facile incontrarlo a piazza del Gesù sorpreso di quando dopo Loop era divenuto l’oggetto di desiderio delle ragazzine ( me compresa) di ogni età e classe sociale. Sono trascorsi quasi vent’anni da allora ma Francesco è rimasto quel ragazzo scanzonato con quella

malinconia negli occhi e la voglia di farsi sentire. Di Bella è tornato da solista, dopo l’ultimo disco con i Ballads Cafè, nato con l’intento come lui stesso dichiarò di “far sentire le canzoni così come le avevo scritte “, il tour, la certezza dei suoi fans, poi “Nuova Gianturco”. “Dinto ‘o scuro addo’ llate si perdono, lla sicur’ me puo’ truva’” è il ritornello del pezzo che prende il titolo dall’album già disponibile sui canali di diffusione e anche stavolta dopo il primo ascolto, ti sembra che a cantarla sia un tuo caro amico. Sarà perchè è napoletano o perchè condivide le tue stesse ragioni, è questo l’effetto ma anche la cura Di Bella.

Dieci tracce tra cui la cover di Brigante se more, capolavoro dei Musica Nova, che porta la firma di Eugenio Bennato e il compianto Carlo D’angiò, qui rivisitata insieme a Dario Sansone dei Foja e Gnut.

“Oltre all’omaggio a due grandi autori volevo sancire, nel disco, questo bel rapporto che si è creato sul palco con Dario e Gnut, basato sulla passione per il folk e il folk rock e questo pezzo mi sembrava adatto, un territorio comune”.

Anticipato dal singolo, Tre nummarielle,

il disco mette al centro la periferia “Ca te spezz ‘o core, chin ‘e malincunia dove l’amore non basta”. “La periferia per me – continua Di Bella – è un non luogo dove tutto manca e a disposizione si ha solo immaginazione e forza di volontà e proprio per questo tutto ciò che avviene di bello è ancora più bello”.Un album intimo e delicato, che racconta i sogni, le delusioni e le speranze di chi vive ai margini dell’impero. Un disco di presenze e di fantasmi, che dall’oscurità escono per raccontare la propria storia.

E Di Bella non fa altro che prestare la propria voce a queste ombre diventando ora Aziz, per cantare il dramma degli immigrati insieme ai 99 posse, ora Gina per raccontare la storia di una donna in fuga dal male dell’anima. E ancora la mancanza di lavoro, il sogno di‘Na bella vita e la speranza di un Progetto insieme a Neffa, tra i brani più belli del disco e infine a chiudere la dolcissima Guardate fore. Di Bella si riconferma uno dei più originali cantautori italiani, sempre vero, mai banale perché sa che “le cose false non servono.”

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APP PER LA CUCINA Ricettario Tascabile E’ una evoluzione web di un libro di cucina. Oltre a un database di più di 400 ricette ci sono i vini da abbinare a ciascuna di queste, le immagini della preparazione, la funzione ricerca e la possibilità di aggiungere nostre ricette. Le ricette sono suddivise in categorie e grado di difficoltà.

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OGGETTI DI DESIGN 6 Sottobicchieri Intellectual Mustaches di Jauku Design Originali sottobicchieri prodotti da Jaku; la confezione contiene sei pezzi, ognuno dei quali è decorato con i baffi di un importante personaggio storico, perfettamente riconoscibile dalla forma dei baffi: Albert Einstein, Theodore Roosevelt, Frida Kahlo, Salvador Dali, Hercule Poirot, Charlie Chaplin. Oltre che essere oggetti comodi, si tratta anche di un regalo molto simpatico, per gli amici più spiritosi. I sottobicchieri sono in legno, impregnato con vernice resistente alle macchie, in modo che non si sporchino al primo contatto con una tazza di caffè o con un bicchiere di cola. S

Sbuccia carote di Pa Design Sbucciate e tagliate a strisce colorate le verdure! Ideale per decorare e aggiungere un tocco di stile ai vostri piatti e alle vostre deliziose insalate.

Una presentazione da vero chef per sorprendere piacevolmente i vostri ospiti! Questo tagliaverdure è ideale per sbucciare: carote, zucchine, cetrioli e altre verdure simili .

Lid Sid, fuga per vapore Un oggetto giocoso dal design sorprendente, ideale per cucinare con il sorriso! Le silhouette in silicone Lid Sid sono divertenti e funzionali al tempo stesso. Sono perfette per tenere sollevato il coperchio, in base alle vostre esigenze di cottura. Nel momento in cui si posiziona la piccola figura, tra la pentola e il coperchio, si ha l’impressione che il piccolo personaggio tenti di scappare!

In viaggio per... Rivisondoli Nel cuore dell’Abruzzo, ad un passo dalla natura!

Situato a 1320 metri sul mare Il Grand Hotel Europa e’ l’Hotel nel centro di Rivisondoli ideale per una serena villeggiatura estiva ed invernale. L’immediata vicinanza con gli impianti di risalita di Monte Pratello, Pizzalto e dell’Aremogna fino ad oltre 2000 metri e più di 120km di piste nevose di ogni grado, fanno del Grand Hotel Europa la meta ideale. Le quote per persona comprendono 3 Notti in Pensione completa con bevande Incluse ai pasti.

week end (2 notti) da Gennaio in poi, le quote sono a partire da €100 a persona in pensione completa con bevande incluse ai pasti.

Ci Trovi a Napoli in Via Piave 238/a TEL 0817141284 - marco@ateliervacanze.it WWW.ATELIERVACANZE.IT

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PINA MINOPOLI

Onecoin, la valuta digitale “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia sono a disposizione di tutti”.

Di Tommy Totaro

1) Lei utilizza il sistema denominato Onecoin, ci spiega come si e’ avvicinata e in cosa consiste?

Sto utilizzando il sistema Onecoin perche’ tra le tantissime Criptovalute circolanti nel mondo, a partire da Bit Coin, Onecoin e’ la piu’ diffusa in termini di numero di utenti, con oltre 2500000 di aderenti in oltre 200 paesi nei 5 continenti, ed in quantita’ di emissione di moneta.

Sono venuta a conoscenza di questa grande opportunita’ grazie ad un amico che vive a Formia e che avendo preso parte anche lui al progetto, mi ha telefonata e mi ha spiegato questa grande rivoluzione del sistema dei pagamenti che a breve coinvolgera’ tutti e mi ha proposto di prendere parte anche io al progetto, e cosi’ oggi sono una dei 2500000 di membri di Onelife.

Onecoin non sollecita il pubblico risparmio e non invita il pubblico ad alcun investimento e noi miriamo unicamente a far conoscere la criptovaluta Onecoin e la tecnologia ad essa sottesa.

La criptovaluta, anche secondo il sistema bancario, che si sta organizzando in questo senso,e’ la soluzione alla crisi finanziaria iniziata nel 2008, periodo in cui e’ nata proprio la prima moneta digitale Bit Coin.

La valuta digitale e’ piu’ veloce e piu’ sicura in quanto e’ garantita dal sistema della Blockchain detto anche semplicemente estratto conto digitale in cui vanno registrate tutte le transazioni .

La Criptovaluta non e’ falsificabile, non e’ ampliabile, non e’ svalutabile ed e’ tracciabile, le transazioni sono senza spese ed in tempo reale, ecco alcuni dei motivi per cui considero Onecoin una grande alternativa al sistema bancario.

2) Lei crede che davvero in futuro potremmo vivere con monete virtuali ?

Siamo nell’era digitale ( smarthphones, tablet, internet, e commerce, ecc. ) e dal punto

05/09/2016 in merito al piano compensi di network marketing di Onelife. Questi sono fatti, quello che dicono restano chiacchiere!

4) Ci dica un solo motivo per cui dovremmo accedere a questo sistema di scambio.

Nelle evoluzioni dei mercati o ne sei protagonista o ne subisci gli eventi. L’essere umano progredisce per evoluzione o per rivoluzione e io credo che questa lo sia.

I vantaggi per cui dovremmo accedere a questo sistema di scambio sono rappresentati dalle caratteristiche di questa criptovaluta : non falsificabile, tracciabile, nessuna manipolazione di Banche e Governi, indipendente da crisi economica, nessuna limitazione territoriale, semplice gestione dal proprio PC, SMARTPHONE, TABLET, possibilità di accesso ad operazioni bancarie per tutti, trasferimento veloce verso qualsiasi parte del mondo senza costi di transazione, ottima di vista finanziario gia’ il 95% anche qualcuno che ne parla male alternativa ai sistemi bancari. delle nostre valute sono valute senza averne alcun titolo e quindi Io sono felice di essere parte attiva digitali, solo il 5% delle banconote per me sono fonti inattendibili. di questo fantastico progetto sono stampate e quindi posso Ho letto qualche articolo e che ha come mission il rendere decisamente affermare che gia’ guardato qualche video e la Onecoin la moneta del popolo e viviamo con monete digitali. conclusione e’ sempre uguale, solo quindi accessibile a tutti grazie ad Infatti le criptovalute sono gia supposizioni, nulla di concreto un telefonino che ci permettera’ ‘accettate nel commercio e non che possa farli affermare che si di accedere a questo sistema di solo digitale. Ora bisogna solo tratti di una truffa ed inoltre pagamenti a livello mondiale. conoscere i vantaggi che ci puo’ una parte di quelli che scrivono Le previsioni per il 2018 sono riservare Onecoin e l’avere un sono membri di altre attivita’ 10 milioni di conti Onecoin conto corrente direttamente sul concorrenti che stanno iniziando aperti in tutto il mondo ed 1 nostro smarthphone senza spese a temere i successi del progetto milione di attivita’ commerciali e soprattutto indipendente da Onelife e come spesso accade per che saranno raggruppate per Banche e Stato. distruggere il nemico si tenta di categoria e consultabili grazie ad Oggi ci sono circa 7 miliardi di infangarlo. un’applicazione (MAB) scaricabile persone nel mondo, solo il 20% Io personalmente ho scelto di dare sempre su smarthphone. Il mondo puo’ permettersi un c/c bancario, valore ai documenti che parlano in un click che racchiude molto mentre quasi tutti hanno uno della Criptomoneta Onecoin e del di piu’ di un motivo per decidere smarthphone ( pensiamo ai progetto Onelife, che hanno dato di prendere parte a questa tanti paesi sottosviluppati ) , i loro pareri positivi dopo attente straordinaria opportunita’. la tecnologia di Onecoin può ricerche e valutazioni. Posso fare E a tal proposito mi affascina dare anche a loro l’accesso ad riferimento alla Sentenza dell’Alta l’idea di potermi rifare ad una cit. un “sistema bancario personale Corte di Giustizia Europea del grande Henry Ford che dice low cost” e quindi BANKING PER in Germania che dichiara “C’è vero progresso solo quando i TUTTI !! che Onecoin e’ un sistema vantaggi di una nuova tecnologia legale ( 29/06/2015 ), oppure il sono a disposizione di tutti “.

3) Se cerchiamo Onecoin sul web comunicato stampa dell’Agenzia Ed ora c’è solo da chiedersi in tanti ci dicono che il sistema e’ delle Entrate del 02/09/2016 che se le persone sono pronte ad una truffa, come ci risponde? si preoccupa del trattamento approfittare della nuova era fiscale nell’acquisto e vendita di finanziaria….Quella della In tanti scrivono bene di Onecoin monete digitali, o ancora il parere Criptovaluta ! sul web e come in tutte le cose c’e’ legale dello Studio Battaini del

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Soccavo&Dintorni

SCENDIAMO IN STRADA

foto 1

Ci sono voluti 13 anni per restituire al territorio la strada di collegamento Pianura- Agnano (foto 1) , l’asse viario considerato come la via di fuga per i residenti in caso di calamità naturali. 13 anni di rinvii, proroghe, promesse non mantenute per completare una strada di 600 metri. Sarà per questo che manteniamo un cauto entusiasmo nello scrivervi che l’inaugurazione c’è stata il 23 novembre scorso. 13 anni di fermo dovuti al lassismo (per dirla bene) istituzionale che hanno conseguentemente causato una lievitazione dei costi . Ad oggi la Regione Campania è stato l’ente appaltante e i fondi usati sono quelli europei per la sicurezza delle popolazioni. Manca ancora l’ultimo passaggio, la Regione dovrà consegnare la strada strategica alla gestione comunale per la manutenzione ordinaria, chissà non impieghino altri 13 anni.

Ancora strade, stavolta ci spostiamo in via Servio Tullio (foto 2) dove è stato istituito un dispositivo di traffico temporaneo per rimuovere l’impalcatura che era stata posizionata per i lavori di rinforzo del ponte.

foto 2

Meriterebbe di certo maggiore attenzione l’asse viario che congiunge le zone di Pianura, Soccavo e via Pigna. Ad ogni litro d’acqua piovana che cade giù perdurano i disagi per la circolazione . Chi percorre il tratto conosce bene il problema , sa il pericolo a cui va incontro con le violente piogge che si abbattono sul territorio. le enormi pozzanghere che si formano non consentono una circolazione adeguata aumentando i rischi di percorrenza. L’acqua non riesce a defluire correttamente ostacolando la sicurezza degli automobilisti. (Foto 3) E infine i pedoni, a Soccavo ci sono strade che sono un pericolo anche per chi semplicemente attraversa la strada.

Ci sono strisce pedonali che gli automobilisti non considerano noi di Soccavo Magazine vi segnaliamo la pericolosità nell’attraversare, per assenza di strisce pedonali via Canonico Scherillo e Via Servio Tullio. Ambedue strade molto trafficate. (Foto 4)

foto 3

foto 4

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La Pagina Utile

I CONSIGLI DELL’AVVOCATO QUINTAVALLE

MORTA UN’EQUITALIA SE NE FA UN’ALTRA Da più parti negli ultimi tempi circolavano voci incontrollate relative la chiusura definitiva della tanto temuta Equitalia, con grande gioia dei contribuenti, terrorizzati al solo pensiero di poter ricevere notifiche di cartelle ed avvisi di intimazione.

Dopo tanto vociare il piano di riforma è chiaro a tutti. La prima certezza è che la tanto temuta Equitalia non opererà più la sua attività di riscossione a far data dal 1 luglio 2017; la seconda (che

assume i connotati della classica doccia fredda!!!) è che l’attività di riscossione continuerà ad essere svolta da un nuovo ente creato per l’occasione e che molto probabilmente utilizzerà tecniche di recupero dei crediti tributari più veloci e più efficaci.

Di questo ultimo aspetto avremo occasione di parlare negli articoli che verranno, ad oggi quello che davvero può interessare il cittadino-contribuente è l’opportunità di saldare con

formula rateale (con domanda da presentare entro il 31 marzo 2017!!!) eventuali importi dovuti all’Equitalia, cogliendo l’opportunità fornita dalla legge di usufruire di forti agevolazioni inerenti gli interessi e le sanzioni che in determinate occasioni può portare anche ad una diminuzione degli importi dovuti in una percentuale del 35-40%.

Alla luce delle numerose modifiche e difficoltà interpretative che si stanno

susseguendo in questi giorni (su tutte le questioni relative all’applicazione di tali agevolazioni alle cartelle relative le infrazioni del codice della strada!!!!) il consiglio è di rivolgersi ad un professionista del settore.

Via N. Garzilli 8 Soccavo – Napoli 0817670579 avvocatoquintavalle@gmail.com

L’OROSCOPO Ariete: “Chi è causa del proprio mal pianga se stesso”. Una persona a te cara ti aveva avvisato di non prendere certe decisioni.Tu non lo hai ascoltato ed ora, ovviamente, ne pagherai le conseguenze.

Bilancia A vederti sembri ben concentrato e con le idee molto chiare. In realtà stai bluffando con gli altri e quello che è peggio, con te stesso. Nella vita non è importante quante volte si cade, quello che importa è quanto velocemente ci si rialza.

Toro: La tua intuizione è davvero formidabile e a volte impressionante. Devi solo imparare a cogliere meglio il momento giusto. Ora, per esempio, non è il momento di prendere importanti decisioni perché non hai la certezza assoluta di riuscirci.

Scorpione Ottima la forma, ottima la presenza e buona la concentrazione. Ci sono tutti i presupposti per superare anche questa prova. Nonostante sembri tutto perfetto c’è qualcosa che ti sfugge e che ti crea dei piccoli ma insuperabili timori

Gemelli: “Chi la dura la vince”. Vuol dire che chi vuole riuscire in un impresa e impiega tutte le proprie forze e la propria volontà, realizzerà sicuramente i suoi intenti. È solo questione di tempo.

Sagittario Tu non sei il tipo che fa le cose a metà. O le fai o non le fai. Quindi, non fare l’ipocrita e se hai fatto degli errori non girarci intorno e dillo sinceramente. E’ un segno di maturità, di onestà, ma principalmente di serietà intellettuale.

Cancro: Prima di criticare l’operato degli altri devi fare un esame di coscienza ed analizzare il tuo, dopodiché puoi fare tutte le critiche che vuoi.

Leone: Tutto si può dire dell’ultimo periodo meno che sia stato noioso. Bisogna riconoscere che sei stato davvero bravo ad organizzarti in questa fase nuova della vita, ma da uno come te non ci si poteva aspettare altro.

Vergine: “Chi vive sperando muore …”. Non va assolutamente bene questo tuo lassismo e questo tuo pseudo fatalismo. Cosa ti è successo? Non puoi e non devi abbandonare il campo di battaglia in questo momento, sarebbe un errore imperdonabile, non è da te.

CHIESE

STAZIONI DI SERVIZIO

Parrocchia S.Giovanni Battista Piazza Vitale Ettore, 58

Stazione di servizio (Total-Erg) Via dell’Epomeo, 405, Napoli

Parrocchia Maria Immacolata Della Medaglia Miracolosa Via Marco Aurelio, 81

Eni Via Epomeo 320, Napoli

Chiesa di Santa Maria di Montevergine Via Montevergine, 26 Parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo Via Bottazzi, 27 Parrocchie Dello Spirito Santo E Nostra Signora Di Fatima Via Po, 1 Parrocchia Madonna Riconciliatrice Delle Salette Via Romolo e Remo, 56 Chiesa dell’Addolorata alla Pigna Via Pigna, 203

Eni Via Provinciale Montagna Spaccata 209, Napoli Esso Via Giustiniano 305, Napoli

Stazione Di Servizio Di Braga Luciano Via Cintia, Napoli

Q8 Via Provinciale Montagna Spaccata, 250, Napoli

Esso Via dell’Epomeo, 267, Napoli

TAXI

Esso Via Cinthia, Napoli Esso Viale Traiano, 67, Napoli Q8 Via dell’Epomeo, 116, Napoli Agip Italy IP Matic Via Vicinale Cupa Cintia, Napoli IP Viale Traiano, Napoli

Taxi Napoli Epomeo Via dell’Epomeo, 74 339 575 5052

Capricorno Uno dei tuoi peggiori difetti è l’ostinazione. La cosa buffa è che tu normalmente dici: “Quello che negli altri è ostinazione in te diventa FORZA DI VOLONTA’”. La vera volontà non è quella che ci consente di arrivare ad una meta con tutte le nostre forze.

Acquario Non gira sempre per il verso giusto e questo molte volte ti crea delle frustrazioni, ma se ci pensi un attimo sono rare le volte che alla fine non ti prendi delle belle soddisfazioni.

Pesci Qualche bella lezione di umiltà, quella vera, sicuramente ti farà bene. Molte volte si perdono delle grandi opportunità per non essere stati capaci di rimanere zitti, di non rispettare sinceramente gli altri, di credersi molto più furbi degli altri.

POSTE Poste Italiane Via Provinciale Montagna Spaccata, 2 081 241 4222 Aperto fino alle ore 19:05 Poste Italiane 6,0 km · Via Adriano, 110 081 613 3611 Aperto fino alle ore 19:05 FARMACIE

Taxi Napoli Loggetta Via Cassiodoro, 54 339 575 5052

Farmacia Soccavo Dr. Mario Chiacchio Via Cornelia dei Gracchi, 35-37 081 767 7706 Aperto fino alle ore 20:30

Mondo Taxi - Societa’ Coop.Va A.R.L. Via dell’Epomeo, 334 081 767 9669

Farmacia Vecchioni Dott. Roberto Via Paolo Grimaldi, 70 081 728 3701

Taxi Piazza San Vitale 081 239 6200

Farmacia Calabrese Della Dott.Ssa Eleonora Calabrese S.N.C. Via dell’Epomeo, 266 081 241 2211

Farmacia Ramasco Dr. Salvatore Via dell’Epomeo, 85 081 767 5048 Farmacia D’Aquino Giuseppe Via Piave, 214 081 680274 Farmacia Manfredi Via dell’Epomeo, 487 081 728 3160 Farmacia Eredi Pantano Via Marco Aurelio, 27 081 767 5822 Riapre alle 16:00 Alfani dr. Maurizio s.a.s.

6,9 km · Via Cinthia, 44 081 728 3024

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