XV N0 3 Maggio Giugno2019
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SI FA PRESTO A DIRE BREXIT...
DI MARCO VARVELLO, CORRISPONDENTE RAI A LONDRA
Marco Varvello Giornalista, è responsabile dell’ufficio di corrispondenza RAI per il Regno Unito. Già conduttore del TG1, ha curato su RaiUno “il Fatto” di Enzo Biagi, è stato inviato negli Stati Uniti e corrispondente RAI da Berlino. Ha lavorato al quotidiano “La Notte” e al “Giornale” diretto da Indro Montanelli. Ha scritto, per Rizzoli, Dimentica le Mille e una notte, storie di matrimoni forzati nell’Inghilterra di fine millennio. Il suo ultimo libro, edito da Mondadori, è “Brexit blues”. Qualche giorno fa il sito di BBC News ha titolato “The biggest News story since the fall of the Berlin wall”. Non credo comunque che nemmeno nelle loro più ambiziose manie di grandezza i nostri colleghi inglesi volessero davvero paragonare la Brexit con l’evento che ha messo fine alla Guerra fredda, alla divisione d’Europa, aprendo le porte alla globalizzazione del mondo, con le sue opportunità e i suoi rischi. Difficile pensare insomma che questa Brexit infinita, strisciante e singhiozzante possa avere sulla storia mondiale l’impatto di quel muro di Berlino sfondato in pochi giorni, buttato giù a colpi di indignazione popolare, mon-
tata in decenni di repressione politica e sociale dietro la cortina di ferro. Credo però che i colleghi BBC abbiano colto nel segno per quanto riguarda proprio noi giornalisti e soprattutto noi corrispondenti esteri dal Regno Unito. Brexit è davvero “the biggest News story” britannica della storia recente. Una vicenda epocale, che seguiamo tutti con sconcerto, preoccupati per le conseguenze sulle nostre vite di Italiani di Inghilterra. Fonte di infiniti servizi televisivi e radiofonici, di articoli di giornale e di contributi sul Web. Storia infinita e impazzita da fine novembre, quando Theresa May ha tagliato corto con le indecisioni
dei Brexiteers nel suo partito e nel suo governo, firmando l’accordo di uscita con i vertici europei. Salvo accorgersi poi di avere fatto il passo più lungo della gamba. L’accordo non passa. Il Parlamento non ratifica, lo boccia tre volte. Costringe la Premier all’umiliante processione di viaggi a Bruxelles per chiedere ripetuti rinvii. Nessuno vuole uscire al buio, senza accordo. Cliff edge, caos alle dogane, danni pesantissimi per gli approvvigionamenti, soprattutto di alimentari e medicinali. Interruzione della catena produttiva di tanti settori industriali, a cominciare dalle fabbriche di automobili. Se ci avete fatto caso, sono scomparsi coloro che avevano gridato allo “Scaremongering” ai tempi della campagna referendaria. Condotta così trionfalmente da ignorare la realtà. Uno dei commenti più intelligenti su quanto sta accadendo lo ha scritto sul Financial Times Robert Shrimsley: “The reason so many hate the prime minister’s deal is that it shows the perfect Brexit does not exist”. La realtà ha smascherato la “fantasy Brexit” di chi crede ancora oggi di poter uscire senza danni dal mercato unico europeo dopo quasi mezzo secolo. E magari incolpano la debolezza negoziale della May e un presunto atteggiamento vendicativo di Bruxelles per quanto sta accadendo. La verità invece segue la realtà delle cose. E si sta facendo strada lentamente ma inesorabilmente nelle convulsioni politiche di queste settimane. Si fa presto a dire Brexit. Per uscire dall’Unione non basta salutare più o meno educatamente, spegnere la luce e chiudersi la porta alle spalle. Non funziona così. Basta chiedere ai lavoratori di Sunderland, che votarono a stragrande maggioranza per uscire. Nessuno si era ricordato che la Nissan, maggiore fabbrica della zona, fa parte del gruppo Renault e dunque gran parte dei semilavorati arriva
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AL VOTO
(BREXIT PERMETTENDO)!
SI RINNOVA IL PARLAMENTO EUROPEO
Verso fine maggio si va alle urne per il rinnovo del parlamento europeo. E’ un appuntamento elettorale molto importante, con molta probabilità cruciale per il futuro assetto dell’Unione Europea, e gli italiani residenti in Uk e iscritti all’Aire si trovano innanzitutto davanti ad una scelta di fondo: votare per i candidati britannici o per quelli italiani? Nel Regno Unito si preannuncia un aspro scontro tra fautori della Brexit ed europeisti, una specie di mascherata rivincita del referendum vinto a sorpresa nel giugno 2016 da chi vuole l’uscita dall’Ue. Per i Brexiters ci sono tre opzioni possibili, a seconda del livello di ostilità nutrito nei confronti dell’Ue. Brexit dura e pura e niente paura del “no deal” e cioè di un’uscita senza accordo? Gettonate allora il partito della Brexit recentemente fondato da Nigel Farage, che rischia addirittura di essere il più votato secondo i sondaggi. Per la “Brexit medium” avete i conservatori di Theresa May (che rischiano un enorme calo di consensi per l’incapacità di portare a compimento l’uscita dall’Ue) e per quella “soft” (il Regno Unito legato all’Ue da un’unione doganale) i laburisti di Jeremy Corbyn. Per gli europeisti che vorrebbero la permanenza del Regno Unito dentro l’Ue l’opzione più ovvia sono invece i liberalSegue a pag 2
ITALIANO LA QUARTA LINGUA PIÙ STUDIATA AL MONDO PRIMA DEL FRANCESE!
A pag 21
DAL GELATO DI ARIELA ALLE PASTE SURGITAL
MASSICCIA PRESENZA PRODOTTI ASSICURATIVI PER ITALIANA A IFE 2019 Segue a pag 8
ITALIANI IN GRAN BRETAGNA ALDO IAQUINTA PRESENTA I SERVIZI OFFERTI DA AIMUW UK
A pag 4
APP DELLA FARNESINA PER CHI SI TRASFERISCE ALL’ESTERO ALTRE NOVITÀ ALL’ORIZZONTE PER SERVIZI CONSOLARI
A pag 2
A pag 8