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Novembre - Dicembre 2016

Anno XII N0 6

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JOE RICOTTA, FESTA AL DORCHESTER PER I 50 ANNI

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Macché gesti di buona volontà, rassicurazioni o garanzie: a tutti gli effetti gli italiani e gli altri cittadini europei residenti in Gran Bretagna sono caduti ostaggio dei futuri, potenzialmente complicati e potenzialmente rancorosi negoziati per la Brexit. Il loro status? Tutto dipenderà da come andranno le trattative per l’uscita del Regno Unito dall’UE caldeggiata dalla maggioranza dei sudditi di Sua Maestà al fatidico referendum del 23 giugno. Al momento, quindi, i cosidetti “EU Nationals in UK” non hanno alcun diritto automatico di soggiorno, stanno alla finestra, stanno in purgatorio. Il ministro per il commercio estero Liam Fox, euroscettico doc, è stato chiaro ai primi di ottobre durante un intervento ai margini del congresso annuale del partito conservatore: a lui, la volpe, sembra una mossa astuta tenere nell’incertezza due milioni di europei installati – parecchi da decenni – in GB. Ogni altra strategia significherebbe “rinunciare ad una delle nostre più importanti carte negoziali e a questo punto non avrebbe molto senso”. “Il governo – ha detto il ministro – vorrebbe dare rassicurazioni ai cittadini europei in UK ma ciò dipende dalla reciprocità con altri paesi”. Malgrado le parole del “brexiter” Liam Fox non c’è (almeno per il momento) da panicare, come ha d’altronde indicato l’ambasciatore d’Italia a Londra Pasquale Terracciano dagli schermi di Bloomberg Tv durante una tavola rotonda sulla Brexit: “Non credo che ci possa essere un governo in questo paese pronto a cacciare due milioni di europei. Penso che i loro diritti saranno rispettati. Ovviamente è diverso per quanto riguarda gli europei che

ITALIAN CONSERVATIVES Serata di beneficenza e di promozione Christian Vinante, Giuseppe Rossi e Min.Jeremy Hunt.

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ITALIANI IN UK: OSTAGGI DEL BREXIT TRATTATI, COME ALTRI EUROPEI, DA ‘POKER CHIPS’

vorranno stabilirsi qui in futuro”. Curiosamente il principale partito d’opposizione, il laborista, che nella campagna per il referendum del Brexit ha mantenuto un profilo colpevolmente basso permettendo così a sorpresa la vittoria delle forze anti-Ue, ha reagito alle parole della volpe del governo britannico facendo fuoco e fiamme: “Fox – ha tuonato il deputato laburista Chuka Umunna – dovrebbe capire che sta parlando di persone e non di chips per il poker. Invece di giocare d’azzardo sul futuro di quella gente, Liam Fox e il suo governo dovrebbero avere la decenza di garantire a tutti gli europei residenti qui il diritto di rimanere”. “Quelle parole grossolane metterebbero in imbarazzo persino Farage”, ha aggiunto nel suo affondo anti-volpe il deputato laborista europeista riferendosi allo xenofobo e tribunizio ex-leader dell’UK Nigel Farage che ha avuto un ruolo-chiave nella promozione del Brexit in vista del referendum del 23 giugno. Contro la strategia di Fox si è scagliata anche la laborista Ann Pettifor, direttrice del think thank “Policy Research on Macroeconomics”, quando a Bloomberg Tv ha partecipato con l’ambasciatore Terracciano alla tavola rotonda sulla Brexit: ha accusato il governo di “giocare un gioco pericoloso” con gli europei residenti in UK e ha

bollato come “ingiusto” e “disastroso” il fatto che i poveri “Eu Nationals in UK” vengano “tenuti in ostaggio” in vista dei negoziati. In effetti Fox ha detto in modo molto più puntuto e molto meno rassicurante quanto era già implicito nelle esternazioni della “nuova Thatcher” Theresa May, subentrata a David Cameron a luglio nella guida del governo. “Noi – ha detto la May al congresso conservatore annuale di Birmingham due giorni prima del brutale chiarimento di Fox – proteggeremo i diritti dei cittadini europei qui residenti nella misura in cui i britannici in Europa saranno trattati alla stessa stregua e sono sicura che sapremo trovare un accordo”. In teoria non ci sarebbe nulla da preoccuparsi, soprattutto se si risiede in GB da almeno cinque anni e in base alle regole attuali si è quindi acquisito un diritto permanente di soggiorno. E poi, perché mai i paesi dell’Europa continentale dovrebbero fare storie sui diritti dei cittadini britannici che vivono dentro i loro confini? Ma – c’è un ma, un grosso ma - tutto dipenderà dal andamento dei negoziati tra Londra e Bruxelles sul controverso, intricato divorzio. Come escludere a priori che le trattative possano prendere una piega recriminatoria con una escalation di reciproche ripicche e che a farne le spese siano anche i

malcapitati cittadini europei residenti in UK ? Qualche paese, ad esempio la Francia, sembra tentata dal desiderio di farla pagar cara al Regno Unito per lo strappo Brexit al fine di evitare ulteriori defezioni. Tra l’altro “l’immagine” dei cittadini europei residenti in Gran Bretagna non brilla dopo che a giugno un cen-

tro di ricerca dell’Università di Oxford ha sentenziato che tre quarti di essi non ha i requisiti minimi necessari ai lavoratori extracomunitari per ottenere un visto di soggiorno in UK. D’altra parte, se si giudica dalle reboanti prese di posizione al congresso

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GLI AVVOCATI ITALIANI A CONVEGNO A LONDRA 11novembre 2016 nella sede della Law Society in Chancery Lane

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Fumo, a new Italian restaurant in Covent Garden Launched by the San Carlo Group

Aldo Zilli e Barbara Windsor

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