Fuel for Your Mind Mattia Campo Dall’Orto, Davide Comelli, Federico Duse, Marco Gersinich Dipinto murale, 2008 Dimensioni ambientali, Trieste L’opera murale collettiva presso il Palachiarbola di Trieste risulta estremamente interessante da più puntidivista.Lacittà,carentedispaziecolpitaduramentenellasuabellezzadascritteedattivandalici, accoglie su una superficie non facile da affrontare, sia per la metratura anomala che per le proporzioni irregolari,unlavorocomplessoprotrattosipermesidiprogettazioneecentinaiadioredirealizzazione. L’opera non si pone solo come esempio di risoluzione del problema dell’arte illegale e nemmeno come puro arricchimento e riqualificazione dello spazio, ma rappresenta un intervento unico nel suo genere, per dimensioni, qualità e soprattutto per metodologia di approccio, dallo studio del progetto all’apertura di un canale di comunicazione con la Circoscrizione locale, per dialogare con la comunità. L’opera si ispira ai concetti di macchina impossibile o tecnologia assurda: lo studio del tema passa da
Leonardo a Duchamp, e continua con la ricerca fotografica dei soggetti e la loro rielaborazione al computer. Con il continuo sostegno dell’Area Educazione, Università e Ricerca, i quattro artisti provenienti dall’ambito del writing ma diversi per esperienza, tecnica e stile, hanno concepito un’opera organica che lega forme bidimensionali, come pattern e silhouette, a soggetti tridimensionali.Se le geometrie 2D legano e danno ritmo e fluidità alla lettura della murata, i macchinari catturano l’attenzione: essi diventano momenti in cui il realismo statico obbliga l’occhio a mettere a fuoco i diversi particolari, avviando idealmente un moto di ingranaggi, ruotando valvole e pompando fluidi oleosi nelle tubature. Durante la progettazione e la realizzazione, si è stabilita una divisione dei compiti secondo le competenze di ognuno e, allo stesso tempo, un coordinamento e una collaborazione su ogni singolo passo.L’esperienza, dalla forte componente sperimentale, non nasconde grandi potenzialità nella metodologia adottata e vuole aprire nuove prospettive di sviluppo delle arti ed arricchimento degli spazi urbani. Mattia Campo Dall’Orto
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