Skan Magazine n.16

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S ka n

così la tonalità fluo- occhi scuri e le folte sopracciglia M o n d i p e r d u t i raggiungendo rescente dei suoi simili. brizzolate lasciavano trapelare

È passato molto tempo da quando sono giunta in questo limbo sconosciuto, incrocio tra i quadri di Picasso e le ambientazioni di Lovecraft. Non c'è paura, non c'è amore. I sentimenti di una vita normale sono sfumati, da qualche parte, lontano, forse ai confini dell'universo stesso. Che giorno è oggi? Qui non lo sa nessuno. È la quarta volta che viaggio su questa specie di sommergibile e di una cosa sono quindi sicura: vogliono farmi sognare. Mi sta bene. La camera onirica è l'unico luogo di questo mondo in cui si riaccendono i sensi e la vita riprende a scorrere in un torrente di raggiante energia mistica. Dobbiamo essere abbastanza vicini, sento i brividi scendere lungo la schiena; anche gli altri passeggeri sembrano rinascere dal loro stato catatonico. Guardando fuori, attraverso l'oblò e nell'oscurità di un liquido che potrebbe essere acqua, vedo l'hotel: ha cambiato insegna per l'ennesima volta e le parole ricordano l'inglese. La scritta al neon dice “RENT FOR JAWL”. Le sagome di enormi e gialle code di pesce escono a penzoloni dalle fessure del complesso fatto di torri nere rettangolari. Un nuovo cliente spunta da dietro l'edificio: quello è uno squalo che brilla come il sole, ma non vengo accecata; ne osservo i fluidi movimenti serpentini finché non entra nel suo alloggio e si spegne,

Il sommergibile aggira l'hotel, come di consueto. Una gigantesca figura umanoide raggiunge le torri: anch'essa è gialla, ha le sembianze di una robusta signora il cui altro particolare che la contraddistingue dai selaci è la folta criniera crepuscolare. Si avvicina con passo calmo alle pinne caudali, le bacia come se dovesse augurare la buona notte e ogni volta un cuoricino scarlatto appare per poi risalire in superficie... se mai dovesse esisterne una. Ho la sensazione di assistere a un cartone animato. Questo mondo è strano, celato chissà dove e a quale profondità. Osservo le macchiette rosse perdersi nell'abisso, sempre più piccole. Il brusio emesso dal sommergibile si sta attenuando, a breve ci sarà l'attraccaggio. Ritrovo l'ansia perduta. Quel martedì mattino, il cielo di New York era azzurro e l'aria, satura di inquinamento e pesante da inalare, attanagliava i cittadini con gli ultimi barlumi estivi. Nel distretto del Queens si respirava meglio. Il traffico, meno caotico, era concentrato sulla superstrada che conduceva dritto al cuore di Manhattan, attraverso il ponte di Ed Koch Queensboro. La berlina nera della Lexus avanzava con regolarità, ormai prossima ai primi semafori della grande mela. Il suo conducente, Robert Oliva, trent'anni, iniziava il turno alle 8:00 come poliziotto del 23° al Patrol Borough Manhattan South. La carnagione chiara, gli

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possibili origini italiane. Al suo fianco sedeva la sua compagna, Debra Mannetta, 31 anni, i cui lunghi capelli castani scendevano a caschetto fino al colletto della camicia bianca. Era intenta a controllarsi il trucco nello specchietto del parasole. Lui la guardò e sorrise. - Che hai da ridere? - chiese lei, sospettosa. - Niente, è che ti trovo già bene così, sei bellissima. - ...Uomini. Non capirete mai quanto una donna ci tenga a queste cose. Passarono alcuni minuti di religioso silenzio, Robert intento a guidare e Debra presa dall'agenda elettronica del cellulare. - Eccoci. La prima fermata è tua, disse l'uomo - buon lavoro, amore. Ci vediamo stasera. - Ciao tesoro, - continuò lei, accompagnando un bacio furtivo a stasera. La ragazza scese dalla macchina e si diresse verso l'ingresso del World Trade Center. Robert la seguì con lo sguardo mentre lei si accendeva una sigaretta, poi un colpo di clacson distolse la sua attenzione. Diede un'occhiata al retrovisore e alzò la mano in segno di scusa al tassista che lo seguiva. Poi ripartì, Debra era sparita tra la folla del gran marciapiede. Il vantaggio di un poliziotto che lavorava a Manhattan era la possibilità di usufruire del parcheggio comunale. Questo rendeva il viaggio verso il Distretto meno stressante e più piacevole. Pochi isolati e Robert arrivò a de-


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