CAPITOLO 5
ZONE DI FRATTURAZIONE AL SUOLO RILIEVO E PERIMETRAZIONE Stefano Gresta
5.1 Introduzione Alla fine del 2002, in concomitanza con l’eruzione, si è verificata una intensa attività sismica che ha colpito il versante orientale dell’Etna. Durante i terremoti più forti e durante eventi di creep asismico, si sono formate numerose fratture al suolo, localizzate prevalentemente tra Bongiardo, Felicetto e San Giovanni Bosco, tra Scillichenti e Santa Tecla, tra Piano Provenzana, Piano Pernicana, Vena e Presa, ad Aci Catena, a Milo. In tali aree il Dipartimento Regionale di Protezione Civile ha approntato un’indagine basata su rilievi geomorfologici, a scala 1:2.000, che ha permesso di definire nel dettaglio le caratteristiche geometriche e cinematiche delle singole fratture. Il rilievo è stato successivamente completato, ad opera dei professionisti all’uopo incaricati, con la cartografia, a scala 1:10.000, di tutte quelle zone di frattura presenti nei singoli territori comunali, per le quali sono stati reperiti dati storici da letteratura e informazioni, anche coeve, che ne hanno permesso una precisa caratterizzazione. Il rilievo effettuato e l’analisi della copiosa documentazione scientifica, hanno consentito di realizzare un database in cui sono stati inseriti tutti i dati relativi alle singole zone di frattura.
5.2 Inquadramento strutturale e sequenza sismica del 2002 Le zone di frattura prodottesi durante il periodo Ottobre - Dicembre 2002 si inseriscono all’interno del complesso quadro che caratterizza l’intero versante orientale dell’Etna. Da un punto di vista geologico strutturale, il versante è caratterizzato dalla presenza di numerose strutture tettoniche, alcune delle quali, quelle che costituiscono il sistema Piano Provenzana - Pernicana, orientato E-W, e quelle del sistema Mascalucia - Trecastagni, orientato NW-SE, separano il blocco del versante orientale dal restante edificio vulcanico (Lo Giudice e Rasà, 1992). Questo blocco è soggetto a un continuo scivolamento gravitativo verso Est, accelerato da stress legati alla risalita di magma (Palano et al., 2008) e agevolato dalla
presenza, al di sotto dello strato superficiale di vulcaniti a comportamento rigido, di un potente deposito di argille a comportamento duttile (Carveni e Bella, 1994). L’energia di deformazione accumulata viene
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