Interviews
al Forte, un’eterna Recherche
Ci sono costumi e costumi: quelli dei bagni nel mare proustiano della Versilia e quelli, magnifici, dei grandi interpreti lirici della Scala, da ottobre in mostra a Milano. Vittoria Crespi Morbio li adora entrambi. Ce lo racconta in questa intervista Intervista di Silvana Rizzi - Foto di Francesco Maria Colombo
QUANDO DA RAGAZZINA ARRIVAVO AL FORTE, mi sembrava di volare. Le cabine colorate sospese tra il cielo e il mare mi riempivano il cuore di felicità: ero di nuovo a casa», ricorda Vittoria Crespi Morbio. «Ai bagni andavamo da Poldo, versiliese doc, un’oasi di pace per tutta la famiglia». Anche quest’estate il programma è quello di trascorrere un po’ di tempo in Versilia. «Per me», la Versilia è un luogo proustiano, dove ritorno per riconnettermi con me stessa», prosegue Vittoria, consulente degli Archivi della Scala, e curatrice di mostre internazionali, nell’ambito dello spettacolo. Oggi, Vittoria Crespi Morbio è in attesa d’inaugurare la mostra di cui è curatrice: Incantesimi. I costumi del Teatro alla Scala dagli anni Trenta a oggi. L’evento, che si svolgerà al Palazzo Reale di Milano dal 9 ottobre al 28 gennaio 2018, promosso dall’Associazione Amici della Scala per celebrare i quarant’anni di attività, vuole far scoprire al pubblico di tutto il mondo l’incantesimo del costume, legato all’opera lirica e al balletto. Un evento realizzato con una scenografia studiata per attirare i giovani, invitandoli a soffermarsi per guardare e capire un mondo che non c’è più, fatto di arte e di magia. Vittoria ci riceve nel palazzo di famiglia, in centro a Milano, quasi un tempio sacro, dove si respira la passione per la musica, per l’arte e per la cultura della grande famiglia milanese. Riconosciamo lo stile di Hayez in un ritratto appeso alla parete nella sala del pianoforte «Sì, la signora è una mia antenata», precisa Vittoria Crespi, «il marito, sempre ritratto da Hayez, è in un’altra stanza». «In mostra a Palazzo Reale», spiega la curatrice «ci saranno ventiquattro straordinari costumi, selezionati e restaurati tra i tanti abiti di scena custoditi nei magazzini del Teatro alla Scala». A indossarli saranno manichini realizzati apposta per la mostra, perché quelli di oggi esulano dalle taglie di un tempo. Vittoria apre il computer (il catalogo è ancora in stampa). Restiamo incantati di fronte ai bozzetti e alle fotografie che sfilano sullo schermo. A firmare gli abiti sono i nomi più celebri della storia del teatro, da Caramba a Zeffirelli, dalla poetica Anna Banti al barocco Pier Luigi Pizzi, a Gianni Versace. Ecco L’Italiana in Algeri di Rossini, interpretata da Bruna Castagna nei panni di Isabella. Il costumista Caramba, amico del grande direttore Arturo Toscanini, rivela la passione per il colore negli abiti, la fantasia e la raffinatezza nella scelta dei particolari, come i bottoni e i ricami, prodotti nei laboratori della sartoria del teatro milanese. Vogliamo citare anche la mitica Maria Callas vestita da Zeffirelli in Il Turco in Italia, sempre di Rossini, con un raffinatissimo abito giallo oro, ideale per illuminare la scena notturna. E, per concludere, ecco l’apoteosi di colori e di perle che esaltano il costume dello zar nel Boris Godunov di Mussorgsky, creato da Nicola Benois nel 1960. IN FORTE, AN ETERNAL RECHERCHE | THERE ARE COSTUMES AND COSTUMES: THOSE FOR A DIP IN VERSILIA’S PROUSTIAN SEA AND OTHERS, MAGNIFICENT, FOR THE GREAT OPERA SINGERS OF LA SCALA, ON SHOW IN MILAN BEGINNING IN OCTOBER. VITTORIA CRESPI MORBIO LOVES BOTH KINDS. AND SHE TELLS US WHY IN THIS INTERVIEW. | “When I first came to Forte as a little girl, I felt like I was flying.
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