ExtraNapoli

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ExtraNapoli

40 taccuini di stranieri raccontano la cittĂ a cura di Simonetta Capecchi

Galassia Gutenberg XVIII° edizione, 2007


Navigando col taccuino rassegna a cura di Simonetta Capecchi

Galassia Gutenberg XVIII 16/19 marzo 2007 Stazione Marittima, Napoli www.galassia.org

Š Associazione Galassia Gutenberg - Simonetta Capecchi


ExtraNapoli

40 taccuini di stranieri raccontano la città

Il secondo appuntamento con i Moleskine piegati a fisarmonica, contenitori ideali di pensieri ed immagini è dedicato ancora a Napoli, raccontata questa volta con lo sguardo allargato, extralarge, di chi è arrivato da lontano. Un viaggio nell’arcipelago delle comunità che non hanno l’italiano come madrelingua e che vivono a Napoli.

A cura di Simonetta Capecchi Con la collaborazione di Franco Lancio Alessia Montefusco Maria Quintieri

Autori di ogni età e provenienza raccontano la storia del loro arrivo e la loro vita in città con parole, disegni, frammenti di immagini, fotografie, biglietti, mappe. I libri bianchi si riempiono di colori e offrono una moltitudine di punti di vista, tra diari intimi e reportage.

XN

Le immagini di ExtraNapoli e della rassegna si trovano sul blog

inviaggiocoltaccuino.blogspot.com


I taccuini sono offerti da

www. moleskine.com


Ninna nanna pè sta criatura ca va pè mmare dint’a notte scura Duorme ca si t’adduorme presta nun vene la tempesta Duorme, duorme ca sta carretta si duorme pò navigà cchiú nfretta Naviga naviga tutt’o mare c’avimm’attraversare Naviga, naviga e nun se stanca, si sta criatura vene da Sri Lanka Naviga, naviga e nun se sperde, si vene ’a Capoverde Duorme e sonna tutt’e ciardine ’e chesta terra ca s’avvicina. Chesta terra ca t’appartene si ce sta chi te vò bbene. Pietra Montecorvino, Ninna Nanna Napoli Mediterranea, 2004

La città fenicia, greca ed eubea, latina, egizia, bizantina, longobarda e normanna, francese e lingua d'oc e poi di lingua d'oil, spagnola, catalana e castigliana, austro-ungarica, tedesca, napoletana, letteralmente italiana, americana e ora, come anche in passato, maghrebina e sudamericana, polacca e ucraina, in ultimo anche cinese, se pure ha un'anima ne possiede una multiforme, è un'anima che prega le cape di morto, le anime dei trapassati, che uccide e non seppellisce, che distanzia e raccoglie, in cui la Babele delle parole è in fondo sempre possibile come forse solo nei Caraibi e nei luoghi in cui il creolo ricrea mescolanze di antiche lingue africane con il francese, l'inglese e lo spagnolo. Antonella Cilento Napoli, sul mare luccica, 2006



Hanno partecipato: Ahmad Alaa Eddin Siria Angela Bernal Martìnez Colombia Nina Borrelli Argentina Sagne Boubakar Costa d’Avorio Fernando Alfredo Cabrera Argentina Gaëlle Cavalieri Francia Iain Chambers Regno Unito Imma Colaleo Capo Verde Marie-line Cuvelier La Reunion, FR Bagya Dig Gamaralalage Sri Lanka Thilina Dig Gamaralalage Sri Lanka Gunaratne Dig Gamaralalage Sri Lanka Christine Drabe Germania Yacoubou Irahim Benin Luminita Irimia Romania Juana Lacorazza Colombia Maria Lima dos Reis Capo Verde Andrew Packard Regno Unito Caroline Peyron Francia Gordon Poole Stati Uniti Daniel Renowden Regno Unito Gisela Roberts Germania Mery Sankarasivam Sri Lanka Olga Uzhytchak Ucraina Miguel Angel Valdivia Perù, Francia Karine Welzer Wheaton Francia

Associazione Quartieri Spagnoli, Doposcuola: Alehandra Filippine Allyson Capo Verde Andrea Ecuador Antonella Santo Domingo Antonio Capo Verde Awa Senegal Darly Capo Verde David Ghana - Burkina Faso Erik Capo Verde Giuliana Ecuador Jeth Daniel Filippine Juddie Ann Filippine Justin Ecuador Marie Grace Filippine Marven Filippine Meredith Santo Domingo Nicoletta Romania Samy Connye Perù Sara Senegal Stanley Capo Verde Vivian Capo Verde Yusbely Venezuela

Reportages Cecilia Battimelli Chi rom e... chi no Ilaria Grimaldi e Flavia Soprani Sergio Grispello Alessia Montefusco


Ahmad Alaa Eddin

Siria

Trama di luce sulla città delle mille storie... e oltre la finestra una lezione etica.

Ahmad Alaa Eddin è nato in Siria nel 1954. Ha compiuto gli studi artistici a Damasco, dove ha conseguito la specializzazione di Arte della Calligrafia Araba. Espone i suoi lavori dagli anni Settanta in mostre collettive e personali: ha esposto in Siria, Libano, Giordania, Grecia, Francia e Germania.

Presenze arcane inventano musiche, danze e una città di meraviglie: ironia e fantasia si mascherano la folla dei colori Il colore raggiunge reazioni emotive ci pare di avvertire

Dal 1986 vive e lavora in Italia. Attualmente risiede a San Giuseppe Vesuviano (NA). è socio ordinario della Promotrice delle Belle Arti di Torino, nel 1989 l’UNICEF gli ha rilasciato un attestato di amicizia.

Napoli il pomeriggio s’apre nella sera come ieri come domani

Ha realizzato diverse copertine di libri e riviste. Ha collaborato con diverse istituzioni scolastiche nell’espletamento di progetti come esperto esterno. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private. Dal 2004 le sue opere sono in esposizione permanente nella Gallerie d’Art Contemporain “Eclats d’art” di Nimes (Francia).

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ermes.art@tin.it



Angela Bernal Martìnez

Colombia

E’ da pochi mesi che Napoli la guardo dal sedile della mia bicicletta. Cosicché il mio sguardo si concentra soprattutto nel pavimento, nella stesura dei sampietrini, disposti radicalmente, nelle lastre di pietra lavica perpendicolari, nell’asfalto, nelle crepe, negli ammassi di sedimenti lungo le strade. Gli interstizi costituiscono un volume considerevole, un vuoto sulla superficie, sorta di tasche della città dove si depositano gli avanzi di nutrimento e degrado. Questo binomio indissolubile della vita. Ad una sommaria catalogazione prevalgono le bucce di agrumi, i frammenti di mollette per appendere i panni, del vetro macinato, quella parte finale delle lattine di bibite, lì dove si inserisce il dito per aprirla, le cicche delle sigarette.

Angela Bernal Martìnez è nata a Bogotà nel 1965. Vive in Colombia fino alle età di ventiquattro anni. Dopo essersi laureata in design presso la Universidad Nacional de Colombia, si trasferisce in Italia, a Firenze. Per quindici anni circa, è stata una attivista nel campo dei diritti umani. Ha animato associazioni e comitati che lavorano sulla denuncia del terrorismo di stato nel suo paese di origine. In Italia ha fatto la babysitter, cameriera, corrispondente giornalistica, commessa, attrice radiofonica, insegnate di lingua, operatrice sociale, traduttrice, interprete, mediatrice culturale, grafica. Negli ultimi tempi pretende di scrivere e disegnare. Attualmente risiede a Napoli.

Sembra di scivolare sul guscio di una tartaruga gigante, di scavalcare una bestia preistorica addormentata. Ogni tanto si incontra una lastra metallica butterata a mo’ di piercing con sopra scritto Fastweb o Pomicino. Le mie gambe si sono regolate ai dislivelli, hanno una recente memoria altimetrica, i miei polpacci. Via Foria, gentile per pochi metri, si trasforma in una signora esigente e allora la mano destra sposta la marcia dal sei al tre...

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labernalita@fastwebnet.it



Nina Borrelli

Argentina

1958 Naciò una nena en Buenos Aires... y como a todas las nenas, no sabia lo que hubieran decidido para ella... “Papi, jaonde nos vamos?” “Vamos a Italia. Vamos a conocer los abuelos que estàn en Napoles”. 1972 “Porqué? No quiero hablar en italiano! Quiero volver a mi casa! Mami cuando volveremos a Buenos Aires? Aqui estàn solo ruinas, aquì està todo sucio, està todo voto, los chicos me broman porqué no se hablar como ellos” “Entre pronto nos volveremos, Nena! Ahora no se puede volver”. 1992 “Mamma... quando ci porti a Buenos Aires?” “Bambini, non ci voglio tornare, ho paura di tornarci, di riconoscere la mia vera anima... non sono qui e non sarò mai lì, la mia casa è dove sono i miei piedi...”

Nina Borrelli è nata a Buenos Aires, in Argentina. Vive e lavora a Napoli.

y no tener que acordarme de olvido que sube para nada para borrar del pizarron, mys munequitos y no desarme mas que una ventan sin estrellas. E ora?... In una città che non sa ancora di poter essere una casa, dove si prova ad avere una dignità ma dove troppo è stato sofferto, dove tutto si fa scorrere perchè tanto “adda passà”, dove tutto è fatica ma dove i respiri giusti si fondono e dove gli sguardi sanno... di voler credere alla possibilità dell’impossibile. 03

Artista-designer, performer, docente di lavorazione artistica dei metalli, insieme ad altri artisti cura eventi nello spazio multi-funzionale ting(h)el tang(h)el.



Sagne Boubakar

Costa d’Avorio

Mon pére Sagne Amado, ma mère Zomba Adissa, des personnes magnifiques qui mon donnes une bonne educations. “Celui qui a faim n’est pas un homme libre. Lui qui a faim apprendre mieux la vie”.

Sono arrivato in Italia nel 1991, all’aeroporto di Fiumicino. Negli anni ’80, la Costa d’Avorio era un paese africano che funzionava bene. Verso la fine degli anni ’80 la vita divenne dura, il futuro dei giovani era in pericolo. Bisognava cercare un paese per il proprio futuro, l’idea di tutti i giovani era l’Europa, con tutte le immagini che mostrava la televisione.

On a toujours pensè que l’Europe est le Paradì et l’Afrique est le dernier monde. Nous africans, on vient en Europe pour chercher un futur meilleur. Pour moi le paradì, c’est nous-meme. Pour connaitre quelqu’un, il faut parler avec lui, cherche de connaitre sa cultures, il ne faut pas inventer, l’apparence trompe.

Mio padre mi domandò: ”Cosa vuoi fare?” Io risposi che volevo andare in Europa. In quel momento avevo un permesso per partire, così decisi di venire in Italia, e continuare i miei studi.

Pour moi l’integration dans un pays est la musique. La musique est fais pour communiquer et donner un message: l’integration est le respect. La musique reggae est la musique que m’a fais reve l’amour, l’education. Est la musique de l’integration. Le premiere locale de Reggae que j’ai connu en Italie est le Kinky, a Napoli, ou j’ai l’abitude d’aller...

La mia avventura inizia a Roma, dove mi sono fermato per due mesi. Poi ho incontrato un’amico alla stazione e lui mi ha mandato a Napoli. Non avevo neanche un ron in tasca, ci hanno portato a Villa Literno, dove ci sono molti africani. Dormivamo in case abbandonate, senza luce, senza acqua... La vita era insopportabile. Dopo sono andato a Foggia, poi in Calabria e al Nord dell’ Italia: orribile. Non ho potuto continuare i miei studi...

I disegni sono di Alessia Montefusco 04

In conclusione, credo in Dio. Si, se sono vivo oggi, é grazie a Dio. La lotta continua...



Fernando Alfredo Cabrera

Argentina

NAPOLI

Fernando Alfredo Cabrera ha 27 anni ed è nato a JosÊ C. Paz (Buenos Aires). Artista performer, insegnante di danze folkloristiche argentine. Ha lavorato con Gianni Pisani, Marianna Troise, Anna Redi, Riccardo Dalisi, Mario Martone e Marika Rizzi.

Fuoco sull'Acqua. Come due energie parallele che non si incontrano. MobilitĂ , dinamismo... vita?

Performance realizzate: Tango de color Movimenti d'arte 1 dopo l'Altro I movimenti non si possono dipingere Tempo Spazio Emotivo

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zorrocabrera@yahoo.it



Gaëlle Cavalieri

Francia

poche parole di cui diffidare ovvero un indice menzognero

Forse, Gaëlle nasce a Firenze nel 1978, con una dieresi sulla prima “e” del proprio nome, a testimonianza della propria estraneità. Rifredi forse, il quartiere dove vive l'infanzia e la prima adolescenza che passa tra i banchi di un liceo scientifico, la Bretagna e l'Appennino fiorentino. Forse, finito il liceo, Gaëlle si trasferisce a Milano, dove lavora per studiare lingue straniere, come ad esempio il norvegese, sicuramente se ne pente e torna a Firenze dove, forse, si iscrive all'Accademia di Belle Arti e si prende un diploma di giardiniera. Stanca della Firenze che sembra esistere unicamente quando vende il suo Rinascimento ai turisti Gaëlle, forse, va verso Sud, in Turchia, dove rimane qualche mese. Solo dopo, forse, arriva a Napoli. Forse Gaëlle è italiana, ops…

I. cornici II. patrie... inventate, elette, derise III. inutile sintesi IV. i molti passi del bel vizio V. nutrimenti VI. seguimi VII. je ne suis plus VIII. le pareti che so IX. Sisifo non ha ancora trent'anni X. Viva Lilì !

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ninadora@freemail.it



Iain Chambers

Regno Unito

Spesso si ha bisogno di una mappa per orientarsi in una città, nella sua metropolitana, nelle sue strade. Le mappe sono piene di riferimenti e indicazioni ma non sono popolate(…). Fuori da bordi della mappa entriamo nel mondo palpitante di tutti i giorni e nel turbamento della complessità e ci troviamo nella città sessuata, nella città delle etnie, nei territori dei gruppio sociali diversi, centri e periferie mobili: la città oggetto fisso di progettazione (architettonica, commerciale, urbanistica, amministrativa) e al tempo stesso plastica e mutevole, sede di transitori eventi, movimenti, memorie.

Docente presso l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”. Si occupa di studi culturali e postcoloniali, di pensiero critico e culture metropolitane, di musiche contemporanee.

Forse l’aspetto che a primo impatto colpisce maggiormente lo straniero è che Napoli è una città che esiste soprattutto nell’enigma del rumore. Oltre al mormorio perenne che riversa l’intellighenzia locale nei lamenti letterari e nel conservatorismo critico attorno alla rovina, la nostalgia e il decadimento urbani, ci sono i suoni che si levano dalla strada tra le sgommate interminabili dei motorini e gli stizzosi clacson delle macchine, le urla dei pescivendoli, le grida di saluto, i camion di passaggio e le voci amplificate dal megafono che offrono i cocomeri (…).

Tra le sue ultime pubblicazioni: Esercizi di Potere. Gramsci, Said e il postcoloniale (a cura di), Meltemi 2006; Culture after humanism, Routledge, London & New York 2001, trad. it.: Sulla soglia del mondo. L’altrove dell’occidente, Meltemi 2003 (Vincitore Sezione Studi Critici “A. Seccareccia”, 44° Premio Nazionale di Poesia, Frascati 2004).

Queste lacerazioni del silenzio confermano la punteggiatura fisica dello spazio per mezzo della voce, del corpo, ed è il corpo che fornisce una grammatica fondamentalmente gestuale in cui le mani diventano punti interrogastivi, le braccia segnali tormentati e le facce maschere contorte. 07

www.aulachambers.it



Imma Colaleo

Capo Verde

Il mare é il filo conduttore della mia vita... ma il mare di San Nicolous é molto più bello e limpido.

Imma Colaleo è nata a Napoli. Ha 15 anni e frequenta l’istituto Giustino Fortunato.

Il 3 agosto 2002 sono partita con mia madre e con due amiche per andare a Capo Verde. All’arrivo era notte, faceva molto caldo e tirava un vento secco... è stata un’esperienza molto emozionante. Ho preso l’aereo per la prima volta!! Ho conosciuto mia nonna e finalmente ho visto la terra dove è nata mia madre... Quando parto (per Capo Verde) mi pervade una forte nostalgia per questa splendida città, io le appartengo. Che meraviglia, Napoli di notte! Napoletani e Capoverdiani hanno il calore tipico delle popolazioni di mare...

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Marie-Line Cuvelier Naples, ville d’asil pour tous ceux qui cherchent l’exil. L’enfer dur comme fer et pourquoi faire, reste l’espair dans lendemain un nouveau matin... Voire pour y croire. La Renion è il mio paese, si trova nel mare, e sul suo cuore ci sono molti fiori. Napoli è un piccolo paese, si trova sul mare, molto distante dal mio paese, eppure, anche sul suo cuore si trovano tanti fiori. I viaggi formano la gioventù, quindi gioventù andate… Comment nos contemporains vivent sous d’autre lumieres. Voyager... rien n’est plus essentiel! Fate i vostri bagagli in cerca di immagini reali diverse dalle vetrine attuali, specchi di speranze.

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Ile de La Reunion, FR



Bagya Dig Gamaralalage

Sri Lanka

La prima cosa che ho mangiato è il piatto di pasta con il sugo. Ho iniziato a veder cartoni animati. Ho imparato a parlare ascoltando, poi sono andato alle scuole materne e ho imparato una nuova parola: “grembiule”. Poi ho proseguito per le elementari, andavo alla Vanvitelli.

Di origine srilankese, è arrivato in Italia da piccolo e ha 10 anni. Ama andare al cinema e fra i suoi hobby c’è l’informatica.

Napoli mi pare un po’ inquinata però l’Italia è più moderna dello Sri Lanka. Le due cose che mi piacevano del mio paese erano l’ambiente e i dolci. Tutto il resto no. In pratica vivo BENE! Il fatto che non mi piace di Napoli è che a Carnevale spruzzano gli spray. Del resto tutto bene. Il 77% era gente maleducata... Poi non parliamo di spazzatura. Ma la cosa che mi piaceva di Napoli è che nei negozi le persone sono simpatiche e disponibili e sono pronte ad aiutarci. In pratica erano: EGOISTE ma anche ALTRUISTE.

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Thilina Dig Ganaralalage Il taccuino narra la storia fantastica di un viaggiatore straniero, Ariyadasa, arrivato a Napoli e affidato da Thilina a due guide un po’ speciali (i mitici Bud Spencer e Terence Hill!), per un tour immaginario di Napoli, tra pizza Margherita, monumenti, musei e bellezze paesaggistiche. Ma, come sappiamo, a Napoli c’è anche dell’altro... “Nei vicoli, i giovani scippano, rubano e minacciano coi coltelli. E nelle scuole, regna la legge del più forte”. Probelmi che Bud e Terence risolveranno “a modo loro”... Il viaggio così si conclude: “Cosa accadrà fra 30 anni? Possiamo solo sorridere, e meditare per il futuro. A voi la ricerca...”

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Sri Lanka Di origine sringalese, Thilina ha 16 anni ed è nato in Italia. La scrittura è una sua passione, ha infatti tradotto in italiano una serie di racconti tradizionali sringalesi. Capodimonte è tra i luoghi di Napoli dove ama andare nel tempo libero.



Gunaratne Dig Gamaralalage

Sri Lanka

Il mondo è una sfera, il sole che ci da Dio è incapace di illuminare tutta la sfera: una parte è luce, l’altra oscurità. Allo stesso modo qualcosa manca al mondo e...

Nato in Sri Lanka, ha 43 anni ed è arrivato in Italia nel 1989. Grande appassionato di fumetti, tra i suoi preferiti Dylan Dog e il disegnatore Feghieri. Ama disegnare e visitare i musei della città.

Basta pensarci e si annebbia il cervello. Basta un sorriso, che non si compra e non si vende Sorridete tutti, amici.

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Christine Drabe

Germania

Fascinazione: a Napoli tutto è segno. Sono stata a vedere la processione di Madonna dell’Arco Lunedì in albis. Sono andata a vedere la liquefazione del sangue di San Gennaro. Sono andata a vedere le catacombe delle Fontanelle il giorno dei morti. Ho consultato la Smorfia.

Christine Drabe è nata a Bonn nel 1960 ed è etnologa. Frequenta Napoli dal 1988 e ci vive stabilmente dal 1998. Insegna tedesco presso l’Università degli Studi Federico II.

Tu che con l’asta fiammeggiante rompesti il ghiaccio della mia anima, che ora rumoreggiando corre al mare della sua estrema speranza: sempre più chiara e più sana, libera nella più amorosa delle leggi, celebra quindi i tuoi miracoli, bellissimo Gennaro. F. Nietzsche, 1883 Ma quasi sempre si entra in questo paese in modo sbagliato, portandosi dietro desideri e immagini fuorvianti, o perlomeno unilaterali. E. Bloch, 1925

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christinedrabe@hotmail.it



Yacoubou Irahim

Benin

Ho vissuto a Casal di Principe dal ‘91 al ‘96 in una casa con tre connazionali, una monocamera con la cucina al piano terra e la camera da letto sopra. Arrivato a Napoli, nel rione Sanità, ho trascorso tre mesi senza mai uscire di notte perchè avevo paura. Poi ho scoperto che era diverso da ciò che si diceva, e quindi uscivo, da mezzanotte fino alle cinque del mattino, senza dormire e andavo direttamente al lavoro.

Nato a Beroubouay nel 1967. è arrivato in Italia, a Casal di Principe, nel 1991. Il primo permesso di soggiorno lo ha ottenuto col Decreto Dini, nel febbraio 1996, e l’ultima carta di soggiorno è del marzo 2005. Nel dicembre 2005 è diventato cittadino italiano.

La mia relazione con i napoletani è stata subito positiva, tanto che un’amica mi ha prestato la sua casa per un anno intero: era luminosa. grande, abitavo solo, invitavo gli amici della scuola di lingua italiana “Lui Massignor” della Comunità di Sant’Egidio. Ho lavorato dal ‘97 al 2005 alla Lega pro-animali di Castel Volturno. Di pomeriggio lavoravo nelle scuole e presso alcune associazioni come mediatore culturale. Dal 1999 abito a Chiaiano con la mia famiglia, composta da quattro persone. Nel tempo libero vado a teatro, al corso di tango dell’associazione “Tingher”, alla CGL e lungo il mare, per vedere la bellezza di Napoli, il Maschio Angioino. Il posto che mi piace di più è Castel dell’Ovo.

è attore di teatro, di cinema e mediatore culturale.

Mi spaventa la criminalità che uccide ogni giorno, come in un paese in guerra, similmente ad alcuni paesi africani, dove i bambini muoiono per fame o per la mala gestione dell’economia del governo, con la cattiva influenza dei paesi occidentali. Ma Napoli mi piace, per la sua diversità culturale. La cosa che mi manca del mio paese è la gente. Avrei voglia di cambiare la loro vita, migliorando l’agricoltura, introducendo i trattori, l’irrigazione... Una cosa che ho qui, e che nel mio paese ancora non avevo, è una mia famiglia. 14



Luminita Irimia

Romania

Del mio paese mi mancano le montagne, i Carpazi.

Luminita Irimia è nata nel 1969 in Romania dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti. Dipinge, è scenografa e costumista. Utilizza tecniche varie, dal disegno all’incisione, alla grafica, alla ceramica.

Di Napoli mi ha colpito Castel dell’Ovo, e ho sempre avuto paura del Vesuvio, il ”Grande fratello”... Qui apprezzo la poesia, le canzoni napoletane, l’ironia, le tradizioni, il gioco di parole... e Totò.

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Ha esposto in Romania in diverse occasioni. In Italia dal xxx ha esposto in collettive presso la Galleria Umberto I° di Napoli (Arte fra la gente, Marzo donna, Maggio dei monumenti, Cento artisti di via Toledo) e a Salerno (La città dei creativi). Sue personali si sono tenute a Scisciano (Na) presso un centro benessere e a Napoli, a San Domenico Maggiore.

Studio: vico Pergole, 25 – Napoli



Juana Lacorazza Pulido

Colombia

...Primavera 1998, ahora Bogotà con su clima constante, con su sol de montana estaba lejos, ahora vivìa en el nivel del mar.

Diplomata in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Pittrice, performer, danzatrice, teatrante, coreografa.

La brisa marina y su sal se paseaba por las columnas y los arboles cautivos de la Academia de Bellas Artes de Nàpoles, trayendo consigo el recuerdo de poesias, boleros y viajes...

Lavora e studia con il performer Fernando Alfredo Cabrera, la coreografa Marianna Troise, la regista Anna Redi, i danzatori Jean Marc Lebon, Alessia Scala, Marika Rizzi, Silvia Vladiminskj e Fabrizio Varriale.

... Primavera 1998, ora Bogotà col suo clima costante e di montagna era lontana, ora vivevo a livello del mare.

Attualmente sta lavorando a "tra_mas", un'installazione nella natura, con la documentazione fotografica di Sergio Grispello.

La brezza marina col suo sale passeggiava tra le colonne e gli alberi rinchiusi dell'Accademia di Belle Arti di Napoli, portando con sè il ricordo di poesie, boleri e viaggi...

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giovanna_lacorazza2003@yahoo.it



Maria da Graça Lima dos Reis Del mio paese mi ricordo il mare, le piccole case, con uno spiazzo dove la sera ci riunivamo e le nonne ci raccontavano le cose antiche... Il mio arrivo è un romanzo. Sono stata a Roma otto anni.... non ci voglio neanche pensare, è stato il mio inferno. Nel ‘86 sono stata a Napoli, c’era mia sorella, è stata la mia salvezza. Mi é piaciuta, soprattutto le persone erano socievoli, la città è bella, sinceramente é come se stessi a Capo Verde, é come se avessi trovato una famiglia. La prima immagine è Mergellina, mia sorella abitava a via Manzoni, mi è piaciuto moltissimo, si vedeva il mare, le navi... Ora abito lontano dal mare, vivo con i miei tre figli e con il mio compagno. Nella mia casa si vive molto con i vicini, sono come i miei fratelli. Ogni giorno faccio sempre lo stesso, porto Flavio a scuola, prendo la moto e vengo al centro a lavorare... Li posso rintracciare i miei spostamenti: un unico segno, sempre uguale sulla mappa. Mi piace stare da sola con i miei pensieri, lo desidero molto... A Napoli, mi spaventano i Quartieri Spagnoli, i motorini, uscire la sera... Del mio paese mi mancano tante cose, il nostro modo di stare, di vivere, perché era più semplice. Ti senti libero ogni cosa che fai, non ti senti giudicato. A Napoli ci sono tante cose che non c’erano a Capo Verde, ma forse non sono così importanti... Lì tutto è importante, bisogna lottare per ogni piccola cosa. Siamo abituati!!! 17

Capo Verde



Andrew Packard

Regno Unito

Un viaggiatore per Napoli arrivando da Nizza, o dalla lontana Nuova Zelanda,

Nato a Sedbergh, in Inghilterra, nel 1929. Negli anni Settanta si è trasferito a Napoli, dove ha insegnato zoologia all’Università Federico II e ha lavorato alla Stazione Zoologica, occupandosi di cefalopodi. Vive tra Napoli e la Provenza.

Passa prima o poi per Pompei, magari per la Porta di Nola (stazione della Circumvesuviana: Santuario), così da evitare la folla, e incontrarla solo verso la fine della visita, prima di scappare. Sale sulla Penisola Sorrentina... e torna la sera, se ha casa a Napoli, Quando va a lavorare, passando ogni giorno per il centro storico, (c’è chi ricorda Nanella, a via Ecce Homo?) può guardare la città... con occhio tranquillo. Un po’ meno, il Vesuvio! 18

andrew@packards.de



Caroline Peyron

Francia

Che cosa qua ancora mi fa sentire lontano, lontana ancora da casa, che di casa non ne sento più, l’unica casa originaria è la mia lingua, e questa mia lingua eccheggia nelle r , nelle nasali, negli errori che semino nell’italiano che tanto amo e che sento ancora cantare, che non è ancora invaso dal senso.

Caroline Peyron vive e lavora da circa venti anni a Napoli, dove collabora con l’Accademia di belle Arti e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici. Conduce laboratori di pittura con adulti e bambini e da tempo è impegnata nel progetto “Chance”, volto al recupero dei ragazzi che hanno smesso di frequentare la scuola dell’obbligo. I suoi lavori sono stati esposti in sedi pubbliche - la Biblioteca Nazionale, Castel Nuovo, il Museo Archeologico - privilegiando luoghi “vissuti” e densamente popolati da segni della nostra storia e della nostra cultura, nei quali la gente possa confrontarsi direttamente con le sue opere, che a loro volta stanno li a dialogare con testi, quadri, architetture del passato.

Ciò che più mi fa ancora sentire lontano lontana è quando mi ritiro e tutto intorno a me è puro suono e pura immagine sconosciuta. Ogni volta che vedo una palma, mi sento lontana, lontano. Ogni volta che dalla mia finestra vedo l’albero e i suoi aranci, mi sento lontana, lontano. Ogni volta che vedo i tetti invasi dalle antenne: partitura musicale mi sento lontana, lontano. Ogni volta che sento urlare, bussare, “braitare”, voci rosse, palazzi rossi, mi sento lontana, lontano. Ogni volta che vedo cumuli di spazzatura invadere la strada mi sento lontano, lontana. Ogni volta che vedo annunci di morte sulle mura mi sento lontano, lontana

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Tra le personali recenti quelle ospitate dall'Istituto Francese di Napoli Grenoble, dalla Biblioteca Nazionale e dal Museo Archeologico di Napoli e la mostra Bruciare l’Eneide? nel sepolcro di Virgilio a Piedigrotta e presso l'Istituto di Cultura Francese Le Grenoble di Napoli.

cpeyron@iuo.it



Gordon Poole

Stati Uniti

Sono arrivato a Napoli nel 1957 e salvo per qualche periodo di lavoro negli USA, sono rimasto in Italia. Sul perché sono venuto mi sono dato risposte diverse nel corso degli anni. Maccartismo? Turismo? Curiosità verso una civiltà cosi diversa dal puritanesimo della nativa Nuova Inghilterra? In America facevo il cuoco, il tassista, mentre a Napoli trovai lavoro come insegnante, avevo ventitrè anni, e la gente mi chiamava “professore”! Forse c’entra questo. Mi innamorai della città. Mi innamorai di mia moglie.

Nato nel Massachusetts nel 1934, vive a Napoli dal 1957, dove insegna Letteratura Nord-Americana presso l'Istituto Universitario Orientale.

Arrivato a settembre del ‘57, con la mia moto DKW tedesca, con la quale avevo attraversato le Alpi (un 125 cc!) e con il mio bel cappotto verde comprato a Graz, senza rendermi conto che era delle SS (non vi dico a Bologna, gli sguardi!) e passando da Fuorigrotta, sbucando dalla galleria, ho trovato la festa di Piedigrotta... “cos ’e pazzi”!

Ha tradotto i film e fatto i sottotitoli in inglese per una retrospettiva dedicata a Totò che ha girato gli USA e altri paesi. è sposato con Renata La Rovere con la quale ha quattro figli e cinque nipotini... e 1/2.

...mi portarono a vedere l’ultima partita allo stadio Collana, Napoli - Genoa. Dopo un discutibile giudizio dell’arbitro, scesero in campo numerosi tifosi... fu la mia prima esperienza col gas lacrimogeno. L’assaporai di nuovo nel Minnesota, nella grande manifestazione che organizzammo contro la guerra in Vietnam, nel 1971. Poi, di nuovo a Napoli, la manifestazione contro il G8... Napoli fu per me un bagno di sonorità. Non i clacson di oggi ma il nitrire dei cavalli da traino, il ragliare degli asini, il baccano delle enormi ruote dei carri sui basoli, le grida dei venditori ambulanti, i canti degli uomini e dei ragazzi del popolo mentre lavoravano... 20

go.poole@libero.it



Daniel Renowden

Regno Unito

Sono arrivato verso le sette di una sera di settembre e dopo meno di 24 ore avevo assistito ad un miracolo di Dio. Sapevo dire quattro parole d’italiano e quelle assai male. Ma ero pronto alla novità ed a questo scopo avevo convinto due inglesi appena conosciuti a venire con me al Duomo, la mattina del 19 settembre… Intravedo in mezzo all’oro, un colore che si muove. è rosso, liquido rosso.... un applauso si espande per contagiare tutto il Duomo e la città fuori. Botti, campane, urla. Mentre la statua passa in processione ad un metro da me, una vecchia piangendo strofina l’oro con un fazzoletto... urla e piange la disperazione, la rabbia, la speranza, l’amore.

A Napoli da qualche anno, Daniel tiene lezioni di inglese e abita nel centro antico.

Tornando a Napoli dopo un fine settimana di turismo, la città mi viene incontro già alla partenza del treno. Il dialetto pieno, muscoloso, chiuso, occupa molte carrozze. E con l’accento vengono occhi che calcolano, un’inerzia caricata di energia ed una fisicalità intensa. Nel corridoio mi sembra già di stare nel mio vicolo. E poi viene il vulcano, la sagoma distorta, ma sempre lui. Più presente che il mare, più mutevole d’aspetto che il tufo, significa che mi avvicino alla città che mi ha stregato da tempo. E poi la brutalità della città stessa. Le periferie che marciscono e lottano e si contorcono nello squallore semi-urbano... La porta si apre a piazza Garibaldi e mi tuffo di nuovo nell’aria calda e rumorosa della mia città... 21

danielrenowden@hotmail.com



Gisela Roberts

Germania

Napoli, ferisce e poi guarisce, ti fa scappare e poi tornare. A me salva sempre perche' sono riuscita a trovare un ordine nel disordine e la mia arte è una sintesi di cio'.

Nata a Wuppertal in Germania, vive e lavora tra Napoli e Monaco di Baviera, dove è membra del Bund Bildender Kunstler. Ha studiato alla scuola di ceramica di Landshut e all’Accademia di Belle Arti di Koln con F. Vordemberger e K. Marx. Ha compiuto diversi viaggi di studio in Grecia, Italia, Francia, Spagna e in Egitto.

Indice del taccuino: 1. Wuppertal – Schwebebahn 2. Austria, Jugoslavia, Grecia 3. Handicappati e stranieri 4. il Petraio e Christiane 5. Su e giù 6. Lavoro e arte 7. Capri 8. No! 9. Il senso dello stato, la solidarietà 10. Luce, sole, mare

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da dove vengo il viaggio per arrivare a Napoli le prime esperienze in città i primi incontri i percorsi nella città la vita quotidiana il luogo preferito c’è un posto che mi fa paura? cosa mi manca del mio paese cosa ho trovato qui

Risiede dal 1970 a Roma e poi a Napoli dove, oltre alla propria attività artistica, ha insegnato ai Corsi Professionali della Regione Campania: Ceramica, Legatoria, Falegnameria e Libera espressione. Dall’inizio degli anni ’80 ha intensificato la sua attività espositiva partecipando a numerose mostre, in Italia e all’estero. La più recente è la personale Emotive gestualità a cura di Ferdinando Creta, presso la Rocca dei Rettori a Benevento (febbraio 2007).

lorenzogalli6@virgilio.it



Mery Lenita Sankarasiwam Vengo da un paese molto lontano: lo Sri Lanka. Una piccola isola a sud dell’India, un luogo molto bello e molto caldo, circondato dal mare limpido e pulito. Nel 1983 scoppiò la guerra tra le due parti politiche e religiose del popolo, infatti la maggioranza della popolazione è singalese. Al contrario, al sud, vivono i Tamil che sono di religione induista, alla quale appartengo. Quando persi mio padre avevo 16 anni, per il motivo più stupido del mondo: la guerra, che ha distrutto i sogni miei... Ho dovuto lasciare gli studi a soli 17 anni e partire per l’Italia, nel 1988, una esperienza nuova e piena di responsabilità. Sono venuta a Roma poi a Milano, c’era la neve e la nebbia, noi non siamo abituati... era bellissimo, tutti gli alberi con i rami ricoperti di neve, ma io ero troppo triste... Lavorare era duro, non mi sono mai abituata, era mia mamma che mi faceva tutto... Sono stata a Como, Genova, Padova e a Cremona... chiedendo aiuto ai servizi sociali per avere un posto per dormire e realizzare uno dei miei sogni: studiare. Ho preso il diploma, e ho inziato a studiare nella scuola per infermieri. Nel 1999 sono venuta a Napoli... era bellissima, le persone erano come noi, semplici. Qui ho incontarto l’amore... due giorni per conoscerci e decidemmo di sposarci, abbiamo tre bei figli. Siamo una famiglia molto unita, mio marito mi vuole un bene pazzo dell’anima. Ho scoperto di avere una malattia che mi porterà via la vista... Ora vado ad una scuola per ciechi e faccio la mamma. Del mio paese mi manca tutto, l’infanzia che ho perduto, la natura, il calore della mia famiglia... 23

Sri lanka



Olga Uzhytchak

Ucraina

Nella sua lingua madre, Olga risponde alle domande che avevamo dato come traccia, racconta quindi il viaggio per arrivare qui, i suoi lavori in varie case napoletane, una gita con gli amici a Edenlandia... Con bella grafia, sopra un delicato sfondo floreale, il taccuino è l’immagine concreta della nostalgia per il proprio paese d’origine, e della sua (e nostra!) difficoltà ad entrare in contatto con una diversa realtà.

Olga ha 19 anni, è in Italia da qualche anno. Lavora a Napoli dove ha frequentato un istituto serale per imparare l’italiano.

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Miguel Angel Valdivia

Perù, Francia

La “piccola” città in cui sono nato é Messico DF, 2300 m. sopra il livello del mare e ospita appena 20 milioni di abitanti... Ci sono rimasto sei anni. I colori, i sapori, la generosità dei messicani, i boleros, i mariachis, gli amici... tutto questo sarebbe rimasto vivo dentro di me... Ma il messico è anche una terra povera, violenta, piena di ingiustizie... ...senza parlare del Messico, mi è impossibile spiegare le ragioni che “da adulto” mi porteranno a scegliere Napoli, piuttosto che Parigi... Avrei potuto essere un perfetto parigino ed invece ho deciso di essere un napoletano che ama e odia la propria città... e si lamenta. In questo, Napoli é come il Messico, pulsa, vive, sanguina, piange. è un insieme di colori, di odori, di tragedie, di comicità. Non ti permette di riposare... devi stare sempre all’erta, attento... come in Messico, sei invaso da un’atmosfera prepotente, invasiva, stancante... alla lunga ti ammazza, ma ti obbliga a mantenere il cervello sveglio, la tua attenzione deve essere costante... Avevo bisogno di questo, trovo Parigi troppo ordinata, troppo organizzata... mentre a Napoli tutto è sempre in movimento, anche se in realtà è quasi una città immobile, cristallizzata, come quelle città dentro le palle di vetro che quando le agiti si muove dentro la neve... Mi piace il miscuglio tra sacro e profano, il credere in una dimensione magico-popolare che ha diverse forme, dal gioco del lotto... alle superstizioni di cui ormai sono vittima anche io, la venrazione per le divinità moderne e popolari, come in Messico... Nel frattempo, mi godo lo spettacolo del suo panorama...

Nato a Città del Messico nel 1979. Nel ‘86, dopo aver passato tre anni a Milano, si stabilisce a Parigi dove rimarrà fino al 2005. Dopo studi scientifici entra, all’età di 17 anni, all’Accademie des Beaux Arts, frequentando l’atelier di Jean-Michel Alberola. Dopo alcuni soggiorni a Siviglia, attualmente vive e lavora a Napoli.

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www.miguelangelvaldivia.com/

La sua pittura figurativa ed espressiva, a tratti naif, si nutre delle icone popolari e religiose, messicane o italiane, attraverso una rielaborazione e un miscuglio di stili e medium come il fumetto, il disegno o il collage. Ha partecipato a personali e collettive, in Italia e in Francia. A Napoli sue opere sono state esposte nel Succorpo dell’Annunziata (Cittadella dell’arte, 2006) e presso la Pica Gallery (2006).



Karine Welzer Wheaton

Francia

Vivo a Napoli da 5 mesi, durante i quali ho partecipato a diversi progetti e laboratori per bambini, sopratutto sulla promozione della lettura. Prima, in Francia, lavoravo come insegnante e bibliotecaria nelle scuole medie.

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danapoli.hautetfort.com



Associazione Quartieri Spagnoli, doposcuola Alehandra Filippine Allyson Capo Verde Andrea Ecuador Antonella Santo Domingo Antonio Capo Verde Awa Senegal Darly Capo Verde David Ghana - Burkina Faso Erik Capo Verde Giuliana Ecuador Jeth Daniel Filippine Juddie Ann Filippine Justin Ecuador Marie Grace Filippine Marven Filippine Meredith Santo Domingo Nicoletta Romania Samy Connye Perù Sara Senegal Stanley Capo Verde Vivian Capo Verde Yusbely Venezuela Gli operatori: Attilio Amendola, Noemi Barone, Giovanna Culicigno, Aly Diakite, Maria D'Alterio, Alban Hila, Antonietta Iorio, Elvira Morano, Maria Rosaria Sgobbo.

L`Associazione Quartieri Spagnoli (AQS) svolge attività di prevenzione, protezione e reinserimento sociale, formazione e preinserimento lavorativo di persone in difficoltà secondo un approccio di sviluppo di comunità, con particolare attenzione alle famiglie ed ai minori. L’associazione è attiva sul territorio dal 1978 con numerosi progetti che sono stati realizzati in forma sperimentale con donazioni e/o con fondi pubblici (Unione Europea, Ministero dell’Interno, Regione Campania, Comune di Napoli). Tali progetti possono essere suddivisi in due diverse tipologie: progetti inerenti i servizi o lo sviluppo di comunità e attività di preformazione, formazione e socializzazione al lavoro. Nel 2002 l’AQS ha avuto il nuovo incarico per l’ideazione e realizzazione del progetto Children Parking per l’accoglienza pomeridiana dei bambini immigrati che hanno i genitori impegnati per lavoro e necessitano di cura e sostegno socio educativo, per la socializzazione e l’integrazione culturale. I bambini che hanno partecipato ad ExtraNapoli hanno tra i cinque e i dieci anni. Doposcuola Children Parking, pazzetta Trinità Spagnoli, 4 - Napoli. childrenparking@email.it



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Reportages

Cecilia Battimelli ...andare andare... Chi rom e... chi no Viaggio nella memoria per... Ilaria Grimaldi e Flavia Soprani Come non mangiare napoletano a Napoli Sergio Grispello Passport. Napoli cittĂ aperta Alessia Montefusco Downtown. Sguardo tra gli sguardi


Cecilia Battimelli

Reportage

...andare andare...

Cecilia Battimelli è nata a Urbino, si è laureata in architettura a Napoli, dove vive e lavora. Ha esposto in numerose personali e collettive a Napoli e in altre città.

La storia è la vita di tutti ed é fatta di storie di persone concrete. Negli avvenimenti bisogna sempre pensare agli esseri che ci sono dentro, che sentono e pensano, che hanno corpo e pensiero. Con questo sguardo ho cercato già, nel 2004, in un’installazione fotografica in memoria del naufragio del 1996, in cui morirono 283 immigrati, di sottolineare la “fisicità”, la “concretezza” di questi avvenimenti. Allo stesso modo guardo ora questi ragazzi africani che mi sembrano i meno “situati” rispetto alle altre comunità presenti nella nostra città. Chi sono, da dove sono arrivati, a che prezzo, cosa sentono, come ci vedono, ogni giorno, ogni ora. Quale é il loro sguardo su di noi? La nostra muta relazione é realtà quotidiana, solo la loro fisicità interagisce con noi. Li vedo entrare ed uscire da piccoli portoni, soglie sconosciute. A fatica vendono merce che non gli appartiene, neanche culturalmente, soggetti ad un fuggi fuggi continuo, a penose contrattazioni, sottoposti a lavori durissimi e a condizioni disumane. Il paradiso raggiunto e sperato scopre il suo volto.

Mare deserto deserto mare attraversare, andare andare... sognare sognare, andare andare... Tacere parlare ascoltare, andare andare... guardare meditare capire... andare andare...

Eppure la loro vitalità sembra apparentemente non perdere colpi. La loro fisicità é dominante. Ci apre un mare di riflessioni e domande. Spero che questo picccolo taccuino aiuti a regolare il “fuoco attenzionale” di chi vorrà leggerlo. 32

cecilb@virgilio.it



chi rom... e chi no

Reportage

Viaggio nella memoria per...

A cura di Alessandra Di Fenza Maurizio Gallo

Due “viaggi” ripercorrono alcune tappe dei laboratori che l’Associazione chi rom e…chi no realizza con i bambini napoletani e rom nelle scuole e nei campi rom non autorizzati di Scampia, a Napoli.

Collaborazioni Yuri Alfano Fabiana Napoletano (illustrazioni)

Un taccuino è dedicato al viaggio che i bambini delle scuole hanno fatto nel quartiere per ricostruirne la storia e nella memoria delle loro famiglie prima e dopo il loro arrivo a Scampia. L’altro, ai viaggi e ai racconti fantastici creati durante i laboratori realizzati all’interno della “baracca”, uno spazio autogestito costruito da chi rom e…chi no e dagli abitanti del campo in cui sorge, per dar vita a percorsi di cittadinanza attiva e a pratiche pedagogiche al di fuori di schemi istituzionali e scolastici, rivolti a bambini, adolescenti e adulti rom e napoletani.

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chirom.e.chino@gmail.com



Ilaria Grimaldi e Flavia Soprani

Reportage

Come non mangiare napoletano a Napoli

Ilaria Grimaldi nasce a Napoli nel 1979. Si diploma alla Scuola italiana di Comix in illustrazione e in tecniche di colorazione digitale, si laurea nel 2004 in Lettere moderne presso l'UniversitĂ di Napoli Federico II, con una tesi in iconografia sulla storia dell'illustrazione. Ha esposto in mostre collettive in Italia e alla Biennale du Carnet di Clermont-Ferrand (2006). Ha ottenuto riconoscimenti in concorsi di illustrazione. Attualmente lavora come illustratrice per diverse case editrici e agenzie. Ascolta troppa musica, suona il basso, e a volte pensa che avrebbe dovuto fare la musicista.

Ovvero un viaggio attraverso le culture e le cucine straniere presenti a Napoli. Un viaggio oltre la pizza, la sfogliatella, il babĂ e i luoghi comuni.

www.ilariagrimaldi.it Flavia Soprani è nata a Napoli nel 1982. Laureata in Scienze dell'Architettura, frequenta presso la Scuola Italiana di Comix di Napoli i corsi di Disegno, Illustrazione, Computer Art 2d e Web Design. Vince alcuni concorsi di illustrazione, tra cui Napoli Comicon 2001 (secondo posto), pittura paesaggistica, Vib Art 2005, Salerno (primo posto), fumetto, Golem Comix 2006, Urbino (secondo posto e miglior soggetto). Collabora come grafica e illustratrice presso alcune agenzie e associazioni culturali di Napoli.

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www.flaviasoprani.it



Sergio Grispello

Reportage

Passport. Napoli, città aperta.

Fotografo ritrattista, nutre un interesse speciale per l'essere umano e le sue tracce . Cosmopolita d'ispirazione ma orgogliosamente napoletano, Sergio viaggia per tutto il Mediterraneo con il suo furgone superaccessoriato modello casa-museo-garage. Il suo obiettivo descrive, nei volti come nei più diversi contesti, il passaggio tangibile dell'umana esperienza e non per futile curiosità antropologica ma per quello che più intimamente quei segni ispirano. Marika Crescenzi

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sergio.grispello@fastwebnet.it



Alessia Montefusco

Reportage

Downtown. Sguardo tra gli sguardi

Sono nata a Napoli nel 1978, dove studio Lingue, per realizzare uno dei miei sogni: collaborare allo sviluppo del turismo responsabile in Africa.

Mi ritrovo a vivere la mia città nella quotidianità, fatta di vicoli, di angoli nascosti e di sguardi che parlano di mondi lontani, di sapori speziati che traspirano da abiti variopinti.

Mi piace definirmi una pittrice, perché é la mia passione, perché so che la pittura é la mia giusta dimensione.

Ci sono luoghi in cui chi arriva da lontano cerca altri sguardi che parlino la stessa lingua, per poter condividere l’arrivo nella nuova terra, per raccontarsi quel viaggio che li separa dalla loro. Eccomi allora in uno dei luoghi che accoglie le persone che hanno viaggiato per giorni prima di arrivare: potrebbe essere la downtown trafficata di un qualsiasi paese. Mi fermo. E mi ritrovo a pensare ad una barca che accomuna i sogni di tanti. Seduta di fronte al mercato della Maddalena, osservo la contraddizione di gesti ambigui, e la poesia di movimenti, di saluti, di scambi. Mi lascio cullare dal suono di una lingua che racconta tradizioni lontane. E vedo corpi imprigionati in abiti diversi da quelli che indosserebbero se fossero nella loro terra. Eccoli di fronte a me, amalgamati tra la gente che é nata qua, ognuno con la sua storia, la sua sofferenza, la sua speranza.

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www.quandodisegno.blogspot.com



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